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Opere 1911-1943 (pubb!ica!oncl•978)
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Opere 1945-1964 {Ptlbb!icatone1,o7o/
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Opere 1965-1975 (pubblica!ond•979)
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Opere 1911-1943 (pubb!ica!oncl•978)
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Opere 1945-1964 {Ptlbb!icatone1,o7o/
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Opere 1965-1975 (pubblica!ond•979)
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ANNA FREUD
OPERE
PAOLO BORINGHIERI
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Trlldu•ionc di Adi Cin•lo tr,~duzion~ dd agio •Ncmn~lilil c p~toJosiqso,pp.6Jq.);vcdianohcKrish9SI).
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fuori della situazione analitica, l'analista che di solito ha a che fare con materiale rimosso e inconscio deve superare una certa sospettosità prima di poter allargare il suo interesse al comportamento di superficie. A questo proposito può essere utile dare uno sguardo retrospettivo su come si sono sviluppati nel corso degli anni i rapporti fra psicoanalisi e osservazione dircua.4 Di volta in volta si è risposto in modo diverso alla domanda se l'indagine diretta e superficiale della psiche possa penetrare nella struttura, nel funzionamento e nel con· tenuto della personalità; ma, specialmente per quel che riguarda la comprensione dello sviluppo infantile, la risposta a questa domanda è divenuta sempre più positiva. Anche se non si può tracciare una chiara sequenza storica, parecchi aspetti e fattori, in parte consecutivi in parte simultanei, sono stati rilevanti sotto questo riguardo.
La concentrazione esclusiva dell'analista sugli strati profondi nascosti Nel periodo iniziale del lavoro psicoanalitico, e assai prima che si sviluppasse l'analisi dei bambini, c'era una forte tendenza a considerare totalmente negativi e ostili i rapporti fra analisi e osservazione di superficie. Era l'epoca della scoperta della psiche inconscia e del graduale evolversi del metodo analitico, due aspetti che erano inestri· cabilmente legati fra loro. Fu poi compito dci pionieri dell'analisi mettere in evidenza le differenze fra comportamento osservabile e impulsi nascosti, piuttosto che le loro somiglianze e, cosa ancora più importante, dimostrare anzitutto l'esistenza di una motivazione nascosta, cioè inconscia. Inoltre quest'opera dovette essere perseguita di fronte all'opposizione di un pubblico che rifiutava di credere nell'esistenza di un inconscio al quale la coscienza non aveva libero accesso, o nella possibilità che sulla psiche potessero influire dei fattori non accessibili direttamente all'osservatore. Specialmente i profani tendevano a scambiare le faticose elaborazioni del materiale all'interno del processo analitico, per una presunta capaciti arcana degli analisti a cogliere in un batter d'occhio i più intimi segreti di un estraneo, e persistettero in questa convinzione nonostante si facesse continuamente presente il fatto che l'analista è legato al proprio lento e laborioso metodo di osservazione e non vede senza di esso più di quanto il batteriologo, privato del microscopio, possa vedere i bacilli a occhio nudo. Anche gli psichiatri clinici notoriamente tra'Vedi anche Hartmann (19501).
scuravano ad esempio le differenze fra l'evenienza manifesta dello stupro di una bambina. da parte del padre psicotico e le tendenze inconsce latenti connesse al complesso edipicO, e chiamavano gli esempi del primo caso, invece che quelli del secondo, "un fatto freudiano~. In un famoso processo dell'epoca,5 un giudice si servì persino come incriminazione degli onnipresenti desideri di morte dci figli contro i padri, senza tenere conto delle alterazioni psichiche necessarie per permettere agli impulsi inconsci e rimossi di diventare intenzioni coscienti c di scaricarsi nell'azione, A loro volta gli psicologi accademici cercavano di verificare o di confutare la validità della teoria del complesso edipico attraverso inchieste e questionari, cioè eon metodi che per loro stessa natura non possono trapassare le barriere fra psiche conscia e inconscia, e quindi non possono rivelare negli adulti i residui rimossi delle tendenze emotive infantili. Neppure la generazione più giovane degli analisti di quel periodo era esente da una certa inclinazione a confondere il contenuto dell'inconscio con i suoi deriv:Jti manifesti. Nei corsi di preparazione psicoanalitica sull'interpretazione dei sogni, ad esempio, rimase per anni uno dei compiti più difficili per gli istruttori quello di insegnare la differenza fra il contenuto latente e quello manifesto di un sogno e di far comprendere agli studenti che il desiderio inconscio del sogno non compare alla superficie se non mascherato dal lavoro onirico, e che il testo cosciente del sogno rappresenta il contenuto nascosto solo in modo indiretto. Inoltre, nell'ansia di oltrepassare i confini della coscienza e di gettare un ponte fra superficie e profondo, molti cercavano di individuare dalle manifestazioni di superficie le sofferenze dovute a specifici impulsi inconsci, alle fantasie incestuose o sadomasochiste, alle angosce di evirazione, ai desideri di morte e così via; tentativi a quell'epoca non attuabili e che furono quindi fuorvianti. Non sorprende che, in tali condizioni, si raccomandasse a tutti gli studiosi di psicoanalisi di non fondarsi su tali osservazioni di superficie, si insegnasse a non andar oltre un paziente sradicamento analitico delle rimozioni, e a non usare metodi che potevano soltanto costituire delle minacce al compito principale dell'analista di perfezionare la tecnica analitica stessa. I derivati dell'inconscio come materiale di osservazione Nello stesso periodo o poco dopo, altre scoperte e nuovi fattori contribuirono a modificare questo atteggiamento assai rigido verso 'llp:r~Holsmonn.VediFreud(>930).
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l'osservazione di supa-ficie. Dopo tutto, al fine dei suoi interventi terapeutici, l'analista non esplorava l'inc()nscio stesso ma i suoi derivati. Naturalmente la situazione analitica comprende accorgi· menti specifici che favoriscono e promuovono la produzione di tali derivati attraverso il completo rilassamento del paziente: la sospensione delle sue facolU critiche, che rende possibile la libera associa· zione; l'esclusione della motilità, che permette di verb.alizzare senza rischio anche gli impulsi più pericolosi; la persona dell'analista, che gli si offre per la traslazione delle esperienze passate ecc. Ma, anche se con l'aiuto di questi accorgimenti tecnici i derivati dell'inconscio sono più abbondanti e si manifestano in una sequenza più ordinata, l'emergenza di materiale profondo e la sua irruzione nella psiche cosciente non si limitano alle sedute analitiche.. Man mano che si rendevano conto dell'ubiquità di tali irruzioni, gli analisti divennero inclini a includerle nel "materiale". Negli adulti ci sono i lapsus, le azioni mancate e sintomatiche che rivelano impulsi pre· consci o inconsci; vi sono i simboli onirici e i sogni tipici che possono essere tradotti nel loro significato nascosto senza lavoro interpretativo. Nei bambini, meglio ancora, vi sono semplici sogni di appagamento che rivelano i desideri sottostanti; vi sono anche le fantasticherie coscienti che forniscono informar.ioni snll'evolnr.ione libidica del sognatore a occhi aperti con deformazioni minime. Ne sono esempi le fantasie eroiche e di salvataggio di un ragazzo all'apice delle sue aspirazioni virili; il romanzo familiare e le fantasie di gemelli (Burlingham, 1951), che caratterizzano nel bambino in periodo di latenza il processo di disillusione rispetto ai genitori; vi sono le fantasie dell'essere picchiati, che mostrano la fissazione allo stadio sadomasochista, anale, della sessualiU. infantile. Vi sono sempre stati analisti più inclini di altri a usare tali segni manifesti per fare supposizioni sul contenuto inconscio. A volte questo metodo mette in pericolo la loro qualità di terapeuti, poiché la facilità con cui interpretano degli indizi può indurii a procedere senza la piena cooperazione del paziente, a praticare scorciatoie per avvicinarsi all'inconscio ignorando le resistenze: procedimento, que· sto, contrario alle migliori tradizioni psicoanalitiche. Ma lo stesso fiuto per l'inconscio che può trasformare un corretto psicoterapeuta in un analista "selvaggio" è un utilissimo strumento per l'osserva· tore analitico che, grazie a esso, trasformerà in materiale significativo manifestazioni di superficie altrimenti aride e improduttive.
l meccanismi di difesa come materiale di osservazione Il comportamento manifesto dei bambini e degli adulti divenne anche più trasparente all'analista quando la sua attenzione si estese dal contenuto e dai derivati dell'inconscio, cioè dagli impulsi, le fantasie, le immaginazioni ecc., ai metodi impiegati dall'lo per tenerli lontani dalla coscienza. Benché tali meccanismi siano automatici e di per sé non coscienti, i loro risultati sono manifesti e facilmente accessibili all'osservatore. N:~turalmente se il meccanismo dell'Io sotto indagine è la rimozione pura e semplice, alla superficie nulla diviene visibile eccetto l'assenza di tendenze che, secondo il concetto analitico di normalità, sono ingredienti necessari della personalità. Se, per esempio, una bambina è descritta dai genitori. come "un esserino affettuoso, senza pretese, che non si lamenta mai", l'analista noterà la cospicua assenza dell'avidità e dell'aggressiviU normali nell'infanzia. Se i genitori insistono a parlare dell'" amore per i bambini piccoli" di un fratello maggiore, l'analista andrà a cercare quale sia stato il destino delle gelosie che mancano. Se un bambino è correttamente descritto dai genitori come "non curioso e non interessato alle questioni della differenza fra i sessi, se non chiede come nascono i bambini, se non è curioso circa il rapporto fra i geT~itori", per noi è ovvio che c'è stata una battaglia interiore conclusasi con l'estinzione cosciente della normale curiosità sessuale e cosl via. Per fortuna vi sono altri meccanismi di difesa i cui risultati sono più tangibili per l'osservatore. In primo luogo vi sono le formazioni realtive che, per definizione, portano all'attenzione dell'osservatore la controparte rimossa di una manifestazione esterna. L'eccessiva preoccupazione di un bambino "ogni volta che suo padre deve uscir di casa di notte, quando c'è la nebbia" ecc., è certamente un indice dci suoi desideri di morte rimossi; e parimenti l'ansiosa attenzione con cui un bambino ascolta di notte il respiro del fratellino che potrebbe "essere rhorto nel sonno~ senza che nessuno se ne sia accorto. ~ noto che atteggiamenti quali la vergogna, il disgusto, la pietà non sono acquisiti da un bambino se non come risultato di lotte interne con l'esibizionismo, l'insudiciarsi, la crudeltà; quindi, se tali atteggiamenti compaiono in superficie, questo è un importante indice diagnostico del destino di queste componenti pulsionali. In modo analogo, le subJimazioni sì possono abbastanza facilmente titradune negli impulsi primitivi da cui derivano. Le proiezioni nei bambini
piccoli tradistono la sensibilità verso molti atteggiamenti e qualità non desiderati ecc. Edotti dalle esperienze ottenute nella situazione analitica, gli ana· listi divennero ·anche sempre più attenti a particolari combinazioni di atteggiamenti manifesti, cioè a certi tipi di personaliU che si pos· sono individuare a occhio nudo e da cui si possono trarre Vlllide de· duzioni. Ad aprire questa via fu dapprima la comprensione delle radici genetiche del carattere ossessivo, in cui l'apparenza manifesta di ordine, pulizia, ostinazione, puntualit~. parsimonia, indecisione, tendenza ad accumulare, a raccogliere ecc. tradisce le tendenze sadico-anali inconsce da cui questi tratti sono plasmati. Non c'era motivo perché questa costellazione particolare, benché studiata per prima, rimanesse la sola a fornire istruttive connessioni fra la super· ficie e il profondo. Era anzi ragionevole aspettarsi "che anche altre qualità del carattere risultino essere in modo analogo sedimenti o formazioni reattive di determinate strutture libidiche pregenitali" (Freud, 1932, p. 210). E invero, a partire dal 1932, quando fu scritto il passo ora citato, si sono avverate molte di queste aspettative, specialmente riguardo ai tipi di carattere orale e uretrale, e soprattutto per quel che riguarda i bambini. Se un bambino mostra gli attributi dell'insaziabilità, del· l'avidità, della cupidigia, se tende ad aggrapparsi, è esigente, divo-rante nei suoi rapporti, oppure se sviluppa il timore di essere avve· lcnato, un ri6uto del cibo ecc., per noi è ovvio che il punto in cui nel suo sviluppo nasce un pericolo che minaccia il suo progredire, cioè il suo punto di 6ssazione, si colloca nella fase orale. Se un bambino mostra una bruciante ambizione assieme a un comporta· mento impulsivo, stabiliamo il suo punto di fissazione nell'area ure-trale. In tutti questi esempi, i legami fra il contenuto rimosso dell'Es e le strutture manifeste dell'Io sono cosl fissi e immutabili che basta uno sguardo alla super6cie per permettere all'analista d'indovinare in modo preciso ciò che accade, o che è accaduto, negli strati della psiche altrimenti nascosti. Aspetti del comportamento infantile come materiale di osservazione Nel corso degli anni emerse uuna maggiore consapevolezza della funzione di segno o di indicazione che particolari comportamentali possono assumere per l'osservatore" (Hartmann, 19500, p.117). Come effetto secondario dell'analisi infantile molte azioni e preoccupazioni
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del bambino sono divenute oggi cosl trasparenti che, appena osservate, si possono tradune nella controparte inconscia da cui derivano. Soprattutto la trasparenza delle formazioni re:Jttive ha incoraggiato gli analisti a raccogliere altri aspetti che hanno parimenti dei legami fissi e inalterabili con moti specifici dell'Es e con i loro derivati. Partendo ancora una volta dal fatto che ordine, punfualit.il, pulizia, mancanza di aggressivit~ sono inequivocabili indicazioni di passati conllitti con tendenze anali, è possibile circoscrivere simili indizi di
conftitto nella fase fallica. Vi sono la timidezza e il pudore, che sono formazioni reattive e, in quanto tali, completi rovesciamenti delle precedenti tendenze esibizionistiche; c'è inoltre il comportamento comunemente descritto come buffonesco o clownesco che, nell'analisi, si è rivelato come una deformazione dell'esibizionismo fallico con uno spostamento dell'ostentazione da un pregio dell'individuo a un suo difetto. La mascoliniU: esagerata e l'aggressività turbolenta sono sovracompensazioni che tradiscono sottostanti angosce di evirazione. Le lagnanze per il fatto di essere maltrattati e oggetto di discriminazione sono una trasparente difesa contro le fantasie e i desideri passivi. Se un bambino lamenta di annoiarsi eccessivamente, possiamo stare sicuri che egli ha represso forzatamente le sue fantasie o le sue attività masturbatorie. Anche l'osservazione del comportamento di un bambino durante una malattia fisica permette di trarre conclusioni riguardo al suo stato psichico interno. Un bambino malato può cercare conforto dall'ambiente, oppure può ritrarsi nella solitudine e nel sonno; la scelta di un tipo o dell'altro di reazione mostra in parte lo stato del suo narcisismo contro la forza relativa del suo attacçamento al mondo oggettuale. La docile sottomissione, nella malattia, alle prescrizioni del medico, alle restrizioni dietetiche e dell'attività motoria, spesso erroneamente attribuita a una presunta ragionevolezza del bambino, dipende o dal piacere regressivo dell'essere accudito e amato passivamente, o dai sentimenti di colpa, cioè dall'idea del bambino che Ia malattia sia una punizione ben meritata e autoindotta. Se un bambino malato si preoccupa ansiosamente di sé in modo ipocondriaco, questo è un sicuro indice del fatto che egli si sente male accudito dalla madre ed è insoddisfatto delle cure e della protezione offertegli dall'ambiente. Anche l'osservazione delle tipiche attività di gioco del bambino è un'utile fonte d'informazioni sul suo mondo interno. Le note occupazioni sublimatorie come il dipingere, 11 modellare, il giocare con
l'acqua e con la sabbia rivelano le retrostanti preoccupazioni anali e uretrali. Lo smantellamento dei giocattoli causato dal desiderio di conoscere che cosa c'è dentro tradisce la curiosità sessuale. 1!: anche significativo il modo in cui un bambino gioca col trenino: se godesoprattutto nell'inscenare scontri (come simboli dell'atto sessuale fra i genitori); se si preoccupa prevalentemente di costruire gallerie e lince sotterranee (che esprimono l'interesse per l'interno del corpo); se i suoi vagoni e i suoi autobus portano carichi pesanti (simboli della madre gravida); o se si interessa soprattutto della velocità e della regolarità (simboli dell'efficienza fallica). La posizione favorita di uno scolaretto sul campo di football ci svela qualcosa sui suoi rapporti intimi con i compagni nel linguaggio simbolico dell'attacco, della difesa, della capacità o incapacità a competere, a riuscire, ad adottare un ruolo maschile attivo ecc. La passione per i cavalli di una bambina tradisce o i suoi desideri autocratici primitivi (se il divertimento si limita al movimento ritmico del cavalcare); o l'identificazione con la madre che l'accudisce (se si diverte soprattutto a badare al cavallo, a strigliarlo ecc.); o l'invidia del pene (se si identifica con il grande e potente animale e Io tratta come un'appendice del proprio corpo); o le sue sublimazioni falliche (se ha l'ambizione di dominare il cavallo e compiere esibizioni in groppa a lui ecc.). Il comportamento dei bambini verso il cibo rivela all'osservatore esperto assai più che non la semplice ufissazione alla fase orale~. a cui si ascrivono comunemente la maggioranza delle manie alimentari, e di cui l'ingordigia è la manifestazione più ovvia. Se vi si guarda da vicino, vi sono altri aspetti ugualmente rivelatori. Soprllttutto, poiché i disturbi dell'alimentazione sono disturbi evolutivi 6 connessi a particolari fasi e a particolari livelli di crescita dell'Es e dell'Io, l'osservazione e l'esplorazione particolareggiata di questi aspetti del comportamento ne mettono pienamente in luce la funzione di segno o di indicazione. Resta l'area dell'abbigliamento, da cui si possono trarre altri preziosi indizi. 1!: ben noto che l'esibizionismo può spostarsi dal corpo a ciò che lo ricopre, e può apparire in superficie sotto la forma della vanit~. Se è rimosso e provoca una fonnazione reattiva, esso compare sotto forma di trascuranza per il vestiario. Un'esagerata sensibiliU: riguardo a tessuti rigidi e "ruvidi~ indica un erotismo cutaneo rimosso. Nelle bambine l'avversione per la propria anatomia femminile 'Vedic:ap.s.
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NOlt.MALITÀ l PATOLOGIA H~LL'ITÀI>IPAHTILI
che emerge via via; procedere dalla superficie verso il profondo; offrire la persona dell'analista come oggetto di traslazione per far rivivere e interpretare le fantasie e gli atteggiamenti inconsci; analizzare gli impulsi per quanto possibile nello stato di frustrazione cd evitare che siano messi in atto e soddisfatti; aspettarsi sollievo alla tensione non dalla catarsi ma dal.passaggio del materiale dal livello di funzionamento del processo primario a quello del processo secondario; in breve, trasformare il contenuto dell'Es in contenuto dell'lo.
Le tendenze curative Ma anche se l'analisi dei bambini è identica all'analisi degli adulti per quel che riguarda i principi in base ai quali si :~ffronta la situazione, essa ne differisce per quel che riguarda altre condizioni fondamentali della terapia. Secondo un'utile formulazione di Bibring (1937), la psicoanalisi degli adulti deve i suoi successi terapeutici aiLl liberazione di forze specifiche che sono di solito presenti nella struttura della personalità e agiscono spontaneamente verso la guarigione. Queste ~tendenze curativep, come le ha chiamate Bibring, se favorite dal trattamento, si alleano alle finalità dell'analisi. Esse sono rappresentate dalle spinte innate del paziente a completare lo sviluppo, a raggiungere il soddisfacimcnto pulsionale, e a ripetere le esperienze emotive; dal desiderio di essere normale piuttosto che anormale; dalla capacità di assimilare e integrare l'esperienza, e di esteriorizzare sugli oggetti parti della propria personaliU.. Ma proprio sotto questo :~spetto i bambini differiscono dagli adulti, c le differenze non possono non influire sulle reazioni terapcutiche nei due tipi di trattamento. Il nevrotico adulto aspira alla normalità, che contiene per lui la promessa di ottenere piacere nell'attività sessuale e successo nel lavoro, mentre per il paziente infantile la "guarigione" può essere vista sotto l'aspetto spiacevole di doversi adattare a una realtà sgradita e rinunciare all'appagamento immediato dei desideri e al fornaconto secondario. La tendenza a ripetere dell'a· dulto, importante per l'instaurarsi della traslaziOne, è complicata nel bambino dalla sua sete di nuove esperienze c nuovi oggetti. L'assimilazione e l'integrarione, che sono un contributo essenziale nella fase della "rielaborazione", sono controbilanciate nel bambino dalla tendenza, adeguata all'eU, a usare meccanismi opposti, come il diniego, la proiezione, l'isolamento, e la scissione dell'Io. La spinta a ottenere soddisfacimento pulsionalc, che spiega gli impeti dell'Es
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ed è indispensabile per la produzione di materiale in generale, nei bambini è cosi forte da divenire un ostacolo piuttosto che un elemento positivo nell'analisi. In realtà l'aillllisi dei bambini riceverebbe. ben poco aiuto dalle tendenze curative se non fosse per una sola eccezione, che ristabilisce l'equilibrio. Per definizione, e grazie ai processi maturativi, la spinta verso il completamento dello sviluppo è incommensurabilmente più forte nell'individuo immaturo di quanto possa mai essere in seguito. Nell'adulto nevrotico certe quantità di libido e di aggressiviU, assieme ai controinvestimenti che vi si oppongono, sono racchiuse nella sua sintomatologia; la nuova energia pulsionale, appena prodotta, viene costretta nella stessa direzione. Invece la personalità incompleta del bambino si trova in uno stato Ruido. l sintomi che servono alla soluzione di un conRitto a un certo livello di sviluppo si dimostrano inutili c vengono scartati al livello successivo. La libido e l'aggressività sono in movimento costante, e più facilmente che nell'adulto sono incanalabili nelle nuove direzioni aperte dalla terapia analitica. In effetti, se la patologia non è troppo grave, l'analista infantile dopo la conclusione positiva di un tratta· mento si chiederà spesso in che misum il miglioramento può essere considerato frutto dei suoi interventi terapeutici e in che misura invece vada ascritto alla maturazione e all'evoluzione spontanea del bambino. La tecnica
Di fronte a questi problemi essenziali, le tanto discusse differenze di tecnica fra l'analisi degli adulti e quella dei bambini sembrano quasi di secondaria importanza. Naturalmente, a causa della loro immaturità, ci si aspetta che ai bambini manchino molte delle qualità e degli atteggiamenti che negli adulti sono ritenuti indispensabili per portare avanti l'analisi: essi non hanno la capacità di vedere e di comprendere la propria anormalità; di conseguenza non sviluppano lo stesso desiderio di guarire e lo stesso tipo di alleanza terapeutica; di solito il loro Io sì schiera dalla parte delle resistenze; non sono essi stessi a decidere di iniziare, continuare, o completare il trattamento; il loro rapporto con l'analista non è esclusivo, ma include i genitori che devono sostituire o incrementare l'lo e il Super-io del bambino sotto diversi aspetti. Ogni storia di un'analisi infantile coincide più o meno con la storia degli sforzi per superare e controbilanciare queste difficoltà.
,,, La mancanza della libera associazione
Le caratteristiche dei bambini sopra menzionate, per quanto impor· tanti, contribuiscono re1ativamente poco alle diversit~ tecniche fra l'analisi degli adulti e quella dei bambini rispetto a un altro fattore principale: l'incapacità o l'opposizione del bambino a produrre libere associa~oni. I bambini possono riferire sogni e fantasticherie come gli adulti, ma senza la libera associazione non c'è unn via sicura per passare dal contenuto manifesto a quello latente. I bambini possono comunicare verbalmente dopo qualche esitazione iniziale, ma senza la libera associazione ciò non li portll oltre i confini della psiche cosciente. Questo atteggiamento intransigente di honte alla libera associazione si trova in tutti i bambini, sia che non abbiano una sufficiente fiducia nella forza del proprio Io per sospendere la censura, sia che non si fidino abbastanu degli adulti per essere sinceri con loro. A mio parere nel corso degli anni non si è trovato un rimedio a questa lacuna. AI posto della libera associazione si sono introdotti e accettati i giochi con giocattoli, il disegno, la pittura, la drammatizuzione dei giochi della fantasia, l'agire nella traslazione e, in mancanza di meglio, gli analisti infantili hanno cercato di convincersi che queste attività siano un valido sostituto della libera associazione. In realtà però le cose non stanno affatto cosl. Uno svantaggio consiste nel fatto che alcuni di questi comportamenti producono prevalentemente materiale simbolico, e ciò introduce nell'analisi dei b~mbini l'elemento del dubbio, dell'incertezza, dell'arbitrarietà, inseparabile dall'interpretazione simbolica in generale. Un secondo svantaggio consiste nel fatto che sotto la pressione dell'inconscio il bambino agisce invece di parlare, e ciò purtroppo introduce dei limiti nella situazione analitica. Mentre la libertà di associazione verbale accompagnata dalla restrizione della motilità è letteralmente senu limiti, non si può accettare lo stesso principio se entra in gioco l'azione motori3 all'interno della traslazione o fuori di essa. Se il bambino minaccia la propria sicurezza o quella dell'analista, se rischia di d~nneggiare gravemente degli oggetti o cerca di sedurre o di farsi sedurre, l'analista non può fare a meno di ostacolarlo, nonostante le migliori intenzioni di essere permissivo e tollerante, anche se in questo modo potrebbe emergere materiale importantissimo. Le p~role, i pensieri e le fantasie, al pari dei sogni, non incidono sulla realtà, mentre le azioni appartengono a una categoria diversa. Non
,,, serve assicurare ai bambini che durante l'ora di analisi possono liberarsi di qualunque limitazione e, come si invitano gli adulti a parlare liberamente, dir loro che possono "fare tutto ciò che vogliono": il bambino stesso convincer~ ben presto l'analista che tale libertà d'azione non è attuabile e che questa promessa non può essere mantenuta.
C'è un'altra differenza fra le due tecniche, a cui finora non si è prestata attenzione. Mentre la libera associazione sembra liberare in primo luogo le fantasie sessuali del paziente, la liberH d'azione (anche se solo relativa) agisce in modo simile sulle tendenze aggres-
sive. Nella traslazione quindi i bambini mettono in atto prevalentemente la IOio aggressività, o il lato aggressivo della loro pregenitaliU, che li spinge ad attaccare l'analista picchiandolo, sputandogli addosso, prendendolo a calci, provocandolo. Dal punto di vista tecnico ciò crea delle difficoltà, poiché molto spesso si deve impiegare del tempo prezioso cercando di controllare gli eccessi di aggressiviU scatenati inizialmente dalla tolleranza analitica. Sul piano teorico questo legame fra messa in atto e aggressiviU può produrre un'idea sbagliata della proporzione fra libido e aggressività nel bambino. Ora, è incontestabile che la messa in atto che non porta all'interpretazione, o della quale non viene accettata l'interpretazione, non reca alcun beneficio. Benché adeguata all'età in quanto fonna di espressione, e quindi normale, essa non produce maggiore comprensione né cambiamenti. Ma tra gli analisti infantili sono persistite opinioni contrarie, che sono residui del periodo catartico dell'analisi, anche quando erano già state scartate da molto tempo nell'analisi degli adulti. Interpretazione e verbalizzazione E: vero che tanto nei bambini quanto negli adulti il compito dell'analisi è quello d'interpretare il materiale inconscio; questa affermazione va però meglio chiarita e precisata, Naturalmente, anche con i bambini scopo dell'analisi rimane l'allargamento della coscienza, senza il quale non si può aumentare il controllo dell'lo. A questo scopo si deve giungere anche se ostacoli tecnici quali la mancanza di libera associazione e l'intensità della messa in atto ne aumentano le difficoltà. La differenza fra le due tecniche non sta nel fine, ma nel tipo di materiale che si Presta a essere interpretato. Con gli adulti l'analisi tratta per lunghi periodi materiale soggetto alla rimozione secondaria,
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MOaM... ~lT~ E UTO~IA IIE~L'ETl IMfA>rrlLE
cioè deve occuparsi di smantellare le difese contro derivati dell'Es che, in una qualche fase, sono stati rifiutati dalla coscienza. Solo partendo da qui può poi procedere a esaminare elementi soggetti alla rimozione primaria, cioè prcvcrbali, che non hanno mai fatto parte dell'Io organizzato c non possono essere "ricordati N, ma solo rivissuti nella traslazione. Nei bambini più grandi il procedimento è uguale, mentre è differente per quelli molto piccoli, in cui si inverte il rapporto tra elementi del primo e del secondo tipo e anche l'ordine della loro comparsa. L'Io del bambino piccolo ha il compito evolutivo di riuscire da un lato a orientarsi nel mondo esterno e dall'altro di dominare gli stati emotivi caotici che esistono dentro di lui. L'Io ottiene delle vittorie e compie dei progressi quando riesce ad afferrare ed esprimere in pensieri o parole queste impressioni, sottomettendole al processo secondario. Per diversi motivi, nei bambini piccoli che affrontano l'analisi questo sviluppo è ritardato o incompleto. Con loro, il processo interpretativo vero e proprio va di pari passo con la verbalizzazione di numerose tendenze che come tali non sono inaccessibili alla coscienza (cioè soggette ·alla rimozione primaria), però non sono ancora riuscite a entrare a far parte dell'Io, a giungere alla coscienza, e a subire l'elaborazione del processo secondario. L'importanza ddla loro verbalizzazione per il primo sviluppo infantile è stata messa in luce specialmente da Anny Katan (19(}1): ella sottolinea il fatto che il momento della formazione del Super-io dipende, entro certi limiti, dal momento in cui il bambino acquisisce la capaciU di sostituire il pensiero fondato sul processo secondario a quello fondato sul processo primario; che la verbalizzazione è notoriamente il requisito indispensabile per il pensiero di tipo secondario; che la verbalizzazione delle percezioni del mondo esterno precede quella del contenuto del mondo interno; e che qu~sta a sua volta promuove l'esame di realtà e il controllo dell'Io sopra gli impulsi dell'Es. Ifi effetti la comprensione dell'importanza che riveste la "erbalizzazione nello sviluppo non è affatto nuova in psicoanalisi; è già posta in rilievo nella seguente citazione: ucolui che per la prima volta ha lanciato all'avversario una parola ingiuriosa invece che una freccia è stato il fondatore della civiltà n (Freud, 1893, p. 9fl). Mentre la verbalizzazione come parte dell'interpretazione del materiale inconscio rimosso rientra nel procedimento analitico comune a tutte le e~. la verbalizzazione nel senso sopra descritto ha una fun-
,,, zione specifica nell'analisi di tutti i bambini che iniziano il trattamento a un'età molto precoce dello sviluppo, oppure con gravi ritardi, arresti, o deficit dello sviluppo dell'Io.
Le resistenze Per quel che riguarda la resistenza, non si avverò la speranza iniziale cl1e gli analisti infantili avrebbero avuto un compito facile sotto questo aspetto. L'inconscio del bambino non si dimostrò meno rigidamente separato dalla coscienza di quello dell'adulto. Né risultò più
facile che con gli adulti fare emergere alla superficie e portare nella seduta analitica i derivati dell'Es. An:zi, caso mai, le forze che si oppongono all'analisi sono più forti nei bambini che nei pazienti .:~dulti.
Le resistenze nell'analisi degli adulti sono di solito valutate a seconda dei processi interni o delle istanze che le fanno insorgere. L'Io resiste all'analisi per salvaguardare le difese, senza le quali dovrebbe di nuovo affrontare il dispiacere, l'angoscia e il senso di colpa che era riuscito a tenere a bada. Il Super-io sì oppone ai pensieri e alle fantasie che l'analisi autorizza in quanto sono minacce alla sua esistenza. I derivati delle pulsioni, all'interno o fuori deJla traslazione, benché liberati dal processo analitico, agiscono come resistenze contro di esso se premono per essere soddisfatti nell'azione invece di arrestarsi dopo aver contribuito all'introspezione. L'Es come tale resiste al cambiamento poiché è l~to al principio di ripetizione. I bambini condividono con gli adulti tutte queste resistenze legittime, alcune delle quali sono intensificate, variate e ampliate. Essi presentano inoltre diverse difficoltà e diversi ostacoli che sono specifici della situazione interna ed esterna di un individuo in fase evolutiva. 1) Poiché il bambino non intraprende l'analisi di sua libera volontà e non stipula un patto con l'analista, egli non si sente legato da alcuna delle regole analitiche. %) Poiché il bambino non può avere una visione a lunga scadenza di alcuna situazione, il disagio, la tensione, e l'angoscia causati dall'analisi al presente contano per lui assai più dell'idea di un wntaggio futuro. 3) Poiché, conformemente alla sua età, il bambino preferisce agire che parlare, la "messa in atto" domina l'analisi, salvo che per i bambini ossessivi (vedi pp. 784 sg.). 4) Poiché l'Io immaturo del bambino ha un equilibrio instabile
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fra le pressioni provenienti dall'interno e quelle plOvenienti dall'esterno, egli si sente più minacciato dall'analisi che non l'adulto, e si attiene più rigidamente alle proprie difese (vedi p. 783). Ciò vale per tutta l'infanzia, ma si manifesta con particolare intensità all'inizio dell'adolescenza: per tenere a bada l'attività pulsionale che viene aumentando, l'adolescente di solito rafforza le proprie difese, e con esse la resistenza all'analisi. 5) Poiché durante tutto il corso dell'infanzia continuano a operare i metodi di difesa più primitivi accanto a quelli più maturi, le resistenze dell'Io fondate sulle difese sono più numerose che nell'adulto. 6) Poiché di solito l'Io si schiera dalla parte delle resistenze, ogni bambino desidera sfuggire all'analisi nei periodi in cui aumenta la pressione del materiale inconscio, o nei periodi d'intensa traslazione negativa, e l'abbandonerebbe se i genitori non lo sostenessero, induccndolo a continuare. 7) Poiché la tendenza a superare e rifiutare il passato è più forte in alcuni periodi evolutivi che in altri, la resistenza del bambino all'analisi fluttua conformemente a queste. variazioni. Un esempio del genere è la fase di transizione tra il periodo edipico e il periodo di latenza: conformemente alle esigenze dello sviluppo il passato infantile è ora segregato, abbandonato, coperto dall'amnesia; conformemente ai dettami dell'analisi la comunicazione col passato deve essere tenuta aperta. Di qui lo scontro. fra le due esigenze. Per il bambino nevrotico o altrimenti disturbato il bisogno della terapia non diminuisce in quest'epoca, ma diminuisce la sua propensione a sottoporvisi. Lo stesso accade di nuovo durante l'adolescenza, quando l'adolescente ha bisogno di distogliersi dagli oggetti infantili, mentre l'analisi promuove la reviviscenza dei rapporti infantili nella traslazione. Questo fatto è sentito come particolarmente minaccioso dal paziente, e spesso causa l'interruzione repentina del trattamento. 8) Poiché tutti i bambini tendono a estrinsecare i loro conflitti interni sotto forma di lotte con l'ambiente, essi preferiscono cercare soluzioni esterne nell'ambiente, piuttosto che cambiamenti interni. Quando predomina questa difesa il bambino si dimostra totalmente indisponibile all'analisi, e un simile atteggiamento viene spesso frainteso come "traslazione negativa" e interpretato come tale (senza sucçesso). · Nel complesso l'analista infantile deve affrontare molte difficili situazioni che mettono a dura prova la sua abiliU, e soprattutto ri-
2/Al'IIUJSI.IlfF.uo6J). L'ANALISTA INFANTILE COME OCCETTO DI ESTElUOIUZZAZIONE Non tutti i rapporti che un bambino stabilisce o trasferisce nell'analisi sono rapporti oggettuali nel senso che l'analista viene investito di libido o aggressività, Molti rapporti sono dovuti a esteriorizzazioni,
:/.u rizzati attribuendo all'analista la simpatia per una delle due soluzioni possibili e lottando contro di lui che ne viene considerato il portavoce. Nell'analisi dei tossicomani, l'anaHsta rappresenta nello stesso tempo, o con rapida alternanza, o l'oggetto desiderato, cioè la droga, o un Io ausiliario chiamato in soccorso nella lotta contro la droga ste:»a. Il ruolo dell'analista come Io ausiliario è ben noto anche nel trattamento delle schizofrenie borderJine. Un paziente in stato confusionale, spaventato dalle sue stesse fantasie paranoidi, si servirà della presenza dell'analista per rafforzare la propria parte sana. Il tono di voce dell'analista, l'espressione verbale di un'inteq~retazione "Vedi a questo pa i.Dfontiledcgli uoJni.Di~(>(IOJ, p,6o4). ~m fattole) biologico ~ b lunpmcnle pTObotto impaten>a e dipenden .. dol bombino piecolo. L'esisten>a iotTauteri~dell'csse.eum.ono oppaTC, lo conboolo o quelb delb moggiOTanudedi aoim.oli, rclotiYOmente piil brevt'; esso viene mandato nel mondo piil. iocomplno di loro. L'inlluen>a del mondo esterno Teole viene pCTci~ rdor>ata, lo diiFctCMio:ione dell'Io dall'Es viene promossa pJecoc:cmente, i pericoli del mondo esterno aumentano in signl&cato, e il YOlore dell'oggetto, che do solo puà plotegecre OOfltroqunti pericoli esostitul~elavita lntnukrl~ perduto, slaccrcsc.! enoTmcmeote. Qut:tto fottOTe bioloalco pTOCIU(IOS, p. lO>). ~La difeso coobo l'insullieienz:o infonb1e si ,;. flette, con i suoi cll811cTL.. nello fo•m~zione dello Teligione• (1~07, p. 4S4), •E facile SCOpTiTe questo motivo [clelta lotb conbo l'aea•essivit~] nello deboltua dell'uomo e nella •ua dipendcnu daali olt1i; pu6 tueTe indicato mea]io come pouro di perdere l'amore" (lQOQ,p.6ll), "Vedi,ade~96o); Lcvy (>Q6o);$pJiace(•9fi~).
"Vedi le esperienze deD'ultima euerra, q..aado molti disturbi ncvro\iei .eanero ia luce (pur essendo in re:s.\U sorti molto tempo prima) dopo che i bambini vennero scp..rati daDa famÌ11;Ha.
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di trattarli per il disturbo del bambino invece di analizzare il bam-
bino stesso. Studi recenti sulla dipendenza Due recenti saggi sulla teoria del rapporto genitore-infante riassumono la posizione dell'analista a tutt'oggi, quello di Phyllis Grecoacre (tQ{lo), imperniato sul processo della maturazione, e quello di Winnicott (t96o) sugli aspetti e le conseguenze delle cure materne. Insieme, questi due scritti ci danno un quadro compl~o di ciò che avviene nella fase preverbale di totale dipendenza, delle inRuenze interne ed esterne che vi operano, e del modo in cui questi fattori contribuiscono a determinare la nonnaliti e l'anormaliU. futuie. Vi sono molti altii studi analitici, derivati dal lavoro all'interno delle sedute analitiche e fuori di esse, ognuno centrato su un aspetto diverso ddla questione, come: l'empatia tra madre e bambino durante il periodo di totale dipendenza (Winnicott, 1949); il contributo dato dalla fase di dipendenza alla costituzione dell'individuo (James, 1:r:\.IIIF.l!IJ'I'U
zione degli avvenimenti fatta dall'adulto e quella che ne fa il bambino, e spiegare quest'ultima in base alle modalità e ai livelli di funzionamento specifici, caratteristici della psiche infantile. Quattro aree di differenza Ira il bambino e l'adulto Esistono nella psiche del bambino diverse aree dalle quali, noto.. riamente, sorgono "malintesi~ sulle azioni degli adulti. Vi è innanzitutto l'egocentrismo, che governa le relazioni del bambino col mondo oggettuale. Prima che sia rnggiunta la fase della costanza dell'oggetto, l'oggetto, ci~ la figura materna, non è percepita dal bambino come dotata di un'esistenza propria, ma .solo in funzione di un ruolo assegnatole nell'ambito dei bisogni e dei desideri del bambino. Quindi, tutto ciò che accade nell'oggetto e all'oggetto viene compreso sotto forma di frustrazione o soddisfazione di questi desideri. Ogni preoccupazione della madre, i suoi rapporti con gli altri membri della famiglia, con il lavoro o altri interessi esterni, le sue depressioni, le sue malattie, le sue assenze, perfino la sua morte, vengono pertanto trasformati in esperienze di rifiuto e abbandono. Sulla stessa base, la nascita di un fratello viene interpretata come un tradimento dei genitori, come una dimostrazione della loro insoddisfazione e critica verso il bambino stesso; in breve, come un atto ostile al quale il bambino a sua volta reagisce con ostilità e disappunto sotto fonna di pretese eccessive oppure di un ritiro emotivo con tutte le conseguenze negative che ciò comporta. Vi è, in secondo luogo, la stessa immaturità dell'apparato sessuale infantile, che non permette al bambino altra scelta che quella di tradurre gli eventi genitali degli adulti in eventi pregenitali. Ciò spiega perché il rapporto sessuale dei genitori viene frainteso come una scena di brutale violenza, aprendo cosl la via a tutte quelle difficolt~ d'identificazione sia con la presunta vittima sia con il presunto aggressore, che più tardi si esprimono nell'incertezza del bambino sulla propria identità sessuale, Come è ben noto da tempo, questo spiega inoltre il relativo insuccesso e le disillusioni dei genitori per quanto riguarda l'educazione sessuale: il bambino, invece di accettare i fatti sessuali nel modo razionale in cui gli vengono presentati, non può fare a meno di tradurli nei termini adeguati alla sua esperienza, e ci~ di trasformarli nelle cosiddette "teorie sessuali infantilin, come quella della fecondazione attraverso la bocca (come avviene
j{VALUTA'I:lo:/1 tiUI.AifOUL\l,.ITÀ
8oS
nelle favole), della nUcita attraverso l'ano, dell'evirazione della partner femminile attraverso il rapporto sessuale ecc. In terzo luogo, vi sono quelle occasioni in cui l'errata comprensione dei fatti da parte del bambino non è imputabile tanto a un'assoluta incapacità di ragionamento, quanto a fattori economici, e cioè alla relativa debolezza del pensiero appartenente al processo secondario di fronte alla forza degli impulsi e delle fantasie. Un bambino piccolo, per esempio, può benissimo essere in grado di afferrare il significato delle cure mediche, può riconoscere come benefico il ruolo del dottore o del chirurgo, e comprendere la necessiU delle medicine qualunque sia il loro sapore, o delle restrizioni dietetiche o motorie che gli sono imposte. Soltanto non bisogna aspettarsi che questa comprensione rimanga stabile. Come si avvicina una visita dal dottore o la data dì un'operazione, la ragione del bambino cede e la sua mente è sopraffatta da fantasie di mutilazione, di evirazione, di aggressioni violente ecc. II letto nel quale deve stare diventa una pri· gione; la dieta un'intollerabile privazione orale, e i genitori che lasciano che questi fatti accadano (in loro presenza o assenza) cessano di essere ligure protettive per divenire nemici contro i quali si scatenano la rabbia, il furore e l'ostilità del bambino,2o Infine esistono alcune differenze fondamentali nel modo di fun· zionare della psiche infantile rispetto a quella adulta, e tali differenze sono molto significative sotto questo aspetto. Una delle più importanti è la diversa valutazione del tempo a seconda delle varie età. La sensazione di lunghezza o breviU di un dato periodo sembra dipendere dal fatto che la misurazione può essere attuata dall'Es oppure dall'lo. Gli impulsi dell'Es sono per definizione intoUeranti della posticipazione e dell'attesa; questi due atteggiamenti sono introdotti dall'Io, per il quale la posticipazione dell'azione (per interpolazione dei processi di pensiero) è tanto caratteristica quanto 1'urgenza dell'immediato esaudimento lo è per l'Es. Il modo in cui un bambino sperimenta un dato periodo di tempo non dipende quindi dalla sua reale durata, misurata oggettivamente dall'adulto in giorni e ore, ma dalle soggettive relazioni interne del dominio o dell'Es o dell'Io sul suo funzionamento, Da questi fattori dipende il fatto che gli intervalli tra un pasto e l'altro, l'assenza della madre, la durata de11a pennanenza all'asilo nido, in ospedale e cosl via, sem"'Vedi onche,ll questo proposito, A. Freud, L'.iallusso dell.z mabttia fild sull.zvit' PSkhlca dd b:tmbiao (19)0), Joyce Robe~on (1956) .
brino al bambino brevi o lunghi, tollerabili o intollembili, proVOcando quindi conseguenze nocive o meno. L'egocentrismo del bambino, l'immaturità della sua vita sessuale, la prcdominanza dei derivati dell'Es sulle risposte dell'Io, la sua differente valutazione del tempo, sono tutte caratteristiche della psiche infantile che spiegano molte apparenti insensibilità da pa1te dei genitori, e cioè la loro difficoltà a tradurre gli avvenimenti esterni nel· esperienza soggettiva del bambino. A11o stadio diagnostico, quindi, i genitori ci informano sulla storia del bambino in modo superficiale e ingannevole. I resoconti possono parlare di "una battaglia per l'al· lattamento al seno terminata ben presto"; del "rifiuto iniziale ad ac· cettare un sostituto matemo durante una malattia della madre"; di un bambino.che uha momentaneamente ignorato la madre appena tornata dalla maternità con un nuovo nato"; della disperazione di un bambino che si trova in ospedale e cosl via.21 Occorrono tutta l'abilità diagnostica e a volte un periodo di tratta· mento analitico per ricostruire, da descrizioni di questo tipo, la dina· mica della lotta che si nasconde dietro questo quadro superficiale e che, più spesso di quanto si creda, ha cambiato l'intero corso della vita emotiva del bambino portandolo dall'attaccamento ai genitori all'allontanamento da essi, da atteggiamenti di amore e accettazione ad altri di risentimento e ostilità, mutando la sua sensazione di essere amato in una sensazione di rifiuto, di inutilità ecc.
Il. Il concetto di lince evolutive Per poter r!5pondere in modo utile alle domande dei genitori ri· guardanti i problemi evolutivi, è necessario tradurre le decisioni esterne in funzione delle loro implicazioni interne, e, come abbiamo detto prima, non è possibile farlo fin quando si considerino isolata· mente l'evoluzione delle pulsioni e quella dell'Io, sebbene tale sepa· Tazione sia necessaria ai fini dell'indagine clinica e della disamina teorica. "Esempi citati do! Ccnllo di.ogn0$tico dclb Haml>$tad Cbild-Thot>.py Clinic:.
Fin qui, nella nostra teoria psicoanalitica, le sequenze evolutive sono state delineate solo tenendo conto di aspetti particolari e circoscritti della personalità del bambino. Riguardo allo sviluppo della pulsione sessuale, ad esempio, abbiamo la sequenza delle fasi libidiche (orale, anale, fallica, periodo di latenza, preadolcscenza c genitalità adolescenziale) che, pur con notevoli sovrapposizioni, corrisponde grosso modo a età specifiche. Per quanto riguarda la pulsione aggressiva siamo già meno precisi, e ci accontentiamo in genere di mettere in relazione specifiche espressioni dell'aggressività con specifiche fasi libidiche (la tendenza a mordere, sputare, divorare con l'oralità; la tendenza a torturare, picchiare, scalciare, distruggere sadicamente con l'arn11ità; la tendenza alla sopraffazione, al dominio, a un comportamento spavaldo con la fase fallica; la sconsideratezza, la crudeltà mentale, gli scoppi di dissocialità con l'adolescenza ecc.). Sul versante dell'Io, i vari stadi e livelli del senso di realtà, conosciuti attraverso la psicoanalisi, forniscono una norma sia per stabilire una cronologia delle attività difensive sia per quanto riguarda lo sviluppo del senso morale. Le stesse funzioni intellettuali possono essere misurate e graduate dallo psicologo attraverso le scale correlate all'età dei vari reattivi d'intelligenza. Senza dubbio, per le nostre valutazioni ci occorre qualcosa di più che queste discriminanti scale evolutive, che sono valide solo per comprendere parti isolate della personalità del bambino, ma non certo la sua totalità. Noi ricerchiamo le interazioni fondamentali tra l'Es e l'lo e i loro vari livelli evolutivi, e anche le loro sequenze correlate all'età le quali, per importanza, frequenza e regolarità, si possono comparare alla sequenza maturativa delle fasi libidiche e allo sviluppo graduale delle funzioni dell'Io. Naturalmente tali sequenze dcll'interazione tra i due aspetti della personalità si potranno stabilire solo con un attento studio di entrambi, come per esempio è av\'enuto per le fasi libidiche e le manifestazioni aggressive dal lato dell'Es e per i corrispondenti atteggiamenti nei riguardi dell'oggetto dal lato dell'Io. Potremo allora delineare le condizioni che portano dalla totale dipendenza emotiva dell'infante alla relativa fiducia in sé e alla maturità nei rapporti sessuali e oggettuali dell'adulto: una linea di sviluppo graduale che fornisce la base indispensabile per ogni valutazione della maturità o immaturità emotiva, della normalit~ o anormalità. Anche se sono forse meno facili da stabilirsi, si può dimostrare l'esistenza di simili linee evolutive per quasi tutte le altre sfere della
personaliU individuale. In ogni caso particolare queste linee tracciano lo sviluppo graduale del bambino dagli atteggiamenti ili dipendenza, irrazionali, determinati dall'Es e dall'oggetto, verso una progressiva padron~nza dell'Io sul proprio mondo interno ed esterno. Tali linee (a cui contribuiscono sempre sia lo sviluppo dell'Es che quello dell'Io) conducono, ad esempio, dalle esperienze infantili dell'allattamento e dello svezzamento all'atteggiamento dell'adulto verso l'ingestione del cibo, che non ha più carattere emotivo, ma razionale; dall'avvezzamento alla pulizia imposto al bambino dalle pressioni ambientali al controllo più o meno radicato e incrollabile delle funzioni sfinteriche dell'adulto; dalla fase in cui il proprio corpo viene vissuto come possesso comune con la m::~dre alla rivendicazione adolescenziale di disporre del proprio corpo in modo indipendente e autonomo; dalla visione egocentTica del mondo e del prossimo all'empatia, alla reciprocità, al cameratismo con i coetanei; dai primi giochi erotici sul proprio corpo e su quello della madre, attraverso gli oggetti transizionali (Winnicott, 1953), ai giocattoli, ai giochi, ai passatempi, e infine al lavoro e cosi via. Ogni livello raggiunto da un dato bambino sotto uno di questi aspetti rappresenta il risultato dell'interazione tra lo sviluppo delle pulsioni e lo sviluppo dell'Io· Super-io e la loro reazione alle influenze ambientali, cioè tra maturazione, adattamento e strutturarione. Lungi dall'essere astrazioni teoriche, le linee evolutive, nel senso qui inteso, sono realtà storiche che, nel loro insieme, ci danno un quadro convincente delle acquisizioni personali raggiunte da un dato bambino o, al contrario, dei suoi insuccessi nello sviluppo della personalità. Prototipo di una linea evolutiva: dalla dipendenza all'autonomia emotiva e alle relazioni oggettuali adulte Vi è una linea evolutiva fondamentale che serve da prototipo per tutte le altre e che ha attratto l'attenzione degli analisti fin da principio. Si trattà della sequenza che conduce dalla totale dipendenza del neonato dalle cure materne alla fiducia in sé, emotiva e materiale, del giovane adulto: di questa sequenza gli stadi successivi dello sviluppo Iibidico (orale, anale, fallico) costituiscono solamente la base maturativa innata. I pass.i compiuti su questa via sono ampiamente documentati dall'analisi di adulti e bambini, come pure dalle osservazioni analitiche dirette sui bambini piccoli, e si possono elencare, grosso mOO:o, come segue:
)/VALUT.UIOifiiDIL'-4MOQLU.I"d.
80!LLioiiOa:.CALir.Ò.
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sforzi della madre; la vita comunitaria a questo livello può essere sopportata ma non sarà comunque utile. Il terzo stadio rappresenta il livello minimo per la socializzazione sotto forma di accettazione nella comunità familiare dei fratelli maggiori o dell'ingresso in un gruppo di coetanei al giardino d.'infanzia, Ma solo il quarto stadio permette al bambino di stabilire rapporti di camerati~mo, inimicizie e amicizie di qualunque tipo e durata. DAL CORYO AL GIOCATI'OLO E DAL GIOCO AL LAVORO
1) Il gioco da principio è per il bambino un'attività che produce piacere erotico, e coinvolge la bocca, le dita, la vista, l'intera superficie del corpo. Questo gioco si svolge sul corpo stesso del bambino (gioco autocratico) o su quello della madre (di solito in rapporto all'alimentazione) senza una chiara distinzione tra i due, e senza alcun ordine e preferenza sotto questo aspetto. 2) Le propriecl del corpo della madre e di quello del bambino sono trasferite su qualche oggetto morbido, come un pannolino, un cuscino, una coperta, un orsacchiotto, che servono come primo giocattolo del bambino, come oggetto transizionalc (secondo Winnicott, 1953), che viene investito di libido sia narcisistica sia oggettuale. 3) L'attaccamento a uno specifico oggetto transizionale si evolve in seguito in una propensione più generica per giocattoli soffici di vario genere che, in quanto oggetti simbolici, saranno alternativamente vezzeggiati e maltrattati (investiti di libido e di aggressività). Poiché si tratta dì oggetti inanimati e quindi incapaci di ritorsione, il bambino può esprimere verso di loro l'intera gamma della sua ambivalenza. 4) Questi giocattoli morbidi perdono a poco a poco d'importanza, eccetto al momento di andare a letto, quando, fungendo da oggetti transizionali, continuano a facilitare al bambino il passaggio dalla partecipazione attiva al mondo esterno al distacco narcisistico necessario per dormire. Durante il giorno essi vengono a essere sempre più rimpiazzati dai materiali di gioco che, pur non possedendo di per sé lo status di oggetti, servono però alle attività dell'Io e alle fantasie sottostanti. Tali ·attività gratificano direttamente una pulsione parziale, oppure sono investite di energie pulsionali spostate e sublimate. La loro sequenza cronologica è approssimativamente la seguente: a) giocattoli che si prestano ad attività dell'Io come riempire-svuotare, aprire-chiudere, introdurre, pasticciare ecc.; l'interesse per questi gio-
chi deriva dallo spostamento dell'interesse per gli orifizi del corpo e le loro funzioni; b) giocattoli mobili che permettono attività motorie piacevoli; c) materiale da costruzione che offre uguale opportunità di costruire e distruggere (in corrispondenza con le tendenze ambivalenti de11a fase sadico-anale); d) giocattoli che consentono l'espressione di tendenze e atteggiamenti maschili e femminili, e che vengono usati: l) per giochi solitari, II) per essere esibiti all'oggetto edipico (a servizio dell'esibizionismo fallico), III) per inscenare le varie situazioni de] complesso edipico nel gioco di gruppo (purché sia stato raggiunto lo stadio 3 della linea di sviluppo verso la socievolezza). L'espressione della mascolinili può anche spostarsi su attivi~ dell'Io come la ginnastica e l'acrobatismo, nelle quali l'intero corpo del bambino e l'abilità nel servirsene rappresentano, esibiscono e forniscono godimento simbolico derivante dall'attività e dalla padronanza fallica. 5) La soddisfazione diretta o spostata, ricavata dall'attività stessa de] gioco, cede sempre più il posto al piacere per il prodotto finito di questa attività, un piacere che, nella psicologia accademica, è stato descritto come il piacere di completare un compito, di risolvere un problema ecc. Da alcuni autori questo è considerato un requisito indispensabile per un buon rendimento scolastico del bambino (Biihler, 1935). Il modo esatto in cui questo piacere di riuscire si colleghi alla vita istintuale dd bambino rimane tuttora una questione aperta alla nostra riflessione teorica; sembra però che sia indispensabile la presenza attiva di vari fattori, quali l'imitazione e l'identificazione nel primo rapporto madre-bambino, l'influenza dell'ideale dell'Io, la trasformazione della passività in attività come meccanismo di difesa e adattamento, e in-fine la pressione interna verso la maturazione, cioè verso uno sviluppo progressivo. Che il piacere di riuscire, connesso solo secondariamente con i tapporti oggettuali, sia presente in bambini molto piccoli come capacità latente lo dimostrano in modo pratico i successi de] metodo Montessori. In questo metodo, studiato per la scuola materna, il materiale di gioco è scelto in modo da offrire al bambino la possibilità di elevare al massimo l'autostima e la gratificazione attraverso il completa-
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mento di compiti e la soluzione indipendente di problemi; e si può osservare che i bambini rispondono in modo positivo a tali opportuniU. fin quasi dal momento in cui muovono i primi passi. Quando questa fonte di gratificazione non è sufficientemente sostenuta con l'aiuto di espedienti esterni, il piacere che deriva dal successo nel gioco rimane più direttamente connesso con la lode e l'approvazione espressa dal mondo oggettuale, mentre la soddisfazione derivante dal prodotto finito compare solo più tardi, probabilmente come risultato dell'interiorizzazione di fonti esterne di autostima. 6) La capacità di giocare si muta in capacità di lavorare:~S quando siano state raggiunte alcune ulteriori acquisizioni, come le seguenti: a) la capacità di controllare, frenare o modificare gli impulsi a usare determinati materiali in modo aggressivo e distruttivo (cioè di non gettare, disfare, pasticciare, ammucchiare disordinatamente), e a usarli invece in modo positivo e costruttivo (per costruire, pianificare, imparare e, nella vita sociale, condividere); b) la capacità di portare avanti piani prestabiliti tenendo nel minimo conto la mancanza del piacere immediato, le frustrazioni transitorie ecc., c tenendo invece nel massimo conto il piacere del risultato finale; c) la capacità di compiere quindi non solo il passaggio dal piacere pulsionale primitivo al piacere sublimato, con un alto grado di neutralizzazione dell'energia impiegata, ma al tempo stesso di passare dal principio di piacere al principio di realtà, uno sviluppo essenziale per potersi applicare con successo al lavoro durante il periodo di latenza, nell'adolescenza e nella maturità. Vi è inoltre una serie di attività collaterali significative per lo sviluppo della personalità, come i sogni a occhi aperti o fantasticherie, i giochi agonistici e gli hobby. Esse rientrano tutte nella linea evolutiva che va dal corpo al giocattolo e dal gioco al lavoro, e si fondano soprattutto sugli ultimi stadi di questa sequenza. I sogrù a occhi aperti: quando i giocattoli e le attività ad essi connesse passano in secondo piano, i desideri, fino a quel momento realizzati con l'aiuto degli oggetti materiali, e cioè soddisfatti nel gioco, 30 Non cerçhì•mo qui di dale uu de&nitione del lavoro o:>fl tutte le '"" implic:Woai ~liep$icoloaithe,ma.!Oitlllltodidtsaivneiprogresliaellomluppodell·loenel
eootro\Jo delle put.ioni eh~ ct ,embra~o i 11«CS$ari prcçuT$111i cletl'•cquilizione della capaciti.rcocheesprimonoilbisognoimpel. lentcdiunbicchie.ed'aoqu~odiunaa~mella.
Che il mttodo di KaJiare l'eccitomento Jesswle •io dolt. mol$lma importanza per ciu· dic>felost:atocomplusivo della•f=~Cm~alecliun bambino,lohooflerm•to Fretld in O.!lasloril eli Ullllaevro!iinfontile(l914): '"lllattocheilncntrobimbettoabbia-p:odotto ulllldcfec:azionec:omcsegnodell'eccitamentosessuoltvoritenutounap«ulinitlclellaiUa ssivoesidimos~ pi~indincaidentiSar•iinseguitoconladoollllehenonconl'uOPlO'"{p. S54l· '"Secaodoundettopopolale,~ibombinifannoduepassiaVllntieuuoindietro'".
... In effetti, si può dimostrare che tendenze regressive, se esaminate nei p.uticolari, si manifestano in corrispondenza di tutte le acquisizioni importanti del bambino: nelle funzioni dell'Io del controllo della mo-
tilità, dell'esame di realtà., della c:apacit/1 d'integrazione, del linguaggio; nel raggiungimcnto del controllo degli sfinteri; nel processo mentale secondario e nel padroneggiare l'angoscia; negli elementi di adatta-
mento sociale come la tolleranza alla frustrazione, il controllo degli impulsi, l'uso delle buone maniere; nelle esigenze del Super-io, quali l'onestà, la rettitudine nei rapporti con gli altri ecc. Sotto tutti questi
aspetti la capacità di un singolo bambino di funzionare a un livello relativamente elevato non garantisce la stabilità e la continuità di tale livello, anzi, ritorni occasionali a comportamenti più infantili devono essere considerati normali. Per esempiD, i discorsi fantastici e i balbettamenti infantili hanno diritto di esistere nella vita del bambino, accanto ai discorsi razionali e in alternanza con essi. Le abitudini alla pulizia non possono essere acquisite d'un sol colpo, ma presentano fasi alterne di progressi e regressi attraverso un'interminabile serie di successi, ricadute, incidenti. Il gioco costruttivo con i giocattoli si alternerà con momenti di disordine, di distruttività e di gioco erotico col proprio corpo. L'adattamento sociale verrà periodicamente interrotto da ricadute nell'egoismo puro ecc. Di fatto, noi ci sorprendiamo non delle ricadute ma di conquiste e piOgressi occasionali e improvvisi. Simili progressi possono avvenire sul piano dell'alimentazione sotto forma di un improvviso rifiuto del seno col successivo passaggio al bibeiOn, al cucchiaio o alla tazza, e con l'abbandono dei liquidi per i solidi; oppure, in età più avanzata, sotto forma di improvvisa rinuncia a certe manie alimentari. Per quanto riguarda le abitudini, si può avere l'interruzione improvvisa dell'abitudine di succhiare il pollice, l'abbandono di un oggetto transizionale o di certi accorgimenti abituali per il sonno ecc. Per quanto riguarda l'addestramento alla pulizia, si conoscono esempi di passaggi quasi istantanei dall'enuresi e l'encopressia al controllo sfinterico; riguardG all'aggressività, si può assistere alla sua scomparsa quasi istantanea e alla conversione a un comportamento timido, inibito, insicuro. Ma queste trasformazioni, per quanto comode per chi vive con il bambino, sonD viste con diffidenza dallo specialista, che le attribuisce non al normale decorso di uno sviluppo progressivo ma a influenze e ad angosce traumatiche che ne accelerano indebitamente il corso normale. L'esperienza ci insegna che il metodo più lento per piOve ed errori, di progressi e di temporanei regressi è più appropriato a una sana crescita psichica.
... DETEJI.IOI\AMENTO DEL PROCESSO SECONDARIO NELLO STATO DI VEGUA
Benché in pratica si sia riconosciuta l'ubiquiU dei regressi dell'Io nella vita normale del bambino, nella letteratura analitica per molti anni questo argomento non ha trovato un adeguato riconoscimento.
Personalmente, io mi sono interessata al problema molto tempo fa, portandolo negli anni trenta all'attenzione ddla Società psicoanalitica di Vienna con un breve scritto sul deterioramento del processo secondario nella vita di veglia dci bambini. Vi esponevo in breve il concetto che simili deterioramenti si manifestano in diverse situazioni, aventi in comune il fatto che il controllo de1l'lo sulle funzioni psicl1iche si attenua per una ragione o per l'altra, come nei seguenti
casi. a) Nelle analisi dei bambini, come in ogni situazione analitica, si usano delle tecniche allo scopo di permettere al bambino di ridurre le sue difese e i suo{ controlli e di dar più libero sfogo alle fantasie, alle pulsioni, ai processi preconsci e inconsci. In queste condizioni si può osservare come sia il gioco che le espressioni verbali del bambino perdano a poco a poco le caratteristiche del processo secondario, quali Li. logica, la coerenza e la razionalit~. per mettere in evidenza invece le caratteristiche del processo primario, quali la generalizzazione, lo spostamento, la ripetizione, la deformazione e l'esagerazione. Un certo tema centrale che, inizialmente, trova un suo contesto logico in una fantasia o in un gioco, può improvvisamente dilagare su ogni elemento dell'insieme, anche se l'inserimento è forzato e inappropriato; oppure può intensificarsi fino a diventare assurdo. Citiamo qualche esempio dal lavoro analitico passato e presente: un paziente di cinque anni, giocando con i pezzi del "piccolo mondo~, aveva inscenato il tema della ulotta" in modo assai timido e moderato facendo litigare fra loro i bambolotti della famiglia; ma, man mano che il gioco procedeva, l'elemento della lotta sfuggi al controllo, passando dalle persone agli oggetti inanimati, finché, al momento culminante, tutti i mobili vi furono coinvolti, e il lavandino di cucina si impegnò in un selvaggio "corpo a corpo" con il tavolo e la credenza. Parimenti, il disegno di una battaglia fatto da un bambino può contenere per esempio uno o due cannoni piazzati in posizione corretta; ma nei successivi disegni i cannoni aumenteranno di numero e verranno piazzati dappertutto, finché l'intera nave, perfino nelle parti sott'acqua, ne risulteli disseminata. 29 Elementi quali il "Cib,natu,.lmC'IItc,haancheunar•tleredifC'IISivochequivienelraso:urato.
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mordere, che in un primo momento compaiono in una fantasia attribuiti ad animali selvaggi come la tigre o il coccodrillo, possono poi abbandonare la posizione in cui erano "legati" da una rappresentazione simbolica c, una volta liberi dal controllo dell'Io, possono irrompere dappertutto, in un'orgia di morsi reciproci fra persone e cose. b) Si possono osservare manifestazioni quasi identiche anche al di fuori del contesto analitico; per esempio nel comportamento normale del bambino al momento di andare a letto, cioè nel periodo di passaggio dalla veglia al sonno, quando anche il bambino più ragionevole e meglio adattato incomincia ad agitarsi, a piagnucolare, a dire sciocchezze, ad avvinghiarsi alle persone e a esigere le attenzioni fisiche che soleva ricevere quando era molto più piccolo. Anche qui ciò eh~ soprattutto colpisce è il disordine crescente nei processi di pensiero, la perse>:erazionc di singole parole o frasi, la !abilità affettiva generale che si manifesta negli sbalzi di umore quasi istantanei da] riso al pianto. Chi studia la regressionc può raramente trovare un quadro più convincente dell'Io che gradatamente si deteriora e viene meno in una funzione dopo l'altra, finché in ultimo tutte le sue funzioni sono sospese e sopravviene il sonno. c) In realtà, il mio primo incontro con queste manifestazioni era avvenuto molto prima, quando ero ancora a scuola. Mi ricordo benissimo che facevo parte di una sesta classe le cui allieve erano sottoposte a un eccessivo sforzo, in quanto l'orario scolastico comprendeva una serie ininterrotta di materie difficili senza intervalli sufficienti. Mentre al principio della mattina eravamo tutte estremamente attente e ragionevoli, questo atteggiamento invariabilmente si deteriorava alla quinta o alla sesta ora di lezione, quando Perfino le più insignificanti parole monnorate da qualcuno producevano scoppi irrefrenabili di risa e comportamenti i~controllati. L'insegnante che aveva la sfortuna di fare lezione in queste ore non poteva che definire indignato le ragazze dell'intera classe "un branco di stupide oche". Io mi rendevo conto che eravamo stanche, e mi sorprendeva che ciò ci rendesse sciocche, ·ma a quel tempo non potevo altro che imprimermi nella memoria questo fatto in vista di una spiegazione futura. ALTRE R.ECRESSIONI DELL'IO SOTro TENSIONE Anche se le mie COn· sidcrazioni non suscitarono a quel tempo nella Società psicoanalitica di Vienru che poco o nessun interesse (e rimasero inedite), questo tema è stato in seguito ripreso da diversi analisti. Dopo aver osservato
... il comportamento dei bambini nella scuola materna, Emst Kris ha introdotto il concetto e il termine "tasso di regressione". Egli ha dimostrato con esempi che, più il bambino è piccolo, più breve è il periodo durante il quale le sue prestazioni si mantengono a livello ottimale. Questo spiega un fatto ben noto sul piano pratico agli insegnanti di scuola materna, cioè perché i loro allievi funzionino meno bene alla 6ne che non al principio della mattinata: queste regressioni riguardano l'utilizzazione del materiale di gioco (ritorno dal livello del gioco costruttivo sotto il controllo dell'Io al livello del gioco disordinato, aggressivo e distruttivo dominato dagli impulsi); le relazioni sociali (ritorno da un rapporto di cameratismo e di considerazione per l'altro all'egoismo e alla litigiosit~); e la tolleranza alla frustrazione (diminuzione del eontrollo dell'Io sugli impulsi con conseguente aumento della pressione delle pulsioni). Diverse pubblicazioni hanno messo in evidenza altre situazioni generatrici di tensione, oltre alla stanchezza, come fattori determinanti di una regressione del funzionamento, sebbene in questi casi la regressione dell'Io si accompagni di solito con una simultanea regressione delle pulsioni, o ne costituisca la preparazione o la conseguenza. In questi scritti si faceva riferimento, da una parte, all'influenza del dolore lisico, della febbre e dei disagi corporei di ogni genere, e si metteva in evidenza che, per quanto riguarda le abiludi'ni alimentari e il sonno, l'educazione alla pulizia, il gioco e l'adattamento generale, i bambini malati devono essere eomiderati e trattati eome bambini potenzialmente regrediti, il cui adeguato funzionamento è ridotto o sospeso (A. Freud, L'influsso della malattia lisica sulla vita psichica dei bambino, 1930). D'altra parte, dal1940 in poi si è incominciato a prestare molta attenzione all'effetto corrispondente del dolore psichico nelle situazioni traumatiche, negli stati di angoscia e soprattutto nelle situazioni dolorose causate dalla separazione di un bambino piccolo dai suoi primi oggetti d'amore (angoscia di separazione). Gravi regressioni libidichc e dell'Io che ne conseguono sono state ampiamente· osservate negli asili del tempo di guerra, in altri istituti residenziali, in ospedali ecc,30 ì. necessario annotare una caratteristica peculiare della regressione dell'lo, indipendente dai vari fattori causali. In contrasto con la regressione delle pulsioni, i movimenti regressivi a livello dell'Io non JOVcdi a quCIIo proposito A. Freud e Budinsh•m, Bambini piccoli ÌQ tempo di SJJCfta c &mbiQi senza famirlia (>94Ù &wlby . RRI>ertson (•9s8), Spitz (>9H· 1946)ealtri.
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., riconducono a posizioni precedentemente stabilite, dal momento che non esistono punti di fissazione. Essi invece ripcrcorrono a ritroso, passo per passo, la linea seguita precedentemente in senso progressivo. Lo dimostra il dato clinico che, nella regressione dell'Io, è sempre invariabilmente l'acquisizione più recente che viene per-
duta per prima.' 1
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LE REGP.ESSION1 DELL'IO COME RISULTATO OELL'ATnVIT~ DI DIFESA
Un altro tipo d'indebolimento de1le funzioni dell'Io merita di essere considerato come "regressione", sebbene non sia di solito incluso in questa categoria.
Man mano che l'Io del bambino cresce e sviluppa le-sue funzioni, una maggiore consapevolezza del mondo esterno e interno lo mette a contatto con molti aspetti spiacevoli e penosi; il predominio crescente del principio di realt.il riduce l'ambito del pensiero operante secondo il principio del soddisfacimento del desiderio; i progressi della memoria lo portano a ricordare non solo cose piacevoli ma anche fatti paurosi e penosi; la funzione sintetica prepara il terreno ai conflitti tra le istanze interne ecc. L'affiusso di dispiacere e di angoscia che ne deriva è più di quanto un essere umano possa sopportare senza aiuto; perciò viene respinto dai meccanismi di difesa che entrano in azione per proteggere l'Io. In tal modo, il diniego interferisce accuratamente con la percezione del mondo esterno, escludendone i lati spiacevoli. La rimozione svolge la stessa funzione per il mondo interno, ritirando l'investimento cosciente dalle cose spiacevoli. Le formazioni reattive sostituiscono a ciò che è spiacevole e indesiderato il suo contraiio. Tutti e tre i meccanismi interferiscono con la memoria, cioè con il suo funzionamento imparziale, che dovrebbe essere indipendente dal fatto che una cosa sia spiacevole o piacevole. La proierione contrasta la funzione sintetica, eliminando dall'immagine della personalitll gli clementi ansiogeni e attribuendoli al mondo esterno. In breve, mentre le forze della maturazione e dell'adattamento lottano per raggiungere un'efficienza sempre maggiore delle funzioni dell'Io fedeli al principio di realtà, le difese contro ciò che è spiacevole agiscono in senso opposto e, a loro volta, rendono inefficienti le funzioni dell'Io. Anche in questa sfera, perciò, continui mo"V~i l~ osservuioni 1ulla pcrdib del linauagsio, Pl'OPUA:tlotrrmdo alle tioee evolutive (vedi ap. 3), che cl d.anno un'idea del modo in cui b
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ritrici di quelle degli adulti. In comune fra loro vi è soltanto la nerabilità dell'area del sonno.
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DISTURBI DELL'INCESTIONE DEL CIBO Maggiori SO~o le nostre conoscenze sui disturbi e sulle manie alimentari del bambino, che hanno una lunga storia e sono di tipo assai svariato.39 I vari disturbi dell'ingestione del cibo appartengono naturalmente ai vari stadi della linea evolutiva verso l'alimentazione autonoma, e si susseguono e si superano uno dopo l'altro. Dal punto di vista cronologico, la loro sequenza si presenta approssimativamente come segue, l primi turbamenti sono connessi all'allattamento al seno e sono di origine mista: da parte della madre vi sono ostacoli fisici connessi al flusso del latte e alla forma dei capeuoli, e altri ostacoli di tipo psicologico connessi alla sua ambivalenza o alla sua reazione ansiosa all'allattamento. Il bambino può àvere difficoltà organiche, quali una risposta di suzione ritardata o un bisogno ridotto di cibo; oppure difficoltà di ordine psicologico, sotto forma di una reazione automatica negativa all'angoscia o all'esitazione della madre. Successivamente troviamo i frequenti rifiuti del cibo al momento dello sve:zzamento dal seno o dal biberon, che però possono essere evitati con uno sve:zzamento prudente e molto graduale. Se questi rifiuti sono eccessivi, si manifestano generalmente sotto forma di rabbia verso il cibo, avversione per nuovi sapori e densiU., riluttanza a provare nuovi cibi, mancanza di piacere nella sfera orale. A volte provocano il risultato opposto, cioè avidità indiscriminata e paura di soffrire la fame. Nelle battaglie con la madre al momento dei pasti si esprime la relazione ambivalente del bambino con lei. Un esempio clinico chiarissimo è quello di un bambino di circa un anno che, quando era arrabbiato con sua madre, non solo sputava ciò che ella gli dava, "ma perfino si raschiava via dalla lingua ogni pezzettino di cibo- che vi rimaneva attaccato. Egli, letteralmente, "non voleva avere nulla a che fare con lei". Le battaglie per la quantità del cibo da prendere si alternano con quelle per il tipo di cibo preferito o rifiutato, cioè per le manie alimentari, e con quelle riguardanti il modo di mangiare, cioè le buone maniere. Ha invece una natura più vicina ai sintomi veri e propri l'evitare con disgusto forme, odori, colori e consistenze particolari dei cibi, evitamento che deriva dalla difesa contro tendenze
,,, anali; o il vegetarianismo che (se non è prodotto e sostenuto da influenze ambientali) è il risultato di difese contro fantasie regressive di tipo cannibalesco e sadico; o il rifiuto di cibi ingrassanti, a volte
del cibo in generale, per protcggersi da fantasie di fecondazione orale o di gravidall%3. Poiché queste varie forme di comportamento sintomatico sono tutte manifestazioni evolutive, non bisogna temere, come spesso fanno i genitori, che le forme più blande,. come le manie alimentad, siano sintomi prcmonitori di forme più gravi, quali un successivo vero e proprio ri&uto permanente del cibo, e che, se non curate, si trasformeranno in questo tipo di disturbi. Questi sintomi sono per
definizione transitori e passibili di guarigione spontanea. Nondimeno, ogni eccessiva turba nel processo alimentare in uno stadio precoce lascerà residui che aumenteranno e complicheranno i disturbi negli stadi successivi. In generale, le turbe infantili dell'alimentazione rendono vulnerabile l'area dell'ingestione del cibo, e ciò prepara il terreno per i disturbi nevrotici della digestione e dell'appetito nella vita adulta. PAURE ARCAICHE Prima di sviluppare le angosce connesse alla crescente strutturazione della loro personalità'"' i bambini attraversano una precoce fase di angoscia tormentosa, non solo per loro ma anche per l'osservatore esterno, a causa della sua intensità. Queste angosce vengono spesso chiamate "arcaicheN, poiché la loro origine non può essere ricollegata ad alcuna precedente esperienza paurosa, ma sembra connessa a una predisposizione innata. Sul piano descrittivo, si tratta delle paure del buio, della solitudine, degli estranei, di scene e situazioni nuove e insolite, del tuono, qualche volta del vento ccc. Sul piano metapsicologico, esse non sono vere fobie pòiché, a differenza delle fobie proprie della fase fallica, non si fondano sulla regressione, sul conDitto o sullo spostamento. Sembrano invece espressioni della d~bolezza dell'Io immaturo e del suo disorientamento panico nell'affrontare impressioni sconosciute che non possono essere padroneggiate e assimilate, Le paure arcaiche scompaiono grazie al progressivo sviluppo delle varie funzioni dell'Io quali la memoria, l'esame di realtà, il processo secondario, l'intelligenza, la logica ecc.; e soprattutto scomp~iono man mano che si affievoliscono la proiezione e il pensiero magico.
40 Vtdisopu,pp.8S7SI-
s/STADI PUCUUDal DILLA PSICOJATOLDCio\ ADULTA
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Le djfli. comportamentali del bambino ai primi passi sono fonte di grande preoccupazione, specialmente quando assumono tali proporzioni che la madre non le può più controllare. Queste manifestazioni sono legate alla punta massima del sadismo anale e ne esprimono le tendenze in parte direttamente att:cavetso la distruttivit~. il disordine, l'irrequietezza motoria, e in parte in modo reattivo attraverso l'inclinazione ad :~ggrapparsi, l'incapacità di separarsi, il piagnucolio, la scontentezza, gli stati affettivi caotici (compresi gli scoppi di collera). Nonostante tutta la sua gravità e il suo aspetto patologico, questa sindrome è di breve durata. Dura finché non vi siano altri sbocchi motori per i derivati delle pulsioni e per gli affetti, e scompare o diminuisce d'intcnsit~ non appena si siano aperte nuove vie di scarica, specialmente attraverso l'acquisizione del linguaggio (Kat.an, t!}()t). DJSTURIII COMl'ORTAMENTA.Ll ALL'EPOCA DEl PRIMI PASSI
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UNA FASE OSSESSIVA TltANSITORIA Un eccessivo amore per l'ordine e la pulizia, certi rituali e certi cerimoniali al momento di coricarsi, cioè certe tendenze che usiamo associare alla nevrosi ossessiva o al carattere ossessivo, compaiono nella gran maggioranza dci bambini durante o subito dopo il culmine della fase anale. Da un lato queste manifestazioni corrispondono alle difese risultanti dall'educazione al controllo sfinterico, dall'altro a specifici aspetti dello sviluppo dell'Io, che di solito, anche se non sempre, coincidono con i problemi dell'analiU (Hartmann, 1950:1.). Il fatto che durante questo periodo il bambino si comporti come un ossessivo crea un'erronea apparenza di patologia: nel corso normale degli eventi, le manifestazioni coatte scompaiono invece senza lasciar traccia non appena siano state superate le telative posizioni pulsionali e dell'lo. Però le manifestazioni osscssive generalmente transitorie minacciano di trasformarsi in patologia permanente se, per qualche ragione, l'investimento libidico nella fase sadico-anale è stato eccessivo e quindi grandi quantit~ di libido vi sono timaste fissate. In questi casi il bambino ritornerà al sadismo anale, di solito dopo qualche esperienza traumatizzante a livello fallico. Soltanto simili tegyessioni, con le difese che si instaurano contro di esse e le conseguenti formazioni di compromesso, formano la base per una patologia di tipo ossessivo vera e duratura.
DISlVIUII DELLA FASE FALLICA, DELLA PI!EADOLESCENZA E DEIJ..' ADO-
Il modo in cui l'evoluzione delle pulsioni e dell'Io guarisce oppure provoca i disturbi dello sviluppo appare assai chiaramente nei momenti di passaggio da una fase all'altra, quando l'attività pulsionale subisce un mutamento non solo qualitativo ma anche quantitativo. Ne sono esempio l'eccessiva angoscia di evirazione, le paure e i desideri di morte, insieme con le difese contro di essi, che dominano la scena al momento culminante della fase fallico-edipica, c che creano le ben note inibizioni, la mascolinità sovracompensatoria, le tendenze passive c regressive di questo periodo. Questo gruppo di sintomi scompare come per magia non appena il bambino muove i primi passi nel periodo di latenza, cioè come reazione immediata alla diminuzione dell'attività pulsionale che si detennina biologicamente. A paragone del bambino in fase edipica, il bambino in fase di latenza sembra decisamente meno assillato da problemi. Il contrario accade al momento del passaggio dalla latenza alla preadolescenza. In questo periodo i mutamenti sia qualitativi che quantitativi delle pulsioni e l'intensificazione di varie tendenze pregenitali primitive (specialmente orali e anali) provocano una grave perdita di adattamento sociale, di sublimazioni e, in generale, di conquiste della personalit!l raggiunte durante il periodo di Jatenza. L'impressione di salute e di razionalit!l scompare di nuovo e il preadolesccnte appare meno maturo, meno normale, e spesso sembra avere tendenze delinquenziali. Il quadro muta di nuovo con l'ingresso nella vera e propria adolescenza. Le emergenti tendenze genitali agiscono come cura transitoria per le disposizioni di tipo passivo-femminile acquisite con il complesso edipico negativo e mantenutesi attraverso il periodo di latcnza e la preadolescenza. Queste tendenze inoltr~ hanno ragione della pregenitalità diffusa. propria della preadolesccnza. A parte ciò, come è stato ampiamente documentato da molti autori (per esempio Eissler, 1958; Celeerd, 1958) l'adolescenza produce la sua propria sintomatologia che, nei casi più gravi, è di tipo definibile quasi dissociale, quasi psicotico, bordedine. Anche questa patologia scompare quando l'adolescenza ha fatto il suo corso.41 LESCENZA
41 In un ~;~ggjo sull~ nevro.i infanbl~ Nosao (1966] propone la sepente utile suddi•ìsion~ dei disturbi eoolotivi: o) disturbi o iD.terferenu dello ll'iluppo, deliniti come i easi ineuil'ambienteponealbambinorichiesteeheoODsonon~ncion .. oliutodepateolla suetllreale.echel'lodtlbambinononpullsostenerc=Zo:lturbamenticdisaci; b) i,dcliniticomeiconlitti•issutidaoanibambinoiDcndo""'laiOrcomiiiOle
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UICVUOU IIE"-4. PSICOPATOLOCIA AIIUtTA
Dissocialità, delinquenza, criminalità come categorie diagnostiche nell'infanzia
n fattore
et~
nello sviluppo sociale; aspetti legali e psicologici
Oltre alle categorie diagnostiche trattate nei paragrafi precedenti, ve ne sono altre che non si possono applicare ai bambini senza modificarle, o da cui sono completamente esenti alcuni periodi dell'infan· zia. Ne sono esempi la dissoci:Jiiti, la delinquenza e la criminalità. Le incertezze che riguardano la loro applicabilit~ si riflettono chiaramente sul piano legale: oggi si discute molto intorno al limite di età al di sotto del quale un bambino portato davanti a un tribunale dei minorenni debba essere definito semplicemente "inesponsabile", "bisognoso di cure e protezione"; 42 fino a che etll vi debba essere almeno "mancanza presunta di responsabilitll penale", responsabilitll che deve essere tanto più vigorosamente scartata quanto più il bambino è vicino agli otto anni;•' fino a quando si debba concedere al giovane comparso davanti al tribunale "il beneficio dell'età" quando sia stato dimostrato il suo intento criminoso... L'attuale tendenza prevalente, in Inghiltena e altrove, è di alzare questi limiti di etll, e in special modo di quella in cui il giovane debba essere ritenuto pienamente responsabile di fronte alla lcgge.o Come sul piano giuridico, anche nel campo dell'educazione e della psicoanalisi ci troviamo in imbamzzo nel fissare l'etll in cui diven· gono appropriate designazioni come dissociale, delinquente, crimi· nale. A rigore, non dovremmo mai applicare questi termini ai precoci conhasti tra bambini piccoli e il loro ambiente, anche se queste turbe consistono in un comportamento disordinato e violento e inoe,uitoacc:tcsp«i&cherichie:stedapartedell'•mbientcpOstcncR'adcau.at:ofaseevlu· tìva, oppure qiiJndo i livelli evolutivi c motuntivi rauiunti acano speci&ci con8itti~ c)conBitti ncvrotici, do6niti come quelli che to'IOno tra attivitl pubionalo c richieste inl~riorizzatc, cio~ i pr«unori del Super-ìo; d) nevrosi infontili. "In lna:bilttrn, OJ3,al di '!Olio dea]i otto anni di etl il bombino~ rit~nuto incapace di intenti eri minali c di wmpicr~ r=tì in seruo siuridico. "lnlnghiltcrnoJOqucstoperiodourivaaiquottordicionnì. .,lnlD&hillcmo,Ol3,6noaidioi:wctteonni. 41 1n lnshiltcrro, ottualmente, si necornanda di elevare il minimo di eù perl'imputabilitl a dodici, e in "luito a quattordici onni. Ne1li Stati Uniti questo limite di eU~ stato 1i~
:::~:~i ~:~~:~i~d~ciq:!t~~:~~ .:!7'~n;;%;':oi~~7 ~=::c!l::!u~:ticl,~n.:~~ auspicabiLe che l'eU della piena usponsab.olitl ai fini della lqge penale non VC:IIisse 6s:sab alditottodeidiciottoanniperipaesicuropei•, Per q?eslo e per _ulteriori ìnfonnationi ~i T. E. jome:s (196•). Per le oorrispeoodenti eU nqiL Stati Uoih vedi Ped: (rQ61),
provocano perciò gravi disagi per la famiglia, cioè per la prima comunità sociale alla quale il bambino appartiene. Alla presunta mancanza d'intento criminoso nel senso legale corrisponde sul piano psicoanalitico la convinzione che non è possibile definire un bambino come "sociale~ o "dissociale~ prima che egli possieda almeno la capacità di percepire e comprendere l'ordine sociale a cui appartiene, e sappia identificarsi con le norme che lo governano. In contardanza con le norme giuridiche, noi riteniamo che l'acquisizione di tali capacità sia funzione dell'età e della maturazione, anche se ci aspettiamo di vederle svilupparsi prima, non dopo l'età minima fissata dalla legge. Ancora in concordanza con le nonne giuridiche, noi concediamo all'individuo in via di formazione "il bene6cio dell'età" nel valutarne l'adattamento sociale, dal momento che consideriamo quest'ultimo come un processo graduale legato allo sviluppo delle pulsioni, dell'Io e del Super-io, e dipendente, nell'insieme, dalla loro evoluzione. ~Ma, nonostante queste convinzioni teoriche, e del tutto in contra· sto con la prassi legalé, nella pratica clinica ed educativa non possiamo fare a meno di pensare o di parlare di comportamento antisociale, dissociale ecc., o di "dissocialità latente" (Aichhorn, 19l)) per· lino nel caso di bambini al di sotto dei cinque anni. Naturalmente questo uso si basa sul presupposto che vi siano certi livelli intermedi di adattamento sociale che il bambino deve raggiungere a certe età, e che quindi sia giusto da parte nostra allarmarsi se nel comportamento non si riscontra alcuna chiara prova di un simile progresso al momento opportuno, cioè se la sequenza cronologica del graduale sviluppo sociale è spezzata. Secondo le nostre concezioni psicoanalitiche, la conquista finale dell'adattamento sociale è il risultato di numerosi e svariati progressi ~olutivi. utile elencarli ed esaminarli particolareggi:itamente. per essere in grado di prevedere un futuro disturbo grave quando siano ancora presenti soltanto delle semplici indicazioni di disarmonia, di difformità nelb. crescita, o di reazione difettosa all'ambiente. In que· sto modo possiamo anche servirei del concetto di dissocialità come entità nosologica, basata su una causa specilica, sia essa ritenuta in· terna (come "deficienza mentale" o "pazzia morale"), o esterna (famiglie divise, discordia tra genitori, negligenza da parte di questi, separazioni ccc.). Se cessiamo di pensare in termini di cause specifi· che della dissocialiU, riusciamo maggiormente a pensare in termini di _(rasforrna:zioni _riuscite o non riuscite delle tendenze e degli atteg-
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formazione della personalità e del carattere, per quanto ne sappiamo, può essere anche vista come un tentativo di porre rimedio a questa SÌ· tuazione umiliante e di acquistare il diritto, come persona matura, di essere giudice delle proprie azioni. La crescita verso una simile indipendenza morale non è naturalmente un processo privo di conflitti, ma al contrario è la conseguenza di una lotta dinamica nella quale le capacità e le energie a disposizione dell'individuo si schierano da una parte o dall'altra. Le descriveremo ora sotto voci differenti a seconda che esse favoriscano od ostacolino il processo di socializ. zazione. PRINciPI, DEL FUNZIONAMENTO PSICHICO E LORO INFLUEN'ZA SUI..l.A SOCIALIZZAZIONE Il principio di piacere nella sua forma originale e la sua successiva modificazione, cioè il principio di realtà, sono entrambi leggi interne, ognuna valida per specifici periodi, zone e ambiti della personalità. Il principio di piacere, come è stato sopra dcscritto, è legge suprema durante la prima infanzia. Passata quest'epoca, continua ancora a governare tutte le funzioni che sono strettamente connesse con i piOCdSi dell'Es, come la vita fantastica inconscia e, in minor misura, quella cosciente, i sogni notturni é la formazione dei sintomi negli stati nevrotici e psicotici. Il principio di realtà governa tutte le normali attività dell'Io nella tarda infanzia e nell'età adulta. Entrambi questi principi sono concetti psicologici, miranti a caratterizzare modalità diverse di funzionamento psichico. Originariamente essi non erano intesi a implicare giudizi di valore morali o sociali. D'altra parte, le loro implicazioni per lo sviluppo sociale e morale sono troppo evidenti per essere ignorate. Un funzionamento secondo il principio di piacere significa accettare come meta dominante il soddisfacimento immediato e indiscriminato delle pulsioni, senza riguardo per le condizioni esterne; è perciò sinonimo di una totale negligenza delle norme ambientali. Un funzionamento secondo il principio di realtà limita, modifica e differisce la gratificazione nel· l'interesse della sicurezza, cioè lascia la possibilità di evitare le con· seguenze contrarie che potrebbero sorgere da urti con l'ambiente circostante. Perciò il primo tipo di funzionamento è tanto strettamente legato a un comportamento asociale, dissociale, uirresponsabile" quanto il secondo è essenziale per l'adattamento sociale e per lo sviluppo di atteggiamenti ossequienti alla legalità. Tuttavia sarebbe errato pensare che vi sia un rapporto semplice tra principio di reaiU
e socializzazione. August Aichhorn (l9l5) fu il primo a osservare che delinquenti e criminali possono raggiungere un alto grado di adattamento alla realtà senza mettere questa loro capacità al servizio dell'adattamento sociale. Rimane valido il fatto che non ci può essere comportamento sociale se l'individuo non è passato dal principio di piacere a quello di realU.. Ma tale affermazione non è reversibile, nel senso che questa progressione non garantisce in sé la socializzazione. L'avanzamento del bambino dal principio di piacere a quello di realtà implica una crescente capacità di tollerare la frustrazione di pulsioni e desideri, la loro posticipazione nel tempo, l'inibizione della loro meta, il loro spostamento su altre mete e oggetti, l'accettazione di piaceri sostitutivi, e tutti questi fattori sono invariabilmente accompagnati da una riduzione quantitativa dell'appagamento dei desideri. lovero, questa crescente tolleranza alla frustrazione è considerata da molti autori come il fattore decisivo nel processo di socializzazione, c la sua assenza o la sua incompletezza è ritenuta una causa importante del comportamento dissociale e delinquenziale. Questo punto di vista, benché valido entro un ambito di riferimento limitato, si rivela un'eccessi\·a semplificazione se viene applicato all'intero processo dello sviluppo sociale, per il quale è nectsmio tener presenti molti altri clementi di uguale importanza. SVILUPPO DELLE FUNZIONI DELL'IO COME REQUISITO ESSEN'ZlALE DELLA SOCIALIZZAZIONE Se il processo di socializzazione dell'indi"iduo dipende in grande misura dal progressivo passaggio dal principio di piacere a quello di realtà, quest'ultimo a sua volta dipende dalle funzioni dell'Io, che devono svilupparsi oltre certi livelli primitivi per rendere tale progresso possibile. Sensazioni e percezioni, ad esempio, devono essere raccolte e accumulate nell'apparato psichico sotto forma di tracce mnestiche prima che l'individuo possa agire sulla base dell'esperienza e della previsione, cioè in modo adattato alle condizioni reali. Le sensazioni che scaturiscono dal mondo interno devono venir distinte dalle percezioni suscitate dagli stimoli esterni, cioè la realtà deve essere esaminata e separata dai prodotti della fantasia, prima che l'appagamento allucinatorio del desiderio venga abbandonato in favore dell'azione efficace. Il linguaggio, e con esso l'introduzione della ngione e della logica nei processi ideativi, comportano un enorme passo avanti nella socializzazione. Essi implicano la comprensione del rapporto di causa ed effetto, che prima
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mancava, e senza il quale le regole dell'ambiente erano per il bambino soltanto disorientanti, e venivano percepite come influenze estranee che lo costringevano a una sottomissione meccanica. Essi inoltre introducono il processo di sperimentazione nel pensiero, ci~ permettono al bambino d'inserire il ragionamento tra il momento in cui sorge un desiderio pulsionale e il comportamento diretto al suo appagamento. Quando le azioni muscolari del bambino giungono sotto il controllo dell'Io razionale anziché servire agli impulsi dell'Es,
assistiamo a un altro importante passo verso la socializzazione. Infine, vi sono progressi essenziali nella funzione integrativa dell'Io, che sintetizzano quell'ammasso di impulsi e atteggiamenti caotici della vita infantile, e lo trasformano gradualmente in un'unità strutturata con carattere e personalità propri. E questo sviluppo delle funzioni dell'Io oltre il livello del processo primario è altrettanto importante per la socializzazione quanto tutti gli altri progressi evolutivi: come non ci aspettiamo di trovare atteggiamenti sociali nei bambini in età preverbale, o prima che si siano instaurati la memoria, l'esame di realtà, il processo secondario, similmente non ci aspettiamo di trovare tali atteggiamenti negli insufficienti mentali gravi o in individui con disturbi dell'lo. E dobbiamo anche aspettarci che la socializzazione venga meno quando, in seguito, gravi regressioni dell'lo abbasseranno le sue funzioni a livello preverbale e del processo primario. MECCANISMI DELL'IO CHE FAVO!liSCONO LA SOCIALIZZAZ!ONE J progressi descritti sopra, dal principio di piacere a quello di realtà e dal processo primario a quello secondario, servono tutti a ridurre il divario tra leggi interne ed esterne; non riescono però a colmarlo senza l'aiuto di certi meccanismi dell'Io che si fondano sui legami libidici del bambino con l'ambiente. I mecanismi più noti che agiscono in questa direzione sono l'imitazione, l'identificazione, l'introiezione.
L'imitazione degli atteggiamenti parentali è il primo e il più primitivo di questi meccanismi, ha inizio nell'infanzia e va via via aumentando con la crescente consapevolezza del mondo esterno. Imitando i genitori che lo accudiscono, il bambino riesce a mettersi alla prova nel loro ruolo di figure ammirate e potenti, capaci di controllare magicamente il flusso e il riRusso del soddisf.lcimento dei bisogni e delle pulsioni, in basi: a regole che, in questo stadio, appaiono al bambino misteriose ed estranee.
L'identificazione succede a queste imitazioni sperimentali a partire dai tempi preedipìcì, purché questi abbiano avuto connotati piacevoli. Si fonda sul desiderio di far propri in modo permanente questi aspetti ambìti mutando il proprio Sé, o almeno il concetto che ne ha il bambino, secondo l'immagine dei genitori. Gli ideali sociali dei genitori, quali che siano, sono in tal modo trasferiti dal mondo esterno in quello interno, dove mettono radici come Sé ideale del bambino e diventano un importante precursore del Super-io. Sentirsi sotto questo aspetto tutt'uno con il genitore ristabilisce anche, almeno per circoscritti motivi morali, l'unità completa tra madre e bambino (simbiosi) che esisteva agli inizi della vita, prima ~be il bambino potesse distinguere tra il Sé alla ricerca del piacere e il mondo oggettuale che concede o rifiuta il piacere stesso. L'introiezione dell'autorità esterna, cioè parentale, si aggiunge a questa nuova istanza interna durante e dopo il periodo edipico. Essa quindi passa dalla condizione di ideale puramente desiderabile a quello di un legislatore efficace e reale, cioè il Super-io, che, da questo momento in poi, provvede a regolare dall'interno il controllo delle pulsioni, e lo fa compensando un lo compiacente con ~enti menti di benessere e di autostima e punendo un Io ribelle con morsi della coscienza e sensi di colpa, sostituendosi in tal modo alla dipendenza e al timore dei genitori, precedenti regolatori della condotta. Ma, anche dopo che si è instaurato questo legislatore interno, il Super-io ha ancora bisogno per un lungo periodo di conformarsi a un'autorità esterna e di esserne attivamente sostenuto. ATTRIBUTI DEU.'ES COME OSTACOU ALLA SOCIALJZZAZIOME L'efficacia deJio sviluppo dell'Io e dei meccanismi d'identificazione e d'introiezione può creare un quadro falso, cioè può indurci a sottovt~lu tare gli ostacoli disseminati lungo il cammino verso la socializzazione che ogni individuo immaturo deve affrontare. La spinta a investire, accettare, e interiorizzare le norme sociali è davvero potente, a causa dei legami libidici del bambino con i genitori, che ne sono i primi rappresentanti. D'altra parte, l'aspirazione alla realizzazione delle proprie mete pulsionali è altrettanto imperiosa. ~ una grande sofferenza per l'individuo il fatto che le tendenze sessuali e aggressive della vita infantile non si adattino alle norme deJia civiltà, per le quali devono essere modificate, e che quindi il processo di socializzazione richieda al bambino un certo grado di alienazione e una
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certa contrapposizione a ciò che egli giustamente percepisce come più intimamente personale.
Bisogna ammettere, d'altra parte, che alcune delle modilicazioni necessarie non sono effetto di conflitti o sforzi ma si realizzano più o
meno spontaneamente nel corso naturale dello sviluppo e della maturazione. Le fantasie cannibalesche primitive, ad esempio, sembra che divengano oggetto di una rimozione primaria prima ancora che si for-
mino un Io e un Super-io efficienti. Allo stesso modo, l'aggressività e la distruttivi!:!~ indiscriminate del bambino sono messe a freno, domate e rese controllabili non da una manipolazione ambientale o interna ma dal processo spontaneo di fusione e di asservimento alla libido. Persino alcune inclinazioni anali verso gli odori, l'attrazione per gli escrementi e altre cose sporche, se non sono erroneamente affrontate, esagerate e perpetuate dall'ambiente, vengono quasi inevitabilmente spostate e neuhalizzate in sublimazioni culturalmente accettabili. Nondimeno, è essenziale sottolineare che nonnalmente la maggior parte delle altre pulsioni parziali infantili sono più persistenti e quindi creano conB.itti, dapprima con l'ambiente, in seguito con le istanze dell'Io, nella misura in cui queste sono orientate verso l'ambiente. Il bambino quindi non considera più le pulsioni parziali come semplici fonti di piacere ma le esamina in base alla loro conformiU., accettabiliU. o inaccettabiliU dal punto di vista morale e ambientale. Non vi è dubbio che l'avidità, le pretese eccessive, la possessivi H!, la gelOsia e la competitività estrema, gli impulsi a uccidere i rivali e le figure frustranti, cioè tutte le normali componenti della viU pulsionalc infantile, divengano nuclei di successiva asocfulità se le si lascia persistere immutate, ed è chiaro che la crescita sociale implica l'adozione di un atteggiamento inAessibile e difensivo nei loro confronti. Come risultato dell'azione di difesa dell'Io alcune di esse sono eliminate del tutto dal Sé cosciente (attraverso la rimozione); altre si trasfonnano nel loro contrario che è più accettabile (attraverso la formazione reattìva), o vengono deviate verso mete non pulsionali (attraverso la sublimazione); altre componenti sono rimosse dal contesto del Sé e trasferite sull'immagine di altre persone (attraverso la proiezione); la soddisfazione delle componenti falliche più avanzate e più attraenti viene rinviata a un lontano futuro ecc, I processi di socializzazione, mentre da un lato proteggono il bambino dalle tendenze potenzialmente delinquenziali, al tempo stesso limi-
tane, inibiscono e impoveriscono la sua natura originaria. Questo non è un risultato accidentale, dovuto, come affermano alcuni autori, al disgraziato impiego di meccanismi di difesa "patologici" (quali lari· mozione, la formazione reattiva ecc.) al posto di meccanismi di adat· tamento "sani~ (quali lo spostamento, la sublimazione); e neppure è dovuto all'importanza che i genitori attribuiscono alle proibizioni, invece di permettere il libero evolversi della personalib\ del bambino. Di fatto, tutti i meccanismi di difesa sono al tempo stesso al servizio della limitazione interna delle pulsioni e dell'adattamento esterno, che sono semplicemente due aspetti dello stesso quadro. Non vi è antitesi tra sviluppo e difese, dal momento che il rafforzamento dell'Io e la sua organizzazione difensiva sono essi stessi una parte essenziale della crescita del bambino e parngonabili per impOJtanza all'evoluzione c alla maturnzionc delle pulsioni. L'antitesi vera è radicata in modo più profondo e prnticamcnte inevitabile nelle mete stesse dello sviluppo, cioè nel contrasto fra la piena libert~ individuale (che implica libera attività pulsionale) e la compiacenza alle norme sociali (che implica la restrizione delle pulsioni). La difficoh~ di conciliare questi opposti è giustamente considerata uno dei prin· cipali ostacoli sulla via di una riuscita socializzazione.•7 Insuccessi nella socializzazione Alla molteplicit~ dei fattori implicati nel processo di socializzazione si accompagna la molteplicit~ dei disturbi che lo colpiscono. Come abbiamo visto nelle pagine precedenti, sia il trattamento esterno da parte dei genitori sia le influenze interne da parte delle pulsioni, dell'Io e del Super-io contribuiscono al risultato finale. Le influenze "'lnV«ediponcuno dilloren:ra&adife:secadatbmontoedìclnsificareime~:e~n~llli dell'Io impiqoti a>me patologi
Nell'insieme, il comportamento del bambino durante il periodo fallico edipico adombra più precisamente che in altri periodi le sue future inclinazioni circa il ruolo sessuale e la scelta dell'oggetto ses-
suale. Quando è avvenuto l'ingresso nel periodo di latenza, questo aspetto particolare della vita libidica del bambino scompare di nuovo. Vi sono, naturalmente, in questa epoca, resti immodilicati del complesso edipico che determinano gli attaccamenti, soprattutto dei bambini ncvrotici, i quali sono stati incapaci di risolvere e dissolvere i loro rapporti edipici con i genitori. Ma, indipendentemente da questi, vi sono anche le tendenze adeguate alla fase, inibite nella meta, spostate o sublimate, per le quali l'identità sessuale del p~rtner. diviene di nuovo una questione relativamente indifferente. Esempi del secondo caso sono le relazioni del bambino nel periodo di latenza con i suoi insegnanti, i quali sono amati, ammirati, avversati o rifiutati non in quanto uomini o donne ma in quanto ligure che lo aiutano, lo apprezzano, lo ispirano, oppure come ligure rigide, intolleranti, ansiogene. La valutazione diagnostica in questo periodo è ulteriormente complicata dal fatto che la scelta oggettuale nei riguardi dei coetanei procede lungo linee opposte a quelle seguite normalmente dall'adulto. Il ragau.ino che cerca esclusivamente la compagnia maschile ed evita e disprezza le b~mbine non è il futuro omosessuale, per quanto gli possa assomigliare nel comportamento manifesto. Al contrario, questo attaccamento ai maschi e questo rifuggire dalle femmine disprezzandole possono essere considerati come il contrassegno del ragazzo normale e virile in periodo di latenza, cioè del futuro eterosessuale. A questa età le future tendenze omosessuali si tradiscono, piuttosto, nella preferenza per i giochi con le bambine e nella predilezione e nell'adozione dei loro giocattoli. Questa inversione di comportamento viene data per scontata nelle bambine in periodo di latenza, che ri-
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cercano la compagnia maschile non se sono femminili ma se sono esse stesse dei "maschiacci", cioè sulla base della loro invidia del pene e delle loro aspirazioni mascoline, non sulla base di desideri femminili di rapporto con il sesso opposto. Quelle che appaiono nel comportamento manifesto come inclinazioni omosessuali sono, di fatto, eterosessuali, e viceversa. A questo proposito si deve ricordare che la scelta dei compagni di gioco durante il periodo di latenza (cioè la scelta oggettuale fra i coetanei) si basa sull'identi6cazione con il partner, non su un vero e proprio amore oggettuale, e cioè sull'uguaglianza con essi, che può comprendere o n~ l'uguaglianza del sesso. Nella preadoJescenza e nell'adolescenza, infine, è noto che episodi omosessuali si verificano più o meno regolarmente e coesistono accanto a quelli eterosessuali, senza che siano in sé stessi segni prognostici attendibili. Queste manifestazioni devono intendersi in parte come ritorni dei legami oggcttuali pregcnitali, sessualmente indiscriminati, del bambino piccolo, che riacquistano validità nella preadolcscenza insieme col riemergere di molti altri atteggiamenti pregenitali c preedipici. La scelta d'oggetto omosessuale durante l'adolescenza è dovuta anche alla regressionc adolescenziale dall'investimento dell'oggetto all'amore per la propria persona e all'identi6cazione con l'oggetto. Sotto questo aspetto l'oggetto dell'adolescenza rappresenta in molti casi non solo il Sé reale dell'individuo, ma il suo ideale di sé stesso, concetto questo che invariabilmente comprende la nozione ideale dell'adolescente del proprio ruolo sessuale. I legami adolescenziali fondati su queste basi rivelano tutti i segni esterni dell'amore oggettuale omosessuale e sono frequentemente considerati come veri stadi precursori dell'omosessualità adulta. Ma sul piano metapsicologico essi sono fenomeni narcisistici che, in quanto tali, appartengono alia variegata sintomatologia schizoide dell'adolescenza, e sono più significativi come indicazioni della profondità della rcgressione che come indici prognostici del futuro ruolo sessuale dell'individuo. Prognosi e ricostruzione In confronto ai pochi indizi prognostici che si trovano seguendo l'evoluzione della libido del bambino, vi è tutta una massa di dati rilevanti ricostruibili dall'analisi degli adulti omosessuali che ricollegano le varie manifestazioni dell'omosessualiU latente e manifesta alle loro radici infantili. Nella letteratura sull'argomento, l'origine dell'omosessualità viene esaminata in rapporto alle aree di sviluppo della personalità, ai periodi c alle esperienze seguenti:
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- la dotazione innata dell'individuo, cioè la bisessualit~ come base pulsionale dell'omosessualità (Freud, H)05, pp. 459sg. e nota aggiunta nel1914; 1908; BOhm, 1920; Sadger, I9ll; Bryan, 1930; Nunberg, 1947; Gillespie, 1964); - il narcisismo individuale, che crea il bisogno di scegliere un partner sessuale a propria immagine (Ferenczi, 1911, 1914; Freud, 19143; Bohm, 1933l: - i legami fra omosessualit~ e fasi pregenitali orale e anale (Bfihm, 1933; Crete Bibring, 1940; Sadger, 19ll; Lewin, 1933); - la sopravvalutazione del pene nella fase fallica (Freud, 1908; Sadger, 19:w; Jones, 193z; Lewin, 1933; Loewenstein, 1935; Feniche!, 1936; Pasche, t96-J); - l'influenza di un amore e di una dipendenza eccessivi nei riguardi della madre o del padre, o di un'estrema ostilità verso l'uno o l'altro {Freud, 1905, 1914b, 1921; Sadger, 192.1; Weiss, 1qzs; Bohm, 1930, 1933; Wulff, 1941); · - le osservazioni traumatizzanti dei genitali femminili e del fenomeno mestruale (Daly, 1928, 1943; Nunberg 1947); - l'invidia del COlpO della madre (BOhm, 1930; Melanie Klein, 1957); - la gelosia verso i fratelli rivali che in seguito vengono trasfonnati in oggetti d'amore (Freud, 192.1; Lagache, 1950) ecc. Nonostante questi legami numerosi e ben documentati tra il passato infantile e il presente adulto, il ragionamento non può essere rovesci.:Jto, e i dati ricostruiti non possono essere usati per l'individuazione precoce di sviluppo omosessuale nei hlmbini. La ragione di tale impossibilili. diviene ovvia se si esamina nei particolari uno dei vari tipi omosessuali come, ad esempio, l'omosessuale maschio di tipo passivo femminile la cui psicopatologia è stata studiata in modo particolarmente attento in molte analisi terapeutiche. Questo tipo di omosessuale è caratterizzato dal fatto di essere vincol.:Jto alla madre, di non volere e non potere avere rapporti sessuali con le donne, e di avere invece attivit~ sessuali con uomini, generalmente· di livello sociale inferiore, ricercati perché in possesso di attributi fisici rozzamente mascolini, come una grande forza muscolare, un corpo peloso ecc. Nell'analisi, questa sintomatologia omosessuale può essere ricollegata a un attaccamento appassionato alla madre che ha dominato l'infanzia e la fanciullezza del paziente, dalla fase orale attraverso quella anale e oltre la fase fallica; a un orrore per il corpo femminile, generalmente acquisito in modo traumatico dopo la scoperta dei genitali della madre o di una sorella; e
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infine a un periodo di ammirazione aflucinata del pene del padre. Questi elementi, che sono indubbiamente influenze patogene nel passato dell'omosessuale, non possono tuttavia essere usati per la prognosi di omosessualità se fanno parte del quadro clinico di un bambino, Lungi dall'essere manifestazioni anonnali o soltanto in· consuete, esse sono, al contrario, parti regolari e indispensabili del patrimonio evolutivo di ogni bambino. Il legame intimo con la ma· dre, che rovina il futuro omosessuale potenziandone la paura del pa· dre rivale, aumentandone l'angoscia di evirazione, e forzandone la regressione alla dipendenza anale e orale, è anche il fulcro ben noto del complesso edipico positivo e, in quanto tale, il normale presupposto dell'eterosessualità' adulta. Lo shock che ogni maschietto prova quando si trova per la prima volta di fronte all'organo genitale femminile, e che crea nel futuro omosessuale una definitiva repul· sione per ogni attrattiva del sesso femminile, è un fatto che capita nonnalmente e non si può evitare, dal momento che ogni maschietto comincia col credere che tutti gli esseri umani possiedano un pene come lui. Generalmente, la scoperta della differenza tra i sessi non produce nel bambino che un aumento temporaneo dell'angoscia di evirazione; può anche agire come un salutare rafforzamento delle sue difese contro i desideri e le identificazioni femminili; può aumentare il suo orgoglio per il fatto di possedere un pene e suscitare semplicemente in lui il compas~ionevole disprezzo per la femmina evirata, che è una caratteristica decisamente virile del bambino in fase fallica. Infine, l'ammirazione per il pene dell'uomo adulto, che domina la vita amorosa di questo tipo di omosessuale passivo a esclusione di tutto il resto, è anche una normale stazione intermedia nel rapporto di ogni ragazzo col proprio padre. Mentre il futuro omosessuale ri· mane fissato a questo stadio e continua a dotare i suoi oggetti maschili di tutte le caratteristiche desiderabili della forza e della potenza virile, il bambino nonnale supera questo stadio, si identifica con if padre come possessore del pene, e ne acquisisce le caratteristiche maschili e gli atteggiamenti eterosessuali per la propria persona e la sua futura identità sessuale, In altri tennini, il fatto che certi elementi dell'infanzia abbiano portato, in casi determinati, a uno specifico risultato omosessuale non esclude un risultato diverso o perfino opposto in altri casi. Naturalmente ciò che determina la direzione evolutiva non sono in sé gli avvenimenti e le costellazioni principali dell'infanzia, ma una moltitudine di circostanze concomitanti, le cui conseguenze sono
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difficili da giudicare, sia retrospettivamente nell'analisi dell'adulto, sia in senso prognostico nella valutazione dei bambini. Queste circostanze coprono fattori esterni e interni, qualitativi c quDntitativi. Se l'amore di un bambino per la madre sia un primo passo sulla strada ,-erso la virilità o se invece lo indurrà a rimuovere la sua aggressiviti maschile per amore di lei, non dipende solo da lui stesso, cioè dalla s:ina natura delle sue tendenz~ falliche, dall'intensità delle sue paure c dci suoi desideri di evirazione, e dalle quantità di libido rimaste a punti di fissazione precedenti. Il risultato dipende anche dalla personalità della madre e dal suo modo di agire, dalla quantità di soddisfazione e frustrazione che ella gli fornisce sul piano orale e anale, nell'alimentazione e nell'addestramento alla pulizia, dal suo stesso desiderio di mantenerlo in uno stato di dipendenza da lei, o dall'orgoglio che mostra nel vederlo raggiungere l'indipendenza, e non per ultimo dal fatto che accetti o rifiuti il piacere procuratole dagli approcci fallici del figlio verso di lei o l'intolleranza che prova a questo riguardo. I traumi di evirazione cui nessun ragazzo può sfuggire, sotto forma di minacce, di osservazioni, di operazioni ecc., dipendono in primo luogo, per quanto riguarda l'intensiU delle loro conreguenze, dal momento in cui avvengono, e sono più acuti quando coincidono con il culmine della masturbazione fallica, dei desideri passivc;femminili verso il padre, dei scusi di colpa ecc. Le paure di evirazione e le tendenze passive vengono a loro volta influenzate dagli atteggiamenti repressivi o seduttivi del padre, dalla maggiore o minore adeguatezza con cui egli svolge il ruolo di modello maschile ecc. Nei casi in cui il padre è assente per divorzio, abbandono, morte, manca il freno di un rivale edipico, e questa circost.itnza rende più intense l'angoscia e il senso di colpa dur;Jntc la fase fallica e favorisce una mancanu di virilità. In questa situazione, la fantasia che il padre sia stato allontanato dalla madre per punire la sua aggressività virile agisce anche come fattore di disturbo sui normali desideri eterosessuali del bambino. Infine, bisogll;J tener conto di certi fatti che possono incoraggiare lo sviluppo nell'una o nell'altra direzione sessuale, e cioè di certi avvenimenti puramente casuali come incidenti, seduzioni, malattie, perdite dell'oggetto a causa di morte, facilità o difficoltà a trovare un oggetto eterosessu:~le durante l'adolescenza ecc. Poiché non sono prevedibili e possono incidere sulla vita del bambino in ogni mc; mento, simili avvenimenti sovvertono qualunque valutazione prognostica sia stata formulata precedentemente.
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L'omosessualità 'favorita o prevenuta dalle normali posizioni evolutive In base a quanto si è detto, sembra preferibile pensare non in termini di stadi infantili precursori dell'omosessualità adulta, ma in termini d'influenze evolutive che promuovono lo sviluppo omosessuale o lo prevengono. Tale modo di pensare si fonda sull'assunto che, durante la crescita del bambino, le inclinazioni omosessuali gareggiano e si alternano regolarmente con la normale eterosessualità, e che le due tendenze si servono a turno delle varie posizioni libidiche attraverso le quali passa il bambino. Da questo punto di vista, si può dire in sintesi che lo sviluppo omosessuale è favorito dai seguenti fattori: 1) Le tendenze bisessuali che sono considerate parte integrante della costituzione innata. Esse conferiscono a tutti gli individui caratteristiche psicologiche non solo del proprio· sesso ma· anche del sesso opposto, quindi permettono loro di assumere come oggetto d'amore, o di offrirsi come oggetto d'amore, non solo al sesso opposto ma anche al proprio sesso. Questa bisessualità innata si intensifica nel periodo preedipico grazie all'identificazione sia con il padre che con. la madre e rimane la base costituzionale per ogni suècessiva inclinazio"ne omosessuale. 2.) Il narcisismo primario e secondario dell'individuo, cioè l'investimento libidico del proprio Sé. Nella misura in cui la scelta oggettuale nella tarda infanzia segue questo originario schema narcisistico, i partner vengono scelti in modo che siano il più possibile identici al Sé, compresa l'identità sessuale. Questi rapporti omosessuali o, più propriamente parlando, narcisistici, sono caratteristici del periodo di latenza e di certi stadi preadolescenziali e adolescenziali. 3) L'attaccamento anaclitico all'oggetto del bambino piccolo, per il quale il sesso è di secondaria importanza. Questo è soprattutto significativo per l'omosessualità femminile, poiché la bambina può rimanere fissata a tale stadio come a uno stadio "omosessuale~. 4) La libidizzazione dell'ano e le comuni tendenze passive dello stadio anale, che forniscono la normale base fisica per l'identificazione femminile del maschictto. s) L'invidia del pene, che fornisce il presupposto normale per l'identificazione maschile della bambina. 6) La sopravvalut:lzione del pene nella fase fallica, che rende dif-
6cile o impossibile al maschietto accettare un oggetto d'amore "evirato". 7) Il complesso edipico negativo, che rappresenta una normale fase "omosessuale" nella vita sia dei maschi che delle femmine. In contrasto con i fattori elencati sopra, che spingono un individuo all'omosessualili., vi sono altre influenze che agiscono in direzione opposta, e proteggono una persona dall'adottare questa particolare soluzione sessuale. 1) La tendenza eterosessuale e quella omosessuale competono quantitativamente l'una con l'altra durante tutta l'infanzia. Tutto ciò che favorisce l'cterosessualit~, limita l'omosCssualità in misura corrispondente. Ad esempio, l'aumento dell'eterosessualità connesso con l'ingresso del bambino nella fase fallica e il complesso edipico positivo fa diminuire automaticamente le inclinazioni omosessuali rimaste come residui della passività anale. Una simile diminuzione dell'omosessualità si verifica in certi stadi adolescenziali per l'inftusso della virilità genitale che spinge il ragazzo verso la sceltn di un oggetto eterosessuale. z) La stessa intensità della paura di evirazione che induce alcuni maschi a evitare le donne e a diventare omosessuali, agisce in altri come una forza contraria al complesso edipico negativo e come una barriera contro l'omosessualità. Dal momento che per essere appagati i desideri passivo-femminili nei confronti de] padre presuppongono l'accettazione dell'evirazione, vengono evitati ad ogni costo da tali bambini. Questo spesso dà luogo a una pseudovirilità eccessivamente accentuata come reazione all'angoscia di evirazione, e a un'aggressività sessuale verso le donne, che tende a negare la possibilità dell'evirazione e la presenza di qualsiasi desiderio femminile, e di conseguenza blocca la via ad ogni aperta manifestazione omosessuale. 3) Mentre la regressione indifesa all'analità promuove atteggiamenti omosessuali passivo-femminili nel maschio, le formazioni reattive contro l'analiU, specialmente il disgusto, bloccano in modo efficace la via all'omosessualità, o perlomeno alla sua manifestazione aperta. Nell'analisi dell'adulto uomini di questo tipo appaiono come Nomosessuali mancati". 4) Infine, la "tendenza a completare lo sviluppo" e la "ragionevolezza biologica" (Bibring, 1936) che inducono gli individui a preferire la normalità all'anormalità possono essere considerate fattori importanti a sfavore dell'omosessualiU. Nel complesso, l'equilibrio tra eterosessualit~ e omosessualità du-
rante tutta l'infanzia è cosl precario, e la bilancia pende così facil· mente in una direzione o nell'altra a causa delle più svariate inB.uenze, che è ancora valido affermare che "la decisione sul comportamento sessuale definitivo avviene solo dopo la puberU." (Freud, U)O$, pp. 459 sg. e nota aggiunta ncli914). Altre perveisioni e assuefazioni come categorie diagnostiche nell'infanzia Altre categorie diagnostiche che non possono essere usate senza modificazioni per i bambini sono le perversioni come il travestitismo, il feticismo c le assuefazioni morbose. In queste, come nel caso di tutte le perversioni, la ragione è ovvia. Poiché la sessualiU infantile in quanto tale è per definizione perversa polimorfa, classificare certi suoi aspetti specifici come perversi signi· fica, nella migliore delle ipotesi, fare un uso impreciso del termine, quando questo non implica addirittura un totale fraintendimento dello sviluppo della pulsione sessuale. Invece di valutare come per· versi certi fenomeni dell'infanzia, come perfino alcuni analisti ten· dono a fare, dobbiamo in questi casi rifonnulare il problema diagnostico e indagare quali tendenze parziali, o in quali condizioni alcune tendenze parziali abbiano probabiliU di sopravvivere all'infanzia, cioè quando si debba considerarle precorritrici di una vera e propria perversione adulta. Per quanto riguarda il comportamento manifesto, alcuni quadri clinici di bambini sono identici a quelli dei pervertiti adulti. Tuttavia questa palese somiglianza non implica necessariamente una corri· sPendente identità metapsicologica. Con gli adulti, la diagnosi di perversione significa che il primato genitale non si è mai stabilito o non è stato mantenuto, cioè che nell'atto sessuale stesso le componenti pregenitali non sono state ridotte al ruolo di fattori puramente preliminari o concomitanti. Una simile definizione è necessariamente infondata se viene applicata prima della maturiH, cioè in un'età in cui non entrano ancora in gioco i veri rapporti sessuali e in cui viene data per scontata l'equivalenza delle zone pregenitali con le zone ge. nitali stesse. Pertanto, gli individui che non hanno ancora raggiunto l'adolescenza non sono pervertiti nel senso in cui questo tennine viene usato per gli adulti, e si devono usare punti di vista diversi per valutarne la sìntomatologia. L'esperienza clinica ci induce a spiegare questa sintomatologia
fondandosi sulle deviazioni dalla norma evolutiva in due direzioni principali, quella cronologica e quella quantitativa. La cronologia è disturbata se le specifiche zone del corpo che forniscono la stimolazione erotica non seguono l'ordine temporale che corrisponde alla sequenza normale dello sviluppo libidico. A parte le ben note regressioni in epoche successive, ognuna di queste zone può conservare per un periodo insolitamente prolungato il suo ruolo di fonte di piacere, senza scomparire in favore di quelle che le subentrano in base alle leggi della maturazione. Sotto questo aspetto, l'erotismo cutaneo del bambino è un esempio istruttivo. Al principio della vita le carezze, gli abbracci, i vezzeggiamenti erotizzano le varie parti del corpo del bambino, aiutandolo a costruire una sana immagine corporea e un sano Io corporeo, aumentando l'investimento della libido narcisistiea, e al tempo stesso promuovendo lo sviluppo dell'amore oggettuale in quanto cementano il legame tra madre e bambino. Non vi è dubbio che, in questo periodo, la superficie cutanea assolva nel suo ruolo di zona erogena svariate funzioni nella crescita del bambino. D'altra parte, queste funzioni normalmente diventano superflue dopo la prima infanzia. L'erotismo cutaneo muta d'aspetto se la sua gratificazione rimane il principale interesse del bambino anche dopo che ha raggiunto le fasi arnie e fallica. Allora la pelle può restare la fonte della stimolazione erotica, mentre i fenomeni di scarica dell'eccitamento sessuale si sono trasformati secondo il corso dell'evoluzione e hanno raggiunto livelli differenti. Un bambino nella fase edipica, per esempio, può bramare il contatto cutaneo con la madre ma, se gratificato nella realtà o nella fantasia, può scaricare il suo eccitamento nella masturbazione fallica, similmente a un pervertito adulto che scarichi l'eccitamento proveniente da fonti cxtragenitali attraverso il canale dell'orgasmo genitale. E proprio questa discrepanza tra fonte della stimolazione e via di scarico dell'eccitamento crea la parvenza di perversione in certi casi infantili.5 2 Per quanto riguarda l'aspetto quantitativo, cioè le deviazioni dalla normale intensità delle pulsioni parziali, si tratta ovviamente di una comune "variante della normalità" nell'ambito della natura perversa "Questa çifcost.nu ~ sbt. molto çflinamente illustrato nell'•n•lisi di un ba"'!tino tntlloto da lsabel f'oret, pres$0 t.. Hompstcad Cb~d-Thtropy Clinie, dai due anni e "'1020 fino ai quattro anni e mezzo. In questo o;aSD fu PN$ibile rio:ollepre la bramosi.:> di eAere aa:ar=.ato a on'inftuenu sedutti"ll dell'amlticate, ~ all'inctinuione di sua modJevcnoquestopartio:obretonlattolisio:oo:olfi,lio.
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polimorfa del bambino. In ogni momento dell'infanzia, ognuna delle tendenze parziali della sessualità infantile, od ogni aspetto parziale dell'aggressiviU, possono avere intensiU insolita e dominare il quadro io modo eccessivo o esclusivo. Questo può dipendere dalla costituzione innata. L'esperienza clinica dimostra, per esempio, che tendenze orali insolitamente intense si trovano spesso nei figli dei tossicomani, degli alcolizzati, o di maniaco-depressivi. ~ anche noto che i figli di genitori ossessivi dimostrano tendenze anali eccessivamente intense e vigorose, sebbene in questi casi le caratteristiche innate vengano invariabilmente rafforzate dal modo in cui gli adulti ossessivi affrontano l'educazione alla pulizia anale. Naturalmente, l'aumento dell'intensiU di una pulsione parziale può anche essere dovuto esclusivamente a inHuenze ambientali, quali un generale atteggiamento errato dci genitori, seduzione, mancanza di controllo e di guida ecc. Perlopiù la sovraintcnsificazione di una pulsione parziale dipende dall'interazione di fattori esterni e fattori interni quali la relativa debolezza dell'Io o del Super-io nel controllare le pulsioni o, al contrario, l'eccessiva severità del Super-io che si esprime in un'esagerata attiviU di difesa. Un esempio comune di quest'ultima costellazione sono i bambini in fase fallica che vivono nel terrore delle proprie tendenze passivo-femminili, insufficientemente rimosse. Per proteggersi dalle paure di evirazione che, nel loro caso, sono acutizzate dai desideri di evirazione, essi intensificano apertamente tutte le tendenze di tipo opposto, con il risultato di apparire aggressivamente ''irili e di assumere con frequenza l'atteggiamento tipico degli esibizionisti fallici. Tuttavia, nonostante questa identità comportamentale, permane l'importante differenza che, mentre il loro tipo di esibizionismo è un espediente dell'Io che funge da rassicurazione e da difesa, il tipo adulto è una parte genuina dell'attività pulsionale perversa mirante a procurare soddisfacimento sessuale. Assuefazioni Anche nelle assuefazioni morbose è l'aumento quantitativo di tendenze altrimenti normali che determina l'impressione di un comportamento "perverso". I bambini spesso' sono disordinatamente golosi di dolci, in modo apparentemente simile a quello in cui gli adulti sono dediti all'alcool e alle droghe. Essi hanno una brama irresistibile di dole~ e la soddisfazione del desiderio serve loro da antidoto contro l'angoscia, la privazione, la frustrazione, la depressione ccc., come avviene per gli adulti e, sempre come gli adulti, essi ricorrono a tutti
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i mezzi, anche alla menzogna o al furto, per assicurarsi il possesso della sostanza desiderata. Ma, nonostante tutte queste somiglianze,
la costellazione mctapsicologica che sta alla base di questa manifestazione è diversa nei due casi. L'amore del bambino per i dolci è un'espiC5Sione relativamente semplice, diretta, di una pulsione parziale,
ed è radicata in desideri insoddisfatti o eccessivamente stimolati della fase orale, desideri che sono divenuti eccessivi e, con la loro intensit~, dominano le sue espressioni libidiche. Più avanti questi desideli sono generalmente spostati dai dolci ad altri oggetti più o meno innocui: in alcuni casi essi trovano sbocco nella tendenza a bere troppa acqua; in altri nella tendenza a mangiare eccessivamente, alla ghiottonetia, o forse nel fumo. Sul piano libidico tali desideri si esprimono nella preferenza per rapporti oggettuali che hanno un particolare carattere di sostegno e di conforto. Nessuna di queste manifestazioni rientra di per sé nella categoria delle assuefazioni morbose o tossicomanie. Una vera tossicomania nel significato adulto del termine è una struttura più complessa, nclla quale l'azione delle tendenze passivofemminili c autodistruttive si accompagna ai desideri orali. Per l'adulto dedito alla droga la sostanza bramata rappresenta non solo un oggetto o una materia buona, che fornisce aiuto e forza, come il dolce per il bambino, ma una cosa che è al tempo stesso percepita come lesiva, annullante, indebolente, evirante, castrante, come sono effettivamente l'alcool e le droghe. E proprio la fusione delle due pulsioni opposte, il desiderio di forza e debolezza, l'attività e la passivit~, la mascolinità e la femminilit~. lega l'adulto drog:~to all'oggetto del suo vizio in un modo che non ha confronto con ciò che accade nella bramosia più benigna ed evolutivamente più positiva dc] bambino. Travestitismo I fattori di economia della libido contribuiscono anche a deformare e ingigantire talune altre tendenze comuni a tutti i bambini e a creare quindi il fenomeno del tmvestitismo, che non è raro nell'infanzia. A questo proposito, l'aumento di energia si riferisce al lato maschile o a quello femminile della natura del bambino. L'interesse per i vestiti ad::Jtti all'altro sesso o agli adulti di entrambi i sessi è un tratto molto comune nell'infanzia. Il gioco molto popolare di "travestirsi" dà ai bambini l'opportunit~ di immaginarsi nel ruolo del padre o della madre, del fratello o della sorella, o di mimare nel gioco qualcuna delle occupazioni che simboleggiano il ruolo dei genitori. Un ombrello, un bastone da passeggio o il cappello del pa-
s/STAOIJ'ai1 pUçU~SOal ~ILU.
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essere ricollegata alb madre. Partendo invece dall'esperienza clinica con i b~mbini, è ugualmente evidente elle il numero di feticci nell'infanzia è molto più grande di quello dei veri feticisti in età successiva, e ciò significa che molti fenomeni di feticismo infantile sono legati a particolari fasi evolutive e scompaiono quando i particolari bisogni dell'Es e dell'lo da essi soddisfatti siano stati superati. Come abbiamo ricordato prima nel caso del travestitismo, le forme che sono più vicine alla perversione adulta e perciò più atte a perdurare sono quelle in cui sono coinvolti soprattutto fattori non riguardanti l'Io e le difese, ma i bisogni pulsionali, cioè quelle che, fin da principio, sono accompagnate da indubbi segni di eccitamento sessuale e servono come via di scarica principale intorno alla quale si organizza l'intera vita sessuale del bambino. Descrizioni di casi simili non mancano nella letteratura.57 Previsione del risultato finale Dati i molti elementi implicati, non è possibile prevedere con precisione il destino ulteriore di una tendenza parziale che sia deviata dalla norma in uno dei modi descritti. Rimane aperto il problema se questa tendenza riprenderà alla fine il corso normale sottomettendosi al primato genitale, o se rimarrà invcee indipendente, divenendo quindi il nucleo di una vera perversione. Non vi è alcuna cettezza sul suo destino ultimo prima dell'adolescenza, e anche allora il risultato dipenderà da varie influenze, come le seguenti: - se la pulsione genitale che si instaura nella pubertà è forte o debole, cioè capace o incapace di dominare le tendenze pregenitali; - se le quantità di libido rimaste a punti di fimzione pregenitali "Vedi Mclitt:o Sporli"i (196)). Uo ulteriore uempio ~ il CI.IO di un bambino d1 qu1ttro anni n[erito d• A. Freud e O.nl\ in Un espetimento di educozione di iVUPpo h9s>).Eraorfano,•lle.,to.enuun!O$Iitutom•ttrno,ewcova.oddisluicmeinfonne co.ttc di ruzicme e marturbo~ae, ae]l'a\Otoerotilmo e in ouctti fetiNtio;i. ~g~ado 'uccbiava, b SI/l passioneet.lno 1li astii!J;Imoni o i tovl&lioli di 9•1\elb, ebe&uethi•.,.. b>Ciando]iapperioiloroa:>nci... Pcrunpc:riododiparccchiescttim•neegli lr.ltl~itows]ioli oiba.,..aliniii$Oiidas}ialtl'ibambinio:omcaltrettantileti.motri•, secondo l'espressione di EWior (19SJ) . .,ln•occ di cibre i numOJOiissimi •in&oli autori, ~lenco qui uno serie di •impo~i eta· ~ole roto11d~ 11elle qu~li ~stato tr:attato questo 31'110n'IC11.to: lqJ6 Congrc:sso inttrnnionale di psieanolhi, Morienbo.d: "U terio dei risultati IOJapoutici della p$ÌC'OIIn..aiisi~ (Cio•er, Feni~hel, Strachcy, BOfalcr, Nuni>c11, E, Bibrini!). Per i $i11110li entributi wli Symp01ium h9J7l. 19S> Societl psieo.DJ!itiea americano, Con•C~no inVOJnale, Ncw Yorlc: "U tccniel psinalitico tn.diziona\c c le sue oarionti~ (Orr, Grecnocre, Alexandcr, Wc~!). Per un rosoconto della ll\'0\a ro!Dncb, vedi Zetul (19SJ). Per le sinaolc relazioni, vedi P;u.el(•9f.fll). 19$J Socit~ l>$ieanalitia~ amOJicon..a, Con'o'CIIDO annuale, Lo.s ~les: ~P.itoanalisi e p!Ìelt~>.pia di11amiea" (E, Bibri!\i, Gill, Ale11andcr, Fromm-Rckbmann, R
all'uditorio sotto questo riguardo:
Varie possibilità sono state esposte
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a) Per tenere a bada il contenuto dell'Es, l'Io è limitato a usare i meccanismi difensivi di cui dispone secondo il suo livello di sviluppo, Questo è un punto di vista cronologico secondo il quale le prime tendenze pulsionali sono inevitabilmente affrontate con i meccanismi di difesa più primitivi, e il collegamento fra pulsione e difesa corrisponde al periodo della loro comparsa, b) Il livello delle pulsioni e il livello delle difese dell'Io non sempre coincidono poiché l'Es e l'Io talvolta progrediscono a ritmi diversi. Conseguentemente, nell'Io possono apparire difese ossessive, ad
esempio, prima che l'individuo abbia raggiunto la fase anale. c) Ogni tendenza pulsionale evoca un meccanismo di difesa ad essa
specifico, e le difese cambiano per ragioni evolutive in conformità con i cambiamenti del contenuto dell'Es. d) In eU. precoce, sotto l'influenza dell'Es, l'Io sviluppa uno stile che da allorn in poi rimane permanente, indipendentemente dai cambiamenti evolutivi. Credo sia risultato evidente agli ascoltatori che alcune dì queste proposte teoriche sono incompatibili l'una con l'altra e che una scelta fra di esse dovrà essere fatta sulla base di ulteriori osservazioni cliniche. RAPPORTI FRA RECRESSIONE PULSIONALE E RECRESSIONE DELL'IO NELLA NEVROSI oSSESSIVA Cii autori che considerano la regressione un elemento indispensabile nella formazione di una nevrosi ossessiva hanno presentato una serie di utili proposte, emendamenti e aggiunte alla teoria esistente, che riporto qui di seguito. a) Il termine regressione, riferito al verificarsi di questa nella ne· vrosi ossessiva, non dovrebbe essere usato in senso globale, ma si do· vrebbe fare una distinzione precisa fra la regressione sul piano pulsionale e la regressione sul piano dell'Io, tenendo conto delle inte· razioni fra l'uno e l'altro. b) Se la regressione pulsionale è seguita dalla regressione dell'Io, dovrebbe essere fatta una distinzione fra regressione strutturale (cioè riduzione dei livelli, delle richieste ecc.) e regressione funzionale (cioè ritorno a modi di pensiero del processo primario, al pensiero ma· gico, illusorio, diminuzione dell'esame di realtà, della funzione sin· tetica ecc.). c) La regressionc nell'Es o nell'Io dovrebbe essere considerata sotto gli aspetti della profondità, dell'estensione, dell'irreversibilità ecc.
Nevrosi ossessiva e fobia In base al caso di Frankic, è stato espresso grande interesse per il della patologia da una malattia fobica a una predomirumtemente ossessiva. Il fenomeno è stato discusso da varie angolazioni, ad esempio le seguenti: o) come un passo dalla difesa mediante azione motoria e linguaggio corporeo alla difesa mediante manipolazione del pensiero, che può rappresentare un progresso nella maturazione dell'Io; b) come un fenomeno generale entro il problema psiche-corpo: mentre nell'isteria il corpo si comporta come fosse indipendente, lo stesso fa la psiche nella nevrosi ossessiva; c) sotto l'aspetto del controinvestimento: mentre in una fobia la rappresentazione del pericolo può riuscire ad essere compressa in un singolo oggetto materiale, in un luogo specifico ecc., che è poi evitato, i sintomi ossessivi hanno la tendenza a espandersi ed è necessario un dispendio maggiore e più costante di controinvestimento per tenerli a freno; d) sotto l'aspetto della terapia analitica: durante l'analisi di pazienti ossessivi adulti, riappaiono lentamente gli stati fobici del passato, e questo è un segno prognostico favorevole. Nell'analisi infantile, d'altra parte, se la difesa ossessiva può dissolversi rapidamente, appare in sua vece un comportamento impulsivo incontrollato, e questa differenza è rimasta, finora, inspiegata. c:~mbiamcnto
Tentativi di evitare la patologia ossessiva Durante la discussione del caso di Frankie, sono stati menzionati alcuni elementi come parte della sua nevrosi ossessiva che, io credo, permettono una classificazione diversa. Il suo atteggiamento di "menefreghismo", la spersonalizzazione dell'analista, la sua insolenza nella traslazione sono, a mio avviso, particolari di un comportamento patologico destinati sia a sminuire i propri sentimenti sia a deprezzare il mondo oggettuale. Sono sullo stesso piano dell'"ideale del computer" di alcuni individui, cioè della concezione di sé stessi come di una mente senza corpo, o di un intelletto senza sentimenti. Questi atteggiamenti sono difensivi, non nel senso di respingere o immobilizzare una particolare tendenza pulsionale, ma più generalmente nel senso di cercare di sopprimere le fonti di pericolo complessivamente. Quando hanno successo, it bisogno di un'ulteriore attività difensiva è eliminato a spese di un
"' cambiamento del carattere o del comportamento, e non si organizza una nevrosi ossessiva vera e propria. La ben nota sessualizzazione dell'angoscia e il conseguente giocare con essa servono allo stesso scopo. Se una potenziale situazione di pericolo è trasformata in fonte di piacere masochistico, non si rende necessaria la formazione di altri sintomi.
Effetti benefici e dannosi, successi, fallimenti e limiti della nevrosi ossessiva Restano da riassumere le opinioni espresse a riguardo dell'inftusso
dello sviluppo ossessivo sulla crescita della personalità, sulla forma:zione del carattere, e, più generalmente, sul mantenimento o sulla perdita dell'equilibrio psichico.
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Si è ripetutamente menzionato l'aspetto benefico delle difese caratteristiche della nevrosi ossessiva, e cioè il fatto che servono da s.al· vaguardia contro il comportamento osscssivo, la delinquenza o gli stati schizofrenici: in breve, il loro effetto stabilizzante. Nello stesso ambito si è detto che la sintomatologia ossessiva arresta il procedere della regressione a livelli antecedenti alla fase anale, e perciò previene un'ulteriore diffusione deJia patologia. In relazione all'ouomo dei topi~ e a Frankie, sono stati discussi l'effetto nocivo delle suddette difese sull'attivitll. dell'Io e l'effetto deformante sulla personalità nel suo insieme. Il caso di Frankie è servito anche come esempio per dimostrare il parziale fallimento della difesa ossessiva, poiché i suoi dubbi circa la propria capacità intellettuale sono stati considerati come un ritorno delle fantasie di evirazione rimosse e, in generale, anche come un ri· torno della consapevolezza, respinta, della propria insufficienza. Dubbi simili dei pazienti ossessivi circa la propria integrità, sia intellettuale, emotiva, estetica, sia morale, ci sono noti e indicano sempre, a mio parere, che i sintomi ossessivi hanno, almeno parzialmente, mancato di realizzare il loro obiettivo. Infine, sono stati delineati chiaramente i limiti della neVIosi osses· siva. Come si dimostra ne1 caso di Frankie, i desideri di morte verso gli oggetti d'amore, le fantasie di affogare in un mare di defecazioni, le tendenze passive femminili ecc., sono tenuti a freno con successo mediante il diniego, la rimozione, la formazione reattiva, l'intellet· tualizzazione ecc.: in breve, con una nevrosi ossessiva, D'altra parte, le tendenze a fondersi con l'oggetto, l'identificazione primaria, la perdita dell'identità personale sono al di là della portata degli stru·
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menti ossessivi. Poiché richiedono misure più forti quali la scissione dell'lo, la proiezione ecc., espongono il paziente al pericolo di soluzioni paranoidi o perverse. Conclusione Lo sforzo del Comitato organizzatore di cristallizzare l'interesse dci membri del Congresso intorno a un tema principale sembra complessivamente riuscito. Il meno che si può dire è che ci si è presentato un quadro vivido della soluzione analitica dei problemi con il conti-
nuo viavai fra l'osservazione dei dati clinici, l'astrazione e la generalizzazione, e la riapplicazione del pensiero teorico all'ulteriore diluci-
dazione del materiale dei nostri pazienti.
RIFLESSIONI SULLA COLLOCAZIONE DELLA TEORIA l'SICOANALlTlCA NELL'ADDESTRAMENTO DEGLI PSICHIATRI
Riflessioni sulla colloc.aziope della teoria psicoana~itic.a nell'addestramento degli psichiatri 1Q66
Incontrando gli alunni della Menninger School of Psychiatry, come in occasione di questa riunione, e confrontandoli con i diplomati di altri centri di addestramento psichiatrico, sono colpita dal loro diverso atteggiamento verso la psicoanalisi, e questa differenza va attribuita, secondo me, alle circostanze inconsuete del loro addestramento.
La psicoanalisi nell'ospedale psic/1iatrico Nei normali confini di un ospedale psichiatrico, lo psichiatra tirocinante incontra la psicoanalisi, nel migliore dei casi, come metodo terapeutico. In quanto tale è uno fra i tanti, e in confronto con l'efficienza delle terapie organiche, elettriche e farmacologiche non è certamente il più potente in uso con i pazienti più gravi. Di conseguenza, lo studente non ha alcuna ragione di farsi un'opinione molto favorevole della psicoanalisi, né la possibilità di acquisire conoscenza delle sue altre potenzialità. In tali condizioni, molti terminano il loro periodo d'internato con un'impressione negativa a questo riguardo.
La psicoanalisi alla Menninger School Vi è un netto contrasto fra questa prospettiva limitata e le opportunità che si offrono alla Menninger School dove la psicoanalisi si presenta non solo come la base di una tecnica psicoterapeutica ma come un mezzo essenziale per comprendere le stravaganze e le varietll del comportamento umano quali si possono osservare nelle molte diverse sezioni della Men"!'linger Foundation. La divisione in-
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PSICOAHAU$1
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fantile, l'unii~ adolescenti, l'ospedale per pazienti interni, il reparto ambulatoriale, l'unità geriatrica rappresentano una vasta collezione di materiale casistico individuale; il lavoro settoriale compiuto con organizzazioni esterne come le scuole, i centri psicopedagogici, i servizi familiari, i tribunali, amplia questo materiale consentendo di penetrare più a fondo nei problemi correnti in una comunità sociale. Di fatto, occorrerebbe solo aggiungere una clinica per la maternità, un consultorio pediatrico e una scuola materna per offrire agli psi· chiatri interni l'intera gamma dei problemi umani quali insorgono dalla culla alla tomba. Poiché il pensiero psicoanalitico è ovunque usato per mettere in evidenza i problemi, chiarire il comportamento manifesto e districare le forze motrici inconsce che ne stanno alla base, il giovane psichiatra acquista certamente un durevole rispetto per i concetti analitici come pure un'impressione personale della loro applicabilit~ teorica e delle loro potenzialità pratiche. La psicoanalisi negli istituti psicoanalitici
Ci si potrebbe chiedere perché debbano essere giudicate necessarie simili opportunit~ di dimostrazione del materiale per dare un posto alla psicoanalisi nell'addestramento degli psichiatri, mentre nessun istituto ufficiale della Società psicoanalitica americana o dell'Associazione psicoanalitica internazionale offre ai suoi candidati una possibi· lità simile di studiare gli essqi umani in tutti i periodi della vita, in tutte le possibili circostanze, e in una variet~ di interazioni tra di essi. La risposta a questa domanda non è difficile da dare. Un rigoroso addestramento dei candidati psicoanalisti non è basato sull'osserva· zione diretta di manifestazioni chiare e complessive, ma sull'espe· rienza passiva e attiva con la tecnica psicoanalitica, cioè sull'uso di un metodo che penetra nel1'01pparato psichico stesso e d~ quadri minuziosi del suo funzionamento. n candidato analista, sia egli impegnato nella sua analisi personale, o applichi, simultaneamente o successivamente, la tecnica analitica classica ai pochi pazienti da lui trattati sotto supervisione, in ogni caso il metodo della libera associazione lo pone in strettissimo contatto con i contenuti della pSiche; le resistenze proprie o quelle dei suoi pazienti rivelano i conflitti e le lotte interni, cioè intersistemici o intrasistemici, della psiche; i fenomeni di traslazione propri o dci suoi pazienti rivelano inevitabilmente la qualità delle relazioni oggettuali c la gamma dei rapporti interpcrsonali, p:tssati e presenti, come pure il potere del passato sul pre~nte.
Cosl, il candidato analista impara da una veduta microscopica di sé e di un numero molto ristretto di pazienti ciò che lo psichiatra ospedaliero deve comprendere macroscopicamente, senza l'aiuto della tecnica analitica, da una varieU. quasi illimitata di esseri umani, di condizioni e situazioni diverse ecc. Forse il candidato psicoanalista trarrebbe un profitto supplementare se oltre all'insegnamento del metodo analitico ricostruttivo fosse pre· vista anche l'osservazione diretta. Tuttavia, attualmente, nei programmi ufficiali di addestramento i due metodi sono tenuti rigidamente separati, e cominciano ad essere associati solo occasionalmente U dove si tratta dell'indagine analitica de1la prima infanzia, specialmente del periodo preverbale. Il materiale dello psichiatra: suo valore a fini esemplificativi Ove il contatto dello psichiatra ospedaliero con i suoi pazienti proceda senza il beneficio della libera associazione, al di fuori dell'intimità della situazione analitica, e senza la riproduzione dell'espe· rienza passata nella traslazione, la quantità delle occasioni di osser· vazione deve compensarne la qualità, e questo tanto più in quanto nessun tipo di materiale umano osservato macroscopicamente può esemplificare più che un singolo concetto analitico. I pazienti psicotici, gravemente malati, che sono quelli di cui si occupa principalmente lo psichiatra interno nei comuni ospedali psichiatrici, offrono una preziosa esemplificazione di un'area particolare, e precisamente del contenuto fantastico grezzo dell'Es. In questi casi il contenuto fant::Jstico è visibile a occhio nudo poiché si presenta privo di ogni copertura e dell'attività dei meccanismi dell'Io che normalmente difendono la coscienza e la ragione contro l'intrusione dell'Es. Gli osservatori di un simile materiale possono quindi farsi esperti nella conoscenza della psiche inconscia, essere impressionati dal potere dell'Es sull'Io e convincersi della facile vittoria della irrazionalità sulla razionalità. D'altra parte, la loro comprensione delle infinite complessità della natura umana sarà ostacolata dal fatto che ciò che si presenta alla loro osservazione è il prodotto di condizioni di totale disgregazione. Osservare l'apparato psichico nelle condizioni peggiori, e ci~ quando il suo funzionamento è intralciato, deteriorato o distrutto, non crea l'atmosfera in cui si possa valutare il suo intricato e quasi miracoloso funzionamento. Sono pochi, perciò, gli psichiatri che unicamente sulla base di tale esperienza diventano ap·
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passionati psicologi, o un equivalente: capaci di recepire le complessit:i del pensiew psicoanalitico. Le varie nevrosi, d'altra parte, anche se osservate in modo macrGscopico, forniscono all'osservatore impressioni di un tipo diverso. Gli spostamenti dell'angoscia e le manovre elusive del fobico, il gioco ingegnoso fra impulso e difesa nella sintomatologia dell'ossessivo, la crudele e autocritica severiH del Super-io nei pazienti depressi e suicidi, non possono mancare di esemplificare i meccanismi psichici funzionanti in piena forza. Ciò che colpisce qui, in contrasto con le psicosi, è il potere dell'Io di tenere a freno gli impulsi, di controllare, di erigere barriere difensive, di fungere da intermediario fra le neces· sità interne e quelle esterne, o almeno, ove non sia conseguito un equilibrio permanente in una struttura del carattere, di restare collegato con le altre istanze interne in lotte incessanti. Non è forse un'esagerazione dire cl1e la prolungata contemplazione dei conflitti nevrotici crea nell'osservatore il desiderio di entrare nel campo di bat· taglia della psiche nel ruolo di agente terapeutico. Se accade questo, lo psichiatra ha fatto il primo passo verso l'acquisizione di un'impostazione analitica rispetto alla dinamica della psiche. Il fatto che sia il contatto con le nevrosi e non con le psicosi a promuovere questa importante evoluzione, contiene un'indicazione significativa per l'addeslr:nnento dei candidati psicoanalisti, un'indi. cazione che finora non è stata presa seriamente in considerazione dalle commissioni didattiche ufficiali. Nelle condizioni attuali, i fu· turi analisti iniziano perlopiù il loro addestramento dopo vari anni di lavoro solo con pazienti psicotici, e perciò spesso con un entusiasmo psicologico già smorzato e con preconcetti falsi. Ci sono ovviamente molti concetti essenziali per il pensiero psicoanalitico che le nevrosi, non meno delle psicosi, non esemplificano apertamente. I segreti sentieri fra corpo e mente, ad esempio, benché si rendano evidenti nelle manifestazioni psicosomatiche e nella sin· tomatologia isterica, restano invisibili in quanto tali nei pazienti adulti a meno che rion siano riportati in superficie da un minuzioso lavoro analitico. D'altra parte, queste stesse interazioni fra soma e psiche possono essere mostrate in natura con molte delle loro implicazioni normali e patologiche se si possono osservare i bambini nei primi mesi o nel primo anno di vita per scopi esemplificativi, In questa prima e~. si può dimostrare che ogni turbnmento emotivo, sia esso causato da frustrazione, privazione, angoscia, come pure ogni cambia· mento d'affetto nel bambino (o nella mndre) hanno ripercussioni vi-
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sibili sul piano fisico, cioè turbano l'alimentazione, il sonno, i processi di evacuazione del bambino, esattamente come si può dimostrare che ogni disturbo fisico, sia esso intestinale, bronchiale, infettivo ecc. produce uno stato psichico angoscioso, o di collera o d'infelicità, rendendo il bambino piccolo incline al distacco emotivo e a perdite rcgressive di vantaggi evolutivi recentemente acquisiti. Impressioni di questo tipo, se si offrono allo psichiatra in addestramento, non saranno facilmente dimenticate in 'futuro. La differenza fra i processi primario e secondario del pensiero e fra il funzionamento secondo il principio di piacere o il principio di realtà, è riconosciuta dagli analisti durante l'interpretazione dei sogni e il chiarimento delle fantasie. Per coloro che non sono impegnati in quel tipo di lavoro, questi concetti teorici possono diventare realtà pratiche quando osservano i bambini normali nel secondò anno di l'ita il cui comportamento oscilla di momento in momento dall'appagamento del desiderio guidato dall'impulso all'azione assennata e ragionevole in funzione dell'esplofazione e dell'adattamento alle realtà dell'ambiente. La totale dipendenza degli esseri umani dai loro oggetti d'amore, come si rivela agli analisti con i fenomeni della traslazione, può dimostrarsi pienamente agli osservatori attraverso le varie forme di stonforto dovuto a separazione nei bambini piccoli se questi sono osservati nel reparto pediatrico di un ospedale generale, in una casa residenziale per bambini abbandonati ecc. Le manifestazioni del complesso edipico e del complesso di evirazione sono visibili in qualunque scuola materna ove siano concessi abbastanza spazio e libertà al gioco e all'espressione della fantasia. La battaglia condotta più tardi per liberarsi dagli oggetti infantili è ampiamente esemplificata dalla ribellione aperta degli adolescenti verso i loro genitori o, in condizioni di gruppo, nei confronti dei sostituti dei genitori responsabili di loro. Generalmente, gli psichiatri non trov::mo difficoltà ad accettare la nozione degli stadi infantili della sessualit.!a pregenitale poiché l'esistenza di questi è loro comprovata dalla ricomparsa di tali stadi nelle varie perversioni che riguardano l'uso della bocca, dell'ano, del fallo, come nella fellatio, nell'esibizionismo, nella sodomia, nel feticismo, nelle pratiche omosessuali, nel travestitismo ecc. Similmente, gli psichiatri che frequentano i tribunali, dove incontrano casi di non riuscito adattamento sociale, riconosceranno più facilmente le immense lotte interne contro il soddisfacimento pulsionale e per il
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une alle altre, ampliate e sistemate nella struttura grammaticale cor· retta di un linguaggio. La lingua della psicoanalisi- se ci è consentito proseguire oltre con la metafora - è, allora, la psicologia, normale e anormale, che è il prodotto della sua tecnica e sta alla base della sua applicazione, cioè la teoria metapsicologica. Secondo questa teoria, non si ha un quadro completo di un essere umano o di un'azione umana, o di un fenomeno umano in generale se non è presa in considerazione una varieU di aspetti. Per costruire, ad esempio, l'immagine esatta di una persona in conformit/1 con le richieste metapsicologiche, l'individuo è visto da un lato come un prodotto e una particella dell'ambiente in cui è nato e, d'altro lato, almeno in età adulta, come un sistema psicologico quasi chiuso, cioè come una struttura psicologica a sé·stante. In quanto struttura ultima, ogni sua parte deve eSSere valutata dal punto di vista dello sviluppo. Le pulsioni sessuali e aggressive come pure le relazioni oggettuali di un individuo devono essere seguite at· traverso gli stadi consecutivi della sua crescita. Il suo Io deve essere esaminato secondo lo status dei suoi apparati, delle sue funzioni, della sua organizzazione difensiva; il Super-io secondo i suoi aspetti negativi e positivi, le relazioni oggettuali e altre fonti da cui è deri· vato. Poiché la divisione della personalità è compiuta secondo zone o parti, ognuna delle quali ha un proprio modo di funzionamento e persegue fini propri, i conseguenti scontri fra appagamento pulsionale, adattamento alla realtà e perseguimcnto di ideali sono considerati inevitabili. I conflitti particolari che sorgono da essi devono essere descritti minuziosamente poiché la forma, il contenuto e l'intensità determinano o la salute mentale di un individuo oppure, nei casi sfavorevoli, il tipo, l'ampiezza e la gravità della sua patologia. I conflitti sono anche descritti secondo la potenza relativa delle forze psichiche che vi sono coinvolte, e secondo le qualità mentali della coscienza, del preconscio o dell'inconscio legate ad essi. Conclusione Resta ancora senza risposta la domanda se c attraverso quali tappe, lo psichiatra in addestramento passed., dopo il primo incontro con i dati analitici manifesti, a questo tipo di pensiero, naturale per gli analisti, che combina gli aspetti genetico, dinamico, strutturale, quantitativo e adattivo. Indubbiamente, alcuni si accontenteranno
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.SICOANAUSI E ADDDTUNE!ml DE.o:omplìciUporentalco:onb ICQpofiHa d•lb:>mblno, •Vedi il caso dl11na bC$10Jiriscontracarcnte;ebeJnebelepononecolicldettt'nolmali possouo essere in FdO di ao:ordarc, uetloro lun'tioumento, iiiCOtfeaoe c coutnddizionidiompiaporbbJtnzasentireìlblsognodimttleTltoconfronto,clinasiunsere compromtS~i fra di esse, odi mttlersi su una qualunque delle altre vie possibili di una loroin~az.ione•tt'inlornoddl'arcadclt'locoso:~nl
l'analisi infantile. Nel trattare analiticamente i bambini, ho avuto la netta impressione che vi siano alcuni fattori di cui si può riconoscere l'importanza per il successo o il fallimento della terapia analitica. A parità di altre circostanze patologiche, i bambini mi sembrano meno in grado di rispondere in modo favorevole se una o più o tutte le seguenti quattro caratteristiche sono presenti in loro: 1) Una bassa soglia di tolleranza alla frustrazione dei desideri pulsionali. Quando questa è presente, ogni differimento o riduzione del soddisfacimento diventa particolarmente intollerabile. Le quantità di dispiacere prodotte dalla frustrazione sono maggiori del normale c vi è un'aumentata pressione verso la scarica immediata della tensione; ciò ostacola la graduale modificazione e !"'imbrigliamento" delle pulsioni, che Freud nomina come scopo fondamentale della terapia analitica. 2) Una bassa soglia di tolleranza all'angoscia. Questa si manifesta sfavorevolmente in due modi. Primo, quanto meno angoscia l'individuo può tollerare, tanto più presto egli deve ricorrere all'attività difensiva e alla formazione di sintomi, cioè tanto peggiori sono le sue possibilità di mantenere o riacquistare il suo equilibrio mentale. Secondo, egli è male attrezzato ad affrontare le quantità di angoscia prodotte dal processo analitico stesso (attraverso l'annullamento delle difese) e per farne un uso costruttivo. Quando la tolleranza all'angoscia è troppo bassa, l'interpretazione dei contenuti inconsci causa panico anzicl1é arrecare sollievo. 3) Un basso potenziale di sublirnazione. Quando la capaciU. di accettare un soddisfacimento sostitutivo non è integra o quando la persona non si è sviluppata oltre i primitivi, rozzi e materiali bisogni, vi sono poche vie per una scarica spostata e conseguentemente diventa più difficile ~imbrigliaren le pulsioni. La terapia analitica può liberare le sublimazioni che sono bloccate da inibizioni e di· fese; ma è un altro problema, finora irrisolto, se essa possa anche aumentare il potenziale di sublimazione e cosl migliorare la possibilità del paziente di trarre beneficio dall'analisi. 4) Preponderanza delle tendenze regressive su quelle progressive. La terapia psicoanalitica applicata ai bambini conta molto sull'integrità del desiderio di "avanzare e completare lo sviluppo" (E. Bibring, 1936). Se questo è insufficiente, o vi sono più influenti forze regressive, l'analisi è utilizzata dal bambino non per risolvere gli arresti evolutivi, ma come un'autorizzazione a ritornare ai primissimi livelli di soddisfacimento dell'Es e di espressione dell'lo, cioè a effettuare
DIPFICOLTÀD!LW\PSICOA.'ITATlVODICU.SSIFICAZl~DtLU.SIIITONIATOLOCIA
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situazioni. Oppure essi vengono sottoposti ad analisi quando sa· rebbero necessarie istruzione e guida; o alla guida quando solo l'ana· lisi potrebbe risolvere i loro conflitti interni. g altresl futile aspettarsi che ogni singolo metodo, sia superficiale che profondo, educativo o tcrapeutico, si dimostri efficace con disturbi così diversi gli uni dagli altri come, ad esempio, le formazioni di compromesso nevrotichc e gli arresti evolutivi; oppure, per quanto riguarda gli insuccessi nell'apprendimento, quelli causati da arresto, da regressione senza difese, e da inibizioni. I bambini nei quali si riscontra un arresto devono essere trattati, dal punto di vista educativo, a partire dal livello mentale loro proprio, un accostamento che fallisce disastrosamente se il bisogno terapeutico è quello di annullare retroattivamente le regressioni o di far emergere i conflitti alla coscienza, cioè di liberare nel bambino una potenzialità intellettuale esistente. Ove il diagnostico sì fermi allivello fenomenologico e non tenga conto delle differenze fondamentali che stanno alla base, tali cattive applicazioni terapeutiche diventano inevitabili. Lo stesso argomento a sostegno di una differenZiazione terapeutica (in base alla differenziazione diagnostica) è legittimo ove si tratti delle paure e delle angosce del bambino. ~ tanto futile dal punto di vista tcrapeutico rassicurare il bambino alle prese con l'angoscia di evirazione e il senso di colpa quanto sarebbe futile accostare l'angoscia di separazione allo stadio simbiotìco con sforzi analitici. La paura della perdita d'amore può essere diminuita con l'eliminazione della pressione esterna, ma solo in quei casi in cui l'origine sia ampiamente dovuta a cause ambientali; non in altri casi. Ove sia presente una paura dell'Es, come si è detto in precedenza, l'indulgenza dei genitori è un fattore di aggravio più che di sollievo. Quando i bambini commettono atti delinquenziali, è forse più evidente che in altri disturbi che il trattamento deve essere scelto secondo la causa o ambientale, o evolutiva, o nevrotica, o psicotica. Nessun tipo singolo di terapia, per quanto elaborata o costosa, o facilmente accessibile, può essere appropriato a queste circostanze ampiamente differenti. 2. ragionevole aspettarsi che ogni passo in avanti nel perfezionamento della valutazione diagnostica porti, a lungo andare, a miglioramenti nel combinare il disturbo e la terapia nel campo dell'infanzia. Questo mio contributo vorrebbe rappresentare un passo in questa direzione.
Appendice: La sintomatologia dell'infanzia
I. Sintomatologia propriamente detta 1) Sintomi derivanti dall'originaria non differenziazione fra processi somatici e processi psicol_ogici =manifestazioni psicosomatiche. z) Sintomi derivanti da fonnazioni di compromesso ha Es c Io= manifestazioni nevrotiche. 3) Sintomi derivanti dall'inuzione di derivati dell'Es nell'Io= psicosi infantile, stati borderline, stati delinquenziali. 4) Sintomi derivanti da cambiamenti nell'economia della libido o nella direzione dell'investimento= sconvolgimenti nel Sé e nella valutazione oggettuale,. stati depressivi, autismo, abbandono emotivo. 5) Sintomi derivanti da cambiamenti nella qualità o nella direzione dell'aggressività =inibizione del funzionamento, inclinazione agli incidenti, autolesionismo, crisi di aggressiviH. 6) Sintomi risultanti da regressioni senza difese= infantilismi, pscudodebiliU.. 7) Sintomi derivanti da cause organiche: a) da lesione cerebrale::: ritardo di tappe fondamentali, qualità ridotta del funzionamento dell'Io, cambiamenti affettivi ecc.; b) da carenze sensoriali o anatomiche= deviazioni nello sviluppo pulsionale e dell'lo, sconvolgimenti molteplici dell'equilibrio interno. II. Altri segni di disturbo 1) Le paure e le angosce (origine, contenuto, difesa, inRusso sulla patologia). z) I ritardi e i fallimenti nello sviluppo (organici, costituzionali, ambientali, traumatici; differenziazione dalla regressione). 3) Insuccessi scolastici (anesti nello sviluppo, regressione dell'lo senza difese, sessualirtazione o simboleggiamento aggressivo e difesa contro di essi,' inibizione nevrotica, restrizione dell'Io, fonnazione sintomatica nevrotica). 4) Fallimenti nell'adattamento sociale (ambientali, evolutivi, economici, strutturali, nevrotici, psicotici). 5) Dolori persistenti e sofferenze (psicosomatici, isterici, ipocondriaci).
L\ NEVII.OSI INFANTILE: CONSIDEilAZIONI CENETICHE E DINAMICHE
La nevrosi infantile: considerazioni genetiche e dinamiche 1970
Accettai volentieri di partecipare a questo simposio presumendo che sarebbe stato un compito semplice confrontare le idee attuali degli analisti circa la nevrosi infantile con quelle formulate mezzo secolo fa. Tuttavia, quando cominciai ad affrontare il tema in modo più ap· profondito, cominciai anche ad avere dubbi circa la sua IegittimiU e appropriatezza. Mi resi conto che mi apprestavo a confrontare due serie di proposizioni che erano nate in terreni diversi, rientravano in concezioni diverse c, in breve, non avevano abbastanza in comune per essere trattate come fossero sullo stesso piano. Concerione della nevrosi infantile all'epoca del "piccolo Hans" e dell"'uomo dei lupi" Suppongo che noi consideriamo le storie cliniche del "piccolo Hans" (Freud, 1!}08) e dell'"uomo dei lupi~ (Freud, 1914) come esempi cospicui di nevrosi infantili, e la disamina dei processi compresi nei loro disturbi come prove delle concezioni allora prcdomi· nanti a riguardo di questa manifestazione patologica. Se ci richiamiamo a questi esempi, non dobbiamo però trascurare nella nostra valutazione una differenza, di estrema importanza, fra passato e presente. La psicoanalisi, in quel periodo, non si occupava di psicopatologia infantile in senso stretto. L'interesse c lo studio erano concentrati sulle nevrosi della vita adulta, sulla loro genesi, la dinamica, la relazione con la normale formazione del carattere, la differenza dalle psicosi ecc. La nevrosi infantile venne a essere al centro di questo interesse solo dopo che fra le nuove scoperte, fatte per mezzo della nuova tecnica, vi fu quella che per la formazione
del disturbo dell'adulto erano fondamentali le esperienze infantili sottostanti, cioè che non vi è nevrosi adulta, sia essa un'isteria di conversione, una fobia, o una nevrosi ossessiva, che non sia precorsa da una nevrosi nella vita infantile, Inoltre, ciò che si dimostrava nelle storie cliniche sopra menzionate era il fatto che sia il disturbo dell'adulto sia quello del bambino avevano la stessa motivazione dovuta a un con8itto, la stessa costruzione, l'impiego degli stessi meccanismi, e che i loro sintomi rappresentavano identici tentativi di soluzione del conflitto, per quanto inadeguata questa potesse essere se considerata sotto l'aspetto dell'adattamento alla realta. Ciò che sto descrivendo qui è evidentemente la notissima formula che inquadra la formazione delle nevrosi in generale: conRitto seguito da regressione; mete regressive che suscitano angoscia; angoscia respinta per mezzo della difesa; soluzione dei conRitti tramite compromesso; formazione di sintomi. Si presumeva (benché non vi fossero prove a quell'epoca, non essendovi studi longitudinali) che la scoperta che ogni nevrosi adulta è preceduta da una nevrosi infantile non fosse reversibile; non tutte le nevrosi infantili sono seguite da una malattia nevrotica nella vita posteriore. Ne derivava un certo numero di implicazioni, tra cui le seguenti: - la nevrosi infautile è più frequente, cioè più "normale" come fenomeno che il suo riscontro in et;\ adulta; - molte nevrosi infantili sono suscettibili di guarigione spontanea cl1e si verifica nel momento in cui i radicali cambiamenti emotivi della prima infanzia sono mitigati con i'ingresso nel periodo di latenza; - dipende dalle esperienze della vita adulta che i conflitti dell'infanzia siano riattivati, che insorga, cioè, una nuova nevrosi. ~ universalmente noto che si cpnsideravano eventi precipitanti della nevrosi adulta i conflitti fra le tendenze sessuali attive e quelle passive, fra eterosessualit;\ e omosessualit;\, fra amore oggettuale e desideri di morte nei confronti delle stesse persone, fra tendenze pulsionali rozze di ogni tipo e le contrastanti richieste del Super-io. Costellazioni corrispondenti per la nevrosi infantile si rinvenivano nei tempestosi avvenimenti del periodo fallico-edipico in cui è probabile che si presentino i conflitti: conBitti fra atteggiamento edipico positivo e negativo; l'identificazione maschile e femminile; le ambi\'alenze nell'atteggiamento verso i genitori; i desideri di evirazione e le paure di evirazione del maschietto; i conflitti fra le diverse mete
nella vita rappresentate dalle diverse strutture all'interno della personalid. (Es, Io, Super-io). Era naturale ascrivere la nevrosi infantile, c specialmente il suo punto massimo, al periodo fallico-edipico poiché non ci si aspettava che esistessero, prima di questo periodo, una piena strutturazione della personaliU, piena forza e indipendenz::t del Super-io e, conseguentemente, piena capacità di sviluppare con· Ritti simili a quelli della vita più tarda. Sarebbe tuttavia un grave errore presumere che la nevrosi infantile ·fosse sempre considerata l'unico rappresentante della psicopatologia infantile. Molto semplicemente, a quell'epoca, era l'unico di grande importanza per l'analista che si occupava di nevrosi degli adulti. Rimanevano al di fuori del centro dell'attenzione le carenze inte~lettuali, se non erano di natura nevrotica; i quadri clinici, allora conosciuti sotto tennini diversi, che sono ora etichettati come uauti· stici", e i molti fallimenti del funzionamento fisico o mentale della prima infanzia che precedono il periodo edipico, non dovuti a un conflitto, e che sembravano di minor rilevanza per la nCVJosi adulta, anche se erano descritti in ogni resoconto clinico analitico in funzione di fattori preparatori o agevolanti.
La scena attuale Vi è una grandissima differenza fra questi studi del passato e la scena attuale. Ciò che ci interessa attualmente non è una valuta· zione intrapresa dal punto di vista del disturbo mentale posteriore ma un'elaborata mappa delle dillicolU mentali infantili in quanto tali, o, per esprimere la cosa più sinteticamente, l'enumerazione, la descrizione e la spiegazione di qualunque interferenza su una crescita e uno sviluppo mentale ottimali. Sulla base delle conoscenze delle fasi evolutive,· che abbiamo acquisito con le ricostruzioni compiute nelle analisi degli adulti, con l'analisi dei bambini, con l'osservazione diretta dei lattanti e dei bambini molto piccoli, tentiamo di assolvere a questo compito dalla nascita in poi, e la fase fallicoedipica si pone all'inizio anziché alla fine della nost~a indagine. Io contesto che, a causa di tali considerazioni evolutive, noi abbiamo abbandonato il regno della psicopatologia nel senso comune del tennine per addentrarci, invece, in un'area nuova con nuove compliOJzion~ vale a dire nello studio dello sviluppo della personalità piccolo-infantile. Sembra quasi essere un risultato secondario che, nel fare questo, noi registriamo anche quegli aspetti evolu-
tivi che, regolarmente, si prestano alla produzione. di conflitti e possono addirittura determinare in anticipo quali meccanismi di difesa l'Io dell'individuo sceglied di impiegare fra quelli disponibili e, di conseguenza, quali forme di compromesso e quale formazione sintomatica potrà adottare. Le reazioni psicosomatiche nella prima infanzia La distinzione fra la base costituita dalla personalità da un lato e la psicopatologia determinata dal conflitto dall'altro, è illustrata da ciò che dirò qui di seguito riguardo alle primissime difficoltà di un lattante nelle aree della respirazione, dell'alimentazione, dell'evacuazione, del sonno, della sensibilità cutanea ecc. Queste difficoltà, se non hanno un causa organica accertabile, sono .fisiche come manifestazioni, ed emotive in quanto all'origine. Esse derivano, da un lato, dall'interazione fra i modi congeniti di fum:ionamento e il modo della madre di trattare queste potenzialità, e, d'altro lato, da una specie d'infezione emotiva trasmessa dalla madre stessa, cioè dalla risposta del lattante ai suoi umori,- alle sue angosce, alle sue preferenze e alle sue avversioni. Gli affetti ingencrati nel bambino piccolo si scaricano attraverso il corpo; le sue esperienze fisiche possono trovare espressione nei suoi stati affettivi. Questo facile accesso dalla psiche al corpo e viceversa è normale, come sappiamo, durante il primo anno di vita e diventa patologico solo se pennane oltre tale periodo dopo che nuove vie di scarica si sono dischiuse tramite il pensiero, il linguaggio e l'azione. Ciò che qui è importante per noi è che questi eventi "psicosomatici" primari danno un contributo basilare alla costruzione della personalità di un individuo, specialmente attraverso le esperienze di piacere-dispiacere o di soddisfazione-frustrazione. E una vecchia scoperta che la soddisfazione dei primi bisogni corporei apre la strada all'attaccamento oggettuale e, in seguito, alla generale capacità dell'individuo· di rapporti oggettuali. In tempi più recenti, le osservazioni e le ricostruzioni riguardanti il primo anno di vita hanno dimostrato che una mancanza di equilibrio fra piacere e dispiacere, e specialmente un predominio della sofferenza e della frustrazione in questo periodo, possono impedire la costruzione dell'Io e/o provocare deformazioni e deviazioni durevoli dell'lo dalla nonna; che l'insuccesso di una mndre nel dare conforto adeguato al proprio .figlioletto può avere risultati durevoli per In successivn capacita o
incapacità generale dell'individuo a tener testa a un ammontare, anche normale, di dispiacere, sofferenza o angoscia. Que11o che è primariamente un attributo personale darà, secondariamente, il suo contributo alla psicopatologia del bambino. Che la forma e la forza dell'attaccamento oggettuale siano decisivi nella scelta della nevrosi i! generalmente risaputo. Le deformazioni dell'Io possono rendere l'Io del tutto inadatto a svolgere la sua funzione in una nevrosi infantile e possono condurre ai molto più anormali stati borderlìne. Un'aumentata intolleranza al dispiacere provoca quasi inevitabilmente un uso esagerato dei meccanismi di difesa dell'Io e, conseguentemente, una speciale gravità delle inibizioni e di altre manifestazioni nevrotiche. Vi è inoltre un modo ancora più diretto in cui i primi eventi psicosomatici contribuiscono a una successiva nevrosi infantile. Quali che siano i sistemi organici, le funzioni psichiche o le parti del corpo in essi coinvolti (pelle, tratto intestinale, respirazione, arti ecc.), essi rimangono da allora in poi più vulnerabili che il resto del fisico del bambino e ciò crea la cosiddetta "compiacenza somatica" di cui farà uso, in seguito, la conversione isterica. Il rapporto primario madre-bambino
La stessa differenza tra effetto primario sullo sviluppo della personalità e le conseguenze secondarie per la psicopatologia si incontrano nuovamente in quell'area del rapporto madre-bambino che è totalmente psicologica. Gli ingredienti sono qui, per quanto riguarda la madre, il modo in cui essa investe il corpo e la persona del bambino, narcisisticamente oppure di libido oggettuale; di libido o aggressività; positivamente o negativamente; con o senza cambiamenti e interruzioni significativi. Per quanto riguarda il bambino: vi è la sua reazione - a seconda delle sue capacità congenite - al coinvolgimento della madre, passiva o attiva; piacevole o penosa; soddisfatta e confortevole o frustrata ed esigente; d'amore, di odio, ambivalente ecc. Sulla base di questa mescolanza assai complessa trae origine l'atteggiamento generale del singolo bambino verso sé stesso e verso il mondo che lo circonda. Secondo un vecchio assunto della psicoanalisi, l'esperienza di essere amato nella primissima infanzia crea nel bambino un sentimento di sicurezza e di fiducia in sé per tutto il testo della vita successiva. Incontriamo di nuovo questo concetto nella letteratura
.... più moderna espresso in termini di fiducia basilare, considerazione e stima di sé. Questo determina da un lato l'equilibrio fra narcisismo e rapporti oggettuali, e d'altro lato caratteristiche personali come l'ottimismo o il pessimismo, il coraggio o la codardia, gli atteggiamenti espansivi o di ripiegamento su sé stessi. La rilevanza che possono avere per la psicopatologia è evidente; saranno decisivi per o contro la depressione; per o contro la scelta di meccanismi fobici
e così via. La costanza e la forza dci legami oggettuali primari facilita le interiorizzazioni e le identificazioni, e queste a loro volta da un lato arricchiscono la personalità, e dall'altro, preparano il terreno al conflitto fra le istanze interne, cioè alla nevrosi.
Le pulsioni parziali (prefalliche) Può sembrare illogico all'ascoltatore o al lettore che le esperienze di piacere-dolore, soddisfacimento-frustrazione del bambino rispetto ai suoi oggetti siano considerate separatamente da quelle detcrminate-dall'oraliUi e dall'analita. Ciò contrasta con la nostra esperienza psicoanalitica che queste due linee di sviluppo sono intrecciate e inseparabili, vale a dire che lo sviluppo di fase dipende da un suo normale svolgimento in presenza di oggetti verso i quali le pulsioni parziali possono essere dirette; e viceversa, che le relazioni oggcttuali, anche se formate dall'Io, derivano il loro potere e la loro intensiU dalle energie libidiche e aggressive delle pulsioni parziali e riflettono, nella qualità, gli attributi dominanti di questi primi stadi dello sviluppo pulsionale: sono relazioni avide, esigenti, dipendenti, incorporanti nel periodo in cui domina la zona orale; sono insistenti, possessive, torturanti nel periodo in cui domina la zona anale. Tuttavia, i contributi dati sia allo sviluppo della personalita sia alla nevrosi infantile dalle pulsioni parziali prefalliche sono diversi da quelli descritti in precedenza, e questo, secondo me, richiede una disamina a parte. Per quanto riguarda gli attributi personali e la for· mazione del carattere, naturalmente li conosciamo bene; entrano in questi o come residui della loro comparsa originaria o tmformate nell'opposto. Ma al di U e al di sopra di questo, sono della massima importanza per la formazione della nevrosi infantile sotto due riguardi: 1) perché preparano la strada alle regressioni, e :z) perché producono la base delle formazioni nevrotiche di compromesso che si possono veramente considerare preoonitrici della nevrosi infantile in senso stretto.
LA "BVaOSI UIPMITILI
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1) Per quanto riguarda la regressione: se consideriamo tipico dell'inizio di un processo nevrotico che l'Io dell'individuo si titiri da un conflitto in atto, da un pericolo o da una frustrazione regredendo a una forma precedente e più sicura di soddisfacimento, allora le pulsioni parziali assumono il significato particolare di essere le istanze le quali offrono l'opportunità di tali ritorni. E vero che sul versante dell'Io possono esservi altresl tendenze a ritornare al passato, basate su inclinazioni a perseverare, a mantenere modi precedenti di funzionamento c di espressione. Ma queste ultime, anche quando siano in evidenza, non spiegano la potente attrazione esercitata dal passato, cioè dalla forza che spinge indietro un singolo bambino, gli fa perdere importanti acquisizioni evolutive e lo impegna ancora una volta nel perscguimento di primitivi appagamenti di desiderio che erano già stati superati. Questi accadimenti diventano plausibili solo se consideriamo gli importi di energia pulsionale che sono latenti ai primi livelli c possono essere riattivati a seconda del bisogno, cioè se consideriamo i punti di fissazione ai quali avviene la. rcgressione. Questa ipotesi implica che gli importi di energia residui siano quelli derivati dalle pulsioni parziali. z) Per quanto riguarda la formazione di sintomi che precede la nevrosi infantile: è ancora più essenziale il fatto che sono le pulsioni parziali, cioè le tendenze sessuali orali e anali e le loro frustrazioni, che producono. i primi sintomi inequivocabilmente nevrotici. Questi possono essere di natura isterica, fobica o ossessiva, quali il dolore agli arti, reazioni fobiche rispetto all'ingestione del cibo e all'evacuazione, al sonno e al lavarsi, alla solitudine; inibizioni del tatto o della motilità; rigida insistenza sulla regolarità e l'assenza di cambiamento; intolleranza ossessiva dell'essere sporchi, crudeltà ecc. Palesemente, queste manifestazioni sono identiche ai sintomi di una marcata neVJosi infantile; ma a un esame più attento, si pongono in evidenza alcune importanti differenze. I conflitti su cui si basa questa sintomatologia precoce non sono fra le istanze interne, ma rappresentano principalmente degli KOntri fra un desiderio pulsionale interno al bambino e un'inftuenza vietante o inibente nel mondo esterno, e le sole eccezioni sono, sotto questo riguardo, quelle causate dall'ambivalenza che insorge non appena l'Io si è sviluppato sufficientemente da notare le tendenze in con· flitto c da essere intollerante verso di esse, I pericoli da cui l'Io del bambino si sente minacciato in quest'epoca sono attribuibili non aJla paura del Super-io, cioè a un senso di colpa, ma alla paura del mondo
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oggcttuale, cioè o della punizione o della perdita d'amore. La regressione dal desiderio proibito del momento a pre«denti soddisfazioni può avvenire o meno; se avviene, e se l'ambiente non solleva proteste, essa è spesso accettata dal bambino in quanto sintonica con l'Io. l sintomi stessi non sono collegati fra loro e organizzati in sindromi, come lo saranno più tardi, ma sono isolati e indipendenti l'uno dall'altro. Inoltre essi sono cambiamenti transitori, cioè soggetti ai cambiamenti che avvengono nell'ambiente, agli alti e bassi delle relazioni oggettuali, e soprattutto soggetti alle alterazioni evolutive in quanto all'importanza e al dominio delle tendenze pulsionali interessate. Possiamo dire che queste prime formazioni di compromesso rappresentano i primi tentativi dell'Io in sviluppo di fronteggiare la frustrazione, Ma, confrontata con la complessità delle nevrosi più tarde, questa sintomatologia nevrotica è diffusa, instabile e non organizzata. 1 La fase fallica Con l'ulteriore progresso del bambino attraverso il successivo stadio di sviluppo, qualunque psicopatologia egli manifesti assume la sua forma finale. Ciò che ci attendiamo dallo sviluppo è che si verifichino avanzamenti decisivi nella shutturazione, in ogni aspetto del funzionamento de1l'lo e del Super-io e ne1la capacità dell'lo di mantenere la propria. Se tali avanzamenti si verificano, i desideri persistenti e la paura della disapprovazione da parte del mondo oggettuale perdono la loro funzione di inftuenze patogene dirette. Vi si sostituisce la regrC$sione quando i desideri sono frustrati, e tale riattivazionc delle forme di soddisfacimento evolutivamente più precoci provoca ora una disapprovazione interna, cioè il senso di colpa. Conseguentemente, tutte le tempeste interne e le soluzioni di compromesso trovate per mitigarle sono allontanate dall'inftuenza esterna, diventano insensibili ai cambiamenti ambientali, e possono inibire, deformare o bloccare l'ulteriore crescita anziché profittare di uno sviluppo progressivo. Contrariamente a ciò che l'ha preceduta, la nevrosi infantile è ora non più la risposta dell'Io alla frustrazione delle singole tendenze, ma è un elaborato tentativo di fronteggiare il radicale sconvolgimento causato dall'azione dei derivati pulsionali" in conftitto: affetti conHit1 Uno desaiziono
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c:omplcl:l di quclb fase prcp:a. (C"Ome ritiene Ei$sle:r), questo potrebbe essere dovuto noo a una vìceada deDa puhionc in sl, ma a an aumento oell'attiviti di que3to partiC"Oiare strummto difCIISÌY, ciot la difesa mediante il cambiamento dello nrumento. 'Un'illurtruione dinica istrutti"" !Otto questo rìpardo ~ data cbll'c>pc1ien~ avuta con una bambina di tre anni, ìmpqnata in una lotta con la p~opri:a natura sol••ni3 e •llft$SÌ...,. Ua 1iorno ritorn~ dalla scuola matCIJLa e ra=nt~ trionfalmente come si
Quindi, con il crescente sviluppo dell'Io, il funzion:~mento del prOcesso secondario e la verbalizzazione, avvengono importanti cambiamenti nei canali attraverso i quali l'aggressività è scaricata. Ciò nono. stante, sarebbe un errore supporre che il pwgredire verso la mitigazione dell'aggressiviU sia costante. Non tutti i cambiamenti di strumento che si verificano servono allo scopo della difesa. 11 processo subisce un'interruzione a un certo punto, molto probabilmente al confine fra la prima infanzia e il periodo di latenza quando si ramifica in due diverse direzioni. Una è verso la mitigazione e il controllo della pulsione per mezzo della verbalizzazione: le parole, da allora in poi, dovrebbero prendere il posto dell'azione muscolare. Quindi il piacere del bambino più grandicello nell'usare parole ingiuriose, che simultaneamente servono alla difesa contro l'analità e l'aggressività. (Le "parole sporche~ anziché le azioni sporche; l'abuso verbale anziché l'attacco fisico.) L'altro ramo porta nella direzione opposta. Nel bambino vi è inoltre un crescente malcontento nell'uso di sole parti del corpo come organi esecutivi dell'aggressività e il desiderio di amplificarle introducendo strumenti, all'inizio giocattoli, armi offensive reali nella vita successiva: coltelli al posto dei denti; bastoni e pietre al posto dei pugni e dei piedi; fucili, bombe e veleni al posto di emanazioni dal corpo ecc. Il significato di questa scissione nello sviluppo è importante. Se accettassimo il detto che l'uomo che per primo urlò una parola ingiuriosa al suo nemico anziché gettargli contro una lancia fu il fondatore della civilU~, pohemmo dire allora che l'individuo che per primo integrò l'azione del suo pugno con il potere di uno strumento meccanico fu l'inventore del!:J guerra. Una prova della funzione svolta dalle parti del corpo come strumenti di aggressiviU si trova nel matCTiale clinico dei pazienti adulti in analisi nei quali si possono discernere i deboli, rudimentali accompagnamenti fisici agli affetti quali la collera, l'odio, la rabbia. Ogni reazione aggressiva di questo genere dà luogo a sensazioni; ad esempio, nel piede accoppiata con una fantasia di calpestare il nemico; o nelle mani, Con una fantasia di strangolarlo o schiacciarlo; o come il digrignare i denti come per mordere la vittima: Sensazioni come queste sono speci6che di un individuo e, nell'analisi, possono servire come indicatori del!:J fase infantile nella quale la sua aggressività è stata all'apice e prima che si sia instaurata la difesa contro di essa. M
fosse compo1bta Mbcne• ncllfuppo: "Non ho picchiato, non ho dato calci. non ho mO<SÌO::.tonasuno; ho mlbnto Jputatol'"
SULL'ACC~CSSIVITl
4· Studi dinici sull'aggressivitil Vi è stato accordo generale nel simposio congressuale .(vedi Lussicr, 197%) in quanto al bisogno urgente di studi clinici più dettagliati e imparziali rull'aggressività. Tuttavia, i contributi sotto questo ri· guardo hanno avuto più la natura di appassionate giustificazioni che di sobri e pratici consigli. Era lasciato al singolo analista il come e il dove ricercare il proprio materiale. I miei suggerimenti personali al riguardo sono i seguenti: a) Aggressività studiata durante Ja terapia analitica. Se accettiamo l'opinione che l'attività difensiva impiegata nelle nevrosi di trasla· zione sia qualitativamente la stessa che nel nonnalc sviluppo e soltanto quantitativamente esagerata, si possono estrapolare -dai tratta· menti analitici molte informazioni aggiuntive circa il destino _delLa pulsione aggressiva. Possiamo ad esempio intravedere attraverso il sintomo ossessivo del rendere non avvenuto un quadro dei lodevoli sforzi del bambino di "riparare~ ciò che ha danneggiato o distrutto comportandosi in maniera indisciplinata; attraverso i rituali osscssivi, la preferenza del bambino piccolo per l'uniformità come misura di sicurezza, intesa a rafforzare il suo Io nella battaglia con la pulsione; nel rallentamento dell'ossessivo, il passaggio del bambino dal comportamento aggressivo impulsivo alla capacità di interpolare il pensiero fra l'impulso e l'azione, cioè di "contare fino a dieci prima di dare sfogo alla collera~.
Nell'analizzare la fobia della scuola di un bambino, possiamo apprendere molto circa la lotta dell'Io con desideri ostili, specialmente con il desiderio di morte diretto verso la madre che sembra essere il punto culminante dell'aggressività infantile. Il bambino che soffre di fobia della scuola vi fa fronte con la sua incapaciU. a lasciare la madre, sintomo che esagera l'esasperato aggrapparsi alla madre intorno al primo anno di vita di aumentata ambivalenza, essendo quest'ultima difesa contro l'aggrc!ssh·ità evolutivamente normale. Di fatto, quasi tutte le vie normali dell'Io di controllare la pul_sione aggressiva durante lo sviluppo sono rappresentate nelle nevrosi di traslazione come elementi patogeni e possono essere studiate liberamente durante il processo analitico. Esempi familiari sono i seguenti: attaccarsi all'oggetto minacciato dall'aggressività del sog· getto, assicurandone in tal modo la sicurezza; evitare l'oggetto minac-
ciato dall'aggressività del soggetto, assicurandone in tal modo la sicurezza; negare o rimuovere il lato aggressivo di una relazione ambivalente, ponendo enfaticamente in risalto quello libidico ecc. Inoltre, i trattamenti analitici al di là della categoria delle nevrosi di traslazione possono essere estremamente proficui per lo studio dell'aggressiviU.. Mi riferisco qui alle oscillazioni fra omicidio e suicidio all'interno di uno stesso individuo (Karl Menninger) che mostrano l'aggressiviU diretta alternativamente verso il Sé e verso l'oggetto. Oppure ai tentativi di automutilazione e di suicidio compiuti dagli adolescenti (Friedman e altri, 197:1.) che mostrano come l'aggressivit:?i si sposti fra il mondo oggettuale, il Sé e il corpo come fonte di ogni male.s Vale inoltre la pena notare, in tale connessione, che l'analisi infan· tile, non soltanto di casi specifici ma in quanto tale, offre possibilità nuove di studio clinico dell'aggressività che, fino ad oggi, non sono state utilizzate sistematicamente. Non c'è dubbio che nell'analisi infantile abbondi il materiale aggressivo. Questo può essere dovuto allatto che l'azione motoria, uno degli strumenti principali dcll'aggressiviU., non è esclusa come mezzo di espressione, oppure al fatto che l'atmosfera permissiva della seduta analitica agisce più efficacemente per liberare le tendenze aggressive che quelle sessuali; oppure è dovuto al fatto che l'analista tollera più facilmente gli attacchi aggressivi alla sua persona che quelli sessuali, poiché la troppa tolleranza sotto quest'ultimo aspetto lo fa apparire seduttivo, Qualunque sia la giusta spiegazione del fenomeno, è innegabile che, contrariamente alla precedente aspettativa, l'aggressiviU primeggia sulla sessualità nell'analisi infantile, domina la messa in atto e il comportamento di traslazione del bambino e pone problemi di tecnica, molti dei quali restano ancora irrisolti. •Beocb~ stati simili oiano ..,,; nella prima infanzia, ne abbiomo attualmmte uno in tnttommto alla ffimpstead Clinic (in •~lisi con la sip0111 S. L. JobNOn). E un bam· bino di quattro anni e meuo, rio:over.to atla Clinica percM uccideva de1li onimali, c pcnM JmPCI,tato di voler slraniLb Alpert e Peter Nent..ner che operano ncsli Stoti UDiti, e Miobael Bolint in G~:~n Brotop~. il quale Ila introdotto il concetto di ftdifeUi bm1ari~.
l'uno dall'altro, l'ho fatto per la rilevanza che questo ha ai fini diagnostici, tecnici e teorici di ogni analista. In quanto è in gioco la valutazione dei casi prima, durante e dopo la terapia, la mancanza di distinzione fra patologia evolutiva e patologia conflittuale provoca errori anche troppo frequenti ai giorni nostri: i sintomi nevrotici sia nei bambini sia negli adulti sono direttamente collegati con i primissimi avvenimenti nel primo anno di vita di un bambino: un assunto che costituisce, a mio avviso, una pericolosa scorciatoia. Ciò che realmente accade in quei primi tempi, dato il rapporto reciproco fra lattante e madre, è lo stabilirsi delle fondomenta per la costruzione della personalità, cioè l'inizio più o meno positivo di un11 serie di linee evolutive. Qualunque scontro si verificl1i a quell'epoca procede esternamente fra il bambino piccolo e n suo ambiente, non internamente, in una struttura non ancora esistente. Ove la privazione e la frustrazione siano eccessive, non ne deriva una formazione sintomatica ma un regresso evolutivo. ~ solo nel corso ul· teriore della differenziazione e strutturazione che le risultanti deviazioni dalla crescita normale restano coinvolte nei conflitti adeguati alla fase che gi~ conosciamo. Riguardo alla tecnica dell'analisi infantile veniamo a trovarci di fronte ad alcune domande inaspettate. Se accettiamo il punto di vista che la psicopatologia dell'infanzia abbia una duplice causazione, una radicata nei conflitti, nella difesa e nelle formazioni di compromesso, l'altra nei processi evolutivi, non abbiamo alcuna ragione di credere che le stesse misure terapeutiche siano ugualmente efficaci in entrambi i casi. Ci troviamo su un terreno che ci è familiare con una patologia nevrotico-conflittuale in cui l'interpretazione fa emergere nella coscienza un materiale rimosso o altrimenti protetto da difese, e aiuta l'lo del bambino a trovare soluzioni alle sue lotte interne non più basate sull'angoscia, sul panico e sui fraintendimenti infantili della realtà.. Ci rendiamo conto altresl che, nella misura in cui le patologie sono collegate,. il lavoro analitico eliminer~ le regressioni e lever~ i conflitti paralizzanti dalle .linee evolutive. Ma quando il progresso evolutivo stesso sia carente o squilibrato a causa o di condizioni innate o di condizioni ambientali, non possiamo aspettarci che l'interpretazione annulli il danno, anche se chiarifica il passato e aiuta il bambino a trovare modi migliori per farvi fronte e sopportarne le conseguenze. Se, nonostante questo, il bambino trae profitto dall'analisi anche sotto questo riguardo, un simile successo può essere dovuto non al lavoro propriamente analitico ma a commistioni con
la tecnica quali ad esempio un nuovo attaccamento oggettuale positivo, una nuova identificazione del Super-io, una nuova influenza, o anche un'esperienza emotiva correttiva che, nell'individuo in et~ molto giovane, può rimettere in moto lo sviluppo arrestato. Per quanto riguarda il pensiero teorico dell'analista, uno sguardo più attento alle linee di sviluppo può contribuire a trovare una ri· sposta a tre interrogativi aperti. In primo luogo, ci siamo sempre chiesti che cosa detennini la forza d'urto patogena di un avvenimento. Facciamo qualche esempio: per alcuni bambini, la nascita di un fratellino o di una sore11ina rappresenta un punto di svolta nello sviluppo a cui può collegarsi qualunque patologia successiva; altri superano la cosa con grande facilità. Cambiare casa può essere per alcuni un'esperienza traumatica, per altri un'esperienza piacevole. La malattia fisica, la separazione da un compagno di giochi, la morte di un genitore hanno conseguenze molto diverse per individui diversi e in et~ diverse. Possiamo ottenere una comprensione migliore di questo se colleghiamo l'avvenimento con il punto particolare sulla particolare linea evolutiva che ne è interessata. Ci rendiamo conto allora che l'arrivo di un fratellino o di una sorellina ha un significato diverso prima o dopo che siano raggiunti gli stadi della costanza oggettuale o de1l'ambivalenza sulla linea che tende all'indipendenza emotiva; che l'influsso della malattia fisica dipende non solo dall'adeguatezza all'età della paura di evirazione ma anche dalla stazione raggiunta sulla linea che va verso una proprietà e un'amministrazione indipendenti del proprio corpo; che la perdita di un genitore cambia totalmente di significato a seconda del periodo in cui avviene e che ha un diverso valore patogeno negli stadi dell'unità biologica, dell'ambivalenza infantile, del bisogno di coinvolgimento edipico, o nell'adolescenza quando il distacco dai genitori è un compito evolutivo che non tollera interferenze come l'eliminazione reale dell'oggetto. Il cambiamento di casa, pur rimanendo presenti tutti gli oggetti umani, può dimostrarsi traumatico nei caSi in cui il bambino piccolo si è allontanato troppo dagli oggetti umani verso quelli materiali. In secondo luogo, lo stesso ragionamento, applicato ai meccanismi di dilesa, può gettare luce sul problema della loro cronologia. Sap· piamo, ovviamente, che la rimozione non può mettersi in moto prima che sia avvenuta la divisione della personalità indifferenziata in Es e Io; o che la proiezione e l'introiezione dipendono similmente, nel loro uso, dalla capacità dell'lo di distinguere fra il Sé e il non-Sé.
Pos~iamo ora aggiungere che la somatizzazione, e il suo uso successivo nella conversione (compiacenza somatica), diventa più compren· sibile se la vediamo prevalentemente basata sulla linea che conduce dalla scarica fisica alla scarica psichica, causata dagli arresti e dalle rcgressioni che avvengono su di essa. Alla regressione come difesa fanno ricorso più facilmente quegli individui il cui intero progresso su queste linee è stato esitante e oscillante. l meccanismi ossessivi non possono essere usati prima che due delle linee evolutive abbiano raggiunto il loro culmine, cioè la linea che va dalla scarica fisica a quella psichica e la linea che va dall'irresponsabilità al senso di colpa morale. Infine, possiamo sperare che l'ulteriore studio di queste connessioni ci fornisca anche qualche indicazione utile per rispondere a un inter· rogativo che ha pr~upato gli operatori in questo campo fin dagli inizi della psicoanalisi: il problema circa la scelta deJJa nevrosi. Quello che possiamo capire fino a questo momento è che il tipo di patologia che un bambino presenta è tanto strettamente collegato con l'intricatezza dei suoi processi evolutivi quanto lo sono il suo carattere e la sua personalità.
LA PSlCOPATOLOGlA CONSIDERATA SULLO SFONDO DELLO SVILUPPO NORMALE
La psicopatologia considerata sullo sfondo dello sviluppo normale 1975
Introduzione Nello scegliere un titolo per questa relazione, sono stata incerta fra due titoli possibili: quello che alla fine ho scelto e un altro, che sarebbe stato: "Collegamenti fra la psichiatria dell'adulto e la psichiatria infantile". Benché essi sembrino abbastanza diversi nella formulazione, spero di dimOstrare in ciò che segue, dove i due temi coincidano. 1.
Il primo oggetto dell'indagine psicoanalitica
Vonei iniziare con un breve sguardo alla storia della psicoanalisi. Primo oggetto dello studio psicoanalitico furono le nevrosi. Questo non fu dovuto a una predilezione del fondatore di questa nuova disciplina, ma alle esigenze della sua pratica privata. Tuttavia la natura della materia sottoposta a indagine si dimostrò decisiva per molte caratteristiche della teoria che si stava evolvendo. Poiché le manifestazioni nevrotiche hanno origine nel profondo, la psicoanalisi si pose a studiare l'inconscio. Poiché esse sono dovute a conflitti tra forze interne, essa divenne una psicologia dinamica. Poiché i conflitti si risolvono a seconda del potere relativo di queste forze, si sviluppò il punto di vista economico. Poiché le radici di ogni nevrosi affondano nei primi anni della vita di un individuo, gli aspetti genetici della teoria ebbero una parte preminente. Tra l'altro, quest'ultimo punto rappresentò anche la prima opportunità di far rientrare la psicopatologia infantile nell'orbita dei terapeuti degli adulti. :. Ampliamento dell'ambito della psicoanalisi Tutto questo, naturalmente, non fu che l'inizio della storia. Non ci volle molto tempo perché l'esplorazione psicoanalitica ampliasse il
proprio ambito, pur mantenendo sempre il suo impegno terapeutico. Dalle nevrosi il suo cammino procedette verso le psicosi; dalle inibi· zioni sessuali alle perversioni; dalle turbe del carattere alle delin· qucnze; dalla psicopatologia dell'adulto all'adolescenza; dall'adole· scenza all'infanzia. Già nel 192:5 possiamo leggere in Freud (p. 181): "Il bambino è diventato l'oggetto principale dell'investigazione psicoanalitica; da questo punto di vista ha preso il posto del nevrotico, su cui la psico· ana1isi delle origini aveva concentrato il proprio lavoro. n Benché questa affennazione, al tempo in cui fu scritta, fosse più profetica che basata sui fatti, gli analisti infantili l'accolgono ancora attualmente come motivazione e giustificazione del loro lavoro. In effetti, dipende meno dalla crescente dissezione della personalità dell'adulto e più dall'analisi infantile e dall'osservazione analitica dei bambini piccoli se possiamo registrare due importanti risultati: 1) una mappa dello sviluppo della personaliU. nonnale e, :z) il rilievo dato ai suoi dettagli nella valutazione della psicopatologia dell'adulto. J. Ricostruzione e osservazione diretta Per quanto riguarda la mappa dello sviluppo, sarebbe ingiustificato, naturalmente, se gli analisti infantili pretcndc:~ero il merito mag· giore per la sua messa a punto. Fu la ricostruzione compiuta nelle analisi degli adulti, e non lo studio analitico diretto del bambino che stabili il fatto di una vita sessuale infantile con la sua sequenza di fasi libidiche; l'esistenza del complesso edipico e del complesso di evirazione; la linea evolutiva dell'angoscia, dall'angoscia di separa· zione, paura della perdita d'oggetto, paura della perdita d'amore, angoscia di evirazione .lino al senso di colpa; la divisione della personalità in Es, lo e Super-io, istanze interne, ciascuna delle quali per· segue un proprio scopo; il progredire dal processo primario al processo secondario nel modo di funzionamento; il graduale costruirsi di un'organizzazione difensiva e così via. Agli analisti infantili restava il compito di apportare correzioni ovunque il contatto diretto con il modo di funzionamento del bam· bino non sembrava confermare ciò che era stato intravisto dì lontano. C'era ad esempio il problema che nella ricostruzione, nessuno sta· dio evolutivo primario appare mai nei suoi veri colori, poiché ad esso sono regolannente SOVIapposte le caratteristiche che appartengono alle fasi successive, anche quando sia avvenuta una regressione nel
rapporto di traslazione; oppure che ciò che appare nell'analisi poste· riore come avvenimento traumatico unico può essere stato in realtà una serie di accadimenti simili, condensati in uno unico nella memoria dell'individuo. Ma accanto e al di là di tali correzioni di minor conto, emergeva un assunto fondamentale, e cioè che la rico· struzione che si compie nell'analisi dell'adulto è sbilanciata inevita· bilmcnte verso la patologia, e trascura gli accadimenti evolutivi normali; che è sempre ciò che resta conflittuale e irrisolto a non trovare quiete nella psiche di un individuo, e ad accogliere volentieri l'opportuni~ di riaffermarsi nella situazione di traslazione catturando e monopolizzando cosl l'attenzione dell'analista. Per contro, gli impulsi soddisfatti, i conflitti risolti positivamente in senso adattivo scompaiono dalla vista entrando a far parte della struttura della per· sonaliU. Sono stati superati nella crescita c non resta incentivo a una loro riattivazione in un tempo posteriore. Mentre dunque gli analisti degli adulti si fanno esperti nel rintracciare le radici della psicopatologia nell'infanzia, solo gli analisti in· fantili sembrano avere la chiave per la descrizione del corso seguito dallo sviluppo infantile normale. 4· Quadro dello sviluppo normale dato dall'analista infantile Aspetti "anormali" della norma. ~ forse necessario far rilevare che la crescita e lo sviluppo normali, visti dall'analista infantile, non appaiono come una linea piana e ininterrotta che va dalla prima in· fanzia attraverso il periodo di latenza, la prcadolescenza e l'adele· scenza lino a una sana maturità. Al contrario, ogni singola fase evolutiva come anche ogni singolo passo in avanti si rivelano contenere elementi concomitanti di disturbo che sono loro specifici. Prendiamo come esempio il primo anno di vita del bambino. In questo periodo della vita sono tipici gli stati di diffuso sconforto a cui sono soggetti tutti i lattanti. Noi li consideriamo precursori normali della successiva angoscia e come tali inevitabili. Ciò nonostante, diversamente dall'affetto d'angoscia che è causato e sentito psicologicamente, quegli stati possono essere originati e sperimentati sia sul piano fisico sia su quello psichico, e richiedono il massimo di cure, consolazioni e attenzioni sia per il corpo che per la psiche da parte della figura materna. Essi costituiscono quindi un'istruttiva illustra· zione del doppio regime che governa il funzionamento in questa prima eU in cui il corpo e la mente dell'individuo interagiscono libe·
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ramente: l'eccitamento fisico come il dolore, il disagio ecc. può essere scaricato attraverso l'inquietudine mentale mentre l'eccitamento mentale come la frustrazione, l'impazienza, la nostalgia può trovare sbocco attraverso il corpo, in disturbi del sonno, dell'assunzione o dell'eliminazione del cibo. Questa duplice fonte ed esperienza di tormento disturba sia il bambino piccolo sia il suo ambiente. Ma niente può impedire che esista finché la crescita evolutiva stessa non altera la situazione creando nuove vie psichiche per la scarica degli stimoli psichici tramite l'Io che matura (pensiero, linguaggio ecc.). D'altra parte, questi nuovi sviluppi, per quanto siano benefici sotto un certo riguardo, contengono, sotto un altro, i loro rischi. Ne sono prova i disturbi del sonno che appaiono frequentemente al limite fra il primo e il secondo anno causando disagio sia al bambino sia alla madre, generalmente nella form:. del non riuscire ad addonnentarsi. In quanto osservatori analitici noi attribuiamo queste turbe alla riluttanza del bambino a rinunciare alle funzioni acquisite di recente quali il suo dominio emotivo sul mondo oggcttualc e l'interesse del suo lo per l'ambiente che lo circonda. Entrambe le funzioni sono d'ostacolo al bisogno di riposo del corpo e interferiscono sul ritorno al distacco n:ncisistico e all'abbandono degli interessi dell'Io, condizioni preliminari per il sonno. Ci sono altri esempi di difficoltà cl1e sorgono a causa del progresso evolutivo. Le capacità motorie avanzano a passi di gigante nello stadio in cui il bambino comincia a camminare, ma non vi fanno riscontro, dalla parte dell'lo, avanzamenti simili nel controllo motorio e/o nell'apprezzamento del pericolo costituito dall'altezza, dall'acqua, dal fuoco, dal traffico stradale ccc. Di conseguenza, il bambino piccolo è soggetto ad avere incidenti, fatto questo che pone enormi richieste di protezione da parte deJI'ambiente. Simultaneamente, la crescente complessiU. nel rapporto madre-bambino inRuisce sull'assunzione del cibo. Poiché il cibo e b madre sono ancora uguali per il bambino, ogni sentimento ostile o ambivalente verso di lei prol'Oca rifiuto dèl cibo e causa inoltre interminabili battaglie, nocive dal punto di vista dello sviluppo, alle ore dci pasti. Altre manifestazioni evolutive "normali n sono gli inquietanti scoppi di collera che, prima dell'acquisizione della parola, sono il modo tipico del bambino che cresce di scaricare la rabbia, la frustrazione, la collera ecc. con il principale coinvolgimento dell'apparato motorio. Vi è anche un ec· cessivo c tonnentoso aggrapparsi che accompagna la graduale scomparsa dell'unità biologica fra bambino e madre, cioè i turb:!mcnti
all'interno della fase di scparazione-individunzione che è descritta da Margaret Mahler. Gli inquietanti tumulti delle fasi successive hanno caratteristiche che ci sono ancora più familiari. Evidentemente non ci si può aspettare che il bambino nello stadio sadico-anale fronteggi le sue tendenze pulsionali da un Iato, c le richieste ambientali dall'altro, senza trovarsi in una situazione di conflitto, di pena estrema c di tempesta èmotiva, che sfocia in occasionali regressioni con concomitante perdita delle funzioni acquisite o con scontrosità, riottosiH, ostinatezza, o con caratteristiche ossessivc legate alla fase, quali l'insistenza sull'unifoTmità e la routine, e crisi di angoscia ogniqualvolta l'ordine c la regolarità autoimposti siano infranti dall'ambiente. Per quanto riguarda lo sviluppo fallico-edipico, noi non ci aspettiamo che il bambino fronteggi le complicazioni emotive che l'accompagnano e gli aumenti di angoscia senza collaterali prodotti patologici. Molto prima dell'avvento dell'analisi infantile, uno dei princìpi psicoanalitici accettati era che questa è l'epoca in cui tutto il tumulto di angosce, affetti e conflitti si organizza nel quadro clinico di una delle nevrosi infantili. Qualunque sia il destino di quest'ultima, sia essa transitoria o permanente nel suo influsso sul progresso evolutivo, rappresenta il risultato sommo del singolo bambino nella sua lotta per adattarsi simultaneamente al mondo interno e al mondo esterno. Rilevanza di questa mappa evolutiva per la psicopatologia dell'adulto. Parecchie sono le voci in questa mappa della crescita normale che i terapeuti nel campo degli adulti possono trovare rilevanti nelle loro valutazioni della sintomatologia. Possono ad esempio essere più facilmente comprensibili le malattie psicosomatiche nella vita adulta se le si considera come sopravvivenza del regime psicosomatico che è legittimo nella prima infanzia. Benché le porte di comunicazione fra psiche e soma non siano mai completamente clliuse per nessuno, come provano i mal di capo dopo un turbamento psichico, o i disturbi fisici che si accompagnano all'angoscia ecc., esse sono più aperte in alcuni individui che in altri, e da questo dipendono i contributi psichici ad affezioni gravi come l'emicrania, l'asma, l'ipertensione, le ulcere gastriche ecc. Inoltre, il modello di alcuni disturbi del sonno nella vita adulta ha qualcosa in comune con quelli descritti per la prima infanzia. Anche se lo stato psichico depresso o agitato dell'adulto insonne differisce nel contenuto da quello del bambino, identica in entrambi i
.casi è la penosa lotta fra un corpo stanco desideroso di rilassamento e una mente inquieta incapace di liberarsi dall'eccitazione. Vi sono alcune altre caratteristiche dello sviluppo del bambino norm:~le che .sc!Vono da modelli per la patologia posteriore. Uno è il legame del lattante con la madre, precursore dell'amore ogget· tuale vero e proprio, che si basa sui soddisfacimenti ricevuti da lei. Alcuni disturbi della vita amorosa adulta quali la frivolezza, la pro· miscuiU. ecc. si comprendono meglio se li si considera come residui di questo primo stadio, del quale è rimasta una ponione troppo grossa. Similmente, gli attacchi d'angoscia dei pazienti isterici possono essere paragonati agli stati di panico dei bambini piccoli prima che l'Io :~bbia acquisito i meccanismi psichici che difendono contro l'angoscia e riducono il panico debilitante allt1 forma adattiva del segnale d'angoscia. 5· Requisiti preliminari dello sviluppo nonnale Nel descrivere la catena di eventi che conduce dalla completa im· maturiU. del lattante alla relativa maturità dell'apparato psichico nell'età della latenza, abbiamo sottolineato il fatto che il progresso - 2nche se normale - è r;osparso di conflitti, di turbe emotive e di stati penosi; che è altresl interrotto da ric:~dute regressive e segnato da arresti temporanei; in breve, che esso non è né piano, né facile e privo di ostacoli, né indolore. Ciò che non è stato sufficientemente messo in risalto 6nora è l'esperienza che proprio questo movimentato progresso è estremamente vulnerabile e soggetto a una varietà di mi· nacce. Noi vediamo che il processo evoluti"o dipende dall'interazione di tre fattori: la dotazione naturale, l'ambiente, il grado di struttu· razione e maturazione all'interno della personalità. A condizione che tutti e tre rientrino nella nonna prevista, il bambino arriverà ad ogni fase evolutiva cruciale con il giusto equipaggiamento interno c incontrerà la giusta tisposta da parte dell'ambiente, cioè avrà una possibi· lità di crescita nonnale. Se però uno qualunque dci tre fattori devia troppo dalla media, il risultato evolutivo sarà distorto in una direzione o nell'altra. Esempi di avanzamento evolutivo normale. Il fatto che le acquisì· zioni evolutive non siano dovute a fattori singoli ma abbiano basi molteplici è illustr:~to in relazione ad alcuni esempi nella letteratura tlnalitica infantile. René Spitz (1958) descrisse dettagliatamente le
origini del primo legame del lattante con la madre e ne delineò tre requisiti preliminari: un adeguato avanzamento nella capacità libidica del lattante; una normale maturazione dell'apparato percettivo che consente al lattante di volgere l'interesse dal proprio corpo all'ambiente che lo circonda; un coinvolgimento libidico sufficiente della madre verso il bambino, espresso in una manipolazione confortevole e soddisfacente. A condizione che nella vita di un bambino nato normalmente, queste varie influenze siano operanti e interagiscano, sarà raggiunto il primo gradino sulla scala che porta all'amore oggettuale maturo. Similmente, Margaret Mahler, nell'esplorare le complessità della fase di separazione-individuazione nel secondo anno di vita, ci fa costatare quanti elementi siano necessari per riuscire a superarla: una sufficiente maturazione della motilità che consenta al bambino sia di allontanarsi dalla madre sia di avvicinarsi a lei; nell'lo, il dispiegarsi dell'avidità di sapere e della curiosità; sul piano libidico, un certo avanzamento verso la costanza dell'oggetto e la uliducia di base" che permette una temporanea separazione senza sconforto; da parte della madre, la sua disponibilità a liberare il bambino dalla stretta unione con la propria penona, ad accettare e addirittura compiacersi del suo sto; a sit...azioni ed eventi in· so\ilì,?>osc.;aunanuoYOiingw, 564· 67; c:areou nell', to6o; del b:lml>ino ritardato,6;7;enevrosiinfantile,uoo; e >viluppo carente della penonalitl, 94>;inca~itldi,61(1;woia!e,o78
Adottamento 101:iole, 454.40$, $16,615, 7"9'1:·• 712, 8oB, ho, 8u, 837,848, 8so. 86o, 88o-8o, 88;; dilettoso,l47: e difeso, 81)0; insucc:co:si Mll', 1084>&. •o88;weressionenell',8n;vtdianche IX!inquenu; Cruppo; Socializzazione Adotto C. P~ 63> AddQ; fonte dell', uns11.;incon· troll.ata, Sn. 119!: inibioione dell', s68, 810: libc.-azione dell', •H, 6so, >05>: lotta ct~lturale contro 1', 794: meSSI in attoe,nell'analisiinfaotile,76S.79•: meta dell', 111); modo di tratbre l', 9SO: nei lnmbini. "'7JU.: nei bam· bini oi primi passi, lll"'l·l Mi ciechi, I076:neigruppidibambinipirxoli. 514; nel bombino, IOSS!I·l nd bambino e n~ll"adulto, 78J; ntll'adoleseea"I:O, 6o, oooosg.,I004Sfl.;llellanerrosio=i. va,9)8;nellavitadi1fUppodcibambini piccoli, fl4: nel rappolto padrcDrlio, >6J: 0/IBCtli simboliçi investiti di, 819; O&BCIIO dell', 1114: orale, 406: pndita dell', 6o6, 6o8; prodotti del corpo investiti di, 81~; p:roic:zione dell', 857: 5: turbolenta, 776: volutazionc dell', 864 'l·l v.aria>.ioni qu~ntita· ti•e dell', 907: verbole, 461, n;-41; versoaliadulti,s4osg.,56on.;virile, (IO>: vcdiaaeheldentificozione:AniO. scia; Colle.. ; Comportamento; Crudelli; Fanbsia: Libido; Madre; Morte; Rela· zioni oa;etluoli; Sodismo; SC$So; S•·i-
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Agorafobia,84>,870,911 Airhhom A., 40, 74, us·•7. zu, all9, 4S>,468,6o4n.,6>9SS.,64>,770n., 88>,886,8s.•o•6 Aleolinno, 907511., 918, IOISii· Alcolizzoto, 88, 97 Ale .. nder F., 191, 918n. Alimentazione, >97""301, HOSJ., 44)·47, t68,8os. B•s'l.,8>9, 8w,90>,o>J: abit11dini ri•petto all', Ilei bambini in campo di eonoerrtramento, H•·n: ntoregolazione dell', d.a parte del bombino, 438, 44•. 445, 447; come sto•ira del· !"eccitamento ftS!Uale, 61•; difficolU nell',ost:disordininell',>97-o9;di· lturbideii",>)0,140,>8}.411,4•0. 433"47. ~49, sls, 6o,, 6o6, 694-96, ,o6,,68, 111. a.J,.., Bn.B77SK·· >o6o;I,>O(I4,>097:disturbidell',vilti evolutivamente, 1001; disturbi nel'fOtici dell', 4J411., 419'47: disltnbi orpnici dell',414'1·:eaurasivili,44)Sfl.;cma· Jtllrbnione, S40·S•: metodicoraripcrl', 4Jli-3Q.S>o;~iooll'atteuiamento
dell'odultovenoileibo,8o7,8>1-14; piacnr:ncll',Jo.t;prauinoi!Nlerelati"' all',llelleistituzioni,>0911·JPIOilt:ISi improvvisi nell', 8n: u>.ionale, P>S$01· rio all', a. ..,•. 877;ritorno a model!i precedenti di,l36, h8; su ric>biosta e .a orario fisso, 8o•'l·· 8u, 874,881: vedi and1e Autwlimenl;l>.ionc: Cibo: Fase orale Allattomento al wno, 290. ao8, )20, 4H. 440,877;eolbiberon,8oz,8o6,8u,
,,
Alleanza tflfllpculic:a, 641o44, >011,10>6: ncll'ona!ìsiinfonti!e,6sz, IIO(I,nn Alle~mrnto, 174'1·· 4H·57, 66osg.; apo plica•ione di scope.rte p;~ir:oanalitiçhc all',48>,so8:cono$Ctn"I:Opsicoonolitico opplioot.aall', 617,705, 7u: eanolisi
infantile, 66J; quondo mOJICI. il padre, Jsssg.;..ediencheEducnione Allonbnomcnto, 1>9, ~osg. MAUontanoniN,8oJ;vedianehe Famijlio AlpertAup>to,810,QJ1,H48n. Altruìsmo,440,1n6 Ambi~;~~te, 769, 78o, 788, 79Sse., 1Q88oo, 815, 8>4, 8oo, 84o, 84~. BsB, 88Q, 907,917, u61; adattamento all', 4H !g.; rome ntensionedella famiclia,4SSJ o:on8itti interni i11H11Sibni 1098; ed crcdit~. 494; 6CS~ibile, 4S7; intera· zionefnln8uenu:innatee,7DS;In!Cffercnzedell',sullasviluppo, 10l6·J•, 1D8asg.,1c88,uco;Mnarcisistico•,aoo; ~nollll31c•, 988, lD17; primi o:ontra1ti tra bambino e, 881-84; ttraJ>Cutio:o, QQS Ambivalenza, 66, 181, :teo, •s•. >78, J61,4>4.4>7,SCO,SIJ,S49,Ssfi,s6o n., S70,61HJ,7Q1,1QJ,SOQ,8n, B1s,8•9,B66.870,876se.,9,.,o•J; chepnpctuaio:ontlitti,9l8;oonRitlo di, &.n. 867,872,1095,1097, uso; ncioonfrontidcillC'Iil01i,10Q>;nella IIC\10. di perdita dell", 108; pauta dellapri'"llzioned',u8;pcrditadell', 415,451, s8Jsc .• Bso; rclationcd', 1oos; "viscetale•, 440; vedi aorhe Am· hi.. teoza; Amore opcttwle; Relazioni ow:ttuali Amore, Ofllclto(i) d", 810, BJ•, 8)6, 849, 8o>,Q5Q,1oco;allontanolli4a\primo, >59"6>; ambiwlenza \'eTIO 1', 51J; di entrambii>ts$i,attacca.mcntoaii',SQ6, 90l:dilcseconlro1li,64o;dipcndenza ;eoarci!i<mo,4s•.s:ra;oe\l'odolcscenza, >H 11.; ~i onehc Amore; Fratello; Madre; Modre-bambino,tapporto; Rclationi ogscttuali Anolisi: "sei.,..llia", 594; 7>;eanalisite••· peutiCI, 170-llo; c materiote incan~eio, >70-74; problc:mi dell', a69-lio; re.idui trasbtivinonri!Oltine\1',279;ri.,..litl. con i fratelli nell', 117; sottomiSo;eeon-
Vol. .1,pp. 397-'7S6
Vol. J,pp. 7S7·tt72
1176 Ritto intnpsithic.l, 919-~7: e c.lntenuto inc.ln1Cio,6sl;ecuree=ive,66z;e dedu•ionì tt.ute dol rompo•tamento, 778; e diktti evlutivi, I02S.Jo; e di$hPbi evolutivi, 91011-: cd edua:jone, 70·8); c ICIIÌIOJi, vedi Genitori; e interv:ollo trz csplo1ione dclh malattia c ini•io deltnttzmento, 6o6; e lo xbie· nto .Wla parte dcUc rtsistcnzc, 783, 788: elementi wzpeutici e catero•ic diagnostiche nell', 02S.)o; c moncanza di cosbnra o&Scltualc, 79>; c 0('\'JOSi infant:o1e,917,911·zs,oz8, noo; eoswvozioncdirelta,?10,?18-&o;cpediatria,70s;epJo61odia,rnosticonei diversi momenti dell', 86J; e opia e indatine nell', 917; parametri dell', o•;; p:re-.-mtivz e ltJapeutica, ou;primo-di,vediPiceololfans; P;rlsultzti dell', h sa .• 6sz, 66Jss~ 91111'-: XGpo dell', 664; $CUOIO inslcsc di, v~di Klein Melanie; 1t81JÌ\a da 0113\isi otll'adolescenzo, 04011'-, 04711'-: sele:zionedeiwiper1',41o-IS;SOCJ10nell', npg., 1lt: status dc1J', 1105, 1115; lllumenlidel1',78i;lec:nicadeii',JS-3l, 781, u1o-16, ll41);1eonicakleiniana di,4o8-IO;Iecnithtlllllencll',pc:rdare liberosloiOOiprocessipreco~~sc:icin ~o, 68
cons; vedi anc~e Analisi simultanea di aenitori e 6gli; Resistenu; Terapiz;Ttaslnione Anolìsi simultaneo di genitori e 6gli, 706
•·
Analista didattico: come figura autoritaria, 178;Nme figurare:ale,o76; romeislan"" siudiante, •76•1-: come ouetto d'identi6cazione,>78Sf. Analista inFontile, 11-fOi alleato del b>mbino contro i 5mitori, 40,47: alle.to dell'lo """"'io del b:lmbino, ~1; analisi penonzle dell', 6s8, " " ' attepiamento dell', rispc:Uo olia tcrminz:ione delJ'on.alisi, 6s8·6>; autori\:1. dell', 49; che ca"'bio un sintODio eslnneo all'lo, 43'11-.~7;theinNs-a;iaicon8ittiper
nsol•CJh,9as;eheottimedaiaenitorii1 raecontodcllalllllbttia,sosg.,s6,6o; ehe promette lo euro, )8q., 47: che si ali:~ =mivamente al bombino, 6s8~;eheJirendeutileeindispen.a
bile, 4115., 47; che si IO'llituisce all'lo ideale del bambino, 77; come lo ousiliario,7QJ,011,QJO;comenuo•oogaetto, 67-69, 11. 19oss.; come ouetto di esteriorizzazione, 702-94: come ocaetto di \h>bziOntlibidicae IUJOSSÌVI, 791sg.; come pericoloso tenbtorc, 64 sg.; come pc:nollll "reo\c~ nella vita del bambino, 661; e bambino mabto, <JS: educa•ione dell', ""di Analisi infantile (adcleolr:nnento nell');lottadel\',ron l'ambiente Jamilia•c, ~5. 47; riconoJcim.ento dell", 11141 JiH; all'infa.W. e p;lico.onolisi,S7S'll-:opozienties!Uni, o86:ellettidella,IJ6-J6;10Ci:olc,49J; spl:fimentotadi~mentedalbambino
edoll'odulto,IJ7S8· Assi>tenu matCJna, pcrdit::a dell', 147: ~edi anche Dolo«:; Lutto Assistenu residenziale, oBJ-oS; contin11iti nell",w•-os Auociarione libera, •sho:., 164~6, 48J, 488,49J,S07,SU,S94,66o,7n,9S4,
90711. Attaceomento: alla bambinaio, po sg., }40; ombiamento Nntinuo di, 101, Hl: dipendente do cure 6siche,
n•.
'"
Atteniomonti: innoti, 519-u; passivo-masochistici,BJI Attenzione, opociti di, 8s4 Attes-a, 4J7SJ., 44J ~Am di testimonianu", 799n. Atti monoti, 9J, 161 Attività, 191, n4, >J8n., oo8; inibizione dell',8s6;rutrizionideD', UJ·:J0,87; vedionche Conflitto; P:ouiviU AttiviU outoerotiche, 768, 8o}, 846, 874,
!~;,.!~:;m;ooue, 918n.; vedi anche
bambini in campo di concentramento, S47•S1, H4;eleo:oto, 571;prqenitolc, 811; '"lr=ione all', 811; vedi anche Attività autoeroticloe; Masturbuiou Autolaionismo, 1o69, I07J, 1075, 1088 Autotidulionedl;llabme,4+' Autouc:rvazionc, 170. 594,791, QIJS8· Autostima, 8zosg., 864, 888, 1027, 1oo6 Avidi!~, 104, 297'111•, JJ1$11., 417, 441, sn.-;o8,77S,814,846,86>,8n,8tlq; restrizionede\I',J>3·16 Avvenimenti, 70QSI., 8o~-o4, ll..to, tlq1, 901-Si.,9>6;estcmi,tradu:r.ionedi,in uperienu intenu., 8o1-o4, 816-~8; intorpretuione dteli, da parte del bam· binO,I4J$11. Awenh>r3, 811, 8z4, 861 Azione{i), 167, ~ss. 107•; controllata dall'El, contrapposta a quella controllata doll"Io, 1016; controllo delle, 428; di un bambino che tiene conto d~lle sue comeeuenze, S1J; c d~iderio, 771, 828;ebntosia,n7:elinauoggio,IOI7; cpensiero,887,tOIS;tVtac«l dall'ambiente circostante, 6Qasg.; dif· 6eoltidel, ncllapreodolescenu, 46775; di ~:enitori pavcmente disturbati, I017;dice-nitorio..essivi,Qo7:dicc· nitorit>$icotiei,8oo:dim.adredeprn'", 8•s;dipcndcnz:adel, 196, "9· 144, 78; dilobbedienza del, Q>J: distrutti· ..,, 7u; doppia m0131e dd, 7418-0 e dcboleuadclpensicroapp;orknenteal pr<eSSO $CCOndario, 8os••·• e ddnioramento del ploCCS>O seeonda1io nello $latodiw:~:lia,8J4SI.;cducatiinsruP po,soJ,s•s·7•;edue~zionedel,o8S
Qo<J,>o.t:eduazioneril:biesladallcpulsioni libcr.itcdal,7s-&;caoccntrico, ..cdi E~QCC~~trismo; e persone che si CUQnodilui,QQl"'S;cprivaziooc,..cdi Privazione; fattori euQtivi nel, 7o6; funzionamento p$Ìthico dd, SIJq.; gcnerositi dei, 116, n• sa-., 17>: gioc-hi amorosi lr:l, J18 sg.; pavcmente tnumati:tZati, 7Q>, 8oo;handicappoti, 985, 994, >OJI, 1076, oo88; imm:~tu· riltdell'opparato.sessualedel,8o4;im-
Vol. :,pp. 397-756
Vol. J,pp. 757-117Z
potftl10dcl,708;indillcrcnt~~dcì,pcr
i sentimenti altrui, )O)Sg.; induliiCJUO ccccssiVll nel tr~tt.ore il, 700; in!Oddi· ofatto, 88, 97; intcllett...,litli nel, ~s7 sg.; intellettuolmcnte ritncbti, 910; intcrpret.o~onc degli awcnimcnti btta dol, 8o)-o6; invtnionedciruolicon l'adulto,dopartcdcl,oooq.;istituzional~Dato, 8oo, roo7; molattie liliche del, ""di M~lottie organiche; 11Ule fisico del, l'flli Molattia orc:mie/1; maltrottati, 841; manifcsi.Woni nevtotid!.e nel. r&6; meno importante per n senitorcdiquantoloèilgeuitorepo::rlui, 990; menomati, 6n, 677, Boo; menom ..ioni Ol113nichedcl, &6a, OJO; minorolo, 81;normole, infclidtl dc1,849SC·i olfatto del, oos; Opriocorpodel,oo~6sl.;ospcdalizz:a· IÌ,711;<Wervuioneanoliticadci,u~;
ossornzioncde1,87Sil.,91,101..,_.,11S >f.; ossemozione dirctt.o. del, 71o-8o;
O;Iicotieo, In; privi di madre, 791, 817: J>JO~lo melal>!icoloaito del, 86>-68; rw;olti inpuppi,ols;rapportipatoloi"icidel, oll'intcmo della famiglia, 70)n.; rapporto del, con altri bambini, 710, 8o), 81811 .• h1, b7, 861, Boo; ropporto dd, eon i scnitori, ~94511.; reazioni fobiche del, 10071 rcmir4i..,, 4H sg.; rit.o.Tdoti, 847, Bn$8.; sc:ombio dcllcpart.itrogenitoric,47lSS·;sc:or· 1itli di Htendenu curati...,~ nel, 781; seduzionedc1,1oo,10)11f.,1099;sen"~one del, di nserc moltntb.to, soo; sensozionedcl,diessercpcllCguitato, H8q.;seNOzionedcl,dicueretl"uar· nto, 140; senq genitori, l'flli Orfani; sintomi neYJolici nei, 1149; sottomesso, 87, 97, 716, llo4; sottom..so ol p;>dTe, 616; sottostimolati, IOZ7; spinb del, a ottenere soddisfacimcnlo pulsioll:lle, 782'1.; spinti allo TÌccrca di un 088tlto perduto, 84J; studi lonaitudiulisul,78o,8t8;•viluppodel,oQ.4q., >09"11. 24~-47; 254; iwiluppo delle potcnzi:rliU inlllll~ del, c porttcip;>zionc della mad!e, Ol>; teorie KS3uoli dtl, 768, 8o4, 8tJ, 878; testimone dell'o. n•iddio della madre ad opel"ll dd 113· drc,6u,?z6;tcstimonedclnpponoscs'U3lcdcigenitori,lo)>;trascuroto,llo'l-, 07, usq., allo, 7>S; troppo "buoni~, t4o'l·:unitibioloi"icadcl,c6,988sg.;
f,. tendcnualli•ccpallivc, 79), BsB. li6?;inconsc:i,74,81;inevitobi\c,4o4: intttioriuato. >09, uo, l4>i intcllisle-mki, 66J, 79), 9!8, 954,974: intrapSi· chici, 919·>7; intrasiltcmici, 791, 9!8, 954, 974; masthili c femminili, 79lo 8s8. 861: m•nifnti, 661; motivazione identiaperidi>turbiinfontmcdtali adulti,a09>;nellafaseanale,776;nella nevrosiinfantile,>OQ>;nclbpreadolesc:cnzo,467-?s;n,..rotici,66),7)1,79Si 868, 88a, o•6. 9;6, aoq, 1041, ao8J: •normale~ c analisi infantile, 910,1100; pSichico, IUS·a8; riguardo alla masiUT· bnione, 46>~4; s~ra libera da, 4!4: struttur~li,814,1078,109!:lrafattori
quanlitotivicq..alitotivi,o48,a6);1ra impulsi opposti, 191, •9S. >H; tra lo colletti, 17U(I.; tra lo N Es, 619,6)6, Bs8,866,88Q,9>So9J8,IOH;tuloe mondo aterno, 19S-7<se.,•77,1994,U8.>41• 48, >Sl. ~she.; tra lo e Supcr·io, 187 se-.•9S,>59,494,6>9,857,8U,9J8; transitoriepennantnti,916;traodioe amorc,858;tupulsioni,494; traSuperioepu\sioni,l87se-.•9J,145,2S9; valutuiont dei, 866s11.; valutozionc in base a tipi di, 8~711"-: vedi anche lo (:orudeii",HberadaconRitti);Sviluppo Confusione, 8)2 Consultotio(i), 978; pcdiatrici, 9~4, 985; PliCOmedici per l'infaMia, ?Osn., 1o8s
...
Contatto cutaneo, an ControinV<slilllento e ncvrosi ossc:s.iva, 9!7,947
Voi.I,pp.I·J96
Controllo sfiot~rico, 709, So8, 814·16. hl, b7, 8J>; .-NianchePulizia,addcstramentoalla Controttaslazione, 1o6o Convmione, a8z, ~s•, 87ose.• 1o68, 109S;l7 Corpo: abiliù del, ho, Su; bi.osni del, :r6S,796,80Q,Ba,84Q,81)·:r6,884; o:onfu1ione tra limiti ckl proprio, e di quellodellamodre,Bu: d.J,oli!ÌCattolo, 8aQ, ha; del bombino come ptoprict:l. cklla madre, 146q.; del bambi· no, di•intcreue dtlla madre per iL, S.s; delb. madre, (iochi del bombino •uL, BoB, Su, 819, 8.46; della madre, in•idiadcl,9oo;disponedelproprio,Bo8, 88,777; interlcrcnzesul,68•,684, 701; interftrenze su\L'ori6zio del, 68~ 84; invntimento dei prodotti del, 815; rn•-cstimento libidico ckl, 144·47, 1)06; investimento naroi>istico del, 8a?;linoc ~luti•-c•ersol'indipendenz:adel,8u
z8; mab.ttia del, vedi Malattie orpni· chc;preoccup..ioniperlasalutcdel proptio,8a?se-:ripercussionicorporcc sulla psiche, JOOQ.; sipi6oo.to simbolicodelleintcrfcrcnzesul,68.4:soddi· •fazionedellcnecessiùdc\,687SB.;SO· vr>invcstimenlo dtl, 147; Piluppo del, 8:19;vulnerabilittdi0fpnispcci6cidcl. 1071,1094'1· Corpo e psithe, 68a.$8., 1071, >094i divisioni tra, 10~8 Corpoepsiche,internione,9s6.9sS•II·i nella newosi .....,,;,.,, 948; problemi relali•iali',?OOSC-,QJS,Q49o77•Sfi.,7Bssr.,8)a,8s4;allar· prnento dello, 785, 917; portare allo, •69-77,194,nS,n9 Cosc:ienzo mo .. Je, 110, 181, JS7, )6~. )7J sg.;svi\uppOcklla, H, IIQSfl.,?$711., 76to794,888;vedianchcSuper·io Costonzo oucttualc, 1017, aoh; ...di anche~tto
Costitu>ione,J48,•s•,4>7,494o719o798, 8oo,h4, 8SQ,878,QOJ,lOSOia".,IOS9, ao8•, ao88, uoo;vcdianchAmbicnlc; DotazioRC; Eredi!~ Costriaione a ornngiore, IJ7, 14011". Country Housc, no Creotivibl, 619, zo6osr. Criminalitl, 97,451,497, so8, 619, 64>, 770,87111., 881-074;COIIlCCOIICIJOriad~nosliC~~ntU'in
fanzia, a&>-$; e tntl:lmealo analitico, 1>09; •cdi anche kocialit;l; De\in7,468.774,8o7 Cun(c): in bmiJli>.oJiidat:nia, 1o86;orto· pcdidlt, •H--4>: •parlata", >04S Cure materne, 6a8-o, 798, 8o8, B•J, a,. sc., 88Jsc.; dc6cicnzc nelle, 688-o}o; mancanu di, Cis..; priYazione delle, 715; •edionche Lattante; Unit;lmadrcb::lmbino Curiosit;l, ao6,n6,H4SC-,J67,6o9,6>&, 8o9,ç,;o;dirctta•crsol'inlernodclcorpO, 815; infantile, l44·S4: infontile ndb •ituuione i1titu:tionale, H7•S4: inibilionedel\o,aS?,870;ru:iconfronti dell'aulisl:a, 277; >=uale, 277,146, )48-$4.J70,6oo;J,616,,.,,71,10jl Cypno de Brr~noc, 1J6-J8
0.\r C. D~ 900 D.ann Ceruud, 516, SJ4fl., SJ8, S4UJ., S44"46.Bo.s6J,s66••· D.annSophie,s•li-7•·9•sn O.n:tinga-Lotte, H711· O.tig
DovisClaraM.,4JO O«ll.ione, s8sse;. o.r.........., c;Ome ""''"" dell'e«ibmento acssuate,Bl• De6tienza mentale, 415, 410, 578, 88•, 887, 89>,119:ioneconlo disoocialit;ldei~nitori,89J;etollcran
"'albfrustra:tione, 8&6;ewluzioncdelb,innevrosi,9•s;fottoriqlllntit:ati•irespomabili delb, 89•-J; manato S'o'i· luppocampletadell'londla,B(II;me!$11 in atto noi, 101~·110 provocata da coscic~~lpevole,9>J;trattamentoana·
liticodel, uo8; Ytdi anche Criminalit;l Dc:lirio, 10)5g., 110,:1(1, >074 Delusione(i), 209, a.;, n7, u7, =n se .• .,6, 438, 4~•. ""'· 47•. 487, ,.,s, a.~.
a4Q, 8;s, 861, 119•; mancaft%;1 di reazioneall:a,l76sa-.;tollcraft%;1delle,8o8; ytdi anche Genitori Demcnt W., 104sn. Denora, 499 Denti,444:vtdionche Mordere Depmione, 48, 4J4, 46J, ;84, 66J, 798. 8o4, 007, os6, o67, 1009, ,.,..~. •osa, 1074, 1o88, 10116; anaelitica, 81o; dello madre, hs; disluTbi del !Onnoe, 876 'i·; nell'adolescente, Ci.!J; nelb madre, r.~:~::!adre; ~i anclte Malattia; MeDcses.suali=:tione, 614; vedi anche Neutu.liu.uione; Sublimuionc Desiderio(i): au;rnsivi, 417, 428; owes· sivo, truformuionc del, J$7; anali, 4>7,44S;apl'3f'lmentoallueinatoriodei, 8Jo, 8&6; appo.pmento dei, 421, 4>J, 4l7·JO, 494, S>J, s77. ;h, 8~1. Bso. 861,886JI·U, 410,44s;sessuoli,tra•fonna:tionedei, )S711.; socldisfuione del, >JI·JJ; tra• ~~:·tefra•tnzione dci, 6;4: vedi onche Destrezza, aumento di, sn·S7 Deul3do Helene, >8sn .. 1040., 26o, 6Jo, 64an. Devio>ionievolutivc,u6t Diai"Oii, 410, 441, 48.!, 49&, 500, 66(1, 677; cbssi6cazione delb sintonutolo8il dell'onfanzla,to67"88;deidi>turbidc\l'alimenb:tionc c;Onnessi con un oggetto çstcrno ma C~~us.ati da ~nRitti interni, ai<J;deidisturbide\l'infan>:io,sos,6o:oos; del bambino nonnale, 8a6; della pervtrsioac, oos: della repessiane come J>IOCI!I!Oincor!0,8J8;dcsc:rittiva,lo68; difficolt)di,comparondo colloqui e materille analitic;O, 674; c doti compOrta-
u8s mtutali, 595; e OUef'r.l:i~ne, S9~; e ncconto delta otoJìa del baP>bino, 8o6; e ricac:o om:rvativo, 6o3; mor;ri della scgnol:nione,86J;pl'e~,voloredello, pU eli scopi delllattomento, 6os-ro; vedimchePsicopatologili;Sintomo Diasnosi dilfeten:iole,· un; tra ane:sto ewlutivoeropessione,I4, 8ss11., 956, Q6o, 967,914. 1148; abituale, 711; ade1uole all'c~, 86s, 8Qon.; al servizio dello lilltito:ionc delle pubioni e dell'ocbttomento, 890; olter.azionc dello, 1014;anali$ldel!e,159.16JIB··•6668,191-94, 1054; amn~ di, 1081; al· tac:coimprowil0delle,6u;cbi:siservo110dcl sistema motorio, 87a; che ul.ili~ uno processi pubionoli, a6s; COIPpOrla· mento perver10 come fun:ione del sistem..di,QOQ-11,91SOCOncettofreudio· nodi,17911-iWtllroglial'fetti,•7•·78, '9'11·• 194; wntrogli impulsi prcsenitoli, 640; contro i desideri anali e uretroli, B•s•II·O contro i dtsidtri femmi· nili,QOI,,..;controildispiacere,844. Bso;wntro i lcpmi oucttwoli,IS.t711-i eot~tro il scntimmto di ptrdito, )6o; con!IOI'owcssivitt J09S8.,107J, 1015; contro l'awesrsiviti della bse preltnible,87o;coniiOI'anSO$CÌlldiCI'illtione, 88o,I07Q;CDntrO]"aniOSCÌOdÌSCfl'lrO· :.ione, 911; contro la PISSivitt 1011; contro l"opPipmenlo dci bisogni ~sio lociei, .6..16; contro le fonti esterne c interne, par.allelìslfto delle, 109, au, 117, n1, z!S.tsc.; contro \t pubioni. 88o;C%0llolociadelle,8o7.8Qo;clq\i stimolipenosi,l91,:104,>18;daipericoli simbolici, 1o84; del bambino, contributo della modre per mantrn~re le, 7Q7;della bunbina nella fase follia.. QOQ;ealtmzionidelJ'Jo,I050,I052iC .... Hsiinfontile,66a,788,9oo,oa6;e angGcia, 1051. 1078; eccessive, 637, 6590 e dispiocere, 1o6J: ~!etto st.obiliz:z.onte d~lle, o-t8; ellicatio delle, Us; eformuionesintomatic:a, IO'J>;einibi· ziaiiC,1017iCifle«:onilmidifronlol• gillmmto, 661; e nevrosi, 1041; eq,.,1i. brio delle, 86s, 8Qo11.;e lflt'CSJione delle fun:ioni dell'Io, 8)7; ~rerot.o
h•"··
Vol.
1,
pp. 1·396
atti•itlidi,907;estiledell'Io,94SOe sublimazionc, •on; c sviluppo, 6o4; c tecnic:oanalitia.,•o54·S9;etolleranu dell'on1oscio, 86o, 86a; e tr.aumo, 718 Sl.,71111.;fobica,867;funzioneadat· liYadd.b,6o.t;ianororclc,ncll"inter· prctoziont,778;incon1fUC,IO>J;insintonio con l"lo, >6JSI.: inlellettuale, 94•;intensib\delle,8;rcversibilit1odelle,IIQon.; rischio di ridurre le, 1050; KClb delle. •7•sr., rlo-84, no. 164q.; SOJPC ... 66•;spc:ci&cbe,uwectenivodi,9J8; sl.odi preJiminui di, 1H·1:10; IUC«SSO e follimcnto delle tcenicbc di, uoq., >63-65;mluppodelle,g6r Difna, mecc:onismi di, 11 so; dassi6c:ozione cronoloaica dci, 184-l6; come materiale pc:rl'ol$01\'llione, 774'1"-i eon!IO ù ..,. dinnoorale,444;COn!rolapassivitli, 138, 144;CI1Ulisiinfantile,409iC conSitlo,417o4>S·Jo;edanneegillmcnto delle funzioni dell'lo, 418-30; enumero»onedei,L7Qir.;eintcrventocbio6o, I;J, 1o,6; psioosomatici, 6u, 700, 7o6sg., 71Jn.;mpil"ltori,IH7. oo6o,>071 Disturbievolutioi,777,871·8o,t;117,0>0 1g., ronoctto di, IOOOSJI.; rcaziooi adolescenziali come pmtotipi dei, IOO>-o4;tran1itori,1oot Di\'ieti, UJ·16 Dotore/Solrcmt%3,1o69,101J,I08S,Io88, 1004;>«:reseiutodall'anltoseio,I4JII.;
•o••·•6;
diOTiginenonorpoÌCI,Io8s;evila· mento del, 1o6o; reaziooea\, oJ6, 141; reazione al, come fattore diaan8;in· Busso dcii", 114-16; ini>io dell', alla,... seita, o8, 100; metodi di. 107541·; nel· \'infan•iaenellalatcnz:a, n8-u; pJczm dell', 1151i·o uo; seopi dell', 100 sg., 106; s6ntCI'ia, 1490 paura dell', 1o8o; potere dell', •ull'fo,47,lSO,U8-4'!,)S4, Enoopreuia, '-49 416,418,497, s•B, sso, 774o176se., Ener,11ia 6sioa: ncutrali""'l:l, 614; ~rilOr ... ~ lloQ, 811,957, IOJI; e bambinaia, 342 e "fluttunionc~ di, 614; tradounaz.ione ss.; fallico, ho, 007; indiseriminoto. ).4L;infontile,n8-41,l4S;inihizionc dell', 614; vedi ancheln,·estimcnto; Lidell', 870; tnsforrnuione dell', )44; bido; Pubioni En&l, w:di Kmntdy Enal Hanna vedi anche- Fontasia Esibizione di indumenti, )41·41 Enu:rcsi, 116. 156, 412SJ., 410, 554, S94, E•istcnziolismo, 482 6>Q,7«i,7>Jn.,84Q,866,IO]O ~Espei'ÌCIIZ;I emoti•·a COIC.,IOIQ Dotazione; Sviluppo Erezione,8pn.,Qil Esperimcntiocçidcntali, so1, 567-71 E1ikson E. H., 484, 6)0, 648 F.$lcriorizzuione, 788, 791-94, Q>lli·• Eroilmo, 720 Eroli•mo:anolec ilm.oosiare, 444•46; cu- EllL a~n>.al-o, 719 Elcfoses.~uolitl, 897SC-, QOI-4 laneo, 777, Q06, 1114, 1007, '0040 utclralc,zOQQ Elnologio, 71 Euforia, 798,1045 Erotizzuionc, S.s; vedi anche LihidizzaE""cuv.ione: di!lurhi dell', 957, •o6o·11, •ionc;Seuuolizzazionc 1094, IOQ7i e perdita del oontLollosfin· "J::norilondameolali",66) tcrico, 2Q6; ~edi anche Enooprersio; Eruzioni cutanee, QU Enuresi Es,,u-z6,4J4,49S'97,6J9SC-.766.'169. Evt-nto(i): che oppap un desiderio apo 777,854SB-,8$7, 8J{i,D,01SSB-, propriotoalla fase, 7U;dii'US:l.,.lutoIOUsg.,lo.jQ,I052,10]8,IOQ);In:lli.si dell', ISQ-6>,16S-68,170SC.;analisla zionedeeli, da parte del bombino c dci come rappresentante dell', 79);attribuli eenitori, 610511.; e previsione, 6os; lceltatradiversi,perl'in-..estimento,6u dell',co~~~eostaoolialla SGC~Lin:rzione, 8811-Qo; cambi quantitalioi nei deri ... li Evenlo(i) lroumatioo(i), 7>•·>1i modi per dell',84o;costiluzionedc1L',aon;c oflrontoseeli, 7z6ss.; risultato dell', analisi dei simboli, 16oq:.; e analisi 7>4;wlutazionedeeli,6•Q-•l:•••boliz. deisocni,>6o;eonzilrni,QS8;calli znioncdel1',7>8 nunS, 458, tica,SQ4iiOII;ctrulnione,•6•-6s; 490,498.76S,770,]7z,]76,818,8JI, c nlulozione del tempo, 8os; immota· &.w.&s6se.,86o,8]0,88o, 9 lo,lozs. hilitldcll',z410inloca:zioncde\l',ton 10]0,107QSC-,Io8),1o87,10Q1,IOQQ; ocutiz:zatadodesideridievirazione,Q07; l'lo,766,8o7se-,8z8.84osg.,846SC., 8SL·S4, 866; intrusione dell', nell'lo, difese contro\', n. 42o;c m.osturbo615; inuzioni dell', 87), IOLQ; les:ami zione, 461, Sl7; c omoKS~u,o.litl, QOI fncontcnutorimos.sodell',c~tlure 13--904 nLonifestc dell'lo, 17~; manifl:$bzioni E'·ira•ione,comple.M~di,ll>sg., 161,14>, oncssivcde11',QJ1inc11'adole~za, >41'1'-. •so, soz, so7, s77. '157• "''~-48;nellolalenza,41Q,4U;nella 1010, 1075, IOIJQ, 1142; come motivo pubett~. 6oQ; ncR'autopercuione, lfl di difeso, •89. 1Jo; fobico, 848, 86o; moaico, 87o Fallimmti evolutivi, 1081-8!, 1088, 1101 Fame. .t!4SC·• 4!9, 44>, Hl, 8,., 874 Famiglia(e)/Familiarc, 107Qi adaltota al· l'ononnoli!~ del bambino, 657; ollidata· riC,Q?,oBQ. )60,.fH,090 .... 90PI·i ollcnumcnto dti ltiPmi con la, So,, ~u;ambiente,86);1fli&oiali,ere
aoionedi,,ao-a8;anistfn:tain,o88sg., 99''94i atmo•feoo, 8o4, 011; aweni· .nonli,7QQ;benfun:ionantc,98Qsc.; dollxlmbino, eo>!tlla.;one dtlla, QQ$i.; cadolcsccnzo,tool-04,1018;ecurio•ità dci lxlmbini, !46-~; t nonne della comuniti, llol-95: e prado1csccnte, 468;edue>zionein,edtducazioncdi puppo, so!, 50911., s•8-n, 5>8-7•: interazionc potolocica in, 791, 861; modello. 97: nev>osi, 79Si primi apporti conla,45JSC.;ropporticonla,4S5' 57; $OII'ertnto della, per i disturbi del lxlmbino, 848•1., 881q.; tnoformaziO· ne dei npporti con la, 4S.!·S7: vita in, SOli vita in, t OUfe.rivi~, 45li vedi on~hc Sviluppo Fantasio{c), 166111., 17So 194, n6, 146, 67o.769,n4.787,799,8so,8Bs,957, Q6o;ocomoalla,4>SS.;....-Cl!IÌYC.41B, 84J;a,g9,10I· o);dtso-!•:diunpadreincsisttn· te, J6J.6S;d0Vllleooperuioni tbirur· liCbe,8os;~ipic.,Z.fi,Z4So450o517,
IOJI; edipiche, ritofiiO alle, 4701g.; e formazioni di compromeno, 87o; c SÌCIs4.SB6sg.,64Q, 646;c:roiche,77);e:sibi!.ionistiche,46o6J;esprcssionedella,9S71Citorie1Ci· s110li infantili, 34811-i c traumo, no; falliche, 446sg.; foorrmione di, zu; fup nella, 415, 418; lioc:bi di, 784, Q09;ineestuose,aso.•so.•ooz;in· compotibilit1tra esi~ou: del Supet-io e, S;a; inconscio, ,.J,.f4U&.: infonti\i, IOOI,I04>,1054,11091inttrpretuionc delle, 916; mo!OChistiche, H8sc., 461, 46);messainottodi,4SQ-64;nei~m·
bini bordHiine, 8n, 9•0: nei bambini ciecbi,67•:nel!'on>liriinfonti\c,u6; ncllaprepobert;l, >H: orale, 18),616, 866;poraooidi,79JiPIISli•e,4;Q,JI·)); sapp<ewntazionc di, uo, u6; relativo all'own1ione di medicine, 140Sf·i rclaliv:a all'inttfYmto chirursico, 141Sf.: rcbtive al concepì· mento, 6os: oeloti,·e allo n•seita, 447, 6; per· sistenza dì !end..,.., pri1>1zrie nello, 416,çnq.;rqrr:srionedalla,4>7,446 q., s>s; sc:orìc:a dell'tttitomento nelLo, 906 sg.~ ..edi aMbe Fanla$ia F ..: orale, 141, >4S. >~7. zso, 4JOSS·· HB, 461, 494, p1q., 570, 707'11•, 7oon.,?n,,6S,77So777o791,8o7 .,.,8os,BJI,86.(,8o;l7.oo8.oJO,IOIJ, IOZ6,1o;;,100)6;tOn\OleSSUalìt.i.,QOO; esperienze soddisfacenti nella, s;1; e !.,_.lozione, vedi Trasluìonc; penist011u ddla, nelle fasi posteriori, 416, SIIIS.; pr«Ycrhak, so,; pri•·ozionì nella, 547; rcp=ione allo, 417, +17• PS: ~i oJtCbe- Fonblia; Mordere Fascprec:dipiificozionedellabisessualilllnella, ooJ: vr:-di enebe Fase anale; F""' fai· Hca: F""' orak: Fosc prttenitole; Pre· aenitalit:l Fosc presenita\e, 4•ssc .• 4U, 446, 4S•. 461, 400. 494, saug.~ wdi anche Fase anale; Fase fallica: F1se orale: p,. se prtcdipi Fottori dinamici, 79S. 863, 866sg., 870 Fottori economici, 791, 86), 868, 908, ou; ..edi anche Pubiani Fa1toristruttunli,,67, 863, 866sr. FaYolc, 1001&"., 154 F«i, IJ6: considerate dal \>.1mbino come o:ompognio, 944 Fednn P., >JJfl., 6)0, 64sn~ 1100 Fclllltio, 446 Femminili~. 610. ho, 8Qo, ooB se., toz8; contraddizione tro II\1$COliniù e, 9)8; del b:lmbinomoschio, 911,1071, 1076; impui~,9s6,9n.•o68,oon.•ooz,ooo6; dq:llznimali,wdiZoolobia;d~llzscuG
t., •J6,6o8$i.,6s6,8u,S.J,87o. ou, QZ); e nCVJosi ossessiw, 940SS., 947; 11ell'infzntio, 411 Sf., 797, 84~ ••·· 848, sss.s,.., s,z,878,9n·••·9•6, 940SS.,947;~iar>5,49r, 497·500, s6o. ,.,. 66o, 7:1, 774li"·o s.,,s,s.s,,,8sz,Ss6,881)ss.,oo•• ou, 916. 0oRoq-., uas; contro l"afteno, 177; effetto delt., z64 Sf.;c fonnn.ionc fanta1tia, n>; c nevroJi O>!essivz, >09, 0)6-)8; e rimozio· ne,IJ>,>6.tiJ..iliuscita.•s6 Formztionc :lintomatiç:o, 6>s, 6JO, 6)8, 71Ji c onalisi infantile, 6o6ss.; somiglianza delb, olle manifestazioni ado· tescmziali,6J9'1· Fonnotioni delironti, :004 Fo~m»ioni di compo-omeno, 419, 4Uo s•s.766,&o>,847,8ss,86o,87o.Bn, 87o.ou,>OJ>n.,I07ZSS-,t076,>o78 q.,•o88,t09>,•094,1148;ncvrotiehe, 1o87, 10Q6-98; prime, 1098 Fo~mule mogiehe, 870, 87• Foster hfents' Pian for War Childrm. so8n.,sz6,ss•n. FroibcJ1 S.• 611 Fr.ank L.K., 48), ,fll6, 405 Frank!Liselotte, n7n.,648, 674n., S6o Fr.atello(i); amore tr.a, IISSB·i assenza di ,;,.,tiLI tn, nei bombini in ampo di concmtr.lmento, n>•JS; e SYi!uppo del linguouio, •o.t; inQuenza rttipo-oa tra, ,,,, nalcita di, ~S4, 8oJfl'., 8o6, 8>s. 86>, 1015; nppoJii In, 1)6, 6o6q-., s.s..-.; npporti tra, nell'adolescenza, 1001; Jebzioni con i, SYiluppatc oltr.l· verso le rebtioni con i iC'Ritori, 101 q., s68q.;>ivalitloln,SJ,Q5JI".,>oo, >0711" .• n,, :a-)6, ~,an., "''· ••s sr.••o8,n8,s68q.,,oa,,..,,67, 77~. 000. 910 SII? 1)1), 9~9 FreemzaT., 6-tsn., une n. FICIId Anna, >)6n., 140n., 14811., 4091'1., 447n., 4S>n., 4s6n., 468, soz, 507, ~61). sBz, snn., 6u, 6•~:~n., 6)0, 6.45 n., 6nn~ 6Hn .. 661, 694, 70111., 705 n.,,..,eD.,7o8,8osn.,Sio,8J6,87s. s,n.,~:~>sn .. o•on.,9.f4n.,Q68n.,on n.,l)8§,1001n.,I00Jn.,IOO)n.,IOI0 0 oos(n.,u6Jn.
Fre~d s., 46,
s•, •n. 157, •88, 195, oQ6n., 197, USO .. 14011., 4050 .. ~)l sg.,468,4hSi.,401,6o>,6z8,6)0, 718.710.794·SsS,ooo,oJS,114oSII .• IOIO,I014,1041-6.4,•09•,n•6,11J4 sg., 1156; Ana!iJi terrninobl/~ ~ intesminabil~. di, 104J, 1049"51, 1059; COli• ferenu:di,allaClarkl1ni.c<Jity,4'Xlll"·i cJitichc 1i>'Oite o, 49•SS·J ~Memoria! Lectu>es~. liJOi sugli ostacoli alla teJ>pia, ·~o-p;suiarottericonnaturati all'lo, •oso; sui cndi eccessivi di slimol»ionc c sulb >imo!.iOlle, 19011.; sui po-inclpi ~silari dclb p:sico;analisi, 4&o; 1ui tntti c:arotteriali, 775J sul compor. tam~nlo ..... wle dc&nitivo, oos; sul c:oneetto di "nevrotico" t ~normale~, 840; sull'addestnmento p:sico;analìtico, Q66; sulla difnll, l'Xlii"·· 185; sulb dipond~nza e impolellza del ~mbino come fatto bioloa:ico, 794en.; sulla fantasia di pel"l:o.w, >711•, u, >7'i·i sulla &suzione,8JJn.;;ullo.lo~muione del sintomo, 8471 sulla !OI"mulo etiolol:ia. di in8nenze inte>nc cd ateme, 8oo;sull':~n~lisioelleeriliacute,to)4;
sull'analisto,IOSIIi'"ll'analistachcdG"'ebbe filarsi ouetto di analisi, !o6o; sulla nevrosi e i ~Miodi di dii=, 17J, I'X'O;sullancvro!ÌO>!e>!i...,,Sson.;lullo pauradcll"lo, •oo;sulb proiezione, a8o, n8q-.; oulla p:sieopatolollil che accv"" lolaconoscenaadieonditioninOrmali, 1040; sulla >eJlasione, ho-1•: sullo •imo~ione, 170'li·J Jnlla se-aria dell'cccitamentn seosuok (Uomo dei lupi), S)a; sullo !«Si:-; sullo. SYolta dalla pmiviù all"attiviù, n4; sullatecniea, 790, >049JSU1lo.tn>lazionc, 927: lull'otteuiomento del ~mbino vuso i genitori, 40U'i·i sullo ve1~lizzozione, 786: sull'isteria. ?6s; •ul ponsiCJo, os6Jif.; sul piccolollans, 405, soz. 81)n.; .sul Pf_,., llalnnann, 771n.; Jul J>pporto tra nevrosi inbntile encvfOJÌdc1l'adulto,S69;su1Supc~-io,
•8s,•SB.1oon. Friedmann o .• s•6n., 11)0 Frin Maraaret E., 485,612 F>iiidiU, 767 Froebel F. W., >o6 Fromm-Rckhmann F>icda, 918n. Frustnzione, 46>, 487, SI~, 586, 708, 711,7n.t66.8J•.&co,849,86•,87s, SS...oo•.oo7.os6,oso.•on.•ooB; d~i bisogni evolutivi. I0>7·Jo; c alimen· tatione, 4)6~; ec«s!i .... , 766. a, •• 845, 89>; e punti di fissuione, 8)t,
870; e Jub!imuicM, 6ts; Suttuozione dei li•elli di tolleranza delb, 7~•1·1 ineoitllbi!e,•oas;intolle•anzaallo,6JS, IOOXJJnorcisistica, IOOXJ;Iealeesimbolic;~, 487.1g.; tollcrama alb, 634, 8n, Bn, 836, Bsq, 867,886, •o5J Fuchs Hertha, 458n.
Fup, 1!.41
Fqhe, 8.4• Fuma1e, 497, co8 Fun>.ion~i): dell'lo appena aequiritc, per· dita di, 138; ointdiea, •s6.4>J!i.,417,
"'
Funzione sintetico, 779, 837, 8s8, QJ8, IOU, 101f0 1017Si-, 10510. Funzione urina;comepenecuto-ri,6.iJ;DDm• potbmeolopenretsoesibitodoi,lo,,l consulenu oi, 0791 convinzione dell'a. ses.ualità dei, 416; dcll'adoleKCntc, bi·
Vol. 1,pp. 1·J96
$0&n0$i di aiuto e oonJislio, 648; discor· dio tto, 88>; disillusione nei confronti dei,77!,8U,8o6,8H;diiSOCia!itàdei, 89•; distacco dai, 11011.; divo; e terminuione dell'onaliù infontile, 40, 6ss-s8, 66o62; e tcrminnione improwisa del tr:ll· tamento dd bambino anormale, 657; e•itll<ei,470SI.;funzionedei,Mlcou· sale b 1111\attia, 796; gclo1ia dei, nei confrontidcll'onoli51:o,6SJ;pidodei, 648; identi&cuione con un'imma11ine ideo.lepi(l.checon\epenonerulidei, 8os;inAuenzepatogcncdei,oo)-J>; informazione dei, 766-69; intcriorizz.azioneddlepretosedei, 119"n;intenogati•itipicidei,8oasl.,8o(i;inVCI'sione difunz1011inei,8o6SII.Jistru:tionedei, 6o6;bmcntcledei,>o>;lavorop<evcntivo ooni,0171lepmilibidicic:oni,888,11Q•, IIQ7;litigifra,4s8;\otlooontroi,1ooJ; min:KtÌO$i, 1o;o; modelli devianti d'identiScazioneconi,>o8s;lfiOrtedci, 451, s•s, 570, sB•; moti•azionidei,per chiedere oiuto per i &gli, 1018, 1o67; ooncollaborati•i,67SII··77;nontro· sfigurobilinelritordo,S•;ouessivi,Qo?; o1tiliU dell'adoltseente ve"" i, 64JSII.J petdito dei, 328, 51SJ penonalità rcle dei, IOJO;preferenu.dci, perlfluto· menti ambientoli piuttosto che intuprichiei, o•4; pfUICCIIpozione per la 1itu1e=a de~ ?H. 866; npporticon i, nel\'adolesccnu,Joo>sg,;npportodei, co\pediatra,6hsliMIIPPreJCObntide). le no1me monli c ouett.i d'amore c d'ida~ti6c"ione, lloJSfl., 1079; ri6uto dci,dapa~tedelpreadoleKente,470"
7•;•ibcllionccontroi,470"7S.6J•;riluttont.i a ebiedue oiuto, 6o6, 6"91 ruolodei,nell'ooolisi infantile, IUISJ.I ruolosessuolcdei,IIQ8;spcntammtodt11a libido do~ 64ug.; $U!Cdt.ibni di comhiammlo,IO>Q;toller:orwdoporte dci, 41JJ utiUuo dei, da porte del bambino,?o6;vedilne/lcFamislia;Madre;l'od!e Cenito•i-firJi, rapporto, nB; cambiamenti nel, dopo h malattia, 136; nel petiodo di htenu, u8-n; vedi anche Complesso edipico; Madre; Podre Cr:riatrio, os8
Vol. l, pp. 397-756
Vol. J,pp. 7S7·117l
uo~
C7lQ, 711, 7>4, 7~6sa:., 798, 9•8n. Crecnson R.R., 9'9"·· ooos, lOJ4 Gtoup for lhc Advanccment of l'5)'Chi>try,706n. GruppO: adottomcnto al, 8o), 811, 8u s;.,8>6;auroppo.rsial.s'9-J';attaecammto ol, s68s~t.; t;Oelione del, 111; di!aiminozione fro i membri del, US se.; cduC>?.ione di, 515-71; formniofte del,nosg.;giocodi,8o8-:ao;re;Woni ourossive all'intimo del, SJ7'40l razicnidi, ncibombioiinam~dicon «nlnmmto, 529-40; rcbzioni positive oll'inttmo del, SJI·)S; ruolo del, ncll'adoltscenza, 6~8, 641 Curigione: resistenza contro b, 646; ipOntonto,6J7,848 Cuct1o, SOl. so6->o, s5•, 700; bombini in tempo di, 6o6, 6u, 671, 7'7'8·1 t ~ae:rcssi•·it~, 1005; le Norscries del IC!llpodi,67),7ll,7>7
a., ...
Guido eduC>~tivo, 66>, 1087 Crom•oi Edirlo Ludo"")'k,
~o)n.,
n>n.,
lblsmonn l'., n•n. llall C.S~ 479'8· Hall \\laldor jcnny, 114~n., u6 lbmpstc:od Child-Thorapy Clinie, I)Qn., 6>;,6o6n.,6)>,6)8,667'78,?8on., 7o6n.,8o6n.,9o6n.,ooon.,6, s6Q, 817,
"l•
Hull"ile11muth
flemrine von,
58, 4o8,
ldeoli,766,9U,o61,1-;altetazioni nesli,ncll'ado\"""'nta, •oo;s;.;inluf6cienti, 1o8s; vedi anch~ lo ldalismo,os9o>6J;Ilel\'odolescctLZ;0,62Q ldtoli=zionc,s>61dclpodrcinesistente, ;6•-lis ldenti6c:~lionc,n,hss., •oB, "" a8o, ,7o6. 82o, Bso, 857, 86~, o•s. oooo, ao8s, 1006, ous; thefovoriJcelasoçia\i~ione,887SII·•
8oll colooo;congenitoricrinrinali,8o•;conllliaoimoli,ss7;COil i ccnito7S; con lo 6gurJ. ideale, 4;6; con l'aae:r,...,re, no-ao, a;Bn., JIO, ons; COilla modre, 6401 con la madiC assente, 7~8; con lo madregrovida.">70;conl'analistadidol· tico, 178q:.; con le brame dqli altri, )n; con le 1iohicste morali, J7lSi·l con l'iosqnantc, 894; con l'Duetto d'invidia, 1J>sa:., ~n. o;8n.; con l'o&· cctto perduto, 147, on; con on'imm•· ~tineidealedcigellitori,8os;cooun
trenodcllolerrovi;$GI!Crranea,6>6sc.; debole, 1100; del bambino cieco, 67•1 del bombino, con altri, J16, su, ;68-
70; delle bambine coo i masdlietti, 9091 dell'cdua.tme col bambino, u8
899;
sg.; c amme oqettuale, ·~4· e amoreo~ttualc,nell'adolescena, >5~ 6); c controlloi6nterico, 81501-; e neutralizzazionc,6141CPrDÌczione,ndi Proiczione;Reslloltruistia.;e,...iluppo, H>·74i e sviluppo del Super-io, ou, ••s; femminile (del bambino muchio), Q-01, 903; indebolimento ddl',45ll ma· scloile delle bambine, 899, qG); mosch~ le c femmin~e. 1099; nei ciechi, 1028; opportunitl di, 9)1; ~parteci pante~, >Jln.; primaria, 645, 949; spe=ta, 891; vedi •nelle Cenitori; ln-
•09•,
troie~ione
ld.cntitl, 6471 instaurazione dell', 10)01 pcrditadeli',645;R.Sso.ale,QOI,Q-01 l1icne menl:lle, 959 Ili F. L., 4Ho 4l7• 440 lmitozione, ~1,194, 196, )O), )1J, 316, ns. H4, 35711.,509,520, 554,81o, 862,875,887,Q-OO;degliadulti,J6666; della bambinaia, J67'1·i di modelli di comporl:lmcnto contra1tanti, 368sg. Immagine corpore., 1)06 lmm-.inc materno, 6u; ricerco di un', nell'adolncenu,6J8 lmpiZienu,4•1.859 ~lmporsani6azione di un ruolo", 105, 210, 111!1. . lmpìutricciamento,tos lmpotenu, 718, 767, 1003; wdi anche lbmbino; lnl:lntc · lmpubi, vedi Puhioni lmpuls.i uretrali, soo lnu1to,u7 lnclinnione •1li incidenti, 1088 lncon!lmilliaconfrontotoconquollooller.rtoinistituto,o89
Vol. 1,pp.1·396
se.;corpodeil',nondislintoclaquello della modre, JZ9"H, JS"41 lontasie dell', s8611.; impotcau 4el1', 7~; i•tituz.ionaJii:ZOti,978;aonnoJe,sul.icinqueaidodiri mai, mi&liore in ~:!miglia elle in asilo, >9018-; Yedi lncht Bambino:>: L.o.ttantc;Madre-bambino,sapporto;S•·i· luppo Infantilismo, 7""'S·o 71), Ol~. 1076, 1068 lnfonzia, 411; dolore eancoscilo nell', 14JIS-i .:nere ornato nell', 109;: stu· diotapi6frequcntcmentedell'adole$ceJI· za,6a7 Infanzia, di1turbi dcll", 6o1-o5, 1001, uu; cla~>i6cuioac S7, li4.J58. 413.418, 4>8.4H.4S7'i·· 46), 41918 .• 6o), 6o6, 64-4.101$. >017-Q., IOS), 107o8718-o109S,I097-99idello curiositl,Q;Q;dell'anressiYitl,vediAgrressi•i~; delle attivitl intellettuali, 4JJ; determinata dalla f..., 8u; c restrizione del\"lo, nJ$8., 117·111 nel b.:lmbino, 847•51, 8H, 87, 1050, >osS, >o6),uoo;cheattOmpa· ano osni azione del bombino, sBq., 6o.6>; che si sfru:q di ambiare le immoaini, 1014; con il bombino lobi. co, 8.1>; contenuto e ~erbali=zione de11',7QJ;deicontenuliinconsci,1on; dd •imboli, 408q.; dd qni, vedi So. sno;delconll:nutodell"anSOScia,>74; dd rontenuto incorucio .eparato d:rll'alfetto, 6)); della difw contro l'of· fetto, >n; della difeso prima che dtl contenuto, 10;4; della mtla•iono, so. 6), 66-68, 71, >7411.; ddb tr.ulozione e della resisll:nzo, 79'11·· 0>7->Q; della trosl.,ioM, nell'anoliti didattia, >75• 19; di dm,ni, Hll·; di moteriale in· con5cio, 78>, 9~6, Q>8>g.; di SOIP>i a occhi apc:tti, ~1-ss; e associ:azione, 594; fd ~terioriuuione, 794; e lutto, 6u; c messa in atto, >O>>li·· 1010; e lnterfe~nze
relazione~ttuale,79o;eselu.siva·
mente in base alla l78;nell'anoli$iinfantile, •7s>s., >97, 407o09, 6s•·n, 78ssg., 790,79J,910,Q>6,9>8,1017;pJep;rTa• zione dell', 9a6q.; rat:ione nqati.. all', Q>Q; simboli;Ilterozioneenomulizzazionetera~utia c, 1DS•·so; attenzione reottiva dd1',>8o,>8);alterarioni dcll",>B.t,an, >oso; an>lisi dell', •so. t6>~8. ,,.., appanti dell', 766, nS, 86s; aTea dell', libon da conRittì, 04Si attegiamenti dell',Soo,QJlialteaialfl(ntidell',Rr· so l'aggressi~it:l, nel corso dello ,.;. luppo, 87a; altiviU dell', 81911·• 817, 876, 88s; autonomia 1CCOildoria dell', 816,8ss;bisornodisinll:side1\',>o1, uo;apaciù.dell',diatbontorel'an· IO$cia, 8S911·1 aratteri conlllluroti al\",>osg;)8;cosporeo.8u,Qo6;don· noall',7>6;donnoo11ofunzionesin· tcti.,de\l',nellancvrosiossessiw,941; dcbolezzadcli',6)4,>"'1Q,IOSI;debolezz.o cmtituzionale dell', •on; dc6· cicnuo dell', 787, 86s, 91711·· o•7, 9JO$&.; dcfonnnioni dell', 651, 1054, •os6, •07J>s., 109411.• uoo; del bambino,>Bo,>9J,>9S'f··•o•-os,aoo, 318!(., on, >4>•41. 064; dell'•dulto nC\'folico, 18111·. >9411•. 101 ll.;delprt3dolescente,469;deviazioni de1\',664,>004;deviozioninealiattee· cìamcnti del1', nd l>:rmbini in Clmpo di concentramento, 554~4; difle~nzi1.;one delL', dall'Es, 79~n.; dllftreoziazione dell', d:rll'Es, dal mondo esterno cdoiSuper-io,•8SJ.I.,>I)O;disposiziancdell',adacoettorcSGddisfat:ioni,.,_ stitutìve, 6>s; disturbi del\", 6)Q!&".; dob1ioae dell', 1ob; e Jdolesccnu, >oo1>g.,1019;eaflctto,•7•Jf.,>J9o >QISf.,1S)ieanolisidell'adulto,Q>Q,
•H·
017;eanalisidei50iti0,16o;canalisi infantile,I7S·78;eanli(l$cia,41JO,I011, 1081;eanaosciadicvirazione,1o7o; e anzioni, 0~8; e cmzione a ripete-re, OJ7; c conllitto, 417•JO; c ai>i acut., 1014·•6; ed Es, >44$1.; e dillicoltà di apprcndimmto, 1o84; e disturbi ntl· \'•more ouettuole, 4S>; e fase fallico, •ooBsa;.; c feticismo, Q14sa;.; effetto deidi!lermtimecanlsmide!\',406-SOO; c formazione sintomatia, •n sa., •o~ SJ., •09·11, nl, 14), a46-48, a6s; c Jioc-o, 81o;eipnosi, 157;Cltpmicon la Jea\t), 617; clementi inconsci dell', 159, •66s11., 171, a6J!&'-i c libera U· sociuionc, 158.sg.; e lotte difensive, •o6J; c m...turbozione, .t6>-64; c mondoDtnno,1Bo;eoe-vrosi,107);Cofa• Hl~. 443 sa;.; c retressionc, 1075; e •esrusioncnondifesa,1o71,•o88;c relazioni ouettual~ 1006; c ruistenu, 1049; c ~Me psirhico, 171; c scelta delle difese, a64sc.; eSt, S~o; c sofle•enu. 1007'"1'1 e v.~lutuione del tempo, 8os; foru c debolezu deR', .(11·1), so>; forta dd\', 101~; fun:.ionammto dell', QIIOSI.; id.,.\ide\1',11, uo,6)7,ho, 8~; immaturo, 415, SOl. 6J.(, 787, Bs8, 878, I'IQ), 1000, 1100; impotente, ou. o>o; inconscio, o76; indcbolimm· todell',sottotensionc,84o;indebolito, 8o;intatto,lo41;intcra:rioncde\l',con J'Es,vediEs;irru>ionediderivatideiI'E• nr\1', 1071q..; \qo.mi delle strul· ture de\1', col contenuto rimosJ, 1071, 1084, 1o88; matura•ionc dell', 1on; meccanÌ$mi dell', che favoriscono b SODÌ>li=nione, 867 sa.; mecani>mi pn:a:denti alb formazione dell', 0)7; neidisturbinevrotiriedevolutivi,lo~;
ne11'adolesa:nu, 1)0·~8. 2f2Si-· :s6SQ, 4U, 6.(2-45; ncll'odulto, ~·o; ne11a latenza, >~41J., 419, .(U, 4>;; ne11a ne-vrosiinfontilc,9a6;nellanCVI'osiosSC-13Ì"",OJ6,o4>18.,04S·4QIIIelbpupubertil, 145'1·1 nella pubertà, 620; ndl'autopera:zionc, ISJSI!., 170; non intepitldeieonfinideli',IIOQ;normolc, •osa; osscrvazinac dell', 778-lo; ostilitA dell', vcrso \'~, 87s; ostilit~ primaria dell', vcno le pulsioni, 1s~sa;., ~ss sa;., ~61; .,.tolo1ia dell', o>8; .,..,. •• dell', di es<erelOpraft"atto, •90'1-· 104l pcriccli che rninac:dono l', >007i
Vol. l,pp. 1-3g6
pcrse,..itoto, 644: potere dell'Es sull', os;;preo«upazionedell',pcrl'intesritl deLlapropl'iaorpnizzazione,lolo;pro· dottodiunconftitlo,o4J;psicologio de\1',778; psicologia dell', c tecniea onolitico, IOI4Ji.,IOS4·S9iQUalitAridotto del funzionamento dell', 1o6q, io88;npportodell',coai\Supcr-io, •n·ss. 16fsa.• •6o. nt·•o. •P·H. >4~-46, >lo. o6~; resressione dell', s•s ,..,6so.&Jo,I)•,IJ.f.8J6-J8,8s4" s6.868,977,104>,107f,IOBB,IOQ7; rnlstenu. dell', 171, 171, 175"78, 1Bo, 787sa.; rntrizione deLl', au-u, >6.4, 616, 84~; ritardato, 6oJ, 1078, 1082; rottura dell'equilibrio de1\',7•8; ..:issione dell', 782, Q», 9401 stadi cvoluti•i de\1', 1141; llilidel1',94PI·;sviloppo del1',1ooo;leeni""analitiae,•on sa., 1019, IOSJ•f~, 1100; tnJ,.(06, .(H, .tn. 104~; inBucn.c reciproche ne\lane-vrosiosscssiva,o4S-411Ìnlefazioae,ttoo;rapportifissi,409'1· lo,funzionidcl\',4>)-J0;4S1,404oS09• 776, 770, 8o>, 817; appem acquisite, pcl'dita di, s•6; diminuoionedelle,64S; indebolimento de11e, 451; intepalive, 88t;neiea>ibord41•4J,49J-o6,51l,570,6o4SS·o167, 8o1sa-. 8>8, s.s. 8;u&., ts6, 871, 878,88>,888,8Q1,020,1042,t06), 1071, 1071J.8o; ac:celcrato, 8~o, o>o; •rrestinello,787,1o8>;dc&eienzenollo, 787, 84o;dcviazk,n,nel\o,1o88; differenze q... ntit.tivc nello, 8> 4; clcmentoquolitotivoncllo,.(21·1J;elemento quantitativo ne11o, .(IJ•Jo; c sintomi psi~matici, 1071; in condU.ionidi cruppo,su;interfermze.conlo,.tao-
Vol. 2,pp. 397·756
Vol. J,pp. 7S7·ll72
1196 )OJ nei ciechi, 1076; p{Ccote, 81o; p~maturo, S>9; r:allentato, 8;•, 910 50:·1 ffJfmione nello, 709·13, 831·391 ritardato,s7ass.,787,1070,10B>;.,._ lutnione dello, 86;; YCdi anche Linee c•·oluti1·c lpncni, •S?·S9, 16;, 791, ·~~ lp«ondda. 146-~8, 369, 6o?, 644, 7>8, 771i,BI7,107f,I08S,to88 lpomonòa, 104n. Jw:quieteuamotori:l,879 lso~Suson,li•sn.
hakovm 0., B61n. Isolamento, 159, 16o. 184, 78>, 8;6, 9''· f)Jii, 9J&:. llei'I"03i outSliVll, •n•8o;dellcparolcdall'all"ctto,6n luade, ooo4 bteri:l, 17, 177, 180. oh q., o86, ''•· >46. ,.a,,sosc .• 4>f), 447,6n, 640,710, 76;, 767,704. 8;;, 87D-7>, od, OH. 047, os6, on. oo6B, 1070; diconvcrsione,>8J,>09>,>ooo;....:li anche Angosci:!; Sintoono htituti r~idenzòali. 78o, 836 t.titutopsicoonalitico,QSJ·H;idcale,o6s· 8o; tempo dedicato all', 969-71
a,.,
•n.
lllfuzione,I044,1~61l!.,>o8s-li7,U>S
btruzione c addcJ!f:lmento psiroanalitiro, soB, S>lo779,8o•, 1043, •~7,1061; a met:l. tempo e a tempo pi~o. 111 J: eanalil:iperwnale,10S950l·,llll;"Pson Editb, 648, 8;;, 919n. /omcsM.,708, 810, IOSf) )amcs T. E., 881 )ohnson Vir11ini:IE., IOH /obnston Fellows Aonie, 101 Jones E., 140,468,618, 6Jo, 637, ooo K.oles A., 10450. • J<Jtan Anny, vedi Anse! ~ton K>.t•nM.,64sn. ICJtrina, l'Cdi Bombini in osscr,.,zione Kennedy Hanno E., s•7D· Kutenber11 J.S~ 648n., llJ1 Kl10n M.M. R., 719 KinrT.. 88) Kinocy A.C., IOH Klein Molanie, JS, J7, ;8. !So-6], 66,141, 175,4o8Q.,4)J,44l,4S4,586n.,6u,
6iSR.,6)o,8oQ,f)OO,Q1811.,10S6n., 1109,114} KluckhohnC., 481 1Cobutii.,96S,967.•o6oen. ICri$ E., 484q., 491111·· 498, so•n., so7 sg-., su, s8s, 591, sw-6a3, 6,o, 6n, 770R.,7IIo,llo1,8>8,8J6,078n. Kris Maròannt, 6o1, 6o4S&-, 6oo, 717o.,
,Oo.
Kut Rosenfe-ld
Sar~.
6o;n.
Wf01guc R., a•0,79S"·
r....rne o.,
900
L;ompl·dcCroot Jqnne, t8sn.,768, 1056 18.,>0S9olo6J Wndaun K., liJO L:!psUIVCibali,J61,71J Latcnz.o,71,?4,11D-11,177,181,104, 119,l44•4f),1f4,1S7$&.,409.1f•o416, 419, 4U, 415,446, 4PSR., 4H•S7, 46o,46asg.,4671i·o471,6oS,610, 6z9,6J6-JB.640,661,67o,788,&o,, 80Q,8u,8lJ,8U,bJ,84),864,88o, 911,10t7SC·Jd1Siulbievalutivine11a, 876;sceltaoucttualcindi)>fnclcntcda1 se<S<J, lltlb, lf)8, QOJ; W6S,47D,S1J,771,779 Leecc.979;oonflittoronla,1o>8;ron· for111.1rsialla,BQ4:epsic:oanalisi,lOJS· J7; e '"'"'"uabiliti pe~le, 88us.; mo,.;ca,I04J;tìspettodella,9s8 Lcsiont(i), 819; c.:rcbralc, 10?6. 1088; limiti IH!Iti osti atti autolaivi, 8171 prote•ionerontrolc,8n,816.1f. Lcttufll,4f)1 l.el-yO.M., 48s l.el-y!CJta,791fl· Lcwi 8., 485 Lcwin B. O., z~n., 900 Lcwin K., 481
a,.,..,,,
libidi~zione,f)o6;di mtle;QO)
libido, IIJ, UJ, uB, tOOS; alteruioni n:lb di!lribuZIOnc delLo, durante le m•· lottic, 144·46, 148; cam~menti nel·
l'economia della, oouq.; donno primario alla, 7:6; de&denze della, 917, 9~9·1>: diStribuzione della, 6n-J6, 864; du~nte l'adolescenz:a, 6n·J6: e alletto, 171;cacpmiviU, SOJ,S14,785,7il9, 9J8, •oso; economia della, 10~9; c corpo, >471J.; fose dello dominonz:a della, 864; fusione lta a(grtui•ili C, Soo, 8as .. 86o, So• li·· 9)1, 1071: in· ftusw dello, nell'adolcs«nzo, >H, •44 sg., >4N9.. >Slo >S7•SO, 26); JIOICÌ$i· Slic:aCOQclhuJc,4p,6}7,196, 819, 864,906, QU, 914, 1074SI., IOQSl nel ~mbinocncll'adulto,78J;O&BCttisim·
bolid invatiti di, B•o; prodotti dd eotpoin...,titi di, B•s;rq~ossioncnclla, a6>,707-<J0,8)0.)0,86,f;' podelb,6o4,864,oo6•s .• 9>Q;sviluppodisuill>lcddl'locdclla,8s•·SJ, 8S.SJ.,o•o;nlutazioncdcllosviluppo della, 864; vedi anche Pulsioni; Sesso; Sessuolitiinlantile Limitozioni motoric, 6os Linee c•oluti,·c. >OQ6, 1150, 1161; appli· c:aziclni del concetto di, hs->8; che pol'l>noa•isuluti potolo~:ici, 8h; con· cetto di, 8o6-18, 114>·47; corrispon· dcn~:;~ tralc,h)·>s;dalcorpoalaiocattolo c dal aioco al lavoro, 8oo->J, dalb dipmdcnzo all'outonomia emoti''"· SoS·u, Bz6SJ., sn; dall'allattamento all'alimentazione rnionale, 81N4, h7. 8nq.; ùll'ciQCCIItrismo alla sodevoleua, 8•8SJ., 827, Su; da]. l'incontinenzaalcon!Jollodeslis6nte· ,;, 8•4·16, s.,, Bn; dall'irrHP0=1»1iuallarc:tponsabilitlncldisporredel p!Oplio co•po, 816-18, Bn; disarmonia tra le, 8•J·~s. ho, 81o. 841, 8s•·S4: ••ee•enione, 819,841, Bs>; esempi di, 8n·•l0 e valutazioni, 86sn.~ pisizionedel,819.886; corporeo, 947: dei bombini dech~ 67~; duturbidel,6o),6o6,>074:infantile autistico, 6S7; nei c:asi bordorline, 670; ndl'anali1i infantile, ~09; pe•dita del, >94lll'·, H6, S70J repessione nel, 8n, Bnn.; simbolico, 771; .-Ni anche Verboliw•ione Linaoanio, Jviluppo del, >93"96. 301, s•6,8zJss .. 14>,100I,>07>;neibarnbioi in campo di fOnoont•~mento, s6•· 67:ritardato,8n LipiOn Col~man Rose, so3n,, 6u Lipton S. D~ 14~n. Littlc Maraaret, m
a., ....
Vol. l,pp. I-Jg6
Locomo•ione, sa6; vedi anche Motni~ Loewenstein R. M., ~8;, 6)0,90Q, ooon .. LorandS.,6,8n. Lo•cnzK., un Lussier,1uo, uu Lustmzn Seymour L., 1o6on. LuUO, 584, 81 ..... , 843, 101;; c adoles«nziale, 6n-16
pl'OCC'SSO
Madre(i): ansiosa che trasmette l'an•ia al 6~:1io,a90,0QQ;assenzadella,8o),6o;;
attaccamento al sontituto della, ;o8n., S46. s6Q; allcQiomento della, e manifc•t"lzionifeticistiche,Q>JSC.;altes· giamentodella,ve7wletcndCIIzci:ll1iche dd fi11lio maschio, QO>; attiva nellibidi~ zarc il corpodclhzmbino,Jo>7;"buona~ c "coltiva~, 6u; ehe ha bisosno di •••· •e un 6clio anormale, 6S7; che lavota, Q6, 166~ eh non ama il padre, 910; che non sa dare informazioni •ulhzmbino, wo; che ICspinge, concdto di, ;7;·87: che teme l'angosda del fialio, 7971 climo emotivo della, 109~; come lo ausiliario del bambino, I0>7l come osocrvatri~ del hzmbioo, IJS; come primo Jogislalole e.tcrno, 881>i·J come Khcrmo prolctti•o, 7l9; comportamcn· lo della, veno il 6clio, simile a·quello del fobicoversol'anao~l!Uil della, dell'anpscia del bombino, 411; PJU• re d~Uo, 697 rg.; perdita delb, s•8, 570, 671; pc:rdito dell'amore delb, 111>!: pmonalit~ della, e sviluppo del bombino, h4ss., Q)1J prefermu ddla, perla bambina piuttosto ehe per il bombino, 9111; primo roppr-ntonte de! mondo .. temo, s86; p!Ìtotica, ç8o, 6uSII.;fapportoaltroistirodc\la,eonil fic\io, 2)6111.) TOppOitO edipito ton J., 809; reazione delta, ono malottiJ lirica del bombino, IH, IHJ reazioni della, mtoilbambino,nellcdiveS; con si~:nificto simbolica, IO?>; croni96,))),))S, n1. 141, H•· JSB, ,6,, 416, •• a, 4S>,464,S>7,H4,8o),874o876,88J, OOQ,QU;CO,Qo6; fantasiedi,4o6,46>-64,55o.776,909, I0>8;Iotbocontrol.a,.u,S7,768,876, 9>JJ nei bombini in campo di conccn· trammto,S47•51:nell'adolo:socn:ta,6l>J nella bten.,, 461; rcdproco, B!ls; 1~-
prcuionedene3tti•itldi,776oJparizionedelb, 831 Materiale, ebboruione del, 171 M3teruitJ, 64oo. Mab'imonio b'a pmonalitl istui~he e os· !t$$ive, 710 Maturazione,413, 418, 5S71>-, s7J>.,8ao,814,8)1,8s•,86J, 87a, B8z,889.'106,9>0, 930,947. zooo, >O>), IOJS, •o69o e situazioni di puieolo, 6o.t; e trau!N, 711 Matoriti, Su, 8z1, 829, 8JlSfl., 840, Bn, 894, 905; "lllutu;one del li~llo di,867 Mecanismi: di ftonteuiamento, 661;01· sessivi e monifestazioni o»CSSive, 411 s,., 418, 4>9, 46,; tenere testlr 3i, 1078,10950 vedi on~he Di~, mca::a· nismi di Medio;;n3,7os,966q.,o,•.o79.o8Jq., >P.46, 1o61, uo6, l i ISO oddestr.meoto in. 681, 68sq.; orientamento dello, !liretto simultoneameote al corpO e alla psiçhe,68,q.;psicoso~Ntiea,481
Medicoebambinos:ano,l3S Mcplomania, 1074 Melaneonio, 195, n8,aS0.4J4, 876 Memoria/Rieordo(i), so, b, no, 16as,., 41JSf .• 417,4~. 494.497.765,779. 8)7, IJ6s. 878, 886q~ oa6; eosçieoti, soa; dq]i awenimentidelperiodoodolescenziole, 6J>Sf.; del bambino, 911 dd bambino o;;eo;o, 6710 di morte e di· stroziODe, asstJrza di, nei bambini io eampa di eoncmtnmento, 611; dinomica deUa, 6~o disturbi della, 1o8z; e oppoTliiO moto»io, 1014; ed ewerienu dell'infaMia, uo7; e dimenticanza, 490, 498o e.&ieada tenrpeulìc:l do!, 1014; e maso in atto, 1011, 1011, 1019; e Uoslnione, 1014.,.; e trauma, s16q.; non ricuperab~e, IOIJ; re puo dei, 6Jl.l8.; rittumi, >7>: stoecati doll'all:etto, 6m vuoti t~ella, o•~B; v.. di anche Ritardi di eopertura MenJH., 468 Menninscr K.lt., 1o68n., 1110 MllllP1NziOIIC!isia,67a,677 Menopausa, 1050 Mlllltire, 40sg., S04, 844•47, 866, 87z, 908, I07DJ vedi ano:he B111ie Mentirefantastito,1070 Mo;s$0 in atto, an 6s9.7h, Bn. ozso eoncettodi,eJ»itolDJiadell"lo,Joll sg.; eoncctlo o:r._,nario di, IOI~IlO del pazienteimpulsivo,IOIS-•7;diderivati puhional~ 1740 e campo amplialO della J»i(Oanalisi, >015-IOJ nei cari
Vo1.l,pp.l·J96
border!ine, 670; nclL"odolesccnzo, 661 q.,64>,669;11Cll'analisididollica,J77o nell"anolisi infantile, 78s, 787, 791; nello traslozi011e, IOU, 1015-17 Mcstruazionieomoses>~~>liti,
Metopsicoloaia,48;, Sll, sso. o69.o7s. 977,1o61-64, oo6S,u7;CO!nclin· paeeiodellapsiroanalisi,Q6oq. Mctodopsio;oanolitico,771"3.,918 MiehoelsJ.J., 8n. 89rn~ 101on. Middlcmore Morrei P., 411 Milne/t./t.,aos Milne.Marion,6•sn. Misure mediche, eietti delle, nel bambino,>J6-42 Mito/Mitoloaia,a•-.:-.71.416,soo,70s.
'"
Modcllarc,776 MohrC.).,4JJ Molitre J.•B., an Monchau•C.dc,(inn. Montmo•i Maria, ao6; metodo di, 8zo Morolitil, 646, 8o7, 8z9, 8sz; ca1ente, 849; 70dcinollni,6zo;della ""dle, )61, (io(iq., S.,..; dclb sorcllo, 941;delpadre,35S.90>,94>Jdell'os· getto d'amore, 654, 1o1so dcsidai di, 9s., .• 110. 114, .,4, .,a, 211, JS7, 447, 46a,6o7-.: .. 6n, 7U,,67, 77>. 774,84J,866.hz,81Jo,88Q,oaJ,pJ8, Q.4Q, 1018, 10]1, 10920 desideri di, diretti o:ontro i gc11itor~ 107QP.o poura del)O,IJ4,ZJ8opuJfioncdi,IOSl;rc:ariOPC alla, 2)'0 ve-di anche/tmore osectt~~ale; Madre; Ouctto MotilìtJ,,09,71J. 784, llcis, 1014; ...,,.. trollodelb,41J'3·,4>8.,.,4\1>Sf,I018;limitationidelb,1~4'•
JJS, 6u, 671; nell'analisi infantile, >0>8;piace-rederivantedolb,8oo,86•, •oz,;ritordonelo:ontrollodello,>oh; wiluppadclb,a9ase.,Jo• Motipulsionali.vediPulsioni Motivuioneinconseio,77> MottidiJpirito,>oB,2J4 Movimenti autonlatici, IJO Movimento (iovonilc, 1004,1048 Mow1e1 O. H., 48a
Vol.:t,pp.J97·7S6
Vol.J,PP·7S7·ll7::z
Murphy Lois B., 86z Munay H. A., 4h sg.; .. ~. ~lusita,
Bzs
Mycnon P. C., OJS NachtS.,919n. N>ger:>ll., 88on., •oo1n.,
•009"·•
1078,
·~·
Natdsismo, 4>4, l07f, lO<jf, 11~1; della mod<e, esteso al bombino, 8ot,o; disturbi primari del, 871; e amore oncUwle, 4Jose.,çl8,sn.l46.o14;eftustra· zionc cki dnideri SQ:IU31i inf:lntili, 6mcinvcstimento\ibidicooneltuale, 6J8; e mobilia li$ic:a, 716; c omosessualità, 900, 903; c reluione ogettua· Je,z6>,10Qti;etra.lozionc,701;nol. l'adolOK43• 109a; formula ctiolosieo della, B;-o$1.,9n;paidtlla,edipendenza inf>ntile, 704; indotta, 711; infontile, Yedi N...,.,.; infantile; infanlile e adullo,on.ologietra,869-7•:infantilicd..
gli Jdulti, dil!lercn:oe fu, 871•73: nello nl>dre e nel bombino, 611fi.; nell'in· bn•ia,vfll'iNcYfOiiinfantile;ouessiva, vediNmosiossessiva;preveqz;onedtl· le, •88se., u9, 7156-6o, 8oue .• 9": ricostrnione dC!lli agenti potoaeni del· lo, 76s-6o: scelta dclb, 945: ~celta della, c attaCC>mento oucttuale, 1095; situuione patoseno di pericolo nel Su· ~·io e, 6)Ql teoria delb, IOIIJ ti:IU• motico, 7>6,7)1i valutnioncdella. neeli adulti, 414; ndi anche Nevrosi in· fantile; Sintomo NCVI"oli di lrllsluione, 6s-69. 789, 9u, n>o; infontili, 1141, u48, uso: nell'a11.1lisi didattico, >75: nell'onalioi infa11tilc, 408; ncll'anolisi teropeutita, 174$1-;sceltadella,us• Nevrosi ;,.f.,.tne(i), JS, 51, 7tsa-., 76. 8o,188-l)cr,l(IJ,a11,220,4o6,S76, 66J,7oo.8u,8ç6,86S.n.n•.•o•J ,.-., >os6, •o6a, •on, un; •l di 11 dell.l., 1099>a.;comcp:tototipoemodel· lo della nevso:si dell'adulto, 869; con· side-r:uioni ecnetiehe e dinamiche sullo, IOQl·IIOI; contributo dci primi eventi psicosomatio:il uno, 1094$1·: O:UTaspOn· !anca della, IOQa; ~di•entare troppo ac-)0; e tYiluppo llbidico, 41S•>o; formuionedella,>oo6: nell'adulto, 7>.7Sif,8lll.;orpniz. Qt;Jintomoall"c:spcrìenzaedipie::>,6o8; oriainc della, attribuita alla mobilia or· pniCI,IJ6;prccunoridella,JOQ6-?l: valutata uccndo ildannoallefunzianidell'lo,4>8·]0; valutato uccndo l'inte-rlerena ton lo •viluppo,41S,417;valut:nionedtlle, ~'"'Jo; visione multipla della, 1100; Yulnerabili~ dovuta alla, 66-t: ..edi an· che ConAitto; Sintomo Ne.·ro»i o~sc:s.litìchc sulla, OJN9; ton· dizioni che f;!'
~adre;Podre
Vol.l,pp.1·396
Duetto, o:Qsbnza dell', 791!-f.,So.(, b), 8JlSC., 864, uso; assen .. ddla, o>o; regrC$Sicmeclalla,h•;stadiodella,Soo sg.,l14JJYCdiarK:heSeparuione Omicidio, 6uq~ 7l6 Omissioni, 159!11~omo>essuali mançati~,
904
Omosessuali~.
•o•. aao, s68, 641, 68s, OS7,IOOQ;alti\111Cp)!.li'"3,i'}S,I}OO a.use doli', iosss .• 8oo-ool; come çalciOriadiqno.oliQ.neidisturbidell'infan:io,i'}J-ooJ;difl"erenzequantitalivo negli attcuiamenti edipici, come indici prognostiei di, lo?: ed ctesoses•uoliU, •no•; favorita o Pfevonut:a dalle no•maliposilionievolutivc,ooJ-os;fcmn•inilc,ooJ;indistonioeinsintonia conl'lo,Sosse.;lalentcftmminile, a6J: monifc.ta e latente, 8os. Boo. 004J maso~ilc, lJ8n.; ma~hile, po'li•,
se.;
'"
ONnismo, vedi Muturbalionc Oneot~. 100. Bn, 846 se. Onnipotnt.a, 470; maaica, 454 Operatori infontm, add.,trornento di, oBJ·
86 Opeuzioni ohiru•lliche, 711, 8oJ, Bo;; ripetute, 671; ~i ane~e Malotti.a; O.pedaliuozione OroliU, 4H, 441$11., H6se., 708, 71Z, 768,8o7,oo7, •o41, 10Q6q., •ooo; e formazione sintomatica, l07lJ nei bambini in Q.fflpo di eon~ntramento. S47·s•; vedi aneh~ Cantiere; Cibo Ordine, 499. 595, 77Jse., 870 Or/ani,146,sol,S>S"71,S81,6J8,67>, ~t~; ~ianc/M: Bambiniistitu7Ìofllliz0fl3nizzo.zione(a) dilen•i'"3(e): sotto•nluPpate, Bn; •·alutnione dell', 86; Orientamento p~ofessionole, 617 Orinare,"'"'" scaria.dell'«citamentomsuale,8J•en. Ospesc.;troppolecprotezioni ncll',504SC· Ostet•iciae~iatria,6q6
Ostinar.ionr,H>,499.505.79>, •oso Ottimismo, >Q.4n., >096 Poci&smo, 407'6J,IQ6->oo; OSIlee fantasticalo, J6o$1.; risposato, J•s; ruolo del, nella ,·ita del bambino, 19. o6->oo,u4,ll7,uo;sep,aruioncdol, ,6osg.; .. ;l~ppo del rappcrrlo con il, H6-s8. 546•11·, s86;visitatore, HSSI., H>sc.; ..cdi onciM: Complcuo edipico; Ccnitoli;Mortc Panico,7n,>on;statidi,>ofl> Paronoia,u8,6n.~o,6.u,7•S.040
Paret !!abel, oo6n. Parola,wdiLincllaiSiO Paro\ao;oe,J64 Pauimonia, 775 Parto,lcsionenel,1076 P=heF.,ooo 1':1.....!0: "dimcntie:>.IO~, 1011•1S 0 1010; Ìl\· ftucnu del, sul presente, ooa4; potmu dcl,sulprcscnte,954 Paniviti,1QI,n4,>)8n.,>46, )58,)64, l70.SOO,SSO,iJJD.,&!,Q,88o,QOi, 1071,1076,100XIiaOale,Q04,04lll•l difeu contro b, 144, 776; e malattia or&anion,t078, oo8o;hualeluiricordi,s6>-6J;t"Oolcnuto =nifesto c latente delle, 1o8o;
cronoklP., delle, 1078-&o; dcali animoli, vedi Zoofnbi;; dci t.nnhini, 1077-at, 1c88;dei bambini in campo di concen· tr.lmento, s6o-64; dei coni, s6>1(.; del buio,56J;dcll'abbandoncmotiYG,645l della~enzamorale,7Q4,857,86o;
dclb dWpprovazione sociale, 1070; del· Japerditad'amorc,t070,l07),I078, 1o8o,1o87, •ooB; de11a perdita del· l'cqetto, 1078; dc11o PQIIuzione, 8s6; dolio potenu puhionale, IQOI(., 191 q., 2J~l; della punizione, 79~. 845, 1070, 107J,·1o8o, IOQ8;de11'autoritl parenta1c.767,84;;de1l'Es,to8o,1o87; dell'indipendenl3, 861; del mondo ostcmo,867;del mondo esterno ede11c pubioni, •So, IO), 195-2.04, >44, a64; del mondo oucttulc, 1071, >097!8.; del p:odrc, n8; dd riemac«e del,.;. mOS.0,>71,>7lidelri&ulo,I07QI(.; di altri bambini, Jl4; di dishuziont, ICS6;diossereonnientalo, >46,646, 857, QJOi di essere avvelenalo, 146, 447, 77Si di euerc diYGIB, 1o8s; di fronte a cui newotici, 71Jn.; di lrontearq:rCS$ionencllowiluppops.i· chico, 705·>J; e wmPQrtamenlo i11o&icodcl bombino, -;o6sg.; eipernnsictà, 68); formazione del, 706; imi· \azione della, J6o; 'tÌSitc del, ai bam· bini nelle condizioni P!ichichc pqgioli,
"'
Pediatria, 115, IJOen., 1~1, 70So07, on-so, 978q.; continuitl di unoizio dciii, 6oo; e psicwnalili, 68•-701 Pene, 107, 109, >l6; del Plldrc. ammira· ziooe per il, QOt; immaginario, 901, 9•4;invidiadcl,14111··177,t8o-8lo >071(.,114 0 UZ,1)1 0 1J6,>4So415o ~41, 408, s1B, 777, 899, ooJ, 009. 911, o••, •009, 1070; •imbolo del, ss; sopsavvalatazione del, nelb fase fallico,8Q7,900SII··OOJ
Pen•ino(i): di .!Oddi$fuimeoto di un de'idorio,84s:di3turbidei,loH;cazio.. ne, 1017; macio:o, '8s6, 878: PfOCCS$i di, I07Uil-: w:di onehe lnt~llctto; Protttropriourio;P,t..~6sc.,H8; pre4; di cuardare, n6; di riu!Cire, 8zo~&.,
Bs4: c alimcntozione, 4Jl·J9,44J,447; edolore,489Sf.,586;enuovces)» 1ienu, 861; nel eioco, 8191f·; nella motilit~. ho; orale, 44218., 496, HJ, 8aosg.,8J>,817,01l;passivo,776. 868;pr«Sistcnti,ltt:u:arncntoai, IIJ, S61;plincipiodi,I00,19Z,19S,41S, 4"''·· s•6.779. 8u, 818,844,846, 8;t,8n,88pi.,887.917:Priocipjo di,cgiudizimorolieJOciali,88sq.; rioeoa.dcl, IOJ-oQ;riclaborazionic\el, llliJ.;rinunei:aol, )Oq., 108, u6, n;;rinviodclla!Oddidazioncdcl,lo6 Piace•~ e dispiacere, IOS•: fquilibrio tro, 1094;espericnzedi,10Q4,1006 Pia~t].,4h
Pianto, 44, 414, no, s~~ Piccololloru,1; 1Cnctie~,4~.;o);ulliciale,o• Poicologioacc~dcmi44. •046;cpsicoonalisi,481-Q1 l'>icolosiapsi..,.n•liticainfantile,4Ql-96, SOI-QJ,SOO,S77,Soo-6o>,604,76;, ;6Q-8o,So•;wiluppodclla,6oosg. Psicopcatia,o67 Psicopatologio,QJ7,o67,100JlOdulta,I'O· lutazionedqli>tadiinfantilipre.· sb:Uonc, oaS; dmi6cuioM della, 841 ,..;cbnific:azioneevolutivadclla,on: conoidcnzioni s~nerali oulb valuta:Uonc dclla,ll.to-68;dcll'adulto,11S6,uso; C"8ffididisturbo,oo,o.86, oo88;e sintomatoloaia propriam~ntedetta, 17>76, oo88; e tmsioni ausate da lattmi ~tctninelloS>iluppo, 874>1-: etensioniintctncnelloS>iluppo,87S·8o;lonc esterne e interne nel!., 798; individuazioncp:rc=ddla,6oo-o7,6>J;infllntilc, 1001-QJ, II)Q, 1148os.; mista, •n•: ncll'adoles«n:ra, 639-~8; noo nevrotioa,IO(IJ;predisposizioncolla,840; quadri clinici atipici, 85z, 8sç, 868, 907, 9)>; !OII'ermu. o;ausata da, nel t.ambino e nell'adulto. 848sc.; •pcci6· "'di una faoe, YCdi DisluTbi evolutivi; u1toria natu•alc" d~llo, 86on. PsicopedaiJOaia,>JS,46oOS-.577 Psicosi, >47, IQI, 19~. 101-114, no, 481, 58o1g., 51ll• 6o},6J9, 644S1.,66Q, 86s,8,z,88s.o•7.os8os.,o6?,Q78,
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10>5$8., 1046, IOSJ, 1074, oo8ç, 1087, 1111; e adole,907.9)8,Q44,1070;arrcsti •igo,~ardanti \', 6s6; di bambini atipici, 617: c di1turbi dcll'alimtnta:Uooc, 4JJo 445'1-: e moniealimentari, 8o}; e sviluppo dcllinllu>Uio, 657; perdita dell', 8J?n.; vedirncheConttollo.tinteri9, 4>6, 459!11-. 41)0,4q6sa-., '"· 774. 8n,81>,875,1096-Q8; uc6,110S'i-l e «B"e>sioM, 1007'S·; soddisfa~imento doli~. indipcndcntcdalseuodell'ouctto,8o7 Pulsioni,7Z,75,BI,Jooo;odesiot~cdelle,
8}z; a&II'C5Sin, 1142; anali,(..., delle, Z41SC., 14~. 147, >so; attardarsi dello sviluppo delle, oo8z; oumcoto delle, 190, >Q4, 14oss.• >44'11-. ~47-40. zsa ••·· •s'l. 8;8, ~O' 'i-; controllo de11e, 709,>oa8;coDtro11onterrtodeidcti"''i delle, 884: contro11o interno ed esterno delle, 88~-90; dcfiçicozc quant>tative nelle, 6m derinti pubion:lli di,
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77JSi.• 778,796,8oQ, 816, 88o,Q•J: dcs.tono delle, 18o; de•ia•ioni delle, 664; dcviuioni nello sviluppo d~lle, 1oU; difesa contro le, >70-So, •8~. 187~7. •s81g., 86s; di morte, 11J41C-1 distur· bi nel controllo delle, 101~·17: di vito, HJS; e alfdti, 1715i.; e disturbi dell'olimmtatione, 4H·w; e nevro..i ossessiv:a,O)J7Sg.,')46se.;equilibriot~>
controllo e soddisfacimento delle, 107 Sl.;esvi]uppo,p6,H4,H7,)7S,4U· o); e leenia analitica, 1011•1); fui l>:~nli~ioaali delle, 8So; fattori qu.anhtotiviequalitativinelle,6>9,6J6sg.;for· za delle, 10sose., 1o8o; fwioncdcllc, vedi Libido; lf;lti6eazione delle, 76sg., 8•; uimbtieliamento~dclle, ooso, >OH; impasto e dilimpa$to delle, SO), S14 s1., S•9: limitazione delle, 358; modi&cozionc delle, 15;, >Jo, •6s; mut.amento qualotati•·o c quontitoti•-o delle, 8So; oell'adoles«nza,6•9Si·o 6J6sa-., 6-jO,IOOlJi.;)>lU>:~dcl\e,8o-91,l9)
ss., >JQ"tiJ, 646, 711, 76S; ptCS40$8., >46q.; rep~ionc nello sviluppo delle, 8))1, 8)6·)8, 864, 868, So•: rifiuto delle, nclb pubertl, >4Q"6J; rimozione delle, 101118-: sfo110motoriodolle,84>;wddisfoçjmento delle,elottacontrole,7llR.;soddilbeimcntocfrurtrnioncde\le,in famicli:lc nclt'a1ilo rnidmtialc, Jl~S4: wddisfacimcnto sostitutivo delle, >J-J8; lpoltomcnto delle, 490; sviluppo deltc, wIOQ,IIJ, u6Sg., 112, 141,4681g., 66oq., s.s. 8;ut.• s,,.ao,ah,8')o, o•o,oooo;tcoriade\lc,97S;Icoriodualistia delle, 11)41 tro.s.form ..ionc dci dcriv:atipescoitalidellc,816;trasfor· mozione delle, 4o6-soo; vie di,.,.,;.,. delle, 879; YCdi enche AwOS$ivil~; Es; Libido; SrloSO PunWone, 14Si·· 117, t8o>f., 125, "'9 Si-.>4•,4•s.46o,sl7,7a>•s.• no, 766, 8;4, oo:, 01); amnud>,10: bi· 501"0·di, 1011;1056; dftltidiYCf.I.Ì delb, su bambini diversi, 7n; malattio come, 776;mcdiontepriv:.:ione dei cibi prderiti, 141"; pouro delb, vedi Paura; severo, u6; wgno di, 51; ~•di anche Edueuione Punti ci~bi, Punticliosi~. 409, 595,768, 77;, 8os Punto di vista: dinomico, 1o61-64, 1o68, I078;«<nornico,1o61-64,1o68,1078, 1o84$8., IIO"JiC\"O]Uii•O,IO"J7;&enttico, 1o61q., 1o68; struttuJOie, 6oo,
•1•
6J6,64o.•o6•-64,1o68,1078,uo7; topico,oo!So-6) Puopnti,141 Put""m J.J., ~Bo Putnam M. C., so7n.
Robbio, \'Cdi Collera R1d6 S., :o8n. RanscH L., 717n., 719•e .. 71l->4, 918n.,
un
R:onkO., ooon.
Ropaport D., 484'1:., 489, 1o61n. Ropporto """clitico, 6H Ropporto moteroo: di intimi!~ 6sica, J"19• n: c atimcnto:tionc, •97"99: c sviluppo del tintuo&aio, >94~6; e "·iluppo cmotì•·o, JOISI-1introdu•ioncdet,ne11'asilo rcS~o-:8; pimo. zoo, JH: 50slituti•-o, consquenzc dcll'introduTrc UO,JIJ••7 Rapporto Pl:rtl, !So~ Rappootoscssuale:ossisterea\,766.7991 con"Cziones:rdiadcl,6o8;interprcl.a· ,_ione dell', da porte del blombino, aa •• •imboli dell', 777 Rapprosent•zione(i): oacettualc, SSOi verhlli,osS.•s6,S!9 Rassio:urazionc,o•7sc .• oJo RnionaliU, 66a, 88o, 886 Raziunoliunione,>4>, 16~,>16,n8,>8o. h7,8H,QIO,QJ6 Rut~. 10101 come rc1istcnza, 7~n.:C011· A1IIO con b, 494; confusione relativo allo, 615'1·1 dcformozione dello, 454; cfant.a•ia,14>, s86sc.,">070;cfant"'ic rimoiSe, 141; "'''"~iomento dolio, 8n; imp;~romc con la, 6171 interno ed esterna, 41)·>6, 419, 6o6, 6n, &t~ q., Su, •"4•: monan., di eonosccnzo dello, SS71 no~ioni distorte della, 104; principio di, IQOSg., 4liSC., 511, ;u, 817, 8u, 9>9se.,8nBsl,88ssg.,9s7;J>$ichi""• 1041; rcozione del detinq~&Cnte alla, 886;ri6utodcllo,ooo-oo6,:0Q,>Il, •64; stadi dd serno di, 80"]; sviluppo ddscr:rsodi,4s4 RealU, esame di, ao}-o;, uosg., 413·•6. 4J0.494. 779,786, Bu. 84s. 86s, 878, 886q., 947, 1070; difdt0$0, 616; ritardoto,oo8o Reottivo(i): di Szondi, vedi Szondi; d'in· tclligcnza,6>7".,1141;proictti,·i,48) sc.,4oB,u4• Rcazione(i): antilociali, vedi Comporta· mento; CrimiMlit~; Delinquenz:a; Di..
socialità; t~"'pcuti~ nepti•11, IOS058·· >o;6,1059,1o6J R::ozioni p;~ico.omatichc, 956, 978. 10. 841, 8;t; c cam· ltiamento di sintomatol01ia, 941; e conftitto, >oaJ, 1001; e direzione pe. diatrica,707-tJ;Cfatica,7tO;eformazionc >intomatica, 419-o;, >O"]z;e fDT7Ji e nevrosi or ...,;va,04N?;CptfVCTIÌOnc,Qo6,QII, 9tS>e.;eprogrcssio~~e, •on;epulsioni, •oo7;estesa,6so;esviluppo, H6, >OBJ, oo88;e troslazioJie, ~,.,,,IO)~; e trouma, 7a6, 7lO$i.; fonnale, ho; funzionale, 9470 funzione ;!ella, nello sviluPJ>Opsichico,?OS·tJ;indotla,tJ8; insintoniaeindilloniaconl'lo,8;; sg., 1075, 1098; ÌHVei$ÌOM ddle, 6;t; nee;li att~giamenti emotivi, 417; nel comportamento, vedi Comportamento; ncll'~dolac.:mu, 64;, 648, 8ot,o; nel· l'adulto, 419; nella btenzo, 446, nel· l'al\alisi,to;8;ne11osviluppolibidico, 4•7.446.s•6.mo.711·>J,8JO"J>, 8J6-J8,8;a,8S4·s6,to4z;nevrotio84;nondifesc,t07SSC·••Dll.•o87 $&".;normale e tunsitoTia, 958; per· manentC,711,8J8,8.to,847,8;o,8H·
a,,.
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;6, 868, 915, 9Jii prevcn..ione ddlc, 66J;pulsionale,944.9465g.;re>·euibllitldolla,947iSemoalt,aJ1,8;6;sotto tensione, 710 S&~ 8JS·)7; buO di, h8, 836, •n8; lcmporole, 870; temporanea, 70D-11,8JI"SB .. 8J8,14>,84?,8;o,oa6; topia,hoSB.;Iotale,s•ssl-·7"'""' lutazione della, 86JIJ.; \ledi anche Eo; Fase anale; Fase follia; Fase orale; Fi .. sazione;lo;Super-io Reioh Annlc, 6Jo, 919n. Rcieh W.,t63,17>,188n. Relazione(i): anoeliliche, •o8•; f>IHco-edi· piea,un;socialinell'adoltsttnza,tooJ
...
Rebtloni oaccttuali: adulte, BoS-11; ogV.Oi>P2~i. lloQsg., 8)1,149; amblvaknU, 411,417,441, SIJo BoQ, 876; ono• clitiche,6s4.8oo,8J1,e.64,9o8;arre•tode11c, 847;carenti,8;a; deib;tmbinl tra.curati, 7>;; del bambino cieco, 67•; deprer.z.anti, 948; di1turbi p1imari delle, 8n;eouressi•·it;l, S14;cautoeroti>mo, ;~;c controllo s&ntcrlco, 814·16; ed crlcriorìu.uionc,,88,79>'94;edipen· dento, 794, 86,f; edipiche, •cdi Com· plessocdipico;cdisporrcdelproprio corpo, 8o6sg.; e l;ui liltidiche, 864; cncut101izzazione,6t4;cpi.accredd SUCttSIO, 8>0j C fCFC'JIÌOnC, 8JOo-)l, 86~; e r61 altruUtico, 176; c sonno, 876;estimolovcrsobmaturatione,h4 q.;et ...tazione,>741i-;fa11icocdipiehc,Boo,811,864;1nfantili,revivi>ttn· u dc11e, 788,8Q.Q;lcpmiconlosteuo SCS1o,8Q6-QQ;nclct>ibotdcrline,67o; ne11a bse anale, 708, Boo••·· 81;, a,,, 8;6-;8, 914, 94~5.1:-; nella fase falHca, .,.S; nella fase orale, 708; nellabtenu, 8oo,8••.1198,çOJ;nellanevrooio.. SCSIÌ\"a, 1).49; pia~rt ba.$aiD IUlla, 295i pOISCJSÌ,J>J,511,S4lSC·;Privazionep<e· cocc nelle, 919; qualiùdc11e, 864,954; risorsc:rc delle forme primitive della, ;n;simbiotlche,791,8J9.9>9;Stabili· tldcllc:,8;o;svnuppodellc:.708,8o,.. Il, 8;9s11., 8n-8o, 910,961, 9871(.; vedi anche Amore; Amore oucttuak; Attz«:amento; Bambino; Madre-bombi· no,nppo,654o788.8oJ,IIoo, s ... s64.8o9.90JSB .• 957,IOOJ,•o6z, 1ol4; derivanti cblle pubioni, ma formate dolf'lo, 1096; imm>IUIC, toz8;
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mant>n~ di st.bili~ ncll~. 1084; nei di..,rta, §16-18, S911"6>JI e p:e>ision~. cieclli, 1076; qu.olit~ delle, 10701 rim71!&'., 176-78, 7S1, 791, 916; considcrazioni economid1c sulla, 1o63; con· tro opi ~cura•, 646!&'.1 ed ertuior"z:;~zionedclconHitto,914;edifesa,•7o interpret~Jjonesimbolia.,
q., 17s-78; e
778;em!$S3inat!O,IOliSC.1ere~
sione, 868; c tipi di nev.osi, 1731 e tradozione, 9u, 917; intensitl delta, 1931 interp..,tazione deltt,916, o•B; nell'adol....,nz.o, 6n, 669. t87SS-1 ntll'analisi dirbttia., >7>·74; ncll'olll>lisi in· fantile,4o8,6;z,..,,87-8o.797o199n,, 906,Q18,a•u;setedinuoveespericnzc come, 7911 :rtruthlt.l delb, >?);tipi di '7'• n6; vedi anche Trulazione Re>ponsabilit~ lcsale, etl per b, 881 Re~trizioni alimentari, 14(118. Reticenza, 117 Re~IO6. 919,1019 Rit:udali mcntoli, 617 Ritardo mentale, 84718·• 8nq.. 868, S,),$o}>,\lJO,IOZ7,>076,1o8J,IIOO; e seduzione, 716; vedi anc~e Bombino; De6cienz:;~ mcnt.le Ritiro: dal mondo anettualc, ;841g.; del· b libido, ;84, 1011 Ritual~ Sss. 870, 871, 879, I)ZZ, 9161 del mommto di corlnTSi, 413, 1073; OSSI* •ivi, 1119 llitvoS.,SOJ0.,6oln.,\))1,940 Ri.,liU, assenza di, nei bambini in com· podieoocenlr-.mento, 1):1-JS RI, >96, 198; dcll'omore in odio, uo;cllcltodel,>)>,164 Ruba10, 594, 844-47, 866, qo8; ndi onckFurti Ryaoft C. F.• 6•sn. SodgorJ .• ooo Sodismo, 708,813, So>, 918, >099; ana1c,8)>,87•,879·9•4;orole,4)),44l se .• soo, 8)>; rimotiooe del, 49911.; vedt anche Aarasivitli; Fantuia; Fose sodico .. nalc; Fase ~adico-orolc
cniono~..,.noliticadella,99911·l.-c
di anche Nonna\it;\ S.II'Otoqio: otti rc:~li di, 674; fantasie di, 674'1· Sandler J~ 717, Snn., 1111 SamollC., oun. SartreJ.•P.,4h SouiS\IrcR.de,4b Sc:arica, bloeco della, 1)0 Scelta oagettuole, 8)0; onoclitic:~, 88), 896..-~ 'l.ionc di sintomi dopO Lo., 814; tolle!llnza delb, e =tanra dell'aagetto, 810, 8a61g.; traumotiC>, J•J, 671,711 Separazione, aniOKia di, 48s, so>, 78o, 8•o,8s7,56cr,Q11,91),9JO,I078, 1o8o, 1o87; come cii~IIOrio diarnootio::a,
s.....
ScparazioiiC•ÌIIdividuaziolle, fase di, 8o9 q., 114US., l1SQ, 1161
Serie t"Ompl~mentue, prablCRia della, 715 Sesso!Ses:lualitli,I87-Bo.767,85•7Slt'·l an.olosie e differente di, bo inbnzil e adolacar.za, 240JJ.; anormale, 107; cambiomento nel\'atteagiamenlo ri1110rdo al, 1044, 1040: d.alla prqa~itale alla acni-
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ble, 100118.; deei.lionc 1~1 oomportomento sessuale, de5nitivo wlo dopo la pubert, >6;, a7), 4)5, 46{1, 48o, SIPi·• 6;9,767,779,8s6,86aq.,868,8B;, · 911, 1000, 104s, 1on, oo8o, 109>, 1094, IIO{I;nel bombino, 417,41J:nel bambino c nell'adulto, 84751·; ocvrotica, >07>Si .. 1olll: oon nevroti;ton\'Crsionedei,87•:delinqllo88;detivanti
da formazioni di compromesso fra Es ed lo, 1071'11~ 1088; derivanti clol· l'aurc:s••itj,aon,1o88;c1Ciìvantidolla ori!linarioMndifl'e«:n'l.iazionetraprocessi ~amatici e psicologici, >07>SI., 1088: deri•·anli dalle repessioni non difc~e, oonq., 1oB8; d01iwnti c!oll'ir· ruzione do de1ivati dell'Es, 107JSg,, >o88;ditroslazionc,6ssl.;clitrovollitismo, nell'infanzia, 908-11; ~d;,...,. tato'troppopondc•,418;eclif=,>S.84,t09,•46,a.S;einttnsitidelladi· feso,8t,oon.;cX>Iferenu,411•>J;espin· te bi cn.i n~lla, 8o Somatiu.azione, Sonn0,147,4-4J,p0,711,8u,8o6,819, 8n. 816, s,aq., 884, 11•1: •Jottorc
"'5
,.,a,
controil",876;rq~es$ionealmomcnto di coricorsi, Su, 819; rit~~>li rcbtivial.
1117.8n Sonno,disturbidel,q6,S)o,s8:,6oJ, 6o6.6'1)o-9J,7o6.7:8,S..o.Bn·77,on, 9S7,oo6Q,I0?>,1094·•097,1•S8;c
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dilturbic•·olutioi,looo>a:.;csviluppo,
~·~-
Sordil Sorriso,rispojledi,6•; Sospctto,46o Sottomissione, l.f) S<Madete"rmino~ione, 974 Spasticit~. 1o;6 Spcnderedenaro,>J4 SpcrlingMe\itta,oun.,o•Jss.• 91fD. Spcroonaliuozionc, 1074 Spie,.l L. A., 6jo, 6;1 Spitz R. A~ 485, s8>, 6n, 810, 816n., 1056n.,1059,114>,116o Spock 8., 6o81g. Sporc;~rsi, 944 Spo•t:ammto, 154, osvsg.,17>,176, >46. •5•.•s6,>65,J46.4•7.457.46>,490, -1'}6,5o6,n4.h6,8•v,8n,84••ho. 878,889S11.,81)8,908,911,9>4,9:6, ao64,1081;cbigenitolialcorpo,:o7: d:ipropridcsiderisualtrepenone,oJI• ;8;dellacuriosilo8o StcinM,, ono Stcrb:IEclitha,.-n,446,9u Stimolazionc: c sviluppo, 719-21; 8uttuzioni dello, 7"''11· Stimolo, barriCTa contro lo, 718; ele•·•· zioncdello, 7>0;c t~:~uma, 718, 7>7 Stitichezu,7o6 Stomoco, malattie dello, 441 Stone,11n11.,>n6 Stori0,979;popolare,:o> St~:~cheyJ., 4H.9•8n.,919, aoa4n., 1051 sg.,l054 Stro<slosehc,6aJ Struttura, ancstomento dello, 661 Strutturozicne, 7>4, 8o8, 8>4, 8sosg., 857•c.,II68,81J,878,88Jn.,8Bt.ll•o, 100}), r01)8; incompleto, 1100 Studilonsitudinali,48f,SOJ.6ol,6oS, 611,67!,1090 Stupro manifeoto ebtcnle, 77> Sublimo•ionc(i), o8, 77, 1nsg., 115, a8o, r8;,ao6,uv,:)8n.,:6s, pon.,J45.
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Vol. j,pp. 757-1172
.(56,.(61,.(90,.(97o409,S>6,776SJI., 8>1,811},8U!i.,8ç>,8S9oc.,SQ8,t;~6o,
978.>75,I08a,oo&.!;aU4; çapocitidipenetrarenell.o,614;delle tendenze ~ru.l~ 88Q; e formazione sin· tomatiça,6aç;bllia,n7;fluiditidollc, 619; ncll'adoltSttll.. , 618; potenziale di,8sQ,867,>on;s!ioh11itidcllo,6>s; transitor~ti dcUc,_6>s; valu!iotione delle, 6>4•lQ; ~i anche Ncut ..liuatione SueQ, 779, ss~. 857 .,.,86o,88•.869.89•,1l-94.,.• 910,
.s..
9)7,1079,1o8!;a~lerato,9:ao;arre •todel\o,8.t7,>o8z;eproccssosecot~•
dario, 786; incompleto, 87); irl tilua'ionidifi'Uppo, sn;imulficientc,6aQ; prccoce,9)7,90;variazionidello,8QI; wdiancbeLineeevolutivc;Sviluppo
Supcrvisione,271,9S4.97D-7J,IIIO,IIIJ Suppo5tC,7Q9D. Svezzamento, 411· 4J9, 440, SOli. 768, 8o8, 8usg., 861, 877,91J Sviluppo: ai>Donne, 98, >07;occekrato dell"loedt\Supel-io,erallent.;o.todelle pulsioni, Bs•. Q>o; antitesi nelle metcdello.8Qo;antitesitradofesoeo.s,.,... d~ 8Qo; arreoli di, s6on., 60o>); atipico, 6o); atro6a dello, ;6o; cambiamenti del ritmo dello, 8JJ, >oh; come fose ossessW. llamìtorio, 879; ton• Ritto inevitabile nello, 796; con· tributo dell'olllli3i infantile alla com· prcnsiono dello, 770; dtfotm».ioni dello, 866; dci conoetti ~mio~ e "tuoH, 846sg.; del bambino normale rispetto a quello ~bbl.ndonato o ri&ulioto, 989; del· l"adole=nle, vedi ILdoleseenufAdoleseerrte;dell•libjdo,vediSvlluppolibi· dico;delleforuestemeri>pettoaquelle inteme,-,6s,798-8oo,86>;dell"lo,wdi lo; del ragano, 96--9-9; devioote, 71); di bambini allevoti in i•tituti confron· lato ton quello di bambini alltvati in famit~lio, alll).)-,6; di fose, dipendente da oaetti delle pubioni. >oo6; difetti di, oo18; differenze cronologiche di, s>B;diflcrcnzcdi,trarajlattieraguu. Hti; difl"erenziozionc delle shultutc P5ichichenello,>8ssg.;difl"ormitlnello,8sa.,.,8h;dis;~rrnonico,418.4>8,
9:00, 916, 9)S; c anali•~ mete divasc tra,,88;eareelibcredacon8itti,6•o; edipendcnuinfantl1e,7Q4JCÌnlcrazione fIIJI"IIdodi,•4•;>0, 1045·47; meta della, ro18, 1053 sg., 1058, >o6J, 1o6?; mi(lioramenti della trasb:tione nello, 791; modifica· lionidella.979:neeliuatidi\ulto,6n· )6; ncll'adolaa:nu, 6psg., 6JS, 64>· 47, 66(1q., QJOi nello stato dcll"amore infelico, 6))·)6;" ostacoli nella, 1041, 1048-n; ostilitl dcU'adolesoente •·mo lo, 64)sg.; paBmctri della, or8, 918, >Or6,tt0; principi teBpeutifi della, 78ug.; rappol"lo r=lc c traslazione nelb, 18osa.; ricostruzionedell'adol=nl:laltrovcrso la,6J•stl·i ruolodcll"o1$Crv:1Zione diretto nella, 59>18-; .. guitodi un"onolisi infantile, Q40stl.; simultonca, di t74·8o; nell'analisi infant~c. 4081g., 781, 784 sg., 789-94, 797, 914, 9~6-•o: nevrosi di. w4i Ncvr01i di traslnionc; pooitiYa,4J,48,6J-6S,I79,7117:1'fO. &fC"!Sine11a.9>6;rcsi$tenudi,t71,•7S. •os•:rcvivisccnzodcirapportiotl(ltllali
.w,
infantili nrlb, 788; riproduzione agita nello,IOI9SS.iluolodelt.,nolpro= IC'IIpcutico. 1017; tendenze pugcnitali e pr«dipiche nelt., 79~; uso patolorico dello,da~nrtcdelpatientc,9>7:••rso
l'educatore, 97, 11J; vedi ~nche Mesu in atto; Ripetizione Trattamento, wdiTenpio Tratt.amentoraidenziale,6H,64>,1o86 Trauma(i), 14l, 854, 86o, 919, iden· zìoniqualit..tiverelativea1,7l1S8.,7JO; "costruttiva", 7ll; cumulotiYo, 717+19, 1010; da tcn1ione, 71711.; dc6nizionc del cancello d~ 719; di topcrtur.:r, 718; ed et~ cronoloaica, 8to; c fose anale, 9J8; e funzionamento pre«dcntc l'lo, 71Q,7>8,no;eintervcntochirurgico, 141; elaborazione del, 224; c malattia fi:sica,1)6sg.;eneVIO$i,8oo;cpunti di fis•nione, 8Jii e rqresionc, 8)6, 8J8;,...ri,ionrdopoil,7•J·•5.7>8, nose.; imprCYcdibilitl dei, 664; in· ternoed~terno,7U·l5,7>0'1·iPfecG
cr,s•6se.;provedel,7>9iPIO\'Oca•ionc del, 711'1.; rctrospctliYO, 717SI., 1010j rie~"ocnionr del, 110Ji eSienA della, 7>71g. Tra•estiti$mo, 957; come categoria dia· IP>O•ticancll'inf>nili.905.ooS.n,;crnetico,86sse.: inhncacorottcristichegcneuli,8sS. 61, 867sg.; in base oi siotomi, 8H·SI: inbasealtosviluppo,8s•·s6,864.o6; inb.:rseoltìpodianaoscioedicon· Hitto, 85711·· 866; mcUPSicoloJica, 961; ogettuolr, 1o88; otatica ed e\'Oluti..,, 8~~·47; vedi an~hc Diat:rr0$i Van der Waols II.C.,4h Vecchiaia, 840 Ve1:tarianismo, 444. soo Verbalizz:azione,6J4,670,676,1o11,1018, 1111,1118;ntll'analisiinfontile,;8;· • 87,8J4,9I0,9>7,910,9Jt;prima,h4: •edi anche Linruouio Vcraoan•, n, 74'1·· to6, 111, 518, 774 Ve>titi, vedi AbbigliamCfllo Viumadre, J>O, 1>8, 456n. Vi&;ilarw, addetti olb, 978 Violen ... 458n.;cancoKia, sfiJ Vi95, n>, )71; dello madre oll'osilo, H4Sg., )6.>11.,
...
Vi•i lnfontili, IOI-oJ, 111 Vomito, 447, 8~, 107) Voyeuriomo, 94l Wiildcrlenny,~diHollWlilder
WoJdcrR.,1Q0,717n.,718.7•"''4•770n.,
'"
Wedderbum Rood, )6J WcigcrtE.,Q18n. Wciss 1!: .. 900 WengerMortha,5>8n.,54611.,548n.,sn \\'""n"' H., S5<JO. Winnitott D.W., 5771>., 691,798, 8o8, 81o,St9.B74·9'l·"4S Wittcls F., 6Jo WolfKatherineM.,485,6u Wol6sonMour«n,S16,sz8,sH.S4418··
...
Wri~:ht Ehie, ll9"· WullrM.,ooo.oiN4
Zetzel Eliubcth R., 918n., 919 Zo11.1(e): corporu, 101-o8: er~ne, 618, 707'1·. 9o6; renit:olr, 107; &enit:ole, ptimoto delb, 6>8; gcnitali nclb boe Ptelllnitole,oos Zoofobia, 1'15~. 117, 561~, 84~. 870,
,.....
Zulliier H., 468
Vol. :,pp. 397-756
Vol. J,pp. 7S7-II7:Z
Cronologia degli scritti di Anna: Freud La data indico l'anno iu cui l'opera fu presentata per b. prima volto, in forma o di canfermzaodipubbliazione. -lltitoloitaliono t seguito, per gli so:Tittiqui pubblic.ti,dal numero del volume in ~ui campoiono.- L'abbr...,iazione Wrilill&$ Jb p:r The Writin115 ol Anno Freud, 7 voll. (intematioul Universitia Prw, N~ Yorl Sehlocephlnlisic und T.,t..,um. Conferenq tenuta alla Società psi..,analitic. di Vienna il 31 mauio. Pubbl. in lmoco. vol. 8, 317•32 (>QU). Trad. in;l.: Th~ Rebtion of ile.tinr Pbonbsics lo • O.v·Dreom, Int. ]. f'syeb-ANII., vol. 4. ~-1o1 ho•Jl; trod. inrl.riv.doll'autrioeinWritinp.~ol.r(oQU).
Efn hy.Uritd>es Symplom bei cinem z,vt-ieinviertdi:ihricen Kmobe11, Imago, vol. o. •6.411- Tud. inal.: An Histeria/ Symptom in a Chi/d ol Two Yca" ond Three Months, lnt./.Ps)'cbo-A!Iat.,vol.J,a>7·>Q(roa6);tf3d.insl.riv.doll'autrioeinWritinp,vol.r ho.74l·
.Quattro ..,nferenu-sulronalili infontile.Vo/. r. Einfahnrng in diglon roa!)~ t'3d. in1/. o.:iazione psicoanalitic. inll:rnuiona!e. Pubbl. in lnt. Z. Psyeboanol~ vol.·~. 1n-62 (>od). Tr•d. i nel.: On the Thtosy o1 /ulo/ysi$ of Children, Int. J. Psych-Anal., •ol.oo,,o·J8ho•ol;t,..d.ingl.riv.doll'autriceinWrilinp,,-ol.r(I074l-
Un norri1pettivo noli•i por inseenanti e senitori. Vol. 1. Einl~hruns in die Psychoo.ulyse lnr Po~n: Vier Vortr~ce (Hippn\:ute~, St.» end.>). Thd. ins).: fntroduttion to Pl)'~ho-/uroJ)'>is 101 Tatchers: Four L«turcs (Al!en & Unwin, Londro 19)1); tr:ld. insl. riv. doll'outri~: Four Lecturcs nn Pl)'rhoanolpislorTeocheuandf'arcnt
L'lo
Problemi deU'aliO/isididallieo. Vol. o. Prob/cme !kr Leh111111/yse. Rcluione presentata 1 Pari1i, alb Commissione intern .. zionale per l'istruzione. Pubbl. in ~Mn Eilin(llltl in Memori:am• (Sor:icU P'i=nali· lira ilr:lcliona, ~ru.salcmme •oso). Tud. ingl. in \Vritinss, vol. 4 (so68].
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&mbini piccoli in tempO di eueua: un anno di lovoro in un arilo r~ridenzia/e (in eoll:ioboruione ton Dorothy Bullin11ham), Youne ChildrM in War-Tim968).
Tocniche cduative e p!icologicbe pe1 ambiare eli atter1iamenti meotali IÌtuZrdlrnti b. comprensione intemadoJI.IIe. Edll(a!ional and Psycholo~i on Chi/d Development. Contributo al Simposio sui problemi dello Mluppo infantile, teouto>i in aprile a Stodbrid~, M..s. Pubbl. in •n.e Psychoanalytic Studyof theChild~, vol. 6 (IOSI). lmpoltlm:a delrevolu:Uone della p5icolo,il psit~W~alitica inlantile. Thc Si&nilioa~ ol thc Evo/ulion of PsyrhN: ... Iytic Chi/d Psyrholo,v, ili •conarh international de Psychiatric, P.ti> •oso, R.oppom» (He:rmann & C., PariaO.
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The lt.a!e of l/te Teaehet, Harvard Edue. Reo~ vol. ••• UQ·,4l pulrbl~ in lo"'"' ri.eduta e ridotto, col titolo Answerint~ T ..ehel$' Questiono, in Writi,., vol. 4 (•o68). NotesulroucMzìonedelbambioopicco!o. Some lt.emarb on /nfont Oble1'V2tion. Note indirizzate qji ~!udenti di medicina de11a Weot~rn Rcserve Univènity di Ct~land (Ohio). Pubbl. in ~n.e Psycho.anolytic StudyoftheChild~,vol.S(•on).
l'refuione delb cu.atri~ ~Ile "Gesammdte \Verke" di Siernuod Freud. VolWOlt der HtJaU~&Ci>cr to: Sigrnund Freud, "Gt~mmelte Wedce• (lmaao Publish· intCo., Lond.a). StudisullapmiviU. Studie• in PaDi•ity. Conferenza tenuta allo Socielll psicoanalitia di Odroil e bo&ol:il sueonlributiprccedenli;pl.a:inpartebaatasuStucl•osuccrterationiinpnienti omostsn~oli (19•91 e Alcune OS>OMitioni cliniche circa il t.alfllmento di cosi di omosessualiU nwehik (1949) e in parte letta nel 19~0 olla Societ.l. e all'Istituto psicoanali· !id eli New York; p!.~' prc~tota ol 17" ConJIOUO intema:ionale di psicoanalisi (Amslerdom, 7•1i0Sto 19~1). 1 953 Recensione dd 61rn "A Two-Y.. r-0/d Coe:s lo Hospitr/" di fomes Robertson. Film R.el-iew of: l•mes Robutson, "A Two-Ynr-Oid Coes lo Ho~pital", lnt. P
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