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L'Autore e la sua produzione scientifica Giovanni Reale è professore ordinario, titolare della cattedra di Storia della filosofia antica presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università Cattolica di Milano. I suoi studi e la sua produzione scientifica spaziano su tutto l'arco della filosofia antica. Nell'ambito dei Presocratici ha approfondito soprattutto gli Eleati (Senofane, Parmenide, Zenone e Melissa), curando dapprima gli aggiornamenti sistematici de La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, l, 3 di E. Zeller e R. Mondolfo, La Nuova Italia, Firenze 1967, e pubblicando in seguito una edizione dei frammenti di Melissa che arricchisce considerevolmente la raccolta di Diels-Kranz, con ampia monografia introduttiva e commentario storico-filologico e filosofico (il primo che finora sia stato fatto): Me/isso, Testimonianze e /rammenti, La Nuova Italia, Firenze 1970 (Biblioteca di Studi Superiori, 50). A Platone ha dedicato costante studio. Ha tradotto e commentato una serie di dialoghi per la collana «ll Pensiero» dell'Editrice La Scuola di Brescia: Critone, 1961 (1987 13 ); Menone, 1962 (1986 11 ); Eutz/rone, 1964 (1987 7); Gorgia, 1966 (1985 7); Protagora, 1969 (1984 5 ); Fedone, 1970 (1986 10 ). Di recente ha pubblicato l'ampio volume: Per una nuova interpretazione di Platone. Rilettura della metafisica dei grandi dialoghi alla luce delle «Dottrine non scritte», Vita e Pensiero, 19875 (la prima edizione è del 1984). Quest'opera è stata insignita del «Premio Fiuggi per la saggistica filosofica 1986». Ha tradotto dal tedesco e introdotto: Platone e i fondamenti della metafisica di H. Kramer, 1982, 19872 ; La metafisica della storia in Platone di K. Gaiser, 1988 (due opere composte dagli autori su invito di G. Reale), nonché Th. A. Szlezak, Platone e la scrittura della filosofia, 1988; tutte opere pubblicate da Vita e Pensiero. Su Aristotele ha scritto numerosi saggi in riviste e in miscellanee e ha pubblicato i seguenti volumi: Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele, Vita e Pensiero, Milano 1961 (l'opera ha avuto una seconda edizione nel 1965, una terza nel 1967 e una quarta nel 1985 e di recente è stata tradotta in lingua inglese da John R. Catan (State University of New York Press,
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Albany 1980); Introduzione a Aristotele, Laterza Bari 1974 (19864), tradotta in spagnolo da V. Bazterrica (Herder, Barcelona 1985). Per la collana «Filosofi antichi» dell'Editore Loffredo ha tradotto La Metafisica, 2 voli., Napoli 1968 (19782 ), con un'ampia introduzione e un commentario storico-filosofico, il primo sistematico in lingua italiana (la traduzione senza commentario è stata edita anche presso Rusconi, Milano 1978; 19842 ). Nel 1974, per la medesima collana dell'Editore Loffredo, ha curato la prima traduzione italiana del Trattato sul Cosmo per Alessandro, con testo greco a fronte, introduzione e commentario sistematico, suggerendo, sulla base di nuovi argomenti e documenti, l'ipotesi di lavoro che l'opera possa appartenere ad Aristotele, o comunque al primo Peripato. Nell'ambito della filosofia postaristotelica ha approfondito un momento particolarmente importante della storia del Peripato nel volume Teofrasto e la sua aporetica metafisica, La Scuola, Brescia 1964, opera che contiene anche la traduzione (la prima in lingua italiana) della Metafisica di Teofrasto, con commentario (l'opera è stata integralmente tradotta da ]. Catan ed è stata in parte già edita in appendice al Concetto di filosofia prima, come è stato fatto anche nella quarta edizione italiana di quest'opera). Ha inoltre ristudiato a fondo la figura di Pirrone in un saggio dal titolo: Ipotesi per una rilettura della filosofia di Pi"one di Elide (in AA.VV., Lo scetticismo antico, Bibliopolis, Napoli 1981, pp. 243-336). Nell'ambito della filosofia dell'età imperiale si è occupato di Filone di Alessandria, oltre che con ricerche specifiche, promuovendo la prima traduzione italiana sistematica di tutti i trattati del commentario allegorico alla Bibbia, pubblicati presso l'editore Rusconi, Milano 1978-1988 in vari volumi. Ha curato altresl l'Introduzione, le Prefazioni e le Parafrasi a tutto quanto ci è pervenuto di Epitteto (nel volume Epitteto, Diatribe, Manuale, Frammenti, Rusconi, Milano 1982). Ha pubblicato una monografia su Proclo dal titolo L'estremo messaggio spirituale del mondo antico nel pensiero metafisica e teurgico di Proclo, edita come saggio introduttivo in: Proclo, I Manuali, Rusconi, Milano 1985 (pp. v-ecxxrn). Inoltre, insieme a Dario Antiseri ha firmato una vasta sintesi in tre volumi: Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, La Scuola, Brescia 1983, già più volte riedito e già tradotto in spagnolo da J.A. Iglesias per l'editrice Herder (Barcelona 1988).
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GIOVANNI REALE
STORIA DELLA FILOSOFIA ANTICA V. LESSICO INDICI E BIBLIOGRAFIA con la collaborazione di
ROBERTO RADICE
Quarta edizione
+
VITA E PENSIERO Pubblicazioni della Università Cattolica Milano 1989
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Prima edizione: gennaio 1980 Seconda edizione riveduta e arricchita: maggio 1983 Terza edizione: settembre 1988 Quarta edizione: gennaio 1989
N .B. - Le nuove edizioni con le modifiche apportate vengono pubblicate con contributi del «Dipartimento di filosofia» e del «Centro di Ricerche di Metafisica» dell'Università Cattolica di Milano.
© 1980 Vita e Pensiero - Largo Gemelli, l - 20123 Milano ISBN 88-343-2574-5
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INDICE
Avvertenza
IX
Parte prima
Lessico e indice-repertorio dei principali concetti inerenti alla filosofia antica
3
Parte se-conda
Schedario dei pensatori antichi e della loro produzione filosofica pervenutaci con una bibliografia essenziale
295
Parte terza
Indice degli autori e dei personaggi antichi trattati o menzionati nei primi quattro volumi
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57 3
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A Mario, Carla Paolo e Manuela Reale
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AVVERTENZA
L'idea di questo quinto volume che conclude la nostrtr Storia della filosofia antica è nata e cresciuta durante la composizione dei primi quattro e soprattutto in seguito al lavoro di revisione fatto per la riedizione dei medesimi. Ci è parso necessario, o quanto meno molto utile - dopo una trattazione che ha una estensione complessiva di oltre duemiladuecento pagine, resa ulteriormente complessa a motivo dei numerosi testi e documenti riportati - offrire al lettore alcune prospettive di sintesi, alcuni punti di riferimento per raccogliere sotto un unico tema e sotto un solo· problema unitario i contributi di numerosi pensatori e scuole, brevi tracciati e linee di forza secondo cui rileggere retrospettivamente l'opera, o anche alcune notazioni che offrissero gli spaccati teoretici di alcuni concetti centrali del pensiero antico. Da questa esigenza è nata la prima parte, che presenta un lessico, concepito in forma di indice-repertorio dei principali concetti maturati nella storia della filosofia antica. Accanto al termine italiano, il lettore troverà indicato, quando occorra, quello greco e, in alcuni casi, anche quello latino, quindi la spiegazione del suo significato. Talora si tratta di semplici rimandi al testo, talora, invece, di carrellate sintetiche sulla storia e sulla evoluzione del concetto o dei concetti espressi da quel termine, talora, anche, come s'è detto, di un vero e proprio bilancio sistematico, quando il termine indica un concetto o concetti che hanno implicanze· particolarmente complesse ed importanti. In alcuni casi,.
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AVVERTENZA
infine, si trovano anche approfondimenti o completamentt .di cose solo accennate nella trattazione, con eventuali supplementi di documentazione. La seconda parte dell'opera è nata da un analogo ordine .di riflessioni. Le bibliografie e i repertori bibliografici sono .numerosi e concepiti a molteplici livelli. Ma il lettore fatica, per lo più, ad orientarsi ed a trovare ciò che cerca. Spesso i minori vengono trascurati, quando non addiritJura taciuti, mentre sui maggiori non è raro che si ecceda in indicazioni, in cui talvolta ci si sente veramente smarrire. Ebbene, anziché il solito impianto bibliografico tradi.zionale, abbiamo preferito presentare un vero e proprio schedario dei pensatori antichi in ordine alfabetico, capace .di offrire al lettore tutti gli elementi essenziali che possono essere utili per qualsiasi approfondimento. Innanzitutto diamo una brevissima caratterizzazione (scuola di appartenen.za e cronologia). Poi diamo l'elenco (eventuale) delle opere pervenuteci col titolo in italiano, e, accanto, quello latino .divenuto canonico nelle citazioni (e nei casi in cui occorra .anche la relativa abbreviazione in uso). Indichiamo quindi gli estremi delle edizioni critiche più recenti e più pratiche, .delle traduzioni (di norma quelle in lingua italiana, e, quan.do non ve ne siano, o comunque quando sia opportuno, .quelle in lingua straniera più accreditate), dei commentari o delle edizioni con annotazioni e, ulteriormente (in quei casi in cui vi siano), dei lessici. I n fine menzioniamo alcuni studi critici e, a conclusione della scheda, segnaliamo il luogo o i luoghi in cui il lettore trova ulteriore bibliografia sull'autore in questione. Per agevolare il lettore abbiamo introdotto un comodo sistema di simboli, che visivamente .distinguono questi successivi momenti della scheda, di cui diamo spiegazione all'inizio dell'indice. La scheda-tipo, insomma, risponde ad una precisa logica: 1) chi è e quando .è vissuto l'autore, 2) che cosa ci è rimasto di ciò che ha scritto, 3) quale è l'edizione più moderna delle sue opere, 4) quali le traduzioni, 5) quali i commenti più significativi o più recenti, 6) quali gli eventuali lessici, 7) quali gli
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AVVERTENZA
studi critici consigliabili per approfondimenti, 8) dove si può reperire agevolmente un ricco materiale bibliografico specifico o dove si possono trovare rassegne e bilanci degli studi critici. È appena il caso di avvertire il lettore che, trattandosi di un vero e proprio mare magnum (la letteratura sulla filosofia antica è forse la più ricca esistente), possiamo essere incorsi in sviste ed omissioni di vario genere, delle quali chiediamo venia. Il lettore potrà tuttavia agevolmente constatare che non avevamo modelli precedenti coi quali confrontarci, avendo cercato di seguire una via nuova, che speriamo feconda. Nello schedario sono anche inclusi i cataloghi degli esponenti delle varie scuole filosofiche (in ordine alfabetico: Accademici, Atomisti, Cinici, Cirenaici, Eleati, Epicurei, Ionici, Medici empirici, Mediopitagorici, Medioplatonici, Mediostoici, Megarici, Neoaccademici, Neopitagorici, Neoplatonici, Neoscettici, Neostoici, Peripatetici, Pitagorici, Presocratici, Scettici, Sofisti, Stoici) diff~renziati (quando si tratti di scuole che hanno avuto momenti e periodi diversi) e opportunamente ragionati. Anche questo - che per quanto ci consta non è stato mai fatto in questa maniera e mai presentato in modo unitario - riteniamo sia un aiuto non indifferente al lettore. Chiude il volume l'indice di tutti i nomi degli autori e dei personaggi antichi trattati o menzionati nei primi quattro volumi e di tutti i passi in cui ricorrono. Alla elaborazione e alla stesura di questo volume ha collaborato il dottor Roberto Radice, in una misura determinante, e per questo abbiamo voluto il suo nome in frontespizio. Egli ha letto e riletto i primi quattro volumi fino a possederne il contenuto nei minimi particolari e ha saputo mettersi nella giusta ottica, insieme del lettore e dell'autore, suggerendo una quantità di migliorie sia in generale sia in particolare. Molte voci sono state rifatte ed integrate sulla base dei suoi precisi rilievi o suggerimenti. Tutto suo, in particolare, è il complesso gioco dei raccordi
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AVVERTENZA
XII
e dei rimandi, sta all'interno dell'indice sta ai precedenti volumi. È stata una collaborazione davvero ideale che tra l'altro - ha fatto più che dimezzare i tempi di lavoro. Ringraziamo il dottor Francesco Sarri, che con grande acribia ci ha aiutato a ricontrollare sugli originali il grosso delle edizioni critiche citate e che ha anche collaborato ad alcune schede dei dossografi. Suo è anche l'impianto dell'indice dei nomi. E ringraziamo anche Pier Giacomo Pisoni che, con l'ausilio della sua ricchissima biblioteca, ha ricontrollato molti dati e rivisto le bozze. Infine una parola di conclusione. Il volume, più che un testo di lettura, è uno strumento di consultazione. In qualsiasi modo lo abbordi, il lettore avrà la strana sensazione di trovarsi di fronte come ad un gioco di scatole cinesi: ogni concetto fluisce, si ramifica, rimanda ad altri, coi quali ulteriormente si intreccia in vario modo, quasi senza posa. Ebbene, è proprio questa la caratteristica specifica del concetto filosofico, il quale, per sua natura, quando sia un concetto di fondo, si apre a tutti i concetti. Perciò come epigrafe dell'opera abbiamo messo la bella massima di Piotino, secondo cui tutto è in tutto e ogni cosa è tutto e ciascun singolo è universo. Plotino diceva questo soprattutto per gli enti del mondo dello Spirito, ma la massima vale in modo perfetto per il concetto ed il /asma filosofico in generale, così come vale per ciascuno e per tutti i pensatort. In fondo in filosofia, la comprensione di un concetto suppone, in qualche modo, l'apertura al cosmo filosofico ed anche la comprensione di un singolo filosofo suppone almeno a livello esigenziale - quella di tutti gli altri. GIOVANNI REALE
N.B. Questa quarta edizione, cosl come la terza, aggiorna tutti i rimandi ai precedenti volumi; in particolare al volume Il, che a partire dalla quinta edizione ha mutato totalmente l'impaginazione. L'aggiornamento della bibliografia viene rimandato alla prossima edizione.
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LESSICO INDICI E BIBLIOGRAFIA
« [ ... ] 'ltav-.axov miv-. a 1tiiv [ ... ] ».
xa~
1tiiv 1tiiv xaL lxaa-.ov
« [ ... ] tutto è dappertutto e ogni cosa è tutto e ogni singolo è unive·rso [ ... ] ».
Plotino, Enneadi, v, 8, 4
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PARTE PRIMA
LESSICO E INDICE-REPERTORIO DEI PRINCIPALI CONCETTI INERENTI ALLA FILOSOFIA ANTICA
« 6 j.l!v yàp CT\JVO'It'r~xòc; s~aÀ.Ex-.~x6c;, 6 St lJ.iJ, o\l ».
« Colui che è capace di cogliere in uno sguardo l'insieme è dialettico [=filosofo]. chi no, non lo è ». Platone, Repubblica, VII, 537 c
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Questo Lessico risponde ad alcune precise esigenze, già segnalate nella Avvertenza, cui rimandiamo. Il lettore tenga presente che l'obiettivo principale che si vuole raggiungere è quello di ridare il senso della polivalenza .dei termini usati dai filosofi greci e della corrispondente poliedricità strutturale dei concetti che essi esprimono. Già Aristotele per i cultori di filosofia dei suoi tempi aveva composto uno scritto dal titolo Intorno alle cos.e che si dicono in molteplici sensi, che è una specie di lessico filosofico, che .oggi leggiamo ancora come libro A (quinto) della Metafisica, il quale è veramente paradigmatico (ad esso più volte ci rifaremo). I n effetti, la calibrazione critica dei termini e dei concetti è uno dei compiti essenziali della ricerca filosofica e, comunque, è una indagine senza la quale il discorso fiJosofico non regge. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo qui presentato « voci» di .diverso impianto. a) Alcune (quelle relative ai concetti più ristretti o più .tecnici) si limitano a ridare in sintesi il significato o i significati del termine, .indicando i rimandi ai precedenti volumi, in cui si trovano sviluppati. b) Altre ridanno l'arco storico dei significati via via inclusi nell'area semantica del termine, sempre con i relativi rimandi. c) Altre ancora tentano di ricomporre un quadro sistematico della problematica, secondo linee di forza .teoretiche, oltre che storiche. d) Altre, infine, approfondiscono il significato di alcuni termini, acquisendo nuovi elementi rispetto alla precedente trattazione. · Tutte le voci si fondano su testi degli autori e quindi su precisi documenti, che vengono citati espressamente o indicati, e che, in ogni caso, il .lettore trova nelle pagine dei precedenti volumi, cui si fa via via rimando. Il termine di riferimento è quello italiano, oppure quello greco tra.slitterato, quando manchi il corrispettivo italiano. Segue l'indicazione del .termine greco (talvolta anche del corrispettivo latino), che successivamente viene ripreso traslitterato. Per comodità del lettore che non conosce il greco, abbiamo indicato anche l'accento, di regola la prima volta in cui presentiamo il termine traslitterato, ed inoltre nei casi in cui ld" abbiamo rite.nuto utile. Abbiamo spesso sottolineato con carattere corsivo alcuni termini greci (che sono diventati re faggio del linguaggio filosofico e quindi comuni) per ricordare al lettore di tener presenti le valenze concettuali greche e quindi la specificità dell'uso dei medesimi. Qualche volta abbiamo dato indicazioni bibliografiche, ma solo in casi particolari, e come indicazioni di complemento, preferendo, di regola, a 4ueste, i rimandi ai documenti originali.
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A AB I T O (f;~.ç, habitus) Per Aristotele, indica una disposizione di un certo tipo « per la quale la cosa disposta è disposta bene o mtJle, sia per sé, sia in rapporto ad altre» (Metafisica, 1:J. 20, 1022 h 10 sg.). Il concetto di habitus ha grande importanza soprattutto nell'etica aristotelica, giacché designa il modo di essere della virtù e del vizio dell'uomo. Infatti, secondo lo Stagirita, l'uomo possiede virtù e vizi, appunto come abiti o come disposizioni di un certo tipo. L'abito _ si noti _ deriva dall'abitudine (~l}oc;), ma differisce da essa per le ragioni seguenti: J'uomo, per sua natura, è potenzialmente capace di virtù o di 'Vizi, ma egli può tradurre dalla potenza all'atto questa sua capacità ·solo mediante l'esercizio, ossia ripetendo una serie di atti dello stesso tipo (atti giusti, coraggiosi..., o contrari a questi). 011bene, la ri,petizione di questi atti, in quanto tale, è abitudine, mentre il risultato di questa ripetizione è l'abito, che è qualcosa che resta in noi come una specie di possesso stabile, che, poi, agevola ulteriori atti dello stesso genere. In conclusione, l'abitudine indica il momento genetico della formazione dell'abito, mentre l'abito indica il punto di arrivo (II, 499). È evidente che la dottrina dell'abito spiega non solo il modo in cui l'uomo possiede virtù e vizio, ma altresl il modo in cui possiede le varie abilità tecniche ed artistiche, e, in genere, tutte « le disposizioni di un certo tipo », sia spirituali, sia, anche, fisiche, come ad esempio Ja ·stessa salute. _ Per il concetto di intelletto in habitu di Alessandro di Afrodisia, dr. IV, 43 sgg. A C A T A L E T T I C A, R apprese n t az i o n e (axa'taÀTJ1t'toc;, <pav'taO'ta)
Acatalettica si dice, ·nella terminologia stoica, quella rappresentazione che ha i caratteri opposti a quella catalettica, ossia quella
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
rappresentazione ohe non coglie la realtà in un modo ohiaro e distinto: ofr. il passo di Diogene Laerzio riportato in In, 331. A C C A D E M I A ('AxaB'I'J~J.E~a) È stata cosi chiamata fa scuola di p,latone dal nome della località e deLla palestra (cosi dette perohé consacrate alù'eroe Accademo), in cui ebbe sede (Il, 8, in nota). Per quanto concerne l'organizzazione e le finalità della scuola, cfr. III, 85 sgg. La storia dell'Accademia, per quanto concerne l'evoluzione della dottrina, fu fra le più travagliate. l) Già nella fase delia cosiddetta « Antica Accademia», assistiamo ad una involuzione del pensiero platonico, dapprima in senso matematizzante (III, 98-115), e, successivamente, addirittura in senso antimetafisico (III, 116-122). 2) La « Nuova Accademia » (distinta anche in una « seconda » e in una « terza » Accademia) assunse posizioni scettico-dialettiche (III, 499519 ). 3) Con Filone di Larissa ( « quarta Accademia ») si passa dalle posizioni del probabilismo puramente dialettico a quelle di un probabilismo positivo (III, 530-536). Infine con Antioco (« quinta» Accademia) si passa ad un dogmatismo eclettico (III, 537-542). _ È da notare che nell'86 a.C., in segu.ito alle devastazioni subite dai sobborghi di Atene e dalla stessa Atene da parte di Silla, l'Accademia fu assai gravemente danneggiata e probabilmente chiusa (IV, 309 sgg.). La successiva storia del platonismo (ofr. voce) non coincide più con quella deld'Accademia. Risorge ad Alessandria e poi si espande dovunque - anche in Atene -i ma di una « Accademia» non si parla più. (Si veda, -anzi, la testimonianza che riportiamo in IV, 312). _ La scuola neoplatonica di Atene, non è la prosecuzione dell'Accademia, o lo è solo a livello puramente ideale (IV, 663 sgg.). La «catena aurea» di scolarohi di cui parlano i Neoplatonici, ohe da Platone andrebbe a Damascio, non è un dato storico. Per gli esponenti dell'antica Accademia e per il catalogo degli scolarohi, cfr., più avanti, Ja Parte Il.
A C C I D E N T E (au!J.{3Ef3TJx6ç, accidens) È termine divenuto tecnico con Aristotele, il quale distingue, fondamentalmente, due significati principali di esso (ofr. Metafisica, tJ. 30, passim ). l) In primo luogo, accidente significa ciò che appartiene ad una cosa né sempre né per lo più, ma solo talvolta, e, quindi, fortuitamente e casualmente. 2) In secondo luogo, accidente significa tutto ciò che appartiene di per sé ad una cosa, ma che non rientra nell'essenza della cosa stessa, anche se ad essa
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ACCADEMIA/ ACOSMISMO
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espressamente connesso. In questo senso, quindi, tutti quegli attr~buti che non rientrano nell'essenza di una cosa, si possono dire accidenti. _ Il significato più importante è il primo, soprattutto nel suo aggancio ahla problematica dell'essere (Il, 422 sg.). Essere accidentale (ov xa-rck O'VIJ.f3Ef3T}x6c;), per Aristotele, indica il significato più debole dell'essere, ossia quell'essere che è né sempre, né per lo più, ma solo fortuitamente e casualmente e che, come tale, può essere detto « qualcosa di v1cmo al non essere». L'essere dell'accidente, tuttavia, anche se vicino al non essere, è molto importante. Infatti, se non ci fosse, tutto sussisterebbe necess~ riamente. Il riconoscimento dell'essere accidentale, segna una delle più significative risposte alle istan2le del mondo empirico, interamente misconosciute dalla ontologia eleatica e, in parte, anche da quella platonica. _ Il fondamento dell'essere accidentale è la materia (dr. voce), giacché questa, coincidendo con la pura potenzialità, può essere diversa da come è 1per lo più. - L'essere accidentale ha una sua causa, ma non determinabile, ossia una causa che è, essa stessa, puramente fortuita. _ È da rilevare, infine, che Ia causa dell'essere accidentale non può costituire oggetto di scienza, perché la scienza è solo di ciò che è necessario, oppure di ciò che è per lo più, ma mai del fortuito (Metafisica, E 2-4, passim). ACHILLE, Argomento dell' È uno degli argomenti con cui Zenone di Elea negava la relatività del movimento (1, 135 sg.). ACOSMISMO Il termine (che è formato da alfa privativo e kosmos) indica quella posizione di pensiero che tende, al !limite, a ·risolvere hl. cosmo in Dio, ossia il mondo conporeo nell'inconporeo. Hegel usò questo termine per indicare il sistema spinoziano, in cui la natura tende, appunto, a risolversi in Dio. A nostro avviso, una forma di acosmismo può essere considerato, sotto un certo profilo, il sistema plotiniano (e il neoplatonismo in generale), nella misura in cui esso tende a risoivere il cosmo nell'Anima, l'Anima nello Spirito e lo Spirito nell'Uno, quindi la realtà fisica in quella psichica (IV, 573 sgg.), questa in quella spirituale (IV, 543 sgg.) e a risolvere tutta la realtà nella 'potenza dell'Uno (IV, passim). - Una forma di acosmismo può essere considerata anche l'ontologia eleatica, neLla misura in cui non solo non riesce a « salvare i fenomeni», ma giunge, addirittura, a negarli in maniera esplicita,
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LESSICO E INDICE DEI CONCEITI
riconoscendo realtà solamente all'Essere-uno (l, 126; 132 sgg.; 140 sg.; 146 sgg.). ACQUA (vowp) È il <principio di tutte le cose secondo Talete (l, 55 sgg.). Empedocle è una delle quattro «radici» (l, 152). Per Aristotele è dei quattro elementi costitutirvi del mondo sub-lunare (Il, 464 ). la concezione dell'acqua nell'epicureismo e nello stoicismo cfr. III, sg.; 379 sg. Cfr. Elemento.
Per uno Per 212
ACRO A M A T I C O (à.xpoa!-la.ivE<Tita.L a q>a.w6!J.Evov. La stessa ELxa.Dta-~c;) Per Aristotele è, insieme all'aumento, la forma che assume il mutamento (cfr. voce) quando si riferisce alla categoria della quantità (Il, 455 ).
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DIANOETICA/DID-DIVINO
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D I M O S T R A Z I O N E ( a1t66E~;~ç. de.monstratio)
Così viene chiamato da Aristotele, negli Analitici Secondi, quel sillogismo, il quale alla correttezza formale unisce la verità delle premesse (cfr. II, 557 sgg.). Sul tema è fondamentale: M. Mignucci, L'argomentazione dimostrativa ìn Aristotele, Commento agli Analitici Se.condi, vol. r, Padova 1975. D I M OSTRAZ IONE PER ASSURDO, dr. Confutazione. DIO- DIVINO (llE6t;-llE~ov) Non è possibile intendere la concezione greca circa Dio, se non si comprende, prima di tutto, che hl concetto di Dio è, in tutti i pensatori, un momento del più ampio concetto di Divino (neutro). Ciò significa che il Divino è sempre inteso dal Greco come una pluralità strutturale e che la nostra concezione monoteistica di genesi biblica è in netta antitesi con quella greca. Per dare una visione sintetica che il più possibile rispecchl la complessa problematica al riguardo, è bene distinguere i seguenti punti: l) le note caratteristiche della natura del Divino; 2) i rapporti fra la natura di Dio-Divino e il cosmo; 3) i rapporti fra Dio e la natura dell'uomo; 4) i rapporti fra Dio e la legge morale; 5) i rapporti fra il problema di Dio e l'escatologia; 6) i rapporti fra Dio e la conoscenza che l'uomo ha di lui; 7) i rapporti fra Dio e la Provvidenza. l) Le note essenziali del concetto greco del Divino sono state guadagnate, via via, in quest'ordine. a) Per i Naturalisti il Divino è il principio (ciò da cui, in cui, e per cui), ossia ciò che causar regge e sorregge (e quindi governa) il tutto; inoltre è b) intelligenza. Quest'ultima caratteristica è tematica soprattutto in Anassagora e in Diogene (l, 167 sgg.; 189 sgg.) ed è centrale anche in Socrate (l, 340 sgg.). _ c) Per Platone ed Aristotele Dio e il Divino sono la realtà metempirica, ossia la sostanza trascendente, vale a dire una realtà strutturalmente diversa da que:Ua sensibile. Da Platone questa sostanza è intesa prevalentemente come Idea (Il, 74 sgg.), ossia come intelligibile, di cui l'intelligenza è momento subordinato. Da Aristotele è invece intesa come Intelligenza (molteplicità di Intelligenze), cui l'intelligibile è in qualche modo subordinato (Il, 443 sgg.). Col rinascere del platonismo si giunge ad una sintesi di questi concetti e Dio diventa l'Intelligenza che produce, pensandoli, gli intelligibili (IV, 289 sgg.; 336 sgg.). _ d) Col neoplatonismo il concetto del Divino si arricchisce, con l'introduzione del concetto positivo di infinito inteso come potenza aJ più alto grado, come inesauribile forza produttrice, trascendente lo stesso pensiero e lo stesso essere intelligibile, mentre questi diventano momenti variamente concepiti e di-
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
stribuiti nelle diverse manifestazioni del Divino (IV, passim). _ e) A partire soprattutto da Platone (ma con antidpi già nei Presocratici, almeno impliciti) un carattere del Divino viene posto in primo piano, vale a dire quello del Bene: l'Idea del Bene (impersonale) è al ve.rtice dell'Intelligibile (II, 184 sgg.); l'essere buono è qualità essenziale del Demiurgo, suprema intelligenza (II, 173 sg., 185). Il bene e l'ottimo sono caratteri anche del Dio aristotelico (Il, 443 sg.). In Plotino e nei Neoplatonici il Bene è l'Uno, l'Assoluto stesso; e boni-forme è tutta la sfera del Divino (dr., soprattutto, IV, 511 sgg.). 2) La natura del Divino si chiarisce ulterionnente affrontando il secondo dei problemi, ossia quello dei suoi rapporti col cosmo e considerando le risposte date dai filosofi greci, le quali esauriscono tutta la gamma dehle risposte possibili. _ a) Dio e mondo sono distinti come la causa dal causato, all'interno di un orizzonte arcaico di pensiero che non conosce ancora le categorie di immanenza e trascendenza e quindi in maniera ancora indeterminata, dai Naturalisti (dr. soprattutto, I, 115 sg.). _ b) Dio e il Divino sono concepiti come trascendenti il mondo da Platone (II,l84sgg.), da Aristotele (Il, 439 sgg.) e dahla letteratura filosofica che a loro si connette. _ c) Dio-Divino è considerato immanente ed è fatto coincidere con la natura stessa dagli Stoici. (La filosofia del Portico presenta la prima fol'mulazione coerente dell'immanentismo; cfr. III, 362 sgg.). _ d) Dei e mondo stanno fra loro in un rapporto di estraneità, nel senso che gli Dei non causano e neppur.e reggono il mondo. Gli Dei non hanno però una struttura che li differenzi antologicamente dal mondo. È questa la posizione di Epicuro (III, 225 sgg.). _ e) Il Divino ha diversi livehli di trascendenza: nel suo complesso trascende il mondo fisico; al suo interno vi sono, poi, ulteriori gradi di trascendenza, essendo il Principio primo e assoluto addirittura al di là dell'essere, del pensiero e della vita (IV, 503 sgg.). È questa ~a •posizione di Plotino e dei Neoplatonici. Si vedano, a questo proposito, le voci Immanenza e, Trascendenza, tenendo però presenti tutte le alternative sopra elencate. Se si eccettua la posizione di Epicuro che costituisce un unicum, tutte .Je altre possono essere viste come un modo diverso di intendere gli stessi attributi di Dio illustrati al primo punto, in particolare, quello dell'essere Principio (cui, del resto, tunti gli altri si connettono). Lasciando la posizione dei Presocratici, che, in quanto arcaica, ossia indifferenziata, non si può schematizzare, se non differenziandola, e dunque snaturandola, si deve rilevare quanto segue. Il Divino e Dio in Platone e in Aristotele (sia pure nei modi diversi che abbiamo indicato) sono cause trascendenti (nei Medioplatonici e Neoplatonici, addirittura, a diversi livelli tra-
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DIO-DIVINO
scendenti) dell'ordine del mondo, o, se si preferisce, del mondo come· ordine. Invece negli Stoici il Divino è causalità immanente al mondo, intrinseca attività finalizzatrice. È rimasto sconosciuto alla grecità Hi teorema della creazione dal nulla, e lo stesso Filone di Alessandria solo a fatica, attingendo aJJe categorie greche, riesce a porgere razionalmente il messaggio biblico (IV, 279 sgg.). Si può anche dire che il Dio greco è creante solo in quanto è ordinante, e non in quanto è suscitatore e donatore di essere. Inoltre, prevale l'idea della necessità della produzione del mondo da parte del Divino. Posto ili Divino, con le sue caratteristiche, il mondo ne deriva di conseguenza. Il Demiurgo platonico è come l'eccezione che conferma la regola. Ma è un'eccezione parziale, perché, in ogni caso, non di.pendono dal Demiurgo né il mondo delle Idee (che costituisce il paradigma a cui si ispira) né la cbora che egli plasma. 3) Per quanto concerne i rapporti fra Dio e la natura dell'uomo, i Greci, da Omero in poi, hanno parlato di syngheneia, di affinità, che, però, solo (o prevalentemente) nel Timeo di Platone e nella tradizione platonica viene giustificata. L'affinità è additata nel nous, os·sia nehl.'intelligenza. 4) Per quanto concerne i rapporti fra Dio e la legge morale è essenziale rilevare che per nessun filosofo greco Dio è rivelatore della legge morale. Questa è concepita, in un certo senso, come un Assoluto, come inscritta nella physis in. generale e in quella dell'uomo in particolare. Per attuare la legge morale, l'uomo non ha quindi bisogno di uno speciale aiuto divino. 5)' L'idea di un Dio che premia i buoni e punisce i cattivi non è diffusa fra i filosofi o lo è solo nella misura in cui si ispirano all'orfismo. In genere i pensatori greci hanno inteso la virtù e la· vita morale in modo prevalentemente autonomo. Un premio nell'al di là è più una conseguenza corollaria che non il fine primario della virtù e della vita morale. Platone e i Platonici costituiscono una vistosa ec.::ezione, ma in ciò sono debitori all'orfismo più che non alla pura speculazione (dr., soprattutto, II, 230 sgg.). 6) Per quanto riguarda la capacità dell'uomo di conoscere Dio e iJ Divino in genere, i filosofi greci non hanno dubbi. Non è un caso che siano rari i filosofi atei. La concezione e il sentimento del mondo come ordine portava necessariamente a postulare un ordinatore. Infatti le prove dell'esistenza di Dio ruotano soprattutto intorno al concetto di ordine e di fine. L'idea che sia necessaria una rivdazione di Dio perché l'uomo creda nella sua esistenza è fondamentalmente estranea al pensiero greco. La stessa concezione dell'ineffabilità di Dio che si diffonde nella tarda antichità non costituisce una eccezione, ma una riconferrna di quanto diciamo. Infatti, se Dio è considerato inaccessibile razionalmente, è tuttavia con-
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
·siderato accessibile mediante la unio mystica e l'estasi, per raggiungere Je quali l'uomo ha bisogno solamente delle proprie forze. 7) I filosofi antichi hanno molto pat'lato della Provvidenza divina, soprattutto nella tarda antichità. Socrate e Platone conoscono questo ·concetto, ma non lo pongono in primo piano. Aristotele, per contro, ignora questo concetto a livello metafisico. Con gli Stoici la Pronoia -diventa un concetto-base irreversibile. Resta comunque sconosciuto, o :solo sporadicamente affel'mato, iJ concetto di Provvidenza nei confronti del singolo individuo. _ A complemento di quanto si è detlto si vedano le voci: Affinità, Agnosticismo, Antropomorfismo, Apofasi, Assimilazione a Dio, Ateismo, Deificazione, Estasi, Immanenza, Mistica, Monoteismo, Nomoteta, Politeismo, Provvidenza, Religione, Teologia, Trascendenza . .D I RITTO , cfr. Legge. D I SCORSI V O, Pro c e d i m e n t o, cfr. Dianoia . .D I S GIUNTI VO (6LE!;Euy!J.ÉVov) Diogene Laerzio, esponendo la dottrina stoica, dà questa definizione: « La proposizione disgiuntiva è quella che è disgiunta da una .congiunzione disgiuntiva. Esempio: 'o è giorno o è notte'. Questa congiunzione preannuncia che uno degli enunziati è falso» (vu, 72). Oltre alle proposizioni si hanno anche i sidlogismi disgiuntivi, che so· no quelli in cui la premessa maggiore è appunto una proposizione disgiuntiva. Di questi si occuparono soprattutto gli Stoici. Si vedano gli -esempi 4 e 5 di anapodittici, ripo1:1tati in III, p. 344. D I S OR D I N E , cfr. Anomalia; Confusione; Disteleologia. D I SPARI (1tEpwu6ç) E una ddle due specie secondo cui si presenta H numero. Sull'importanza della contrapposizione pari-dispari e sulla sua interpretazione nella filosofia pitagorica cfr. I, 93 sgg. DISTELEOLOGIA E cosi denominata la negazione del finalismo. L'atomismo, sia nella ·sua formulazione antica sia nella sua formulazione epicurea, ne è H più cospicuo esempio (cfr. I, 177-181; III, 195 sgg.). _Nega il finalismo nd mondo sublunare Teofrasto, operando, in tal modo, un brusco mutamento nella filosofia del Per~pato (cfr. III, 136 sgg.). _ Fortemente .disteleologica è anche la concezione della realtà propria degli Scettici, i quali concepiscono l'essere come dominato dal « disordine» e dalla -«confusione»; cfr. IV, 156 sgg.
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DIRITTO/DOGMA
D I V E N IRE, dr. Movimento; Mutamento. D I V E R S I T A , D I V E R SO, dr. Alterità; Altro. DIVINAZIONE, dr. Mantica. D I V I S I O N E, dr. Diaresi; Dicotomia. DOGMA, DOGMATICI, o.OGMATISMO(Ii6y(J4, decretum) Il termine indica una dottrina in cui si crede fermamente. Ricordiamo, per esempio, che Aristotele chiama iJ principio « nwla deriva da ciò che non è e tutto deriva da ciò che è » un dogma comune ai filosofi naturalisti (Metafisica, K 6, 1062 b 25 sg.) e «dogmi non scritti » chiama le dottrine platoniche non consegna>te agli scritti (Fisica, 2, 209 b 15). _ Il termine, però, diventa particolarmente significativo in età ellenistica. Epicurei e Stoici affermarono che è essenziale per il saggio avere dogmi, ossia principi dottrinari in cui fermamente credere. Scri'Ve Epicuro: « Il saggio sarà dogmatico nelle sue convinzioni dottrinarie, non lasciando mai adito aù dubbio» (Usener, Epicurea, fr. 562). Per gli Stoici è dogma la rappresentazione catalettica (cfr. von Arnim, S.V.P., n, fr. 121). Per Epitteto il dogma coincide con la prohairesis (cfr. IV, 118). Ecco, infine, una interessante pagina di Cicerone in cui si illustra la posizione di Antioco, di genesi stoica, suBa necessità del dogma: « Ghé, se tutte le rappresentazioni fossero tali quali van dicendo costoro (=i Filoniani) - che, cioè, esse possono essere anche faùse e che non è possibile distinguerle con nessun mezzo conoscitivo -, come faremo a sostenere che qualcuno abbia fatto una dimostrazione ovvero una scoperta? O quale . prova ci sarebbe della dimostrazione di un'a11gomentazione? Anzi la stessa filosofia, che deve procedere con metodo razionale, quale fine farà? E che cosa accadrà della saggezza, la quale non deve mettere in dubbio né se stessa né i suoi 'decreti' (che i filosofi chiamano dogmi), nessuno dei quali può essere messo da parte senza ohe si cada in coLpa? Quando, infatti, si trascura un decreto [=dogma] della saggezza, si viene a trascurare la stessa legge della verità e della rettitudine, e da questa deficienza sogliano deri'Vare atti di tradimento nei riguardi dell'amicizia e dello Stato. Bisogna, dunque, credere fermamente che nessun 'decreto' [=dogma] del saggio possa essere falso e che non basti che esso non sia falso, ma esso deve essere anche stabile, fisso e sancito, talché nessun ragionamento riesca a smuover/o » (Acad. pr., n, 9, 27). - Per contro gli Scettici diedero sistematica battaglia proprio su questo punto, e dogma e dogmatico assunsero una
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
connotazione negativa, soprattutto in conseguenza delle polemiche scettiche. Dogma, per lo Scettico, diventa un assenso dato a cose oscure, dove, per « cose oscure » si intendono tutte quelle che sono oggetto della scienza, e, quindi, ogni proposizione che pretenda di esprimere una qualsiasi verità che non sia di evidenza puramente empirica o fenomenica. Ecco la definizione di Sesto, per molti aspetti paradigmatica: «Diciamo che lo Scettico non dogmatizza, non nei senso in cui prendono questa parola alcuni, per i quali, comunemente, è dogma il consentire ad una cosa qualunque, poiché alle affezioni che conseguono necessariamente alle rappresentazioni sensibili assente lo Scettico. Cosi, per esempio, sentendo caldo o freddo, non direbbe: credo di non sentire caldo o freddo -i ma diciamo che non dogmatizza nel significato che altri danno alla parola dogma, cioè assentire a qualcuna delle cose che sono oscure e formano oggetto di ricerca da parte delle scienze (a nessuna cosa oscura assente il Pirroniano). Ma nemmeno dogmatizza nel proferire, circa le cose oscure, le espressioni scettiche, come, "per nulla più", oppure "non stabilisco nulla,. [ ... ]. Poiché colui che dogmatizza, pone come vera e reale la sua asseverazione cosi detta dogmatica, mentre lo Scettico pone queste espressioni non come vere e reali in senso assoluto» (Schizzi Pirroniani, r, 13-14 ). _ Tutt'altro senso ha il termine dogma nelJa religione, dove significa verità rivelata, e come tale da credere. Il dogma in religione è una verità _ si badi _ che non è oggetto di ragione ma di fede. D O L OR E (À.V1t'YJ, dolor) Del dolore, inteso come sofferenza del co11po e dell'anima, gli antichi danno diverse interpretazioni, fra le quali spiccano le tre seguenti. l) Una prima, ispirata all' orfismo, e quindi di carattere prevalentemente religioso (1egata al concetto di una colpa ot~ilginaria ed al ciclo delle reincarnazioni dell'anima come punizione), intende il dolore e la sofferenza come espiazione_ Questa dottrina si trova soprattutto espressa da Platone nei miti del Gorgia, del Pedone e delùa Repubblica, e -poi nella tradizione platonica. 2) Una seconda concezione è quella di Epicuro che lo fa coincidere col male. Compito della filosofia è esattamente quelùo di curare e lenire, se non addirittura togliere, il male (III, 237-243; 251 sg.; 264 sgg.). 3) La terza concezione, resa celebre soprattutto dagli Stoici, intende il dolore come qualcosa di completamente diverso dal male, ed anzi, rispetto a questo, come un indifferente (III, 394 sgg.). La celebre frase di Posidonio, colpito da un violento attacco di dolorosissima artrite: «Tanto non la spunti, dolore! Sei gravoso, si, ma non ammetterò mai ohe sei
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DOLORE/DOXA
un male» (III, 456), è paradigmatica. È da notare che, malgrado la opposta valutazione del dolore, Epicurei e Stoici arrivano alle medesime conclusioni: il dolore, per il saggio, non è mai un ostacolo alla felicità; il saggio può essere felice anche nel toro di Falaride (dr. III, passim). D O T TRINA R I, M e d i ci, cfr. Medicina. D O V E RIE, cfr. Kathékon. D O X A (So!;a, opinio) IJ termine significa, nel linguaggio filosofico, optnzone. - Fin dalle sue origini la filosofia greca ha svalutato l'opinione, nella quale ha visto la fonte dell'errore. l) L'opinione rappresenta quello stadio gnoseologico prerazionale, in cui la ragione è rprigioniera delle appa· renze sensoriali. Già Eraclito mostra un radicale disprezzo dell'opinione (dr. I, 80). Gli Eleati fanno coincidere senz'ahro l'opinione con l'errore, a motivo dei loro presUipposti metafisici. Pal'menide tenta di distinguere due forme di doxa e di riportare la doxa plausibile (non quella che egli chiama dei «mortali ») sul piano deLla ragione, ma, così facendo, la distrugge come doxa (la ragione eleatica è tale da non poter strutturalmente salvare la doxa e dar conto dei fenomeni); Melisso, invece, dichiara senz'altro la doxa come una ilJusione, ossia un inganno dei rsensi con perfetta coerenza rispetto ai fondamenti antologici (I, 146 sgg.). 2) Platone salva la doxa nella misura in cui salva il divenire, considerandolo come metaxu, ossia come qualcosa che è a mezzo fra l'essere e .iii nulla. Per Platone, diversamente dagli Eleati, il radicale dissidio sussistente fra la ragione e l'esperienza si compone non già negando qualsiasi fede ai sensi ad esclusivo beneficio della ragione, ma distinguendo due piani della realtà. Tuttavia, proprio perché riferita al divenire, che è ambiguo, l'opinione risulta avere, essa pure, un carattere ambiguo (a metà strada fra la scienza e l'ignoranza), resta, cioè, qualcosa di teoreticamente non positivo. Infatti, solo raggiungendo la scienza si può stabilire se l'opinione è vera o falsa, appunto commisurandola alla scienza (cfr. II, 197 sgg. ), e solo « legandola col ragionamento causale» si può eliminarne l'instabHità; ma, facendo questo, la si trasforma in scienza e, quindi, la si distrugge come opinione (cfr. Menone, 97 a sgg.). 3) Aristotele, nei suoi Topici, tenta di elaborare una sistematica logica dell'opinione (il siJlogismo dialettico), ma non riesce a modificare, se non in minima parte, questa prospettiva (II, 563 sgg.). 4) L'assoluta preminenza dell'episteme, alla quaJle solamente è connessa la verità, resta la cif.ra di tutta quanta la filosofia greca, anche dopo Platone. Sia Epicuro (III, 181 sg.),
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
sia gli Stoici (Ill, 326 sgg.), sia Plotino (IV, 490 sgg.), anche se con motivazioni differenti, indicano neHa doxa il luogo dell'errore. Solo gli ultimi Scettici, che con Sesto Empirico tentano una fusione fra scepsi e medicina empirica, danno alle opinioni un rilievo desueto: ma questi filosofi rappresentano, in realtà, la negazione della speculazione filosofica, che, per loro, è tutta e solo dogmatica. In più, si tratta di una rivalutazione assai sospetta: ci si affida alla synétheia ('alla comune consuetudine) e ahla doxa, solo perché non si ha più fiducia neHa ragione; non già perché si pensi che la synétheia e la doxa siano por·tatrici di verità (cfr. IV, 202 sgg.). Pertanto gli Scettici non costituiscono nemmeno la eccezione che conferma la regola. Del resto,. la svalutazione dell'opinione da parte della filosofia è inevitabile, stante l'assunto stesso di ogni filosofia (in particolare di quella antica), ohe consiste nel contestare le apparenze, e quindi la doxa, per tentare di raggiungere i fondamenti ultimi che stanno sempre e solo. al di 1à di essa. DUALI S M O , D U A·L I S T I C O È un termine moderno usato in diverse accezioni, riducibili a due fondamentali, una di significato metafisica e una di significato prevalentemente teologico-religioso, più una terza che potremmo chiamare antologica e una quarta che potremmo chiamare cosmologica. l) a) Dualistica può dirsi, in generale, ogni forma di metafisica, ossia ogni dottrina che ammetta l'esistenza di « due generi >> di essere, uno corruttibile e sensibile, ed uno incorruttibile e intelligibile. In breve, intendendo il termine in tal senso, dualista è chiunque ammetta una trascendenza. Da questo punto di vista sono dualisti sia Platone che Aristotele. _ b) Con accezione più ristretta, dualismo viene spesso inteso nel senso polemico di scorretta concezione del soprasensihile e della trascendenza. Aristotele, ad esempio, rimprovera a Platone d'aver scorretta" mente reduplicato, con la sua teoria delle Idee, il mondo sensibile: in tal senso anche alcuni moderni interpreti, che hanno seguito Aristotele su questo punto, parlano di dualismo platonico (nell'accezione, dunque, di decettiva ammissione di un decettivo doppione del reale). A nostro avviso, è questa una interpretazione semplicistica, che non fa giustizia alla verità storica, come mostriamo in Il, 92 sgg. 2) In altra accezione dicesi dualista ogni concezione del mondo che spiega tutta la realtà in funzione di due principi fra loro in antitesi, una del Bene e uno del Male. Questa forma di dualismo deriva dall'Oriente e si diffonde in Occidente soprattutto nella tarda antichità. (Si veda, ad esempio, la dottrina ermetica). Il pensiero filosofico greco ne è rimasto in gran parte immune, e, anzi, Platino ha addirittura espres-
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DUALISMO/DUBBIO
so la celebre dottrina secondo cui il male non è sostanza ma semplice privazione di bene, e quindi privo di un suo spessore antologico, (IV, 559 sgg.). Il che non significa che non si trovino nella filosofia greca infiltrazioni di questa concezione, come ad esempio in Plutarco (IV, 349 sg.) e in Numenio (IV, 423 sg.). _ Invece, anche nell'ambito del pensiero greco esiste una concezione nettamente dualistica dell'uomo che deriva dall'orfismo, per cui il corpo è sepolcro dell'anima. Questo dualismo è presente in Platone, nel primo Aristotele e in tutti quei pensa tori che risentono di influssi orfici. 3) Un terzo tipo di dualismo è quello che si potrebbe chiamare antologico, ossia quello che ammette una materia increata, o comunque l'esistenza di una materia coeterna a Dio. Questo tipo di dualismo viene superato solo col concetto biblico di creazione, oppure, ma in maniera fortemente aporetica, con il concetto di processione neoplatonica. 4) Infine, si può denominare dualismo cosmologico ~a concezione aristotelica del cosmo come diviso in mondo sublunare e in mondo celeste, fra loro struttura1mente diversi nella misura in cui il primo è costituito dai quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco), l'altro dall'etere, l'uno fatto di realtà corruttibili, l'altro incorruttibile (dr. Etere). DUBBI O (arçop~a) Il dubbio coincide con l'antico concetto di aporia. ~ stato utilizzato dagli antichi filosofi in due modi completamente diversi. l) Un primo significato del dubbio consiste neLla presa di coscienza delle difficoltà (oggettive e soggettive), considerata come condizione per. accedere al vero. Si tratta, quindi, di un dubbio che, con termine moderno, potremmo chiamare metodico. Tale è il significato del dubbio socratico (e quindi platonico), come mostriamo in I, 363 S!!g. L'importantissima funzione del dubbio è riconosciuta anche da Aristotele. La seguente pagina (Metafisica, B l, 995 a 24 sgg.) disegna un vero e proprio programma: o;;) Ne1la storia del pensiero greco si possono distinguere almeno cinque tappe nella evoluzione del significato del termine eidos e della relativa problematica. l) NeLl'ambito del pensiero presocratico non ha ancora un uso tecnico ed ha, per lo più, H significato corrente di forma. 2) In Platone diventa tecnico ed è solitamente usato come sinonimo di Idea (cfr. voce), ed esprime quindi quello che può considerarsi l'esito fondamentale della « seconda navigazione», vale a dire la forma intelligtbile, con quelle valenze e caratteristiche che indichiamo in II, 74 sgg. 3) Aristotele polemizza aspramente contro la trascendenza delle Idee rispetto ai sensibili e nega che esistano forme come « sostanze separate ». Per lo Stagirita esiste, sl, la forma come essenza intelligibile ed è, anzi, un principio fondamentale, ma essa non è separata, bensi insita nelle cose. Egli adotta iù termine eidos appunto per indicare la forma immanente delle cose, l'essenza di queste, la loro sostanza fondamentale: « chiamo eidos l'essenza e la sostanza prima » (Metafisica, Z 7, 1032 b l sg.) (cfr. II, 427 sg.; 432 sgg.). Le uniche forme, che, per Aristotele, esistono separate dalla materia, sono le Intelligenze (II, 430 ). _ In Aristotele l'eidos assume pure il significato di specie, come precisiamo in II, 435 sg. 4) Con la rinascita del platonismo le posizioni di Platone e di Aristotele, su questo punto antitetiche, vengono mediate. Le Idee platoniche diventano i pensieri di Dio, mentre le forme diventano l'intelligibile immanente, o, come dice Albino, l'intelligibile secondo (IV, 336 sgg.), il riflesso dell'Idea nella materia. 5) Plotino mantiene questa distinzione, collocandola nella sua generale concezione 1postatica: Je Idee sono nello Spirito, le forme, invece, nell'Anima e si collocano come momento estremo della creatività dell'Anima. Plotino le chiama anche logoi (IV, 565 sgg.; 583). E I K ASI A (ELxau!a) È, per Platone, il primo livello della doxa (cfr. voce), ossia la
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EKPYROSIS/EL~ENTO
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conoscenza sensibile rivolta alle ombre ed alle immagini sensibili delle cose (II,l99 sg.). ELIEATISMO Con questo termine si indica la filosofia ddla scuola di Parmenide, fondata ad Elea (donde eleatismo). I dogmi essenziali de1l'cleatismo sono già tutti presenti nello stesso Parmenide (I, 119-131), anche se vengono definiti in modo perfetto soprattutto attraverso la dialettica (dr. voce) di Zenone e il ripensamento sistematico di Melisso (I, 142-148). I capisaldi dell'eleatismo sono i seguenti: a) una concezione dell'essere ohe, in una prospettiva che potremmo chiamare assolutistica, esalude non solo qualsiasi forma di non-essere, ma altresl qualsiasi foi'ma di differenza e qualsiasi forma di divenire; b) una concezione dei fenomeni che implica (implicitamente o esplicitamente) l'illusorietà dei medesimi; c) la radicalizzazione del contrasto fra conoscenza razionale ed esperienza che giunge alla eliminazione di qualsiasi diritto di questa a totale beneficio di quella. L'importanza dell' eleatismo neUa storia della metafisica greca è grandissima. l) Tutti i sistemi dei Plurali~ti non sono se non tentativi di risolvere le aporie dell'eleatismo, proprio cercando di mantenerne le istanze di fondo, come mostriamo in I, 149-186. 2) La dialettica eleatico-zenoniana gioca un ruolo di primo piano in alcuni Sofisti (come ad esempio Gorgia; dr. I, 243-249) e nelJo stesso Socrate (I, 363 sgg.). 3) La scuola socratica di Euclide tenta una fusione fra eleatismo e socratismo (I, 418 sgg.). 4) Platone deve alle istanze eleatiche alcuni sviluppi essenziali della sua dottrina delle Idee (II, 84 sg.). 5) Aristotele calibra H suo concetto di essere come .polivoco proprio in polemica con il concetto univoco dell'essere eleatico (II, 411 sgg.) e analogamente risolve il problema del divenire rispondendo a problemi posti dall'eleati911lo (II, 452 sg.). 6) Echi eleatici sono chiaramente riscontrabili neLla stessa fisica epicurea (III, 195 sgg.). Per indicazioni bibliografiche cfr. la Parte II, voce Eleati. ELEM1ENTO (to schiettamente ellenico di eudaimonia e nel suo sviluppo storico. Originariamente, parlando della " felicità ", si pensava 1n primo luogo ad un elevatissimo benessere materiale, e come il popolo con ingenua ammirazione chiamava " felici " i ricchi aristocratici, cosl invalse l'uso di designare con la medesima parola la prosperità di una regione o di una città. Fin dall'inizio, però, l' eudaimonia fu tenuta nettamente separata dalla eutychia, la fortuna che un casuale ghiribizzo della Tyche può gettare in braccio all'uomo. La parola eudaimonia aveva una sfumatura religiosa e si·gnificava che un individuo o una comunità si trovava sotto la protezione di un buon demone, al cui favore doveva la sua prosperità. La pietà religiosa innestò agevolmente a quest'idea la fede che l'uomo buono ottenga l'assistenza di un buon demone. Questo sentimento si rafforzò ulteriomente quando si diffuse la concezione del genio protettore che accompagna
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ETICA/EUDEMONISMO
l'uomo per tutta la vita: in tal modo era indicata la via per porre in armonia il valore intrinseco dell'uomo con la ~ua situazione esteriore. Tuttavia si seguitò a concepire l'eudaimonia soprattutto come la ricompensa materiale che viene assegnata all'uomo per il suo comportamento morale, per la sua areté. Fra i due concetti fu stabilito un nesso organico solo quando si trasferl il demone dentro l'uomo e gli si attribui la capacità di ~icurare a quest-o, anche indipendentemente dalla situazione esteriore, la pace dell'anima, intesa come il presupposto e la caratteristica essenziale della felicità umana. Se poi i " beni " materiali conservino anch'essi qualche valore e debbano aggiungersi alla piena eudaimonia, ciò poté essere oggetto di controversia, e affiorò pure il grave problema di come l'uomo, mediante la conoscenza e l'attività morale di per se stesse, possa ottenere che il suo demone divenga effettivamente buono. In ogni caso l'areté e l'eudaimonia rimasero i concetti basilari del pensiero etico dei Greci » (Der hellenische Mensch, GOttingen 1947; trad. ital. di B. Proto col titolo L'uomo greco, La Nuova Italia, Firenze 1962, pp. 577 sg.). Si veda, inoltre, quanto dice Aristotele nei passi che riportiamo in II, 491 sgg. Potremmo dire che tutti i filosofi greci sono fondamentalmente concordi nel connettere l'eudaimonia all'areté. _ I contrasti e le divergenze vertono sui seguenti punti: l) sul modo di intendere l'areté; 2) sul ritenere o no la virtù come assolutamente sufficiente alla felicità (ossia se ritenerla condizione necessaria, ma non del tutto sufficiente, oppure necessaria e anche del tutto sufficiente alla felicità); 3) sul ritenere la virtù come avente il premio in se stessa già in questa vita, oppure solo come premessa di un coronamento di felicità che viene conseguito, a guisa di premio alla medesima, nell'altra vita; 4) sul ritenere l'areté come esclusivamente legata alla sfera razionale, oppure nell'agganciarla all'esperienza mistica. l) Per il primo punto dr. voce Areté. 2) Come illustrazione del secondo punto dr. Socrate (l, 325 sg.; 326 sgg.; 352 sgg.), gli Stoici (III, 401 sgg.) e, a suo modo, Epicuro (III, 237 sgg.; 249 sgg.); cfr., per contro, Aristotele (Il, 496 sg.), i Peripatetici (ad esempio, III, 141 sg.) e gli Accademici (III, 105 sg.; 114 sg.). 3) Come illustrazione del terzo punto cfr. Platone e la sua escatologia (II, 230 sgg.) ed anche il curioso ibrido stoico di cui diciamo in III, 384 sgg. 4) Per J'illustrazione dell'ultimo punto cfr. il neoplatonismo, IV, passim. EUDEMONISMO È il carattere proprio di tutta l'etica greca, il cui scopo è, appunto, la determinazione del concetto di vera felicità e dei mezzi per rag~iungerla.
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
EU L O GO N (Evì..oyov) È una dottrina propugnata da Arcesilao, in funzione antistoica, tendente a sostituire alla certezza dogmatica della Stoa il semplice ragionevole o verisimile come criterio dell'azione. Cfr. il testo che riportiamo in III, 504 e la relativa esegesi (ivi, 504 sg.). EU T I M I A (Evlhlp.l.a.) È, secondo Democrito, il fine della vita etica, corrispondente ad una specie di tranquillità, che nasce dal saper dominare i propri desideri (I, 185). Panezio la contrappone all'apatia, propria della sua scuola (III, 444 ). È questo il concetto che Seneca rende con tranquillitas animi e che illustra nell'opera omonima. EVEM!ERISMO Con questo termine si indica Ja concezione ohe ritiene essere gli Dei uomini deifica/t. Evemerismo deriva da Evemero di Messene, hl quale sostiene questa teoria nel suo Scritto Sacro (dr. III, 62 sg., nota 26). E V .l D E N Z A (twipyELt:t, evidentia) Il termine indica ciò che è pienamente visibile o manifesto. L'evidenza è, dunque, un vedere immediato, che è di per sé garanzia di vedtà e di certezza (cfr. voci). EZIOLOGIA È la dottrina che fa ricerca delle cause. Cfr. voce Causa. Uno smantellamento sistematico dell'impianto teoretico che è presupposto dalla ricerca eziologica, tipica della mentalità greca, ha tentato Jo scettico Enesidemo, peraltro con esiti aporetici, come mostriamo in IV. 167 sgg.
F FALSO, FALSITA (lj/Evlioc;, falsum) l) Dal punto di vista logico, Aristotele definisce falso quel giudizio che congiunge ciò che non è congiunto o che disgiunge ciò che non è disgiunto nella realtà (II, 552 ). 2) Aristotele parla anche di falso in senso antologico: essere come vero, e non-essere come falso, costituiscono uno dei quattro significati dell'essere (cfr. U, 416 sg.). Ecco la precisa definizione che lo Stagirita fornisce in Metafisica, E 4, 1027 b 18 sgg., in cui i due significati si intrecciano: «Per quanto concerne l'es-
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EULOGON/FATICA
sere come -vero e il non-essere come falso, dobbiamo dire che essi riguardano la connessione e la divisione di nozioni e l'uno e l'altro insieme abbracciano le due parti della contraddizione. Il vero è l'affermazione di ciò che è realmente congiunto e la negazione di ciò che è realmente diviso; il falso è invece la contraddizione di questa affermazione e di questa negazione. [ ... ] Il vero e il falso non sono ndle cose (quasi che il bene fosse il vero e il male fosse senz'altro il falso), ma solo nel pensiero; anzi, per quanto concerne gli esseri sempli-ci e le essenze, non sono neppure nel pensiero». FAMIGLIA, cEr. Matrimonio. FA N T A S l A (q>a'll"t"acrta) È, in generale, quella facoltà per cui diciamo che una immagine· nasce in noi, e dunque è la facoltà di produrre immagini, e per questO-è detta anche immaginazione. Aristotele precisa che la fantasia è altro dalla sensazione, dall'opinione e dalla scienza. Presuppone la sensazione e ad essa è simile, ma non vi si riduce perché possiamo avere l'immaginazione anche disgiuntamente da essa, come quando sogniamo. Non è opinione, perché questa implica una fede o un credere in ciò che si pensa, il che non avviene nella fantasia. Non è scienza 0;. intelletto, perché questi sono sempre veri, mentre l'immaginazione può essere anche falsa (cfr. De anima, r 3, passim). Sulla genesi fisiologica nonché sulla genesi del termine, Aristotele precisa ulteriormente: « [ ... ] l'immaginazione è un movimento prodot-to daLla sensazione in atto. E poiché la vista è il senso per eccellenza, la immaginazione(phantasia) anche il nome ha mutuato dalla luce (phaos), giacché senza luce non si può vedere» (ivi, 429 a l sgg.). _ In Epicuro il termineassume hl significato di rappresentazione prodotta dai simulacri, in connessione alla problematica di cui diciamo in III, 184 sgg. _ Anche· nella Stoa fantasia indica, prevalentemente, la rappresentazione (da notare che gli Stoici dbadiscono la derivazione di phantasia da phaos, di cui dice Aristotele; cfr. von Arnim, S. V.F., n, frr. 54 e 63) ed è. interpretata come una impronta delle cose sull'anima. Per la connessa problematica cfr. III, 326 sgg. _ In Plotino diventa un'attività dell'anima (IV, 584). F A T I C A (1t6voc;) La fatica, intesa come sforzo e cimento del corpo e deU'anima, è un concetto che gioca un ruolo rilevante nell'etica dei Cinici: in Antistene (I, 399 sg.), in Diogene (Hl, 33) e poi in tutta ~a tradizione della setta cinica. H concetto di fatica è strettamente connesso al concetto di askesis (cfr. voce).
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
FATO, dr. Heimarméne. FEDE, dr. Pfstis. FELICITÀ , dr. Eudaimonfa. FENOMENO (cpaw6p.Ev0'.1) Il termine, inteso in senso lato, significa la realtà quale si manifesta alla nostra esperienza, e quindi il mondo sensibile quale appare. - Una accezione particolare il termine assume, però, negli Scettici, e su questa richiamiamo J'attenzione, perché ricca di particolari implicanze teoretiche. Già Pirrone intende per fenomeno una sorta di apparire che, in certo modo, risolve in sé tutta la realtà. Questo è il senso di una sua celebre affermazione: «li fenomeno domina sempre, dovunque appaia». (Per i presupposti teoretici di questa affermazione e per il loro significato cfr. III, 474 sgg.). _ Si vedano gli ulteriori sviluppi della dottrina anche in Bnesidemo (IV, 175 sgg.). _ Tanto Pirrone quanto Enesidemo non sembrano connettere il concetto di fenomeno col presupposto dualistico dell'esistenza di una « cosa in ·sé» cui l'apparire si contrapporrebbe, giacché, almeno in sede ·teorica, tendono ad identificare l'essere col fenomeno. Sesto Empirico, invece, formula il concetto di fenomeno fondandosi su presupposti chiaramente .dualistici: da un lato, vi è ciò che appare (ai sensi), dall'altro ciò che sussiste in sé, ossia la cosa esterna. Il fenomeno diventa, in tal modo, una affezione del soggetto. Per le implicanze di questo concetto (che costituisce la base sulla quale Sesto riformula il suo scetticismo) e per i corollari che ne trae, cfr. IV, 196 sgg. FENOMENISMO Dicesi di quella dottrina che riduce tutta la realtà all'apparire ~cfr. voce Fenomeno). a) Può essere detto fenomenistico lo scettici:smo di Pirrone e di Enesidemo, per le ragioni che spieghiamo in III, 479 sgg. e in IV, 196 sgg. _b) Un'altra forma di fenomenismo è quella che interpreta la sensazione come mera affezione del soggetto che non intenziona l'oggetto, ossia che non lo rivela, ma piuttosto lo vela. Secondo questa forma di fenomenismo noi non conosciamo le cose, ma appunto solo le nostre affezioni. Troviamo questa posizione, in nuce, in Aristippo (l, 409 sgg.), ma soprattutto, ben tematizzata e sviluppata, in Sesto Empirico (IV, 196 sgg.). FIGURA (axiiiJ.«) a) In logica la figura è la forma di sillogismo determinata dalle differenti posizioni che il termine medio può• occupare, rispetto agli
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FATO/FILOSOFIA MORALE
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estremi delle premesse. Sulla classificazione delle figure del sillogismo cfr. II, 556. _ b) Per i significati antologici del termine cfr. voci Eidos; Rhusm6s.
F I L A N T R O P I .A (cp~Mx.vap~.omt«) È l'atteggiamento di fattiva amicizia che l'uomo può e deve assumere nei confronti degli altri uomini. In senso lato, la dimensione filantropica è presente nella maggior parte dei pensatori greci; basti pensare alla vita e alla predicazione di Socrate, le quali, da questo punto di vista, sono paradigmatiche. Tuttavia, in senso stretto, il sentimento filantropico e l'esplicitazione della connessa tematica concettuale sono tipici di pochi filosofi greci. Ricordiamo ad esempio i cinici Cratete (III, 44 sgg.) e Demonatte (IV, 231), i quali, tuttavia, traggono la loro filantropia più dal proprio temperamento che dai principi della scuola (la quale, in verità, è orientata in tutt'altra direzione). Una più precisa caratterizzazione della filantropia è inoltre riscontrabile, a livello tematico, nella scuola stoica, ohe considera l'amore reciproco come un principio naturale, quasi un istinto primordiale (III, 421 sgg.). Crisippo definiva la filantropia come essere stata a poco a poco recuperata sul finire dell'era pagana e nel corso dei primi due secoli dell'era cristiana dagli Aristotelici, (e in parte da alcuni Medioplatonici), viene sussunta anche dai Neoplatonici, a cominciare già da Porfirio, e viene rivalutata soprattutto nel suovalore di propedeutica. L O GO I S PER M A T l K O I
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rationes seminales)
Con questa eSipressione gli Stoici indicano i Logoi di tutte le cose che sono contenuti nell'unico Logos immanente. Questo è come il seme di tutte le cose, o, meglio, è come il seme che contiene i semi di tutte le cose, donde l'espressione (III, 379). _ Dalila Stoa l'espressione e il relativo concetto (sia pure calibrato diversamente) passano ad altre scuole. Cosl, ad esempio, i Neopitagorici chiamano il numero· « dispiegamento ed attuazione dei logoi spermatikoi che sono nell~r. Monade » (Giamblico, In Nicom. Arithm. introd., p. 10 Pistelli = Thesleff, Pythag. Texts, p. 165, 2 sg.). _ Nelùa terminologia plotiniana, i logoi spermatikoi, detti anche semplicemente logoi, sono le forze razionali dell'anima dell'universo che producono il mondo e tuttele cose sensibili, e, in qualche modo, ne costituiscono l'essenza (IV,.
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
570 sg.; 583 ). Ecco un significativo passo del.J.e Enneadi: « [Il lembo -estremo ed oscuro con cui termina la processione, vale a dire la materia] è formato secondo una forza razionale (logos), giacché l'anima è .virtualmente pervasa, in se stessa, nella sua totalità, dalla facoltà di informare secondo forme; così come le potenze formali nel seme ( oL Év Ci1tÉpp.acn MyoL) plasmano e formano i viventi quasi piccoli mondi» (Iv, 3,10). I logoi sono, più precisamente, i riflessi delle Idee, che attraverso l'anima suprema, che vive nella contemplazione dello Spirito, passano all'anima del mondo, come, in modo esemplare, si legge neù seguente testo: « [La facoltà dell'anima del mondo che contiene i logoi] è ben potente e riesce a creare [ ... ] crea, dunque, in corrispondenza delle Idee. Essa però non potrebbe certo donarle, se non le avesse avute ella stessa in dono daldo Spirito. Sì, lo Spirito la dona all'Anima del tutto; ma l'Amma, che gli sta subito dopo, le fa passare da sé all'Anima sua seguace, irraggiando la sua luce e imprimendo la sua forma; questa seconda Anima, poi, come se ne avesse ricevuto l'incarico, finalmente crea [ ... ] le sue cose inferiori» (Enneadi, n, 3,17). I logoi plotiniani sono la trasvalutazione, in chiave spiritualistica, della analoga dottrina materialista della Stoa. L O GO S (Myoç)
Il termine ricopre in greco una vastissima gamma di significati e in nessuna lingua moderna ne esiste uno corrispondente. Esso indica, fondamentalmente, ciò che è espressione di ragione e di razionalità (dalla parola, al discorso, al pensiero, al ragionamento, al rapporto e alla proporzione numerica, alla definizione e così via). l) In senso tecnico la dottrina del Logos compare in Eraclito (I, 75 sgg.; 80 sgg.). 2) Solo con la Stoa, però, diventa un concetto speculativo fondamentale. 3) Oltre che nella Stoa, lo troviamo come asse portante nel pensiero filoniano. Una certa importanza la dottrina del Logos riveste 4) nel Corpus Ermeticum e 5) in Plotino; 6) un significato tutto nuovo, infine, assume neù pensiero cristiano. l) Per la posizione di Eraclito cfr. I, 79 sg.; dr. anche fr. 45 riportato ivi, p. 81. 2) Nella filosofia degli Stoici il Logos è fuoco artefice, è ragione seminale di tutte le cose, è la forza che tutto .produce e governa, è Dio, e quindi è Heimarméne e Pr6noia. In quanto fondamento di tutto, il logos stoico non solo ha rilevanza antologica, ma altresì etica, dove funge da principio normativa, e in logica dove funge da principio di verità (III, 320 sgg.). Le tre parti del sistema stoico possono quindi essere viste come l'espressione delle tre valenze del Logos (III, 320-445). 3) In Filone di Alessandria, il Logos si carica di significati religiosi e teologici di .estrazione biblica, pur mantenendo anche alcune valenze delia specula-
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LOGOS/LUOGO
zione greca. In Filone sembra che si possano distinguere tre aspetti del Logos: a) un Logos presso Dio, identificantesi con l'Intelletto divino, h) un Logos mediatore, causa esemplare ed efficiente del mondo, e c) un Logos immanente nell'universo sensibile, interpretato come il vincolo che tiene unita la realtà, risultante dall'agire del Logos incorporeo sul mondo co11poreo (IV, 284 sgg.). Dal Logos egli fa poi dipendere tutte [e altre Potenze e le Idee. La riforma filoniana della classica teoria delle Idee dipende appunto dal suo nuovo concetto di Logos (IV, 289 sgg.). 4) Nell'ermetismo il Logos (probabilmente per influsso di Filone) designa il Figlio primogenito di Dio, consustanziale rispetto al secondogenito che è l'Intelletto demiurgico (IV, 438). 5) In Plotino designa fondamentalmente la forza razionale che è nell'anima, dalla quale e secondo la quale sono costituite tut·te le cose e l'intero cosmo fisico (cfr. IV, 565 sgg. e i passi riportati alla voce Logoi spermatikoi); in conseguenza di ciò Plotino non esita a dire che tutto è Logos (cfr. voce Panlogismo ). 6) Nella dottrina cristiana Logos significa il Figlio di Dio, il Verbo fatto carne, Cristo medesimo. A questo proposito, il testo base è il grande prologo giovanneo. LUCE (q>wç, lux)
Nella terza via di Parmenide, indica il principio, che, con il suo opposto che è l'oscurità, darebbe origine a tutte le cose (I, 129 sg.). _ L'immagine della luce per designare il principio assoluto dell'essere e della verità risulta un motivo comune a tutto il pensiero antico. Platone se ne serve per rappresentare l'Idea del Bene e l'effetto che essa produce (Il, 123 sgg.; 353 sgg.). - Aristotele e Alessandro di Afrodisia se ne avvalgono per descrivere la natura dell'intelletto attivo (cfr. Il, 479; IV, 46). _ In età imperiale l'uso dell'immagine della luce per rappresentare la natura del Divino diventa molto frequente. Cfr., aJ esempio, gli Ermetici (testi in IV, 435 sg.; 437; 441), Filone (testi in IV, 273 sg.; 275), e, soprattutto, Platino (testi ed esegesi in IV, 520 sg.). LUOGO (-.67toç)
Il termine luogo assume tre vwlenze fondamentalmente diverse: l) a livello fisico-antologico, 2) a livello metafisica e 3) a livello logico-retorico. l) La tematica del luogo-spazio è già ampiamente presente nella filosofia naturalistica (specialmente nell'eleatismo e nell'atomismo). Il primo, però, che fornisce una definizione tecnica (divenuta assai celebre) è Aristotele, secondo il quale luogo è il primo immobile limite del contenente. Per il significato di questa definizione e per la connessa problematica, cfr. Il, 456 sgg. Aristotele - si noti -
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
non concepisce lo spazio, per cosi dire, come ded tutto indeterminato, ma introduce la teoria dei luoghi naturali o propri, che costituirebbero la sede cui ciascun elemento tende, se non trova ostacolo (cfr. De caelo, A 7, 276 a 6 sgg.). Alto e basso diventano, così, determinazioni oggettive. 2) In senso metafisica, invece, il termine è legato alla platonica « seconda navigazione », ed esprime il luogo dell'intel-ligibile (Repubblica, VI, 508c; 509d; vu, 517c; Fedone 80b), ossia il mondo delle Idee, la dimensione del soprasensibile e del trascendente (cfr. anche Iperuranio). In analogo senso metafisica usano il termine Aristotele, quando dice che l'anima è il luogo delle forme (II, 477sg.), e Filone di Alessandria, quando afferma che il Logos divino è il luogo delle Idee (IV, 289 sg.). Platino, sulla scia di Ammonio Sacca (cfr. IV, 467 sg.), approfondisce ulteriormente questo nuovo senso metafisica: «lo spazio ( "T61toç) va preso lassù nel senso spirituall.e che un'Idea è nell'altrà >> (Enneadi, v, 9, 10), nel senso, cioè, espresso dalla legge metafisica generale che regola i rapporti delle realtà spiri tual.i (tutto è in tutto secondo una maniera appropriata): questo significato metafisica, segna, però, il rovesciamento dell'usuale concetto di luogo. 3) In senso logico-dialettico e retorico « topoi » o « loci » significano luoghi, nel senso metaforico di quadri ideali in cui rientrano (e da cui quindi si attingono) le argomentazioni, quasi dei casellari in cui è contenuto il repertorio delle argomentazioni (II, 565; 579 sgg.). In questo senso usiamo ancora l'espressione luoghi comuni, quando ci troviamo di fronte ad argomento risaputo.
M M AGI A ([lay~xi) "TÉXVTJ) E l'arte di operare prodigi, agendo su cose, uomini e sugli stesst Dei al fine di dominarli e piegarli ai propri desideri. Essa si fonda su procedimenti arazionali, che sono l'esatta antitesi dello spirito scientifico, che è la cifra del filosofare greco. Si diffuse nella tarda antichità e gli scritti ermetici ne sono una tipica espressione (IV, 432 sgg.). Il neoplatonismo post-plotiniano, quando ormai il logos aveva perduto la fiducia in se medesimo, tenta di sussumere la magia in quella particolare forma che è la teurgia e la considera, anzi, coronamento della filosofia (cfr. Teurgia). M AGNA N I M I T A (J.Ltya)..Oijluxta) E una virtù squisitamente greca. E definita da Aristotele come
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MAGIA/MALE
.una via di mezzo fra la vanità e la piccineria d'animo e altresl come il senso di superiorità dell'uomo virtuoso rispetto agli altri uomini non virtuosi e alle cose. È la virtù che maggiormente manifesta l'antico sentire aristocratico dei Greci (II, 504) ed è forse anche quella che è maggiormente in antitesi con la concezione cristiana della umiltà, che presuppone, invece, il senso della nullità e della pochezza della creatura. Ecco la celebre definizione che ne dà lo Stàgirita: «CAle la magnanimità abbia per oggetto grandi cose sembra che si ricavi dal suo stesso nome, ma cerchiamo innanzitutto di determinare di che natura .sono queste grandi cose. Non c'è alcuna differenza, se si esamina la disposizione in sé oppure l'uomo che vive conformemente ad essa. Sf ritiene, dunque, che magnanimo sia colui che si stima degno di grandi cose e lo è veramente: infatti, chi si stima diversamente dal suo reale valore è sciocco, e nessuno di coloro che vivono secondo virtù è sciocco o scervellato. Il magnanimo, dunque, è quello che abbiamo detto. Infatti, chi è degno di piccole cose e di piccole cose si stima degno è modesto, e non magnanimo: la magnanimità, infatti, implica grandezza, come anche la bellezza implica un corpo di grandi proporzioni, mentre gli uomini piccoli possono essere aggraziati e proporzionati, ma non belli. Colui che si stima degno di grandi cose, ma in realtà non lo è, è vanitoso [ ... ]. Chi, invece, si ritiene inferiore a quanto merita è pusillanime, se, per quanto egli sia degno di cose grandi o medie o anche piccole, egli si stima degno di cose ancor più piccole [ ... ]. Il magnanimo, dunque, da una parte è un estremo per la grandezza di ciò di cui è degno, dall'altra è un medio [ = giusto mezzo], perché si stima come si deve: si stima, infatti, in conformità col suo autentico merito. Gli altri, invece, eccedono o difettano » (Etica Nicomachea, .6. 3, 1123 a 34 sgg.). - La concezione stoica della magnanimità non differisce molto da quella aristotelica. Si veda il testo che riportiamo in III, 407. M A I E U T I C A ( J-LaLEu·nxT) "t lXVI)) In senso proprio indica l'arte della ostetrica. Socrate ricorse a questo termine per indicare la fase conclusiva del procedimento ironico, in cui egli, agendo sull'anima ormai purificata dal falso sapere e «gravida» di verità, l'aiutava a partorire il vero (cfr. I, 365 sgg. e, sull'origine socratica del termine, I, 369, nota 16). La maieutica socratica trova significativi sviluppi nella teoria della anamnesi di Pia: ton e.
M A L E ("tò xaxov, malum) Il problema del male può essere considera·to a tre livelli. l) A li-
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
vello metafisico-ontologico; 2) a livello antropologico; 3) a livello morale. l) A livello ontologico, il male, ossia il negativo e l'imperfezione che c'è nelle cose del mondo, è stato in genere spiegato dai filosofi greci in funzione del principio materiale e di quanto in esso non si lascia ridurre a forma e ad atto puro. Tuttavia, è da rilevare che, malgrado ciò, la materia non è di regola identificata col male stesso, nel senso che non si è fatto di essa un principio contrapposto al bene. La concezione dualistica che contrappone un principio del Bene ad un principio del Male, di genesi orientale, influisce solo in parte sul pensiero greco e prevalentemente sul tardo pensiero ellenico. Anzi, più che sul pensiero filosofico (cfr., ad esempio, Plutarco [IV, 351] e Numenio [IV, 423 sg.] ), influisce su quello religioso, come l'ermetismo e lo gnosticismo (IV, 440). Nel pensiero greco si rileva piuttosto la tendenza opposta ad interpretare il presunto negativo che c'è nel mondo nella superiore prospettiva della perfezione del cosmo, ossia dell'ordine universale. Così è nella filosofia dei Pitagorici, di Platone e di Aristotele (si legga, ad esempio, il cap. v del Trattato sul cosmo). Negli Stoici, poi, il concetto di Provvidenza, che coincide col Logos immanente, comporta un radicale ridimensionamento, ed anzi addirittura l'eliminazione del male antologico (III, 369 sgg.; 372 sgg.). Nel neoplatonismo, infine, viene formulato il concetto di Male come privazione di Bene, che costituisce, senza dubbio, ùa soluzione più avanzata che l'antichità abbia fornito di questo problema (cfr. IV, 559 sgg.). 2) Per quanto concerne il male a livello antropologico, ossia la morte ed il dolore, si veda la voce Morte. Per quanto concerne il dolore, si vedano le fini analisi di Epicuro che dportiamo in III, 251 sg. In genere i filosofi che accettano il messaggio di fondo dell'orfismo, legano il dolore alle vicende della reincarnazione e quindi lo fanno dipendere dalla colpa originaria. 3) A livello morale, ossia inteso come peccato e come vizio, il male è, in prevalenza, considerato dai Greci come errore di ragione e come falsa opinione. Cfr. voci Peccato, Intellettualismo etico, Libertà, Scelta. M A N ENZA (IJ.ÉvEw, !J.oviJ) Già nel pensiero di Numenio il termine serve a designare soprattutto quella attività della prima ~postasi per la quale essa rimane quale è (IV, 418). In senso analogo si trova anche in Plotino, dove coincide con J'attività dell'ente, distinta dall'attività dall'ente, e consistente nella attività per la quale le ipostasi permangono quali sono, e proprio in virtù di questo permanere identiche generano qualcos'altro (cfr., per esempio, IV, 524 sg.; 543 sgg.). Il concetto, però, viene messo perfettamente a punto solo nella speculazione di Proclo, dove
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MANENZA/MASSIMA
costituisce il primo momento della dialettica triadica propria della processione, come mostriamo in IV, 677. (Cfr. voce Processione). M A N I A (JJ.a"V(a)
.t:, secondo Platone, quello stato di « follia » o « pazzia » o « furore», consistente nell'essere il nostro intelletto posseduto da divina forza. Mania è, dunque, invasamento, che implica essere fuori senno, non più in possesso della propria ragione, nella misura in cui questa è, appunto, posseduta dal Divino. Normalmente Platone ritiene il senno, la saggezza e la conoscenza superiori alla divina mania, la quale viene nettamente svalutata dal punto di vista teoretico. Invece nel Fedro, 244 a sgg., la mania è rivalutata e viene addirittura affermato che « i beni più grandi ci vengono dalla mania », anche se poi, nel contesto del dialogo, tale affermazione risulta chiaramente un paradosso e la rivalutazione della mania viene ridimensionata sulla base della dimostrazione dehla eccellenza della dialettica. Quattro sono, per Platone, i generi di mania: l) una mania pro/etica e mantica, 2) una mania rituale, 3) una mania poetica (ispirata dalle muse), 4) una mania erotica (ispirata da Eros). Su queste due ultime forme cfr. quanto diciamo in II. 210; 263 sgg. A questo concetto platonico si rifà, almeno in parte, Filone di Alessandria per spiegare il profetismo e l'ispirazione profetica della Bibbia (cfr. IV, 262 sgg.). Si vedano anche le voci Estasi ed Entusiasmo. (Sul tema rimandiamo allo stimolante saggio del già più volte citato Dodds, I Greci e l'irrazionale, pp. 75-117 e 243-276). M A N T I C A (JJ.a'V·tul], divinatio) È l'arte di scrutare e prevedere il futuro . .t: una credenza antichissima, che però in filosofia ha assunto un preciso rilievo solo con gli Stoici, che cercarono di darle un fondamento teoretico tramite il concetto del Destino, inteso come ineluttabile necessità, cui nuhla si sottrae. comprese le vicende umane (III, 374 ). _ Nell'età imperiale, la mantica, come arte di prevedere il futuro, fu congiunta e subordinata alla teurgia, che si proponeva non solo di prevedere, ma anche di modificare, a beneficio dell'uomo, gli eventi futuri, agendo suLla sfera del Divino (cfr. la voce Teurgia). - Si veda l'aspra polemica del cinico Enomao di Gadara contro la mantica (IV, 227 sgg.). _ Sulla mantica e sulla problematica ad essa connessa si veda il De divinatione di Cicerone, che è una vera miniera di informazioni.
M ASSI M A, cfr. Gnomico.
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
M A T EMATICA (J..LaD1JJ..La-t~x1}) La matematica, nell'antichità, è la scienza del numero e della ·quantità e di ciò che su questi concetti si fonda. Nella tradizione filosofica, la matematica assurge ad importanza fondamentale nel pitagorismo (l, 90 sgg.). _ In Platone costituisce una tappa essenziale per giungere aila dialettica. Platone ammette addirittura una forma gnoseologica particolare corrispondente alla conoscenza matematica, vale a dire la dianoia, per le ragioni che spieghiamo in II, 199.- Aristotele assegna alla matematica un preciso posto, nel quadro generale .delle scienze, considerandola come terza delle scienze teoretiche (dr. II, 403 ). Per lo statuto ontologico della matematica, cfr. II, 340 sgg. - Nella Prima Accademia si assiste ad una pesante matematizzazione de1la metafisica (cfr. III, 101 sgg.; 110 sgg.), tanto che Aristotele afferma senza mezzi termini: > (.:l 4, 1015 a 8 sgg.). 3) Arricchimenti significativi della problematica della materia, si trovano nella speculazione neoplatonica. Nel contesto della processione essa viene dedotta dal primo principio. Si notino alcune anticipazioni nei Neopitagorici (IV, 400 sgg.), in Ammonio (IV, 468), e, soprattutto, le conclusioni di Plotino, con i documenti che 6portiamo in IV, 559 sgg. La materia sensibile diviene l'immagine di quella intelligibile, la privazione di Bene, il nonessere, ossia ciò che è altro rispetto a tutto ciò che è Spirito. La materia coincide con lo spegnersi della Contemplazione creatrice. 4) La materia è fatta dipendere da Dio, sia pure in maniera non lineare, per la prima volta da Filone di Alessandria (IV, 279 sgg.). _ Sul concetto di materia si vedano: C. Baeumker, Das Problem der Materie in der ?,riechischen Philosophie, Miinster 1890; L. Cencillo, Hyle, La Materia en el Corpus Aristotelicum, Madrid 1958; H. Happ, Hyle, Studien zum aristotelischen Materie-Begrilf, Berlin 1971 (quest'uhimo è il lavoro più completo sul tema). MATERIALISMO È un termine di conio moderno con il quale si designa quella dottrina che riduce, in maniera più o meno radicale, il principio o i principi ori~?,inali e le cose che ne derivano alla materia. Nella filosofia greca, fino a tutta il'età classica, i sistemi che si possono denominare propriamente come forme di materialismo, sono pochissimi. Non lo sono (o lo sono solo in maniera impropria) i Naturalisti presocratici, perché il loro principio è !ungi dal ridursi a materia nel senso vero e proprio del termine per le ragioni che spieghiamo in l, 54 sg.; 60 sg.; 77 sgg.; 125 sg.; 168 sg. Solo gli Atomisti fanno eccezione (1, 177 sgg.). Di materialismo si può propriamente parlare solo dopo Platone ed Aristotele,
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MATERIALISMO/ MATRIMONIO
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per le ragioni che spieghiamo in I, 169; III, 164 sgg.; 308 sgg. In età ellenistica predomina, invece, un tipo di pensiero che, sia pure con le debite cautele, può essere qualificato materialistico. Cfr. la posizione assunta già da Antistene (1, 393, nota 23) e fatta propria dal posteriore cinismo. Si veda, in particolare, quanto diciamo dell'epicureismo (III, 195-207) e dello stoicismo (III, 352 sgg.). Si veda, peraltro, come la mentalità materialista penetri anche nel Peripato con Stratone (III, 148 sgg.). La filosofia dell'età imperiale, invece, costituisce un massiccio rilancio della concezione opposta, con punte di spiritualismo, che, come mai era successo in precedenza, giungono a negare alla materia statuto di principio, riducendola a momento terminale dehla processione dell'Assoluto (cfr. IV, passim).
M A T H E M A ((J.ta. coincide con quello che Platone chiama anche q>p6VT)crt.ç (cfr. Saggezza). _ Aristotele, come abbiamo detto, separa nettamente i due termini, esprimendo con essi due differenti concet·ti. Ecco il più famoso testo aristotelico a questo riguardo: « [ ... ] noi pensiamo che ci siano degli uomini sapienti in senso onnicomprensivo e non sapienti solo in un campo particolare o in una cosa determinata [ ... ] e cosl è chiaro che la sapienza è la più perfetta delle scienze. Per conseguenza, bisogna che il sapiente non solo conosca ciò che deriva dai principi, ma anche che colga il vero per quanto riguarda i principi stessi. Cosl si può dire che la sapienza sia insieme intellezione e scienza, in quanto è scienza, con fondamento, delle realtà più sublimi. È assurdo, infatti, pensare che la politica e la saggezza siano la forma più alta di conoscenza, se è vero
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LEiililCO E INDICE DEI CONCETTI
che l'uomo non è la realtà di maggior valore nell'universo » (Etica Nicomachea, Z 7, 1141 a 12 sgg.). La sapienza è dunque scienza delle cose che trascendono l'uomo, è la scienza teoretica, e, in particolare, la metafisica; la saggezza è scienza dell'uomo e delle cose umane. Per ulteriori precisazioni dr. Saggezza e II, 504 sgg. _ Nelle filosofie ellenistiche, col tramonto della metafisica va di .pari passo il tramonto della sapienza e il levarsi in primo piano dell'interesse per l'uomo, e quindi della phronesis che diviene la suprema virtù (III, passim). Ecco la definizione stoica di sophia: «dicono che la filosofia è la pratica della sapienza e che la sapienza è conoscenza delle cose divine e umane » (von Arnim, S.V.P., n, fr. 36); dove, come è evidente, viene cancellata proprio la discriminazione aristotelica. Per contro, con il riemergere nell'età imperiale della metafisica, torna ad imporsi la superiorità della sophia, la quale, anzi, si amplifica, arricchendosi di inedite valenze. _ In Filone di Alessandria la sapienza, da un lato, viene intesa come quella conoscenza del divino che si basa suUa fede e sulla rivelazione (IV, 299 sgg.), e, dall'altro, viene addirittura intesa in modo quasi ipostatico, come un'entità che deriva da Dio e quindi come un aspetto del Logos, o addirittura come identificantesi con il Logos medesimo e quindi con tutte le funzioni proprie del Logos (IV, 285). Si ritrovano in Filone fondamentalmente i significati che si ritrovano nel libro biblico della Sapienza, di cui riportiamo uno dei passi più significativi: « Sappi quanto è nascosto e palese; infatti la sapienza, artefice di tutto, me lo insegnò. In essa, infatti, vi è uno spirito intelligente, santo, unico e molteplice, sottile, celere, perspicace, senza macchia, lucido, propizio, amante del bene, penetrante, incoercibile, benefico, amante degli uomini, immutabile, fermo, senza ansie, di ogni virtù, tutto vigile, che penetra ogni spirito intelligente, puro e più sottile. E cosl la sapienza è più agile di ogni moto, pervade e .penetra tutto per la sua purezza. Essa è il soffio della virtù di Dio, l'efBuvio puro della gloria dell'Onnipotente; perciò niente di lurido la raggiunge. Essa è lo splendore della luce eterna, lo specchio tersissimo del vigore di Dio e l'immagine della sua bontà. E poiché è unica, essa può tutto; pur rimanendo immobile, tutto rinnova, e passando, in ciascuna età, nelle anime sante, prepara gli amici di Dio e i profeti. Dio non ama che colui che abita con la sapienza; poiché essa è più fulgida del sole [ ... ] » (7, 21 sgg.). In 8, 3 sgg., si legge ulteriormente: «Essa mostra la nobiltà perché conversa con Dio e il Signore dell'universo la ama; essa è partecipe dei segreti della scienza di Dio e sceglie tra le opere di lui. Ora, se le ricchezze sono un bene desiderabile come possesso nella vita, che cosa c'è di più ricco della sapienza che produce tutto? E se la
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SAPIENZA/SCELTA
intelligenza opera, chi, fra tutte le cose, è più intelligente di lei? ». È evidente che il pensiero filoniano dipende da questi testi (sul problema cfr. Wolfson, Philo, I, 253 sgg.). _ Ma anche nel contesto del pensiero pagano, e non solo in quello puramente mistico ma altresl in quello più propriamente speculativo come quello di Plotino, la sophia assume alcune di queste dimensioni, ad esempio in una esemplare pagina delle Enneadi che conviene leggere: «Ma la vita, là (nel mondo dello Spirito), è sapienza e, per giunta, una sapienza che non s'acquistò per via di ragionamenti, perché essa è già compiuta in eterno e non viene meno in nulla, sl che occorra farne ricerca; anzi, è la sapienza primordiale e inderivata; e il suo stesso essere è sapienza, non è, badate, un essere che in un secondo tempo si fa sapiente. Proprio per questo, nessuna sapienza le è superiore; e la scienza in sé qui siede accanto allo Spirito, poiché con Lui apparve la prima volta, come si dice, per immagine, che il Diritto troneggia al lato di Zeus [ ... ]. Ora, a voler misurare la grandezza e la forza di tale sapienza, basta osservare ch'essa reca con sé ed ha creato gli esseri e il tutto; che tutto le si accompagna; che essa è, dal canto suo, gli esseri [ = le Idee]; che essi ebbero comunque nascimento con lei; che entrambi sono una cosa sola; che l'essere non è poi altro che la Sapienza dello Spirito» (v, 8, 4). S C E L T A ( atpEcrtç, 'ltpoatpEcrtç) Indica quella opzione di fondo da cui dipende la moralità dell'uomo. La scelta è legata alla conoscenza, alla volontà e alla libertà. Tuttavia, nel pensiero greco, a motivo dell'intellettualismo etico (cfr. voce) dominante, la scelta risulta legata prevalentemente alla conoscenza. l) La problematica della scelta esiste già implicitamente nei Fisici, sia pure ad un certo livello: si tratta della scelta della verità, anziché quella dell'opinione, come, in modo paradigmatico, risulta nella prospettazione delle famose « vie » di ricerca che la Dea indica a Parmenide (1, 119-130). 2) Ma a livello morale la tematica della scelta emerge nel contesto della sofistica, e il mito di Eracle al Bivio di Prodico di Ceo, lo dimostra in modo eloquente (1, 257 sgg.). Eracle deve scegliere fra virtù e vizio: dalla corretta scelta dipenderà la sua felicità o infelicità. 3) Ma fu probabilmente Socra,te che fissò la problematica della scelta collegandola al sapere e alla conoscenza, come risulta dal Protagora platonico, dialogo che rispecchia molto da vicino la posizione socratica. Qui hairesis ed epistéme sono esplicitamente connesse e la prima è fatta dipendere dalla seconda. 4) Il concetto viene sviluppato da Platone ed assume un rilievo di eccezionale portata nel finale della Repubblica, dove la « scelta della vita » che
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
l'uomo opera nell'aldilà (e alla quale poi resta legato nell'aldiqua) è dichiarata libera e, ancora una volta, fatta dipendere dalla conoscenza suprema. Si legga lo stupendo passo riportato in II, 239 (e il relativo commento), dove si dice che non è il Demone a scegliere noi, ma noi il Demone, ossia che non è la nostra sorte a scegliere noi, ma noi la nostra sorte. E Platone aggiunge ulteriormente: «E qui, come è naturale, o Glaucone, sta tutto il pericolo per l'uomo, e per questo è necessario avere la massima cura, affinché ciascuno di noi, trascurando le altre dottrine, indaghi ed apprenda questa, se mai gli è possibile imparare e trovare quella dottrina che lo renda capace di discernere la vita buona e quella cattiva, e di scegliere sempre e dovunque la vita migliore poss1bile » (Repubblica, x, 618 c). Questa scienza è la filosofia platonica, e, in particolare, la suprema cognizione del bene (II, 314 sgg.). 5) Aristotele, nell'approfondire la psicologia dell'atto morale, spiega che la scelta (prohairesis) è quella da cui dipendono la virtù e i costumi. La scelta differisce sia dalla volontà, che riguarda solo i fini, sia dalla deliberazione, che stabilisce le varie cose (azioni e mezzi) che sono da mettere in atto per raggiungere certi fini. La scelta, infatti, è quell'azione che elegge e mette concretamente in atto quella o quelle delle cose che giudica realiuabili fra quante la deliberazione in generale indica come idonee per raggiungere il fine voluto. La prohairesis rappresenta il momento decisionale e quindi il cuore dell'atto morale: cfr. testi ed approfondimenti in II, 517 sgg. 6) Nell'ambito della filosofia dell'età ellenistica il problema della scelta morale resta in primo piano: scelta di alcuni piaceri ed eliminazione di altri, in Epicuro (III, 243 sgg.); scelta assoluta del bene e del male e scelta relativa fra gli indifferenti, nella Stoa (III, 394-401). 7) Solo in età imperiale, però, e precisamente con Epitteto, la problematica della scelta trova una formulazione veramente radicale. La prohairesis in Epitteto è la pre-scdta ( = la scelta e la decisione di fondo) che l'uomo opera una volta per tutte e dalla quale dipendono poi tutte le sue scelte particolari. La prohairesis coincide sostanzialmente con la presa di coscienZa e con l'accettazione del grande principio secondo cui le cose si distinguono in due gruppi: quelle in nostro potere e quelle non in nostro potere: solo le prime ci toccano a fondo, mentre le altre non ci riguardano. Dalle prime dipende la felicità, dalle altre l'infelicità. L'uomo morale è la sua scelta di fondo (IV, 114 sgg.). 8) Inedite amplificazioni acquista il concetto, in Plotino, riferito all'Assoluto, che, in quanto creatore di se medesimo e volizione di se medesimo, è scelta di se medesimo, autoscelta creatrice (IV, 515 sgg. e, in particolare, il passo a p. 516 sgg.).
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SCELTA/SCHJAVJTb
S C E P SI (ntljl~c;) Indica, in generale, ricerca e, in particolare, quell'atteggiamento di ricerca radicata nel dubbio, che ispira le varie forme di scetticismo (dr. voce). SCETTICISMO Con questo termine si indica quel movimento filosofico iniziato da Pirrone e sviluppatosi, con varia fortuna, dalla fine del IV secolo a.C. fino agli inizi del m d.C. Ecco come gli antichi hanno denominato gli esponenti di questo movimento: « Sono detti Zetetici o ricercatori perché ricercano (~TJ'tEi:v) sempre e soprattutto la verità, sono detti Scettici o indaga tori perché indagano (uxtTC'tEoi)a.~) e non trovano mai, Efettici o sospensori del giudizio dallo stato mentale che segue alla ricerca, cioè dalla sospensione del giudizio (tTCOXTJ), Aporetici o dubitanti, perché non solo essi, ma gli stessi filosofi dogmatici si trovano nella difficoltà del dubbio (aTCopEi:v). Pirroniani, ovviamente, cosi detti da Pirrone » (Diogene Laerzio, IX, 70). Nella storia dello scetticismo occorre distinguere le seguenti fasi: l) la prima è caratterizzata dalla scepsi di Pirrone e del suo discepolo Timone, in cui predomina l'inte· resse e la problematica morale (III, 465-498); 2) la seconda è caratterizzata da un predominio della dialettica antidogmatica e coincide con la fase scettica dell'Accademia (III, 499-519); 3) la terza fase, che si può denominare neoscettica o neopirroniana, procede ad un recupero dello spirito pirroniano contro le involuzioni eclettiche dell'Accademia di Antioco (IV, 151-188), e, successivamente, giunge ad un connubio con lo spirito e le istanze della medicina empirica (IV, 189-212). Per il catalogo degli esponenti del movimento nelle sue varie fasi, dr. Parte Il, voci Scettici, Neoaccademici, Neoscettici. SCHIAVITù (Sov>.EI.a.) l) L'istituto della schiavitù fu accettato e giustificato da filosofi come Platone e Aristotele, pur in contrasto con le premesse della loro speculazione metafisica ed antropologica, a motivo di una serie di condizionamenti di carattere storico-sociale. Era convinzione che un libero non potesse dedicarsi ai lavori più umili, a causa della radicale svalutazione del lavoro manuale. Inoltre, era convinzione che fra gli uomini esistessero differenze di natura tali da rendere alcuni solo idonei ad ubbidire, altri a comandare. Per conseguenza, ossia perché giudicata fondata su una situazione naturale, la schiavitù veniva ri·tenuta, in fondo, non solo vantaggiosa per il padrone, ma anche per il servo. Su questa convinzione, inoltre, pesava sinistramente un altro pregiudizio, che complica'Va ulteriormente le cose. I Greci ritenevano di es-
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
sere per natura superiori ai barbari (cfr. Razzismo), e, di conseguen:za, ritenevano naturale che i barbari, vinti in guerra, divenissero loro schiavi. Per·tanto, sia Platone che Aristotele giudicarono ingiusto rendere schiavo un Greco, ma naturale e corretto far schiavo un barbaro. Essi si limitarono a combattere una battaglia che, se da un certo punto di vista appare ispirata ad un ideale panellenico, in realtà ha un preciso risvolto razzistico, presupponendo appunto la superiorità della razza greca. Scrive ad esempio Platone: «Ebbene, e verso i nemici, come agiranno i soldati nostri? _ A che proposito? _ Innanzitutto quanto a ridurli in schiavitù: ti pare giusto che una città greca abbia a rendere schiavi altri Greci, o che piuttosto ciò non si debba concedere neppure ad alcun'altra, in quanto sia possibile, e a questo si debba avvezzarsi, a risparmiare la razza greca, stando ben in guardia dal non essere noi fatti schiavi dei barbari? - In tutto e per tutto, disse, è meglio risparmiarlo. _ Né dovranno dunque essi possedere alcun schiavo greco, e questo stesso consigliare agli altri Greci? Precisamente, poiché così si rivolgerebbero più contro i barbari, e non si offenderebbero fra loro » (Repubblica, v, 469 h-c). Per quanto concerne la posizione di Aristotele si vedano i passi che riportiamo in II, 526 sgg. e il relativo commento; cfr., ivi, le ragioni della incoeren:za di questa posizione. 2) Un tentativo di infrangere il presupposto razzistico fu fatto da alcuni Solisti e Socratici minori. Antifonte, per esempio, proclamava, senza mezzi termini, che « di natura siamo assolutamente uguali, sia Greci che barbari »; ma senza motivare adeguatamente l'asserto (cfr. I, 268 sgg.; cfr. anche 416 sg.). Ma è solo nelle filosofie dell'età ellenistica e soprattutto nello stoicismo e nel neostoici~mo, che si giunge al fondamento teoretico del problema. Il principio della identità della virtù in tutti gli esseri razionali, comporta l'uguaglianza di tutti gli uomini virtuosi (III, 409 sg.). Tutti i popoli sono dichiarati capaci di virtù, la nobiltà di nasdta viene bollata come « scoria e raschiatura dell'uguaglianza», e viene espresso a tutto tondo il grande principio: «nessun uomo è per natura schiavo» (cfr. III, 423 ). È famosa la tesi stoica: « Solo il sapiente è libero; gli stolti sono servi; la libertà è la facoltà di agire in modo autonomo, la servitù è la privazione di tale facoltà» (von Arnim, S. V.F., m, fr. 355). Queste premesse sono portate a notevoli sviluppi dai Neostoici, in particolare da Seneca (vedansi i testi in IV, 94 sgg.) e da Epitteto, che dalla parentela dell'uomo con Dio trae il concetto di universale fratellanza: tutti siamo figli di Zeus, quindi nati dallo stesso germe, quindi fratelli per natura (cfr. testi in IV, 121 sgg.). Non è a caso che la storia
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SCHIAVITÙ/ SCIENZA
della Stoa si concluda con Epitteto, uno schiavo liberato, e con Marco Aurelio, un imperatore (cfr. IV, 77). SCI ENZA (lmcr-.1}{J.TJ) Indica, per i filosofi greci, quel tipo di sapere razionale (fondato sul logos) fornito di caratteri d'incontrovertibilità e certezza assoluta. E tale è quel tipo di sapere che giunge al fondamento, alle cause ed ai principi. Scienza è, dunque, quel sapere che ha una fondazione ultimativa. La scienza si oppone all'opinione, che si basa, invece, sui sensi e sulla esperienza sensoriale, e che, in quanto tale, non giunge mai ai fondamenti. l) In questo senso, scienza è già la dottrina dei Naturalisti (anche se raramente è usata in essi la parola epistéme ), ossia è la dottrina dell'arché degli !onici e dei Pluralisti e la dottrina dell'essere di Parmenide e degli Eleati. Molto significativi, a questo riguardo, sono i frammenti di Eraclito, secondo cui il vero sapere si configura come quello che si fonda sul logos universale, e che come tale si oppone alla d6xa, che è basata sui sensi ed è particolare, ossia propria dei singoli individui (l, 80). Ecco, ad esempio, il frammento l: « Questo logos, benché verità eterna, gli uomini non l'intendono mai; né prima di udirlo, né dopo averlo udito; e sebbene tutto avvenga secondo tale logos, che è la legge del mondo, ne sembrano inesperti, quando si provano in parole ed in azioni come quelle che io spiego, distinguendo ciascuna cosa secondo la sua intima natura e dicendo com'è. Ma gli altri uomini sono ignari di ciò che fanno da svegli; così come non sanno ciò che fanno dormendo ». Il fr. 114 precisa: « Coloro che vogliono .parlare con intendimento devono fondarsi su ciò che è a tutti comune, come la città sulla legge e con maggior forza ancora». E il fr. 2 ribadisce: «Quindi si deve seguire ciò che è comune. Ma benché comune sia questo logos, i molti vivono come se avessero un proprio pensiero per loro». Eraclito giudicava, di conseguenza, le opinioni degli uomini «giochi da bambini» (fr. 70). Non meno interessanti sono le affermazioni di Parmenide: si vedano i frammenti riportati in I, 120 sgg. e 126 sgg. 2) Scienza era detta da Sacrate, la sua >, ed addirittura di « prolessi connatu· rate », e, in effetti, il logos umano, come momento del logos universale, deve in qualche modo, non solo essere capace di cogliere le verità, ma deve avere già in sé i germi di essa (cfr. III, 332 sgg.). - L'esatta espressione mvaxLc; àypacpi) ( = tabula rasa) ricorre in Alessandro di Afrodisia, De Anima, 84, 25 sg. Bruns.
TAUTOLOGIA a) Si ha in generale una tautologia, quando nel fornire una definizione, si include in essa lo stesso definito, cadendo cosl in un cir·colo, ossia ripetendo due volte la stessa cosa (è una tautologia, per ·esempio, la proposizione: il vivente è un essere che vive). Tautologico, ·ovviamente, può essere anche un ragionamento, quando cade in questo stesso giro vizioso. _ b) Un significato più particolare e specifico di tautologia si ha nei seguenti casi: in polemica con gli sviluppi della -dialettica platonica, Antistene sostenne che ad ogni cosa è possibile .attribuire solo il nome che le è proprio (l'uomo è uomo, il buono è
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TAUTOLOGIA/TELESTIKÉ
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buono), e che, quindi, sono possibili solo giudizi tautologici, ossia giudizi in cui il predicato è uguale al soggetto (1, 393 ). _ Analogamente, in polemica con la logica discorsiva, anche i Megarici sostennero la possibilità di formulare solo giudizi di questo genere (III, 74 sg.). Del resto, la matrice eleatica del megarismo, per cui è possibile dire, al limite, solo che l'essere è, porta a queste conseguenze. _ Gli stessi Stoici, fortemente influenzati dalla logica megarica, non sono del .tutto riusciti a superare i presupposti della medesima, come mostriamo in III, 343 sgg. T E C H N E ("tÉXVTJ) La téchne greca implica, insieme, conoscenza dell'universale e .applicazione pratica, ma con un prevalere della prima sulla seconda.
Particolarmente chiarificatrici, a questo proposito, sono le seguenti precisazioni dello Jaeger (Paideia, 11, trad. it., Firenze 1954, pp. 217 sg.): « Il nostro concetto di " arte " non rende adeguatamente il senso della parola greca. Questa ha si in comune con " arte " la tendenza a significare l'applicazione e la pratica, ma, d'altra parte, in pieno contrasto col senso di " individuale ", di " libero da regole " che per noi ,è insito nella parola "arte", essa accentua proprio il momento del fondato sapere e della capacità, quel momento che per noi si lega piuttosto col concetto di " mestiere " o " professione ". La parola techne ha in greco una estensione molto più vasta che la nostra parola " arte ". Per essa si pensa a una qualunque attività professionale fondata su un sapere specializzato, cioè, non solo a pittura, scultura, architettura e musica, ma anche, e anche di più, ad arte sanitaria, arte della guerra e perfino ad arte per esempio del nocchiero. E, giacché la parola esprime che quella tal consuetudine o attività pratica non poggia solo su una routine, ma su regole generali e su cognizioni sicure, essa arriva facilmente al significato di " teoria ", significato che ha correntemente nella terminologia filosofica di Platone e di Aristotele, specialmente là dove si tratta di contrapporla alla pura empiria o " pratica ". D'altra parte, techne si distingue da episteme, la "scienza pura", in quanto la teoria della techne è pensata sempre in servigio di una praxis ». _ Sul tema si veda: M. Isnardi Parente, T échne, Momenti del pensiero greco da Platone ad Epicuro, Firenze 1966. T E L E O L O G I A, dr. Finalismo.
T E L E S T I K ~ (n'Mcr-t~xT}) Questo termine indica la pratica di iniziazione misterica, assai diifusa nel tardo paganesimo, di consacrare ed animare statue per otte-
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
nere oracoli. Si basava sulla convinzione che ogni divinità avesse i suoi rappresentanti « simpatici» nel mondo animale, vegetale e minerale e che, agendo su questi ultimi, fosse possibile agire sulla volontà degli Dei (IV, 453 sg.). T E M PER A N Z A (o-wq>pocrVVl"J) Temperanza ridà solo parzialmente il senso del greco sophrosjne, termine intraducibile nelle lingue moderne. Nei filosofi antichi significa fondamentalmente l'ordine o il dominio o la disciplina dei piaceri e dei desideri. l) Socrate parlò di enkrateia, che significa dominio sulla propria animalità e libertà dagli istinti animali. 2) Platone (che, fra l'altro, ha dedicato a questa virtù il Carmide) nella Repubblica (Iv, 430 e-431 b) la definisce come segue: «La temperanza è una specie di ordine ed una continenza di certi piaceri e desideri, come dicono quando dicono [ ... ] che uno è più forte di se stesso [ ... ] . Questa frase mi pare voglia dire che nell'uomo, appunto, e nell'anima sua, c'è qualche cosa che è, rispettivamente, parte migliore e parte peggiore, e questo sia il significato di " più forte di se stesso ", e suoni a lode; e quando per cattiva educazione o cattiva compagnia, il meglio, essendo troppo poco, sia soverchiato dalla quantità del peggio, la cosa torna allora a biasimo ed a rimprovero, e si chiama da meno di sé e intemperante chi è in questo modo». (Per il ruolo della temperanza nello Stato platonico, cfr. II, 300 sgg.). 3) Per Aristotele è una delle virtù etiche ed è il giusto mezzo fra la insensibilità e l'intemperanza (Il, 502 ). Anche per Aristotele questo ÉÀ.1.j.J.oc;) Il concetto di utile è per lo più inteso in modo molto ambiguo, soprattutto per il motivo che non si distinguono le valenze che esso ha nel pensiero antico da quelle che ha nella filosofia moderna. Utile, per la mentalità speculativa greca, è ciò che giova all'uomo. Ma si può parlare di giovamento a due livelli: a) a livello corporeo e fisico, h) a livello spirituale. Per conseguenza, si dovrà parlare di utile a due livelli: .a) di utile sensibile, b) di utile spirituale._ La stessa proposizione~ l'utile è il bene », si deve interpretare a due livelli, a seconda che si intenda: a) il bene del corpo, oppure b) il bene dell'anima._ Il messaggio rivoluzionario di Socrate, che restò un'acquisizione irreversibile nel pensiero antico, ha appunto il grande merito di aver spiegato come e per.ché il vero utile e quindi il vero bene è quello che riguarda la psyché e la cura della psyché (1, 311 sgg.). Gfr. Utilitarismo.
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USIOLOGIA/UTOPIA
UTILITARISMO È quella concezione che pone l'utile come fine dell'etica. Comunemente si intende l'utilitarismo come una forma di edonismo ragionato. L'edonismo è l'indiscriminato perseguimento di piaceri come tali, senza distinzioni; utilitarismo è, invece, il ponderato calcolo dei piaceri. La distinzione è indubbiamente corretta. Edonista è, per esempio, l'ultima sofistica (di cui Callide è simbolo; c.fr. I, 275 sgg.), e il cirenaismo (I, 411 sgg.). Utilitarista è, invece, la concezione dei primi :Sofisti (cfr., ad esempio, I, 237 sgg.), e, in modo particolare, la prospettiva etica di Prodico (I, 257 sgg.). Ma, stante la definizione che !abbiamo fatto alla voce Utile, si potrebbe parlare anche di una forma .di utilitarismo che non ha di mira l'utile sensibile, bensì quello spiri.tuale. In tal senso si spiegherebbero molti malintesi che la posizione socratica ha suscitato, a partire dai suoi contemporanei. In fondo l'u.tiHtarismo, inteso a diversi livelli e in prospettive diverse, è una cifra di tutta l'etica greca, dato che ad essa sono rimasti sconosciuti il concetto di azione che si collochi a livello di « dono gratuito » e le categorie a questo connesse, che costituiranno un guadagno essenziale del Cristianesimo. UTOPIA Il termine è stato coniato nel secolo XVI da Tommaso Moro per .designare un'isola che non si trova in nessun luogo (questo è il significato etimologico), e dunque irreale, ed anzi immaginaria, di cui egli narrò le particolari condizioni di vita. Il termine ha avuto una fortuna tale da essere assunto addirittura come -tecnico per indicare tutte quelle forme di progetti politico-sociali, religiosi e culturali storicamente non realizzabili per ragioni strutturali. Si è spesso considerata, di conseguenza, la Repubblica platonica come una Utopia, come la prima _grande Utopia. Ma questo è solo in parte vero, almeno a nos-tro avvi:so. Utopico va infatti distinto da ideale. L'utopico è irrealizzabile, per.ché la natura dell'uomo non è strutturalmente capace di realizzarlo, e quindi l'utopico sfocia largamente nel mitico. L'ideale è, invece, un paradigma che si pone come modello o norma da realizzare, anche se non può essere interamente realizzato, ma lo può essere solo in modo ·relativo (cosi come, ad esempio, nel sistema platonico, le cose realizzano empiricamente il modello delle Idee). Ciò non toglie che nella Repubblica platonica ci sia anche una componente utopica, che, però, non tocca se non parzialmente aspetti essenziali. (Cfr. specialmente II, 329 sgg. e l'importante passo della Repubblica ivi riportato).
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LESSICO E INDICE DEI CONCETTI
v V A L O R E ('tÒ &!;~ov) Una ·teoria dei valori nel senso moderno del termine, quale è inteso in particolare a partire dal Lotze (Logik, hrsg. von G. Misch, Leipzig 1912) in poi, come di qualcosa che «vale» indipendentemente dall'« essere » e dalla « realtà », è totalmente assente dalla speculazione dei Greci, ed è possibile solo in un contesto di pensiero post-kantiano. Infatti, per l'oggettivismo tipicamente greco, solo ciò che è, ed è reale, può valere, e solo ciò che massimamente è può essere massimamente «valore», ossia bene (bello e buono). Di conseguenza, potremmo dire che, nella dimensione oggettivistica dei Greci, può essere detto valore il bene, e il bene è l'essere. In questa accezione, abbiamo quindi usato il termine « valore ». La gerarchia dei valori viene a coincidere, di conseguenza, con la gerarchia dell'essere: una cosa ha tanto più valore, quanto più ha di essere. La tavola dei valori, nei vari sistemi, è, .pertanto, la tavola di quelle realtà che più sono ed hanno essere e che quindi più sono buone (cfr., ad esempio, l, 311 sgg.; II, 249 sgg.; III, 243 sgg.). _ In senso specifico e tecnico, una dottrina dei « valori » è stata elaborata dagli Stoici e dai pensatori da essi direttamente influenzati. Il Portico collocò, infatti, fra il bene morale (virtù) e il male morale (vizio), i cosiddetti indifferenti, ossia quelle cose intermedie che di per sé non sono né beni né mali dal punto di vista stret·tamente morale. Tuttavia queste realtà, se in senso assoluto sono indifferenti, perché non accrescono né diminuiscono il logos dell'uomo, sono peraltro relativamente positive o negative, a seconda che giovino o nuocciano, se non a livello di logos, almeno a livello fisico e biologico. Sotto questo profilo gli indifferenti sono oggetto di preferenza e di stima, quando giovano a livello di vita biologica, oppure sono oggetto di repulsione e disistima, quando nuocciono al medesimo livello: nel primo caso, si chiameranno valori ( à#a. ), nel secondo, invece, disvalori (tbta.!;i.a.); cfr. in III, 398 sgg. testi ed esegesi. (Una corrente rigorista della Stoa negò validità a questa distinzione e sostenne l'as~oluta neutralità degli indifferenti: cfr. voce Adiaforia). In conclusione si potrebbe dire, usando un linguaggio moderno, che per gli Stoici il bene morale è il valore assoluto, mentre gli indifferenti « preferiti » sono valori relativi. V A N I T A (iJ.a.'ta.~6'tTJç,) Con questo termine si intende, in senso ontologico, la mancanza di valore e di significato delle cose, la iJ.ti'tti~'tTJIO di cui parla la Bib-
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VALORE/VEICOLO
bia, il nulla di nuovo sotto il sole ( où6Èv xa.~v6v), lo stanco ripetersi di tutto, la nullità delle creature ( ovSÉVE~) e dell'uomo stesso. Questo sentimento della vanità delle cose e dell'uomo non è presente nella filosofia arcaica e classica se non in misura limitata. Esso si fa strada nell'età ellenistica, a partire da Pirrone (III, 474 sgg.), ed assume proporzioni di rilievo in età imperiale~ oltre che nel neoscetticismo (IV, 167 sgg.), nell'ambito del neostoicismo, segnatamente in Marco Aurelio (IV, 127 sgg.). Cfr. Nullità. V E I C O L O (èSXTJJ.La.) È una dottrina di probabile genesi orientale, diffusa nel pensiero tardo pagano, soprattutto a partire dagli Oracoli Caldaici. In questi scritti il termine indica una sottile tunica materiale che riveste l'anima durante la sua discesa attraverso i cieli e prima ancora di cadere nei corpi (IV, 448 sg.). Un concetto analogo si trova in Numenio (IV, 424) e soprattutto nei Neoplatonici. Porfirio ritiene che su di esso, più che sull'anima vera e propria, sia ammissibile una qualche azione delle pratiche teurgiche (IV, 638). Si veda anche la posizione di Giamblico, della quale diciamo in IV, 652, nota 23. Proclo sviluppa l'idea dell'6chema, considerandolo come parte essenziale dell'anima, e dunque inscindibile da essa e addirittura immateriale ed eterno (IV, 683 sg.). A complemento di quanto si è detto, giova leggere alcuni passi degli Elementi di Teologia di Proclo, in cui 1'6chema viene addirittura ipostatizzato e i concet·ti sopra esposti vengono portati alle estreme conseguenze:
GJ© Di queste opere si vedano le seguenti traduzioni con note e commento: - R. Le Corre, Le Prologue d'AJbinus, in « Revue Philosophique de la France et de l':Btranger », 146 (1956), pp. 28-38. - G. lnvernizzi, Il Prologo di Albino, Introduzione, traduzione e note, «Rivista di Filosofia neo-scolastica», 71 (1979), pp. 352-361. Dell'Epitomé, oltre alla traduzione francese sopra citata, dr.: - G. lnvernizzi, Il Didaskalikos di Albino e il Medioplatonismo, Abete, Roma 1976, vol. Il, con ricco commento. Dell'opuscolo Sulle qualità incorporee, dr. la traduzione contenuta nella citata edizione del Giusta, con note.
**
R.E. Witt, AJbinus and the History o/ Middle Platonism, London 1937; Amsterdam 19712. - lnvernizzi, op. cit., vol. l. Una bibliografia ragionata, completa e accurata si trova in C. Mazzarelli, Bibliografia medioplatonica, Parte prima: Gaio, Albino e l'Anonimo commentatore del « Teeteto », in «Rivista di Filosofia neo-scolastica», 72 (1980), pp. 108-144. ALCEO (o ALCIO), filosofo epicureo del n secolo a.C.
Q Ci è noto unicamente attraverso testimonianze indirette.
e© -
G. Garbarino, Roma e la filosofia greca dalle origini alla fine del II secolo a.C., Paravia, Torino 1973, l, pp. 79-80; Il, 372 sgg. ALCIMO ORATORE: dr. Megarici, 20. ALCINOO: probabilmente è una corruzione paleografica di Albino. - ]. Freudenthal, Der Platoniker AJbinos und der falsche AJkinoos ( « Hel. lenische Studien », III), Berlin 1879. Si veda però, contra: - M. Giusta, 'AÀ.~tvou 'Em-tO!J.TJ o AÀ.xw6ou ~~li!ICTXIIÀ.~x6ç?, in « Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino, Classe di Scienze moderne, storiche e filologiche», 95 (1960-1961), pp. 167-194. - ]. Whittaker, Parisinus Graecus 1962 and the Writings of AJbinus, in « Phoenix », 28 (1974), pp. 320-354; 450-456. - C. Mazzarelli, L'autore del « Didaskalikos »: l'Alcinoo dei manoscritti o il medio platonico Albino?, in « Rivista di Filosofia neo-scolastica », 72
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.305
ALCEO/ ALESSANDRO DI AFRODISIA
( 1980), pp. 606-6.39. Se Alcinoo fosse l'autore del Didaskalikos, non potrebbe in ogni caso identificarsi con l'Alcinoo stoico, menzionato da Filostrato, Vit. soph. I, 24, e, peraltro, del tutto sconosciuto.
ALCMEONE DI CROTONE: dr. Presocratici, 24; Pitagorici Antichi, 8
*-
e inoltre:
M. Timpanaro Cardini, Originalità di Alcmeone, in « Atene e Roma,., 40 (1938); pp. 233-244. - M. Timpinaro Cardini, Anima, vita e morte in Alcmeone, ivi, 42 (1940), pp. 213-224. - P. Ebner, Alcmeone Crotoniate, in « Klearchos ,., 41-44 (1969), pp. 25-11 (Associazione degli amici del Museo di Reggio Calabria). - D. Teti, Alcmeone e Pitagora, Scuola medica crotoniate e scuola pilag.o;ica italicti, Padova 1970.
ALESSANDRO DI AFRODISIA, filosofo peripatetico vissuto fra il n e JII
secolo d.C. :t il più insigne dei commentatori di Aristotele dell'antichità.
O Ci sono pervenute le seguenti opere: A. Commentari agli esoterici di Aristotele l. Commentario alla Metafisica di In Aristotelis Metaphysica Aristotele (:t di Alessandro il commento ai libri 1-V; l'autore del commento ai re~tanti libri è un anonimo bizantino che viene designato come Pseudo-Ales-sandro) 2. Commentario agli Analitici primi In Aristotelis Analytica priora di Aristotele (libro A) J. Commentario ai Topici di Ari- In Aristotelis Topica stotele -4. Commentario alle Confutazioni In Aristotelis Sophisticos elenchos Sofistiche di Aristotele (ritenuto inautentico) '· Commentario al trattato Sul sen- In Aristotelis De sensu so di Aristotele -6. Commentario ai Meteorologici di In Aristotelis Meteorologica Aristotele
B. Tra t t a t i l. Sull'anima 2. Problemi 3. Sul Fato
4. Sulla mistione
teoretici:
De anima cum mantissa Quaestiones De Fato De mixtione
• l commentari e i trattati teoretici sono stati tutti pubblicati nei C.A.G., rispettivamente nei volumi: l; II, l; Il, 2; II, 3; III, 2 e nel Supplementum
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306
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Aristotelicum della medesima collana, rispettivamente nei volumi Il, l e II, 2 (dr. indicazioni analitiche alla voce Commentari greci di Aristotele). I frammenti concernenti la dottrina del Nous si trovano in: - P. Moraux, Alexandri Aphrodisiensis quae ad doctrinam de intellectu pertinent fragmento vestigiaque, in Alexandre d'Aphrodise, Exégète de la noétique d'Aristate (« Bibliothèque de la Faculté de Philosophie et Lettres de l'Université dc Liège », 99), Liège-Paris 1942, pp. 207-221.
*-
Moraux, op. cit. - P. Merlan, Monopsychism Mysticism Metaconsciousness, Problems of the Soul in the Neoaristotelian and Neoplatonic Tradition, The Hague 1963; 19692 • - G. Movia, Alessandro di Afrodisia tra naturalismo e misticismo, Padova 1970. - P.L. Donini, Tre studi sull'aristotelismo nel II secolo d.C., Torino 1974.
*
Ricca bibliografia in Movia, op. cit., pp. 9-20.
ALESSANDRO DI DAMASCO: dr. Peripatetici, Elenco scolarchi, 15. ALESSANDRO DI EGE: cfr. Peripatetici, C, 3. ALESSANDRO DI LICOPOLI: filosofo neoplatonico alessandrino vissuto fra il
O
111
secolo d.C. e gli inizi del
È autore di uno scritto
IV.
Contro le dottrme manichee.
• - A. Brinkmann, Alexandri Lycopolitani Contra Manichaei opiniones disputatio, Lipsiae 1895 (Bibl. Teubn.). - Patrologia Graeca, XVIII, coli. 409-448.
(!)© - P.W. van der Horst - ]. Mansfeld, An Alexandrian Platonist Against Dualism, Alexander of Lycopolis' Treatise « Critique of the Doctrines of Manichaeus », Translated from the Greek with an Introduction and Notes, E.]. Brill, Leiden 1974. ALESSANDRO POLIISTORE (CORNELIO) DI MILETO, vissuto nel
1
erudito-
secolo a.C.
O Scrisse - tra l'altro - un'opera dal titolo Successione dei filosofi, nella quale seguiva prevalentemente il criterio espositivo per autori e non per problemi. Sembra che si sia interessato in modo particolare dei Pitagorici, dedicando loro una sezione speciale della sua opera, se non addirittura un intero trattato. • Le testimonianze e i frammenti di Alessandro sono stati raccolti dal Miiller, Fr. Hist. Gr., III, pp. 206-244 (i frammenti delle Successioni sono alle pp. 240-243 ), e quindi da Jacoby, Fr. Gr. Hist., III, A, n. 273, pp. 96126 (i frammenti delle Successioni sono alle pp. 115-118).
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ALESSANDRO DI DAMASCO/ AMMONIO L'EGIZIANO
307
ALESSINO DI ELIDE: cfr. Megarici, 9. AMAFINIO CAIO, filosofo epicureo vissuto fra il
II e il 1 secolo a.C., famoso per aver composto il primo trattato di filosofia epicurea in lingua latina.
O
Ci è noto solo attraverso testimonianze indirette.
e© -
G. Garbarino, Roma e la filosofia greca dalle origini alla fine del" II secolo a.C., Paravia, Torino 1973, .I, pp. 117-119; Il, pp. 463 sgg.
*-
H.H. Howe, Amafinius, Lucretius and Cicero, in « American Journal of Philology», 72 (1951), pp. 57-62. - M. Gigante, Ricerche filodemee, Napoli 1969, pp. 13 sgg.
AMELIO GENTILIANO, filosofo neoplatonico della scuola di Plotino,_ vissuto nel
III
secolo d.c.·
O
Ci sono pervenuti solo frammenti.
•
-
*-
A.N. Zoumpos, Amelii Neoplatonici Fragmenta, Athenis 1956.
A.N. Zoumpos, Amelius von Etrurien, Sein Leben und seine Philosophie, Beitrag zur Geschichte des Neuplatonismus, Atene 1956 (questi opuscoli sono stati presentati dapprima sotto forma di dissertazione a Miinchen,. 1954).
AMICLA PITAGORICO: cfr. Presocratici, 54; Pitagorici Antichi, 28. AMINIA PITAGORICO: cfr. Presocratici, 27; Pitagorici Antichi, 11. AMINOMACO DI ATENE: cfr. Epicurei, A, l. AMMIANO MARCELLINO DI ANTIOCHIA, storico del v secolo d •. C. Fu greco di origine, ma scrisse in latino.
O E. autore di una storia di Roma dal 96 al 378 d.C., in parte pervenu-taci (Rerum gestarum libri XXXI) . • -C.V. Clark, Ammiani Marcellini Rerum gestarum libri qui supersunt,. 3 voli., Berolini 1910-1915.
GJ -A. Salem, Ammiano Marcellino, Le Storie, Utet, Torino 1965; 19762 (con testo a fronte). AMMONIO CRISTIANO: ricordato come autore di un libro Sulle concordanze fra Mosè e Gesù, erroneamente identificato con Ammonio Sacca da alcuni antichi, perché - sembra - fu, egli pure, maestro di Origene Cristiano, cosi come Io fu Ammonio Sacca. AMMONIO PETTO L'EGIZI ANO: cfr. Medioplatonici, 2.
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308
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
AMMONIO FIGLIO DI ERMIA, filosofo neoplatonico del v-v1 secolo d.C. Fu discepolo di Proclo e fu udito da Damascio e Simplicio. Capeggiò la :scuola dei commentatori alessandrini.
O Ci sono pervenute le seguenti opere: .1. Commentario all'Isagoge di Por- In Porphyrii Isagogen firio 2. Commentario alle Categorie di Aristotele .3. Commentario al trattato Sull'Interpretazione di Aristotele -4. Commentario agli Analitici primi di Aristotele (libro A) 5. Sul fato
In Aristotelis Categorias In Aristotelis De Interpreta/ione In Aristotelis Analytica priora De fato
• I quattro commentari sono pubblicati nei C.A.G., rispettivamente nei -voli. IV, 3; IV, 4; IV, 5; IV, 6 (dr. indicazioni analitiche alla voce Commentari greci di Aristotele). Il De fato è stato edito da J.K. Orelli, insieme ad altri trattati sullo stesso .tema di altri autori, Ziirich 1824.
*-
K. Kremer, Der Metaphysikbegriff in den Aristoteles-Kommentaren .der Ammonius-Schule, Miinster-Westfalen 1961.
AMMONIO PERIPATETICO:dr. Peripatetici, C, 10; Elenco scolarchi, 19. AMMONIO SACCA, fondatore del neoplatonismo, vissuto fra il
II e il III ·secolo d.C. (L'origine e il significato del soprannome Sacca costituiscono tut1:ora oggetto di discussione).
O Non ha scritto nulla. Tuttavia pare si possano ricavare testimonianze .sul suo pensiero da Fozio, Biblioth., codd. 214 e 251; Nemesio, De nat. hom. >, Classe di Lettere, Milano 1965, pp. 223-228. - F. Romano, Anassagora, Padova 1965; 19742• - G. Calogero, Storia della logica antica, Bari 1967, pp. 316-451. - Carbonara-Naddei, Spermata, Nous, Chremata nella dottrina di Anassa· gora, Napoli 1969.
*
La bibliografia si troverà in Lanza, op. cit., pp. XXI sgg. e in ZcùlerCapizzi [cfr. Presocratici], pp. 345 sgg. In Zeller-Capizzi si troverà anche lo status quaestionis sui vari aspetti del pensiero anassagoreo; dr. anche Gershenson-Greenberg, passim.
ANASSARCO DI ABDERA: cfr. Presocratici, 72; Atomisti, 6. ANASSIMANDRO DI MILETO: dr. Presocratici, 12; Ionici, 2 e inoltre:
*-
M. Heidegger, Der Spruch des Anaximander, in Holzwege, Frankfurt am Main 1950 (più volte riedito), pp. 296 sgg.; traduzione italiana di P. Chiodi col titolo Sentieri interrotti, La Nuova Italia, Firenze. - U .. Hi:ilscher, Anaximander und die Anfiinge der Philosophie, in « Hermes », 81 (1953), pp. 257-277; 385-418; ora in Anfiingliches Fragen, Gi:ittingen 1968, pp. 9-89.
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SCHEDAiliO E BIBLIOGilAFIA
- C.H. Kahn, Anaximander and the Origins of Greek Cosmology, New York-London 1960; 19642. - C.]. Classen, Anaximandros, in R.E., Suppl. 12 (1970), coli. 30-69. - R. Laurenti, Introduzione a Talete Anassimandro Anassimene, Bari 1971.
*
Discussione sulle moderne interpretazioni di Anassimandro e bibliografia si trovano in Zeller-Mondolfo {cfr. Presocratici] l, 2, pp. 187-205; per la bibliografia cfr. anche Laurenti, op. cit., pp. 221 sgg. e Classen, coli. 67 sgg.
ANASSIMENE DI MILETO: cfr. Presocratici, 13; Ionici, 3 e inoltre:
*-
H. Gomperz, Asomatos, in « Hermes », 67 (1932), pp. 155-167. - Gigon, Der Ursprung ... [cfr. Presocratici], pp. 99 sgg. - R. Laurenti, Introduzione a Talete Anassimandro Anassimene, Bari 1971.
*
Discussioni sulle interpretazioni post-zelleriane e stato della questione si trovano in Zeller-Mondolfo [cfr. voce Presocratici], l, 2, pp. 224 sgg.
ANATOLIO DI ALESSANDRIA, filosofo peripatetico divenuto vescovo di Laodicea intorno al 280 d.C. Fu discepolo di Porfirio e maestro di Giamblico (Zeller erroneamente ritiene l'Anatolia discepolo di Porfirio altra persona rispetto all'Anatolia peri patetico).
O Di lui ci sono pervenuti frammenti vari e l'opera Sui primi dieci numeri (il titolo esatto sarebbe: Sulla decade e sui numeri in essa contenuti). È invece discussa l'autenticità di uno scritto (pervenutoci in versione latina) dal titolo Liber Anatoli de ratione paschali . • - Patrologia Graeca, X, pp. 231-236. - J.L. Heiberg, Anatolius sur les dix premiers nombres, in Annales internationales d'histoire, Congrès de Paris 1900, 5' Section, Histoire des Sciences, Colin, Paris 1901, pp. 27-57.
** -
F. Hultsch, Anatolios, 15, in R.E., I (1894), coli. 2073 sg. - V. De Falco, Sut « Theologoumena Arithmeticae », in « Rivista lndoGreco-ltalica di filologia-lingua-antichità », 6 ( 1922), pp. 49-61.
ANCHIPILO DI ELIDE: discepolo di Pedone e quindi esponente della scuola eliaca del
IV
secolo a.C. (cfr. Eliaci, 3 ).
ANDROCIDE PITAGORICO, PSEUDO (?): cfr. Mediopitagorici, 62. ANDRONICO DI RODI, filosofo peripatetico del I secolo a.C.
O
Ci sono pervenuti solo frammenti e testimonianze che si troveranno in:
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ANASSIMENE/ ANTIOCO DI ASCALONA
• - F. Littig, Andronikos von Rhodos, I, Il, III, Miinchen-Erlangen 1880, 1894, 1895 (Il, pp. 27 sgg. e III, pp. 13 sgg.).
* *
-
Oltre al Littig, cfr.: Moraux, Der Aristotelismus... [cfr. voce Peripatetici], pp. 45-141. In Moraux, op. cit., si troverà anche la bibliografia essenziale.
ANNICERI(DE) DI CIRENE: cfr. Cirenaici, 8. ANNIO STOICO: è uno degli ultimi epigoni della Stoa del C. (cfr. Longino, presso Porfirio, Vita di Plotino, 20).
111
secolo d.
ANTIFONTE DI ATENE: cfr. Presocratici, 87; Sofisti, 13. Se, come alcuni credono, Antifonte Sofista ed Antifonte Retore sono la stessa persona, sono sue anche le Tetralogie, che si vedranno in:
eolemone, Cratete, Crantore, Arcesilao), di Peripatetici (Licone), di Socratici (Menedemo di Eretria), di Stoici (Zenone, Dionigi di Eraclea).
•*
Tutti i frammenti (recuperati principalmente attraverso Diogene Laerzio, Ateneo ed Eusebio di Cesarea) sono stati studiati e raccolti in una edizione fondamentale: - U. von Wi!amowitz-Moellendorff, Antigonos von Karystos ( « Philologische Untersuchungen », 4), Berlin 1881; Berlin-Zi.irich 19652.
ANTIOCO DI ASCALONA, filosofo accademico eclettico del
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1
sec. a.C.
312
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
O Ci sono pervenuti solo frammenti e testimonianze. Una parziale raccolta si trova in: • - G. Luck, Der Akademiker Antiochos (« Noctes Romanae », Band 7), Verlag Pau! Haupt, Bern..Stuttgart 1953, pp. 73-94. (Questa raccolta è fatta con criterio eccessivamente restrittivo e abbisognerebbe pertanto di ampie integrazioni).
(!) Traduce i frammenti più importanti il Russo, Scettici... [dr. voce], pp. 414-421. Fondamentali per capire la posizione di Antioco sono soprattutto gli Aca· demica di Cicerone.
*-
H. Strache, Der Eklektizismus des Antiochos von Askalon, Berlin 1921. - AM. Liider, Die philosophische Personlichkeit des Antiochos von Askalon, Diss., Gottingen 1941. - Luck, Der Akademiker... cit., pp. 13-72. - ]. Glucker, Antiochus and the Late Academy, Gottingen 1978.
*
L. Ferraria - G. Santese, Bibliografia sullo scetticismo antico (18801978), in: Lo scetticismo ... [dr. voce Scettici], pp. 753-850.
ANTIOCO DI LAODICEA: cfr. Neoscettici, 13. ANTIPATRO DI CIRENE: dr. Cirenaici, 4. ANTIPATRO DI TARSO: cfr. Stoici, Elenco scolarchi, 6; Stoici antichi,
*• *• -
12 e inoltre:
H. Cohn, Antipater von Tarsos, Berlin 1905.
ANTIPATRO DI TIRO, filosofo stoico vissuto fra la fine del n e la prima metà del
I
secolo a.C. Fu discepolo di Stratocle e consigliere di Catone.
H. Cohn, Antipater von Tarsos, Berlin 1905 (in particolare l'Excursus, pp. 87 sgg. dedicato ad Antipatro di Tiro).
ANTISTENE DI ATENE, filosofo socratico fondatore del cinismo, vissuto a cavaliere fra il v e il
O Ci
IV
secolo a.C.
sono pervenuti solo frammenti e testimonianze.
e© -
F. Decleva Caizzi, Antisthenis Fragmenta, Istituto editoriale Cisalpino, Milano-Varese 1966, con commento. (Cfr., ivi, p. 11, l'indicazione delle precedenti edizioni). - Giannantoni, S.R. [dr. voce Socratici Minori], v A.
(!) - Paquet, Les Cyniques ... [dr. Cinici], pp. 29-58.
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ANTIOCO DI LAODICEA/ APOLLONIO CRONO
-
Nestle, Die Sokratiker ... [cfr. Socratici), pp. 79-98.
*-
F. Diimmler, Antisthenica, in Kleine Schriften, I, Leipzig 1901, pp. 10-78. - A. Levi, Le teorie metafisiche, logiche e gnoseologiche di Antistene, in « Revue d'histoire de la philosophie •, 4 (1930), pp. 227-249. - F. Caizzi, Antistene, in «Studi Urbinati •, 38 (1964), pp. 48-99. - ]. Humbert, Socrate et les petits socratiques, Paris 1967, pp. 231-250.
*
La bibliografia si vedrà in Decleva Caizzi e in Giannantoni.
ANTISTENE DI EFESO: cfr. Presocratici, 66. ANTONINO NEOPLATONICO: cfr. Neoplatonici, IV, 13. APELLA SCETTICO: cfr. Neoscettici, 21. APELLE EPICUREO: cfr. Epicurei, A, 2. APELLICONE DI TEO: cfr. Peripatetici, B, 2. APOLLOOORO DI ATENE EPICUREO, detto il «Tiranno del Giardino •: cfr. Epicurei, Elenco scolarchi, 8.
APOLLOOORO DI ATENE IL GRAMMATICO, erudito del n secolo a.C. Ebbe come maestri il filologo alessandrino Aristarco e il filosofo mediostoico Panezio.
O Viene ricordato soprattutto per la sua Cronaca, scritta in versi. Quanto ci è rimasto di essa riguarda soprattutto la cronologia dei filosofi . • Le testimonianze e i frammenti di Apollodoro sono stati raccolti da: - Jacoby, Fr. Gr. Hist., Il, B, n. 244, pp. 1022-1128.
APOLLOOORO DI ATENE STOICO: cfr. Stoici, Elenco scolarchi, 10. APOLLOOORO DI CIZIO: cfr. Presocratici, 74; Atomisti, 8. APOLLOOORO DI SELEUCIA: cfr. Stoici antichi, 13. APOLLOFANE STOICO: cfr. Stoici antichi, 3. APOLLONIDE DI NICEA: cfr. Neoscettici, 19. APOLLONIDE STOICO: cfr. Mediostoici, 14. APOLLONIO BIBLA DI ANTIOCHIA:
cfr. Medici Empirici, 5.
APOLLONIO DI CIZIO: cfr. Medici Empirici, 11. APOLLONIO CRONO: cfr. Megarici, 10.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
APOLLONIO L'EMPIRICO DI ANTIOCHIA: dr. Medici Empirici, 4. APOLLONIO DI TIANA, filosofo neopitagorico del
1
secolo d.C., reso
famoso soprattutto dalla vita che di lui scrisse Filostrato.
O Ci sono pervenuti frammenti dall'opera Sui sacrifici, conservatici da Eusebio di Cesarea, mentre le Epistole, giunteci sotto il suo nome, sembrano essere per la maggior parte di dubbia autenticità . • - F.C. Conybeare, Philostratus, The Life of Apollonius of Tyana, the Epistles of Apollonius and the Treatise of Eusebius, 2 voli., London-Cambridge (Mass.) 1912.
GJ Oltre a quella inglese del Conybeare, nell'edizione sopra citata, cfr. le due seguenti traduzioni italiane: - V. Lancetti, Le opere dei due Filostrati volgarizzate, Milano 1828. - D. Del Corno, Filostrato, Vita di Apollonia di Tiana, Adelphi, Milano 1978 (con brevi note).
**
M. Meunier, Apollonius de Tyane ou le séiour d'un dieu parmi Jes hommes, Paris 1936; 19752. - ].G. Bernard, Apollonius de Tyane et ]ésus, Paris 1977. Bibliografia in Del Corno, op. cit., pp. 46 sgg., nelle note, e in ZellerDel Re [cfr. indicazione analitica alla voce Neopitagorici], pp. 115 sgg.
APOLLONIO DI TIRO: cfr. Mediostoici, 12. APULEIO DI MADAURA, letterato e filosofo medioplatonico del n secolo d.C.
O Oltre ad alcuni frammenti, ci è pervenuto un buon numero di opere integrali. Esse, di norma, vengono classificate in due gruppi: a) opere retoriche e letterarie (Apologia o De magia, Florida, Metamorphoses, delle quali non ci occupiamo in questa sede) e b) opere propriamente filosofiche. Ecco l'elenco di queste ultime: l. Sul Dio di Socrate De deo Socratis 2. Intorno a Platone e alla sua dot- De Platone et eius dogmate trina 3. Sul cosmo De mundo Gli sono state anche attribuite le seguenti opere: - Asclepio Asclepius - Sulla interpretazione De interpreta/ione Il primo scritto viene oggi ritenuto inautentico e lo si trova incluso fra i trattati del Corpus Hermeticum. Invece non sembra affatto fuori discussione l'inautenticità del De interpreta/ione . • - P. Thomas, Apulei Opera quae supersunt, III, Apulei Platonici Madaurensis De philosophia libri, Lipsiae 1908; ristampa anast., Stuttgart 1970 (Bibl. Teubn.).
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APOLWNIO L'EMPIRICO/ ARCHITA
- ]. Beaujeu, Apulée, Opuscules philosophiques et /ragments, Paris 1973 (Coli. Budé).
(!)© Oltre alla traduzione francese ed al buon commento del Beaujeu, op. cit., dr. anche la traduzione e le note di G. Barra del De Deo Socratis (che pubblica anche il testo in collaborazione con U. Pannuti) in «Annali della Facoltà di Lettere», Napoli, 10 (1962-63), pp. 81-141.
* - ].
Redfors, Echtheitskritische Untersuchung der apuleischen Schriften De Platone und De mundo, Lund 1960. - M.W. Sullivan, Apuleian Logic, The Nature, Sources and Influence of Apuleius's Peri Hermeneias, Amsterdam 1967. - F. Regen, Apuleius Philosophus Platonicus, Berlin 1971. - C. Moreschini, Apuleio e il platonismo, Firenze 1978.
*
C. Mazzarelli, Bibliografia medioplatonica, Parte seconda: Apuleio, in « Rivista di Filosofia neo-scolastica », 73 ( 1981), pp. 557-595.
ARATO DI SOLI, poeta greco del III secolo a.C., influenzato dalla Stoa. Di lui ci è pervenuto il poemetto Fenomeni, molto noto nell'antichità. e(!)@ - ]. Martin, Arati Phaenomena, La Nuova Italia, Firenze 1956 ( « Biblioteca di Studi Superiori », 25). ARCESILAO DI PITANE, filosofo accademico scettico, vissuto fra la fine del
O
IV
e la prima metà del
III
secolo a.C. Fu scolarca dell'Accademia.
Ci sono pervenuti solo testimonianze e frammenti.
• I frammenti della bibliografia di Arcesilao scritta da Antigono di Caristo si vedano in: - Wilamowitz-Moellendorff, Antigonos von Karystos [dr. voce], pp. 70-76.
(!) Una traduzione delle testimonianze più significative si troverà in: -
*
Russo, Scettici ... [cfr. voce], pp. 171-201.
L. Ferraria - G. Santese, Bibliografia sullo scetticismo antico (18801978) in: Lo scetticismo ... Idr. voce Scettici], pp. 753-850.
ARCHEDEMO DI TARSO: dr. Stoici antichi, 14. ARCHELAO DI ATENE: cfr. Presocratici, 60. ARCHIBIO: dr. Medici Empirici, 13. ARCHIPPO DI TARANTO: dr. Presocratici, 46; Pitagorici antichi, 20. ARCHIPPO DI TARANTO,PSEUOO: dr. Mediopitagorici, 2. ARCHITA DI TARANTO: cfr. Presocratici, 47; Pitagorici, Elenco scolarchi, 12; Pitagorici antichi, 21.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
ARCHITA DI TARANTO, PSEUOO: dr. Mediopitagorici, 3 e inoltre:
eGJ© - Th. Szlezak, Pseudo-Archytas Ober die Kategorien, Texte zur griechischen Aristoteles-Exegese, herausgegeben, uberset'zt und kommentiert (« Peripatoi », 4), De Gruyter, Berlin 1972.
*
Cfr., ivi, pp. 222 sgg., la bibliografia e pp. l sgg. l'indicazione delle precedenti edizioni.
ARESA LUCANO: dr. Pitagorici, Elenco scolarchi, 6. ARESA LUCANO, PSEUOO: dr. Mediopitagorici, 4. ARETE DI CIRENE, figlia di Aristippo di Cirene: dr. Cirenaici, 2. ARGEIA MEGARICA: dr. Megarici, 14. ARIGNOTE PITAGORICA, PSEUOO: dr. Mediopitagorici, 5. ARIMNESTO PITAGORICO, PSEUDO (?): dr. Mediopitagorici, 6. ARIO DIDIMO, erudito e pensatore di tendenza eclettico-aristotelico-stoicheggiante, vissuto fra la seconda metà del 1 secolo a.C. e gli inizi dell'età cristiana, prevalentemente alla corte dell'imperatore Augusto a Roma.
O Fu autore di un Compendio di dottrine filosofiche (Epitomé), che è andato in gran parte perduto. • Quanto ci è rimasto sr.lle dottrine fisiche è stato raccolto in edizione critica da Diels, Dox. [dr. voce Dossografi], pp. 445-472.
Cf) La traduzione è stata curata da Torraca, Dossogr. [dr. voce Dossografi], pp. 225-258.
*
Su Ario Didimo e i caratteri della sua dossografia, si vedano: - Diels, Dox. [cfr. voce Dossografi]. Prolegomena, pp. 69-88. - Moraux, Der Aristotelismus ... [cfr. voce Peripatetici], pp. 259-443 (eccellente).
*
Stato della questione e bibliografia in Moraux, op. cit., pp. 259 sgg.
ARIONE DI LOCRI: dr. Presocratici, 53; Pitagorici Antichi, 27. ARISTEA DI CIPRO: fu un ufficiale vissuto nel m secolo a.C. alla corte di Tolomeo Filadelfo (dr. voce seguente). ARISTEA, PSEUDO
O Sotto il nome di Aristea (dr. voce precedente) ci è giunta una importante Lettera, scritta da un ebreo forse intorno al 100 a.C., sull'origine della versione della Bibbia ad opera dei Settanta.
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ARESA/ ARISTOCLE DI MESSENE
.HT
• - P. Wendland, Aristeae Ad Philocraten eptstuta cum ceteris de origine versionis LXX interpretum testimoniis, Lipsiae 1900 (Bibl. Teubn.). - A. Pelletier, Lettre d'Aristée à Philocrate, Les ~ditions du Cerf, Paris' 1962.
©-
Wendland, op. cit., pp. 171 sgg. e Pelletier, op.cit., pp. 261-317.
CD©** - Pelletier, op. cit.
ARISTEO DI CROTONE: cfr. Pitagorici, Elenco scolarchi, 2. ARISTEO DI CROTONE, PSEUOO: cfr. Mediopitagorici, 7. ARISTIDE DIALETTICO: cfr. Megarici, 21. ARISTIPPO DI CIRENE, fondatore della scuola cirenaica: cfr. Cirenaici, l.
ARISTIPPO DI CIRENE IL GIOVANE (detto METRODIDATTA): cfr. Cirenaici, 3.
ARISTO DI ASCALONA: cfr. Accademici, 17. ARISTOBULO DI ALESSANDRIA: ebreo di cultura ellenica, vissuto· fra il n e il
I
secolo a.C.
O
Ci sono pervenuti frammenti dell'opera Interpretazione della legge sacra conservatici soprattutto da Eusebio di Cesarea (la cui autenticità è però da alcuni contestata) . • - A. Elter, De gnomologiorum graecorum historia atque origine commenta/io, Bonn 1894-1896. - I frammenti più significativi, che ci sono stati tramandati nella Praep. evang. di Eusebio, si vedranno nell'edizione di quest'opera, curata dal Mras (cfr. voce Eusebio), vol. l, pp. 390, 13 sgg. e 451, 13 sgg.; vol. Il, pp. 190, ~8 sgg.; 191, 9 sgg.; 195, 13 sgg.
** -
N. Walter, Der Thoraausleger Aristobulos, Untersuchungen zu seinen Fragmenten und :r;u pseudepigraphischen Resten der iiidisch-helleni· stischen Literatur, Berlin 1964.
ARISTOBULO EPICUREO: cfr. Epicurei, A, 3. ARISTOCLE DI MESSENE, filosofo peripatetico del n secolo d.C.
O
Ci sono pervenuti solo frammenti.
• -
- Mullach, Fr. Ph. Gr. III, pp. 206-221. H. Heiland, Aristoclis Messenii Reliqutae, diss., Meyer, Giessen 1925.
** -
F. Trabucco, Il problema del «De philosophia » di Aristocle df Messene e la sua dottrina, in «Acme», 11 (1958), pp. 97-150.
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318
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
ARISTOFANE (come fonte di Socrate): dr. Socrate. ARISTOMBROTO PITAGORICO, PSEUOO (? ) : cfr. Mediopitagorici, 8. ARISTONE DI ALESSANDRIA, filosofo peripatetico del
O
I
secolo a.C.
Ci sono pervenuti solo alcuni frammenti.
• - l. Mariotti, Aristone d'Alessandria, Edizione ed interpretazione, Patron, Bologna 1966.
** -
-
Mariotti, op. cit., pp. 21-101. Moraux, Der Aristotelismus... [cfr. Peripatelici], pp. 181-193.
ARISTONE DI CEO: cfr. Peripatetici, A, l; Elenco scolarchi. 5. ARISTONE DI CEO IL GIOVANE: cfr. Peripatetici, A, 2. ARISTONE DI CHIO: dr. Stoici antichi, 2 e inoltre: - A.M. loppolo, Aristone di Chio e lo stoicismo antico, Napoli 1980. ARISTOSSENO DI TARANTO: cfr. Peripatetici, A, 3 e inoltre: •
-
R. Da Rios, Aristoxeni Elementa harmonica, Romae 1954.
GJ La traduiione italiana degli Elementi armonici si trova in Da Rios. Una scelta di frammenti tradotti in tedesco si trova in: - Nestle, Die Sokratiker ... [dr. Socratici], pp. 266-270. ARISTOTELE CIRENAICO: dr. Cirenaici, 6. ARISTOTELE DI MITILENE, filosofo peripatetico del n secolo d.C., forse uno dei maestri di Alessandro di Afrodisia, solo di recente emerso alla ribalta.
*-
P. Moraux, Aristoteles, der Lehrer Alexanders von Aphrodisias,
« Archiv fiir Geschichte qer Philosophie », 49 (1967), pp. 169-182.
ARISTOTELE DI STAGIRA, fondatore del Peripato, 384/383-322.
O
Catalogo delle opere:
La produzione filosofica e scientifica di Aristotele è da annoverare fra le più cospicue che siano esistite. Delle sue opere, che spaziano su quasi tutta l'area del sapere di allora, ci è pervenuta la parte più significativa, consistente soprattutto in scritti approntati per le lezioni (scritti esoterici o acroamatici). Invece è andata sostanzialmente perduta la produzione essoterica, ossia le pere scritte da Aristotele (per lo più nella prima parte della sua vita) desti-
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ARISTOFANE/ARISTOTELE
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nate al grosso pubblico. Ecco l'elenco delle opere pervenuteci, nell'ordine in cui sono pubblicate nel Bekker (sotto citato); un ordine che, nelle sue linee di forza, risale, come sembra, addirittura all'edizione di Andronico. Alcune di queste opere sono spurie, ma allo stato attuale degli studi aristotelici, il verdetto di autenticità pronunciato nel secolo scorso, per molte, è caduto, oppure è stato rimesso in discussione. In ogni caso, i pezzi forti del Corpus, soprattutto quelli propriamente filosofici, sono giudicati concordemente autentici. (Accanto al titolo italiano, indichiamo il titolo latino divenuto canonico e le abbreviazioni più comunemente usate nelle citazioni). l. Categorie Categoriae Cat. 2. Sull'interpretazione De interpreta/ione De interpr. 3. Primi Analitici Analytica priora An. pr. 4. Secondi Analitici Analytica posteriora An. post. 5. Topici Topica Top. 6. Confutazioni sofistiche De sophisticis elenchis Soph. el. 7. Fisica Physica Phys. -8. Del cielo De caelo De caelo ·9. Sulla generazione e corru- De generatione et corrup- De gen. et corr. zione tione 10. Meteorologici Meteorologica Meteor. 11. Trattato sul cosmo per A- De m un do De mundo lessandro · 12. Dell'anima De anima De an. 13. Del senso e dei sensibili De sensu et sensibili De sensu 14. Della memoria e della re- De memoria et remini- De mem. miniscenza scentia 15. Del sonno e della veglia De somno et vigilia De somn. et vig. 16. Sui sogni De somniis De somn. 17. Sulla divinazione nel sonno De divinatione per som- De divinai. num 18. Sulla longevità e brevità De longitudine et brevi- De long. vit. della vita tale vitae 19. Sulla giovinezza e sulla vec- De iuventute et senec- De iuvent. chiaia tute 20. Sulla vita e sulla morte De vita De vita et de morte 21. Sulla respirazione De respiratione De respirai. 22. Sul pneuma De spiritu De spir. 23. Ricerche sugli animali Historia animalium Hist. an. 24. Parti degli animali De partibus animalium De pari. an. 25. Sul moto degli animali De motu animalium De motu an. 26. Locomozione degli animali De incessu animalium De in. an. 27. Riproduzione degli animali De generatione anima- De gen. an. lium 28. Sui colori De coloribus De color. 29. Sui suoni De audibilibus De aud. 30. Fisiognomonia Physiogn. Physiognomonica 31. Sulle piante De plani. De plantis
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
32. Storte mirabili
De mirabilibus ausculta- De mir. tionibus 33. Meccanica Mechanica Mech. Problema/a 34. Problemi Probl. De lineis insecabilibus 35. Sulle linee indivisibili De lin. insec. V entorum situs 36. La posizione dei venti Vent. sit. 37. Intorno a Senofane, Zeno- De Xenophane, Zenone, De Xenoph. ne e Gorgia ·(Intorno a Se- Gorgia, ma il titolo esat- Mel. Gor.; nofane, Melissa e Gorgia) to è De Xenophane, Me- XMG lissa, Gorgia Metaphysica 38. Metafisica Metaph. Ethica Nicomachea 39. Etica a Nicomaco Eth. Nic., EN 40. Grande etica Magna moralia M. Mor.,MM Ethica Eudemea 41. Etica Eudemia Eth. Eud., EE De virtutibus et vitiis 42. Sulla virtù e sui vizi De virt. 43. Politica Politica Poi. 44. Trattato di economia Oec. Oeconomica 45. Retorica Rhetorica Rhet. 46. Retorica per Alessandro Rhetorica ad AJexan- Rhet. ad Alex. drum 47. Poetica Poetica Poet. 48. A queste opere va aggiunta la Costituzione di Atene (Const. Ath.), ritr~ vata, per la maggior parte, in un papiro del British Museum, nel 1891 e poi più volte edita. Ed ecco i titoli delle opere delle quali sono stati via via recuperati frammenti o testimonianze, secondo l'edizione del Ross, che è oggi la più atten· dibile ed equilibrata nella scelta del materiale.
l. Dialoghi Grillo o della retorica Simposio Sofista Eudemo o dell'anima Nerinto Erotico 7. Protreptico (Esortazione alla filosofia) 8. Della ricchezza 9. Sulla preghiera l. 2. 3. 4. 5. 6.
10. Sulla nobiltà di nascita 11. Sul piacere 12. Sull'educazione 13. Sulla monarchia 14. Alessandro 15. Politico 16. Sui poeti 17. Sulla filosofia 18. Sulla giustizia
Il. Opere l o g i c h e l. Sui problemi 2. Divisioni 3. Tracce per argomentazioni
4. Categorie 5. Sui contrari
III. O p e re f i l o s o f i c h e l. Sul Bene
2. Sulle Idee
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ARISTOTELE
3. Sui Pitagorici 4. Sulla filosofia di Archita
5. Su Democrito
IV. Opere p o e t i c h e l. Poesie
Un'idea piuttosto precisa di ciò che Aristotele ha scritto, il lettore moderno se la può ancora fare leggendo i cataloghi tramandatici da: l) Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, V, 21 sgg.; 2) un Anonimo autore della cosiddetta Vita Menagiana (dal suo editore), che attinge da Esichio di Mileto; 3) Tolomeo, che attinge da Andronico. Questi cataloghi sono stati pubblicati da V. Rose, nel vol. V dell'Aristotelis Opera dell'Accademia di Berlino, sotto citata. Sull'argomento si vedrà: - P. Moraux, Les listes anciennes des ouvrages d'Aristate, Louvain 1951 (qui il lettore troverà status quaestionis, nuove ed approfondite congetture, ricchissima bibliografia) . •
Edizioni delle opere
Le edizioni delle opere di Aristotele sono assai numerose, ma tutte quelle edite prima del 1831 hanno ormai un valore quasi solo storico-erudito. Infatti, in questo anno, vide la luce l'edizione della Accademia delle Scienze -di Berlino, divenuta punto di riferimento per le citazioni e tuttora indispensabile, anche se in gran parte superata da nuove edizioni delle singole -opere: - Aristotelis Opera edidit Academia Regia Borussica, 5 voli., G. Reimer, Berolini 1831-1870. Ecco il contenuto dei singoli volumi. 1-11: Aristoteles Graece, testo critico a cura di l. Bekker (stampato su -due colonne, quella di sinistra si indica con a e quella di destra con b). III: Aristoteles Latine, contiene traduzioni latine rinascimentali di vari · autori; il volume fu pubblicato pure nel 1831. IV: Scholia in Aristotelem, contiene passi desunti da commentatori gre. ci a cura di C.A. Brandis (l'edizione dei commentatori greci che successivamente l'Accademia di Berlino ha pubblicato, e di cui daremo l'elenco più . oltre, rende ormai pressoché inutile questo volume). V: Aristotelis Fragmenta, raccolti da V. Rose; supplementi agli Scholia in Aristotelem curati da Usener e lndex Aristotelicus curato da H. Bonitz. Una ristampa di questa edizione è stata curata da O. Gigon, De Gruyter, · Berlin 1960-1961. Degna di particolare menzione, perché migliora, in certi punti, il Bek.ker, · è l'edizione pubblicata da F. Didot, non apprezzata quanto mer-ita e, purtroppo, oggettivamente non utilizzabile, perché non riproduce l'impagina. zione Bekker, che è ormai d'obbligo nelle citazioni: Aristotelis opera omnia . graece et latine cum indice nominum et rerum absolutissimo, A.F. Didot, voli. l-IV, Parisii,s 1848-1869; vol. V (.Index} 1874. Per la Costituzione degli Ateniesi si veda:
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
- H. Oppermann, A9HNAinN IIOAITEIA, Lipsiae 1928 (Bibl. Teubn.)> rist. anast. Stuttgart 1961. Molte delle opere del Corpus Aristotelicum sono inoltre disponibili talora in ottime edizioni che migliorano sensibilmente il testo del Bekker nelle seguenti collezioni di classici: « Bibliotheca Teubneriana »; « Collection des Universités de France»; « Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis »; « The Loeb Classica! Library ». (Si veda l'elenco analitico dei titoli nella nostra Introduzione ad Aristotele, sotto ci t., pp. 209 sgg. ). Per quanto concerne i frammenti dr.: - V. Rose, Aristotelis qui ferebantur librorum fragmenta, Lipsiae 18863(Bibl. Teubn.). - P. Walzer, Aristotelis dialogorum fragmenta, Firenze 1934. - W.D. Ross, Aristotelis fragmenta selecta, Oxford 1955. - M. Plezia, Aristotelis epistularum fragmenta cum testamento, Warszawa 1961. ©Lessici lnsuperato, e superabile solo con l'ausilio dei calcolatori elettronici, è il già citato Index Aristotelicus del Bonitz contenuto nel vol. V dell'edizione delle opere di Aristotele dell'Accademia di Berlino. L'Index è stato di recente riprodotto anche a parte in edizione anastatica: - H. Bonitz, Index Aristotelicus, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 1955; De Gruyter, Berlin 1961. ©Commentari antichi e moderni a) I c o m m e n tar i gr e c i sono stati pubblicati in una monumentale edizione a cura dell'Accademia di Berlino: - Commentaria in Aristotelem Graeca, edita consilio et auctoritate Academiae Litterarum Regiae Borussicae, G. Reimeri, Berolini 1882-1909. (Per il catalogo completo dr. la voce Commentari greci di Aristotele). b) P e r i c o m m e n t a r i m e d i e v a l i latini, si consultino i repertori: - H.C. Lohr, Medieval Latin Aristotle Commentaries Authors, in «Traditio », 23 (1967), pp. 313-413 [A..F]; 24 (1968), pp. 149-245 [G-1]; 26 (1970), pp. 135-216 [Ja-Jo]; 27 (1971), pp. 251-351 [Jo-Myn]; 28 (1972), pp. 281-396 [N-Ri]; 29 (1973), pp. 93-197 [Ro-Wil]. . - A. Zimmermann, V erzeichnis ungedruckter Kommentare zur Metaphysik und Physik des Aristoteles, I. Aus der Zeit von etwa 1250-1350, LeidenKoln 1971. c) Per i c o m m e n tar i r i nasci m e n t a l i si troveranno ricche indicazioni in: - Schwab, Bibliographie d'Aristate (sotto cit.), passim.
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ARISTOTELE
- Philippe, Aristoteles (sotto cit.), pp. 22 sgg. d) Fra i c o m m e n t a r i m o d e r n i segnaliamo: Per la Metafisica - A. Schwegler, Die Metaphysik des Aristoteles, Grundtext, Uebersetzung und Commentar, nebst erliiuternden Abhandlungen, Tiibingen 1847-1848, 4· voli.; rist. anast., Minerva G.m.b.H., Frankfurt am Main 1960. - H. Bonitz, Aristotelis Metaphysica, 2 voli., Bonn 1848-1849; il secondo volume, che contiene il commentario in lingua latina, è stato ristampato in ediz. anast., Olms, Hildesheim 1960. - W.D. Ross, Aristotle's Metaphysics, a Revised Text with Introduction and Commentary, 2 voli., Clarendon Press, Oxford 1924; 19482 , 19533. - G. Reale, Aristotele, La Metafisica, Traduzione introduzione e commento, 2 voli., Loffredo, Napoli 1968; rist. 1978. Per la Fisica, il trattato Sulla generazione e corruzione e i Meteorologici - W.D. Ross, Aristotle's Physics, A Revised Text with Introduction and Commentary, Clarendon Press, Oxford 1936; 19.5.52. - H.H. Joachim, Aristotle On Coming-to-be and Passing-away, A Revised Text, with Introduction and Commentary, Oxford 1922; Hildesheim 19702. - M. Migliori, Aristotele, La generazione e la corruzione, Traduzione introduzione e commento, Loffredo, Napoli 1976. - C. Baffioni, Il IV libro dei «Meteorologica» di Aristotele, Napoli 1981. Per il trattato Sull'anima - F.A. Trendelenburg, Aristotelis De anima libri tres, Berlin 18772; rist. anast., Graz 19.57. - G. Rodier, Aristotle, Traité de l'ame traduit et annoté, 2 voli., Paris 1900. - W.D. Ross, Aristotle, De anima, Edited, with Introduction and Commentary, Clarendon Press, Oxford 1961. - G. Movia, Aristotele, L'anima, Traduzione introduzione e commento, Loffredo, Napoli 1979. Per l'Etica a Nicomaco - R.A. Gauthier-Y.]. Jolif, Aristate, l'Éthique à Nicomaque, Introduction· traduction et commentaire, 4 voli., Louvain 19702 (il vol. I contiene una mo-· nografia, il II la traduzione, il III e il IV il commentario). Per la Politica - W.L. Newman, The Politics of Aristotle, With an Introduction, two· Prefatory Essays and Criticai and Explanatory Notes, 4 voli., Clarendon Press,. Oxford 1887-1902. Per le opere di logica - T. Waitz, Aristotelis Organon Graece, 2 voli., Leipzig 1844-1846; rist~ anast., Scientia Verlag, Aalen 1962. - D. Ross, Aristotle's Prior and Posterior Analytics, A Revised Text with· Introduction a11d Commentary, Oxford 1949.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
- M. Mignucci, Aristotele, Gli Analitici primi, Traduzione introduzione e .commento, Loflredo, Napoli 1969. - M. Mignucci, L'argomentaztone dimostrativa in Aristotele, Commento .agli Analttici secondi, Antenore, Padova 1975. - A. Zadro, Aristotele, I Topici, Traduzione introduztone e commento, Loflredo, Napoli 1974. Per la Poetica - I. Bywater, On the Art of Poetry, A Revised Text with Criticai Intro· .duction Translation and Commentary, Clarendon Press, Oxford 1909; 19112. - A. Rostagni, Aristotele, Poetica, Introduzione, testo e commento, Torino 1927; 19452. -A. Gudeman, Aristoteles, IIEPI IIOIHTIKH:E, mit Einleitung, Text und .adnotatio critica, exegetischem Kommentar, kritischem Anhang und Indices nominum, rerum, locorum, De Gruyter, Berlin und Leipzig 1934. - C. Gallavotti, Aristotele, Dell'arte poetica, Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori, Milano 1974. Per il Trattato sul cosmo - G. Reale, Aristotele, Trattato sul cosmo per Alessandro, Traduzione con .testo greco a fronte, introduzione, commento e indtci, Loflredo, Napoli 1974. Per il trattato Sulla filosofia - M. Untersteiner, Aristotele, Della filosofia, Introduzione, testo, traduzione e commetJtO esegetico, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1963.
GJ Traduzioni
in lingue moderne
a) Traduzioni i t a l i a n e Purtroppo non esiste ancora un tutto Aristotele nella nostra lingua. Una iniziativa sistematica di nuove traduzioni critiche con introduzioni, commentario analitico e bibliografie è stata promossa dal « Centro Studi filosofici di "Gallarate>> per l'editore Loflredo di Napoli. Sono usciti finora: - La Metafisica, a cura di G. Reale, ·2 voli., 1968; 19782 (dr. ivi, Il, p. 455 le indicazioni circa le precedenti traduzioni italiane di quest'opera aristotelica). - Gli Analitici primi, a cura di M. Mignucci, 1969. - I Topici, a cura di A. Zadro, 1974. - Trattato sul cosmo per Alessandro, a cura di G. Reale, 1974. - La generazione e la corruzione, a cura di M. Migliori, 1976. - L'anima, a cura di G. Movia, 1979. La maggior parte delle traduzioni dei trattati aristotelici in lingua italiana è stata pubblicata dall'editore Laterza (ma senza commento e senza apparati). - Opere, a cura di Gabriele Giannantoni, 4 voli., Roma-Bari 1973 (ripro.dotte anche in edizione economica nella collana «Universale Laterza>>). Le traduzioni sono a cura di: Giorgio Colli (Organon), Antonio Russo (Fisica, Della generazione e della corruzione, Metafisica), Oddone Longo (Del cielo), Renato Laurenti (Dell'anima, Piccoli trattati di storia naturale, Politica, Trat.tato sull'economia, Costituzione degli Ateniesi), Mario Vegetti (Parti degli
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ARISTOTELE
animali), Diego Lanza (Riproduzione degli animali), Armando Plebe (Etica Nicomachea, Grande etica, Etica Eudemia, Retorica), Manara Valgimigli (Poetica), Gabriele Giannantoni (Frammenti). Presso gli altri editori si possono reperire altre recenti traduzioni (citiamo in ordine cronologico di edizione): - E. Riondato, La teoria aristotelica dell'enunciazione, Antenore, Padova 1957 (contiene la traduzione del De interpreta/ione). - De motu animalium, a cura di L. Torraca, Libreria Scientifica Editrice, Napoli 1958 (ed. crit., trad. e note). - La poetica, a cura di C. Sorge, S.E.I., Torino 1961. - Problemi di fonazione acustica, a cura di G. Marenghi, Libreria Scientifica Editrice, Napoli 1962 (ed. crit., trad. e comm.). - De caelo, intr. trad. e note a cura di O. Longo, Sansoni, Firenze 1962. - Generazione e corruzione, a cura di P. Cristofolini, Boringhieri, Torino 1963. - Le Categorie, intr. trad. e comm. a cura di D. Pesce, Liviana editrice, Padova 1966. - La Politica, La costituzione di Atene, a cura di A. Viano, Utet, Torino 1966. - Problemi di medicina, a cura di G. Marenghi, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1966 (ed. crit., trad. e note). - Fisica, a cura di G. Laurenza, ltalgrafica, Napoli 1967. - Gli Analitici secondi, a cura di M. Mignucci, Azzoguidi, Bologna 1970. - De lineis insecabilibus (Pseudo Aristotele), intr., trad., e comm. a cura di M. Timpanaro Cardini, Istituto editoriale Cisalpino, Milano-Varese 1970. - Le Categorie, a cura di D. Antiseri, Minerva ltalica, Bergamo 1971. - Opere biologiche, a cura di M. Vegetti e D. Lanza, Utet, Torino 1972. - Retorica, a cura di A. Pieretti, Minerva ltalica, Bergamo 1972. - La poetica, a cura di M. Pittau, Palumbo, Palermo 1972. - Dell'arte poetica, a cura di C. Gallavotti, Mondadori, Milano 1974. - La Metafisica, a cura di C. Viano, Utet, Torino 1974. - La Metafisica, a cura di G. Reale, Rusconi, Milano 1978 (editio minor). - Etica Nicomachea, a cura di C. Mazzarelli, Rusconi, Milano 1979. - La poetica, a cura di D. Pesce, Rusconi, Milano 1981. - Meteorologica, a cura di L. Pepe, Guida Editori, Napoli 1982. Delle opere giovanili vi sono le seguenti traduzioni: - Della filosofia, introduzione, testo, traduzione e commento esegetico di M. Untersteiner, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1963. - Esortazione alla filosofia (Protreptico), a cura di E. Berti, Radar, Padova 1967. - Il De ideis è tradotto da W. Leszl nel volume: Il «De Ideis » di Aristotele e la teoria platonica delle Idee, Olschki, Firenze 1975 (con edizione critica del testo a cura di D. Harlfinger). b) Traduzioni in lingua inglese In lingua inglese esiste una buona traduzione di tutto il Corpus Aristoteli· cum in 12 volumi:
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
- The Works of Aristotle, Translated into English under the Editorship of W. D. Ross, at the Clarendon Press, Oxford 1908 sgg. (detta comunemente The Oxford Translation of Aristotle). Diamo la descrizione dell'opera e dei rispettivi curatori nella nostra Introduzione a Aristotele (sotto cit.), p. 217. Questa traduzione si è imposta come punto di riferimento a livello internazionale e rimane, per ora, insuperata nel suo insieme, anche se denunzia, ormai, in molti punti, i suoi anni. - Traduzioni inglesi si troveranno anche nell'edizione. bilingue della « Loeb Oassical Library », a cura di vari autori. c) Traduzioni
in lingua francese In lingua francese sono eccellenti le traduzioni curate da J. Tricot: - Aristate, Traduction nouvelle et notes par J. Tricot, Vrin, Paris 1934 sgg.: Organon; Métaphysique (s.i veda soprattutto la Nouvelle édition entièrement refondue, avec commentaire, 1953); De la Génération et de la Corruption; De l'Ame; Traité du Ciel suivi du Traité Pseudo-Aristotélicien du Monde; Parva naturalia suivi du Traité Pseudo-Aristotélicien de Spiritu; Les Météorologiques; Histoire des Animaux, 2 voli.; Les E.conomiques; E.thique à Nicomaque. (Alcuni di questi volumi hanno anche buone note di commento). - Traduzioni in lingua francese si trovano anche nelle edizioni bilingui delle varie opere di Aristotele pubblicate dalla « Collection des Universités de France», sotto il patrocinio della Association G. Budé, a cura di vari autori. d) T r a d u z i o n i i n l i n g u a t e d e s c a Una traduzione di tutte le opere aristoteliche in lingua tedesca ha iniziato e condotto a buon punto Paul Gohlke: - Aristoteles, Die Lehrschriften, herausgegeben, ubertragen und in ihrer Entstehung erlautert, F. Schoning, Paderborn 1945 sgg. Diamo il piano dettagliato dell'opera del Gohlke nella nostra Introduzione a Aristotele (sotto cit.), p. 219. Un grande piano di traduzioni di tutto Aristotele, a cura di diversi specialisti, è stato programmato dalla Wissenschaftliche Buchgesellschaft di Darmstadt in collaborazione con l'Akademie Verlag di Berlino: - Deutsche Aristoteles Gesamt-Ausgabe. Aristoteles, W erke in deutscher Obersetzung, 20 voli. L'opera è stata iniziata sotto la direzione di E. Grumach e, dopo la morte di questi, proseguita sotto la direzione di H. Flashar. Il piano dell'opera e i curatori dei singoli volumi si troveranno nella nostra Introduzione a Aristotele (sotto cit.), pp. 219 sg. A giudicare dai volumi già pubblicati, questa edizione supererà la traduzione inglese di Oxford, soprattutto perché contiene ricchi commentari (e quindi giustificazione della traduzione), introduzioni e bibliografie. (Una traduzione di Aristotele senza note e apparati è ormai pressoché illeggibile).
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327
ARISTOTELE
*Letteratura crlttca Per la letteratura critica rimandiamo alla nostra Introduzione a Aristotele, Laterza, Bari 19823, pp. 224-240. Qui ci limiteremo a segnalare alcune opere di insieme o sui temi di fondo della filosofia dello Stagirita. a) Su Aristotele in generale e sulla genesi del suo pensiero - W. Jaeger, Aristate/es, Grundlegung einer Geschi_chte seiner Entwicklung, Berlin 1923; 19552; traduzione italiana a cura di G. Calogero, La Nuova Italia, Firenze 1935, più volte ristampata. - W.D. Ross, Aristotle, London 1923, più volte riedito; traduzione italiana di A. Spinelli, Laterza, Bari 1946; Feltrinelli, Milano 1972. - E. Bignone, L'Aristotele perduto e la formazione filosofica di Epicuro, 2 voli., Firenze 1936; 19732. (Opera fondamentale, che rimane valida, anche se è superata la prospettiva jaegeriana che la sorregge, per la dimostrazione dei riflessi che il giovane Aristotele ebbe sulla .filosofia dell'età ellenistica, in particolare su Epicuro). - E. Berti, La filosofia del primo Aristotele, Padova 1962. - I. Diiring, Aristate/es, Darstellung und Interpretation seines Denkens, Heidelberg 1966. (~ un lavoro fondamentale; forse dopo quella dello Jaeger è la monografia d'insieme più significativa). Il lettore italiano ha ora a disposizione l'opera del Diiring in una bella traduzione di P.L. I:><mini, Mur· sia, Milano 1976. - AA.VV., Aristoteles in der neueren Forschung, Herausgegeben von P. Moraux, Darmstadt 1968. b) Sulla metafisica e sulla ontologia - J. Owens, The Doctrine of Being in the Aristotelian Metaphysics, Toronto 1951; 19632; 1978~ (è uno dei migliori contributi moderni allo studio della Metafisica aristotelica). - L. Lugarini, Aristotele e l'idea della filosofia, Firenze 1961; 19722. - G. Reale, Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele, Milano 1961; 19652; 19673. - E. Riondato, Storia e metafisica nel pensiero di Aristotele, Padova 1961. - P. Aubenque, Le problème de l'etre chez Aristate, Essai sur la problématique aristotélicienne, Paris 1962; 19662. -AA.VV., Metaphysik und Theologie des Aristate/es, Herausgegeben von F.P. Hager, Darmstadt 1969. - W. Leszl, Logic and Metaphysics in Aristotle, Padova 1970. - K. Biirthlein, Die Transzendentalienlehre der alten Ontologie, I. Teil: Die Trans:r.endentalienlehre im Corpus Aristotelicum, Berlin 1972. - H. Happ, Hyle, Studien zum aristotelischen Materie-Begriff, BerlinNew York 1971. - C. Natali, Cosmo e divinità, La struttura logica della teologia aristotelica, L'Aquila 1974. - E. Berti, Studi aristotelici, L'Aquila 1975.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
- E. Berti, Aristotele: dalla dialettica alla filosofia prima, Padova 1977. c) Sulla fisica e la filosofia della natura - A. Mansion, Introduction à la physique aristotélicienne, Louvain 1913; deuxième édition revue et augmentée 1946; rMit. anast. 1973. - J.M. Le Blond, Logique et méthode chez Aristate, Étude sur la recherche des principes dans la physique aristotélicienne, Paris 1939; 19702. - H. Weiss, Kausalitiit und Zufall in der Philosophie des Aristoteles, Basei 1942; Darmstadt 19672. - W. Wieland, Die aristotelische Physik, G *
Resta fondamentale: - D.R. Dudley, A History of Cynicism, From Diogenes to the 61h Century A.D., London 19.37; rist. anast., Olms, Hildesheim 1967. (Studia in modo analitico e chiaro - anche se con tesi non sempre condividibili tutti gli autori sopra elencati).
*
La bibliografia sui Cinici si troverà in Paquet, op. cit., pp. 297-.302 e in Giannantoni, S.R., cit.
CIRENAICI (dagli ultimi decenni del v alla prima metà del m secolo a.C.) Diamo l'elenco dei filosofi cirenaici di cui ci sono giunti frammenti o testimonianze. l. ARISTIPPO DI CIRENE, vissuto fra gli ultimi decenni del secolo v e la prima metà del secolo IV a.C. 2. ARETE DI CIRENE, figlia di Aristippo, vissuta nel IV secolo a.C . .3. ARISTIPPO METRODIDATTA, figlio di Arete (e quindi nipote del fondatore della scuola), vissuto nella seconda metà del IV secolo a.C. 4. ANTLPATRO DI CIRENE, discepolo di Aristippo il Vecchio, quindi vissuto nel IV secolo a.C. 5. PAREBATE DI CIRENE, discepolo di Epitimide, a sua volta discepolo di Antipatro, e quindi vissuto fra il IV e il m a.C. 6. ARISTOTELE CIRENAICO, vissuto fra il IV e il m secolo a.C. 7. EGESIA DI CIRENE, vissuto fra il IV e il m secolo a.C. 8. ANNICERI(DE) DI CIRENE, probabilmente contemporaneo di Egesia. 9. TEODORO DI CIRENE detto L'ATEO, discepolo di Anniceride, vissuto a cavaliere fra il IV e il m secolo a.C.
Q Di nessuno dei Cirenaici ci sono pervenute opere integrali, ma solo frammenti ed un buon numero di testimonianze indirette.
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CIRENAICI/CLEARCO
347
• Tre moderne edizioni hanno definitivamente superato la vecchia ed incompleta raccolta di Mullach, contenuta nei Fr. Phil. Gr.: - G. Giannantoni, I Cirenaici, Raccolta delle fonti antiche, traduzione e studio introduttivo, Sansoni, Firenze 1958. - E. Mannebach, Aristippi et Cyrenaicorum fragmenta, Brill, LeidenKoln 1961.
- Giannantoni, Aristippi et Cy,enaicorum philosophorurn reliquiae, in S.R. [dr. voce Socratici Minori], IV A-IV H. {Giannantoni e Mannebach hanno usato criteri di edizione molto diversi fra di loro e perciò può tornare utile allo studioso il raffronto dei rispettivi risultati).
© Quest'ultima edizione di Giannantoni è fornita di commenti e di ricche notazioni. © Un utile Index verborum si trova nella citata edizione di Mannebach, pp. 125-129. (!) La traduzione italiana si trova nella prima edizione del Giannantoni, a fronte del testo greco.
*-
G. Zuccante, I Cirenaici, Milano 1916. - ]. Stenzel, Kyrenaiker, in R.E., XII, l (1924), coli. 137-150. - Giannantoni, Introduzione allo studio di Aristippo di Cirene, in: I Cirenaici... , cit., pp. 11-169.
*
Una assai ricca bibliografia si trova nelle due edizioni del Giannantoni.
CLAUDIANO MAMERTINO: scrittore cristiano vissuto nel v secolo d.C. Di lui ci è pervenuto un trattato Sull'antma, utile per alcune informazioni di carattere dossografico. CLEANTE DI ASSO: dr. Stoici antichi, 7; Stoici, Elenco scolarchi, 2 e inoltre:
e© - A.C. Pearson, The Fragments of Zeno and Cleanthes, London 1891; rist. anast., Arno Press, New York 1973. (Nella letteratura anglosassone le citazioni sono fatte spesso secondo questa edizione).
*
-H. von Arnim, Kleanthes, in R.E., XI, l (1921), coli. 558-574. - G. Verbeke, Kleanthes van Assos, Bruxelles 1949 (è l'opera di gran lunga più completa, purtroppo, però, scritta in lingua fiamminga). - Pohlenz, La Stoa ... , I 34 sg.; 324 sgg.; 185 sg.; 217-221 e passim. - H. DOrrie, Kleanthes, in R.E., Suppl. 12 (1970), coli. 1705-1709.
*
Una bibliografia aggiornata si trova in DOrrie, cit., coli. 1707 sgg.
CLEARCO DI SOLI: dr. Peripatetici, A, 5.
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348
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
CLEEMPORO PITAGORICO, PSEUDO (?): cfr. Mediopitagorici, 16. CLEMENTE ALESSANDRINO: vissuto fra il n e il m secolo d.C. Nacque ad Atene, ma è detto Alessandrino perché visse ed operò ad Alessandria. ~ fonte preziosa di informazione soprattutto per i suoi Stromata . • O. Stahlin, Clemens Alexandrinus, Stromata, 2 voli., Leipzig 19061909. La bibliografia si trova in Totok, Handbuch ... , Il, pp. 86 sgg.
*
CLEOMEDE, astronomo del n secolo d.C., influenzato dalla Stoa.
O ~ autore del trattato De motu circulari corporum caelestium. e© H. Ziegler, Cleomedis De motu circulari corporum caelestium
libri duo, Lipsiae 1891 (Bibl. Teubn.), con traduzione latina a fronte del testo greco ed ampio Index verborum (pp. 231-257).
CLEOSTRATO DI TENEDO: cfr. Presocratici, 6. CLIDEMO: cfr. Presocratici, 62. CLINIA DI TARANTO: cfr. Presocratici, 54; Pitagorici antichi, 28. CLINIA DI TARANTO, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici, 17. CLINOMACO DI TURI: cfr. Megarici, 5. CLITARCO DI ALESSANDRIA: cfr. Megarici, 23. CLITOMACO DI CARTAGINE, filosofo accademico-scettico, vissuto nel 11 secolo a.C., discepolo e divulgatore del pensiero di Carneade (cfr. Accademici, Elenco scolarchi, 14).
O Ci GJ -
* *-
-
sono pervenute solo scarse testimonianze. Russo, Scettici ... [cfr. voce], pp. 385-396.
Cfr. la bibliografia indicata alla voce Scetticismo, e inoltre: H. von Arnim, Kleitomachos, in R.E., XI, l (1921), coli. 656-659.
L. Ferraria - G. Santese, Bibliografia sullo scetticismo antico (18801978), in: Lo scetticismo ... [cfr. voce Scettici], pp. 753-850.
COWTE DI LAMPSACO, filosofo epicureo del
IV-lll
secolo a.C.
O Ci sono pervenuti solo frammenti, trasmessici da Plutarco nell'opuscolo polemico Adversus Colotem e dai papiri di Ercolano. • Non esiste un'edizione completa di tutti i frammenti. I testi papiracei sono stati criticamente restituiti da:
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CLEEMPORO/COMMENTARI GRECI DI ARISTOTELE
349"
- W. Cronert, Kolotes und Menedemos, Texte und Untersuchungen zur Philosophen- und Literaturgeschichte, (« Studien zur Paliiographie und Papyruskunde », Verlag Eduard Avenarius, Leipzig 1906, pp. 162-170; rist. anast.,. Hakkert, Amsterdam 1965.
GJ Tutti i testi di Colote sono stati, invece, recentemente raccolti in traduzione italiana da: - Isnardi Parente, Opere di Epicuro [cfr. Epicurei], pp. 555-572. (Questa· raccolta, in mancanza dell'edizione dei testi in lingua originaria, è un indispensabile punto di riferimento).
*
Cfr. R. Westman, Plutarch gegen Kolotes, Helsinki 1955.
COMMENTARI GRECI DI ARISTOTELE Tutti i commentari composti in lingua greca, dagli inizi dell'era cristiana al secolo d.C. e a noi pervenuti, sono stati accuratamente pubblicati in una. grande raccolta in 23 volumi, divisi in vari tomi, a cura di numerosi speciali-sti. Il titolo complessivo della raccolta è: - Commentario in Aristotelem Graeca, edita consilio et auctoritate Academiae Litterarum Regiae Borussicae, apud G. Reimerum, Berolini 1882-1909;. rist. anast., De Gruyter, Berlin 1954 sgg. Questa raccolta viene di norma indicata con la sigla C.A.G. Ecco il catalogo completo dei titoli che vi fanno parte: Volume 1: Alexandri Aphrodisiensis in Aristotelis Metaphysica commentario, edidit M. Hayduck, 1891; rist. 1956. Parte l: Alexandri in Aristotelis Analyticorum Priorum li-Volume II, brum I commentarium, edidit M. Wallies, 1883;. rist. 1960. Parte 2: Alexandri Aphrodisiensis in Aristotelis Topicorum libros octo commentario, edidit M. Wallies, 1891;. rist. 1959. Parte 3: Alexandri quod fertur in Aristotelis Sophisticos· Elenchos commentarium, edidit M. Wallies, 1898;. rist. 1960. Volume III, Parte l: Alexandri in librum De sensu commentarium, edi-dit P. Wendland, 1901; rist. 1960. Parte 2: Alexandri in Aristotelis Meteorologicorum libros commentario, edidit M. Hayduck, 1899; rist. 1960. Volume IV, Parte 1: Porphyrii Isagoge et in Aristotelis Categorias commentarium, edidit A. Busse, 1887; rist. 1957. Parte 2: Dexippi in Aristotelis Categorias commentarium,. edidit A. Busse, 1888; rist. 1959. Parte 3: Ammonius, In Porphyrii Isagogen sive V voces~ edidit A. Busse, 1891; rist. 1960. Parte 4: Ammonius, In Aristotelis Categorias commenta.rius, edidit A. Busse, 1895; rist. 1960. XIV
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J50
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Parte 5: Ammonius, I n Aristotelis De interpreta/ione commentarius, edidit A. Busse, 1897; rist. 1960. Parte 6: Ammonii in Aristotelis Analyticorum Priorum librum I commentarium, edidit M. Wallies, 1899; rist. 1960. Volume V,
Volume VI,
Volume Vl·l: Volume VIII: Volume IX: Volume X: Volume XI: Volume XII,
Volume XIU,
Parte 1: Themistii Analyticorum Posteriorum paraphrasis, edidit M. Wallies, 1900; rist. 1960. Parte 2: Themistii in Aristotelis Physica paraphrasis, edidit H. Schenkl, 1900; rist. 1960. Parte 3: Themistii in libros Aristotelis De anima paraphrasis, edidit R. Heinze, 1899; rist. 1960. Parte 4: Themistii in libros Aristotelis De caelo paraphrasis hebraice et latine, edidit S. Landauer, 1902; rist. 1961. Parte 5: Themistii in Aristotelis Metaphysicorum librum A paraphrasis hebraice et latine, edidit S. Landauer, 1903. Parte 6: Themistii (Sophoniae) in Parva Naturalia commentarium, edidit P. Wendland, 1903. Parte 1: Syriani in Metaphysica commentario, edidit G. Kroll, 1902; rist. 1960. Parte 2: Asclepii in Aristotelis Metaphysicorum libros A-Z commentario, edidit M. Hayduck, 1888; rist. 1960. Simplicii in Aristotelis De caelo commentario, edidit I.L. Heiberg, 1894; rist. 1958. Simplicii in Aristotelis Categorias commentarium, edidit C. Kalbfleisch, 1907. Simplicii in Aristotelis Physicorum libros quattuor priores commentario, edidit H. Diels, 1882. Simplicii in Aristotelis Physicorum libros quattuor poste· riores commentario, edidit H. Diels, 1895; rist. 1954. Simplicii in libros Aristotelis De anima commentario, edidit M. Hayduck, 1882; rist. 1959. Parte l: Olympiodori prolegomena et in Categorias commentarium, edidit A. Busse, 1902. Parte 2: Olympiodori in Aristotelis Meteora commentario, edidit G. Stiive, 1900; rist. 1961. Parte 1: Philoponi (olim Ammonii) in Aristotelis Categorias commentarium, edidit A. Busse, 1898; rist. 1961. Parte 2: Ioannis Philoponi in Aristotelis Analytica Priora commentario, edidit M. Wallies, 1905. Parte 3: Ioannis Philoponi in Aristotelis Analytica Poste-
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COMMENTARI GRECI DI ARISTOTELE
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riora commentaria cum Anonymo in librum II, edidit M. Wallies, 1909. Volume XIV, Parte 1: loannis Philoponi in Aristotelis Meteorologicorum librum primum commentarium, edidit M. Hayduck, 1901; rist. 1960. Parte 2: Ioannis Philoponi in Aristotelis libros De generatione et corruptione commentaria, edidit H. Vitelli, 1897; rist. 1960. Parte 3: loannis Philoponi (Michaelis Ephesii) in libros De generatione animalium commentaria, edidit M. Hayduck, 1903. Volume XV: Ioannis Philoponi in Aristotelis De anima libros commen· taria, edidit M. Hayduck, 1897; rist. 1960. Volume XVI: loannis Philoponi in Aristotelis Physicorum libros tres priores commentaria, edidit H. Vitelli, 1887; rist. 1960. Volume XVII: loannis Philoponi in Aristotelis Physicorum libros quinque posteriores commentaria, edidit H. Vitelli, 1888; rist. 1960. Volume XVIII, Parte 1: Eliae in Porphyrii lsagogen et Aristotelis Categorias commentaria, edidit A. Busse, 1900; rist. 1961. Parte 2: Davidis Prolegomena et in Porphyrii lsagogen commentarium, edidit A. Busse, 1904. Parte 3: Stephani in librum Aristotelis De interpretatione commentarium, edidit M. Hayduck, 1885. Volume XIX, Parte 1: Aspasii in Ethica Nicomachea quae supersunt commentaria, edidit G. Heylbut, 1889; rist. 1958. Parte 2: Heliodori in Ethica Nicomachea paraphrasis, edidit G. Heylbut, 1889; rist. 1958. Volume XX: Eustratii et Michaelis et Anonyma in Hthica Nicomachea commentaria, edidit G. Heylbut, 1892; rist. 1960. Volume XXI, Parte 1: Eustratii in Analyticorum Posteriorum librum secundum commentarium, edidit M. Hayduck, 1907; rist. 1969. Parte 2: Anonymi et Stephani in Artem Rhetoricam commentaria, edidit H. Rabe, 1896; rist. 1960.
Volume XXII,
Parte 1: Michaelis Ephesii in Parva Naturalia commentaria, edidit P. Wendland, 1903. Parte 2: Michaelis Ephesii in libros De partibus animalium, De animalium motione, De animalium incessu commentaria, edidit M. Hayduck, 1904. Parte 3: Michaelis Ephesii in librum quintum Ethicorum Nicomacheorum commentarium, edidit M. Hayduck, 1901.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Volume XXIII, Parte 1: Sophoniae in libros Aristotelis De anima paraphrasis, edidit M. Hayduck, 1883; rist. 1960. Parte 2: Anonymi in Aristotelis Categorias paraphrasis, edidit M. Hayduck, 1883; rist. 1960. Parte 3: Themistii quae fertur in Aristotelis Analyticorum Priorum librum I paraphrasis, edidit M. Wallies, 1884; rist. 1960. Parte 4: Anonymi in Aristotelis Sophisticos Elenchos paraphrasis, edidit M. Hayduck, 1884; rist. 1960. Oltre ai C.A.G. si tenga presente altresi il Supplementum Aristotelicum, editum consilio et auctoritate Academiae Litterarum Regiae Borussicae, G. Reimeri, Berolini 1885-1903 (rist. anast., De Gruyter, Berlin 1960-1961), che integra la precedente raccolta. Ecco l'elenco completo delle edizioni che figurano nel Supplementum: Volume l, Parte 1: Excerptorum Co>tstantini De natura animalium li· bri duo. Aristophanis Historiae animalium epitome subiunctis Aeliani, Timotei aliorumque Eclogis, edidit Spyridon P. Lambros, 1885; rist. 1961. Parte 2: Prisciani Lydi quae extant: Metaphrasis in Theophrastum et Solutionum ad Chosroem liber, edidit I. Bywater, 1886: rist. 1961. Volume II, Parte l: AJexandri Aphrodisiensis praeter commentaria scripta minora: De anima cum mantissa, edidit I. Bruns, 1887; rist. 1961. Parte 2: Alexandri Aphrodisiensis praeter commentaria scripta minora: Quaestiones, De fato, De mixtione, edidit I. Bruns, 1892; rist. 1961. Volume III, Parte 1: Anonymi Londinensis ex Aristotelis Iatricis Menoniis et aliis medicis eclogae, edidit H. Diels, 1893; rist. 1961. Parte 2: Aristotelis Res Publica AJheniensium, edidit F. G. Kenyon, 1903; rist. 1960.
COPONIO MASSIMO: dr. Stoici, Elenco scolarchi, 13. CORISCO DI SCEPSI: dr. Accademici antichi, 2. CORNUTO, LUCIO ANNEO, filosofo neostoico del 1 secolo a.C. Q Ci è pervenuta integralmente una sola opera, redatta in lingua greca, che reca il titolo: Compendio di teologia greca (Compendium Theologiae Graecae).
e© - C. Lang, Cornuti Theologiae Graecae compendium, Lipsiae 1881 (Bibl. Teubn.); contiene anche un ottimo Index verborum, pp. 77-125.
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COPONIO MASSIMO/CORPUS HERMETICUM
-
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A.D. Nock, Kornutos, in R.E., Suppl. V (1931), coli. 995-1005.
*-
P. Krafft, Die handschriftliche Ueberlieferung von Cornutus' Theologia Graeca, Heildelberg 1975.
*
Per la bibliografia dr. Praechter, p. 162*.
CORPUS HEaMETICUM, è una raccolta costituita da 17 trattati pseudepigrafi, composti nei secoli n e m d.C. Tale Corpus fu detto ermetico, perché le opere che lo compongono furono ritenute frutto della rivelazione del dio Hermes.
O
Elenco e titolo dei trattati
l. Poimandres.
2. 3. 4. 5.
Senza titolo. Discorso sacro di Ermete. Discorso di Ermete a Tat: del cratere o della monade. Discorso di Ermete a suo figlio Tat: Dio è invisibile e al tempo stesso il più visibile. -6. Il bene esiste in Dio solo e non è in nessun altro luogo. 7. Il più grande male fra gli uomini è l'ignoranza riguardo Dio . .8. Niente di ciò che esiste perisce, ma sbagliamo definendo i mutamenti come distruzione e morte. 9. Intorno alla conoscenza intellettiva e alla sensazione. 10. Discorso di Ermete Trismegisto: la chiave. 11. L'intelletto a Ermete. 12. Discorso di Ermete Trismegisto a Tat sull'intelletto comune. 13. Ermete Trismegisto parla a suo figlio Tat: discorso segreto sulla montagna intorno alla rigenerazione e alla regola del silenzio. 14. Lettera di Ermete ad Asclepio con l'augurio di essere saggio. 15. Mancante (dr. quanto diciamo nel vol. IV, p. 431, nota 5). 16. Definizioni di Asclepio al re Ammone. 17. Senza titolo (ci è giunta solo la parte finale). 18. L'anima è come impedita da ciò che capita al corpo. A questi trattati viene annesso l'Asclepius, giuntoci in versione latina (l'originale esisteva ancora all'inizio del IV secolo), da alcuni moderni attribuita (ma senza sicure prove) ad Apuleio. A questi scritti si aggiungono ulteriormente 39 frammenti estratti da Stobeo ed altri 36 frammenti vari.
e©GJ - W. Scott - A.S. Ferguson, Hermetica, The Anc(ent Greek and Latin Writings Which Contain Religious or Philosophic Teachings Ascribed to Hermes Trismegistus, 4 voli., Clarendon Press, Oxford 1924-1936; rist. anast., Dawson's of Pali Mali, London 1968 e Barnes and Noble, New York 1968. - A.D. Nock - A.J. Festugière, Corpus Hermeticum, 4 voli., Paris 1946 sgg.; 19722 (Coli. Budé).
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S~À.o-rt6vov) E~TJrrJ
©
Molto utile è l'Index verborum della edizione Schenkl, pp. 198-267.
©
Un ottimo commento si trova nel vol. II del Farquharson, sopra citato. Brevi, ma succose le note del Theiler, op. cit., pp. 304-347.
GJ Segnaliamo fra le traduzioni italiane: - C. Mazzantini, Marco Aurelio, Ricordi, Chiantore, Torino 1948; presenta, a fianco della versione, anche il testo greco (che riproduce, con qual· che modificazione, la lezione del Trannoy sopra citata). - F. Cazzamini-Mussi, Marco Aurelio, I Ricordi, Revisione, introduzione e note di C. Carena, Einaudi, Torino 1968. - E. Pinto, Marco Aurelio Antonino, Pensieri, Introduzione, note critiche e traduzione, Libreria Scientifica Editrice, Napoli 1968. Traduzioni in lingua francese, inglese e tedesca si trovano nelle edizioni sopra citate di Trannoy, Haines, Farquharson e Theiler.
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La più succosa esposizione del pensiero di Marco Aurelio è quella di Pohlenz, La Stoa ... , Il, pp. 133-157.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Si vedano anche le ricche introduzioni di C. Mazzantini e W. Theiler, nelle edizioni sopra citate, rispettivamente alle pagine v-XCI, 7-22. Cfr. inoltre: - H.R. Neu~:nschwander, Mark Aurels Be:r.iehungen :r.u Seneca ·und Poseidonios, Bern-Stuttgart 1951. - A. Farquharson, Marcus Aurelius, His Life and bis W orld, London 1951. - W. GOrlitz, Mare Aurei, Kaiser und Philosoph, Stuttgart 1954; traduzione francese a cura di L. Piau, Paris 1962. - D. Pesce, Epicuro e Marco Aurelio, Due studi sulla saggezza antica, Firenze 1959. - A. Birley, Marcus Aurelius, London 1966.
*
Per ulteriori indicazioni bibliografiche cfr. Totok, Handbuch ..., pp. 319 sgg.
MARINO DI NEAPOLI, filosofo neoplatonico del v secolo d.C ..
O È noto soprattutto per l'opera Vita di Proclo e per un Commentario ai Data di Euclide (per le altre opere che risulta aver scritto - qualche commento a Platone e ad Aristotele - cfr. l'articolo di O. Schissel, nella R.E., sotto citato) . • Le due opere menzionate sono edite da: - I.F. Boissonade, Marini Vita Procli, Graece et Latine ad fidem librorum manuscriptorum, Leipzig 1814; rist. anast., Hakkert, Amsterdam 1966. - H. Menge, Euclidis Data cum Commentario Marini et scholiis antiquis, Lipsiae 1896 (Bibl. Teubn.), pp. 233-257 (con trad. latina).
(f) Una traduzione francese della Vita di Proclo si trova in: - A.E. Chaignet, Proclus le Philosophe, Commentaire sur le Parménide [ ... ] (cfr. voce Proclo), vol. I, pp. 3-43.
*-
O. Schissel, Marinos von Neapolis und die neuplatonischen Tugendgrade, Atene 1928 ( « Texte und Forschungen zur byzantinisch-neugriechischen Philologie », 8). - O. Schissel, Marinos, l, in R.E., XIV, 2 (1930), coli. 1759-1767. - M. Michaux, Le commentaire de Marinos aux Data d'Euclide, Louvain 1947 .
.MARZIANO CAPELLA, neoplatonico latino del IV-V secolo d.C.
O È autore dell'opera in nove libri dal titolo De nuptiis Philologiae et Mercurii, che ha avuto una grande influenza nel Medioevo. e© - F. Eyssenhardt, Martianus Capello, Lipsiae 1866 (Bibl. Teubn.), con indici, pp. 423-490. - A. Dick, Martianus Capello, Lipsiae 1925 (Bibl. Teubn.), con indici, pp. 536-570.
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MARINO/MEDICI EMPIRICI
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MASSIMO DI ALESSANDRIA: cfr. Cinici, 26.
eGJ -
Mullach, Fr. Phil. Gr., vol. Il, pp. 387-395.
MASSIMO NEOPLATONICO: dr. Neoplatonici, IV, 3. MASSIMO DI TIRO, retore medioplatonico del n secolo d.C. Q Ci sono pervenuti numerosi Discorsi o Orazioni (Orationes) . • - H. Hobein, Maximi Tyrii Philosophumena, Lipsiae 1905 (Bibl. Teubn.).
G) Una traduzione italiana è stata fatta da P. de Bardi e pubblicata a Venezia nel 1642 (da noi non reperita). Si veda inoltre: - ].]. Combes-Dounous, Dissertations de Maxime de Tyr, philosophe platonicien, 2 voli., Paris 1802.
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G. Soury, Aperçus de philosophie religieuse chez Maxime de Tyr platonicien éclectique, Paris 1942.
MEDICI EMPIRICI (sono rappresentanti di un indirizzo della medicina che si è collegato ad un certo punto con lo scetticismo, la cui storia si svolse fra il m secolo a.C. e il m secolo d.C. Molti dei nomi dei Medici Empirici coincidono con quelli dei Neoscettici [cfr. voce] e degli Scettici empirici). Ecco il catalogo secondo l'edizione Deichgraber, sotto citata, con la datazione che lo studioso propone e la paginazione relativa dell'edizione dei frammenti. l. FILINO DI COS, vissuto attorno al 250 a.C. (pp. 163-164). 2. SERAPIONE DI ALESSANDRIA, fiorito intorno al 225 a.C. (pp. 164-168). 3. GLAUGIA DI TARANTO, fiorito attorno al 175 a.C. (pp. 168-170). 4. APOLWNIO L'EMPIRICO DI ANTIOCHIA, fiorito attorno al 175 a.C. (p. 171 ). 5. APOLLONIO BIBLA DI ANT.IOCHIA, fiorito attorno al 150 a.C. (p. 172). 6. TOLOMEO DI CIRENE, fiorito intorno al 100 a.C. (p. 172). 7. ERACLIDE DI TARANTO, fiorito intorno al 75 a.C. (pp. 172-202). 8. DIODORO L'EMPIRICO, fiorito forse attorno al 60 a.C. (pp. 203204). 9. LICO DI NAPOLI, fiorito forse intorno al 60 a.C. (pp. 204-205). 10. ZOPIRO DI ALESSANDRIA, fiorito forse intorno all'SO a.C. (pp. 205-206). 11. A.POLWNIO DI CIZIO, fiorito intorno al 70 a.C. (pp. 206-209).
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
12. ZEUSSI GONIOPO, fiorito intorno all'inizio dell'era cristiana (p. 209). 13. ARCHIBIO, fiorito forse all'inizio dell'era cristiana (pp. 209-210). 14. CASSIO, fiorito intorno al 30 d.C. (pp. 210-212). 15. MENOOOTO DI NICOMEDIA, fiorito intorno al 125 d.C. (pp. 212-214 ). 16. TEODA DI LAODICEA, fiorito intorno al 125 d.C. (pp. 214-215). 17. ESCRIONE DI PERGAMO, fiorito intorno al 125 d.C. (pp. 215-216)_ 18. SESTO EMPIRICO, fiorito intorno al 200 d.C. (pp. 216-218). 19. TEOOOSIO, fiorito intorno al 200 d.C. (p. 219).
Q Di nessuno dei medici empirici sono pervenute opere integrali. Possediamo un certo numero di frammenti e testimonianze indirette, fra le quali spicca per importanza documentaria quella di un'opera di Galeno, dal titolo Subfìguratzo empirica.
e©
Tutto il materiale pervenutoci (testimonianze e frammenti) è stato sistematicamente raccolto, ordinato e studiato da: - K. Deichgraber, Die grzechische Empirikerschule, Sammlung der Fragmente und Darstellung der Lehre, Weidmann, Berlin 1930, che rimane l'edizione fondamentale e il punto di riferimento anche per le citazioni. (La Subfìguratio empirica si trova alle pp. 42-90).
GJ Una buona scelta in traduzione italiana del materiale si troverà in: - Russo, Scettici ... [cfr. voce], pp. 667-759 (ivi si troverà anche la tradu· zione del De subfiguratione empirica, pp. 731-759.
©
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In Deichgraber, op. cit., pp. 347-398, si trovano importanti indici.
Per la ricostruzione della problematica della medicina empirica cfr.: - Deichgraber, op.cit., pp. 251-346. - C.A. Viano, Lo scetticismo antico e la medicina, in: Lo scetticismo ... [cfr. voce Scettici], pp. 563-656
*
Le indicazioni bibliografiche essenziali si troveranno in Russo, op. cit., pp. 669 sgg., nelle note. MEDIOPITAGORICI, abbiamo proposto questa denominazione per qui.!· gli autori, soprattutto dell'età ellenistica (ma alcuni, senza dubbio. ancht: di età imperiale), i quali si nascosero sotto il falso nome di antichi Pitagorici. La differenza fra questi Pitagorici e i Neopitagorici, è stata da noi precisata nel vol. IV, pp. 367-390. Un catalogo di questi filosofi e di quanto di essi ci è pervenuto è stato fatto, nel secolo scorso, dal Beckmann (De Pythagoreorum Reliquiis, Berlin 1844) e ad esso si attenne sostanzialmente lo Zeller. Un nuovo catalogo più preciso e più completo, ha redatto di recente O. Thesleff, nelle opere sottoindicate, e qui lo riportiamo, dato che è sconosciuto ai più. Ricordiamo che si tratta, nella maggior parte dei casi, di pseudonimi. In particolare, è da ri-
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MEDIOPITAGORICI
levare quanto segue. a) Si tratta, di regola, di nomi di uomini e di donne legate alla persona di Pitagora e alla scuola pitagorica, assunti da falsari. b) Non necessariamente, però, sotto lo stesso nome si nasconde una sola persona: persone diverse possono aver assunto (e in alcuni casi fu certamente così) il medesimo nome. c) Lo stesso falsario poté anche assumere nomi diversi. d) Alcuni nomi non sono attestati negli elenchi degli antichi Pitagorici: possono essere quindi nomi di Pitagorici di cui si è perduta notizia, ma non si può escludere che alcuni Pitagorici di età ellenistica si chiamassero davvero con quel nome sotto cui scrivevano e che scrivessero in uno stile analogo a quello dei falsari. e) Alcuni di questi « falsari » erano sicuramente in buona fede, altri no: in particolare, alcuni possono benissimo aver prodotto, come ci è attestato, scritti « pitagorici » a scopi venali (cfr. quanto diciamo in IV, p. 375). Ed ecco il catalogo secondo l'ordine alfabetico degli autori (modifichiamo, secondo le esigenze imposte dalla traduzione italiana, l'ordine alfabetico del Thesleff), l'indicazione ai quanto ci è per11enuto e la pagina relativa nell'edizione del Thesleff. l. ACRONE DI AGRIGENTO. Sotto il suo nome ci sono pervenute solo testimonianze (pp. 1-2). 2. ARCHIPPO DI SAMO o DI TARANTO. Sotto il suo nome ci sono pervenute solo testimonianze (p. 2). 3. ARCHITA DI TARANTO. Sotto il suo nome ci sono pervenuti due trattati sulle Categorie e numerosi ed anche consistenti frammenti da varie opere (cfr. il catalogo in Thesleff, An Introduction ... , pp. 8-11; cfr. anche voce pp. 2-48). 4. ARESA LUCANO. Sotto il suo nome ci è pervenuto un ampio frammento conservatoci da Stobeo di un'opera Sulla natura dell'uomo (pp. 48-50). 5. ARIGNOTE, sorella di Pitagora. Sotto il suo nome ci sono giunti solo titoli di opere a lei attribuite (pp. 50-51). 6. ARIMNESTO, figlio di Pitagora. Sotto il suo nome ci è pervenuta una testimonianza di Porfirio, che riporta un epigramma di due versi (p. 51). 7. ARISTEO DI CROTONE. Sotto il suo nome ci sono pervenuti alcu· ni frammenti, di cui uno abbastanza ampio, tratto dall'opera Sull'armonia (pp. 52-53). 8. ARISTOMBROTO. Sotto il suo nome ci è pervenuto un breve frammento da un trattato Sulla visione (pp. 53-54). 9. ASTONE DI CROTONE. Diogene Laerzio, VIII, 7, dice che molti discorsi scritti da Astone furono attribuiti a Pitagora. Possediamo solo questa menzione (p. 54). 10. ATAMANTE DI POSIOONIA. Sotto il suo nome ci sono pervenuti pochissime testimonianze ed un frammento in dorico (p. 54). 11. BRISONE. Sotto il suo nome ci sono pervenuti un frammento dell'Economico e versioni in lingua araba ed aramaica del medesimo. Cfr.: M. Plessner, Der Oikonomik6s des Neupythagoreers Bryson und sein Einflusr
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
auf die islamische Wissenschaft, « Orient und Antike », 5, Heidelberg 1928. Thesleff pubblica, oltre al frammento greco, un sommario in inglese della traduzione tedesca del Plessner (pp. 56-58). 12. BRO(N)TINO DI CROTONE o DI METAPONTO. Sotto il suo nome ci sono pervenuti alcuni frammenti e titoli di opere (pp. 54-56). 13. BUTERO DI CIZICO. Sotto il suo nome ci è pervenuto un frammento conservatoci da Stobeo del trattato Sui numeri (p. 59). 14. CALLICRATIDA DI SPARTA. È noto come filosofo pitagorico solo attraverso Stobeo, che ci ha conservato alcuni frammenti: ma è da ricordare, tuttavia, che cosi si chiamava anche il fratello di Empedccle, legato ai Pitagorici, e che un falsario di età ellenistica potrebbe aver assunto tale nome (pp. 102-107). 15. CARONDA DI CATANE. Sotto il suo nome ci è giunto un Proemio alle Leggi, che potrebbe essere completo (pp. 59-67). 16. CLEEMPORO. È ritenuto da alcuni (cfr. Plinio, Nat. Hist., 24, 159) autore di un'opera Sull'effetto delle piante, attribuita a Pitagora (pp. 107175). 17. CLINIA DI TARANTO o DI ERACLEA. Sotto il suo nome ci sono giunti frammenti da scritti Sulla pietà e Sui numeri (pp. 107-108). 18. CRITONE DI ARGO. Sotto il suo ncme ci è giunto un frammen· to dell'opera Sulla saggezza conservato d?. Stobeo (p. 109). 19. DAMIPPO. Ci sono pervenuti due frammenti conservatici da Stobeo e attribuiti a « Critone e Damippo pitagorico >> (pp. 68-69). 20. DIO. Sotto questo nome ci sono pervenuti solamente due frammenti conservatici da Stobeo, che lo chiama appunto « Dios pitagorico » (pp. 70-71). 21. DIODORO DI ASPENOO. Sotto il suo nome ci sono giunte pochissime testimonianze (pp. 69-70).
22. DIOTOGENE. Sotto il suo nome ci sono pervenuti due frammenti piuttosto ampi dai trattati Sulla regalità e Sulla santità, conservatici da Stobeo che lo denomina, appunto, « Diotogene Pitagorico »; cfr. anche voce (pp. 71-77).
23. ECCEW LUCANA. Probabilmente coincide con la donna di cui fa menzione il catalogo Giamblico (DK 58 A l), e quindi non è necessario identificarla con Occelo (che dal medesimo catalogo risulta essere stato su11 fratello). Sorto il suo nome ci è giunto un frammento da uno scritto Sulla giustizia, conservatoci da Stobeo (pp. 77-78). 24. ECFANTO DI CROTONE o DI SIRACUSA. Sotto il suo nome ci sono giunti quattro ampi frammenti conservatici da Stobeo da uno scritto Sulla regalità; cfr. anche voce (pp. 78-84). 25. EPAMINONDA DI TEBE, discepolo di Liside pitagorico. Cfr. la testimonianza di Claudiano Mamerto, De an., 2,7. Non ci è pervenuto nessun frammento (p. 84).
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MEDIOPITAGORICl
26. EPICARMO DI SIRACUSA. Sotto il suo nome ci è giunta una sola testimonianza (p. 84 ). 27. EURIFAMO DI METAPONTO o DI SIRACUSA. Sotto il suo nome ci è pervenuto un ampio frammento da un trattato Sulla vita, conservatoci da Stobeo (pp. 85-87). 28. EURITO DI CROTONE o DI METAPONTO o DI TARANTO. Sotto il suo nome ci è pervenuto un frammento dello scritto Sulla fortuna, conservatoci da Stobeo (pp. 87-88). 29. FILOLAO DI CROTONE o DI TARANTO. Sotto il suo nome ci sono giunte testimonianze e frammenti da scritti Sui ritmi e sulle misure e Sull'anima (pp. 147-151). 30. FINTIDE, forse coincide con la Filtide di DK 58 A l. Sotto il suo nome ci sono giunti due frammenti, conservatici da Stobeo, da uno scritto sulla Saggezza della donna (pp. 151-154 ). 31. GORGIADE. Sotto il suo nome ci è pervenuta solo una testimonianza di Claudiano Mamerto, De An., 2, 7 (p. 88). 32. IPPARCO. È detto pitagorico da Stobeo, che riporta un ampio frammento dello scritto Sulla tranquillità; questo frammento in Diels-Kranz è riportato, invece, fra le imitazioni di Democrito: dr. Diels-Kranz, 68 C 7 (vol. II, pp. 228 sgg.) (pp. 88-91 ). 33. IPPASO DI METAPONTO o DI CROTONE o DI SIBARI. Sotto il suo nome ci sono giunte alcune testimonianze (pp. 91-93). 34. IPPODAMO DI MILETO o DI TURI. Sotto il suo nome ci sono giunti frammenti dagli scritti Sulla felicità e Sulla politeia (pp. 93-102). 35. LICONE DI TARANTO. Sotto il suo nome ci sono giunte solo testim in senso lato: non solo, cioè, come una istituzione giuridicamente sancita, ma come un gruppo di pensatori che hanno fra loro alcune caratteristiche essenziali in comune, sufficienti per raggrupparli, pur sussistendo fra loro diversità di vario genere.
I. Prima scuola di Alessandria o scuola di Ammonio Sacca (fiorita nella prima metà del 111 secolo d. c.)
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NEOPLATONICI
l. AMMONIO SACCA, fondatore (cfr. voce). 2. LONGINO CASSIO (cfr. voce). 3. ERENNIO (cfr. voce). 4. ORIGENE PAGANO e probabilmente anche ORIGENE CRISTIANO. Pare, in ogni caso, che i due autori debbano essere distinti (cfr. voci). 5. PLOTINO DI LICOPOLI (cfr. voce). Getta un po' di luce sul clima spirituale della scuola di Ammonio quanto Porfirio ci dice ne La vita di Platino, 3 (cfr. voce Porfirio).
II. S c u o l a d i P l o t i n o a R o m. a ( f i o r i t a n e Il a s e c o n· d a m e t à d e l 1 1 I s e c o l o d. C. ) l. PLOTINO, fondatore della scuola (cfr. voce). 2. AMELIO GENTILIANO DI ETRURIA, fedelissimo seguace di Piotino (cfr. voce). 3. PORFIRIO DI TIRO, sistematore delle Enneadi (cfr. voce). Il clima spirituale e le caratteristiche della scuola sono ben descritte da Porfirio, ne La vita di Platino (cfr. voce Porfirio), passim. lvi si troveranno anche i nomi di molti frequentatori della scuola, alcuni dei quali erano famosi personaggi dell'epoca. Porfirio ebbe a sua volta discepoli, quasi tutti di scarso rilievo. Ad alcuni di essi, come GEDALIO e CRISAORIO, dedicò scritti. Fra i discepoli di Porfirio spicca, invece, Giamblico, che, però, ruppe col maestro, fondò una propria scuola, imprimendo al neoplatonismo una direzione speculativ(omistieo-teurgica.
III. Scuola di Siria o Scuola di Giamblico (fiorita a Il ' i n i z i o d e l I v s e c o l o d. C. ) l. GIAMBLICO DI CALCIDE, fondatore (cfr. voce). 2. DESSIPPO (cfr. voce). 3. SOPATRO DI APAMEA, fu considerato il più significativo, o comunque uno dei più cospicui dei discepoli di Giamblico. (Si veda: Eunapio, Vite, V, 1.5; VI, 1-3 e la voce Sopatro nella Suda). 4. TEODORO DI ASINE (cfr. voce). 5. EDESIO DI CAPPADOCIA, prese l'eredità spirituale di Giamblico, ma imprimendole una direzione accentuatamente mistico-teurgica e fondando una propria scuola a Pergamo (cfr. sotto). Molte notizie su questi personaggi, sulle loro caratteristiche peculiari e sul generale clima di questa scuola si ricavano dalle Vite dei Sofisti di Eunapio (cfr. voce), personalmente legato all'indirizzo della scuola di Pergamo, che da questa deriva.
IV. S c u o l a d i P e r gamo. ( fior i t a fra i l 3 2 5 e i l 3 6 3 d. c.) l. EDESIO, fondatore della scuola.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Fra i molti seguaci di Edesio ebbero grande fama: 2. CRISANZIO DI SARDI, maestro di Giuliano imperatore. 3. MASSIMO, maestro di Giuliano imperatore. 4. PRISCO DI TESPROZIA o di MOLOSSIA IN EPIRO. 5. EUSEBIO DI MINDO, costituisce un po' l'eccezione nell'ambito di questa scuola, dato che cerca di recuperare il valore della ragione al di sopra delle pratiche teurgiche. 6. GIULIANO IMPERATORE (dr. voce). 7. SALLUSTIO SECONDO (dr. voce). 8. EUNAPIO DI SARDI, discepolo di Crisanzio. È lo storico della scuola (cfr. voce). Risentono del clima di questa scuola i retori: 9. LlBANIO DI ANTIOCHIA (cfr. voce). 10. IMERIO DI PRUSA (cfr. voce). Aggiungeremmo a questo elenco anche: 11. EUSTAZIO DI CAPPADOCIA, che diresse nella Cappadocia una scuola. 12. SOSIPATRA DI CAPPADOCIA, moglie di Eustazio, che superò (dice Eunapio) il marito nella sapienza filosofica. 13. ANTONINO DI CAPPADOCIA, figlio di Eustazio e di Sosipatra, che fondò una scuola alle foci del Nilo, verso Canopo. La temperie spirituale di questa scuola e le sue peculiarità sono efficacemente rappresentate nelle già citate Vite di Eunapio (dr. voce). Scuola di Atene (fiorita fra c o l o e i l 5 2 9 d. C. )
V.
la fine
del
IV
se-
l. PLUTARCO FIGLIO DI NESTORIO, probabilmente fondatore e primo scolarca della scuola (dr. voce). 2. SIRIANO DI ALESSANDRIA, contribui con Plutarco alla fondazione della scuola e gli succedette alla direzione attorno al 431/432 (cfr. voce). 3. DOMNlNO DI LARISSA IN SIRIA, succedette a Siriano nella direzione della scuola (dr. voce). 4. PROCLO DI COSTANTINOPOLI, discepolo del vecchio Plutarco e di Siriano, succedette a Domnino nella direzione della scuola, che tenne fino al 485 d.C. (dr. voce). 5. MARINO DI NEAPOLI, succedette a Proclo nella direzione della scuola (cfr. voce). 6. AGAPIO, discepolo di Proclo e Marino e maestro di Giovanni Lido. 7. ISIDORO DI ALESSANDRIA, discepolo di Marino. Fu scolarca della scuola intorno al 490 d.C. (cfr. voce). · 8. EGIA, discepolo dell'ultimo Proclo, fu scolarca della scuola e responsabile della sua decadenza, come riferisce Damascio.
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NEOPLATONICI
9. ZENOOOTO, discepolo di Proclo; succedette ad Egia nella direzione della scuola. 10. DAMASCIO DI DAMASCO, diresse la scuola fino al 529, anno in cui cade l'editto di Giustiniano, in seguito al quale decise di migrare in Persia (dr. voce). 11. EULAMIO FRIGIO, fece parte del gruppo di filosofi che migrarono in Persia. 12. ERMIA FENICIO, fece parte del gruppo di filosofi che migrarono in Persia (dr. voce). 13. DIOGENE FENICIO, fece parte del gruppo di filosofi che migrarono in Persia. 14. ISIOORO DI GAZA, fece parte del gruppo di filosofi che migrarono in Persia. 15. PRISCIANO LIDO, fece parte del gruppo di filosofi che migrarono in Persia (cfr. voce). 16. SIMPLICIO DI CILICIA, capeggiò con Damascio il gruppo di filosofi che migrarono in Persia (cfr. voce). Per l'indicazione di altri discepoli di Proclo, che sono però solo puri nomi, cfr. Zeller-Martano [sotto cit.], p. 209, nota 51. Un serie di notizie sulla scuola, sui suoi membri e sul clima spirituale che la caratterizza si possono desumere dalla Vita di Isidoro di Damascio, e dalla Vita di Proclo di Marino. VI. S e c o n d a s c u o l a d i A l e s s a n d r i a ( s v i l u p p a t a s i f r a l a f i n e d e l I v e g l i i n i z i d e l v I I s e c o l o d. C. ) Distinguiamo, col Praechter, tre gruppi di nomi: A) quello dei filosofi in cui prevale la teoresi; B) quello dei commentatori e C) quello di quei pensatori che hanno deboli legami con la scuola o stanno ai margini di essa. A) l. WAZIA FIGLIA DI TEONE, può essere considerata la figura cui è collegata la rinascita della filosofia in Alessandria; fu uccisa nel 415 dai Cristiani (cfr. voce). 2. 3. 4. 5.
SINESIO, discepolo di Ipazia e poi vescovo di Cirene (cfr. voce). IEROCLE DI ALESSANDRIA (cfr. voce). TEOSEBIO, discepolo di Ierocle. ENEA DI GAZA (cfr. voce).
B) 1. ERMIA DI ALESSANDRIA (cfr. voce). 2. AMMONIO FIGLIO DI ERMIA, da cui dipende una lunga schiera di commentatori (cfr. voce). 3. ASCLEPIO DI TRALLE (cfr. voce). 4. GIOVANNI detto FIWPONO (cfr. voce). 5. OLIMPIOOORO IL GIOVANE (vi fu ad Alessandria un altro Olim-
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
piodoro, pure commentatore di Platone ed Aristotele, che fu udito da Prodo; dr. voce). 6. ELIA, discepolo di Olimpiodoro (cfr. voce). 7. DAVIDE L'ARMENO, discepolo (forse non diretto) di Olimpiodoro (cfr. voce). 8. STEFANO DI ALESSANDRIA, con il quale, però, si giunge già ai primi decenni del secolo VII e si chiude la serie dei commentatori alessandrini (insegnò ad Alessandria, ma poi passò a Costantinopoli; cfr. voce). C) l. ALESSANDRO DI LICOPOLI, scrisse un trattato contro i Manichei, forse agli inzi del IV secolo (cfr. voce).
2. ASCLEPIODOTO DI ALESSANDRIA, vissuto nella seconda metà del v secolo, fu scienziato e medico. 3. NEMESIO VESCOVO DI EMESA (cfr. voce). 4. GIOVANNI LIDO, vissuto nella prima metà del VI secolo, fu pure cristiano (cfr. voce). VII. N e o p l a t o n i c i d e Il 'O c c i d e n t e l a t i n o ( se c o l i e v d. C.)
I
v
Il Praechter propone il seguente catalogo di nomi (al Praechter, pp. 647655, rimandiamo anche per la bibliografia): l. CORNELIO LABEONE, secolo 111 d.C., di cui ci sono giunte solo testimonianze. 2. CALCIDIO, secolo IV (cfr. voce). 3. MARIO VITIORINO, secolo IV. 4. VETTIO AGORIO PRETESTATO, morto nel 384, svolse opera di traduttore. 5. MACROBIO, secolo Iv/v (cfr. voce). 6. FAVONIO EULOGIO, discepolo di Agostino. 7. MARZIANO CAPELLA, vissuto a cavaliere fra il IV e il v secolo (cfr. voce). 8. BOEZIO, vissuto a cavaliere fra il v e il VI secolo (dr. voce).
O Di molti Neoplatonici ci sono giunte opere complete e sono stati recuperati frammenti di quelle perdute. Daremo conto delle edizioni, delle traduzioni e degli eventuali commentari alle singole voci cui abbiamo fatto rimando. Ricordiamo che è in atto un intenso lavoro proprio in questo settore che per anni è stato trascurato, e che assistiamo ad una vera e propria rinascita di studi neoplatonici di consistente portata.
*
Diamo qui l'indicazione di alcune opere sul neoplatonismo, sulla sua genesi e sul suo sviluppo, di interesse generale, o comunque di opere che, pur incentrate su alcuni autori, gettano luce sul pensiero neoplatonico nel suo insieme, sia in dimensione storica che in dimensione teoretica. Alle singole voci daremo, invece, indicazioni dei lavori a raggio più ristretto.
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NEOPLATONICI
Lo studio che segna quasi una linea di demarcazione nelle ricerche sul neoplatonismo è il già più volte citato: - K. Praechter, Richtungen und Schulen im Neuplatonismus, in Genethliakon Carl Robert, Berlin 1910, pp. 103-156; ora anche in Kleine Schriften, Olms, Hildesheim-New York 1973, pp. 165-216. Della letteratura precedente molte cose restano ancora valide, ma vanno, in ogni caso, rilette secondo l'ottica additata dal Praechter. Ecco alcune delle ricostruzioni anteriori e posteriori al Praechter più famose ed utili: - A.]. Matter, Essai historique sur l'école d'Alexandrie, 3 voli., Paris 18442 • - J. Simon, Histozre de l'école d'Alexandrie, 2 voli., Paris 1843-1845. - E. Vacherot, Histoire critique de l'école d'Alexandrie, 3 voli., Paris 1846-1851; rist anast., Hakkert, Amsterdam 1965. -T. Whittaker, The Neo-Platonists, Cambridge 1901; 19182 ; rist. anast., Olms, Hildesheim 1961. - E. Zeller, Die Philosophie der Griechen, III, 2, Leipzig 19235 (l'ulti· ma edizione è stata licenziata dall'autore nel settembre 1902). L'ultima parte di questo volume è tradotta in italiano: E. Zeller - R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, ·Parte III, La filosofia postaristotelica. Volume VI: Giamblico e la scuola di Atene, traduzione di E. Pocar, a cura di G. Martano, La Nuova Italia, Firenze 1961 (purtroppo l'aggiornatore non ha tenuto conto quanto occorreva del Praechter e ha mantenuto sostanzialmente le linee dello Zeller; citiamo questo volume con l'abbreviazione Zeller•Martano). - W. Jaeger, Nemesios von Emesa, Quellenforschungen zum Neuplatonismus und seinen Anfiingen bei Poseidonios, Berlin 1914. - W. Theiler, Die Vorbereitung des Neuplat01tismus, Berlin 1930; 19642. - P. Mer!an, From Platonism to Neoplatonism, The Hague 1953; 19693; 19754 • - H.]. Kramer, Der Ursprung der Geistmetaphysik, Amsterdam 1964; rist. 1967. - K. Kremer, Die neuplatonische Seinsphilosophie und ihre Wirkung auf Thomas von Aquin, Leiden 1966; 197!2. - W. Theiler, Forschungen zum Neuplatonismus, Berlin-New York 1966. - P. Crome, Symbol und Unzulanglichkeit der Sprache, ]amblichos, Plotin, Porphyrios, Proklos, Miinchen 1970. - H. Di:irrie, Platonica minora, Miinchen 1976. Ed ecco alcune raccolte di studi di autori vari: - AA.VV., Le néoplatonisme, « Colloque international du Centre International de la Recherche Scientifique », Royaumont, 9-13 juin 1969 (« Colloques internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique, Sciences humaines » ), Éditions du Centre national de la recherche scientifique, Paris 1971. - AA.VV., Études néoplatoniciennes, Éditions de la Baconnière, Neuchatel 1973. - AA.VV., Atti del Convegno Internazionale sul tema: Platino e il
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Neoplatonismo in Oriente ed Occidente (Roma 5-9 ottobre 1970), Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1974. - AA.VV., Proceedings of the Philosophical Meeting on Neoplatonism, Corfù 1975 (
*
Ulteriore bibliografia si troverà in Guthrie (edizione francese), pp. 304-309; in Kern, op. cit., pp. 345-350; in Colli, op. cit., pp. 443-450.
ORIGENE CRISTIANO, vissuto fra la fine del n e il
111 secolo d.C., è l'esponente più significativo della scuola catechetica di Alessandria. Probabilmente discepolo di Ammonio Sacca, ma non è da confondere con l'omonimo Origene (di cui dr. sotto).
O Fra le sue opere spiccano il De principiis e il Contra Celsum. Quest'ultima opera è particolarmente importante per lo studioso del'
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
pensiero antico-pagano, perché da essa è possibile ricostruire il Discorso vero di Celso, che è il primo attacco sistematico contro i Cristiani, andato perduto, di cui il Contra Celsum è una puntuale ed efficace confutazione . • L'edizione critica delle opere di Origene si trova nella grande collana « Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten drei Jahrhunderte », curata da Koetschau, Preuschen, Baehrens, Klostermann, Rauer: - Origenes W erke, voli. 1-X, Leipzig-Berlin 1899-1955.
(j) - M. Simonetti, Origene, Opere, vol. 1: I Principi, Utet, Torino 1968. A_ Colonna, Origene, Opere, vol. Il: Contro Celso, Utet, Torino 1971. Una nutrita scelta si troverà .anche nel volume: - M. Simonetti, Origene, I principi, Contra Celsum ed altri scritti filosofici, Sansoni, Firenze 1975.
*-
H. Crouzel, Théologie de l'image de Dieu che:r. Origène, Paris 1956. - H. Crouzel, Origène et la philosophie, Paris 1962. Si vedano inoltre l'opera del Cadiou, citata alla voce Origene pagano, e lo studio del Theiler, Ammonios der Lehrer Origenes, citato alla voce Ammonio Sacca.
*-
H. Crouzel, Bibliographie critique d'Origène, Steenbrugge 1971.
·ORIGENE PAGANO, filosofo neoplatonico del
111 secolo d.C., discepolo di Ammonio Sacca. La maggior parte degli studiosi ritiene che sia da distinguere da Origene cristiano, che, probabilmente, fu pure fra i discepoli di Ammonio.
O
Di lui non ci è pervenuto nulla.
*-
K.O. Weber, Origenes der Neuplatoniker, Versuch einer Interpre.lation, Miinchen 1962. Per la tesi dell'identificazione dei due Origene, si veda: - R. Cadiou, La ;eunesse d'Origène, Paris 1935.
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p PANACHEO PITAGORICO, PSEUDO (?): cfr. Mediopitagorici, 48. PANCREONTE PERIPATETICO, discepolo ed erede di Teofrasto. PANEZIO DI RODI, vissuto nel
n secolo a.C., iniziatore del mediostoi-
cismo (dr. Mediostoici).
O
Ci sono pervenuti solo frammenti e testimonianze indirette.
e-
H.N. Fowler, Panaetii et Hecatonis Librorum fragmento, Bonnae 1885. - M. van Straaten, Panaetii Rhodii Fragmento, Editio amplificata, Brill, Leiden 1962 (19461; 19522).
*
Oltre al volume di Schmekel, citato alla voce Mediostoici, cfr.: - B.N. Tatakis, Panétius de Rhodes, le fondateur du moyen stolcisme, sa vie et so n oeuvre, Paris 19 31. - M. Pohlenz, Antikes Fiihrertum, Cicero de offzciis und das Lebensideal des Panaitios, Leipzig-Berlin 1934; traduzione italiana di M. Berlincioni, Paideia, Brescia 1970. - M. van Straaten, Panétius, Sa vie, ses écrits et sa doctrine avec une édition des fragments, Amsterdam 1946 (l'edizione dei frammenti è stata successivamente stampata a parte: cfr. sopra). - A. Grilli, Il problema della vita contemplativa nel mondo Greco-Romano, Milano-Roma 1953, pp. 108-124 e 137-164. - A. Grilli, Studi pane:ziani, in « Studi italiani di filologia classica », 29 (1957), pp. 31-97.
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-
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Rist, Stoic Philosophy [cfr. voce Stoici], pp. 173-200.
La bibliografia anteriore al 1931 si troverà in Tatakis, op. cit., pp. 227 sgg. e quella più recente in Totok, Handbuch ... , pp. 294 sg.
PANFILO DI SAMO: cfr. Accademici antichi, 12. PANTACLEIA MEGARICA: cfr. Megarici, 14. PANTOIDE DIALETTICO: cfr. Megarici, 13. PAPIRIO FABIANO: cfr. Neopitagorici, l, 6. PAREBATE DI CIRENE: cfr. Cirenaici, 5. PARMENIDE DI ELEA: cfr. Presocratici, 28; Eleati, l, e inoltre:
e© - H. Diels, Parmenides' Lehrgedicht, Griechisch und Deutsch, Ber!in 1897. - M. Untersteiner, Parmenide, Testimonianze e frammenti, La Nuova Italia, Firenze 1958; 19672. - L. Tanin, Parmenides, A Text with Translation, Commentary and Critica/ Essays, Princeton University Press, Princeton 1965. Cfr. l'indicazione di altre edizioni in Zeller-Reale [cfr. voce Presocratici], pp. XIV sgg.
GJ
Oltre alle traduzioni di cui diciamo alla voce Presocratici, si vedano le tre contenute nelle edizioni sopra citate e quelle che indichiamo in Ze!ler-Reale, pp. xv sg.
*
Oltre ai volumi indicati sopra, alla voce Eleati, cfr.: - H. Schwabl, Parmenides, Die Einheit seines Lehrgedichts, Wien 1950. - H. Schwabl, Sein und Doxa bei Parmenides, in « Wiener Studien ~ 66 (1953), pp. 50-75. - J. Beaufret, Le Poème de Parménide, Paris 1955. - F. Montero Moliner, Parmenides, Madrid 1960. - ]. Mansfeld, Die Olfenbarung des Parmenides und die menschliche Welt, Assen 1964. - A. Colombo, Il primato del nulla e le origini della metafisica, Per una ricomprensione del pensiero di Parmenide, Milano 1972. - L. Ruggiu, Pamienide, Padova 1975. - A. Capizzi, Introduzione a Parmenide, Bari 1975. - A. Capizzi, La porta di Parmenide, Due saggi per una nuova lettura del poema, Roma 1975. - G. Casertano, Parmenide, il metodo, la scienza e l'esperienza, Napoli 1978.
*
Lo stato generale degli studi su Parmenide, dallo Zeller in poi, si troverà in Zeller-Reale [cfr. voce Presocratici], pp. 165-335. La bibliogra-
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PANFILO/PERIPATETICI
fia aggiornata fino al 1967 si troverà, ivi, pp. in Capizzi, Introduzione ... , cit., pp. 117-151.
XIII-XXXIII,
e quella posteriore
PARMISCO o PARMENISCO DI METAPONTO: cfr. 20; Pitagorici antichi, 7.
Presocratici,
PARONE PITAGORICO: cfr. Presocratici, 26; Pitagorici antichi, 10. PASICLE DI TEBE: cfr. Megarici, 15. PATRONE EPICUREO: cfr. Epicurei, Elenco scolarchi, 11. PEMPELO DI TURI, PSEUOO (? ) : cfr. Mediopitagorici, 49. PEONIO DIALETTICO: cfr. Megarici, 26. PEREGRINO PROTEO: cfr. Cinici, 22 e inoltre: e(f) Per il testo e la traduzione dell'opera di Luciano, La morte di Peregrino, si veda la voce Luciano di Samosata.
PERIPATETICI ANTICHI, DELL'ETA ELLENISTICA E DELL'ETA IMPERIALE (secoli IV a.C. - II d.C.) Sulla storia del Peripato post-aristotelico e dei Peripatetici dell'età ellenistica ed imperiale, solo negli ultimi decenni (e in particolar modo nell'ultimo dopoguerra) si è fatta adeguata luce e si stanno tuttora compiendo ri· cerche di grande portata. Due studiosi, soprattutto, hanno fatto compiere alle ricerche, in questo settore, passi da gigante: F. Wehrli, con una edizione commentata di testi e P. Moraux, con studi di prim'ordine di cui diremo sotto. Presentiamo qui i cataloghi dei Peripatetici e dei seguaci della filosofia peripatetica distinti in tre periodi: A) secoli IV-II a.C.; B) secolo I a.C.; C) secoli I-II d.C. A questi facciamo seguire D) il catalogo degli scolarchi; E) infine alcune indicazioni sul celebre trattato peripatetico De mundo. A) Per i p a t e t i c i
dei
se c o l i
I
v,
I I I ,
I I
a. C.
Tracciamo, in primo luogo, il catalogo dei Peripatetici vissuti nei secoli IV, III, II a.C., che corrispondono a quelli inclusi nella collezione Wehrli, e predisposto secondo l'ordine alfabetico d!!gli autori. Si tenga presente che il Wehrli esclude, per ragioni evidentemente contingenti, Teofrasto (cfr. voce). Accanto al nome dei filosofi, indichiamo il volume dell'edizione Wchrli in cui ciascuno è incluso. Di tali volumi diamo sotto gli estremi in maniera analitica. l. ARISTONE DI CEO, vissuto fra il m e il II secolo a.C. (Wehrli, VI). Cfr. anche Elenco scolarchi, 5. 2. ARISTONE IL GIOVANE, discepolo di Critolao, vissuto nel II secolo a.C. (Wehrli, X).
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
3. ARISTOSSENO DI TARANTO, vissuto nel IV secolo (Wehrli, Il). Cfr. anche voce. 4. CAMELEONTE DI ERACLEA NEL PONTO, nato verso la metà del IV secolo e morto nel terzo decennio del m secolo a.C. Fu un contemporaneo. più giovane del conterraneo Eraclide (Wehrli, IX). Cfr. anche voce. 5. CLEARCO DI SOLI, vissuto fra il IV e il III secolo a.C. (Wehrli, III). 6. CRITOLAO DI FASELIDE, vissuto nel II secolo a.C. (Wehrli, X). Cfr. anche Elenco scolarchi, 6. 7. DEMETRIO DI FALERO, nato verso la metà del IV secolo a.C. (Wehrli, IV). 8. DICEARCO DI MESSENE, vissuto nel secolo IV a.C. (Wehrli, 1). 9. DIODORO DI TIRO, discepolo di Critolao, vissuto nel II secolo a. C. (Wehrli, X). Cfr. anche Elenco scolarchi, 7. 10. ERAGUDE PONTICO, Wehrli lo include fra i Peripatetici, ma, in realtà, è da collocare fra gli Accademici (Wehrli, VII). Cfr. anche voce. 11. ERMlPIPO IL CALLIMACHEO, vissuto intorno al 200 a.C. (Wehrli, Suppl. 1). 12. EUDEMO DI RODI, vissuto nel IV secolo a.C: (Wehrli, VIII). 13. FANIA DI ERESO, vissuto a cavaliere fra il IV e il III secolo a.C. (Wehrli, IX). 14. IERONIMO DI RODI, vissuto nel III secolo a.C. (Wehrli, X). 15. LICONE DI TROADE, vissuto nel III secolo a.C. (Wehrli, VI). Cfr. anche Elenco scolarchi, 4. 16. PRASSIFANE DI LESBO, attivo a Rodi, discepolo di Teofrasto, vissuto fra il IV e il m secolo a.C. (Wehrli, IX). 17. SOZIONE DI ALESSANDRIA, vissuto nel II secolo a.C. (Wehrli, Suppl. Il). Cfr. anche voce. 18. STRATONE DI LAMPSACO, vissuto fra il IV e il III secolo a.C. (Wehrli, V). Cfr. anche voce ed Elenco scolarchi, 3.
O Se si eccettua Teofrasto che, come abbiamo detto, è escluso dalla raccolta Wehrli, di nessuno di questi filosofi ci sono pervenute opere integrali, ma solo frammenti e testimonianze indirette. e© Ecco gli estremi e le articolazioni dell'opera del Wehrli: - F. Wehrli, Die Schule des Aristoteles, Texte und Kommentar, 10 fascicoli e due supplementi, Benno Schwabe Verlag, Basel.Stuttgart 1944-1978. Heft I Dikaiarchos, 1944; 19672. Heft Il Aristoxenos, 1945; 19672. Heft III Klearchos, 1948; 19692. Heft IV Demetrios von Phaleron, 1949; 19682• Heft V Straton von Lampsakos, 1950; 19692. Heft VI Lykon und Ariston von Keos, 1952; 19692.
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PERIPATETICI
HeftVII Herakleides Pontikos, 1953; 19692. Heft VIII: Eudemos von Rhodos, 1955; 19692. Heft IX Phainias von Eresos, Chamaileon, Praxiphanes, 1957~ 19692. Heft X Hieronymos von Rhodos, Kritolaos und seine Schiiler,. Riickblick: Der Peripatos in vorchristlicher Zeit, Register,. 1959; 19692. Supplementband I : Hermippos der Kallimacheer, 1974. Supplementband Il: Sotion, 1978. Questa edizione, per molti aspetti assai pregevole, ha però il grosso di-· fetto, già segnalato, di lasciar fuori Teofrasto. Ora, non solo l'edizione ·del Wimmer, che presenta l'omnia di Teofrasto (cfr. voce Teofrasto), è del tutto superata, oltre che incompleta, ma una sistematica presentazione della. scuola di Aristotele, senza T eofrasto, rischia di non fornire la giusta prospettiva storico-filosofica. Infatti, per molti aspetti, il primo Peripato sembra essere più una «scuola di Teofrasto » che non una «scuola di Aristotele ». Lo stesso materiale raccolto dal Wehrli per i filosofi sopra menzionati non è del tutto completo. - Manca una traduzione sistematica di tutti questi testi, cosl come manca un lessico.
*-
-
K.O. Brink, Peripatos, in R.E., Suppl. 7 (1940), coli. 899-949. I. Diiring, Aristotle in the Ancient Biographical Tradition, Goteborg
1957. - Wehrli, Der Peripatos in vorchristlicher Zeit, in op. cit., Heft X, pp. 93-128 (molto utile). - G. Movia, Anima e intelletto, Ricerche sulla psicologia peripatetica da Teofrasto a Cratippo, Padova 1968. - L. Repici, Lo sviluppo delle dottrine etzche nel Peripato, in AA.VV., Scuole socratiche e filosofia ellenistica, a cura di G. Giannantoni, Società Editrice Il Mulino, Bologna 1977, pp. 215-243. Sul Peripato come scuola ed istituzione si veda: - ].P. Lynch, Aristotle's School, A Study of a Greek Educational Institution, University of California Press, Berkeley-Los Angeles-London 1972.
*
La bibliografia si troverà in Wehrli, passim.
B) Peripatetici
del
I
secolo
a.C.
I nomi che hanno avuto un significato nella storia dell'aristotelismo del secolo a.C. sono i seguenti, elencati in ordine alfabetico. Accaqto ai nomi,. indichiamo le pagine in cui il Moraux Ii esamina in modo puntualissimo, nell'opera che sotto citiamo. (Abbiamo già dato informazioni sintetiche su questi autori nel vol. IV, pp. 13-29, cui rimandiamo). l. ANDRONICO DI RODI (Moraux, pp. 45-141). Cfr. anche voce e Elenco scolarchi, 9. 2. APELLICONE DI TEO (Moraux, pp. 18 sgg.).
I
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
3. ARISTONE DI ALESSANDRIA (Moraux, pp. 181-193). Cfr. anche woce. 4. BOETO DI SIDONE (Moraux, pp. 143-179). 5. CRATIPPO DI PERGAMO (Moraux, pp. 223-256). Cfr. anche Elenco :scolarchi, l O. 6. ERINNEO (Moraux, p. 28 e nota 68). Cfr. anche Elenco scolarchi, 8. 7. NICOLA DI DAMASCO (Moraux, pp. 445-514). Cfr. anche voce. 8. SENARCO DI SELEUCIA (Moraux, pp. 197-214). Cfr. anche Elen.-co scolarchi, 11. 9. STASEA DI NAPOLI (Moraux, pp. 217-221). 10. TIRANNIONE DI AMISO (Moraux, pp. 33-44). Molto legato ai Peripatetici di questa età è ARIO DIDIMO (cfr. voce).
Q Di questi aristotelici ci sono giunti solamente frammenti e testimonianze indirette, nella maggior parte dei casi relativi a commentari ad Aristotele. • Di alcuni di questi filosofi sono state fatte edizioni di cui daremo conto alle voci cui facciamo sopra rimando. Di tutti, però, si trovano le puntuali indicazioni delle fonti che ci hanno conservato frammenti o ci hanno tramandate testimonianze, nel Moraux, alle pagine indicate.
*
Ecco gli estremi di questa monografia, di gran lunga la più completa, e destinata ad essere, ormai, un punto di riferimento d'obbligo per qualsiasi ricerca su questi autori: - P. Moraux, Der Aristotelismus bei den Griechen von Andronikos bis Alexander von Aphrodisias, Erster Band: Die Renaissance des Aristotelismus, imI. ]h. v. Chr., W. De Gruyter, Berlin-New York 1973 (« Peripatoi », Bd. 5).
*
lvi, pp. 517-520, si troverà anche la letteratura critica essenziale ed ulteriori indicazioni bibliografiche particolari, nel corso della trattazione, passim. ·C) Peripatetici
dell'era
cristiana
(re n secolo)
Elenchiamo, in ordine alfabetico, i nomi di Aristotelici dell'età cristiana, il cui significato è già stato in parte individuato dalle moderne ricerche storiagrafiche. Altri nomi, alcuni peraltro già noti, acquisteranno probabilmente un loro volto, quando il Moraux pubblicherà gli altri due volumi della sua monumentale opera. (Per l'indicazione di altri nomi cfr. Zeller, Die Philosophie der Griechen, III, l, pp. 805 sgg., nota 2). l. ADRASTO DI AFRODISIA (cfr. voce). 2. ALESSANDRO DI AFRODISIA (cfr. voce; cfr. anche Elenco scolarchi, 18). 3. ALESSANDRO DI EGE, fiorito nella metà del r secolo d.C. Stando alla Suda, fu maestro di Nerone.
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PERIPATETICI
4. ARISTOCLE DI MESSENE (cfr. voce; cfr. anche Elenco scolarchi, 16). 5. ARISTOTELE DI MITILENE (cfr. voce). 6. ASPASIO DI A:FRODISIA (cfr. voce; cfr. anche Elenco scolarchi, 13). 7. ERMINO, vissuto nel 11 secolo d.C. Fu forse discepolo di Aspasio e certamente maestro di Alessandro (cfr. Simplicio, De coelo, 431, 32). Fu autore di un commento alle Categorie (cfr. Luciano, Demon., 56). Cfr. anche Elenco scolarchi, 14. 8. SOSIGENE, maestro di Alessandro di Afrodisia. Si occupò soprattutto di problemi logici ed astronomici; cfr. anche Elenco scolarchi, 17. 9. TOLOMEO CHENNO DI ALESSANDRIA (cfr. voce). Con Alessandro di Afrodisia termina la storia del Peripato. L'AMMONIO PERIPATETICO (10) nominato da Porfirio nella Vita di Platino, 20, e che alcuni pensano sia stato sco larca (cfr. l'Elenco degli scolarchi che segue) nei primi decenni del m secolo, è solo un nome, cosl come ELIO. DORO DI ALESSANDRIA (11). Anche PROSENO (12), di cui parla Eusebio, che secondo alcuni potrebbe essere stato addirittura scolarca intorno al 270, ci è sconosciuto. Invece conosciamo ANATOCIO DI ALESSANDRIA (13), vissuto nella seconda metà del III secolo d.C., di cui Giamblico fu, come pare, discepolo. La tesi dello Zeller, secondo cui l' Anatolio maestro di Giamblico sia stato non il Peripatetico di cui stiamo parlando, ma un omonimo filosofo neoplatonico, discepolo di Porfirio, sembra essere smentita dai dati di fatto (cfr. voce). TEMI STIO ( 14 ), che appartiene al IV secolo d.C., può essere considerato solo impropriamente aristotelico (cfr. voce).
Q Di Aspasio, Tolomeo Chenno e soprattutto di Alessandro di Afrodisia, nonché di Anatolio e di Temistio ci sono rimaste opere di cui diciamo alle singole voci; degli altri possediamo solo frammenti e testimonianze. •
Per le edizioni si vedano le voci cui facciamo rimando.
*-
P.L. Donini, Tre studi sull'aristotelismo nel II secolo d.C., Torino 1974. Per ulteriori indicazioni bibliografiche cfr. le singole voci. D) Sco l archi d e l Per i p a t o (secondo il catalogo Zumpt-Praechter, con le relative date proposte da questi autori) l. ARISTOTELE (335/334 - 322/321); cfr. voce. 2. TEOFRASTO DI ERESO (322/321 . 288/286); cfr. voce. 3. STRATONE DI LAMPSACO (288/286 . 272/268); cfr. voce. 4. LICONE DI TROADE (272/268 . 228/225). 5. ARISTONE DI CEO (228/225 . ?). 6. CRlTOLAO DI FASELIDE (fu a Roma, già vecchio, nel 156/155). 7. DIODORO DI TIRO, fino verso il 110 a.C. (circa).
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
8. ERINNEO, intorno al 100 a.C. A questo punto, la lista dovrebbe per lo meno subire una interruzione. dato che il Peripato (cosi come l'Accademia) subi gravissimi danni in seguito al saccheggio di Atene da parte di Silla, il quale, tra l'altro, portò a Roma i manoscritti di Aristotele ricuperati da Apellicone. La scuola fu, probabilmente, ricostruita in seguito. La tradizione vuole che ANDRONICO DI RODI (9) fosse l'undicesimo scolarca, ossia il decimo successore di Aristotele. Quasi tutti gli altri nomi che vengono proposti come scolarchi sono ricavati da congetture. Questi sono, dopo Andronico: CRATIPPO (10), intorno al 45 a.C., SENARCO DI SELEUCIA (11), MENEFILO (12) verso la fine del I secolo, ASPASIO DI AFRODISIA (13), ERMINO (14) verso il 160 d.C., A!LESSANDRO DI DAMASCO (15) verso il 170 d.C., ARISTOCLE DI MESSENE (16), SOSIGENE (17), ALESSANDRO DI AFRODISIA (18), AMMONIO (19) attorno al 230 a.C. e PROSENO (20). Si veda quanto diciamo nel vol. IV, p. 26 nota 41.
*
E)
Per una discussione critica su questo catalogo dr.: Lynch, Aristotle's School, sopra cit., passim.
Il «De mundo»
~ da ricordare, infine, nella storia dell'evoluzione della dottrina del Peripato, il Trattato sul cosmo per Alessandro, che la tradizione attribuisce ad Aristotele, ma che gli studiosi moderni hanno giudicato inautentico ed hanno via via spostato in tutte le successive fasi della storia dell'aristotelismo che sopra abbiamo distinto. Noi abbiamo dedicato a questo scritto uno studio particolareggiato, fornendo, insieme al testo greco, la prima traduzione italiana con commentario. Le nostre conclusioni sono: a) che il contenuto può ben essere aristotelico, b) che l'autore può essere Aristotele, a parte i ritocchi di T eofrasto (come del resto Apuleio, che parafrasò lo scritto, dice pressoché esplicitamente), c) che, se non è autore Aristotele, chi lo ha composto ha desunto quasi tutto il materiale dagli essoterici aristotelici e qualcosa da Teofrasto, sicché lo scritto parrebbe risalire, quanto al contenuto, al primo Peripato.
e(f)© - G. Reale, Aristotele, Trattato sul cosmo per Alessandro, Traduzione con testo greco a fronte, introduzione, commento e indici, Loffredo, Napoli 1974.
©
L'indice di tutti i termini greci che ricorrono nello scritto e di tutti i luoghi in cui compaiono è stato da noi redatto in collaborazione con F. Sarri (pp. 315-350).
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Monografia introduttiva, stato della questione e recensione di tutta la letteratura su questo trattato si trovano ivi, pp. 3-127; 279-313 e passim.
PERITTIONE PITAGORICA, PSEUOO (?): dr. Mediopitagorici, 50.
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PERITTIONE/PITAGORA
PERSEO DI CIZIO: cfr. Stoici antichi, 6. PETRONE DI IMERA: cfr. Presocratici, 16; Pitagorici antichi, 3. PIRRONE DI ELIDE, fondatore del movimento scettico, nacque fra il 365 e il 360 e mori fra il 275 e il 270 a.C.
O Non scrisse nulla. Le sue dottrine furono fissate per iscritto dal suo discepolo Timone di Fliunte. Degne di fede sono, quindi, soprattutto le testimonianze di quegli autori che si rifanno immediatamente a Timone, o che a lui mediatamente attingono, più che non quelle dei Neoscettici che ne elaborano teoreticamente la dottrina. Importanti sono anche le testimonianze sulla vita derivanti da Antigono di Caristo, che visse non molto dopo Pirrone e di cui ci sono pervenuti frammenti.
eGJ© L'edizione critica delle testimonianze di Pirrone che da tempo si attendeva è stata approntata con grande rigore (e corredata di una chiara traduzione e di un ricchissimo commentario) da: - F. Decleva Caizzi, Pirrone, Testimonianze, Bibliopolis, Napoli 1981. (Dell'autrice si veda anche, per la giustificazione dei criteri seguiti in questa edizione: Prolegomeni ad una raccolta delle fonti relative a Pirrone di Elide, in: Lo scetticismo ... [cfr. voce Scettici], pp. 93-128).
*
Sono da vedere, per una ricostruzione del pensiero di Pirrone, tutte le storie dello scetticismo, citate alla voce Scettici. Il volume più nuovo e rigoroso è però, a nostro avviso, quello di: - M. Conche, Pyrrhon ou l'apparence, J:.dition de Mégare, Villers sur Mer 1973. Su una linea analoga, si era già mosso, quasi contemporaneamente, ma in maniera meno metodica e meno rigorosa, anche un altro studioso francese: - ].P. Dumont, Le scepticisme et le phénomène, Essai sur la significa· tion et les origines du pyrrhonisme, Paris 1972. In questa storia della filosofia antica abbiamo accolto il criterio metodologico del Conche, cercando, però, di portarlo alle estreme conseguenze proprio là dove il Conche sembra arretrarsi, e lo abbiamo ulteriormente sviluppato nel saggio: - G. Reale, Ipotesi per una rilettura della filosofia di Pirrone di Elide, in: Lo scetticismo... [cfr. voce Scettici], pp. 243-336. Si vedano anche i contributi di A. Brancacci e G.A. Ferrari, ivi, pp. 211242 e pp. 337-370.
*
Uno stato della questione si trova in: Reale, Ipotesi..., sopra cit., pp. 245-288; la letteratura critica in: Decleva Caizzi, Pirrone ... , cit., pp. 17-26. PITAGORA DI SAMO: cfr. Presocratici, 14; Pitagorici antichi, 1 e inoltre:
e
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472
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
PITAGORA DI SAMO, PSEUOO: dr. Mediopitagorici, 51 e inoltre:
eGJ© - A. Farina, I versi aurei di Pitagora, Libreria Scientifica Editrice, Napoli 1962. PITAGORICI (seconda metà del
VI secolo a.C. - inizi del m secolo d.C.). Quella dei Pitagorici costituisce indubbiamente una delle sette più numerose che vanti la filosofia antica, con una storia che si protrae per più di otto secoli. Giamblico conclude la sua celebre Vita Pitagorica (cap. 36) con un imponente catalogo di ben 218 uomini e 17 donne, precisando altresl che di molti si sono persi nome e memoria. Ecco le notizie forniteci da Giamblico sugli scolarchi. l. PITAGORA DI SAMO. 2. ARISTEO DI CROTONE, tutte le opere del Corpus Platonicum. Prima tetralogia Euthyphro Euthyphr. l) Euti/rone (o sul santo) Apologia Socratis Apol. 2) Apologia di Socrate Cri t. 3) Critone (o sul dovere) Crito Phaed. 4) Pedone (o sull'anima) Phaedo Seconda tetralogia 5) Crati/o (o sulla correttezza dei noCratylus Crat. mi) Theaet. 6) Teeteto (o sulla conoscenza) Theaetetus
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PITOCLE/PLATONE
7) Sofista (o sull'essere) 8) Politico (o sull'arte di governare)
Sophista Politicus
Terza tetralogia 9) Parmenide (o sulle Idee) Parmenides l O) File bo (o sul piacere) Philebus 11) Simposio (o sul bene) Symposium 12) Fedro (o sulltJ bellezza) Phaedrus Quarta tetralogia 13) Alcibiade Maggiore (o sulla natura Alcibiades maior dell'uomo) 14) Alcibiade Minore (o sulla preghieAlcibiades minor ra) 15) Ipparco (o sull'avidità di guadagno) Hipparchus 16) Gli Amanti (o sulla filosofia) Amatores Quinta tetralogia 17) Teagete (o sulla sapienza) Theages 18) Carmide (o sulla temperanza) Charmides 19) Lachete (o sulJ1 fortezza) Laches 20) Liside (o sull'pmicizia) Lysis Sesta tetraJogia 21) Eutidemo (o sull'eristica) Euthydemus 22) Protagora (o dei Sofisti) Protagoras 23) Gorgza (o della retorica) Gorgias 24) Menone (o della virtù) Meno Settima tetralogia 25) Ippia maggiore (o sul bello) Hippias maior 26) Ippia minore (o sulla falsità) Hippias minor 27) Ione (o sull'Iliade) Io 28) Menesseno Menexenus Ottava tetralogia 29) Clztofonte (o Protre!Jtco) Clitopho 30) Repubblica (o sulla giustizia) Respublica 31) Timeo (o sulla natura) Timaeus 32) Crizia (o sull'Atlantide) Critias Nona tettralogia 33) Minosse (o sulla legge) Minos 34) Leg?) (o sulla legislazione) Leges 35) Epinomide (o consiglio notturno, o Epinomis filosofo) 36) Lettere Epistulae Opere che non rientrano nelle tetralogie 37) Definizioni Definitiones 38) Sul giusto De iusto
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Soph. Polit. Parm. Phil. Symp. Phaedr. A/c. ma. A/c. mi. H i p pare. Amat. Theag. Charm. Lach. Lys. Euthrd. Protag. Gorg. Me n. Hipp. m!L Hipp. mi. Io Menex.
Clit. Resp .. Tim. Crtti. Minos Leg. Epinom. Epist. Def. De iusf.
478 39) Sulla virtù 40) Demodoco 41) Sisifo -42) Erissia 43) Assioco
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
De virtute Demodocus Sisyphus Eryxias Axiochus
De virt. Demodoc. Sisyph. Eryx. Axioch.
eLe più recenti edizioni di Platone Le citazioni delle opere di Platone sono fatte sulla base dell'edizione cin·quecentesca dello Stephanus, la cui paginatura è riportata in margine in tutte le edizioni e traduzioni scientifiche. Fra le edizioni ottocentesche ne ricordiamo una sola, ohe, per certi aspetti, è ancora di utile consultazione: - C.F. Hermann, Platonis Dialogi secundum Thrasylli tetralogias dispositi, 6 voli., Lipsiae 1851-1853; 1877-1880; 1921-1936 (Bibl. Teubn.). Agli inizi del nostro secolo ha visto Ja luce l'edizione più cospicua, tuttora in supera t a: - ]. Burnet, Patonis Opera, 5 voli., Oxonii 1900-1907 (più volte ristam· pata), che fa parte della collana « Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis ». Il primo volume contiene i dialoghi della prima e della seconda tetralogia; il secondo contiene i dialoghi della terza e della quarta; il terzo i diruloghi ·della quinta, della sesta e delJa settima tetralogia; il quarto contiene la tetralogia ottava; il quinto, infine, la nona tetralogia e le opere spurie. Accanto all'edizione del Burnet segnaliamo quella bilingue, greco-fran *
Una scelta di frammenti in traduzione tedesca si trova in: Nestle, Die Sokratiker ... [dr. voce Socratici], pp. 199-208.
Oltre all'ottimo saggio di R. Heinze, che precede l'edizione, si veda: - H.}. Kramer, Der Ursprung der Geistmetaphysik, Amsterdam 1964, rist. 1967, pp. 21-126. - Zeller - Isnardi Parente [cfr. Accademici antichi], pp. 931-998, dove le note di aggiornamento contengono anche ricchi contributi.
*
In Zeller - Isnardi Parente, loc. cit., si troverà indicata e recensita tutta la letteratura critica sul tema. SENOFANE DI COLOFONE: cfr. Presocratici, 21 e inoltre:
e(]) - M. Untersteiner, Senofane, Testimonianze e frammenti, La Nuova Italia(« Biblioteca di Studi Superiori», 33), Firenze 1956; 19672 •
© - N. Marinone, Lessico di Senofane, Roma 1967; rist. anast., Olrns, Hildesheim-New York 1972.
*-
K. Reinhardt, Parmenides und dte Geschichte der griechischen Philosophie, Bonn 1916; Frankfurt 19592 ; 19773; a pp. 89-154 viene proposta una interpretazione rivoluzionaria del nostro filosofo. - G. Calogero, Senofane, Eschilo e la prima definizione dell'onnipotenza di Dio, in AA.VV., Studi di Filosofia greca, Bari 1950, pp. 31-55. - C. Corbato, Studi Senofanei, in , 22 (1952), pp. 179-244. - S. Zeppi, Studi sulla filosofia presocratica, Firenze 1962, pp. 1-56.
*
Stato della questione sui vari problemi concernenti l'interpretazione di Senofane si troverà in Zeller-Reale [cfr. voce Presocratici], pp. 57-164. La bibliografia si troverà, iv i, pp. XIX-XXIII. SENOFILO DI CALCIDE: cfr. Presocratici, 52; Pitagorici antichi, 26. SENOFONTE DI ATENE, scrittore di storia e di argomenti vari. In gioventù fu discepolo di Socrate. Visse a cavaliere fra il v e il IV secolo a.C.
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.535
SENOCRATE/SESTO ErdPIRICO
Q Delle sue opere pervenuteci, interessano allo studioso di filosofia: Commentarii l. Memorabili di Socrate Oeconomicus 2. Economico 3. Simposio 4. Apologia di Socrate
Convivium Apologia Socratis
• La più diffusa edizione critica di queste opere è quella di: - E.C. Marchant, Xenophontis Opera Omnia, Tomus Il: Commentarii, Oeconomicus, Convivium, Apologia Socratis, Oxonii 1901; 19212, più volte ristampata.
©
Un lessico dei Memorabili è stato curato da: C.M. Cloth - M.F. Kellogg, lndex in Xenophontis Memorabilia, Ithaca 1900; rist. anast., Olms, Hildesheim 1968. Utile, anche se molto vecchio, è: - G.K.A. Thieme - F.W. Sturz, Lexicon Xenophonteum, 4 voli., Lipsiae 1801-1804. -
Q) Tutti gli scritti socratici sono stati tradotti di recente in italiano da: - R. Laurenti, Seno/onte, Le opere di Socrate (Memorabili, Convivio, Apologia di Socrate, Economico), Cedam, Padova 1961; riedite nel Socrate a cura di Giannantoni [dr. voce Socrate], pp. 75-269. Le tre ultime sono tradotte anche da: - L. Montoneri, Senofonte, Scritti socratici (Economico, Simposio, Apologia di Socrate), Patron, Bologna 1964; 19762.
© - O. Gigon, Kommentar 1.um ersten Buch von Xenophons Memorabilien, Base! 1953. - O. Gigon, Kommentar 1.um 1.weiten Buch von Xenophons Memorabilien, Basel 1956.
* *
Oltre ai volumi indicati alla voce Socrate, 2, cfr.: Luccioni, Les idées politiques et sociales de Xénophon, Paris 1947. Luccioni, Xénophon et le socratisme, Paris 1953.
- J. - J.
Ulteriori indicazioni bibliografiche si vedano in Totok, Handbuch ... , pp. 141 sgg.; Luccioni, Xenophon ... , pp. 173 sgg. e De Magalhaes-Vilhema, Le problème de Socrate ... {cfr. voce Socrate], pp. 194-230.
SERAPIONE DI ALESSANDRIA: cfr. Medici Empirici, 2. SESTIO, FIGLIO DI QUINTO SESTIO: cfr. Neopitagorici, 3. SESTIO QUINTO, cfr. Neopitagorici, I, 2. SESTO EMPIRICO, filosofo scettico, vissuto nella seconda metà del n e nei primi anni del m secolo d.C.
Q Ecco l'elenco delle opere pervenuteci: l. Contro i matematici (in 6 libri) Adversus mathematicoJ
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
2. Contro i dogmatici (in 5 libri) Adversus dogmaticos Queste due opere vengono anche indicate in maniera unitaria con un unico titolo: - Adversus mathematicos, Contro i matematici (=coloro che detengono il sapere, gli uomini di cultura), con la numerazione dei libri dall'I all'Xl. l Ecco il contenuto dei singoli libri 1. Contro i grammatici n. Contro i retori III. Contro i geometri IV. Contro gli aritmetici v. Contro gli astrologi VI. Contro i musici vn. Contro i logici, l VIII. Contro i logici, 2 IX. Contro i fisici, l x. Contro i fisici, 2 XI. Contro i moralisti 3. Schizzi Pirroniani (in 3 libri) • L'edizione fondamentale è quella iniziata dal Mutschmann e completata da ]. Mau e da K. Janacek per la Biblioteca Teubneriana: - H. Mutschmann · ]. Mau, Sexti Empirici Opera, Lipsiae 1912-1952 - vol. 1: Pyrrhoneion hypotyposeon libros tres continens, recensuit H. Mutschmann, Lipsiae 1912; 2, ediz. migliorata, 1858, a cura di ]. Mau. - vol. Il: Adversus Dogmaticos libros quinque (Adv. Mathem. VII-Xl) continens, recensuit H. Mutschmann, Lipsiae 1914. -vol. III: Adversus Mathematicos libros I-IV continens, edidit ]. Mau, 1954; 19612.
@ - vol. IV: Indices, collegit K. Janacek, Lipsiae 1954; 19622 (questo indice, ben strutturato e assai ricco, è uno strumento di lavoro veramente prezioso). G) Una versione completa delle opere pervenuteci integrali è quella in lingua inglese curata da: - R.G. Bury, Sextus Empiricus, With an English Translation, 4 voli., London-Cambridge (Mass.) 1933-1949, con successive ristampe (Loeb), con testo greco a fronte, che riproduce sostanzialmente la vecchia ed ormai superata edizione Bekker. In italiano sono stati interamente tradotti gli Schizzi Pirroniani da: - S. Bissolati, Sesto Empirico, Istituzioni pirroniane, Imola 1870; riedita a cura di G. Rensi, Firenze 1917. - O. Tescari, Sesto Empirico, Schizzi pirroniani, Laterza, Bari 1926. I primi sei libri dell'Adversus Mathematicos sono tradotti da: - A. Russo, Sesto Empirico, Contro i matematici, Laterza, Bari 1972. Degli Adversus Dogmaticos sono stati tradotti i primi due libri: - A. Russo, Sesto Empirico, Contro i logici, Laterza, Bari 1975. ~ utile anche la seguente traduzione francese:
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SESTO EMPIRICO/SESTO PITAGORICO
- ]. Grenier - G. Goron, Oeuvres choisies de Sextus Empiricus, Contre les physiciens, Contre les moralistes, Hypotyposes Pyrrhoniennes, Aubier, ~ditions Montaigne, Paris 1948 (del Contro i fisici gli autori propongono solo la parte che concerne la critica alla teologia I, 1-194, omettendo il resto).
*
Si vedano le storie generali dello Scetticismo, di cui diamo notizia alla voce Scettici. Cfr. inoltre: - W. Heintz, Studien zu Sextus Empiricus, Halle 1932; rist. anast., Gestenberg, Hildesheim 1972. - K. Janacek, Sextus Empiricus' Sceptical Methods, Praga 1972. Numerosi contributi si troveranno in: - AA.VV., Lo scetticismo... [cfr. voce Scettici], parsim.
*
Ricchissimo materiale bibliografico si trova in: - L. Ferraria - G. Santese, Bibliografia sullo scetticismo antico (18801978), contenuta nel volume: Lo scetticismo ... , sopra citato, pp. 753-850. SESTO PITAGORICO, autore vissuto probabilmente nel colo d.C.
I
o nel n se-
O Sotto il nome di Sesto ci è pervenuta una interessante raccolta di Sentenze. Sull'identità dell'autore c'è, però, una grande disparità di vedute. E in primo luogo da rilevare che già nel m secolo Origene cita queste sentenze, e, dunque, il loro autore è sicuramente anteriore. Rufino, dapprima condiscepolo e poi avversario di S. Gerolamo, ne fece una traduzione latina (che ebbe grande fortuna), erroneamente attribuita a Sisto n, martire e papa. Alcuni studiosi moderni le attribuirono a Sestio figlio, il quale, in esse, avrebbe condensato un'opera di Sestio padre (cfr. voci). Altri ritennero, invece, che l'autore fosse un Cristiano, ma che si rivolgesse con la sua opera non solo ai Cristiani, ma anche ai pagani. Qualcuno considerò addirittura le Sentenze come un documento delle dottrine degli Esseni. Forse la verità è nella soluzione più semplice: l'autore è probabilmente un pagano, dato che sono assenti i dogmi specifici del cristianesimo, mentre gli influssi della religione giudaico-cristiana si spiegano perfettamente data l'epoca in cui visse (del resto sono frequenti anche in altri autori pagani dell'epoca). Non si possono peraltro escludere, come alcuni vogliono, interpolazioni di mano cristiana. Il pitagorismo delle Sentenze è, però, alquanto generico. eGJ Fra le numerose edizioni e traduzioni delle Sentenze, ricordiamo le più facilmente accessibili. - A. Elter, Sexti Pythagorici Sententiae cum appendicibus, Bonnae 1892. - Mullach, Fr. Phil. Gr., II, pp. 522 sgg. - F. De Paola, Le sentenze di Sesto, Con introduzione, testo e versione, Milano 1937 (si rifà all'edizione Elter e contiene anche la traduzione latina di Rufino). - H. Chadwick, Sextus Pythagoraeus, Sentences, A Contribution to the History of Early Christian Ethics, Cambridge University Press, LondonNew York 1959.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
**
Breve stato della questione ed ampia analisi si troverà nell'introduzione del De Paola, op.cit., pp. IX-xv, che, peraltro, sostiene la tesi desueta dell'origine essenica delle Sentenze (pp. xv-cxxxv).
SETTE SAGGI: dr. Presocratici, 10, ed inoltre: e(!)© - B. Snell, Leben und Meinungen der Sieben W eisen, Tusculum-Bi.icherei, Mi.inchen 19714.
SEVERO, filosofo medioplatonico del n secolo d.C.
O
Ci sono pervenuti solo testimonianze e frammenti.
• - Mullach, Fr. Phil. Gr., III, pp. 204-205. - G. Martano, Due precursori del neoplatonismo, Silvio Viti, Napoli, s. d., pp. 63-68 (contiene le testimonianze tratte da Proclo e da Giamblico e il frammento trasmessoci da Eusebio di Cesarea).
*>, Classe III, 33 (1930) pp. 52-77. - ]. Lukasiewicz, Zur Geschichte der Aussagenlogik,· in « Erkenntnis », 5 (1935), pp. 111-131. - A. Virieux-Reymond, La logique et l'épistémologie des Stolciens, Chambéry 1950. - B. Mates, Stoic Logic, Berkeley-Los Angeles 1953; 19622;. 19733. - M. Mignucci, Il significato della logica stoica, Bologna 1965. - ].M. Rist, Stoic Philosophy, Cambridge 1969, pp. 133-152. - M. Frede, Die stoische Logik, Gottingen 1974. Sulla ontologia e sulla fisica - É. Bréhier, La théorie des incorporels dans l'ancien stolcisme, Paris 1925; 19623. - ]. Moreau, L'ame du monde de Platon aux Stolciens, Paris 1939; rist. anast., Hildesheim 1965. - V. Goldschmidt, Le système stolcien et l'idée de temps, Paris 1953; 19692; 19773. - H. Simon - M. Simon, Die alte Stoa und ihr Naturbegriff, Berlin 1956. - S. Sambursky, Physics of the Stoics, London 1959. - L. Bloos, Probleme der stoischen Physik, Hamburg 1973. Sulla psicologia - P. Stein, Die Psychologie der Stoa, 2 voli., Berlin 1886-1888. - G. Verbeke, L'Évolution de la doctrine du pneuma du Sto'icisme à Saint Augustin, Louvain 1945. - Pohlenz, La Stoa ... , I, pp. 166-183. Sull'etica - A. Dyroff, Die Ethik der alten Stoa, Berlin 1897. - E. Grumach, Physis und Agathon in der alten Stoa, Berlin 1932. - O. Rieth, Grundbegriffe der stoischen Ethik, Berlin 1936. - E. Elorduy, Die Sozialphilosophie der Stoa, Leipzig 1936. - Pohlenz, La Stoa ... , Il, pp. 223-318. - Rist, Stoic Philosophy, cit., pp. 1-111. - D. Tsekourakis, Studies in the Terminology of Early Stoic Ethics, Wiesbaden 1974. - D. Pesce, L'etica stoica nel terzo libro del De finibus, Brescia 1977.
*
Stato della questione e bibliografia concernente la logica si troveranno in Mignucci, op. cit., pp. 17-66 e 195-200. La bibliografia concernente le al-
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STOICI ANTICHI/SUDA
tre parti del sistema si vedrà in Totok, Handbuch ... , pp. 221-277. Cfr. anche le indicazioni che diamo alla voce Stoici.
STRABONE DI AMASIA nel Ponto, geografo e storico del 1 secolo a.C. Q È andata perduta la sua produzione storiografica, ma ci rimane (pressoché integralmente) un'ampia opera, in 17 libri, che reca il titolo di Trattazione geografica, la quale presta una notevole attenzione ai fenomeni culturali e filosofici. Strabone ebbe anzi interessi specifici per la filosofia, in particolar modo per lo stoicismo.
e
M. Gatzemeier, Die Naturpbilosopbie des Straton von Lampsakos, Meisenheim am Gian 1970; ivi, pp. 8 sgg., si trovano un buono stato della questione e una bibliografia ragionata.
SUDA: con questo titolo, che probabilmente significa «Palizzata» e che, fuor di metafora, indica una enciclopedia, viene designato un lessico pervenutoci per intero e che sarebbe stato composto da un anonimo erudito bizantino verso la fine del x secolo d.C. Tuttavia alcuni codici antichi, nei quali è contenuto il testo del lessico, ridanno non la forma Suda, bensl Suida. Se si accettasse quest'ultima lezione, il termine indicherebbe non il titolo dell'enciclopedia, ma quello dell'erudito bizantino che ne fu l'autore. Generalmente oggi si propende per la forma Suda, che dunque anche noi abbiamo adottato (dr. sul problema F. Doelger, Der Titel der sogenannten Suidaslexikons, in « Sitzungsberichte der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-historische Abteilung », 1936, Heft 6, che sostiene con buone prove la forme Suda, accostandola al titolo di Prato scelto metaforicamente da Panfilo per il suo lessico). Si tratta, comunque, di un'opera monumentale, nella quale è possibile trovare una grandissima quantità di norjzie storiche e letterarie, anche se non sempre attendibili. Come nelle mo-
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
derne enciclopedie, anche m questo antico lessico il materiale è distribuito col criterio dell'ordinamento alfabetico . • Una eccellente edizione critica del lessico Suda ha approntato l'Adler: - A. Adler, Suidae Lexicon, 5 voli., Lipsiae 1928-1938; rist. anast., Stuttgart 1967-1971.
SUIDA: cfr. voce Suda.
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T TALETE DI MILETO, dr. voce Presocratici, 11 e !onici, l e inoltre:
*-
B. Snell, Die Nachrichten uber die Lehren des Thales und die Anfiinge der griechischen Philosophie- und Literaturgeschichte, in « Philologus », 96 (1944), pp. 170-182. - R. Laurenti, Introduzione a T alete Anassimandro Anassimene, Bari 1971.
TAZIANO, retore e filosofo siriaco del n secolo d.C., convertitosi al cristianesimo. Di lui ci è pervenuta, in lingua greca, una Oratio adversus Graecos, utile allo studioso del pensiero antico-pagano per alcune informazioni di carattere dossografico.
*
Bibliografia in Totok, Handbuch ... , II, pp. 55 sg.
TEAGE DI CROTONE, PSEUDO (?): cfr. Mediopitagorici, 55. TEAGENE CINICO: cfr. Cinici, 24. TEAGENE DI REGGIO: cfr. Presocratici, 8. TEANO PITAGORICA, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici, 56. TEARIDA DI METAPONTO, PSEUDO (?): dr. Mediopitagorici, 57; TEETETO L'ATENIESE: cfr. Accademici antichi, 15. TELAUGE PITAGORICO, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici, 58. TELECLE DI FOCEA: cfr. Accademici, Elenco scolarchi, 8; Neoaccademici, 3.
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.5.58
SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
TELETE DI MEGARA, pensatore cinico del
O
III
secolo a.C.
Ci è pervenuto un buon numero di frammenti.
• - O. Hense, Teletis Reliquiae, Mohr, Tiibingen 19092; rist. anast., Olms, Hildesheim 1969. ([) Prezioso e completo è l'Index vocabulorum che si trova, ivi, curato ·da H. von Miiller, pp. 65-99.
(!) - Nestle, Die Sokratiker... [dr. voce Socratici], pp. 119-146. - Paquet, Les Cyniques ... [cfr. voce Cinici], pp. 139-164. - A. Festugière, Deux prédicateurs dans l'antiquité: Télès et Musonius, ·Paris 1978.
*
L'introduzione dello Hense all'edizione sopra citata (pp. un'ottima monografia critica.
VI
sgg.) è
'TEMISTA EPICUREA: cfr. Epicurei, A, 20. TEMISTIO, nato probabilmente a Costantinopoli, fu retore e filosofo peripatetico e platonico, vissuto nel IV secolo d.C.
O Ci sono pervenute: - Parafrasi ad Aristotele (Analitici secondi; Fisica; Sull'anima; Metafisica, libro XII; Parva naturalia). - Orazioni . • Le parafrasi aristoteliche sono pubblicate nei C.A.G. (cfr. indicazioni analitiche alla voce Commentari greci di Aristotele). Per le Orazioni si veda: - W. Dindorf, Themistii Orationes, Leipzig 1832; rist. anast., Olms, Hildesheim 1961. - H. Schenkl- G. Downey - A.F. Norman, Themistii Orationes, 3 voli., Lipsiae 196.5-1974 (Bibl. Teubn.).
(!)© - H. Kesters, Plaidoyer d'un Socratique contre le Phèdre de Platon, XXVI• Discours de Thémistius, Louvain 1959 (testo, traduzione e ampia introduzione). - V. De Falco, Temistio, Parafrasi dei libri di Aristotele sull'anima, Ce·dam, Padova 1965 (traduzione integrale). - N. Schneider, Die 34. Rede des Themistios, Einleitung, Uebersetzung .und Kommentar, Winterthur 1966.
* *
L. Méridier, Le philosophe Thémistius devant l'opinion de ses contemporains, Paris 1906. Cfr. Praechter, p. 200*.
"'TEMISTOCLE STOICO, vissuto nel
III
secolo d.C., è uno degli epigoni
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559
TELETE/TEOFRASTO
della Stoa, ricordato già dagli antichi come privo di originalità (cfr. Longino, presso Porfirio, Vita di Platino, 20 ).
TEODA DI LAODICEA: cfr. Neoscettici, 15; Medici Empirici, 16. TEODORETO DI ANTIOCHIA, autore cristiano del Iv-v secolo d.C. Fu monaco e vescovo di Cirene.
O Scrisse molte opere, ma, fra queste, una in particolare interessa la storia del pensiero greco, e cioè lo scritto apologetico dal titolo Cura delle malattie dei Greci (lat.: Graecarum affectionum curatio; abbr. Graec. aff. cur.), in 12 libri. L'autore cerca di dimostrare la verità della dottrina evangelica e, a questo scopo, chiama in causa la filosofia greca, citando, spesso alla lettera, brani di autori pagani. • -H. Raeder, Theodoreti Graecarum affectionum curatio, Lipsiae 1904; rist. anast., Stuttgart 1969 (Bibl. Teubn.). (!) N. Festa, T eodoreto, Terapia dei morbi pagani, l, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1931 (con testo a fronte).
TEODORO DI ASINE, filosofo neoplatonico della scuola siriaca, vissuto fra il
III
e il IV secolo d.C.
O Ci restano frammenti e testimonianze. e©- W. Deuse, Theodoros von Asine, Sammlung der Testimonien
und Kommentar (« Palingenesia », Band 6), Steiner, Wiesbaden 1973. (Le citazioni dei frammenti si devono ora fare sulla base di questa edizione).
**
L'Introduzione del Deuse (op. cit., pp. 1-24) è la più pregnante e documentata ricostruzione del pensiero di Teodoro che sinora sia stata fatta; ivi, pp. 171-176 si troverà anche una utile bibliografia.
TEODORO L'ATEO: cfr. Cirenaici, 9. TEODORO DI CIRENE: cfr. Presocratici, 43; Pitagorici antichi, 17. TEODOSIO SCETTICO: cfr. Neoscettici, 23; Medici Empirici, 19. TEODOTO PLATONICO ne, nella prima metà del di Platino, 20).
III
è ricordato come« diadoco» platonico in Atesecolo d.C. (cfr. Longino, presso Porfirio, Vita
TEOFRASTO DI ERESO, filosofo e scienziato, collega e successore di Aristotele, scolarca del Peripato dal 323/322 al 288/284.
O
La produzione di Teofrasto pervenutaci
La produzione di Teofrasto fu imponente, ma di essa ci è rimasto piut-
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
tosto poco. Si veda la ricostruzione del catalogo delle sue opere, nell'artic~ lo di Regenbogen, sotto citato, nella R.E. e in Zeller-Plebe, pp. 419 sgg., pure sotto citato. Interessano direttamente il filosofo soprattutto: La metafisica I Caratteri I frammenti di logica (negli ultimi tempi molto studiati) I frammenti di psicologia I frammenti di dossografia Frammenti di vario contenuto filosofico La grandezza di Teofrasto è però consegnata in primo luogo ai suoi trattati di botanica: - Storia (o indagine) delle piante, in 9 Historia plantarum libri - Le cause delle piante, in 6 libri De causis plantarum Oltre a queste imponenti opere ci sono pervenuti opuscoli o frammenti dt opuscoli scientifici che citiamo nell'ordine in cui si trovano nell'edizione Wimmer (l'unica che presenti l'omnia di Teofrasto, anche se ormai decisamente insufficiente) di cui sotto diremo: - Sulle pietre De lapidibus De igne -Sul fuoco De odoribus - Sugli odori De ventis - Sui venti De signis tempestatum - Sui segni del tempo De lassitudine - Sulla stanchezza (framm.) De vertigine - Sulla vertigine (framm.) De sudore - Sul sudore (framm.) De animi defectione - Sullo svenimento (framm.) De nervorum resolutione - Sulla paralisi (framm.) - Numerosi altri frammenti di vario contenuto scientifico Per ulteriori indicazioni dr. il già citato studio di Regenbogen.
e
(T)© E d i z i o n i g e n e r a l i e p a r t i c o l a ri c o n zioni e commenti
tr
a d u-
L'unica edizione complessiva degli scritti di Teofrasto (con traduzione latina) è quella di: -F. Wimmer, Theophrasti Eresii Opera quae supersunt omnia, F. Didot, Parisiis 1866; rist. anast., Minerva G.m.b.H., Frankfurt am Main 1964. (Lipsiae 18541, Bibl. Teubn.). ~ un vero peccato che il Wehrli, nel pubblicare tutti gli scritti dei Peripatetici dei secoli IV-II a.C., abbia omesso proprio Teofrasto, che costituisce quell'anello, prescindendo dal quale sfugge il significato del Peripato postaristotelico. Fortunatamente sono state pubblicate numerose edizioni di singoli scritti e sono state fatte più accurate raccolte di frammenti, spesso accompagnate da traduzioni e commenti, che ora segnaliamo:
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TEOFRASTO
Metafisica - C. Brandis, Aristotelis et Theophrasti Metaphysica, Berolini 1823. - H. Usener, Theophrasti De prima philosophia libellus, Bonn 1890. - W.D. Ross - F.H. Fobes, Theophrastus, Metaphysics, With Translation Commentary and Introduction, Clarendon Press, Oxford 1929; rist. anast., Olms, Hildesheim 1967. - G. Reale, Teofrasto e la sua aporetica metafisica, Saggio di ricostruzione e di interpretazione storico-filosofica con traduzione e commento della • ..... • «Metafisica», La Scuola, Brescia 1964, pp. 163-207. I Caratteri Sono l'opera più letta e studiata. Fra le molte edizioni ricordiamo: - H. Diels, Theophrasti Characteres, Oxonii 1909 (Bibl. Oxon.), più volte ristampata. - G. Pasquali, Teofrasto, I Caratteri, Firenze 1919; nuova edizione, a cura .di V. De Falco, Sansoni, Firenze 19562, con traduzione italiana. - O. Navarre, Théophraste, Caractères, Texte établi et traduit, Paris 1921; 19522; 1964 (Coli. Budé). - O. Immisch, Theophrasti Characteres, Lipsiae 1923 (Bibl. Teubn.). - P. Steinmetz Theophrast, Charaktere, Herausgegeben und erkliirt, 2 voli., Miinchen 1960-1962 (con traduzione e commentario). - E. Levi Teofrasto, I caratteri, Prefazione e traduzione dall'originale greco, Milano 1955. I Frammenti di logica L'importanza dei frammenti di logica di Teofrasto è stata accertata solo -di recente e si sono avute tre edizioni a breve distanza di tempo con interpretazioni e commenti ad alto livello: - I.M. Bochenski, La logique de Théophraste, Librairie de l'Université, Fribourg en Suisse 1947 (si veda dello stesso autore anche la raccolta di passi in Elementa logicae Graecae, Roma 1957, pp. 76-82). - A. Graeser, Die logischen Fragmente des Theophrast, De Gruyter, Berlin 1973 (Kleine Texte). - R. Repici, La logica di T eofrasto, Studio critico e raccolta dei frammenti e delle testimonianze, Società Editrice II Mulino, Bologna 1977. I Frammenti di psicologia - E. Barbotin, La théorie aristotélicienne de l'intellect d'après Théophraste, Louvain-Paris 1954, pp. 245-288 (testo e traduzione francese a fronte, seguita da ampie note critiche). I Frammenti dossografici I frammenti appartenenti alla grande opera Le opinioni dei Fisici, si ve.dranno soprattutto in: - Diels, Dox. [dr. voce Dossografi], pp. 473-527. La traduzione di essi si trova in: - Torraca, Dossogr. [dr. voce Dossografi], pp. 259-313.
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
Un'edizione con traduzione e commento del De sensu è stata curata da: - G.M. Stratton, Tbeophrastus and the Greek Physiological Psychology be/ore Aristotle, London 1917; rist. anast., Hakkert, Amsterdam 1964. Sulla pietà - W. Potscher, T beo phrastos 1tEpL EÙCTE~E(ac;, ( « Philosophia an tiqua », vol. Xl), Brill, Leiden 1964 (edizione critica, trad. tedesca ed introduzione). Frammenti retorici - A. Mayer, Theophrasti 1tEPL M!;Ewc; libri fragmenta, Leipzig 1910. Storia delle piante È edita, oltre che in Wimmer, pp. 1-163 da: - A.F. Hort, Theophrastus, Enquiry into Plants, With an English Translation, 2 voli., London-Cambridge (Mass.) 1916; 196!3 (Loeb), con un eccellente indice delle piante (Il, pp. 437-484). Per la traduzione italiana cfr.: - F.F. Mancini, Teofrasto, La storia delle piante volgarizzata ed annotata, Roma 1901. Le cause delle piante Oltre che in Wimmer, si vedrà, con traduzione inglese, in: - B. Einarson - G.K.K. Link, Theophrastus, De causis plantarum, With an English Translation, 3 voli., vol. l, London-Cambridge (Mass.) 1976 (Loeb). Sulle pietre - E.R. Caley - J.F.C. Richards, Theophrastus, On Stones, lntroduction, Greek Text, English Translation and Commentary, Columbus, Ohio State University Press, 1956. - D.E. Eichholz, Theophrastus, De lapidibus, Edited with Introduction, Translation and Commentary, Oxford University Press, London-New York 1965. Sul fuoco - A. Gercke, Theophrasti De igne, Greifswald 1896. - V. Coutant, Theophrastus, De igne, A Post-Aristotelian View o/ the Nature of Fire, Vangorcum, Assen 1971. Sui venti - V. Coutant · V.L. Eichenlaub, Theophrastus, De ventis, Edited with Introduction and Commentary, London 1975. Meteorologia Nuove acquisizioni sono venute dalle scoperte e pubblicazioni di traduzioni arabe e siriache che hanno restituito frammenti ed estratti dei Meteora-· logici: - G. Bergstrasser, Neue meteorologische Fragmente des Theophrast, in >, Jahrgang 1918.
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TEOFRASTO
- E. Wagner - P. Steinmetz, Der syrische Auszug der Meteorologie des Theophrast, Akademie der Wissenschaften und der Literatur, Wiesbaden 1964, con traduzione tedesca e commentario. Sugli odori e Sui segni del tempo - A. Hort, Theophrastus, Enquiry into Plants and Minor Works On Odours and Weather Signs, With an English Translation, Cambridge (Mass.)London, vol. Il, 1916; 19492 ; 1961 3, pp. 323-433 (Loeb).
© Utili indici si trovano in· Wimmer, op. cit., pp. 469-547 e in Horst, E'!quiry into Plants ... , cit., pp. 437-484. *Letteratura
critica
Su Teofrasto in generale * E. Zeller - R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo stori• co, Parte Il, Vol. VI: Aristotele [tomo III] e i Peripatetici più antichi, a cura di A. Plebe, La Nuova Italia, Firenze 1966 (l'ultima edizione tedesca, curata dallo Zeller è del 1891), pp. 335-442. - Th. Gomperz, Pensatori Greci, vol. IV dell'edizione italiana, Firenze 1962, pp. 675-760 (l'edizione tedesca è del 1896-1897). La monografia più esauriente è quella d!: - O. Regenbogen, Theophrastos von Eresos, in R.E., VII Suppl. (1940), coli. 1354-1562. Su Teofrasto dossografo, si vedrà: - J.B. Mc Diarmid, Theophrastus on the Presocratic Causes, « Harvard Studies in Classica! Philology », 61 (1953), pp. 85-156. Sulla Metafisica - Reale, T eo/rasto e la sua aporetica metafisica... , cit. - W. Potscher, Strukturprobleme der aristotelischen und theophrastischen· Gottesvorstellung, Leiden 1970. Sulla Fisica - P. Steinmetz, Die Physik des Theophrast, Bad Homburg 1964. - AA.VV., Naturphilosophie bei Aristoteles und Theophrast, Herausgegeben von l. Diiring, Heidelberg 1969 (Atti del IV Simposio Aristotelico tenutosi a GOteborg nel 1966). Sulla Psicologia Oltre all'opera del Barbotin, sopra citata, cfr.: - G. Movia, Anima ed Intelletto, Ricerche sulla psicologia peripatetica· da Teofrasto a Cratippo, Padova 1968. Sulla Logica Sono da vedere soprattutto le opere, già sopra citate, di Bochenski e Repici.
*
Ampia bibliografia sui vari temi si troverà in Reale, op. cit., pp. 209215; Movia, op. cit., pp. 9 sgg.; Steinmetz, Die Physik ... , pp. 359 sgg.; Re-
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SCHEDARIO E BIBLIOGRAFIA
pici, op. cit., pp. 227-231; Totok, Handbuch ... , pp. 265 sgg. Si veda, inoltre, Zeller-Plebe, cit., pp. 418 sgg.
TEOGNIDE MEGARICA: cfr. Megarici, 14. TEONE DI SMIRNE, filosofo medioplatonico pitagoreggiante del
II
se-
·colo d.C.
O Ci è interamente pervenuta un'opera dal titolo: Esposizione delle conoscenze matematiche utili per leggere Platone (Expositio rerum mathematicarum ad legendum Platonem utilium) . • - E. Hiller, Theonis Smyrnaei Philosophi Platonici Expositio rerum mathematicarum ad legendum Platonem utilium, Lipsiae 1878 (Bibl. Teubn.).
G) - J, Dupuis, Th~on de Smyrne philosophe platonicien, Exposition des .connaissances mathématiques utiles pour la lecture de Platon, Traduite pour la première fois du grec en français, Paris 1892; rist. anast., Éditions Culture et Civilisation, Bruxelles 1966 (con testo greco a fronte).
TEONE DI TITOREA, è uno stoico nominato nel quarto tropo di Enesidemo per il suo sonnambulismo. A noi peraltro sconosciuto.
IEORIDE PITAGORICO: cfr. Pitagorici, 10. TEOSEBIO NEOPLATONICO: cfr. Neoplatonici, VI, A, 4. TERTULLIANO, nacque a Cartagine e visse fra il n e il m secolo d.C. Fu apologista cristiano, finito poi nell'eresia. Allo studioso del pensiero antico-pagano interessa come fonte dossografica. Fra le sue opere spiccano: Apologeticum, Ad nationes, De anima.
*
La bibliografia si trova in Totok, Handbuch ... , II, pp. 73 sgg.
'TIMAGORA DI GELA: cfr. Megarici, 28. TIMARIDA DI TARANTO: cfr. Pitagorici antichi, 32. TIMARIDA DI TARANTO, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici,
59.
TIMEO DI LOCRI: cfr. Presocratici, 49; Pitagorici antichi, 23. TIMEO DI LOCRI, PSEUDO: cfr. Mediopitagorici, 60 e inoltre: eG) - W. Marg, Timaeus Locrus, De natura mundi et animae, Ueberlieferung, Testimonia, Text und Uebersetzung, (« Philosophia antiqua ,., XXIV), Editio maior, Brill, Leiden 1972 (a questa edizione si era già rifatto, in anteprima, il Thesleff [cfr. Mediopitagorici], per concessione del Marg).
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TEOONIDE MEGARICA/TOLOMEO CHENNO
565
Ricordiamo anche una vecchia traduzione francese che ha, però, un valore prevalentemente storico e retrospettivo: - Timée de Locres, Traduit par d'Argens [ ... ], Paris l'an III de la République Française [ = 1794/1795].
© - M. Baltes, Timaios Lokros, Ueber die Natur des Kosmos und der Seele, ( « Philosophia antiqua », XXI), Brill, Leiden 1972.
*
Per la bibliografia cfr. voce Mediopitagorici.
TIMOCRATE DI ATENE: cfr. Epicurei, A, 17. TIMOCRATE DI LAMPSACO: cfr. Epicurei, A, 18. TIMONE DI FLIUNTE, filosofo e poeta scettico, vissuto fra la fine del e il terz'ultimo decennio del m secolo d.C.
IV
O
Ci sono pervenuti testimonianze e frammenti, fra i quali spiccano quelli dei Silli . •
Per l'edizione dei frammenti e delle testimonianze si veda:
- H. Diels, Poetarum philosophorum fragmento, Weidmann, Berolini 1901, pp. 173-206. - U. von Wilamowitz-Moellendorff, Antigonos von Karystos, Weidmann, Berlin-Ziirich 19652, pp. 41-44.
(!) Una traduzione italiana di gran parte dei frammenti si troverà in: -
Russo, Scettici ... [cfr. voce], pp. 121-134.
**-
A.A. Long, Timon of Phlius: Pyrrhonist and Satirist, in >: IV 439. ANONIMO autore medioplatonico del Commentano al Teeteto: IV 322 n. 33; 323 e n. 36; 356; 357 e n. 13. ANONIMO DI GIAMBLICO: l 264 n. l. ANONIMO pitagorico di Alessandro Poliistore: IV 377; 378; 380; 387; 391; 401. ANONIMO pitagorico di Diodoro Siculo: IV 377. ANONIMO pitagorico di Fozio: IV 377; 379; 380; 387; 391; 408.
ANDROMACA: l 207. ANoNIMO pitagorico di Ovidio: IV 377. ANDRONE DI ARco:
IV 160.
ANDRONICO: Il 382 n. l; 403; 111 142; 154; 562; IV 16 n. 7; 17; 19; 20-21; 22 e n. 22; 23; 25; 25-26; 27 e n. 44; 29; 31; 316; 380; 473. ANITa: l 330; 111 383.
ANNICERI (o ANNICERIDE): l 407 n. 13; Il 8 n. l; 111 56; 59-60; 61; 63. ANNIO SToico: IV 145 n. 2; 146 n. 2. ANoNIMO autore del Commentario all'Etica a Nicomaco di Aristotele: IV 325 n. 40.
ANONIMO pitagorico di Sesto Empirico: IV 377; 381; 388; 391. ANTIFONTE: l 264; 267-270; 325. ANTIGONO DI CARISTO: 111 465 n. l; 489. ANTIGONO GoNATA: 111 51. ANnoco m AsCALONA: 111 526; 529; 530 e n. 4; 531; 532; 537-542; 543; 544; 545; 548; 556 n. 28; IV 24; 25; 151; 152; 309; 310; 311; 312; 313; 318; 319 n. 24; 337; 663. ANnoco DI LAoDicEA: IV 182; 183 e n. 3; 184 n. 7.
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INDICE DEI NOMI (A)
l 407 n. 13.
ANTIPATRO CIRENAICO:
111 305 sg. n.
APoLWNIO CRoNo:
111 70
n.
13.
l; 373; 435 n. 2.
APoLLONIO DI TIANA: IV 384 e n. 53; 385 n. 54; 408 e n. 43; 409 n. 46.
ANTIPATRO DI TIRO: 111 452.
APoLWNIO
ANTIPATRO DI TARSO:
DI
TIRO:
111 312; IV
126 n. l. ANTISTENE: l 287 n. l; 324 e n. 58; 337 e nn. 2,3; 386; 387; 389; 390· 402; 404; 432; Il 252; 111 25 e n. 2; 26 e n. 2; 27 e n. 10; 32; 34; 44; 48; 306; 310; IV 106; 217; 238; 239.
IV 445.
ANTONINI: ANTONINO: ANTONIO:
IV 131.
111 543 n. l.
APELLA:
IV 183; 185 n. 9.
APELLE:
IV 204.
APPIO CLAUDIO:
IV 383 n. 44.
APuLEIO: 111 45 e n. 61; IV 25 n. 34; 38 n. 25; 322 e n. 33; 323 n. 35; 326; 327; 335 e n. 8; 342 e n. 28; 347 e n. 40; 349 e n. 45; 353 nn. 57, 58, 60; 355 e n. 6; 358 n. 15; 360 n. 20; 361 e n. 23; 384 n. 50; 431. ARcESILAO: 111 119 n. 9; 121; 317 n. 25; 436; 487; 498 e n. 90; 499-509; 510· 511· 516· 517· 518· 524· 526· 527; 529; 53l'n. 7;,535;,538;,1V B n. 6; 151; 156; 309; 369; 411.
APELLICONE DI TEo:
Il 382 n. l; 111 154; IV 12; 15; 16; 17; 18; 19;
ARCHEDEMO:
21; 23; 25.
ARcHELAO: l 188 n. 4; 194-196; 264 n. l; 288 nota; 298; 339; 408.
l 24; 99; 100; Il 381 n. l; 111 86; IV 228; 409.
111 306 n. l; 338.
APoLW:
l 59 n. l; 72 n. l; Il 3 79 n. l; 111 129 n. l; 317 n. 25; IV 20. APoLWDORO DI ATENE:
ARcHmAMo: ARcHITA:
IV 110.
Il 8 n. l; 9 n. l; IV 368.
pseudo: IV 371; 372 e n. 12; 373 e n. 18; 402; 403.
ARcHITA,
APoLLODORO PADRE DI ARCHELAO DI ATENE:
l 194.
APoLWDORO DI SELEUCIA:
111 306 n.
ARETE:
l 406; 407 e n. 13; 111 55.
ARIEo:
IV 184 n. 7.
l.
detto «il tiranno del Giardino»: 111 270.
APoLWDORO
APoLWFANE:
111 305 n. l.
APoLWNIDE DI NrcEA: APoLWNIO L'ANTICO
co): IV 191.
IV 183 n. 3.
(medico empiri-
Amo DmrMo: 111 338 e nn. 30,31; 358 e n. 18; 450 e n. 15; IV 28 n. 48. ARisTEA,
pseudo: IV 259 e n. 23.
ARiSTIDE DIALETTICO: ARiSTIDE
FIGLIO
368.
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DI
111 78. LISIMACO:
579
INDICE DEI NOMI (A)
ARISTIPPO IL GIOVANE
(Metrodidatta):
l 407 e n. 13; 111 55. AruSTIPPO IL VECCHIO: l 386; 388; 389; 403-417; 432; Il 252; 111 55; 63; IV 229. ArusTO:
IV 313.
ArusTOBULO: ArusTOCLE
IV 258 e n. 22.
(vero nome di Platone):
117n.l. ArusTOCLE DI MEsSENE: l 420 e n. 8; 421 n. 13; 111 187 e n. 19; 379 n. 73; 475 e n. 25; 476 n. 35; 478 e n. 39; 483 n. 49; 485; 488 e n. 60; 490 nn. 67,69; 495; IV 32 e n. 7; 34-35; 48 n. 22; 55 e n. 4; 152 n. 2; 181 e n. 58. ' ArusTODEMO:
l 340.
l 171 n. l; 188 n. l; 189 n. 10; 195 e n. 26; 256; 288 nota; 289 e n. 2; 292 e n. 8; 298; 369 n. 16; Il 280. ARISTOFANE:
ArusTONE (commentatore di Aristotele forse identificabile con Aristone di Alessandria): IV 23; 24. ArusTONE DI ALESSANDRIA:
IV 21;
23; 24-25. ArusTONE DI CEo:
IV 9-10; 16
n.
7;
319 n. 24.
l 408; 111 305 n. l; 318 e n. 28; 401; 406; 485 e n. 56; 486 n. 57; 491; 505; 506. ArusTONE DI CHio:
ArusTONE
(maestro di "Platone): 7 n.
l.
l 239 n. 16; Il 24 n. 20; 111 146-147; IV 370 n. 10; 388.
ARISTOSSENO:
l XVII; xx; 9; 14 e n. 4; 33, 34 e n. l; 35 e n. 2; 37; 38; 40; 43; 45; 48 e n. l; 49; 53; 54 e nn. 2,3,4; 55 e nn. 6,8; 56 e n. 9; 57 e n. 11; 58 e n. 14; 60 e n. 3; 61; 63 n. 6; 65 n. 11; 74 e n. 5; 88 e n. 5; 90; 91 n. l; 92 e n. 3; 114 e n. 14; 122; 134; 135; 136 n. 6; 136 e n. 7; 142 n. l; 148 e n. 11; 151 n. l; 154; 164; 170 e n. 17; 172 e n. 2; 173 e n. 4; 174; 178; 188 e nn. 5,6; 189 e n. 8; 190 n. 12; 208; 217; 218 e n. 5; 227; 231 e n. 5; 232; 233 e n. 8; 244 n. 3; 250 e n. 19; 255; 281; 291 e n. 5; 292; 316 e nn. 38,39; 320 n. 41; 345 e n. 12; 346; 371 e nn. 19,20,21; 372; 373; 374; 378; 393 nn. 18,19,22; 408-409 e n. 17; 420; 438 e n. 7; 439; 440; 441 e n. 14; 444; 446 e nn. 27, 28; 451; 457; 459; 460 e n. l; 461 e nn. 2,4; 462 nn. 5,6; 463 e n. 7; 465; 467; 468; 469 e nn. 26,27; 470 e n. 28; 471 e nn. 29,31; 472; 473; 474 e n. 32; 475 e n. 34; 476; 477 e n. 38; 483 e n. 50; 486; 489 e n. 69; 490 e nn. 76,77; 491; 492 e nn. 79,80; Il xv; XVII; XVIII; l; 7 n. l; 8; 23 e n. 17; 24; 27; 52; 85; 86 e n. 19; 92 n. 27; 93; 98; 104 e n. 3; 105 n. 5; 111 e n. 15; 112; 115 n. 18; 117 e n. 20; 119; 120 n. 23; 136; 153 e n. l; 170 n. 22; 172 e n. 23; 173 n. 24; 178 n. 35; 180; 289; 345 n. 3; 349 e n. 8; 362; 363; 365; 366; 368; 370; 375-607; 111 XVII; xx; 6; 7; 10; 13; 14; 21; 41 n. 49; 66; 67 n. 3; 68 n. 8; 70; 71 e nn. 15,16; 72 e n. 17; 73 n. 22; 76; 78 e n. 37; 83; 90 n. l; 91 e n. 2; 92 e n. 5; 94 n. l; 98; 99 e nn. 2,3,4; 100 n. 5; 101 e nn. 6,7,8,9; 102 n. 10; 103 e nn. 13,14,15,16; 104 n. 17; 105 e n. 23; 108; 111 e n. 7; 125; 126; 127; 128; 129 n. l; 130; 132 e n. 7; 135; 137; 138; 139; 140; 141; 142 e nn. 34,35,36; 144; 145 n. 5; 147 n. 13; 149; 150; 153; 154; 155; 161; 162; 163; 164 e n. 6; 166; 171; 172; 173; 174; 177; 178 e n. 2; 197; 201; 206; 210; 213; 214; 221; 223; 228; ARISTOTELE:
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580
INDICE DEI NOMI
232; 234; 237; 245; 257; 259; 270; 282; 308; 321; 342 e n. 43; 343; 362; 369; 370; 380; 381 e n. 80; 401; 409; 410; 419; 424; 437; 439; 440; 442; 456; 459; 476 e nn. 31,33,34; 480; 488 e nn. 59,61; 489 e n. 63; 490 e n. 66; 539; 540; 542; 545; 553; 559; 561; 562; 564; IV 11; 13; 15; 16 e n. 7; 17; 18; 19; 20; 25; 26; 27 e n. 44; 28; 29; 31; 32; 33; 36; 38 e n. 25; 39; 40; 41; 42 e n. 9; 44; 45; 46; 47 n. 19; 48 e n. 22; 66; 115; 125; 135; 160; 169 e n. 28; 178; 180; 252 e n. 9; 253; 270; 273 e n. 12; 296; 302; 304 e n. 16; 316; 321 n. 30; 323 n. 35; 324 n. 39; 325 n. 40; 327; 336; 338; 339 n. 22; 340; 341 e n. 24; 348; 359; 368 e nn. 6,7; 372 e n. 14; 373; 380; 386; 387; 388; 389; 418; 465; 473; 475; 478; 493; 498; 503; 507; 510; 531; 533 e n. 12; 556; 590; 592; 608 n. 4; 610; 624; 635; 636 e n. 23; 641 n. 7; 645; 658; 665; 666; 688; 691; 693; 694 n. 15; 695; 696.
AscLEPIO:
IV 622; 694.
IV 5; 31; 36-38; 326 44; 328 n. 53; 480.
AsPASIO:
ATENA:
ATENEO DI NAUCRATI:
34;
n.
111 366.
l 413-414 e n.
111 236 e n. 3; 254 e nn. 45,47;
IV 12 n. 21; 19 n. 12. IV 146 n. 2.
ATENEO STOico: ATENIONE:
IV 12.
ATOMISTI (e ATOMISMO):
l 171-186;
189 n. 10; 297; Il 76; 111 n. 4; 167; 168; 193; 196; 201; 202; 204; 206; 208; 221; 222; 223; 285; 287; 474; 564.
95; 149 e 199; 200; 210; 213; 313; 471;
Il 240; 111 113.
ATROPO: ATTALIDI:
ARisTOTELE DI CIRENE:
(A. B)
111 154; IV 17.
111 78. ATTALO:
ARisTOTELE DI MITILENE (Peripatetico del II secolo d.C.): IV 48 n. 22. (e ARISTOTELISMO): Il 375-607; 111 13; 128; 152; 153; 538; 539; IV xvn; 5-50; 208; 316; 318; ARISTOTELICI
IV 78 n. l.
MEDIOPLATONICO: IV 324 e n. 40; 325 nn. 40,41; 326 n. 44; 327; 328 n. 52; 339 n. 22; 341 e n. 26; 343 n. 32; 350; 351 e n. 54; 359 e n. 17. ATTICO
319 n. 24. ATTico, ARPAGO:
l 109.
Alu>ocRAZIONE:
T.
PoMPONIO:
111 543 n. l;
IV 53. IV 325
e n.
41; 352
AucusTO:
IV 23; 28
48; 130;
e n.
383 n. 45.
n. 56.
AiuuA: 111 266.
B
AiuuANo: IV 73; 105 n. l. BAREA SoRANO: ARTEMIDE:
l 72
n.
IV 74
BASILIDE EPICUREO: ARTEMIDORO DIALETTICO:
l 233
n.
6.
l 430; 111 80.
111 270.
9. BASILIDE STOico:
AscLEPIADE:
n.
l; 366.
n. 33.
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111 306
n.
l; 360
581
INDICE DEI NOMI (B, C)
111 49
BATONE:
75.
n.
IV 14.
CALLINO:
BERNARDO DI CHIARAVALLE
111
(s.):
Il 446.
CALLIPPO:
175 n. 33. CALLISTENE:
BIONE:
IV 14.
l 209; 211.
BIANTE:
BoETO DI SmoNE STOico:
IV 321 45; 663.
CALVISIO TAURO: 32; 327; 349 e n.
111 48-52; 62; 507. 111 306
n.
e nn.
30,
IV 130.
CAMILLO:
l. CARMIDE
Il 549; 597; IV 623; 696.
BoEZIO:
BRAMANI:
IV 408.
BRISONE:
111 75.
BRONTINO,
(o
111 273; 435 n. 2; 436; 487; 510-519; 526; 529; 530; 531 nn. 7,8; 532; 533; 534; 535; 538; 541; IV 10 n. 13; 80; 151; 156; 167; 309. CARNEADE:
pseudo: IV 374
n.
20;
403.
CARONDA,
BRUTO:
IV 312.
BuRRo:
IV 78
l.
pseudo: IV 373
111 543
CATULO:
pseudo: IV 374
n.
20.
n.
18.
IV 192.
CATONE IL CENSORE:
111 383.
BusiRIDE: BuTERO,
CASSIO:
n.
111 529;
CARMADA):
IV 309.
n.
111 273; IV 130. l.
CEBETE: Il 3; 63; 65; 66; 83; 226; 236; 237; 252; 253.
C
pseudo: IV 258
CEBETE,
n.
20; 405
n. 38. CAINO:
IV 256
n.
17; 300. CELSO:
IV 325
111 470; 471; 491.
343; 352.
CALCIOlO: 111 355-356 e n. 12; IV 31; 420 e n. 19; 423 e n. 23; 623; 695.
CERCIDA:
CALANO:
CALIGOLA: CALLIA:
IV 218
n.
l.
CALLICLE: l 275 e n. 9; 276; Il 49; 220; 221; 275; 276; 277. CALLICRATIDE, 19; 381 n. 40.
pseudo:
IV 374
42; 327; 329;
111 49-51.
CESARE: IV 120; 121; 122; 123. CESONE:
l 395.
e n.
IV 130.
CHEREFONTE:
l 299
CHEREMONE:
IV 74
n.
11.
e n.
3.
CHILONE:
l 209; 210.
CHIMERA:
l 247; 111 506.
n.
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582
INDICE DEI NOMI (c)
l 69 n. 8; 182 e n. 16; 221 e n. 7; 415 e nn. 38,40; 418 n. l; 419 e n. 7; 420 nn. 10,11; 424; 428 e nn. 4,5; Il 544; 565 e n. 36; 111 52 e n. 90; 57 n. 4; 58 n. 10; 62 e nn. 21,24; 64 e n. 28; 68 nn. 7,8; 72 e nn. 18,19; 95 e n. 4; 98 n. l; 104 n. 20; 113 n. 20; 113 e n. 16; 115 n. 22; 118 n. 5; 120 e n. 13; 126 n. 2; 141-142 nn. 32,33; 146 e n. 10; 147 e n. 12; 148-149 e n. 2; 161 n. l; 166 n. 11; 168 n. 17; 178 e n. 3; 180 e nn. 8,9; 197-198 e n. 11; 207 e n. 29; 209-210 e nn. 31-32; 228 e n. 57; 229-230 e nn. 60,61,62,63,64; 231 n. 65; 235236 e nn. 1,4; 236-237 e n. 5; 238-239 e nn. 10,12; 240 e n. 13; 242-243 e n. 16; 247 n. 24; 248 e n. 28; 255 e nn. 50,51; 264 n. 77; 265 n. 80; 270 e n. 8; 274 e n. 4; 275 e n. 5; 276 e n. 7; 278 n. l; 313 e n. 20; 329 e n. 10; 330 e n. 11; 334 n. 21; 363-364 e nn. 44,45; 369 e n. 53; 371-372 e nn. 57,58; 373-374 e n. 62; 376 e n. 65; 377 n. 66; 385 e n. 95; 390 e n. 4; 393 e n. 7; 394 e n. 9; 399 e n. 14; 411 e n. 42; 412 e nn. 45,46; 416-417 e n. 52; 419-420 e nn. 55,56; 421 e n. 60; 423 e n. 66; 425 e n. 71; 435 n. 2; 440 e nn. 13,14,15; 441 n. 16; 443 e nn. 21,22,23; 445; 446; 449 n. 12; 456 e n. 33; 457 e n. 35; 459; 484 e n. 55; 485 e n. 56; 486 e n. 57; 491 e n. 73; 501 n. 6; 502 n. 8; 507 e n. 23; 510 n. 3; 513 nn. 8,10; 521; 527; 529 n. 2; 530 nn. 3,4; 531 e n. 7; 532 e n. 9; 533 e n. 10; 534 enn. 11,13; 537 n. l; 538 e nn. 2,3; 539 e n. 5; 541 nn. 6,8; 542 nn. 9,10,11,12; 543· 556; IV 7 e n. 2; 8 e n. 4; 9 e nn. 7,8,9; 10 n. 11; 11 e n. 17; 22 e n. 23,24; 24 e nn. 28,29,31; 25 e nn. 36,38; 53 sgg.; 55 n. 2; 87; 90; 152; 310 e n. 4; 311; 312 e n. 10; 313 n. 11; 382 e n. 42; 383 n. 44; 695; 696. CICERONE:
CrcERONE Lucro:
IV 312.
CICERONE QurNTO:
IV 312.
l 287 n. l; 390· 402; 431; 432; Il 524; 111 25-54;
CINICI (e CINISMO):
117; 170; 174; 265; 307; 310; 311; 564; IV xvu; 65; 80; 98; 100; 101; 102; 213-242; 251.
IV 224.
CIRCE:
(e ScuoLA CIRENAICA): l 403-417; 431; 432; 111 55-64; 93;
CrRENAICI
170; 237; 238 e n. 9; 239 e n. 11; 241; 564. CIRO:
l 109; 111 47.
CLAUDIANO MAMERTINO:
IV 383
n.
47.
111 268 n. l; 303; 305 n. l; 309; 316-317 e nn. 24,25; 318; 327; 328; 338; 364; 366; 367-368; 377; 378; 385; 402; 436; 452; IV 124; 125; 220. CLEANTE:
CLEARco m Sou:
111 147 n. 13.
l 14 n. 2; n. 13; 397 n. 28; 399 n. 36; 111 n. 27; 113 n. 18; 118 nn. 5,6; 249 33; 265 n. 80; 338 e n. 33; 413; e n. 25; IV 8 n. 3; 33; 251 n. 6; n. 19; 410 n. l; 689.
CLEMENTE ALESSANDRINO:
114 106 e n. 445 257
CLEOBULO:
l 209.
CLEOMEDE:
IV 74
CLITARCO:
e n.
6.
111 78.
CuToMAco:
111 529; 530
e n.
3; IV
151; 309. CLITONE:
l 308; 310.
CLOTO:
Il 240; 111 113.
CooRo:
Il 7
CoLOTE:
n.
l.
111 49
n.
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78; 162
n.
l; 270.
583
INDICE DEI NOMI (C, D)
CoRINZI:
IV 97. Il 380 n. l; 382 n. l; IV
CoRisco:
17.
IV 74 e n. 3.
CoRNUTo: CosRoE:
IV 699; 700.
CRANTORE:
CRISTIANI (e CRisTIANESIMo): l 1; 39; 320; 321; 402; Il 10; 270; 360; 521; 604; 111 413; IV 61; 70; 97; 107 e n. 5; 131; 144; 147; 232; 233; 235; 236 e n. 2; 242; 262; 325 n. 42; 329; 409; 483; 486; 589; 610; 620; 623; 632; 637; 643; 652; 659; 660; 664; 689; 690; 691; 692; 694; 695; 698; 701.
111 116; 119-120; 499 n.
l; 508.
l 402;
CRISTO:
Il 270;
IV 409;
430. CRAssicio DI TARANTO,
Lucio:
IV
111 273; 510 n. 3; IV 10-11; 16 n. 7.
383 e n. 45.
CRITOLAO:
CRAsso, LICINIO:
IV 24. CRJTONE:
CRAsso, Lucio:
l 427.
111 435 n. 2. CRIZIA:
CRATETE DI ATENE:
111 48 n. 74;
116; 118; 121; 435 n. 2; 499 n. l; 508.
111 40-46; 47 e n. 69; 48; 50; 52; 72; 305; 306; IV 215; 217; 231; 233; 238; 239; 242.
l 274 e n. 5; 279; 306; Il
8 n. l. CRONIO: IV 320 n. 26; 326 n. 44; 384 e n. 52; 480.
CRATETE DI TEBE:
CRAnLO:
l 74; Il 7 n. l; 87; 88;
CRONO:
l 48; 445; Il 232; IV 257;
627. CTESIPPO:
l 272 e n. 2.
IV 176. CRATIPPO: CRESo: CRINI:
D
IV 22; 23; 25.
l 53.
DAMASCIO: l 451 e n. 39; IV 236 n. 3; 452; 622; 641 n. 7; 646 e n. 12; 685 e n. 41; 686 nn. 42,44,45; 686688; 691; 692 n. 6; 698; 699.
111 306 n. l.
CRISANZIO:
IV 622; 657.
CRISAORIO:
IV 636.
DAVIDE
NEOPLATONICO:
IV 622;
694.
CRISIPPO: 111 3; 19 e n. 6; 268 n. l; 305 n. l; 316; 317 e nn. 24,25; 318; 323 e n. l; 327; 328; 338; 340; 343; 349; 359; 363; 364; 369; 373; 375; 376; 377; 385; 392; 401; 402; 406; 421; 424; 426; 435; 436; 449; 451; 452; 453; 454; 455; 510 n. 3; 511; 524; 538; 539; 541; 557; 563; IV 79; 98; 106; 360.
DEMARATO: DEMETRA:
IV 14.
l 263; 111 366.
DEMETRio CINico:
IV 215;
218-
220; 221; 229 n. 7. DEMETRio FALEREO:
n. 17; 126 e n. 3.
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l 209; 111 60
584
INDICE DEI NOMI (D)
DEMETRIO DI MAGNESIA:
Ili 41; 96 n.
DIODORO DI TIRO:
IV 11-12; 16
e n.
7; 25.
8; 306.
IV 209.
DEMOCRITEI:
DIODOTO STOICO (uno dei maestri di Cicerone): 111 544.
l 87 n. 3; 171-186· 264 n l· 485· 488· Il 76· 473; 599; 111 i49; 16i n. '1; 198; DEMOCRITO DI ABDERA:
209; 214; 461; 465 n. l; 471; 472; 473; 477; 481; 497 n. 85; IV 55. DEMOCRITO PLATONico:
IV 145
n.
2; 146 n. 2.
IV 157; 160.
DEMOFONTE:
l 71; 171 n. l; 188 n. 4; 189; 189-193; 195 e n. 26; 220; 264 n. l; 289; 302 nota; 339; 345 n. 12; 346 e nota 12; 378; Il 60. DIOGENE DI APoLLONIA:
DIOGENE DI BABILONIA: cfr. DIOGENE DI SELEUCIA. DIOGENE DI ENOANDA:
l 241; 111
269; IV 57; 62; 63-68; 69. DEMONATTE: IV 26 n. 41; 32 213; 229-232; 234 n. 27; 240.
IV 130.
DERCILLIDE:
IV 319
DIA:
e n.
23.
IV 27 n. 46; 622; 654.
DEUCALIONE:
111 146
n.
10.
111 366.
DIAGORA: DICEARCO:
l 241; IV 67. 111 145-146; 147.
DIFILO DEL BosFoRo: DIOCLE DI CNIDO:
111 78.
111 507.
DIOCLE DI MAGNESIA:
l 391 n. 8; 111
41; 49 n. 75; 326 e n. 6. DIODORO
l 426;
CRONO:
111 66;
70-73; 76; 505; 506. DIODORO SICULO:
377 e n. 30.
DIOGENE FENICIO:
IV 699.
l 53 n. l; 57 e 59 n. l; 67 n. l; 72 n. l; 85 n. l; 87 n. 3; 19 n. l; 132 n. l; 134 n. 4; 151 n. l; 162 n. l; 180 e n. 14; 194 e n. 22; 195; 230 nn. 1,2; 232 e n. 7; 233 n. 9; 239 n. 16; 324 n. 56; 386 e nn. 2,3; 387 e nn. 4,5,6, 7; 388-389 e nn. 12,13; 390 n. l; 391 nn. 2,5,6,8,9; 392 nn. 10,12,13,16; 398 nn. 33,34; 399 nn. 35,37,39; 400 e nn. 40,42,43; 401 n. 45; 402 n. 46; 405 e nn. 5,6,8,; 406 e nn. 9, 10, 11,12; 407 e nn. 13,14; 409 e nn. 19,20; 412 e nn. 29,30; 413 n. 31; 414 e n. 36; 415 e n. 39; 418 nn. 1,3; 419 e n. 6; 421 e nn. 12,14; 422 e nn. 16,19; 425 e n. 28; 427 nn. 1,2; 430 nn. 9,10; 447 n. 29; 484 n. 53; Il 5, 7 n. l, 8 n. l; 377; 379 n. l; 383 e n. 2; 395 e n. 10; 111 l, 18 n. 3; 23; 25 n. 2; 26 e nn. 3,4; 27 nn. 7,9, 10; 28 nn. 11, 12; 29 nn. 13,14,15; 30 e nn. 17,18; 31 e nn. 19,20,21,22,23,24; 32 e nn. 26, 27; 33 e n. 30; 34 e nn. 31,32; 35 e nn. 33,34,35,36; 36 e nn. 37,38,39,40, 41,42; 37 e nn. 43,44,45; 40 n. 47; 41 e nn. 48,49; 42 e nn. 50,51,52; 43 e nn. 54,56; 44 e nn. 57,58,59; 45 e n. 60; 46 e n. 66; 47 nn. 68,69,70,71,72, 73; 48 n. 74; 49 nn. 74,75,78; 50 nn. DIOGENE LAERZIO: nn. 12,13; 58 n. 15;
IV 14.
DEMOTIMO:
DESSIPPO:
6;
111 67.
DEMOSTENE:
DENTATO:
n.
l 390 n. l; IV
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585
INDICE DEI NOMI (D)
80,81,83; 51 nn. 86,87; 54 n. 91; 56 n. 4; 57 nn. 5,6,7; 58 e nn. 8,9,11; 59 e nn. 12,13,14,15; 60 e nn. 16,17,18; 61 e nn. 19,20; 62 e nn. 23,24; 67 nn. 3,4; 69 nn. 10,12; 70 nn. 12,13; 73 n. 23; 75 e n. 26; 77; 78 e n. 35; 80 e nn. 2,3; 81 e nn. 4,5,7; 82 e nn. 8,9; 90 n. l; 94 n. l; 96 n. 8; 98 n. l; 107 n. l; 108 n. 2; 117 e nn. 2,3,4; 118 e nn. 7,8; 119 nn. 9,12; 126 nn. 3,4; 129 n. l; 148 n. l; 153 n. l; 161 n. l; 163 n. 4; 165 e n. 9; 168 n. 16; 170 e n. 25; 178 n. 5; 180; 183 e n. 11; 184 e n. 15; 185 n. 16; 187 e n. 18; 238 e n. 9; 239 e n. 12; 247 e n. 25; 256 e n. 53; 262 e n. 71; 263 e nn. 76,76; 264 e n. 77; 269 e nn. 2,3,4; 270 nn. 5,6; 305 n. l; 306 e n. 2; 307 e n. 4; 308 n. 5; 309 e n. 9; 312 e nn. 13,19; 316 enn. 23,24; 317 nn. 24,25; 320 n. l; 323 n. l; 326 nn. 5,6; 327 e n. 8; 331 e n. 14; 334 n. 21; 335 n. 22; 339 n. 35; 340 e nn. 37,38; 341 e nn. 40,41; 342 e nn. 43, 44; 346 e nn. 49,50,52; 356 e n. 13; 357 e n. 16; 358 e n. 17; 365 e n. 49; 366 e n. 51; 373 e n. 61; 379 e n. 72; 383 n. 85; 384 n. 88; 385 e nn. 94,95, 97; 386 n. 101; 392-393 e n. 6; 396 e n. 11; 399 n. 15; 400 e n. 17; 403 e n. 23; 415 e n. 50; 416 e n. 51; 420 n. 58; 425 e n. 71; 430 e n. 84; 441442 e n. 17; 451-452 e nn. 20,21,22; 455 e nn. 31,32; 457 n. 36; 463; 465 n. l; 468 n. 3; 469-470 e nn. 6,7; 471 e nn. 11,12; 474 n. 22; 475 e nn. 27, 30; 477 e n. 38; 480 e nn. 41,43,44; 481 n. 45; 482 n. 47; 483 n. 52; 486 n. 58; 489 e nn. 62,64; 490 e n. 65; 491 e nn. 71,72,74; 493 e n. 76; 494 nn. 77,78,80; 498 nn. 90,91,92; 499 n. l; 500 nn. 3,4; 506 e n. 17; 510 n. 3; 511 e n. 5; 516 e nn. 20,21; 523 n. l; 557; IV 7 n. l; 8 nn. 5,6; 14 e n. 2; 55; 56 n. 6; 58 n. 16; 69 n. 2; 152 n. 2; 157; 158 e nn. 6,7; 159 e n. 9; 160; 161 e nn. 12,14; 162 e n. 15; 163 e n. 17; 164 e n. 19; 181 n. 57; 182; 183 e nn. 2,3; 184 e nn. 6,7; 185 nn.
9,10; 186 e n. 13; 193; 195 n. 9; 210 n. l; 320 n. 26; 326 n. 45; 356 n. 11; 367 n. 2; 370 n. 10; 377 n. 27; 378 e nn. 32,33; 401 n. 25. DIOGENE DI SELEUCIA (o di Babilonia): 111 273; 305 n. l; 435 n. 2; 510
n. 3; IV 10 n. 13.
l 396; 400; 401; 111 l, 23; 25-40; 41; 44; 45; 46; 47 e n. 69; 48; 49 n. 75; 50; 52; 306; IV 98; 107; 110; 215; 216; 217; 221 n. DIOGENE DI SINOPE:
10; 222; 225; 229; 233; 237; 238; 239; 241; 242. DIOGENE DI SMIRNE:
111 471.
DIOGENIANO:
IV 69 e n. l.
DIOMEDONTE:
l 133 n. l.
DIONE (parente di Dionigi I tiranno di Siracusa): l 87 n. 3; Il 8 n. l; 9
n. l. DIONE CAssio:
IV 320 n. 26.
DIONE DI PRusA (detto Crisostomo):
111 37; 422 e n. 62; 423 e n. 65; IV 221-226; 236. DIONIGI I: Il 8 n. l; 9 n. l; 288;
IV
699. DIONIGI II: Il 9 n. l; 19; 20; 21; 24; 25; 288; IV 368; 699. DIONIGI DI ALESSANDRIA:
IV 7à e n.
3. DIONIGI L'AREOPAGITA, pseudo:
IV
462 e n. 6; 620. DIONIGI EPICUREO:
111 270.
DioNIGI DI ERAcLEA: DIONIGI DI TRACIA:
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111 305 n. l.
IV 257.
586
INDICE DEI NOMI (D, E)
111 30.
DIONISIO STOICO:
l 99; 100; 263; 389; 450;
DIONISO:
453; 454. DIONISODORO:
l 271 n. l; 272; 273.
Il 267.
DIOTIMA:
162; 244; 423; 103·
172; 176; 178; 187; 220; 243; 246; 267 n. 9; 294; 419; 420; 425; 431; 492; Il 44; 85; 88; 134· 135· 137· 138· 139· 144· 411~ 412;' 415;' 453; '454; 'm io; 71~ 79; 168; 285; 497 n. 85.
l 207; IV 360; 485.
ELENA:
DIOTOGENE,
pseudo: IV 373 n. 18.
ELETTRA:
DoMIZIANO:
IV 105 n. l; 221 e n. 9;
ELIA:
111 68.
IV 16 n. 7; 21 n. 19; 27 n. 45;
622; 694.
224.
IV 622; 667.
DoMNINO:
ELIACO-ERETRIACI (e ScuoLA ELIACO·
l 420 n. 7; 427-430; 111
ERETRIACA):
80-82; 506.
E
l 59 n. l; 413 e n. 33; 111 23; 248 e n. 31; 264 n. 80.
ELIANO: EAco:
Il 232.
EcATE:
IV 446; 448 e n. 10; 660.
EuoooRo PERIPATEnco:
IV 145 n.
2; 146 n. 2. EcATONE:
111 312.
EcFANTO:
111 97.
EcFANTO,
pseudo: IV 373 n. 18.
ELLANICO: ELOHIM:
l 451.
IV 287.
l 25; 28; 49; 151-161; 162; 163; 171 n. l; 173; 177; 182; 213; 243 n. l; 264 n. l; 350; 435; Il 60; 464; 473; 111 96; 223; IV 252. EMPEDOCLE:
l XVIII; 40; 111 XVIII; 12; 108; 523-528; 529; 543; 545; 548; 556; 561; 563; IV
EcLETTICI
(ed
EcLETTISMO):
252; 309. ENEA EDESIO:
m
GAZA:
IV 693 e n. 11.
IV 622; 657. 111 486; 487; 498; IV 127 e n. 2; 130; 151-181; 182; 183; 184; 185 e n. 9; 187; 193; 194; 196; 197 n. 13; 201; 212 n. 5; 251.
ENESIDEMO:
l 152.
EooNEO: EFESTO:
l 263; 389; 111 366. l 407 n. 13; 111 56-59;
EGESIA:
ENNIO:
111 63 n. 26; 551.
63. ENoc: EGESIDAMO:
IV 256 n. 17.
l 324 n. 57. ENOMAO DI GAOARA:
EGESINO:
ENos:
l
40; 85; 110; 111; 119-148; 153; 154;
ELEATI
IV 227-229.
111 510 n. 3.
(ed
ELEATISMO):
IV 256 n. 17.
XIX;
EPAFRODITO:
IV 105; 106.
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587
INDICE DEI NOMI (E)
EPICARMO:
IV 20.
ERACLIDE LEMBO:
(ed EPICUREISMO): l XVIII; 40; 178; 386; 432; 489; Il 365; 111 XVIII; 13, 17; 53; 108; 116; 117; 137; 141; 149; 157-300; 320 sg.; 324; 326; 327; 333; 347; 349; 350; 351; 352; 353; 355; 356; 357; 369; 384; 388; 389; 392; 393; 394; 419; 428; 430; 497; 498; 523; 524; 525; 527; 545; 561; 567; 568; IV XVII; XVIII; 8; 5170; 148; 172; 173; 252. EPICUREI
l 132 n. l.
ERAcLIDE PoNTico:
Il 23; 111 94-
97; 107; 121; 147 n. 13.
IV 191; 193;
ERACLIDE DI TARANTO:
194. ERACLITEI (ed ERACLITISMO): Il 85; 87; IV 127 e n. 2; 175; 176 e n. 45; 178; 179.
l 25; 28; 51; 78-82; 104; 119 n. l; 152; 188; 297; 302 nota; 463; 485; 488; Il 44; 60; ERAcLITO DI EFEso:
l 414
35; 487 e n. 61; Il 256; 111 xx; l; 3- 9; 11; 15; 16; 17; 19 e n. 5; 53; 55; 60; 64; 78; 93; 155; 157-267; 268; 269; 270 e n. 8; 275; 278 e n. l; 279; 281; 282; 283; 286; 291; 293; 295; 297; 298 e n. 35; 299; 300; 308; 313; 314; 315; 316; 317 n. 24; 320; 336; 351; 378; 380; 385; 404 n. 27; 409; 419; 421; 422; 423; 427; 430; 444; 465; 473; 474; 494; 495; 524; 557; 560; 564; 567; 568; IV 33; 53; 54; 55; 57; 58; 59; 60; 61; 62; 63; 64; 66; 69 e n. 2; 70, 74; 80; 89; 127; 168; 239; 381; 388; 393; 475; 478; 482 n. 6. EPICURO:
n. XVIII;
85; 106 n. 8; 124; 111 311; 312; 322; IV 127; 179; 332. ERACLITO
(grammatico):
IV 74 e n.
3. ERAsTo:
Il 380 n. l; IV 17.
ERATOSTENE:
111 488.
IV 464; 469; 472; 622;
ERENNIO:
689.
111 305 n. l; 318 e n. 29; 401; 486 n. 57.
ERILLO:
l 137 n. 11; 390 n. l; 111
EPIFANIO:
151 n. 12; 309 e n. 10. ERINNEO: EPITIMIDE:
IV 12; 16 n. 7.
l 407 n. 13. ERIPEO:
l 393 n. 20; 396 e n. 26; 397; 111 11, 10 e n. 6; 20 e n. 7; 37; 72 n. 19; 258 e n. 56; 330 e n. 13;
l 452.
EPITIETO:
378 n. 68; IV 73; 76; 77 e n. 13; 95 n. 31; 99 e n. 3; 104 e n. 15; 105125; 126 e n. l; 127; 132; 146; 216; 220; 229 n. 7; 240 e nn. 9,10; 241 e n. 11; 242; 693. ER:
Il 238; 239; 240; 328.
ERis: ERisTI
111 497. (ed
ERISTICA):
l 271-273;
Il 187; 566. ERMARCO:
111 162 n. l; 268 n. l;
270. ERMETE TRISMEGISTO:
IV 429; 430
e
n. 2; 432; 427-443. ERA:
l 152; 111 366; 408.
ERACLE:
325; 400;
l 257; 258; 259; 260; 261;
111 29; 383; IV 235.
ERMETICI (ERMETISMO HERMETICUM): IV XXI;
443; 451.
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e CoRPus XXIII; 427-
588
INDICE DEI NOMI (E)
ERMIA (tiranno di Atameo): Il 380
EnoPE ProLEMEO:
l 407 n. 13.
n. l; 381 n. l. ErroRE: l 207; 441. ERMIA ALESSANDRINO: IV 622; 686 n. 46; 691; 693 e n. 13. ERMIA FENICIO: IV 699.
EUBULEO: l 442. EuBILIDE:
l 426; 111 66; 67-69; 70
e n. 13; 77. ERMINIO PERIPATETico: IV 31; 32 n.
6; 35.
Eusuw: IV 146 n. 2; 663.
ERMINIO SToico: IV 146 n. 2.
EucLE:
111 96 n. 8.
ERMIPPO:
l 353; 375; 386; 388; 389; 418-416; Il 8 n. l; 111 75; 473; 484.
EucLIDE DI MEGARA:
ERMOGENE: Il 88; 89. ERODE (re):
l 442.
IV 28.
EucLIDE PLATONICO:
IV 145
n. 2;
146 n. 2. ERODE Amco: IV 321.
l 451 e n. J8; 111 144145; IV 19 e n. 14.
EuDEMO: ERODOTO (destinaratrio di una la di Epicuro): 111 166.
Episto-
EuoociA: ERODOTO (storico): l 14; 18 e n. 9; 26 e n. 6; 4)8 e n. 6; Il 586; 587. ERoDOTO DI TARSO:
IV 182; 184
n.
l )90 n. l.
EuDORO: IV 313; 319 e n. 24; 344 e
n. 35; 348; 349 n. 43; 355; J77 n. Jl; J91; 401.
7; 195 n. 9. ERONDA:
EuDOsso: Il 255 e n. 11; 379 n. l; 394; 111 88; 90-93; 106.
111 9.
EscHILO: Il 323. EscHINE m SFErro:
EuDROMO:
l 292 in
nota;
EuFANTO:
111 306
n. l.
111 78.
386; 387; 389. EUFORBO: IV 409. EscuLAPIO:
IV 61. EuFORIONE: l 2J9 n. 16.
EsiODO:
l 25; 27; 47-50; 111; 112;
208; 451; Il 109; IV 257; 637; 671. Esoro: Il 579; EssENETO:
IV 238.
111 78.
EULAMIO:
IV 699.
EuNAPIO: IV 622; 640 n. J; 65J; 654 e nn. 26,28; 657 e nn. 1,2,3,4; 658 e nn. 7,8; 660 e nn. 12,1J.
EssENI: IV 259.
EuRIPIDE: l 209 n. l; 4J7; 4J8 n. 5;
EsTIEO: Il 23.
443 e n. 19; Il 217; 245; 527 e n. 6; 111 39; IV 101.
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589
INDICE DEI NOMI (E, F) EuRITO: Il 8 n. l.
FENARETE:
l 14 n. 2; 240 n. 19; 241 n. 20; 408 e nn. 15,16; 420 e n. 8; 111 55 e n. 2; 56 e n. 3; 187 n. 19; 358 n. 18; 379 n. 73; 475 n. 25; 476 n. 35; 478 n. 39; 488 n. 60; 490 nn. 67,69; 507 n. 22; IV 32 n. 7; 35 nn. 13,14,15; 55 n. 4; 70 n. 3; 152 n. 2; 181 n. 58; 227 n. 2; 228 nn. 3,4; 229 n. 6; 325 n. 40; 326 n. 44; 367 n. 2; 408 n. 43; 462 e nn. 4,5;
FERECRATE:
EusEBIO DI CEsAREA:
l 287
n. l.
111 146 n. 10.
FrLEBO: Il 256. FruNo DI Cos:
IV 191. IV 472.
FILIPPO (imperatore): FILIPPO IL MAcEDONE:
l 396; Il 379
n. l; 380 n. l; 111 5; 30.
633 n. 18. FILIPPO DI MEGARA: EusEBIO DI MrNoo:
111 77.
IV 622; 657; 111 273; 274.
658; 660.
Frusco EPICUREO:
EusTAZIO: Il 63 e n. 4.
Fiusco (calzolaio amico di Cratete):
111 41. EusTacHio:
IV 476.
EunDEMO:
l 271 n. l; 273; 313;
Frusco CrNrco:
322; 323; 327; 328; 342; 344. EunFRONE: EvA:
111 97 N. 8.
FrusTA:
111 46.
111 493.
FrLODEMO: l 263 e n. 17; 111 228 e n. 56; 231 e n. 65; 276-277; IV 53.
IV 256 n. 17. l 87 e n. 3; 93; 97; 98; 104; 105; 106- 265 n. l; 445; Il 8 n. l; IV 367.
FILOLAO:
111 62-63 n. 26.
EVEMERO:
F
PEDONE: l 386; 388; 389; 425; 427430; 111 80: 81; 465 n. l.
l XVIII; 105; 436; 111 62 e n. 22; 320 n. l; 412 e n. 47; IV xxr; XXIII; 158 e n. 7; 159 e n. 8; 160 e n. 10; 161 n. 13; 163 e n. 16; 164 n. 18; 165; 166 n. 21; 212 n. 5; 216; 245-306; 315; 319; 335 e n. 8; 336; 337; 364; 377 n. 31; 410 n. l; 412; 415; 419 n. 18; 435; 436; 437; 438; 441; 468; 479; 483; 484; 508 e n. 10; 509; 510; 511; 532; 534; 589; 591; 605; 663.
111 270; 544; IV
FILONE DI ATENE (amico di Pirrone):
FABIANO PAPIRIO:
fiLONE DI ALESSANDRIA:
IV 78 n. l; 383 e
n. 45. FAVORINO: FEBIONE:
IV 183 e n. 5.
IV 145 e n. 2; 146 n. 2.
FEDRO (EPICUREO):
111 477.
53; 54. FEDRO (personaggio dialogo platonico: Il
204; 215.
dell'omonimo
18; 19; 203;
FILONE or LARISSA: 111 519 n. 24; 526; 529; 530-536; 537 e n. l; 538; 539; 541; 543; 544; 545; 548; 556
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590
INDICE DEI NOMI
n. 28; IV 53; 151; 309; 310; 311; 312.
IV 641
GALERIO:
G)
6.
IV 474.
GALLIENO: FILONIDE:
n.
(F,
111 49 n. 74. GEA: l 47.
FILOPONO GIOVANNI:
l 138 e n. 13;
IV 21 n. 19; 27 nn. 44,45; 349 n. 45; 622; 694. FILOSTRATO: l 243 n. l; IV 56 n. 8; 384; 408; 409 e nn. 44,45.
l 388 n. 9; 427 n. l; 111 69 n. 10; IV 11 n. 16; 105 n. l; 183 e n. 5; 232 e n. 22; 235 e nn. 32,33, 34; 321 e nn. 30,31,32; 663. GELLIO:
GEMINA:
l XXI; 51-196; 298; 299 e n. 11; 345 n. 12; 465; Il 103· 208· 373· 404· 111 ' 208/ 226; 229;
IV 474.
FISICI o FISIOLOGI:
288 n. l; 297; 301; 302; 339; 44· 58· 59· 64· 9; '464; 407 475.
n.'
FOCIUDE:
GENTILIANO: GEROLAMO GEsù:
Il 208; Il 533.
cfr.
(s.):
AMELIO.
111 278
n. l.
IV 147; 148; 412. IV 292 n. 64.
GIACOBBE:
Foz1o: IV 152 e n. 2; 154 n. 3; 156
GIAMBLICO:
n. 4; 174 e n. 38; 178 n. 50; 179; 180 e n. 54; 181 n. 55; 377 e n. 28; 380 e nn. 34,35,36,37,38,39; 381; 384 n. 50; 388 e n. 57; 391 n. 3; 398 e nn. 17,18; 399; 404 n. 35; 408 e n. 42; 465 n. 14; 466 nn. 16,17,18.
399 e n. 20; 403 n. 33; 404 n. 34; 408; 409 e n. 47; 421 n. 21; 426 e n. 29; 456; 619; 621; 622; 623; 624 e n. 3; 625; 637; 639-653; 654 e n. 28; 657; 661; 662; 671; 673; 690; 692.
FRASIDEMO:
111 78.
l 87 n. 3; Il 345 n. 3; IV 326 n. 44; 367 n. 2; 370 n. 10;
GIMNOSOFISTI:
111 46; 469; 470; 471;
491; IV 408; 472. FuRIE:
111 296. l 125 e n.
GIOVANNI EvANGELISTA:
12; Il 233 n. 12.
G
GIOVANNI FILIPONO: GAIA:
GIOVANNI GAIO:
vedi
FILIPONO.
l 117. Lroo: IV 694 n. 17.
IV 321 e n. 33; 322 nn. 33,
34; 326 n. 44; 327; 328 n. 52; 333; 346; 355; 360; 480; 481.
GioVE: cfr. ZEus. GIUBA n:
GALENO:
426 e nn. 72,73; 454 e n. 28; IV 27 n. 43; 32 n. 9; 56; 193; 194 n. 6; 195 n. 9; 322 n. 34. GALENO,
IV 375
e n.
23.
111 281 n. 5; 384 n. 89;
pseudo: 111 363 e n. 41;
IV 400 n. 23.
GIULIA DoMNA:
IV 384
e n.
54.
GIULIANO DETTO L'APOSTATA (imperatore): l 429 e n. 6; 11137; 45 e n. 63; 46 n. 65; 265 n. 80; IV 28 n. 50; 70 e n. 6; 236; 242 e nn. 12,13,14,15,16;
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591
INDICE DEI NOMI (G, I)
456; 622; 649 n. 18; 657; 658; 659·
661; 664.
IV 73 n. l; 465 e n. 14; 466 e n. 16; 469; 622; 691; 692-693. !EROCLE NEOPLATONICO:
IV 445.
GIULIANO IL CALDAICO:
IEROCLE SToico: GIULIANO IL TEURGO:
IV 73 e n. l.
IV 444-456;
661.
IERONIMO,
autore di una teogonia or-
fica: l 451.
l 40; IV 664; 697;
GiUSTINIANO:
698.
IERONIMO
m
Rom:
IV 8-9;
12;
60. GLAUCONE:
Il 127; 131; 240; 302;
311; 317.
IONE m CHio:
GNATONE:
IV 239.
l XIX; 40; 85; 91; 116; 117; 126; 153; 161.
!ONICI:
GNOSTICI (e GNosi): IV 483; 484; 485; 486; 489; 571; 572; 610; 643; 645 n. 11.
IV 622; 691; 692.
IPAZIA:
IPPARCHIA: GoRDIANO m:
IV 14.
l 243·255; 256; 257; 262
n. 16; 264 e n. l; 279; 280; 296; 359; 390 n. l; 393 n. 21; 411 n. 25; 466; Il 49; 569; 111 346; 406; 477. GoRGONE:
IPPIA:
l 264-266; 267; 268; 324 e
n. 57; 359. IPPOCLIDE:
111 270.
IPPOCRATE:
IV 189.
l 131.
GREGORIO NAZIANZENO:
IV 236 n.
l 65 n. Il; 67 n. 2; 68 n. 6; 188 n. 3; 195 n. 23; 111363 e n. 40; 378 e n. 69; IV178 e n. 52; 356 n. 11.
2; 455.
IPPOLITO:
GRILLO:
l 387.
IPPONE:
I
IRIDE: IBICO:
111 43 sg.; 44; 47.
IV 471 n. l; 472. IPPARCO:
GoRGIA:
l 298 e n. 6.
l 188 e n. l; 220.
l 112.
l 437 e n. 4. ISIDORO DI ALESSANDRIA:
!cESIO:
111 25
lcETA:
111 97.
IDEO
n.
IV 622;
685; 686.
2.
ISIDORO DI GAZA:
m IMERA: l 188 n. 4.
ISOCRATE:
IV 699.
l 303; 310; 321; Il 381
n. l; 569. looMENEO:
111 270. luNco: IV 326 n. 45; 351; 356.
IERAcE:
IV 326
n.
45.
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592
INDICE DEI NOMI (J, L, M)
J
111 38-40 e n. 46; 52; 69 n. 9; IV 10 n. 13; 26 n. 41; 32 n. 6; 33; 56 e nn. 8,10; 59 e n. 19; 61; 62 e nn. 25,26; 213; 229 e nn. 7,8,9; 230 e nn. 10,11,12,13; 231 e nn. 14,15, 16,17,18; 232 e nn. 19,21; 233 e nn. 23,24,25; 234 e nn. 26,27,28,29; 235 e n. 31; 237 sgg.; 240 e n. 5; 324 e n. 38. LuciANO:
Il 239; 240; 111 113.
111 317
LAcroE: LAmE: LAIO:
l 406
n.
n.
47; IV
IV 74.
LucANO:
L LAcHEsi:
n.
143 n. 47.
IV 287.
}EHOVAH:
l 402
LucA EvANGELISTA:
25.
9.
IV 360.
LArrANZIO:
l 415 n. 38; 111 258
e n. 55; 264 n. 71; 281 e n. 6; 386 e n. 102; 409 e n. 38; IV 70 e n. 4; 429.
LuciNIO (destinatario dell Epistole di Seneca): IV 81. LuciLIO Lucro:
LEONTEO:
111 270.
LEUCIPPO:
l 171-186; 111 168; 197;
(poeta): 111 52.
IV 73; 98
n.
l.
l 164 e n. 4; 111 19 e n.
LucREZIO:
6; 269; 270; 271; 277; 278-300; 560;
IV 53; 59 e n. 19.
198.
IV 658
LIBANIO:
e n.
5.
LucuLLO:
111 III 532; 537
n.
l; 543
n. l; IV 24. LICINIO SuRA:
IV 7-8; 9; 10; 16
LrcoNE: LISIA:
IV 183. n.
M
7.
Il 18.
LISIMACO
MACROBIO:
(padre di Aristide): l 368.
LISIMACO (personaggio del Lachete platonico): l 357.
MAGI:
111 469; IV 408; 472.
MALALA: MANruo:
LISIMACO
IV 623; 696.
IV 641 n. 6; 699 n. 4. IV 74
e n.
4.
(re): 111 61; 62. MARcELLO:
LrsiMAco STOico:
IV 146
n.
IV 145
n.
2.
2.
l 468; 111 11; 42 e n. 53; 43; IV 56; 61 e n. 24; 73; 76; 77; 95 n. 31; 104; 106; 126144; 145; 146; 321 n. 42; 445 e n. 2; 579. MARco AuRELIO:
LISIPPO:
111 266.
LoNGINo: IV 145; 470; 622; 629 7; 630; 640 n. 4. LoNGINO,
pseudo: IV 470 e n. 25.
n.
MARCO EVANGELISTA:
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l 402
n.
47.
593
INDICE DEI NOMI (M)
MARINo: IV 652 n. 23; 665 n. 8; 666 nn. 9,11; 667 n. 13; 668 n. 16; 682 e n. 36; 683 e n. 37; 685-686.
l 288 in
MARSIA:
MAssENZIO:
IV 641
MAssiMO CINICO:
l 347; 111 383.
MEusso:
IV 623; 696. n.
MELETO:
l XIX; 114; 125; 131 n. 23; 141; 142-148; 153 n. 4; 163; 171 n. l; 172; 174; 175; 243; 420; Il 81; 411; 463; 111 168; 196 e n. 5; 198 n. 12; IV 507 n. 7.
nota.
MARziANo CAPELLA:
111 52.
MELEAGRO:
6.
IV 236
e n.
2.
MEMMIO, CAio:
111 19; 270
n.
8; IV
53. MAssiMo
657; 658
NEoPLATONico: e n. 7; 659 n. 9;
IV 622; 660; 661.
MAssiMo DI TIRo: IV 325 e n. 43; n. 32; 352 n. 56; 356 e n. 8.
MNENANDRO:
111 9; 47.
MENEDEMo CINico:
111 49 e n. 78.
326; 343
MATTEO EVANGELISTA:
l 402
n.
47;
MENEDEMO DI ERETRIA: l 430; 111 40 n. 47; 80-82.
420
n.
7;
IV 143 n. 47. 111 25
MENIPPO: MEDEA:
IV 119.
2; 49-52; IV
n.
217.
MEDIOPITAGORICI (e MEDIOPITAGORISMO): IV XXIII; 370-387; 391;
111 498 n. 91; IV 175; 182; 184 e n. 7; 191; 192; 193-195.
MENODOTO:
404. MENONE: MEDIOPLATONICI (e MEDIOPLATONISMO): l XVIII; 41; 490; Il 362; 111 114; 122; IV XXI; XXII; 34; 35; 36;
l 250; 365; Il 190; 191.
MERCURIO:
111 38, 40. IV 78
l.
37; 38 e n. 25; 49; 76; 77; 103; 107; 135; 136; 147; 226; 253; 290; 296; 307-364; 372; 389; 390; 400 n. 21; 404; 411; 412; 416; 419; 435; 436 e n. 12; 437; 438; 444; 446; 447; 468; 479; 480; 481; 482; 489; 532; 632 n. 15; 645 n. 11; 663; 690; 695.
MESSALINA:
MEDIOSTOICI
METRODORO DI LAMPSAco:
(e
MEDIOSTOICISMO):
111 xx; 318; 319 n. 30; 433-459;
METOPO,
n.
pseudo: IV 373
METROCLE:
111 44; 47
METRODORO DI CHIO:
n.
e n.
18.
71.
111 471; 472. 111 162
n.
l; 268 n. l; 269; 275; 298; IV 58; 61.
523; 560; 563. METRODORO IL TEORETICO: MEGARICI
(e ScuoLA MEGARICA):
141; 375; 418-426; 431; 432; Il 411; 420; 111 65-79; 81; 307; 325; 465 n. l; 471; 473; 474; 484; 499 n. l; 506; 564. MELANTE:
IV 14.
111 78.
l MIDONE:
l 194.
l 53 n. l; 69; 72; 73; 79; 80; 97; 104; Il 463.
MILESI:
MILONE:
Il 500.
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594
INDICE DEI NOMI (M, N)
MINUCIO FELICE:
111 104 n. 20.
NATURALISTI l XVIII" XXI"
l 287
l.
n.
l 209.
MISONE:
MlTRIDATE:
NAUSICA:
Il 382
n.
l; 111 530
n. 3.
111 305.
MNASEA:
(o
FISICI O FISIOLOGI):
51·196· 278· 279· 280· 65· 79: 377· 461· 466· Il JO· 405; 425; 427; 446; 111 . 108; 474; IV 508.
111 78.
MIRMECE: MIRTO:
N
Il 232.
MINOSSE:
64. 472;.
l 207.
111 161 15; 168; 494; 495.
NAUSIFANE:
NEANTE:
Il 7
l 133
111 46.
NEARco:
MNESARCO,
padre di Pitagora: IV
NELEO DI ScEPSI:
MNESARCO
111 435
STOico:
n.
2. MoDERATO: IV 320 n. 26; 384 e n. 49; 388; 393; 395 e n. 11; 396 e n. 12; 397 e nn. 13,14,15; 402; 403; 404.
MoNIMo:
e n.
n.
l.
Il 382 153; IV 14; 15; 17; 19.
n.
l; 111
NEMESIO: 111 145 n. 9; 146 n. 9; 309 e n. 8; 382-383 e n. 83; IV 465 e n. 14; 466; 467 e nn. 19,20; 468; 693 e n. 12.
111 499-556.
NEOACCADEMICI:
NEOARISTOTELICI (e NEOARISTOTELISMO): IV XVIII; XXI; 5-50.
l 442; Il 240; 241.
MOIRE:
l; 167
l.
n.
MNEMOSINE:
409.
n.
111 47 e n. 69.
NEOCINICI (e NEOCINISMO):
IV
XVIII;
213-242. Mosco:
111 80. NEOCLE:
l 13; 14; IV 255; 256
17; 258 n. 22; 261; 264; 265; 267; 274; 275; 276; 278; 280; 281; 296; 412; 415; 416; 430. MosÈ:
l 47; Il 210; 255; 305; 311; IV 46; 86; IV 409.
MusE:
IV 3; 73; 76; 90; 95 n. 31; 98-104; 105 n. l; 106 e n. 2; 146; 221; 222 n. 10; 240 e n. 8. MusoNIO RuFo:
MusoNIO STOICO
IV 146 n. 2.
(dd
III
111 161
n.
l.
n.
secolo d.C.):
NEOPIRRONIANI
(e
NEOPIRRONISMO):
111 269; IV 149-212. NEOPITAGORICI (e NEOPITAGORISMO): l XVIII; 14; 87; 105; IV XVIII; XXI; XXII; XXIII; 38 n. 25; 147; 336; 365•
426; 435; 444; 449; 468; 479; 480; 481; 482; 489; 503; 532; 540; 639 e n. 2; 645 n. 11; 663; 667. NEOPLATONICI (e NEOPLATONISMO): l XVIII" 14· 23· 39· 41· 436· 454·
li
465; 489; 490; 5J; 36J; 36•{ 365; 370; 450; 111 114; 122; 447; 559;
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595
INDICE DEI NOMI (N, O)
561; IV XVIII; XXI; XXII; XXIII; 31; 43; 70; 76; 147; 251; 313; 314; 316; 328; 329; 346 n. 37; 390; 399; 425; 426; 445; 449; 450; 452; 454; 456; 457-696; 698; 699; 700. NEoscETIICI
(e
111 486; IV
XVIII;
NE:oscETIICISMO):
149-212.
NEOSTOICISMO (o STOICISMO ROMA· NO): l XVIII; 396; 111 43; 318; 319; IV XVIII; XXI; 71-148; 220; 226.
IV 31; 74 n. 6; 78 n. l;
NERONE:
NoÈ:
IV 256 n. 17.
NuMA,
pseudo: IV 382; 383 n. 43.
APAMEA: l 14 e n. 2; 111 507 e nota 22; IV 55 e n. 4; 57; 58 e n. 14; 243; 251; 320 n. 26; 325 n. 41; 326 n. 44; 365; 384 e nn. 51,52; 388; 390; 393; 410-426; 446; 448 e n. 9; 449; 461; 467; 480; 481 e n. 5; 483; 489 e n. 17; 626; 627 e n. 4; 654; 683. NuMENIO DI
NuMENIO ScETTico:
111 486 e n. 58.
105.
o
NERVA:
IV 384 n. 53.
NESSA:
111 471.
OcEANo:
NESTI:
l 152.
0cELLO LucANO,
l 47; 56. pseudo: IV 373;
391.
l 207.
NESTORE:
NICIA:
ODISSEO:
l 374.
0LIMPIO:
l 288 in nota.
IV 665; 666 n. 11.
NESTORIO:
l 357. 111 104 n. 21; 152 n. 14; 408 e n. 35; IV 375 n. 23; 622; 642 e n. 8; 652 n. 23; 686 n. 46; 694.
0LIMPIODORO: NICIPPO:
IV 14.
NICOCREONTE:
111 468 n. 3. l 21·22; 23; 56; 61; 100; 111· 112· 207· 301· 302 nota· 374· 408'n. 16; 441; 449;,452; Il Hi; 213~ 311; 357; 447 e n. 65; 523; 111 21; 49 nn. 74,75; 477 e n. 38; IV 74; 224; 225; 257; 409; 637 e n. 26; 645; 667; 671. 0MERO:
NicOLA DI DAMAsco:
IV 22; 23; 28-
29. NICOMACO
(padre di Aristotele): Il
379 n. l. NICOMACO DI GERASA: IV 384 e n. 50; 393 e n. 6; 397 e n. 16; 398; 399; 402; 403 n 3. 33; 404 n. 34; 639 n. 2; 683.
0NASANDRO: ONESICRITO:
IV 320. 111 46-47; 469;
IV
234. NicosTRATO:
IV 324 e n. 39; 327. 0NOMACRITO:
NIGIDIO FIGULO:
385. NIGRINO:
l 438; 453.
IV 382 e n. 42; 0PSIMO
IV 324 e n. 38.
pseudo: IV 374 n. 20.
ORACOLI CALDAICI:
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IV
XXI;
XXIII;
596
INDICE DEI NOMI
427; 444-456; 631; 632 n. 15; 637 e n. 25; 643; 644; 645 e n. 11; 667; 692. ORAzio: 111 52; 68 n. 7.
111 68; 69.
0RESTE:
ORFEo: l 26; 437; 438; 442; 444; 447; IV 257; 667; 671. (e 0RFISMO): l 14; 23; 25; 26-29; 58; 81; 99; 100; 160; 301; 302 e nota; 435-455; Il 48; 259; IV 317.
(0,
P)
l XIX; 85; 107; 114; 117; 119-131; 132 e n. l; 133; 138; 140; 141; 142 e n. l; 143;- 144; 145; 148; 170; 175; 178; 187; 246; 251 n. 22; 320; 350; 419; 420 e n. 7; 464; 488; Il 44; 71; 72; 85; 121 n. 24; 134; 135; 136; 137; 139; 140; 141· 143· 144· 145· 156· 185· 207· 405; 41Ì; 41Ì; 73;, 199;' 321; 476; 482; IV 252; 257; 415; 477; 489. PARMENIDE:
Ili
0RFICI
PARRASIO:
l 308; 309.
PATRISTICA (e PADRI DELLA CHIESA):
IV 262; 264; 329; 429; 696. IV 325 n. 42; 343 n. 33; 352 n. 55; 462; 464; 470; 619; 622; 689. 0RIGENE CRISTIANO:
111 270; IV 53; 54; 55.
PATRONE:
IV 146 n. 2; 463; 464; 465; 469; 472; 622; 689.
l 441; 111 477.
PATROCLO:
0RIGENE PAGANO:
IV 377 e n. 30.
Ovmio:
PAUSANIA:
l 453; Il 63.
PENELOPE:
l 207; IV 239.
PENIA:
p
Il 264.
PEoNIO:
111 78.
Il 10; 362.
PADRI DELLA CHIESA:
PERDICCA:
l 396.
p ALLADE: IV 409. PEREGRINO PRoTEo: PANCREONTE:
IV 232-235.
IV 14.
l 209; 212.
PERIANDRO:
l 239 n. 16; 111 318; 435-445; 449 e n. 12; 453; 455; 456; 457; 523; 526; 544; 555; IV 75; 78.
PANEZIO:
PERICLE:
l 142 n. l; 188 n. l; 230 n.
l; IV 162. (e PERIPATO): l xvm; Il 380 n. l; 381 n. l; 382 n. l; 403; 597; 111 XVIII; xx; 94 n. l; 109; 123-155; 162; 216; 273; 306; 307; 343; 437; 499 n. l; 523; 527; 542; 545; 546; 555; 564; IV XXI; 5-50; 258 n. 22; 268; 310; 311; 316; 323 n. 35; 328 e n. 53; 475; 481; 592; 608 n. 4; 637. PERIPATETICI
PANFILO:
111 161
n.
l; 163.
PAoLO (s.): 111 175; 413; 414 49; IV 96; 97 e nn. 35,36. PARABATE: PARCHE: PARIDE:
l 407
111 113. IV 360.
n.
13.
e n.
PERSEFONE:
l 444; 450.
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INDICE DEI NOMI (P)
597
PERSEO DI CIZJo: l 263; 111 305 n. l.
PrnA: 111 97 n. 8.
PERSEO (denigratore di Bione): 111 49 n. 74.
PlTTACO: l 209; 211.
PERSEO (personaggio mitologico): l 408.
3; 18; 23; 28; 29; 31; 37; 38; 40; 49; 57 e n. 12; 82; 87 n. 3; 97 n. 12; 102;
PLATONE: l v; XVII; xx; 6; 7; 14 e n.
PERSIO: IV 74. PHANES: IV 627. PlNDARO: l xx; 439; 440 e n. 11; 444 e n. 23; 445 e n. 24; 449 e n. 35; 474; 111 421. PIRRONE: l 484; 111 XVIII; 9; 11; 16; 17; 18; 19; 53; 78; 155; 168; 444; 465-494; 495 e n. 80; 497; 498; 499 e n. l; 501; 503; 505; 506; 508; 524; 557; 560; 563; 564; 567; IV 151; 153; 156; 157; 176; 178; 180; 181; 196; 204; 475; 599. PlRRONIANI (e PlRRONISMO): 111 117; 479; 495 n. 80; 499; 500; 518; IV XVII; 149-212. (Cfr. anche Scettici). PISONE CESONINO L. 111 276; 277.
CALPURNro:
PrsoNE MARCO: IV 312 n. 28. PrTAGORA: l 25; 28; 32; 85 e n. l; 435; 444; 447; 455; 475; Il 190; 208; 111 96; IV 257; 353; 368; 379; 384 n. 53; 388; 390; 392; 400; 401; 408; 409; 411; 420; 477; 539. PITAGORA, pseudo: IV 371; 374 e n. 20; 384; 391; 405. PrTAGORICI (e PrTAGORISMO): l 18; 40; 41; 85-106; 153 n. 4; 160; 213; 444; 455; Il 8 n. l; 44; 132; 207; 259; 111 95; 98; 99; 198; IV XVII; xxr; 33; 87; 249; 251; 253; 319 n. 24; 324 n. 37; 344 n. 35; 345; 346 n. 37;
365-426.
106; 110 e n. 3; 114; 115; 133 e n. 2; 134 e n. 3; 148; 161; 169; 170 e n. 16; 176; 177; 181; 184; 208; 209 e n. 2; 217; 218 e n. 2; 219; 220; 224; 225 e nn. 12,13; 227; 229; 230 nn. 1,2; 231 e n. 4; 232; 234 e nn. 11,13; 235; 235-237 e n. 14; 237-238 e n. 15; 240 n. 18; 241 e n. 21; 250 nn. 17,18; 250-251 e n. 20; 253 e nn. 26,27,28; 255; 256 nn. 2,3; 257; 259 n. 10; 265 e nn. 5,6,7; 266 e n. 8; 272 e n. 3; 273 e n. 4; 274 n. 5; 275 e nn. 8,10; 276 e n. 11; 277 e n. 12; 281; 283; 285; 287; 288 nota; 289 e nota; 290 e nota 3; 296; 297; 298; 299 e nn. 10, 11; 300 e n. 14; 303; 304 e n. 20; 305 e n. 23; 306 e nn. 24,25,26,27; 307308 e n. 28; 312; 313 e nn. 33,34; 314 e n. 35; 315; 318; 320 e nn. 42,43; 321; 322 e n. 49; 323 e n. 51; 324 e nn. 55,57; 326; 328; 330 e nn. 64,65,66; 331 e nn. 67,68; 332; 333 e n. 70; 334 e nn. 71,72; 335 e n. 73; 336 n. l; 337 e n. 4; 345 e n. 12; 346; 347 e n. 14; 348 e n. 15; 349 e n. 16; 350 e n. 19; 351 e n. 20; 353; 354 e n. 24; 355 n. l; 357 e nn. 3,4; 358 e nn. 5,6; 360 nn. 10,11; 362 n. 13; 363-364 e n. 14; 364-365 e n. 15; 366369 e n. 16; 371; 372; 375; 376; 377; 378; 379; 381; 383; 385 e n. l; 386; 388 e n. 10; 389; 390 e n. l; 391 n. 2; 392; 393 e n. 21; 394 n. 23; 398 e n. 30; 404 n. 3; 4318 n. l; 420 e n. 7; 423 e nn. 21,22; 424; 427; 431; 432; 435; 437; 441; 442 n. 16; 443; 444; 445 e n. 26; 447 e nn. 30,31,32; 451; 454; 455 e n. 50; 457; 461 e n. 3; 464 e n. 14; 465 e n. 15; 467; 468 e n. 25; 471 e n. 30; 474; 475 e nn. 33,36; 476; 480 e n.43; 481 e nn. 44,45; 482 e nn. 46,47; 483 e n. 49;
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598
INDICE DEI NOMI
486 e n. 58; 488 e n. 68; 492 e n. 79; Il xv; XVI; XVII; xrx; l; 3; 5; 7-374; 379 n. l; 380 n. l; 383; 388; 389; 390 e n. 4; 392; 393; 395; 396; 397; 398; 399; 400; 404; 405; 412; 425; 439; 446; 450 e n. 69; 453; 456; 464 n. 32; 467; 468; 469; 479; 481; 482; 485; 493; 496; 502; 509; 510; 517; 540; 547; 564; 565; 569; 570; 574 e n. 9; 586; 590; 594; 597; 599; 602; 603; 605; 606; 111 XVII; 6; 7; 10; 13; 14; 23; 27; 30; 66; 69; 75; 76 e n. 29; 78 e n. 36; 85; 86; 87 e n. 3; 88; 89 e n. 6; 90 e n. l; 91; 92; 93; 94 n. l; 95; 96; 98 e n. l; 99; 100; 101; 103; 105; 107 e n. l; 108; 109; 110; 111; 114; 116; 117; 121; 125; 126; 127; 145 n. 5; 147; 161; 162; 163; 164; 165; 166 e n. 9; 171; 172; 173; 174; 183; 189; 190; 197; 210; 213; 221; 223; 228; 237; 256 n. 52; 257; 259; 260; 261; 270; 275; 307; 308; 310-311 e n. 11; 321; 346; 347; 352; 353 e nn. 3,5; 362; 363; 369; 382; 384 e n. 93; 385; 397; 401; 405; 406 e n. 32; 409 e n. 38; 410; 419; 424; 437; 439; 440; 441 n. 16; 449; 452; 453; 454; 455; 475 n. 24; 481; 497; 500; 501 e n. 7; 505; 506; 529; 534; 538; 539; 542; 545; 561; 562; 564; IV 34; 35; 42; 43; 48; 80; 81; 107 n. 5; 125; 135; 176; 177 e n. 47; 178 e n. 48; 179; 194; 239; 262; 263 e n. 3; 264 e n. 5; 266 n. 10; 268; 270; 271; 273 e n. 12; 281; 282; 290; 291; 292; 296; 299; 309; 312; 314; 316; 317; 319 n. 24; 321 n. 30; 322 n. 34; 325 n. 40; 326 n. 45; 327; 329; 335; 338; 340; 341; 344 e n. 34; 346; 347; 348; 349; 350 e n. 48; 351 e n. 52; 352; 353; 355; 356 e n. 7; 357; 360; 361; 362; 367; 368; 372; 373; 381 n. 40; 386; 387; 388; 389; 394; 402; 411; 415; 416; 417; 420; 423; 429 n. l; 455; 464; 465; 466; 470; 473; 474; 475; 476; 477; 478; 482 e n. 8; 486; 489; 490; 493 e n. 22; 498; 503; 507; 510; 531; 534; 535; 538; 540; 542; 560; 575; 577; 578 e n. 11; 590; 592; 593; 594; 596
(P)
n. 48; 615 n. 15; 624; 635; 641 n. 7; 645; 658; 663; 665; 666; 667; 671; 691; 693; 694; 696; 699; 701 e nn. 11,12. (e PLATONISMO): l 41; 371; Il 52; 53; 270; 291; 359; 383; 384; 395; 412; 425; 427; 433; 482; 493; 561; 111 xx; 13; 89 e n. 6; 90 e n. l; 108; 163; 265; 501 e n. 7; 508; 538; 539; IV XVII; xrx; xxr; 34; 50; 76; 87; 147; 170; 208; 209; 249; 251; 252; 253; 255 n. 16; 307-364; 388; 411; 457-696. PLATONICI
PLINIO IL GravANE:
IV 183 e n. 4.
PLINIO IL VECCHIO:
IV 56 e n. 9.
l 430; 111 80.
PLISTENO: PLOTINA:
IV 56.
PLOTINO: l 6; 465 e n. 17; 468 e n. 24; 491; Il 132 n. 8; 139 e n. 14; 111 361 e n. 35; 561; IV xviu; xrx; xxr; xxrr; xxrn; l; 20; 146 in nota; 147; 216; 251; 277; 290 e n. 55; 314; 322 n. 33; 324 n. 39; 325 n. 40; 326 n. 44; 328; 329; 341; 342; 346 n. 37; 384 n. 52; 416; 425; 426; 436; 456; 457; 459; 462; 463; 464; 465; 467; 469; 470 e n. 24; 471-616; 621; 622; 623; 624 e n. 4; 626 e n. l; 627; 628; 629 n. 7; 630; 636 e n. 23; 638; 642; 643; 644; 645 e n. 11; 646; 647; 649; 651; 652; 672 e n. 20; 673; 676; 681; 689; 696. PLUTARISTI
(e
PLUTARISMO):
l
xrx;
140· 142 n l· 146· 148· 149-186· 187; 189; 2io; 464; Ìl 45J; 111 196; 199; 201. PLUTARCO DI ATENE:
IV 622; 665-
666; 683; 691; 692.
l 70 e n. 10; 95 n. 8; 119 n. l; 151 n. l; 254
PLUTARCO DI CHERONEA:
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599
INDICE DEI NOMI (P)
e n. 30; 388 n. 8; 390 n. l; 403 e n. 2; 409 e n. 21; Il 186 n. 50; 111 25 n. 2; 37; 45 e n. 62; 46 e n. 64; 74 e n. 25; 115 n. 22; 118 n. 5; 145 n. 8; 149 n. 3; 197 n. 9; 199 e n. 16; 210 e n. 33; 221-222 e n. 48; 254 e n. 46; 259 e nn. 60,61; 365 e n. 50; 420 e n. 57; 423 n. 67; 426 e n. 74; 446; 452 n. 24; 470 e n. 8; 510 n. 3; 537 n. l; IV 15 n. 5; 16 nn. 5,8; 17; 18 e n. 11; 36; 212 n. 5; 258 n. 20; 310 n. 7; 311 n. 8; 317; 320-321; 326; 327 e n. 50; 330 e nn. 2,3; 331 sgg. e n. 4; 333 e n. 5; 337 n. 13; 341; 343 n. 32; 345; 348 e nn. 41,43; 350 n. 46; 351 e nn. 51,53; 353 e nn. 57,58, 59,60; 354 e nn. 61,62,63; 355 e n. 3; 359 e n. 18; 362 n. 25; 363 e n. 29; 370 n. 10; 383 n. 45; 423; 663. pseudo: l 63 n. 6; 407-408 e n. 15; 111 212-213 e n. 38; IV 326 n. 45; 360 n. 21.
PLUTARCO DI CHERONEA,
111 115; 116-118; 119 e n. 9; 308; 435 n. 2; 499 n. l; 508; IV 312; 529.
POLEMONE:
Pouaro:
111 435 n. 2.
IV 78
PoPPEA:
n.
l.
Il 145 n. 21; 382 n. l; 111 143 n. 38; 169 e n. 23; 249 e n. 34; IV 20 e n. 15; 145 e n. 2; 320 n. 26; 325 n. 40; 326 n. 44; 370 n. 10; 384 nn. 48,49,52; 388 e n. 58; 395 e n. 11; 396 e n. 12; 397 e nn. 13,14, 15; 408; 409 e n. 46; 449; 462 e n. 4; 463 e nn. 7,8,9; 464 n. 10; 466; 469 n. 22; 470 e nn. 23,24; 471 n. l; 472 nn. 2,3,4; 473 e nn. 5,6,7,8; 474 nn. 9,10; 475 nn. 11,12,13; 476 e nn. 14,15; 478 e n. l; 480 e n. 4; 481 n. 5; 483 n. 9; 486 e n. 14; 497; 592 e n. 38; 622; 625 n. 5; 626 e n. l; 628 e n. 6; 628-638; 639 n. 2; 640 e nn. 3,4,5; 641 n. 6; 642; 643; 644; 645; 646; 651; 652 n. 23; 654 e n. 28; 663 n. 3; 671; 695; 696. PoRFIRIO:
PoROs:
Il 269.
PosJDONE:
l 24; 263; 111 366.
111 318; 320; 433; 435 n. 2; 436 n. 2; 441; 446-459; 491 e n. 71; 523; 544; 555; IV 12 n. 21;
PosrooNro:
16; 18; 75; 76; 78; 85; 410 n. l. Il 77; 118.
PoucLETo:
PosTUMIO, Lucro:
111 273.
111 269.
PoLIENO:
PoTAMONE: PouGNOTo:
111 523 n. l.
111 316. PoTONE:
111 98 n. l.
111 75.
PoussENO:
PRAssrTELE: PousTRATO:
111 266.
111 162 n. l; 270. l 23; 45-196; 289; 317; 466; 479; Il 37; 82; 222; 467· 468· 111 13· 166· 167· 171· 352: 362; 381; 561; 564; IV 66: 317.
PRESOCRATICJ: PoLLIONE:
IV 98
n.
l.
Pow: l 330; 486; Il 49. PoMPEO:
111 449
n.
294; 451· 313: 252;
12; 456; 459. PRIAMo: Il
POMPONIO ATTICO:
FrusciANO: PoNZIANO:
IV 323
497; 111 142.
IV 54. n.
35.
IV 465 n. 14; 622; 699;
700.
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600
INDICE DEI NOMI (P, S, R)
PRISCO:
IV 622; 657; 661.
PROCLINO:
RusTico:
IV 126
n.
IV 145 n. 2; 146 n. 2.
Il 108 n. 10; 220 n. l; 365; 396 e n. l; 397 n. 2; 111 119 n. 10; 116 n. 11; 348; IV 31; 321 n. 33;
l.
s
PRocw:
322 n. 33; 325 nn. 40,41; 326 n. 44; 328 n. 52; 345 n. 37; 346 n. 37; 351 nn. 49,54; 416 e n. 13; 419 e n. 18; 422 n. 21; 424 n. 25; 446; 470 n. 24; 617; 620; 621; 622; 624; 626; 627 nn. 2,3,4; 640 n. 5; 642; 647 e nn. 14,15; 648 n. 17; 656; 665 e n. 8; 666 n. 11; 667 e n. 14; 668-685; 686; 687; 691; 694.
SABINO, FLAVIO: SAFFo:
l
xx.
IV 699 n. 4.
PRODico:
l 256-263; 264
SALLUSTIO NEOPLATONICO:
n.
IV 622;
IV 474.
SALONINA:
l 287
l 132
n.
n.
l.
l.
(detto CITENA): 111 498; IV 182; 184 n. 7; 195 n. 9; 210.
SATURNINO
IV 412.
PRoMETEO:
SATURNINO SALLUSTIO SEcoNDO: cfr. SALLUSTIO NEOPLATONICO.
Il 232.
PROTAGORA: l 140; 215; 225; 230242; 243; 244; 251; 253; 256; 262 n.
16; 264 e n. l; 273; 279; 280; 359; 409; Il 86 n. 20; 88; 89; 186 111 477; IV 62; 67. PROTARCO DI A:aoERA:
Il 73; 256.
PRoTARco DI BARGILIA:
111 270.
ScETTICI
SciLLA:
PuoENTILLA:
(e
IV 323
n.
35.
111 435
n.
2; 436; IV 130.
ScoLASTICA (e ScoLASTICI):
IV 262;
265; 478.
Il 232.
SENARCO:
l 48.
RuBELLIO PLAUTO:
XVIII;
l 247.
SciPIONE:
R RADAMANTE:
l
ScETTICISMO):
40; 359; 432; 488; 111 XVIII; 13; 15; 53; 78; 79; 108; 116; 117; 179; 269; 324; 329; 332; 436; 463-498; 499; 500; 501 e n. 7; 505; 507; 508; 509; 517; 518; 519; 524; 525; 527; 528; 529; 531; 537; 539; 541; 546; [550]; 560; 561; 564; 567; 568; 569; IV 66; 127; 149-212; 251; 268; 300; 309; 478.
IV 446; 455 e n.
PsELLO, MICHELE:
27.
REA:
3.
l;
279; 368; 393 e n. 21. PROFETI:
e n.
649 n. 18; 658; 661-662.
SATIRO: e
IV 236
SALLUSTIO CINICO:
SANTIPPE: PRocoPio:
IV 221.
IV 22; 23; 28; 29.
l 390 n. l; 429 e n. 7; 111 76; 168 n. 16; 233 n. 68; 259 e n. 59; 264 e nn. 78,79; 268 n. l; 301; SENECA:
IV 98
n.
l.
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601
INDICE DEI NOMI (S)
353-354 e n. 9; 355 e n. 10; 360 e n. 34; 370 e n. 54; 378 e n. 70; 389 e n. 3; 393 e n. 8; 405 e n. 29; 410 e n. 39; 412 e n. 48; 413; 442 e n. 19; 455 e n. 29; 484 e n. 54; 557; IV 51; 55 n. 3; 56 e n. 9; 59 n. 18; 60 e nn. 21,22; 61 n. 23; 71; 73; 74; 76 e n. 10; 77; 78-97; 104; 106; 118; 119; 125; 127; 132; 139 n. 37; 146; 216 e nn. 1,2,3;· 219 nn. 4,5; 220 e nn. 6,7,8; 240 e n. 7; 313 e n. 12; 337 e n. 17; 383 e nn. 45,46,47; 384 n. 48. SENOCRATE: Il 23; 380 n. l; 382; 394; 111 xx; 42; 107-115; 116 e n. l; 118; 119; 121; 125; 127; 130; 161 n. l; 308; IV 26; 312; 337; 353; 369; 388; 389. SENOFANE: l 99; 109-118; 119; 153; 337; 338; 419; 420; 487; 488; 111 232; 321; 497 n. 85. SENOFONTE:
l 193 n. 19; 217; 218
e nn. 3,4; 257 e n. 6; 258 e n. 8; 259 e n. 9; 260 e n. 13; 261 e n. 14;
287 n. l; 288 nota; 289 nota; 291 e n. 4; 296; 297 e nn. 2,3,4,5; 298 e n. 9; 299; 300 e n. 13; 303; 308 e nn. 28,29; 309 e n. 30; 310 e n. 31; 313 e n. 34; 315 e n. 37; 321 e n. 44; 322 e nn. 48,50; 323-324 e nn. 52,54; 325 e n. 59; 327-328 e n. 62; 332 e n. 69; 334; 335 e n. 74; 336 e n. l; 340 e n. 7; 341 e n. 8; 342 e nn. 9, 10; 342-345 e nn. 11, 12; 346 n. 12; 347; 349; 351 e n. 21; 373 e nn. 24,25; 374 e n. 26; 378 e n. 3; 386; 387; 389; 390 n. l; 394-396 e nn. 24,25; 397; 398; 401 n. 44; 405 e n. 7; 411 e n. 26; 416-417 e n. 41; 440 e n. 13; 467; 111 47; 370 e n. 55; 374; 375 n. 64; 381 e n. 80; 545; IV 434 e n. 9.
SEsno, QuiNTO:
SEsm,
e
n. 17; 88;
l 134 n. 4; 183; 188 n. 4; 230 n. 2; 231 e n. 6; 244 e nn. 3,6; 245 n. 8; 246-247 e nn. 9,10, 11; 263 e nn. 18,19; 274-275 e n. 6; 409 n. 18; 410 e nn. 22,23; 411 n. 24; 412 e n. 28; 484 n. 54; Il 106 n. 7; 112 n. 16; 111 19 e n. 4; 62 n. 24; 68 n. 7; 105 n. 22; 108 n. 3; 110 nn. 5,6; 113 n. 15; 119 n. 11; 166 n. 13; 178 e n. 4; 180; 181-182 e n. 10; 188; 189-190 e n. 22; 192; 320 n. l; 327-328 e n. 9; 330 e n. 12; 331 e n. 15; 332 n. 18; 333 e n. 20; 334 e n. 21; 336337 e nn. 27,28; 338 e n. 32; 343 e n. 45; 358 e n. 21; 359 n. 23; 360 n. 33; 380 e n. 77; 386 n. 100; 472 e nn. 13, 14,15,16; 473 e nn. 17,18; 483 n. 48; 490 e n. 68; 498; 500 e n. 5; 502 e nn. 9,10; 503 e n. 11; 504 e n. 13; 505 e nn. 15,16; 507; 510 n. l; 512 e n. 7; 513 nn. 9,11; 514 e nn. 12,13; 515 ec nn. 14,15,16; 516 n. 17; 529 e n. l; :530 e n. 5; 538 e n. 4; 560; IV 149; 158 e n. 7; 159; 160 e nn. 10,11; 161 e n. 14; 165 e n. 20; 166 e nn. 22,23; 168 e n. 25; 169 n. 27; 170 nn. 30,31; 171 nn.32,33,34; 172 n. 35; 173 n. 36; 174 e nn. 39,40; 175 e nn. 41,42; 176 e n. 43; 178 e n. 51; 179; 182 e n .. J; 184 e n. 7; 185 e nn. 9, 10,11; 186 e nn. 12,14; 187 e n. 15; 190 e n. 2; 191; 1194 e n. 7; 195209; 2Hl e n. 2; 211 e n. 3; 212; 309 n. 2; 377 e n. 29; 381 e n. 40; 382 e n. 41; 391 n. l; 392; 393 e n. 4; 394 e n. 9; 395; 400 n. 24; 401 n. 27. SESTO EMPIRICO:
SETTANTA (traduttori greci della Bibbia): IV 254 e n. 13; 278; 287. SETTE SAGGI:
l 199; 208-213.
SETTIMIO SEVERO: SERAPIONE:
IV 87
343 e n. 45.
IV 39 n. l; 384.
IV 191.
circolo dei: IV 383; 394.
SEVERO: IV 326 e n. 44; 328 n. 52; 345 n. 37; 346 n. 37; 350; 480.
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602 SPERO:
INDICE DEI NOMI (S)
111 305 n. l.
SILLA: Il 382 n. l; 111 154; 537 n. l; IV 15 e n. 5; 16 e in nota; 18; 19;
22; 26 e n. 41; 310; 311 e n. 8; 663. SIMMIA (discepolo di Stilpone):
111
78. SIMMIA (personaggio del Pedone platonico): Il 69; 70; 80; 259. SIMONIANI: SIMONIDE:
IV 485.
l 35.
l 56 e n. 10; 59 n. 2; 63 nn. 6,7; 67 n. 2; 68 n. 3; 135 n. 5; 136 e n. 8; 139 e n. 17; 140 e n. 18; 191 n. 14; 392 n. 15; Il 23 e nn. 18, 19; 109 n. 12; 112 n. 16; 145 n. 21; 170 n. 22; 111 74 e n. 24; 81 e n. 6; 140 e n. 25; 145 n. 3; 151 e n. 10; IV 23 e n. 25; 24; 27 n. 46; 31 n. 3; 36 n. 17; 40 e n. 3; 41 n. 6; 42 n. 7; 319 n. 23; 324 n. 39; 344 n. 35; 402 e n. 29; 403 e n. 30; 404; 622; 685; 688; 691; 698; 699; 700. SIMPLICIO:
SINCELLO: SINESIO:
485; 486; 488; 492; Il 5; 7 n. l; 14; 18; 25; 29; 30; 31; 39; 43; 44; 51; 60; 62; 54; 65; 66; 70; 71; 73; 80; 83; 87; 88; 89; 103; 127; 135; 148; 188; 190; 191; 193; 194; 203; 204; 206; 215; 220; 221; 225; 226; 230; 236; 237; 245; 249; 252; 253; 256; 258; 261; 265; 268; 275; 276; 286; 288; 292; 295 e n. 8; 296; 317; 327; 331; 333; 335; 336; 337; 348; 361; 496; 497; 508; 510; 517; 519; 520; 549; 553; 603; 111 14; 15; 16; 27; 55; 56; 79; 85; 87; 92; 108; 169; 170; 171; 172; 173; 174; 223; 234; 237; 256; 266; 267; 306; 307; 374; 382; 397; 404; 409; 424; 437; 466; 500; 501 e n. 7; IV 67; 80; 98; 106; 107 n. 5; 118; 123; 177; 178; 229; 273 e n. 12; 367; 388; 411; 434; 461; 464; 470; 482 n. 8; 489; 539; 578; 590; 684. SocRAT!CI MINORI:
l xvm; xx; xxr;
185; 291 e n. 6; 304; 310; 311 n. 32; 324 n. 58; 334; 377; 380; 381; 383432; Il 514; 525; 526; 111 XVIII; XX; 14; 23-82; 90 n. l; 117 sg.; 167; 169; 170; 171; 173; 307; 308; 325; 419; 465 n. l; 497; 564; 565.
IV 324 n. 40.
IV 622; 692.
SoF!STI (e SoFISTICA): l XVIII; xx; XXI; 37; 141; 185; 186; 213; 215-
281; 289; 296; 301; 306; 311; 312; IV 370 n. 10; 402 e n. 28; 419 n. 18; 622; 627 n. 4; 642; 665; 666-667; 691; 693. SIRIANO:
SISIFO:
111 296.
SOCRATE: l XVIII; xx; XXI; 7; 37; 40; 87 e n. 3; 133; 172 n. 2; 186; 193 e n. 19; 194; 195; 213; 217; 219; 220; 221; 235; 236; 256; 273; 277; 281; 285-381; 385; 386; 387; 388; 389; 390 e n. l; 391; 392; 394; 395; 397; 401; 402; 403 e n. l; 404 e n. 3; 405; 406 e n. 12; 407; 408; 416; 417; 418 n. l; 419; 422; 423; 425 e n. 29; 428; 430; 431; 465; 466; 467; 474; 480;
317; 359; 431; 220; 179;
324 n. 58; 336; 346 n. 13; 355; 362; 390 n. l; 393 n. 21; 405; 465; 480; Il 30; 214 e n. 9; 525; 547; 565; 566; 111 69; 173; 474; 477; 564; IV 252.
SoFOCLE:
l 197; 209 n. l.
SoFRONisco:
l 287 n. l.
SoLONE: l 53 n. l; 208; 209; 210; 357; Il 7 n. l; 111 46. SoPATRo:
IV 622; 653.
SoRANO DI EFESO:
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IV 190.
INDICE DEI NOMI
SoziONE:
(S, T)
603
IV 78 n. l; 383
nn. 45,
e
47. SPEUSIPPO: Il 23; 41; 380; 382; 399; 395; 111 xx; 94 e n. l; 98-106; 107; 109; 110; 111; 112; 115; 118; 121; 130; 508; IV 312; 369; 388; 389. STASEA:
IV 21; 23; 24.
STEFANO DI ALESSANDRIA:
IV 622;
252; 257; 268; 286; 315 n. 14; 317; 318; 321 nn. 28,30; 322 n. 34; 330; 331 n. 4; 333; 337 e n. 15; 345 n. 37; 362; 383; 387; 388; 393; 394; 400 n. 21; 401; 478; 493; 550; 566; 570.
l 119 n. l; 418 n. l; 427 n. l; Il 382 n. l; 111 46 n. 67; 153 e n. 2; 154; 537 n. l; IV 15 n. 4; 16 n. 8; 17; 18 n. 10; 21; 23 n. 26; 27 n. 44; 28 n. 48; 319 n. 24.
STRABONE:
694.
111 128; 143; 144; 148152; 153; IV 7 e n. l; 14; 15; 16 n.
STRATONE: STENIDA, pseudo:
IV 373 n. 18.
7; 34; 40; 42. STENTORE:
Il 536.
IV 239.
STRUTIA:
l 418 n. 3; 420; 426; 430; 111 40 n. 47; 66; 73-77; 78; 80; 81;
SnLPONE:
307 e n. 4; 494 n. 80. STOBEO: l 95 n. 8; 209; 212 n. 3; 392 n. 11; 398 nn. 31,32; 111 49 n. 77; 104 n. 19; 248 e nn. 27,29; 308309 e n. 7; 373 e n. 60; 396 e n. 12; 399 e n. 15; 400 e n. 16; 402 e n. 22; 403 e n. 24; 404 e n. 25; 406-407 e n. 33; 411 e n. 43; 428-429 e n. 79; 451; 535 n. 14; IV 73 e n. l; 104 n. 15; 325 n. 41; 326 n. 45; 351 n. 50; 352 n. 56; 355 n. 2; 356 n. 9; 421 n. 21; 426 n. 29; 431 e n. 5; 628 n. 5; 640 n. 5; 641 n. 7; 648 n. 16.
l
40; 41; 386; 432; 436; 489; Il 365; 111 XVIII; xx; 8; 11; 13; 15; 16; 18; 53; 54; 78; 104; 108; 114; 115; 116; 117; 118; 134; 135; 141; 149; 155; 193 n. 25; 210; 268 n. l; 269; 273; 301459; 465; 483; 487; 497; 498; 501; 502; 503; 504; 505; 509; 511; 512; 516; 517; 518; 523; 524; 525; 527; 533; 535; 538; 539; 541; 542; 555; 556; 557; 560; 561; 563; 567; 568; 569; IV XVII; 8; 10 e n. 13; 11; 24; 27; 28; 29; 34; 60; 65; 66; 68; 73; 71-148; 151; 153; 154; 170; 173; 195 n. 9; 208; 209; 216; 226; 228; 251; STOICI (e STOICISMO):
XVIII;
SuDA: l 14 n. 2; 407 n. 13; 111 94 n. l; IV 320 n. 27; 321 n. 30; 325 n. 41; 471 n. l; 601 n. 4; 603 n. 10. SVETONIO:
IV 383 n. 45.
T TACITO:
IV 98 n. l; 218 n. l; 320 n.
26. TALETE: l 25; 32; 33; 48; 49; 53-58; 59 e n. l; 61; 62; 66; 71; 92; 152; 188· 201· 208· 209· 210· 212· 213· 220; 459;, 46o;' 463; '474; 'u 4cM; 617.
ni
TANTALO:
111 296.
TAURO: cfr. CALVISIO. TAZIANO:
111 383 e n. 84.
TEETETO: Il 141; 142; 143; 204; 111 310; 311; 366; 367; 368. TELETE:
111 43 n. 55; 49 e n. 77.
TEMISONE (re di Cipro):
49.
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111 41 n.
604
INDICE DEI NOMI (T)
IV 190.
TEMISONE DI LAODICEA:
TESSALO DI TRALLE:
l 427 n. 3; 111 139 e n. 23; 356 e n. 14; IV 26 n. 43.
TEMisno:
TETI:
l 56.
THOTH (THEUTH):
IV 145
TEMISTOCLE SToico:
n.
IV 429
e n.
l.
2.
IV 183
TIBERIO:
n.
3; 320
n.
26.
111 9.
TEOCRITO:
TIMAGORA DI GELA: TEODA:
IV 190.
IV 182; 184
n.
TIMEO: TEODORETO:
l 397
IV 461 e nn. 1,2.
TrMEO, pseudo:
IV 622; 654-
TEODORO DI AsiNE:
656; 671.
Il 8
l.
n.
l 407 n. 13; 111 48 n. 74; 56; 60-62; 63; 507.
TEODORO L-ATEo:
TEODORO,
Il 44.
28; 399 n. 36;
n.
TEODORO DI CIRENE:
111 78.
7; 192.
personaggio
del
IV 373.
TIMONE: l 425 e n. 28; 427 e n. 2; 484; 111 18; 19; 463; 465 n. l; 474 e n. 22; 475 e n. 30; 478; 480 e n. 44; 481 e n. 45; 482 e n. 47; 483 e nn. 48,49; 484; 493; 494 e n. 78; 494-498; 499; 500; 506 e nn. 20,21; 524; 525; 560; IV 8 n. 6; 183 n. 3; 194.
Teeteto:
l 177; 178; 474; 475.
TIRANNIONE:
111 154; IV 16; 17;
18; 19; 21 e n. 21. TEODOTO:
IV 146
n.
2; 663. TrTANI:
TEOFRASTO:
l 450; 453; 455.
l 56; 59 n. 2; 67 e n. 2;
72; 130 e nn. 22; 158 n. 8; 189 n. 10; 298 e n. 7; Il 105 n. 6; 170 n. 22; 380 n. l; 381 n. l; 382 n. l; 385 n. 4; 111 xx; 28; 78; 111 n. 8; 123; 126; 127; 128; 129-143; 144 e n. l; 145; 148 e n. l; 149; 150 e n. 9; 153; 154; 216; 499 n. l; IV 10; 13; 14; 15; 16 n. 7; 17; 18; 19; 20; 28; 34; 38 n. 25; 323 n. 35.
Tno: Trzro:
IV 98
324
e n.
IV 31; 35
37; 326; 337
TEONE DI TnoREA: TEOSEBIO:
n.
13; 356
16; n. 7.
l.
111 296.
ToLOMEI:
l 13; 111 11.
ToLOMEO I (figlio di Lago):
111 57
n.
4; 60 n. 17; 64. ToLOMEO n:
TEONE DI SMIRNE:
n.
111 148; IV 254:
n. e
IV 162.
IV 693.
IV 194.
ToLOMEO DI CrRENE: ToLOMEO CLAUDIO:
IV 32
ToLOMEO, FrLADELFO:
n.
9.
cfr. Tolomeo
II.
TERAPEUTI:
IV 259. ToLOMEO PERIPATETICO:
TERTULLIANO:
328 n. 51; 429.
IV 146 n. 2.
·111 386 n. 100; IV TRAIANO:
IV 56; 221
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n.
9; 225.
605
INDICE DEI NOMI (T, U, V, Z)
TRASEA PETo: TRASILLO:
Il 9 n. l; IV 320
TRASIMACO: TRIFONE:
l 275
e
n. 26.
n. 7; Il 295.
e
111 20. IV 152.
TuBERONE, Lucio:
ZALEuco,
pseudo: IV 373 n. 18.
ZENONE DI CIZio: 111 xvm; 16; 17; 41 n. 49; 53; 70 n. 12; 78; 135; 155; 268 n. l; 305 sgg.; 306; 307; 308; 309; 311; 312; 313; 314; 315; 316 e n. 24; 317 nn. 25,25; 320; 321; 322; 323 e n. l; 325; 327; 329; 330; 338; 356; 357; 363; 371; 373; 374; 381; 383; 384; 386; 389; 401; 402; 406; 411; 414; 415; 418; 424; 425; 426; 427; 430; 436; 465; 474; 487; 497; 502; 524; 563; 564; 567; IV 79; 127; 476.
IV 481 n. 5.
TRITTOLEMO:
z
IV 74 n. 6; 218 n. l.
u ULISSE:
l 207; IV 224.
l XIX; 125; 132141; 142 e n. l; 144; 153 n. 4; 171
URANO:
l 47; 48; IV 627.
n. l; 172; 419; 420 n. 7; 425; Il 135; 137; 370; 411; 111 67; 70.
ZENONE DI ELEA:
ZENONE DI SmoNE:
111 270; 276;
277; 544.
v
ZENONE DI T ARSO:
VALENTINO e V ALENTINIANESIMO:
IV
485; 489. VARRONE REAnNo:
111 356 n. 28;
383 e n. 87; 543 n. l; IV 337 e·~17. VATINIO, Pusuo: VESPASIANO
IV 383 n. 44.
(imperatore): IV 98 n.
l; 218 n. l. VITTORINO, MARIO: VoLEso:
IV 130.
111 305 n. l.
ZEUS: l 24; 48; 79; 118; 152; 445; 452; 453; 489; Il 232; 233; 342; 111 3; 17; 18; 28; 46; 112; 264; 303; 367; 378; 403; 408; 420; 429; 451; 570; IV 76; 82; 103; 104; 120; 124; 138; 225; 226; 237; 407; 409. ZEUSIPPO DI CNOSSO: ZEUSSI GoNIOPO:
IV 182; 183
3; 193.
IV 620; 695.
ZOPIRO:
l 428.
ZoRoAsTRo:
111 96.
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IV 182. e
n.
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Stampato dalla Tipolitografia Queriniana - Brescia Gennaio 1989
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ILLUSTRAZIONE DEI PARTICOLARI DELLA «SCUOLA DI ATENE» DI RAFFAELLO RIPRODOTTI NELLA SOPRACOPERTA Poiché questo volume conclude la nostra Storia della filosofia antica presentando gli apparati lessicali e bibliografici, abbiamo voluto scegliere, per la sopracoperta, il particolare di des,tra della «Scuola di Atene» di Raffaello che rappresenta un allievo che scrive accanto al maestro e che esprime bene, con una immagine quasi emblematica, appunto il senso biblio-grafico di questo quinto volume. In basso, si vede la parte superiore dello splendido gruppo dei matematici, con la figura di Euclide (o di Archimede) con i discepoli che seguono con attenzione e concentrazione la dimostrazione di un teorema. La prima sfera al di sopra della schiena del geometra è il globo raffigurante il cielo nelle mani di Zoroastro. Quella più in basso è la sfera che rappresenta la terra nelle mani di T olomeo. (Si veda la sopracoperta del volume quarto con le relative illustrazioni). Molto difficile da interpretare è la figura del nobile vecchio in alto a destra, che, per lo più, viene trascurata. Naturalmente, avremmo potuto concentrare la nostra attenzione solo sull'immagine con l'allusione biblio-grafica, che, inquadrata in primo piano, sarebbe risultata anche meglio evidenziata nella sua bellezza. Ma abbiamo voluto richiamare l'attenzione sulla figura del nobile vecchio, per proporre una interpretazione che ci sembra assai verosimile, o quantomeno molto allettante. In tutto l'affresco solamente tre personaggi sono rappresentati isolati: Eraclito, Diogene il Cinico e questo vecchio. Orbene, è ben noto come, effettivamente, Eraclito si sia scostato da tutti i suoi concittadini per ragioni di carattere e di dottrina. Diogene, dal canto suo, sia per la sua vita che per
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il suo messaggio filosofico, si pone analogamente, sia pure su un piano diverso, come separato dagli altri. E il vecchio solitario? A noi pare che nella sua nobile e severa solitudine rappresenti Plotino o un Neoplatonico. Si noti che un Neoplatonico, nella grande raffigurazione del messaggio del pensiero antico fatta da un uomo del Rinascimento, ossia da un uomo di un'età che dava al Neoplatonismo assai grande importanza, non poteva mancare. Il vertice della vita perfetta era, per Plotino, una «separazione dalle restanti cose di quaggiù, vita cui non aggrada più cosa terrena, fuga da solo a Solo». E Proclo, dal canto suo, scriveva: «Mettiamoci dunque nella solitudine, da tutto remota, e giungiamo vicino alla Causa universale». E a Plotino e al Neoplatonismo nella nostra interpretazione del pensiero antico abbiamo dato assai grande importanza. - La fotografia a colori è stata eseguita appositamente per quest'opera dai Musei Vaticani, mediante le più moderne tecniche. - La fotografia del particolare del «Cartone per la Scuola di Atene» (conservato nella sua interezza e in maniera pressoché perfetta nella Pinacoteca della Biblioteca Ambrosiana di Milano), che evidenzia l'immagine di carattere biblio-grafico, è stata eseguita dai tecnici della Casa editrice Siivana Editoriale d'Arte, che ha fornito a Vita e Pensiero i materiali occorrenti per questa riproduzione. Eccellenti fotografie del Cartone nella sua completezza e in tutti i suoi particolari si possono trovare nello splendido volume: K. Oberhuber - L. Vitali, Raffaello, Il Cartone per la Scuola di Atene («Fontes Ambrosiani in lucem editi cura et studio Bibliothecae Ambrosianae», XLVII, Silvana Editoriale -d'Arte, Milano 1972.
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