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PROPRIETA
LETTERARIA
RISERVATA
Longanesi 6- C © 2008 - Milano www.longanesi.it ISBN 978-88-304-2565-1
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II confine tra penitenza e impenitenza divide Ie famiglie e Ie scuole. Purtroppo, pero, non i partiti: 0 almeno non quelli della povera Italia contemporanea, tutti proni al papa e all'imperatore, in quella sua versione modern a che e il presidente degli Stati Uniti. Percio, questa libro si apre con una serie di variazioni su «Fatti» e «Opinioni» che coinvolgono I'uno e l'altro: dal referendum sulla Legge 40 allo scandalo della pedofilia ecc1esiastica, dalla guerra contro il terrorismo alia presenza delle basi statunitensi nel nostro paese. Una forma di impenitenza e il perseverare nel peccato che va sotto il nome di «scientismo». Ovvero, prendere seriamente la scienza e mostrare la futilita di certa letteratura e certa filosofia: quelle di evasione dal pensiero e di invasione dei media, che fanno bella mostra di se nelle pagine «culturali» di troppi giornali e nei programmi di «informazione» di troppe televisioni. A queste degenerazioni, rna soprattutto aile rigenerazioni di un'altra letteratura e un'altra filosofia, sono dedicate Ie variazioni su «Parole» e «Pensieri»: dal poema sulla natura di Lucrezio al romanzo su una tempesta di fuoco di Vonnegut, dalla fisiologia dellibero arbitrio aile limitazioni della logica. Ma impenitente e solo un aggettivo aggiunto al pili sostanzioso sostantivo matematico. E la critica di certo umanesimo, nei suoi aspetti pili disparati (politica, religione, letteratura, filosofia), e solo un prodotto secondario del pensiero scientifico, che si caratterizza invece anzitutto per i suoi contenuti intrinseci. Di questi trattano Ie variazioni su «Calcoli» ed «Esperimenti», che mirano a divulgare particolari aspetti delIa matematica e delle scienze: dalle curiosita aritmetiche su alcuni numeri aile profondita geometriche sulla struttu-
ra del Paradiso dantesco, dai capitoli principali della vera Genesi. (q~ella scientifica) alle parabole salIent! del vero Vangelo (quello evoluzionist~): Senza dimenticare Ie «Persone», ClOe Ie storie individuali di alcuni apostoli del pensiero, scientifico e non: da. Pie~o della Francesca a Diderot, da Emstem alla Montalcini. (1950) ha studiato matematica in Italia, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica, e insegna Logica pres so l'Universita di Torino e la Cornell University. Collaboratore di Repubblica, L'Espresso, Le Scienze e Psychologies, dirige la nostra collana di divulgazione scientifica «La Lente di Galileo». Ha vinto nel 1998 il Premio Galileo dell'Unione Matematica Italiana, nel 2002 il Premio Peano della Mathesis e nel 2006 il Premio Italgas per la divulgazione. Per Longanesi ha pubblicato Le menzogne di Ulisse (2004), Il matematico impertinente (2005), Incontri con menti straordinarie (2006) e PerPIERGIORGIO ODIFREDDI
che non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (2007).
IL
MATEMATICO
IMPENITENTE
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A Matteo e Dario, Lucia e Chiara, Margherita e Tommaso
Che tutti i vostri desideri si avverino. Che possiate sempre fore per gli altri, E permettere agli altri di fore per voi. Che costruiate una scala verso Ie stelle, E ne possiate salire ogni gradino. Che siate solidamente ancorati, Quando il vento cambiera direzione. Che il vostro animo sia sempre gioioso, E possiate rimanere per sempre giovani. Bob Dylan, Forever Young ,
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NO, NO, CH'IO NON MI PENTO
Nel finale del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte il « dissoluto» viene « punito», come preannunciato fin dal titolo originale dell'opera. La statua del patetico Commendatore gli offre un'ultima chance di pentimento, proponendogli di cambiar vita, rna il simpatico ribelle 10 manda al diavolo metaforicamente, prima di andarci lui letteralmente, rispondendogli per ben otto volte di no. E dopo che sparito fra Ie fiamme, il coro commenta: « Questo il fin di chi fa mal: dei perfidi la morte, alia vita sempre ugual! » Naturalmente, io non ho e non avrei l'ardire di paragonare me stesso a Don Giovanni: soprattutto, non all'impavido impenitente di questa scena. Ma I'ha avuto per me Corrado Augias, che nella puntata del 2 aprile 2007 del suo programma su RaiTre termino il nostro colloquio con queste parole: « Professore, per aver scritto il libro Perche non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) lei merita una sentenza molto severa, questa che adesso Ie arriva addosso ». E dopo che un fulmine, fortunatamente solo mediatico, mi can cello dallo schermo, concluse dicendo: « Ecco, COS! abbiamo fatto finire il professor Odifreddi. E coroniamo questa puntata con il finale del Don Giovanni». Ora, si da il caso che quest'opera sia una delle mie preferite, e il suo protagonista uno dei miei modelli di ribellione: mentre dunque riascoltavo il coro, ormai invisibile agli spettatori rna non sordo a me stesso, mi accorsi che I'accostamento mi piaceva, e decisi che potevo appropriarmi della qualifica di impenitente, COS! come in precedenza mi ero gia appropriato di quella di impertinente. Anche perche, se illaico Augias beatamente scherzava, sono invece dannatamente seri i preti e pretofili che da tempo si stracciano Ie vesti per cio che dico e scrivo, ritenendomi colpevole di lesa religiosita e papalita, e mi intimano: « Pentiti, scellerato! » E invece no, « vecchi infatuati », otto volte no: io non mi pento. E dichiaro che ridirei e riscriverei tutto, per commettere insieme al peccato dell'impenitenza anche quello dell'ostinazione: ben sapendo, come insegna Tommaso d'Aquino nella Summa Theologiae (Secunda Secundae, Questione 14), che si tratta di due peccati
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II matematico impenitente
irremissibili, perche « chi pecca per malizia non ha scuse che possana sminuire il castigo, e toglie i mezzi coi quali si com pie la remissione dei peccati ». Ma, che farci: il mondo e diviso in due, e ognuno fa la sua scelta di campo. Decidendo, ad esempio, di stare dalla parte dei penitenti a testa bassa: come Galileo Galilei, che accetto di abiurare in ginocchio di fronte al tribunale dell'Inquisizione, 0 Renato Cartesio, che prefed non pubblicare il suo trattato suI mondo per evitare la stessa fine. Oppure decidendo, al contrario, di stare dalla parte degli impenitenti a testa alta: come Giordano Bruno, al quale fu messo il morso suI rogo per impedirgli di continuare a bestemmiare fino all'ultimo, 0 Benedetto Spinoza, che fu maledetto e radiato dalla comunid ebraica per aver svelato che la Bibbia era soltanto un libro « umano, troppo umano». Come si vede, non c'e scienza 0 filosofia che tenga: il confine tra penitenza e impenitenza e orizzontale, non verticale, e divide Ie famiglie e Ie scuole. Purtroppo, pero, non i partiti: 0 almeno non quelli della povera Italia contemporanea, tutti proni e supini di fronte al papa e all'imperatore, in quella sua versione moderna che e il presidente degli Stati Uniti. Percio, questo libro si apre con una serie di variazioni su Fatti e Opinioni che coinvolgono l'uno e l'altro, spes so ispirate all'attualid.: dal referendum sulla Legge 40 allo scandalo della pedofilia ecclesiastica, dalla guerra contro il terrorismo alIa presenza delle basi statunitensi nel nostro paese. Molti critici e lettori, non andando oltre Ie due sezioni precedenti, giudicheranno come d'abirudine la parte per il tutto. Quelli che leggeranno avanti, potranno invece accusarmi di impenitenza anche per Ie successive variazioni sulla letteratura e la filosofia: in questo caso, per la reiterazione di un peccato che avrei gia commesso in un mio precedente libro, II matematico impertinente, e che va sotto il nome di « scientismo». II che, tradotto, significa prendere seriamente la scienza e mostrare, per contrapposizione, la futilita di certa letteratura e certa filosofia. Ora, se avessi voluto dire « di tutta la letteratura e tutta la filosofia», l' avrei detto. Invece, volevo dire cio che ripeto: la futilita di certa letteratura e certa filosofia. Pili precisamente, quelle di evasione dal pensiero e di invasione dei media, che fanno bella mostra di se nelle pagine « culturali » di troppi giornali e nei program-
No, no, ch'io non mi pento
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mi di « informazione » di troppe televisioni, rna che stanno alle cose serie come i pettegolezzi alIa storia e i fotoromanzi al cinema. A queste degenerazioni, rna soprattutto alle rigenerazioni di un' altra letteratura e un'altra filosofia, che ben esistono entrambe, sono dedicate Ie variazioni su Parole e Pensieri: dal poema sulla natura di Lucrezio al romanzo su una tempesta di Fuoco di Vonnegut, dalla fisiologia dellibero arbitrio alle limitazioni della logica. Ma impenitente e solo un aggettivo aggiunto, nel titolo, al pili sostanzioso sostantivo matematico. E la critica di certo umanesimo, nei suoi aspetti pili disparati (politica, religione, letteratura, filosofia), e solo un prodotto secondario del pensiero scientifico, che • •• •• •• ••• SI carattenzza mvece, pnmanamente, per 1 SUOI contenutI mtnnseci. Di questi trattano Ie variazioni su Cal coli ed Esperimenti, che mirano a divulgare particolari aspetti della matematica e delle scienze: dalle curiosita aritmetiche su alcuni numeri alle profondita geometriche sulla struttura del Paradiso dantesco, dai capitoli principali della vera Genesi (quella scientifica) aIle parabole salienti del vero Vangelo (quello evoluzionista). Senza dimenticare Ie Persone, cioe Ie storie individuali di alcuni degli apostoli del pensiero, scientifico e non: da Piero della Francesca a Diderot, da Einstein alIa Montalcini. Sorprendentemente, pero, molti considerano persino la divulgazione un peccato da cui redimersi, e il continuare a praticarla un segno di impenitenza! La pensano cosl, ovviamente, coloro che da sempre temono che la conoscenza in generale, e quella scientifica in particolare, siano peri co lose ed eversive: a partire dalla falsa Genesi (quella teologica), che non a caso identifica il Peccato Originale dell'umanita con la trasgressione del comando divino di non gustare i frutti dell'Albero della Conoscenza, appunto. E la pensano cosl, altrettanto ovviamente, i padroni dei media e i loro portavoce e interpreti, che vedono nella sostanza e nella profondid tipiche della matematica e della scienza una minaccia letale per l'inconsistenza e la superficialid di quella caricatura di umanesimo da loro propugnata. Essi temono che a qualunque azione di acculturamento razionalista e scientifico possa corrispondere una reazione di rigetto verso l'incultura irrazionale e antiscientifica: e fanno bene, perche Ie gocce della divulgazione scavano Ie pietre dell'ignoranza, e finiscono col minarne Ie fondamenta e minacciarne la stabilita.
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Forse meno ovviamente, pero, sono spesso schierati contro la divulgazione anche i professori bacchettoni e i ricercatori spocchiosi che considerano la scienza un castello d'avorio chiuso alle visite turistiche, 0 un club esclusivo nel quale si puo entrare solo per censo intellettuale. Questi parrucconi scambiano la divulgazione con la volgarizzazione, e per reazione pretendono che della scienza si parli soltanto in linguaggio esoterico, all'insegna del motto « mi spezzo rna non mi spiego »: non poi affar loro se nessuno ne sta a sentire i discorsi alati 0 ululati, benche sia affar nostro il fatto che, nel frattempo, Ie facolta. scientifiche si stiano svuotando. , E dun que contro i fondamentalismi religiosi, gli anacronismi umanistici e Ie ottusita accademiche, che coloro che hanno a cuore Ie sorti della scienza in particolare, e del pensiero razionale in generale, devono continuare a peccare d'impenitenza: dando ciascun autore secondo Ie proprie possibilita, e rivolgendosi a ciascun pubblico secondo i suoi bisogni. Nel mio piccolo, io offro qui un divertimento in sette parti e settantasette variazioni, con un capo e una coda, per ripetere un numero primo di volte (settantanove) a fondamentalisti, anacronisti e ottusi: « No, no, ch'io non mi pento! » E spero natural mente che non si pentano, e soprattutto non se ne pentano, neppure i lettori.
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Cuneo, 25 dicembre 2007 1733 0 Natale dal Sole Invitto 16570 Natale di Gesu Cristo
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FATTI
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SULL'ONDA DELLO TSUNAMI
Lo tsunami che ha spazzato l' oceano Indiano it 26 dicembre 2004 ha lasciato dietro di se circa trecentomila morti: una catastrofe tellurica naturale di dimensioni identiche a quella atomica artificiale di Hiroshima e Nagasaki. La copertura mediatica europea stata eccezionale, a causa del fatto che una piccola percentuale delle vittime e dei dispersi, meno di cinquemita in tutto, era costituita da turisti occidentali che si trovavano sulle spiagge del Sud-Est asiatico per Ie vacanze di Natale. Ritornando con la memoria a quei tristi giorni, il primo ricordo che viene in mente appunto la straordinaria attenzione che venne riservata alle sorti dei villeggianti, con particolare riguardo per i vip da Emilio Fede a Gianni Morandi, e alle loro vacanze interrotte 0 disturbate: una squall ida mancanza di prospettiva e di senso delle proporzioni, alIa quale peraltro ci avevano gia abituati i servizi sulla guerra in Iraq, con Ie prime pagine dei (tele)giornali monopolizzate dalle poche decine di sequestrati mercenari al servizio degli occupanti, 0 dalle poche centinaia di caduti militari dell'esercito di invasione, mentre Ie molte migliaia di vittime civiti del paese aggredito venivano rimosse nei numeri delle statistiche. . II secondo ricordo riguarda invece il delirio dei commenti teologici e filosofici a proposito della catastrofe, sui quali bene ritornare per fare it punto suI pensiero dominante della nostra societa: un pensiero che, nonostante l' avvento del nuovo millennio, da un lato insiste anacronisticamente a ispirarsi a mitologie oscurantiste, e dalI' altro continua irrazionalisticamente a lasciarsi turbare da ideologie luddiste. Come suo solito quand' di fronte a fenomeni che essa ritiene anomali, ad esempio i miracoli, anche in questo caso la Chiesa ha spalmato una marmellata di opinioni affinche ognuno potesse trovarvi qualcosa di suo gusto. AI sommo della gerarchia it panglossiano pontefice ha dichiarato, nell'Angelus del 2 gennaio:· «Anche nelle prove piu difficiti e dolorose, come neUe calamira che hanno colpito it Sud-Est asiatico, Dio non ci abbandona
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mai ». Un gradino sotto di lui il pilatesco cardinal George Pell, arcivescovo di Sydney, ha scritto suI Sunday Telegraph del 9 gennaio: « Non e corretto chiamare 10 tsunami un atto divino, perche Dio non e intervenuto a provocare il disastro. E non c'e niente in comune col Giudizio Universale, perche 10 tsunami ha ucciso e distrutto a caso, e non soltanto i cattivi impenitenti ». II ballardiano cardinal Ersilio Tonini, intervistato dall'Avvenire il 31 dicembre, ha infine parlato di « vampata provvidenziale », « sfolgorio di luce », « momenta di grande purificazione », « occasione che Dio ci offre per cambiare mentalira », e addirittura di « tragica bellezza di questo momento ». AI fondo della gerarchia Ie opinioni sono state altrettanto confuse. Ad esempio, il direttore di Radio Maria, padre Livio Fanzaga, ha profetato il 14 gennaio che l' onda e stata « un ammonimento premonitore dei travagli cui I'umanira va incontro ». L'Angolo del teologo Borel di gennaio, suI sito www.donboscoland.it. ha invece riportato una dichiarazione del missionario gesuita padre Michele Catalano ai singalesi: « Quella che avete chiamato onda assassina non e un castigo di Dio, rna il suo grande abbraccio che porta in Paradiso tutti i suoi figli ». Una tale varieta di opinioni non puo stupire, essendo soltanto un riflesso della contraddittoria immagine della divinira che il monoteismo mediorientale fornisce ai suoi Fedeli. Benche presentato come un affettuoso padre, pieno d'amore e di attenzione per i propri figli, il Dio della Bibbia e infatti anche il violento giustiziere che nel Genesi, pentito per aver creat6 un'umanita malvagia e violenta, manda appunto un diluvio d'acqua a sterminare gli uomini e, chissa perche, anche gli animali. Naturalmente, il problema non e soltanto cristiano. Ad esempio, l' ebreo Elie Wiesel, premio Nobel per la pace, si e posto il30 dicembre su Repubblica la domanda tipica della teodicea: « E Dio, in tutto questo? » E gli integralisti musulmani, di fronte a un turismo occidentale che costituisce un palese sfruttamento delle risorse naturali e umane dei paesi coinvolti (a partire dagli ottocentomila minorenni prostituiti nella sola Thailandia, secondo il Center for Protection o/Child Rights, Centro di protezione per i diritti dell'infanzia), hanno immediatamente presentato I'onda come una punizione divina scatenata su una moderna versione di Sodoma e Gomorra.
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Fatti
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A chi non soffra del morbo della fede, questo generedi risposte alle calamira naturali non puo che apparire un errore categoriale: una rappresentazione fantastica, cioe, di eventi naturali che nei periodi mitopoietici non erano ancora stati compresi, e venivano dunque antropomorfizzati come azioni di divinita specifiche (Poseidone 0 Nettuno, nel caso del mare) 0 generiche (il Dio tuttofare dei monoteismi), rna che oggi e ridicolo continuare a descrivere in termini letterari invece che scientifici. Un'onda anomala, infatti, e facilmente e completamente spiegabile in termini geofisici (locali, come i terremoti, e globali, come la tettonica a placche), e I'anomalia si riferisce , ovviamente non ai suoi possibili effetti sull'umanita, rna soltanto alia norma statistica: dalla quale 10 tsunami si discosta, tra I'altro, soltanto in maniera minimale, rispetto a fenomeni letteralmente catastrofici quali una glaciazione 0 una desertificazione. E il continuare a fare domande suI « perche » Ie cose accadono, senza accontentarsi delle risposte suI « come », rivela il permanere di un'anacronistica concezione antropomorfa e antropocentrica della natura, non solo precopernicana, rna anche precristiana. Una forma del disagio e del sospetto che il pensiero dominante sente nei confronti della scienza e la critica romantico-ottocentesea, alIa Frankenstein 0 alIa Erewhon, di filosofi che vanno per la maggiore, quali il maestro Emanuele Severino e I'allievo Umberto Galimberti. II primo, suI Corriere della Sera del 29 dicembre 2004, ha scritto: « II cataclisma radicale e avvenuto all'inizio, cioe quando la volonta ha inteso trasformare il mondo, ottenendo un risultato per cui Ie cose sono altre da cio che erano in origine ». II secondo, su Repubblica del 27 dicembre, aveva gia anticipato: « Che rispetto abbiamo della natura, noi uomini della tecnica che la visualizziamo solo come materia prima? » Probabilmente ha ragione chi vede in queste uscite soltanto l' ennesima manifestazione di un' ormai patologica coazione a ripetere di due pensatori che, a proposito e a sproposito, rispondono a qualunque stimolo con un unico riflesso pavloviano, e cioe un invariabile calcio (in italiano) alla techne (in greco) .. Nel caso dello tsunami,- pero, il calcio e non solo falloso, rna anche fallace: l' onda infatti non e stata causata dalla tecnica, rna dalla natura, e i suoi effetti so no stati disastrosi proprio perche si sono abbattuti su pae-
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si non tecnologici, che non hanno potuto beneficiare di sistemi di prevenzione e di allerta. II vero problema e un altro, rivelato dalla citazione che Galimberti fa del Prometeo incatenato di Eschilo: « La tecnica e di gran lunga pili debole della necessita che governa Ie leggi della natura». Un tema, questo, riecheggiato anche nel titolo di un articolo di Anna Foa sull'Avvenire del 30 dicembre: « Dominare la natura, antica illusione dell'uomo». Eccolo, dunque, il nocciolo della questione: la tecnica non e onnipotente (come d'altronde non ha mai preteso di essere, se non nelle illusioni di letterati e filosofi)! E poiche non ha saputo prevenire 0 contenere questa e altre tragedie, lasciamola perdere e torniamo agli stregoni e alle danze per la pioggia, visto che i preti e Ie preghiere comunque non sembrano bastare. In realta, gli studi sulle cares tie del premio Nobel per l'economia Amartya Sen hanno dimostrato che spesso esse so no causate non da problemi naturali 0 tecnici, quali la siccita 0 la mancata produzione di cibo, rna da carenze politiche e sociali, che interferiscono con la distribuzione. La stessa cosa e successa con 10 tsunami, COS! come con innumerevoli altre catastrofi, dai terremoti alle eruzioni: questi eventi hanno conseguenze umane disastrose o contenute, a parita di ordine di grandezza, a seconda che si verifichino nei paesi sottosviluppati 0 in quelli industrializzati, a riprova del fatto che, ormai, solo la tecnologia ci pub salvare. Chi invece pensa, come Heidegger 0 il papa, che solo un Dio ci pub salvare, e destinato a soccombere. 0 meglio, destina a soccombere i pili deboli e indifesi, che avrebbero bisogno non delle ciance dei filosofi 0 delle giaculatorie dei preti, rna dei fatti di quella stessa tecnologia di cui gli Heidegger e i papi, COS! come i loro epigoni, fanno un sistematico uso quotidiano, al di la delle loro critiche di facciata. •
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L'ULTIMO VIAGGIO DI UN GLOBETROTTER
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La morte di Giovanni Paolo II, avvenuta il 2 aprile 2005 do po un'agonia esibita in diretta dalle finestre del Policlinico Gemelli e del Palazzo Apostolico, ha scatenato una psicosi collettiva che ha sup erato persino quella, gia preoccupante, che si era manifestata dopo l'incidente mortale, anch'esso in diretta, di Diana d'Inghilterra: due personaggi, il papa e la principessa, accomunati da una scelta di vita mediatica, vissuta costantemente sotto i riflettori e Ie telecamere, e la cui dipartita ha lasciato orfano il popolo dei teledipendenti del mondo intero. In entrambi i casi si e proceduto a un'istantanea apoteosi delle due icone, glorificate in maniera completamente acritica da media e pubblico. Mentre, pero, nel caso della principessa si poteva facilmente dismettere il fenomeno come il sintomo di un rintontimento generalizzato, nel caso del papa vaticanisti e vaticanofili hanno preteso di parlare seriamente, sulla scia dei convincimenti personali dello stesso Karol Wojtyla: un uomo, cioe, che si credeva veramente eletto da Dio e miracolato dalla Madonna. Ancora nella sua ultima opera, l' autobiografica Alzatevi, andiamo (Mondadori, 2004), che fin dal titolo lasciava intendere chi era I'unico gia in piedi, pronto a partire sulla via della salvezza, il papa ribadiva infatti la sua personale versione dell'attentato del 13 maggio 1981: che a deviare la pallottola che l' aveva ferito senza ucciderlo era stata la « mana materna» della Madonna, e che l' evento faceva parte di un disegno divino preannunciato dal terzo « segreto di Fatima». Quanto questa versione possa essere presa seriamente 10 dimostra il fatto che, quand' essa viene ripetuta dall' attentatore del papa, la si considera semplicemente uno dei sintomi del suo squilibrio mentale. Quand' essa veniva enunciata dalla vittima del fallito attentato, provocava invece quella sospensione della razionalita che permette, anche a persone apparentemente sane di mente, di credere a cose che in condizioni norm ali esse stesse giudicherebbero demenziali. Ma e proprio basandosi su questa sospensione della razionalita, degna del primo millennio, che Giovanni •
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Paolo II ha preteso di compiere quella che egli stesso considerava la sua vera missione: il traghettamento della Chiesa nel terzo millennio. L'impossibilita dell'impresa e risultata pili che evidente nel rapporto del papa con la scienza: non a caso, nelle confessioni pubbliche dei peccati della Chiesa compiute nel corso del Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II si eben guardato dal chiedere perdono per l' esecuzione di Giordano Bruno, per il processo a Galileo 0 per la condanna di Darwin. Coerentemente, d' altronde, col fatto che « pentere e volere insiem non puossi, per la contraddizion che nol consente», la Chiesa continua infatti ancor oggi a intralciare in ogni modo il cammino della scienza, dal rifiuto dei metodi anticoncezionali aHa battaglia contro la procreazione assi• stlta. Posizioni come l'indiscriminato bando del preservativo, colpevol mente proposto anche alle popolazioni ad alto rischio AIDS come Ie africane, 0 la ferma chi usura nei confronti delle istanze femminili 0 sociali all'interno del clero, hanno portato molti paesi europei a considerare il magistero papale oscurantista e ottuso. Da un lato, Stati progressisti come il Belgio e l'Olanda hanno accolto Ie visite di Giovanni Paolo II con contestazioni e proteste talmente violente, da aver richiesto l'intervento della polizia. Dall'altro lato, Stati tradizionalmente clericali come la Spagna e la Polonia hanno adottato politiche familiari apertamente in contrasto con i dettami della Chiesa, dal divorzio all' aborto. Di fronte a un mondo sviluppato, ormai sempre pili affrancato dalla tutela religiosa in generale, e cattolica in particolare, al papa non rimaneva dunque altra via che rivolgere il suo messaggio alle popolazioni economicamente e cultural mente sottosviluppate del pianeta, nella speranza di trovare un pubblico pili sensibile di quello europeo ai suoi antiquati ritornelli. E bisogna dar atto al papa di essere riuscito, reincarnandosi in un globetrotter, a quadrare il cerchio: a ottenere, cioe, un'incredibile copertura mediatica per il suo anacronistico messaggio, contrabbandandolo nell'involucro folcloristico del viaggio spettacolare. Pur con momenti patetici, come la visita a paesi con soli 150 cattolici come l'Azerbaigian 0 la Mongolia, i viaggi papali 10 hanno portato a contatto non soltanto con Ie grandi folle, rna anche con i capi di Stato di 129 nazioni, facendolo diventare una sorta '
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Fatti
di politico universale e apparentemente super partes. Solo apparentemente, pero, come dimostra la sua sfuriata pubblica nel 1983 al ministra della Cultura del Nicaragua Ernesto Cardenal, un prete sandinista che aveva accettato l'incarico politico disubbidendogli, e che dovette subire in ginocchio all' aero porto Ie sue ire. come dimostra 10 scandalo dello lOR, la banca vaticana che Giovanni Paolo II dissesto nei primi anni '80 per finanziare Solidarnosc, e che dovette poi essere risanata coi soldi dell'Opus Dei, in cambio della tutela papale da parte del portavoce Navarro Valls, e della beatificazione del prete franchista Escriva de Balaguer. 0 come dimostra, soprattutto, l'improvvido riconoscimento del Vaticano nel 1992 alle dichiarazioni d'indipendenza delle cattoliche Croazia e Slovenia, che diede avvio allo sfaldamento della Jugoslavia e alIa decennale guerra dei Balcani . L' amore per la pace di Giovanni Paolo II, osannato dalla destra dei papa boys alIa sinistra dei no global, era dunque condizionato: valeva per paesi in cui i cattolici sono insignificanti, dall'Iraq alIa Bosnia, rna non per quelli in cui invece essi sono predominanti, dalla Polonia alIa Croazia, dove invece egli fomentava la ribellione. E la stessa cosa vale per il suo tanto decantato ecumenismo: il papa poteva infatti anche radunare ad Assisi i rappresentanti delle religioni mondiali, 0 visitare la sinagoga di Roma, rna non si faceva problemi a dichiarare nell'intervista a Vittorio Messori Varcare La soglia della speranza (Mondadori, 1994) che l'Islam e una religione senza redenzione, e il Buddhismo non e neppure una religione. Non e dunque un caso che ai suoi funerali, mentre erano presenti centinaia di capi di Stato, siano invece mancati i pili importanti capi spirituali, dal Dalai Lama del Tibet ad Alessio II di Russia. Le contraddizioni di Giovanni Paolo II sono comunque naturali per chiunque 10 consideri per quello che era: e cioe, un uomo come tutti, con i limiti e Ie deficienze di ciascuno. Esse so no state pero rimosse dai credenti italiani e polacchi, che soprattutto negli ultimi anni del suo pontificato han no costruito un vero e proprio culto della sua personalita, degno Forse del paese oltre cortina dal quale egli proveniva, rna indegno del paese mediterraneo che ha dovuto sfondare la breccia di Porta Pia per conquistare la sua unita t; la sua indipendenza a spese del Vaticano. E dun que singolare che il Parlamento italiano, con l'acquie-
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II matematico impenitente
scenza di sedicenti laici come Marcello Pera 0 Massimo D'Alema, abbia accolto a braccia aperte un papa che, nella sua gia citata autobiografia, dichiarava apertamente la sua avversione per la democrazia, sulla base del fatto che a maggioranza si possono approyare leggi contrarie al volere divino, del quale lui pretendeva dogmaticamente di essere l'infallibile e istituzionale portavoce. Ed triste che la filosofia italiana, da Giovanni Reale a Massimo Cacciari, abbia tradito la sua funzione critica inginocchiandosi di fronte all'autore dell'enciclica Fides et ratio, che cancellava in un sol colpo l'intero pensiero moderno, e auspicava un ritorno al, l'insegnamento di Tommaso d'Aquino. Ed patetico che il giornalismo di regime ecclesiastico, da Bruno Vespa a Vittorio Messori, abbia perso ogni senso delle proporzioni lasciandosi andare per anni, rna soprattutto in occasione della sua « passione e morte », a staliniste esaltazioni del sommo pensatore, del sublime poeta, del consumato attore, del grande sciatore, dell'instancabile viaggiatore, dell'indomito martire ... Non puo dunque stupire che, con un simile martellante condizionamento pubblicitario, parte della folIa presente alle sue esequie in piazza San Pietro si sia messa a invocare: « Santo subito ». D'altronde, stato 10 stesso Giovanni Paolo II ad allargare indiscriminatamente il parterre dei soggetti di devozione: dall' ossessivo culto della Madonna alIa proclamazione indiscriminata di beati e santi, dalla venerazione in vita per Madre Teresa di Calcutta alIa concezione di se stesso come strumento dei disegni di Dio in terra. Veramente singolare il destino di questo papa, che credeva di lavorare per restaurare I' ortodossia del monoteismo cristiano e ha finito invece per portare a cO,mpimento un'idolatria politeista di cui poi divenuto un oggetto" egli stesso. E veramente ironico il commento di chi, al funerale, notava estasiato che la folIa ormai pregava non per il papa, rna if papa, senza accorgersi che questo significava soltanto il trionfo della religione mediatica su quella tradizionale.
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UN REFERENDUM ABORTITO
II 12 e 13 giugno 2005 gli elettori italiani non si pronunciarono sull' abrogazione di alcuni articoli della Legge 40 sulle « Norme in materia di procreazione medicalmente assistita », promulgata dal Parlamento italiano poco piu di un an no prima, il 19 febbraio 2004. Nessuno dei quattro referendum proposti raggiunse infatti il quorum del 50 per cento piu uno degli aventi diritto: anzi, ben il 75 per cento degli elettori boicotto il voto, facendo cosl fallire la , consultazione. L'astensionismo fu in massima parte dovuto alIa progressiva disaffezione degli italiani nei confronti di uno strumento referendario che, essen do stato abusato e banalizzato nel passato, ha finito per alienare l'interesse generale di una buona parte dell'elettorato. Ma a questo rifiuto passivo e qualunquista se ne sommo quella volta uno attivo e integralista, da parte dei militanti cattolici che scelsero di seguire la strategia proposta da « don Camillo» Ruini il 7 marzo 2005: far fallire i referendum, aggiungendo la propria astensione epidemica a quella endemica, in modo da evitare di doversi pronunciare nel merito dei quesiti. Anche perche in tal caso sarebbe stato difficile opporsi ragionevolmente all'abrogazione degli articoli della legge. Lo confermo l'inutile consultazione, con 1'88 per cento dei voti a favore nei primi tre referendum e il 77 per cento nel quarto. E l'aveva gia dimostrato la campagna elettorale, con la quasi unanime opinione degli addetti ai lavori e delle persone informate, testimoniata ai massimi livelli dall'appello per il « sl» dei due premi Nobel italiani per la medicina Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco, e dalla dichiarazione ufficiale dell'Accademia Nazionale dei Lincei a favore dell'utilizzo a fini di ricerca degli embrioni sovranumerari. ' A parte Ie frange minoritarie dei sedicenti e ossimorici « cattolici adulti », guidati da Romano Prodi, la quasi totalid. dei cattolici, immaturi per definizione, si adeguo invece irragionevolmente ai diktat del cardinal Ruini e del nuovo papa Benedetto XVI, astenendosi. Con loro si schiero uno sparuto gruppo di « scienziati » aderenti al Comitato Scienza e Vita coordinato da Bruno Dalla-
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piccola e Paola Binetti, dell'indipendenza ideologica e del val ore scientifico dei quali testimonia per tutti I'appartenenza di quest'ultima al Campus Biomedico di Roma, un'istituzione universitaria nella cui interessante Carta delle Finalira si legge:
Articolo 7. L'Universita intende operare in piena fedelra al Magistero della Chiesa Cattolica. Articolo 8. La formazione dottrinale e l' assistenza spirituale sono affidate alIa Prelatura dell' Opus Dei. Articolo 10. Docenti e studenti ritengono inaccettabile 1'uso della diagnostica prenatale con fini di interruzione della gravidanza e ogni pratica, ricerca 0 sperimentazione che implichi Ia produzione, manipolazione 0 distruzione di embrioni. Articolo 11. I medesimi riconoscono che Ia procreazione umana dipende da Ieggi iscritte dal Creatore nelI'essere stesso delI'uomo e della donna. Essi considerano, pertanto, inaccettabili interventi quali Ia sterilizzazione diretta e Ia fecondaziorie artificiale. Lungi dal prendere Ie distanze da una simile caricatura clericale e fascista (0, pili precisamente, franchista) di universira, Ie istituzioni « laiche e democratiche » I'hanno invece avallata ufficialmente: dalla visita del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione delle celebrazioni per il suo decennale nel 2003, alia promulgazione da parte del Parlamento italiano della famigerata Legge 40, appunto, che non fa che recepire Ie finalita di questo singolare Campus e dell'altrettanto singolare Comitato che ne e l' emanazione. In particolare, l' articolo 1.1 «assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito »: cioe, equipara l' embrione a una persona adulta e mette-sullo stesso piano i suoi diritti con quelli della madre. L' articolo 4.1 circoscrive il ricorso alia procreazione assistita « ai casi di sterilita 0 infertilita »: cioe, 10 impedisce a chi, pur essen do fertile, rischia di procreare figli malati 0 malformati. L' articolo 4.3 «vieta il ricorso a tecniche di procreazione medical mente assistita di tipo eterologo »: cioe, come conferma I'articolo 12.1, impedisce I'utilizzo di «gameti di soggetti estranei alia coppia richiedente ». L'articolo 5.1 restringe I'uso delle tecniche consentite a « coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate 0 conviventi, in eta potenzialmente fertile, entrambi viventi »:
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cioe, come conferma I'articolo 12.2,10 nega a « coppie i cui componenti non siano entrambi viventi, 0 uno dei cui componenti sia minorenne, 0 che siano composte da soggetti dello stesso sesso, 0 •• •• non conlUgatl 0 conVIVentl ». L'articolo 13.2 restringe la ricerca sugli embrioni a « finalira esclusivamente terapeutiche e diagnostiche volte alia tutela della salute e allo sviluppo dell' embrione stesso ». L' articolo 13.3 impedisce in particolare « interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione 0 comunque tramite procedimenti artificiaIi, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell' embrione 0 del gamete». L' articolo 14.1 vieta « la crioconservazione e la soppressione di embrioni ». L'articolo 14.2 impedisce la creazione di « un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre ». L' articolo 14.3 obbliga « il trasferimento in utero degli embrioni non appena possibile ». Chiara Lalli ha analizzato in Liberta procreativa (Liguori Editore, 2004) i confusi presupposti filosofici e Ie contraddittorie conseguenze giuridiche di questa Iegisiazione. Ad esempio, I' articolo 1.1 e in conflitto con la legge 194 del 1978 sull' aborto, confermata dai due referendum del 17 maggio 1981, che privilegia invece i diritti della madre rispetto a quelli del concepito. L'articolo 4.3 vieta la fecondazione eterologa artificiale, rna non quell a naturale che puo derivare da normali rapporti sessuali occasionali 0 extraconiugali. Gli articoli 14.1 e 14.2 obbligano la donna a sottoporsi a stimolazione ormonale e prelievo di ovuli a ogni tentativo di fecondazione, invece di permettere la conservazione di un adeguato numero di embrioni per un riuso. L' articolo 14.3 costringe all'impianto forzato dell'ovulo fecondato una donna che nel frattempo abbia avuto dei ripensamenti, anche se in seguito essa potra legalmente sbarazzarsi dell' embrione non desiderato mediante un aborto. E cosl via. Di fronte a una legislazione di tal fatta, il 25 marzo 2004 i Radicali e I'Associazione Luca Coscioni depositarono dunque alia Corte di Cassazione una richiesta di abrogazione totale, e il30 settembre un Comitato Referendario costituito dai rappresentanti di una gran parte delle forze di centrosinistra, e di una piccola dissidenza di quelle del centrodestra, ne deposito altre quattro parziali,
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che miravano ad abolire almeno una parte degli articoli citati. II 13 gennaio 20051a Corte dichiara I'ammissibilita. di questi ultimi quattro referendum, rna non del primo. Nel frattempo, un Giovanni Paolo II ormai prossimo alia Casa del Padre, rna ancora incapace di staccarsi dai palazzi dei suoi figli, in una lettera del 4 ottobre 2004 al cardinal Ruini aveva gia en unciato I' eversiva posizione ufficiale della Chiesa i~ materia di « impegno» sociale: Se I' azione politica non si confronta con una superiore istanza etica, illuminata a sua volta da una visione integrale dell'uomo e della societa, finisce per essere asservita a fini inadeguati, se non illeciti. La verita, invece, i1 migliore antidoto contro i fonatismi ideologici, in ambito scientifico, politico, 0 anche religioso. I cattolici so no pen;:io invitati a impegnarsi per rendere viva e dinamica la societa civile, opponendosi a indebiti limiti e condizionamenti frapposti dal potere politico 0 economico. Non si puo infatti dimenticare che so no proprie della vocazione del fedele laico la conoscenza e la messa in pratica della dottrina sociale della Chiesa.
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Sui cardinale ricadde I'onere dell'implementazione pratica delle direttive teoriche del principale e, come abbiamo gia ricordato, la sua scelta fu I'astensionismo. Una scelta non condivisa, ne tatticamente ne strategicamente, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche, espressione dei protestanti italiani, che nel comuni- cato stampa del 23 marzo 2005 rifiuto I'invito all' astensione che il presidente della eEl aveva esteso ai cristiani non cattolici, definendolo « sorprendente», e continuando: « Ruini vuole dei servi obbedienti, e Ii trova: non ultimo, il senatore a vita Giulio Andreotti. Ma questa non e la visione di molti cattolici: I'Evangelo porta alia liberta, non all' obbedienza». II che dimostra, se proprio ce ne Fosse bisogno, che il problema dell'ltalia non e la religione, e neppure il Cristianesimo: e soltanto il Cattolicesimo, COS! come 10 intendono e 10 gestiscono la Chiesa e il Vaticano. Ma dimostra anche che si tratta di un problema non risolto, almeno per ora, e che la sua mancata soluzione fa ricadere sulle spalle degli italiani, e nel caso della Legge 40 soprattutto delle italiane, Ie colpe dei padri (spirituali). E, come gia insegno Pla-
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tone nel Sofista a proposito di Parmenide, non c'e altro modo per risolvere il problema della crescita intellettuale che il parricidio: cioe, I'eliminazione dell'influenza dei preti dalla vita pubblica, che e cia a cui si riduce in fondo la definizione di laicita.
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ELEZIONI CON BROGLI
Da quando ci sono elezioni, e soprattutto quand'esse si vincono per una manciata di voti, ci so no accuse di brogli: natural mente, da parte dell'opposizione, che imputa al governo in carica di aver usato i suoi indubbi vantaggi istituzionali per manipolare a proprio favore i risultati. In occasione delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 la nota creativita italiana ha prodotto due inattese varianti a questo scontato copione. Da un lato, e stato infatti 10 sconfitto governo Berlusconi ad accusare I' opposizione di « brogli unidirezionali », in maniera imprecisata. Dall'altro lato, il vittorioso governo Prodi ha invece evitato di caval care 10 scandalo denunciato con precisione qualche mese dopo da Diario, col film Uccidete fa democrazia! di Beppe Cremagni ed Enrico Deaglio e il romanzo II broglio di un anonimo Agente Italiano. I dati sospetti su cui si e concentrata I' attenzione degli analisti sono due: l' estrema discrepanza delle intenzioni di voto e degli exit poll coi risultati ufficiali, e Ie anomalie statistiche delle schede bianche. La discrepanza si puo rimuovere supponendo che gli elettori abbiano mentito riguardo a come avrebbero, 0 avevano, effettivamente votato: rimane pero il fatto che, a parte Ie elezioni presidenziali statunitensi in Ohio nel 2004, sulle quali pendono appunto seri dubbi di manipolazione, non si ricordano in Occidente scarti COSI marcati tra previsioni e risultati, come quelli osservati in Italia nel 2006. Precisamente, Ie intenzioni di voto espresse prima delle elezioni e rilevate da numerose ageniie demoscopiche assegnavano sistematicamente al centrosinistra un vantaggio di circa 5 punti percentuali: Ie uniche eccezioni erano rappresentate da tre sondaggi commissionati da Berlusconi, che davano invece un leggero vantaggio al centrodestra. E gli exit poll confermarono unanimemente Ie intenzioni di voto, attribuendo (con un possibile errore di mezzo punto percentuale in pill 0 in meno) al centrosinistra il 53 per cento alia Camera e il 52,5 al Senato, e al centrodestra il47 in entrambi i casi. I dati ufficiali per il terri to rio nazionale (escluso, cioe, il voto
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all' estero) hanno invece assegnato al centrosinistra il49,8 per cen- . to alia Camera e il 49,2 al Senato, e al centrodestra il 49,7 e il 49,9: tradotto da numeri in parole, un vantaggio che era consistentemente di circa 5 punti nelle intenzioni di voto e negli exit poll, si e praticamente annullato nei voti reali, riducendosi a 25.224 voti in pill alia Camera e addirittura 217.819 in menD al Senato. La cosa e sospetta, anche alia luce del fatto che a meta del conteggio per la Camera, quand' erano ormai stati scrutinati circa 19 milioni di voti su 38, al centrosinistra continuava invece ad essere attribuito il 52 per cento e al centrodestra il47,5, ed e solo con il conteggio dei rimanenti voti che il vantaggio e consistentemente scemato fino ad azzerarsi, in maniera statisticamente miracolosa. Anzi, doppiamente miracolosa, visto che la stessa cosa si e verificata anche per il Senato, dove e addirittura avvenuto il sorpasso in ex• tremlS. Ancor pill miracoloso e il dato relativo alle schede bianche, che nel 2006 sono state 440.517 alia Camera e 479.214 al Senato, mentre nel2001 erano 1.707.269 e 1.278.831: una diminuzione percentuale di pill del 70 per cento in entrambi i casi, e un valore assoluto per il Senato superiore a quello della Camera, benche i suoi elettori siano tre milioni e mezzo in menD e votino per entrambi i rami del Parlamento. La diminuzione percentuale si potrebbe Forse rimuovere appellandosi alia polarizzazione della campagna elettorale, che potrebbe aver spinto anche gli indecisi a prendere posizione per I'uno 0 I'altro schieramento. Meno rimuovibili so no invece i dati non solo sui valori assoluti, rna soprattutto sulle distribuzioni delle schede bianche nelle varie regioni: alle fluttuazioni statistiche del 2001, che andavano dall'l al 10 per cento a seconda delle regioni, con una media nazionale tra il 5 e il 6, si e infatti questa volta sostituita una percentuale uniforme, tra 1'1 e il2 per cento in tutte Ie regioni, con un ribasso spalmato che il film e il romanzo attribuiscono non al caso, rna alia frode. Questi strani dati rendono infatti. naturale sospettare che qualche pasticcio sia avvenuto durante la conta dei voti, e I'ipotesi pill plausibile e che un consistente numero di schede bianche sia stato dirottato al centrodestra. Questo spiegherebbe in un sol colpo non solo la doppia anomalia dell'abbattimento della loro percen-
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tuale e dell'appiattimento della loro distribuzione, rna anche il ribaltamento dei risultati rispetto alle previsioni: i voti bianchi mancanti all'appello statistico sarebbero cioe serviti a colmare in maniera virtuale il divario reale dei voti espressi. Il problema e capire come sia stato possibile manipolare impunemente un milione di schede, e qui entriamo nel campo delle ipotesi indimostrabili 0, almeno, indimostrate. Il film fa un po' di confusione al riguardo, facendo entrare in gioco il meccanismo informatico di conta dei voti che e stato sl sperimentato nelle elezioni del 2006, rna solo come procedimento di verifica parallela del conteggio manuale: poiche i dati elettronici concordano con quelli rilevati manualmente, e altrove che bisogna guardare. Il romanzo ipotizza allora che ci sia stata una manipolazione diretta delle schede, e che il trucco per renderla possibile si celi nelle modifiche alia legge elettorale apportate dal governo Berlusconi nell'imminenza delle elezioni: una legge che uno dei suoi stessi estensori materiali, il ministro per Ie Riforme Istituzionali Roberto Calderoli, defin1 con raffinatezza di espressione e cognizione di causa come « una porcata» (forse in riferimento al fatto che del maiale non si butta via niente: nel caso delle elezioni, dunque, nemmeno Ie schede bianche). Per quanto riguarda Ie operazioni di voto, la nuova legge prevedeva infatti che Ie commissioni elettorali, che prima consistevano di sei membri eletti da ciascun consiglio comunale, con 1'obbligo di dare una rappresentanza al1'opposizione, venissero ridotte a quattro membri, scelti a discrezione della maggioranza. E che gli scrutatori, che prima venivano tirati a sorte, fossero invece nominati direttamente dalle commissioni elettorali. Il tutto, naturalmente, per permettere un controllo politico delle operazioni di spoglio. . Poiche Ie « porcate» si fanno pili sicuramente da soli al buio che in tanti alIa luce del sole, la spiegazione pili semplice e allora che nella notte tra la domenica e illuned1 si sia compiuta una sistematica manomissione delle schede bianche nei seggi controllati dal centrodestra, il che renderebbe anche conto della variazione percentuale rispetto alle precedenti elezioni: Ie schede bianche conteggiate alia fine sarebbero cioe soltanto quelle relative al voto delluned1, che attrae menD elettori della domenica (essendo ri-
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stretto a poche ore di una giornata lavorativa, invece che esteso a un'intera giornata festiva). Probabilmente ci so no state pero anche altre manipolazioni durante la conta dei voti, altrimenti non si spiegherebbero non soltanto l' anomalo assottigliamento progressivo del vantaggio del centrosinistra nei confronti del centrodestra, rna anche Ie opposte fibrillazioni negli ambienti dei due schieramenti politici nella notte dello spoglio. I dati del governo sono infatti stati resi pubblici con notevole ritardo, dovuto ufficialmente a « problemi tecnici» (nonostante 10 spoglio Fosse semplificato dalla mancanza delle preferenze). Da parte sua l' opposizione, e pili precisamente il Coordinamento dell'Ulivo, invito verso Ie 21 del 10 aprile « i parlamentari di Lazio e Campania a esercitare la massima vigil anza presso Ie prefetture per ristabilire il regolare andamento delle procedure di scrutinio», come se sapesse che qualcosa di strano stava accadendo (tra parentesi, pochi giorni prima delle elezioni il ministro dell'Interno aveva sostituito dodici prefetti con una decisione sicuramente inopportuna, e probabilmente sospetta). Che cosa sia successo di preciso non si sa, rna e certo che a salyare il centrosinistra e stata, ironicamente, un'altra parte del porcellurn elettorale: quella ~ul voto degli italiani al1'estero, che il centrodestra credeva ingenuamente fossero tutti nostalgici del fascismo, come i pezzi da museo esibiti nelle vetrine di Little Italy a New York, e invece hanno regalato al centrosinistra cinque dei sei senatori in palio. Come risultato, 10 svantaggio di un senatore si e tramutato per Prodi in un vantaggio di tre, che uniti a quattro senatori a vita gli permettono di raggiungere la maggioranza assoluta a Palazzo Madama: il che significa che ogni senatore e decisivo e puo dun que avanzare qualunque ricatto, e 10 fa; rna significa anche che almeno abbiamo un governo, e non un' associazione a delinquere al potere. Lunga vita ai senatori, dunque: soprattutto a quelli a vita e di vita pili lunga.
P ALLOTTOLE PER UN ARClVESCOVO
Dopo la lettera con un proiettile ricevuta da monsignor Bagnasco il27 aprile 2007, che faceva seguito aIle scritte sui muri delle precedenti settimane, il cardinal Bertone ha chiesto all'Italia di non lasciar solo il destinatario di queste minacce. Per quanto potesse valere, il primo maggio ho manifestato su Repubblica al presidente della cElla mia completa solidariera personale: come ogni intellettuale, infatti, ritengo che Ie dispute ideologiche vadano affrontate con Ie armi della logica tipiche della dialettica democratica, e non con la logica delle armi alIa quale appartengono Ie missive con Ie pallottole, tipiche invece di una dialettica mafiosa che finora aveva infestato soltanto i mondi economico e politico, rna che evidentemente sta ormai invadendo persino quello culturale. Questa mia posizione, oltre che sincera, e anche ovvia: 0, almeno, COSl dovrebbe essere. E invece, in un'intervista al Tempo dell 0 aprile Gerardo Bianco, ex segretario del Partito Popolare e attuale deputato dell'Ulivo, ha dichiarato che «queste forme di intolleranza verso la Chiesa sono l' espressione di una degenerazione del pensiero laico che las cia il posto agli estremismi ». II che sarebbe completamente condivisibile, se per « estremismi» Bianco intendesse Ie scritte e Ie pallottole: invece, sorprendentemente (almeno per me), egli si riferisce ad «alcune posizioni espresse da intellettuali di alto profil~, che scrivono su grandi giornali, come Piergiorgio Odifreddi. E da queste posizioni che gli estremismi traggono illoro alimento». ' Per par condicio, secondo quanto riporta L'Avvenire del 13 aprile, il deputato dell'uDc Luca Volonte ha chiesto al governo di riferire in Parlamento sulle scritte, « chiamando in causa alcuni intellettuali di sinistra come Dario Fo e Piergiorgio Odifreddi, superati solo dagli anonimi graffitari per livore anticattolico ». 10 confesso, naturalmente, di aver pubblicato un libro nel quaIe mi studio di persuadere, « a cuor sincero e con fede non finta», che la Bibbia e in contrasto con la scienza in particolare, e con la ragione in generale. E sapevo fin dagli inizi che COSl facendo sarei incorso nelle censure dei vertici ecclesiastici e nelle recensioni ur-
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late della destra, dal Giornale al Foglio, mentre la sinistra avrebbe in massima parte risposto con un imbarazzato (e imbarazzante) silenzio. Anche se non sospettavo che la refrattarieta. del mondo cattolico alIa critica si sarebbe spinta fino a richiedere il boicottaggio delle mie conferenze, dalle interpellanze comunali (come quella di Forza Italia del 7 marzo a Sesto San Giovanni) al volantinaggio (come quello dei ciellini del 28 aprile a Crema). Tutto questo fa pero parte di un confronto intellettuale, per quanto duro. Le accuse di Bianco e Volonte, invece, passano il segno: cancellando la differenza tra Ie opinioni articolate e i fatti sommari, arrivano addirittura a equiparare un libro a un attentato, e il suo autore a un mandante! Naturalmente, sarebbe inutile lanciare appelli ai sicuramente anonimi, e probabilmente ottusi, imbrattatori di muri e mittenti di pallottole: l'unica azione sensata e scovarli e condannarli. Speriamo invece che non sia inutile richiamare all'ordine certi politici e giornalisti, chiedendo loro di smettere di contrapporre aile argomentazioni gli insulti, e di incominciare ad affrontare nel merito il dibattito « anticattolico » suI rapporto non solo tra scienza e fede, rna anche tra Stato e Chiesa. Per tornare a monsignor Bagnasco, infine, ribadisco a chi are lettere, e a scanso di equivoci, che egli ha tutti i diritti di estern are come meglio crede la sostanza delle idee sue e della Chiesa: anche nella forma pili inopportuna e controversa per la quale sembra avere un dono particolare, come ha sistematicamente dimostrato dal Festival della Scienza di Genova dell' ottobre 2006 (