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"Prima della Klein si erano fatti ben pobhi tentativi di convalidare le scoperte di Freud con l'a'~;~alisi diretta dell'infanzia. Spetta a lei il merito di avér portato la
psi~oe~n;!i~b~~b.'.~olgao s~~=t~~;~~~c~~;~~ee~~ee ~~~~~i~e~~~ii~ ~~ore delle fantasie della primissima infanzia, nelle quali compare il tagliare a pezzi, il dilaniare, lo squarciare, il divorare, ha tutti i requisiti perché la maggior parte delle persone si ritragga con orrore esclamando: 'Sapevo che le teorie di Freud erano vere, ma non immaginavo che fossero tanto vere!"' (Ernest Jones)
Gli scritti più significativi di Melanie Klein, ossia quelli compresi fra l'arrivo a Berlino nel 1g21 - chiamata da Abraham - e il 1959, due anni prima della morte, vengono finalmente resi accessibili agli studiosi italiani. Si offre cosi l'opportunità di seguire l'evoluzione del pensiero della Klein e di apprezzarne l'eccezionale contributo non solo nelrambito dell'analisi infantile, ma anche in quello, ben più chiuso e sospettoso a una prospettiva psicoanalitica, dell'alienazione psichica vera e propria.
MELANIE KLEIN
SCRITTI 1921·1958
BORINO H IERI
O 1978 Editore Boringhieri r~dttd per lnitmi Torino, corso Vittorio Emanuele 86 CL 74-8136-3 Tit~Jo
origin11lt
Contributions to Psycho-Analysis 19li-I~S Tbt Hog11nh Prest- L~ndr11 - 194fJ Devclopmenu in Psycho-Analysis The Hogi!Ytb Pren - Londra - t9fZ Tradtm~nt
di
Armand~
Gug/itlmi
Indice
Titoli originali e [011ti degli scritti
Presentazione di Ernest ]ones 1
Lo sviluppo di un bambino (1921)
17
La scuola nello sviluppo Iìbidico del bambino (1913)
74
Analisi infantile (1913) 4 Contributo alla psicogenesi dei tic (1925) 5 I principi psicologici dell'analisi infantile (1926) 6 Contributo a un simposio sull'analisi infantile (1917) 7
Tendenze criminali nei bambini normali (1917)
94 126 1)0
162
197
8 l primi stadi del conflitto edipico (1918)
214
9 La personificazionc nel gioco infantile (1919)
227
10
Situazioni d'angoscia infantile espresse in un'opera musicale e nel racconto di un impeto creativo (1919) 2J9
11
L'imponanz.a della formazione dei simboli nello sviluppo dell'Io (19]0) 249
12
La psicoterapia delle psicosi (1930)
26)
13
Contributo alla teoria dell'inibizione intellettiva (1931)
269
14
Il primo sviluppo della coscienza morale nel bambino (19j})282
29J
15
Criminalità (1934)
16
Contributo alla psicogenesi degli stati maniaco-depressivi (1935) 297
17
Il lutto e la sua connessione con gli stati maniaco-depressivi (1940) J26
18
Il complesso edipico alla luce delle angosce primitive (1945)
J55
19 Note su alcuni meccanismi schizoidi (1946)
409
43J
20
Sulla teoria dell'angoscia e del senso di colpa (1948)
21
Sui criteri per la conclusione di un trattamento psicoanalitico (1950) 4H Alcune conclusioni teoriche sulla vita emotiva del bambino nella prima infanzia (1951) 460
22 23
Sull'osservazione del comportamento dei bambini nel primo anno di 494 vita (1951)
24
Le origini della traslazione (1951)
25
Le influenze reciproche nello sviluppo dell'lo e dell'Es (tgp) J36
26
Sullo sviluppo dell'attività psichica (1958)
CTonologia
J.26
Bibliografia
"'m
Indice analitico
m
l saggi che costituiscono i c:apitoll 1·18 sono tratti da Ct>ntributitms to Ps:tcho· AMI:yris (Hogarth Prcss, Londra 1948); queW che costituisconO i capitoli 19, 20. u, 23, sono tratti da De'lldopments in Psycho-An~lysis (Hogarth P.re:ss, Londra 19J1). 1. The D~lopmem o( 11. Cbild, "lntcrnational }ournal of Psycho-Analysis", vol. 4 (1913). [Pubblicato per la prima volta in ted~o in ~lmagon, vol. 9 (1911).] t uno scritto costituito da due parti: b prima fu letta nel luglio 1919 a un convegno deUa Società psicoanalitica unghcusc e 13 seconda, ne! febbr:a.io 1911, a un convegno della Società psico:malitica di Berlino. 1. The ROle of the Schot>l in the libidin~l De'llelopmtnt of tbe Chi/d, "International Journal of Psycho·AnalY$isn, vol. s (19>4). Dapprima pubblic:ato in tedesco in klntemationale Zcitschrift fiir Psychoanalyse", vol. 9 (19>J). 3·
lnf~nt
An11lytit, ulntemational }oumal of Psycho·Analysis", vol. 7 (1916). Dapprima pubblicato in tedesco su ~lnugon, vol. 9 h9•J). Basato su tre inediti precedenti: Obtr die Hemnmng 1111d Em1Jlicklung det Orientienmgssinnu, letto alla Società psicoanalitica di Berlino nel maggio 1911; Die in(1111tife Angn und ihre Btd~tung fiir die EnMJJickl1111g der Persiinlicbkeit, letto alla stessa Società nel rnuzo 19n; e Die Eni'Wicklung und Henrmung '1.1011 Fibigkeiten, letto al 1o Congresso psleo-analitico internazionale di Berlino nel settembre 19n. ·
4· A Contriburion to the Psycbogenetit o{ Tics, in Contributions to Psycho·An~/;ysis 19l1·194S (Hoganh Prc:ss, Londra t948), versione inglese, supcrvisionata dall'au·
uice. Dapprima puùùlieato in tedcseo in "Jntemationale Zeitschri!t flk Psychoana· lyse", vol. 9 (191f).
s.
Tht Psychologica/ Principlts of lnfant Anal;ysis, •tntemational joumal of Psycho· Analysis•, vol.7 (1916) e "Imago•, vol. n (1916). 6. Symposium on Chi/d Am~lysit, "lntemational Joumal of Psycho.Analysisn, vol. 8 (1917). Letto in occasione del simposio tenuto dalla Società psicoanalitica briunniea il 4 c ilt8 maggio 1917. 7. Criminal Ttndtncits in NormJI Children, "British Joumal of Medicai Psychology", vol.7 (19>7). Letto a un convegno della. Medicai Scction della Società psicologica britannica il 11 mano 1917. 8. Ewl;y Stagu of the Oedif1Ul Cqnfiict, "Intemational Journal of Psycho-Analysis", vol. 9 h918). Dapprima in tedesco in "Intcrnationale Zeitschrift flk Psychoana· lyseH, vol. 14 (1918). Letto al to" Congresso psicoanalitico intcrmz.ionale a Inns· bruck,il3 settembre I9J7. 9· Personi/ic11.tion in t be Pfa;y of Childr.m, "Intemational Jou.mal of Psycho-Analysis•, vol. 10 (1919al c "lntemationalc ZcitK'hrift fiir Psyehoao3lyse•, vol. rs {1919). ro. ln{~ntilt Ataiet;y...SitwtiOM Re/Wcttd in a Work of Art and i1l the Crtativt b~ pufte, "lntcrnational Journal of Psycho-Analysis•, vol. 10 (r919b) e "Jntemationalc Zeitschrift fiir Psychoanalyren, vol. 17 (19JI). Letto alla Società psicoanalitica britannica il1s nuggio 1919. ;;:"Tht Jmportanct of Symllol·Form~~rion in tht De'lle/opmmt of tbt Ego, "Inter·
Titoli cwJt111•ll • folltl
n.
IJ.
14-
IJ.
national Joumal of P5)'cho-Analysi.s", vol. 11 h93oa), e "lnternationale Zeitschrift fiir Psychoanalyse~, vol. r6 (J9JO). Letto al Congresso psieoanalitieo internaz.ionale di O.dord nel luglio 1919. Tbt Psycbotberapy of tbe Psychoses, "British Journal of Medictl Pw930b). Contributo a un simposio su ~The Ròle of Psy Congnsso psieoanalitico internazionale a Zurigo, nell'agosto 1949u. Some Tbtortticlo primo
Il lavoro oltremodo interessante è istruttivo da lei presentato all'ultimo Congresso (Hug-Hellmuth, 1911) ci ha dato molte infonnazioni sulle modifiche da lei apportate alla tecnica dell'analisi pCr adattarla alle esigenze della psiche infantile. La Hug-Hellmuth ha praticato analisi con bambini che presentavano fonne morbose o anomale di sviluppo della personalità ma ha precisato che a suo giudizio l'analisi si confà soltanto a bambini di età superiore ai sci anni. In questo articolo io avanzerò tuttavia il problema se si possa applicare anche al bambino al di sotto dci sei anni ciò che abbiamo imparato dalle analisi degli adulti e di bambini in età superiore, e questo perché è ben noto dalle analisi delle nevrosi che i traumi e le cause dei danni psichici risiedono in avvenimenti, impressioni e vicissitudini che hanno luogo in età molto precoce, vale a dire anteriore ai sei anni. Come possiamo rendere fruttifere queste cognizioni a fini profilattìci? Che cosa si può fare da parte nostra, già in quell'età di cui l'analisi ci ha fatto apprendere l'enonne importanza, non solo per evitare eventuali malattie future ma anche per agevolare una valida e stabile fonnazione del carattere e lo sviluppo intellettivo? Il primo e il più ovvio precetto che deriva dalle nostre cognizioni è di evitare di commettere quegli errori che la psico:malisi ha dimostrato essere di gravissimo pregiudizio per la psiche infantile. Dovremo pertanto indicare come imprescindibile necessità che il bambino fin dalla sua nascita non condivida la stanza dei genitori; dovremo essere più moderati, nel porre coattive esigenze eriche alla piccola creatura in sviluppo; di quanto gli altri lo furono a suo tempo con noi. Gli pcnnetteremo di restare il più a lungo possibile naturale e privo d'inibizioni, frustrandolo meno di quanto si sia fatto finora; gli consentiremo di diventare conscio delle sue varie tendenze pulsionali c del piacere che ciò gli procura, evitando che il suo impulso a conoscere sgomini immediatamente questa 1 candida consapevolezza. Dovremo mirare a !asciarlo sviluppare abba·, stanza lentamente da dar tempo alle sue pulsioni di diventare parzialmente consce e con ciò di poter essere sublimate. Al tempo stesso non negheremo al destarsi della sua curiosità sessuale di potersi manifestare e dovremo gradualmente soddisfarla, a mio parere, senza nascondere nulla. Dovremo sapere come dargli l'affetto che gli occorre evitando tuttavia pericolosi eccessi; soprattutto rinunceremo alle minacce e alle punizioni fiSiche e ci assicureremo l'obbedienza indispensabile per l'educnzione ritirandogli all'occnsione il nostro affetto. Non è necessario approfondire qui nei particolari tutte le altre misure che possono essere istituite a questi fini e che conseguono più o meno naturalmente daJle nostre cognizioni. Peraltro non rientra nell'ambito di questo lavoro sviscerare la questione di come si possano soddisfare tutte le esigenze che
Jotlluppo dl un barn"lno
derivano dall'attuare un'educazione che non danneggi lo sviluppo del bambino come individuo civilizzato e non lo gravi di difficoltà panico~ lari nei rapporti con ambienti di diversa mentalità. Ciò che ora voglio mettere in risalto è solo che questi precetti educativi possono essere perfettamente realizzati (me ne sono potuta convincere personalmente in parecchie occasioni) e hanno conseguenze chiaramente benefiche oltre che permettere uno sviluppo più libero sotto molti riguardi. Sarebbe una grande conquista se potessero diventare dei criteri comuni dell'educazione, ma a questo proposito devo esprimere una riserva. Temo infatti che anche quando esiste la comprensione e la buona volontà per assolvere a questi precetti, può mancare, nell'educatore non analizzato, l'interiore capacità di metterli in atto. Ad ogni modo, per semplificare le cose, continuerò a trattare l'argomento presupponendo la sussistenza del caso più favorevole, quello in cui sia il conscio sia l'inconscio dell'educatore hanno fatto propri questi precetti educativi che quindi possono essere messi in pratica senza diffì.colcl. A questo punto possiamo porci il nostro quesito di fondo: l'attuazione di queste misure educative profilattiche è sufficiente a impedire l'insorgere di nevrosi e di dannosi sviluppi del carattere? Quanto ho potuto osservare mi ha persuasa che perlopiù lo scopo si raggiunge solo in parte perché. spesso solo una parte delle misure che le nostre cognizioni ci permettono di impiegare sono effettivamente operanti. Dall'analisi dei nevrotici apprendiamo in~ fatti che soltanto una parte dei danni deriwnti dalla rimozione si può far risalire a erronei comportamenti dell'ambiente o ad altre pregiudizievoli situazioni eSterne. Un'altra parte, e non la minore, deriva da un atteggiamento che il b3mbino può assumere gU in tenerissima età. Accade infatti spesso che il bambino, sulla base di una iniziale rimozione spontanea di una forte curiosità sessuale, manifesti un'invincibile avversione a tutto ciò che è sessuale, un'avversione che solo un'analisi completa potrà poi far superare. Dalle analisi degli adulti non è sempre possibile scoprire - specie sulla base della mera ricostruzione - in quale misura l'insorgere della nevrosi sia stato causato da situazioni che hanno disturbato lo sviluppo e in quale misura da predisposizionc alla nevrosi. In questo campo si ha a che fare con componenti quanto mai varie e indeterminabili. Quell_o che è ceno, però, è che quando esiste una fotte predisposiz.ione alla nevrosi bastano lievissime mortificazioni da parte dell'ambiente per~ ché si produca una spiccata resistenza all'educazione sessuale c una rimozione estremamente gravosa per tutta la struttura psichica. Ciò che apprendiamo dall'analisi dei nevrotici ci viene confermato dall'osservazione dei bambini, che ci offre la possibilità di conoscere l'evolversi degli eventi al momento stesso in cui si produce. Così appare chiaro, per esempio, che benché si sia disposti a soddisfare senza riserve la curiosità sessuale del
C.pltolo primo
bambino, spesso il bambino non dà libero sfogo a questo suo bisogno. Questo atteggiamento negativo può assumere le forme più diverse sino a giungere a un'assoluta avversione al sapere. A volte si manifesta come
~ :e~~;:r:e ::~~::~st:~h~u~l=~~~:,o•I:nc!:er;: ~~:s:~e=e:;:::~ i si instaura dopo aver già ricevuto una parziale educazione sessuale; in questa evenienza il bambino, invece del vivo interesse mostrato in precedenza, manifesta una forte resistenza ad accettare ulteriori chiarimenti o semplicemente non li recepisce. Nel caso da mc esposto particolarcggiatamente nella prima parte di questo lavoro, le benefiche misure educative riferite più sopra conseguirono dci buoni risultati specie per quanto riguardava lo sviluppo intellettivo. Il bambino fu illuminato sullo sviluppo del feto nel corpo materno, sul parto, su tutti i particolari che lo interessavano. Invece la funzione del padre nella nascita e l'atto sessuale non furono oggetto di domande dirette; ciò mi fece pens:~re già allora che questi problemi esercitassero sul bambino un forte peso a livello inconscio. C'erano molte domande che egli tornava a riproporre anche quando aveva avuto in merito risposte chiare e soddisfacenti. Eccone qualche esempio: "Mamma, per favore, da dove vengono il pancino, la testolina e tutto il resto?" "Come fa una persona a muoversi, cç.me fa a fare le cose, a lavorare?" "Come fa a crescere la pelle sopra il corpo delle persone?" "Come fa a venire lì?" Queste e altre domande furono ripetute spesso nel periodo delle spiegazioni sessuali e nei due o tre mesi successivi caratterizzati dal notevole progresso nello sviluppo a cui ho accennato. All'inizio non afferrai bene il significato di questo suo ripetere le domande; ciò era in parte dovuto al fatto che lo attribuivo semplicemente al piacere che il bambino traeva dal tornare a formularle. Inoltre, visto come si sviluppavano il suo bisogno di sapere e la sua intelligenza ritenevo che la richiesta di ulteriori chiarimenti sarebbe stata inevitabile, ed ero anche convinta di dovermi attenere al criterio di informarlo man mano che egli avrebbe posto consciamente le sue domande, Dopo questo periodo si verificò invece un cambiamento: ricorsero continuamente le domande che ho citate prima e altre che tendevano a diventare stereotipate, mentre le domande originate da un palese impulso a conoscere diminuirono e assunsero perlopiù un carattere astratto. Nello stesso tempO cominciarono a fare la loro comparsa domande molto superficiali, fatte senza pcnsarci e chiaramente senza ragione alcuna. Chiedeva continuamente di che cosa e come fo~ro fatte le cose. Per esempio: "Di che cosa sono fatte le pone~", "Di che cosa è fatto il letto?", "Come si h il legno?", "Come si fa il vetro?", "Come si fi. la sedia?" Alcune domande chiaramente futili erano: "Come fa la terra a mettersi sotto-
Sviluppo di un bombino
terra?" oppure "Da dove vengono i sassi, da dove viene l'acqua?" Era fuor di dubbio che il bambino aveva perfettamenre afferrato le risposte che già gli erano state fomite al riguardo c che perciò non era per difetto d'intelligenza che egli tornava a chiedere. Che egli fosse realmente indifferente alle risposte era dimostrato dall'assenza di attenzione e di interesse con cui accoglieva le risposte, sebbene, al contrario, ponesse veementemente le domande. Anche il numero delle volte in cui le poneva era aumentato. Tutto ciò costituiva insomma il ben noto quadro del bambino che tormenta coloro che lo circondano con domande chiaramente del tutto prive di senso e alle quali non serve a niente rispondere. Passata questa seconda fase, durata un po' meno di due mesi e caratterizzata da queste insignificanti e superficiali domande, si assistette a un altro cambiamento. Il bambino divenne sempre più taciturno e sempre meno incline al gioco. Egli non aveva mai mostrato di divertirsi molto nei quieti giochi di fantasia ma gli avevano sempre fatto piacere i giochi movimentati che si fanno con i compagni. Anche quand'era solo aveva passato ore a giocare rumorosamente al cocchiere o all'autista utilizzando cassette, panche e sedie per rappresentare i diversi veicoli. Ora giochi e svaghi di questo genere cessarono, e cessò anche il desiderio della compagnia di altri bambini, con i quali, nelle occasioni in cui si ritrovava con loro, non sapeva più che cosa fare. In terzo luogo, e questo non era mai accaduto prima, mostrò di annoiarsi anche quando stava con la madre. &:guitò, sl, a sollecitare le sue tenerezze e il suo affetto ma non manifestava alcun piacere quando essa si metteva a raccontargli qualcosa. Quell'atteggiamento assente e annoiato che aveva mostrato nel periodo delle domande senza ragione e senza scopo divenne molto frequente. Benché il cambiamento non potesse sfuggire a un occhio esercitato, esso tuttavia non era propriamente da definirsi "patologico". Il suo stato generale di salute e il suo sonno si mantennero perfetti. Data la mancanza di svaghi aumentò un po' la sua irrequietezza ma il suo carattere bonario, a volte scherzoso, rimase sostanzialmente immutato. Indubbiamente il suo comportamento nei riguardi dell'alimentazione già nel corso degli ultimi mesi aveva lasciato molto a desiderare, ma ora egli cominciò a fare lo schizzinoso e a mostrare una spiccata ripugnanza per ceni piatti; in compenso mangiava molto volentieri i cibi che gli piacevano. Nonostante che, come ho detto, con la madre si annoiasse, il suo attaccamento a lei divenne sempre più forte. Si trattava insomma di uno di quei cambiamenti che di solito non vengono rilevati da parte di chi accudisce un bambino, o, se vengono rilevati, non viene loro attribuita nessuna importanza, In genere i grandi sono talmente assuefatti a osservare nel corso dello sviluppo di un bambino cambiamenti passeggeri o permanenti di cui non vedono una ragione specifica, che per loro diventa
Copllolo prl,.
un'abitudine considerare questi cambiamenti del tutto normali. D'altro canto non è irragionevole vedere le cose a questo modo perché non c'è bambino che non mostri qualche tratto nevrotico. t solo la quantità di questi tratti o il loro ulteriore sviluppo che costituisce una malattia. lo però ero stata particolarmente colpita dalla riluttanza del bambino ad ascoltare le storie, in quanto ciò era in stridente contrasto con l'enorme piacere che aveva mostrato in precedenza. Quando misi a confronto il suo antico gusto a porre domande, gusto che si era fonemente svegliato a seguito delle prime spiegazioni parziali ricevute, e che era poi diventato in buona pane angosciosamente reiterativo e in buona parte superficiale, con la successiva repulsione a fare domande e con la riluttanza addirittura ad ascoltare le storie, e quando inoltre mi tornarono in mente alcune delle domande diventate stereotipate, si fece strada in me il convincimento che l'intenso impulso a conoscere del bambino era entrato in conflitto con una tendenza alla rimozione altrcuanto intensa e che il rifiuto delle spiegazioni desiderate dal suo inconscio dimostrava che la seconda aveva prevalso. Dopo aver posto molte e diverse domande in sostituzione di quelle che aveva rimosse, il bambino era arrivato al punto non solo di non fare più domande ma addirittura di non ascoltare, perché l'ascoltare poteva fornirgli ciò che rifiutava di avere. Vorrei ora riprendere alcune considerazioni fatte nella prima parte di questo scritto sugli effcui della rimozione. Ho parLtto dei ben noti effetti nocivi della rimozione sull'intelligenza dovuti al fatto che l'energia pulsionale rimossa resta kgata e non è più disponibile per la sublimazione e che, insieme ai complessi a cui sono connesse, anche le catene associative vengono sommerse nell'inconscio. Ho inoltre prospettato l'idea che la rimozione può incidere sullo sviluppo dell'intelligenza sia nell'una che nell'altra delle sue due dimensioni, e cioè nella dimensione dell'estensione e in quella della profondità. Forse i due periodi del caso da mc osservato potrebbero illustrare convenientemente l'idea da me prospettata. Nel periodo in cui il bambino, per effetto della rimozione della sua curiosità sessuale, cominciò a fare molte domande superficiali, si era probabilmente verificato un danno dell'intelligenza nella dimensione della profondità. Nell'altro periodo, quando non faceva domande e non voleva ascoltare, il danno interessava la dimensione dell'estensione, sicché egli evitava di soddisfare Ì'ampiezza superficiale dell'interesse a conoscere ed era indotto a concentrarsi esclusivamente sulla dimensione della profondità. Fatta questa digressione, ritorno in argomento. La mia crescente convinzione che la curiosità sessuale rimossa costituisca una delle cause principali dei cambiamenti che intervengono nella mente del bambino è stata confermata quando mi sono resa conto dell'esattezza di una preci~one
SYlluppooll•nbi.ml>lnco
critica che mi era· stata fatta. Nella discussione seguita alla lettura della prima parte di questo scritto davanti alla Società psicoanalitica ungherese, Anton von Freund rilevò che se le osservazioni e le classificazioni che avevo esposto erano indubbiamente analitiche, non altrettanto poteva dirsi delle mie interpretazioni e ciò in quanto io avevo tenuto conto solta.nto delle domande consce e non anche di quelle inconsce. In quell'occasione replicai che, a mio parere, finché non emergevano esigenze che fornissero valide ragioni di fare diversamente, bastava occuparsi delle domande consce. Ma, come ho dettO, mi sono poi resa conto che l'osservazione era giusta e che corrispondere soltanto alle domande consce non è sufficiente. Ho quindi ritenuto opportuno dare al bambino tutto il .resto delle spiegazioni che in precedenza non gli erano state fornire. Traendo lo spunto da una delle sue domande, posta nel periodo in cui egli ne faceva molto rarnmente, che chiedeva se tutte le piante crescono dai semi, gli spiegai che anche gli esseri umani derivano da un seme e lo illuminai sull'atto della fecondazione. Tuttavia egli mantenne un atteggiamento distratto e assente e interruppe le spiegazionl con una domanda del tutto irrilevante, lasciando chiaramente intendere di non avere alcun desiderio di apprendere altri particolari. In un'altra occasione disse di aver sentito dai compagni che affinché la gallina deponga le uova è necessario anche il gallo. Ma appena introdotto l'argomento dimostrò subito il chi:rro desiderio di abbandonarlo. Dava insomma la precisa impressione di non avere affatto capito le spiegazioni che gli avevo date e di non avere nessun desiderio di capirle. Le nuove nozioni. non sembrarono influenzare minimamente il cambiamento psichico che era sopravvenuto in lui e che ho riferito più sopra. Un giorno però la madre, con uno scherzo e.una storiella, riusci a suscitare di nuovo il suo interesse e a riconquistare la sua.adesione. Dandogli un dolce disse che questo dolce era rimasto per molto tempo in attesa e ci costrul sopra una storiel\a. Il bambino si divertl immensamente e pretese che la mamma gliela ripetesse parecchie volte. Successivamente ascoltò con gran piacere la storiella della donna a cui spunta una salsiccia sul naso dopo che il marito ne ha espresso il desiderio. Dopo di ciò cominciò egli stesso a raccontare spontaneamente e da allora in poi narrò storie fantastiche più o meno lunghe che talvolta traevano origine da altre_che gli erano state raccontate ma che perlopiù erano completamente originali (sicché fornivano una massa di materiille analitico). In passato il bambino aveva mostrato una scarsa inclinazione a raccontare storie per gioco. È vero che nel periodo immediatamente successivo al momento in cui aveva ricevuto le prime spiegazioni sessuali aveva manifestato un fone impulso a raccontare storie e ci si era anche provato varie volte, ma in complesso si era trattato di eccezioni. Le sue storie attuali, che mancavano
Copltolo prlmo
completamente di quell'arte primitiva di cui i bambini si avvalgono per· ché, a imitazione di quelli degli adulti, i loro racconti abbiano una cena quale coerenza, facevano l'effetto di sogni privi dell'elaborazione secon. daria. Talvolta cominciavano con il racconto di un sogno della notte precedente e poi erano portati avanti come storie, ma erano esattamente dello stesso tipo anche quando cominciavano fin dall'inizio come storie. Egli le raccontava con enorme piacere; di tanto in tanto allorché, a causa di interpretazioni cspressegli sia pure con molta cautela, sorgevano delle resistenze, egli le interrompeva, ma solo per riprendcrle poco dopo con lo stesso piacere. Riferirò ora qualche brano di alcune sue fantasie. "Due vacche camminano insieme, poi una salta in groppa all'altra c la cavalca, allora l'altra le salta sulle corna e ci si aggrappa strettamente. Anche il vitellino salta sulla testa della vacca e si aggrappa strettamente alle redini [corna].~ (Alla richiesta del nome delle vacche dà quelli delle due domestiche.) "Poi vanno tutti all'inferno: Il ci sta un vecchio diavolo con certi occhi cosl scuri che non ci vede, però sa che c'è gente. C'è pure un diavolo giovane, anche lui con gli occhi scuri. Poi vanno al castello, quello della favola di Pollicino, cd entrano con un uomo che li accompagna in una stanza dove si pungono con un fuso; allora cadono· addormentati per cento anni; quando si risvegliano vanno tutti quanti dal re che è molto contento di vederlì e che chiede all'uomo, alla donna e ai bambini se non vogliono rimanere con lui." (Alla domanda su che fine avessero fatto le vacche aveva risposto che c'erano pure loro e che c'erano anche i vitellini.) Una volta che si stava parlando di cimiteri e di morte, disse: "Ma quando un soldato spara a qualcuno, questi non va al cimitero perché il cocchiere del carro funebre è pure lui un soldato e allora non lo vuole seppellire." (Gli chiesi: "A chi spara, per esempio? Nominò allora il fratello Karl ma subito, un po' turbato, aggiunse vari altri nomi di pa· renti e di compagni.) LJ Una mattina, dato il buongiorno alla madre, mentre lei lo accarezzava le disse: "Adesso salgo su di te: tu sci una montagna e io mi ci arram· pico." Qualche minuto dopo soggiunsc: "Io so correre più di te: io posso correre su per le scale c tu no." In questo stesso periodo riprese a giocare. Ora giocava con piacere e senza stimcarscnc, specie in compagnia; col fratello e con i compagni giocava a qualsiasi cosa, però cominciò a giocare anche da solo. Giocava all'impiccagione; oppure proclamava di aver decapitato il fratello e la "Qua!c:he tempo prima aveva ossenoato: •Mi piacerebbe vedere morite qualcuno; non c:om'~ uno quando è già mono, ma vedere quando sta mor~ndo e poi com'è qu1ndo
~ mono.~
sorella e di aver preso a schiaffi le loro teste, spiegando: "Si può fare cosl con queste teste, tanto non si possono vendicare" e diceva che lui era un "carnefice". Una volta lo vidi fare questo gioco con i pezzi degli scacchi: i pezzi erano persone, uno era un soldato e un altro era il re. Il soldato diceva al re: "Sporco animale." Perciò veniva condannato e imprigionato. Poi veniva picchiato ma non sentiva niente perché era morto. Allora il re incuneava la sua corona nel foro del piedistallo del soldato e lo faceva risuscitare. Poi chiedeva al soldato se l'avrebbe rifatto ancora e poiché il soldato rispondeva "No" lo faceva arrestare soltanto. Uno dei suoi primi giochi fu il seguente: impugnava la sua trombetta e diceva di essere contemporaneamente un ufficiale, un alfiere e un trombettiere; poi aggiungeva: "Se papà era un trombettiere e non mi voleva portare alla guerra io mi sarei preso la mia trombetta e il mio fucile e sarei andato in guerra da solo senza di lui." Giocava anche con delle figurine, ua le quali c'erano due cani: uno lo chiamava "bello" e l'altro "brutto"; quando nel gioco i due cani rappresentavano persone, "bello" era lui e "brutto" era il padre. Sia i giochi sia le fantasie denotavano un'enorme aggressività verso il padre nonché, ovviamente, la sua già ampiamente manifesta passione per la madre. In questo stesso periodo divenne chiacchierone e allegro, passava ore a giocare in compagnia di altri bambini, e in ultimo mostrò un sempre maggiore desiderio di conoscere in generale, di apprendere tutto, tanto che in breve tempo e con un':assistenza minima da pane dei grandi imparò a leggere. Manifestò una tale avidità nella lettura da apparire quasi un bambino precoce, Le sue domande persero la caratteristica ossessiva della monotona ripetizione. Questi cambiamenti erano senza dubbio il risultato della liberazione della sua fantasia dai vincoli che precedentemente la frenavano; e le caute interpretazioni che gli avevo dato solo occasionalmente avevano avuto l'unico scopo di essergli in una certa quale misura d'ausilio in tutto questo, Riferirò ora una conversazione di straordinaria importanza che ebbe luogo tra noi due. Prima però debbo fornire una precisazione. Per Fritz lo stomaco aveva un significato tutto particolare. Nonostante le spiegazioni e i ripetuti chiarimenti egli restava attaccato all'idea, espressa in varie occasioni, che i bambini crescono nello stomaco della madre. Lo Stomaco aveva inoltre per lui significati diversi c carichi di emotività. "Stomaco" era una parola che aveva sempre sulle labbra e che usava nelle occasioni più disparate e impensabili. Per esempio a un compagno che un giorno gli disse: "Vattene nel tuo giardino", lui replicò: "E tu tornatene nello stomaco tuo." Spesso si prendeva dei rimproveri perché alle domestiche che gli chiedevano dove stesse una certa cosa era solito rispondere: "Nello stomaco tuo." Inoltre a tavola si lamentava talvolta,
Copltolo primo
ma piuttosto di rado, di "freddo allo stomaco" e affermava che era dovuto all'acqua fredda; in effetti aveva una spiccata antipatia per i piatti freddi. Una volta manifestò a sua madre la sua curiosità di vederla completamente nuda e subito precisò: "Vorrei vedere pure il tuo stomaco e quello che ci sta dentro." Alla mamma che allora gli chiese: "Intendi dire il posto nel quale stavi tu?", rispose: "Sl, vorrei guardare dentro il tuo stomaco per vedere se dentro ci sta un bambino." Qualche tempo dopo dichiarò: "Io sono molto curioso, io voglio sapere tutto quello che si pUò sapere a questo mondo." Chiestogli cos'era che bramava tanto conoscere disse: "Come sono fatti il tuo buco per la vivì e quello della cachi. E [ridendo] guardarci dentro quando tu stai al gabinetto e, senza che tu lo sai, vedere il tuo buco della vivl e della cachi." Qualche giorno più tardi suggerl alla madre che si poteva andare tutti insieme al gabinetto e "fare la cachi" contemporaneamente uno sopra l'altro, la madre, i fratelli, le sorelle e, sopra tutti, lui. Alcune osservazioni da lui espresse sporadicamente avevano già fatto chiaramente intendere quale fosse la sua teoria sessuale, poi chiaramente manifestata nella conversazione che fra poco riferirò. Nella sua teoria i bambini erano fatti con il cibo c identificati con le feci. Una volta aveva parlato delle sue "cachi"' come di bambini cattivi che non volevano venire. In un'altra occasione era stato immediatamente d'accordo con un'interpretazione che gli era stata fornita e cioè che le feci che in una delle sue fantasie andavano su c -giù per le scale erano dci bambini. Una volta disse all3 sua "cachi" che l'avrebbe picchiata perché veniva giù così piano e cosl dura, Ecco ora la conversazione tra me e lui, t di mattina presto; lui sta seduto sul vasetto da notte e mi racconta che le "cachi" sono già sul terrazzo, che sono risalite di sopra e non vogliono scendere in giardino (tennine che egli usava anche per designare il vasetto). Gli chiedo: "Allora sono loro i bambini che crescono nello stomaco?" Mi accorgo subito che l'argomento lo interessa e perciò proseguo: "Sì, è vero che le cachi sono fatte con la roba da mangiare; i bambini veri però non sono fatti con la roba da mangiare." E lui: "Questo lo so, sono htri con il latte," "No, non con il latte, con qualcosa che il papà fabbrica e con l'uovo che sta dentro la mamma." Ora presta molta attenzione e chiede maggiori dettagli, Quando riprendo a spiegare cominciando dal piccolo uovo m'interrompe per dirmi "Questo lo so." Proseguo: "Papà col suo vivì può faòbricare qualche cosa che effettivamente somiglia al latte e che si chiama seme; non ne fa tanto. Il vivì di mamma è differente da quello di papà." Lui torna a interrompermi: u Ma sl, questo lo so!" e io continuo: "Quello di mamma assomiglia a un buco. Se papà mette il suo vivi in quello di mamma e ci mette il seme allora il seme penetra nel corpo della mamma e quando incontra qualcuna delle ovicine che stanito
SvlluppodlunHm&lno
dentro la mamma succede che il piccolo uovo conùncia a crescere e diventa un bambino." Fritz ascolta con molto interesse e dice: "Quanto mi piacerebbe vedere come si fa là dentro un bambino a questo modo!" Gli spiego che ciò è impossibile fin quando lui non sarà diventato grande e che allora lo farà da sé. "Ma io allora vorrei farlo con la mamma." "Non sì può, perché la mamma non può essere tua moglie, è già moglie di papà; poi papà non avrebbe più moglie." "Ma potremmo farlo tutti e due con lei." "No, non si può: ognuno ha soltanto una moglie e quando tu sarai grande mamma ormai sarà vecchia: allora tu ti sposerai con una ragazza giovane e bella e quella sarà tua moglie." A questo punto, con le labbra uemule e gli occhi umidi di pianto, dice: "Ma non potremmo stare tutti insieme nella stessa casa con mamma?" "Sicuro, e mamma ti vorrà sempre bene, solo che non ti può essere moglie," Si mise allora a chiedere molti particolari: come si nutre il bambino quando sta dentro la mamma, di che è fatto il cordone ombelicale, come fa ad andar via; era estremamente interessato e non manifestava la minima resistenza. Alla fine concluse: "Ma mi piacerebbe vedere almeno una volta come si fa dentro un bambino e come esce." In questa conversazione, che dissolse quasi completamente la sua teoria sessuale, egli manifestò per la prima volta un autentico in.teresse per quelle spieguìoni sessuali che in passato aveva rifiutate e che solo ora assimilò veramente, Come dimostrarono successive osservazioni da lui fatte occasionalmente, egli incorporò veramente queste nozioni nell'insieme delle sue conoscenze. Dopo questa conversazione anche il suo straordinario interesse per lo stomaco diminuì fortemcnte. 2o Tuttavia non mi sentirei di asserire risolutamente che questo interesse perse totalmente la sua peculiarità emotiva né che il bambino rinunciò completamente alla sua teoria sessuale. A proposito della pcrsistenza parziale di una teoria sessuale infantile anche dopo che è stata resa conscia, ho sentito una volta Ferenczi esprimere l'opinione che una teoria sessuale infantile è in un certo senso una costruzione astratta che ha come punto di partenza delle sollecitazioni piacevoli di alcune funzioni e che, finché tali sollecitazioni permangono, continua in una certa qu:J.!e misura la pcrsistenza della teoria. In un lavoro, presentato all'ultimo Congresso, Abraham (1910) ha
Di nonna continuò ad an d~ re regolarmente di col'pO; qualche volra però lcnumente e con un po' di difficolt~. L'analisi insomma non provocò c:ambiamcnti pennanenti né nell'alimentaz.ionc né nella digestione, ma soltanto delle ~lterazioni che si presentavano O
~~::o ~:!;ess=~~~:r:::::~o~~:~:t~~:ap::i~:~~:;~ ;h:;ie;~~h;c:i~ l deri può essere realizzata. . Sono perciò dell'idea che ogni apprensione in proposito sia inutile. Non c'è educazione senza le sue difficoltà, ma non vi è dubbio che quelle che agiscono dall'esterno verso l'interno costituiscono per il bambino un peso meno gravoso di quelle che agiscono inconsciamente dall'interno. Se si è interiormente e completamente convinti della validità di questo metodo basterà un po' d'esperienza a far superare le difficoltà esterne. Credo inoltre che un bambino psichicamente rafforzato da un'analisi precoce sia più capace di sopportare senza danni inevitabili travagli. Ci si può chiedere se questo aiuto sia necessario per qualunque bambino. Esistono indubbiamente persone del tutto sane e ben evolute, come pure vi sono molti bambini nei quali non si evidenziano tratti nevrotici di sorta c che mostrano di averli superati senza danno. Ma l'esperienza
capltolol
p~lmo
analitica permette di affermare che queste considerazioni sono valide solo per un numero di persone relativamente ristretto, A parte il fatto che nell'Analisi della fobia di un bttmbino di cinque anni (tgoSb) Freud dichiara esplicitamente che nessun danno ma solo vantaggi pervennero al piccolo Hans dal diventare profondamente conscio del complesso edipico, egli precisa che la fobia del piccolo Hans differiva dalle fobie straordinariamente frequenti degli altri bambini semplicemente perché essa venne notata, e che solo per questo ~corse Hans ha ora il vantaggio rispetto agli altri bambini di non recare più in sé quel germe di complessi rimossi che ha sempre importanza per la vita futura, causando una più o meno grande deformazione del carattere, se non addirittura la disposizione a una successiva nevrosi" (p. 586). Freud dice inoltre: "Che non sia possibile tracciare un netto confine tra 'nervosi' e 'normali', sia bambini che adulti; che la "malattia" si:l soltanto un concetto meramente pratico di sommazione; che la prcdisposizione e i casi della vita debbano combinarsi per varcare la soglia di questa sommazione; che pertanto numerosi individui passino continuamente dalla categoria dei sani a quella dei malati di nervi... son tutte cose che sono state dette tante volte ... " (p. 587), c nel Caso clinico delfuomodei lupi (1914b, p. 571) scrive: "Mi si obietterà che pochi bambini sfuggono a disturbi come temporanea perdita dell'appetito o un:1. fobia di animali. Ma una tale obiezione è per mc la benvenuta. Sono pronto a sostenere che la nevrosi dell'adulto è sempre costruita su una nevrosi infantile che non sempre però è abbastanza intensa da esternarsi per chiari segni ed essere riconosciuta come tale." È dunque opportuno stare bene attenti all'apparire di questi segni nevrotici nella maggior parte dei bambini; per tcnerli sotto controllo o per eliminarli è però assolutamente necc5S:lrio intervenire il più presto possibile con l'osservazione analitica o eventualmente con un'analisi vera c propria. Penso che al riguardo si possa stabilire una specie di regola. Se il bambino, all'epoca in cui nasce e si manifesta l'interesse per sé stessi c per l'ambiente, dà espressione alla sua curiosità sessuale e intraprende a poco a poco a soddisfarla; se non mostra inibizioni al riguardo e assimila le informazioni che riceve; se anche nei giochi e nelle fantasie dà libero corso a una pane delle sue tendenze pulsionali c specie al complesso edipico; se ascolta con piacere le favole dei Grimm senza che poi seguano manifestazioni di angoscia; se egli dimostra insomma un buon equilibrio psichico in gi:nerale, può essere il caso di fare a meno dell'analisi precoce. Ciò non vuoi dire che anche in questi casi, che non sono ceno tanto fre· quenti, essa non sarebbe utile. Non è infatti raro vedere persone che soffrono o hanno soffeno di una qu:mtità di inibizioni pur avendo goduto di un ottimo sviluppo; l'analisi precoce le :tvrebbc loro evitate. Ho scelto intenzionalmente di rìferinni alla capacità di ascoltare le
SYIIuppo di'"' Mmblno
favole dei Grinun senza dar segni di angoscia come a una prova di salute psichica dci bambini perché dci tanti e diversi bambini che conosco ce ne sono solo molto pochi che la dimostrano. Probabilmente è anche per questo, per un desiderio di evitare l'insorgere dell'angoscia, che è stato pubblicato un numero rilevante di versioni modificate di queste favole, e che nell'attuale educazione si preferisce fare uso di favole meno paurose e comunque di favole che non colpiscano troppo - piacevolmente o dolorosamente - i complessi rimossi. lo sono però del parere che ove ci si avvalesse dell'analisi non ci sarebbe bisogno di evitare il racconto di tali favole e che anzi esso potrebbe servire da criterio di giudizio c da valido aiuto. Con il suo ausilio, infatti, la paura latente del bambino, che deriva dalla rimozione, è posta più rapidamente in evidenza e può quindi essere tramta dall'analisi molto più a fondo. Come possiamo tradurre in pratica un'educazione basata su fondamenti analitici? La richiesta auspicata dall'esperienza analitica di sottoporre ad analisi genitori, puericultrici e insegnanti, rimarrà secondo me probabilmente per molto tempo ancora un pio desiderio. E anche nel caso in cui esso fosse realizzato potremmo al massimo essere più sicuri che le misure educative qui suggerite verrebbero eseguite, ma non avremmo con ciò la certezza che, ove necessario, sia attuata l'analisi precoce. Yorrei perciò fare una proposta, che può darsi sia solo un espediente, ma che può rivelarsi efficace in attesa che i tempi maturino e offrano altre possibilità: io penso che alla direzione degli asili d'infanzia debbano esserci delle psicoanaliste. Non c'è dubbio che una psicoanalista che abbia al suo seguito delle puericultrici da lei addestrate può avere sotto il suo controllo un numero di bambini per ciascuno dci quali ha l'opportunità di stabilire se è il caso di eseguire un intervento analitico e il modo in cui eseguirlo. Naturalmente mi si può obiettare tra le altre cose che in questo modo il bambino verrebbe sottratto in un:l certa quale misura, e in tenerissima età, all'intimo contatto psichico con la madre. Cionondimeno credo che il bambino ne trarrebbe moltissimi vantaggi c che la madre riotterrebbe sotto altri aspetti quello che forse potrebbe perdere sotto questo aspetto. Poscritto 1947· Le conclusioni relative all'educazione contenute in questo scritto sono di necessità strettamente in rapporto alle conoscenze psicoanalitiche che avevo all'epoca della sua stesura. Poiché negli scritti che seguono non sono inserite proposte concernenti J'Cducazione, non si potrà rilevare in essi l'evolversi dei miei punti di vista sull'educazione allo stesso modo di come invece si potrà rilevare, credo, l'evoluzione delle mie concezioni psicoanalitiche. Può perciò essere opportuno precisare che se oggi dovessi avanzare proposte sull'educazione amplierei e modificherei notevolmente quanto ho qui esposto in proposiw.
Capitolo 2 La scuola nello sviluppo libidico del bambino 1
In psicoanalisi è ben noto che nella paura degli esami, come nei sogni di esami, vi è uno spostamento dell'angoscia sessuale su un contenuto intellettuale (vedi Stekel, 1913; Freud, 1899). In Vbcr Pri.ifungstmgst ut1d PrUfungstriiume, Sadger (1910) dimostra che la paura degli esami, nei sogni e nella realtà, non è che paura dell'evirazione. Il nesso tra paura degli esami e inibizioni nei confronti della scuola è del rutto ovvio. Per inibizioni nei confronti della scuola io intendo le varie fanne e intensità di repulsione per l'apprendimento, dalla ripugnanza inequivocabile fino a quella che appare come mera "indolenza", che però il bambino o coloro che lo circondano non giungono a riconoscere come avversione alla scuola. Nella vita del bambino la scuola rappresenta l'incontro con una realtà nuova, che perlopiù è avvertita come molto dura. Ma il modo in cui il bambino corrisponde alle sue esigenze è di nonna quello proprio del suo atteggiamento nei confronti di tutte le altre attività impegnative del suo vivere quoridiano. La panicolarissima importanza della scuola sta nel fatto che essa c l'apprendimento si presentano per tutti, sul piano libidico, con un unico indirizzo, prefissato fin dall'inizio: è insito infatti nel loro operare che il bambino sia spinto per forza di cose a sublimare le sue pulsioni libidiche. Ciò che nell'apprendimento delle varie materie è soprattutto insito, e ha una parte decisiva, è la sublimazione della genitalità; corrispondente-
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;~:~i;~:t~~;,~;~a~~i~~t:~i~ed::~;e i~~i~~:: ~:;l~:~::~~~e~ell'ap1 {Nota aggiunta nel 1947·] Questo scritto va letto in stretta connessione con il sue· cessivo, ~Analisi infantile~, che tratta argomcnli affini e s.i fonda in massima pane $Ullo nesso materiale analitico.
Slo secnolo
cava anche lo sperma, che per lei era una cosa misteriosa; le singoli: incognite dell'equivalenza feci= pene, di cui era conscia, le erano invece del tutto chiare.U Il calcolo e l'aritmetica, perciò, dimostrano di essere provvisti anch'essi di un investimento libidico genitale. Tra le pulsioni p:trziali che vi operano attivamente osserviamo le tendenze an:~li, sadiche e cannib:~ lesche; nel processo di apprendimento queste pulsioni parziali pervengono a sublimarsi e a coordinarsi sotto il primato della genitalità. Ma di contro 1 a tale sublimazione assume un'importanza panicolare la paura dell'evira-
i ~~0s:~Tr: 1~n~~~~l:Z:a~i~n::l~: ;~~ ~r=~l::;:r;.:p;r:~;i:~~o g;;le::ll~ colo e dell'aritmetica, la paura dell'evirazione - e il fattore decisivo è rappresentato dalla sua intensità - si dimostra chiaramente la fonte delle inibizioni all'apprendimento. Al significato libidico della grammatica farò un breve accenno; qualche altro si trova nel successivo scritto "Analisi infantile".18 In relazione all'analisi logica, Grete parlava dello smembramento e della dissezione di un coniglio arrosto. Il coniglio arrosto - che lei aveva mangiato con molto piacere prima che sopravvenisse il disgusto - rappresent::~.va il seno c il genitale materno. In relazione allo studio della storia, Lisa diceva in analisi che "ci si deve 'trapiantare' in quello che la gente faceva in passato". Per lei era come studiare i rapporti tra i genitori e tra questi e il bambino e, naturalmente, tutte le fantasie infantili che insorgevano in lei in rapporto a battaglie, stragi ecc. si conformavano alla sua concezione sadica del coito. Il mio apporto particolareggiato circ:l l'investimento libidìco della geografia è esposto in "Analisi infantile". In tale scritto illustro anche come in connessione con la rimozione dell'interesse per il grembo materno - sulla quale si fonda l'inibizione del senso dell'orientamento - venga inoltre spesso inibito l'interesse per le scienze naturali. Quanto al disegno, ho trovato nel caso di Felix che le sue più forti . inibizioni al riguardo derivavano dal non riuscire neppure a immaginare che si potesse tracciare o fare lo schizzo di una mappa o delineare il piano delle fondazioni di una casa. Per lui disegnare significava creare l'oggetto raffigurato; e perciò l'incapacità di disegnare significava l'impo-
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"Vedi anche l'interpretazione ddl'~ignoto" nei cituo serino di S:adger (191ol. [Potri servire a una migliore comprensione ria di quesra nota sia dell'intero brano ricordare che, contruiamente a quanto accade nella lingua italiana, in tedesco - come del te$10 in inglese- il vocabolo correntemente u.s:ato per indicare l'incognita matematica~ lo Steuo che in ptìma accezione vuoi dire ~ignoto", ~non conosciutou.] "In ~:~le scritto dimostro inoltre che tendenze orali, anali c cannibalesche giungono ~~~t:~~azione anche nell'apprendere c parlare corret~:~mcntc un'altra lingua, nel
Scuoll • avlluppo llbldi'TA AL MOMENTO DELLA COIUI.EZION"E DELLE IIOZZE
(1925)
Dopo aver completato la stesura di questo scritto ho cominciato l'analisi di un bambino di cinque anrù e mezzo, W alter, il cui sintomo principale consiste in un movimento stereotipato. La tenera età del paziente e i progressi compiuti dall'analisi (che dura già da sei settimane) mi hanno permesso di esplorare a fondo l'interagire dci fattori che sono alla base del sintomo e di influire molto vantaggiosamente sul sintomo stesso, insorto peraltro da non molto tempo. Ma la sussistenza nel bambino di una nevrosi ossessiva e di un'incipiente deformazione del carattere richiede che l'analisi venga portata molto più a fondo. Anche in questo caso, ad ogni modo, si rivelano operanti gli stessi fattori che si sono dimostrati decisivi negli altri due casi. AI riguardo, per amore di brevità, riferirò pochissimi dati. A due anni aveva avuto la percezione uditiva del coito nella stanza adiacente e alla stessa età avevano fatto la loro compa~ un'esagerata agitazione motoria e una paura dei rumori dei colpi. Regolarmente ogni settimana, in analisi, W alter ripete ossessivamentc, benché con delle varianti, una rapprescnt:1zione del teatro dci burattini, lo spettacolo di "Kasperle" (che è in ceno qual modo simile allo spettacolo dei burattini inglesi "Punch e Judy").18 A queste rappresentaziorù io devo dare l'avvio come direttore d'orchestra picchiando alcuni colpi con una bacchetta o qualcosa del genere e poi devo continuare a battere come se stessi facendo musica; seguendo il ritmo di queste battute Waltcr fa dci giochi di acr.obazia. Molti particolari dimostrano che lo spettacolo di "Kaspcrle" rappresenta il rapporto sessuale nel quale egli assume il ruolo " [Premesso che ~Ktuperltthr11rer", in tedesco, e "Punch dnd Judy #Jf)'W~, in inglese, hanno l'identico significato di ~ttatro dci burauìnin, il "Punch 11nd Judy shf)'W" ~in pankolare una rappresentazione che ha un cmovaccio farsesco convenzionale, centrato sulle disavventure tragicomichc dì un grottesco personaggio gobbo c dal naso adunco (Punch) e di sua moglie (Judy).]
ll.polooeo-1de111c
della. madre. In Wa.lter è inoltre evideme la paura. della. masturbazione, connessa a. un fatto traumatico verificatosi quando aveva tre anni. Finora. le rappresentazioni teatrali sono sempre state seguite da esplosioni di rabbia accompagnate da scariche motorie aggressive e da manifestazioni di impulsi a insudiciare mediante produzioni anali e uretrali; tali scariche e manifestazioni appaiono dirette contro i genitori che attuano il rapporto sessuale. Si può qui osservare chiaramente la base sadico.anale dei sintomi motori. Le conclusioni a cui sono giunta nei primi due casi trovano quindi una confenna puntuale in questo terzo caso, e ciò è particolannente istruttivo in quanto i tre casi attengono a periodi dello sviluppo diversi e molto importanti. A mio parere risulta ora chiaro che il tic si basa su quell'agitazione e irrequietezza fisica che si notano tanto spesso nella prima infanzia e che perciò meritano seria considerazione, Se questa diffusa, esagerata attività motoria, anche nei casi in cui non si trasfonna in tic, sia invariabilmente detenninata dalle percezioni uditive del coito, potrà dircelo solo l'ulteriore esperienza. Sta comunque di fatto che tali percezioni costituivano un fattore basilare in tutti e tre i casi da me esaminati e che in essi l'esagerata attività motoria si è trasformata in tic o in movimenti del tipo del tic. La condensazione in sintomi motori si è verificata, nel caso di W alter e di Werner, nel corso del sesto anno di età. Con ciò mi richiamo al fatto, riferito da Ferenczi, che nel periodo della latenza i tic si mani· fcstano spesso come sintomi passeggeri. In due dei miei casi è indubbio che a far fallire il superamcnto dei complessi edipico e di evirazione abbiano concorso impressioni traumatiche (il terzo caso non è ancora stato analizzato sotto questo aspetto). Ciò ha dato origine, dopo l'epoca del tramonto del complesso edipico, a una forte lotta contro la masturbazione della quale quindi il sintomo motorio è diventato il sostituto di· retto, Si può ritenere che anche in altri casi i tic e i movimenti stereotipati del periodo della latenza- spesso passeggeri- si trasformino in autentici tic allorché sopraggiungono come fattori scatenanti - specie nella pubertà, e perfino più tardi, - recrudescenze dci conflitti della prima infanzia o esperienze traumatiche.
Capitolo 5 l principi psicologici dell'analisi infantile 1
Nel presente scritto mi propongo di trattare particolareggiaramente del fauo che differenze ben precise fra la vita psichica dei bambini piccoli c quella degli adulti richiedono l'impiego di una tecnica adatta alla psiche infantile, Cercherò di dimostrare che una particolare tecnica analitica, la tecTJica del gioco, soddisfa a tale esigenza, Questa tecnica è stata ideata in confonnità a detenninati punti di vista, che quindi esporrò qui alquanto dettagliatamente. Come sappiamo, i bambini stabiliscono i rapporti con il mondo esterno dirigendo la libido legata in origine esclusivamente al proprio Io su oggetti da cui uaggono piacere. Il rapporto del bambino con questi oggetti, animati o inanimati, è dapprincipio meramente narcisistico. Tunavia è proprio per questa via che i bambini pervengono al rapporto con la realtà. Cercherò ora di illustrare con qualche esempio il rapporto infantile con la realtà. Dopo una sola seduta analitica, T rude, una bambina di tre anni e tre mesi, fece un viaggio con sua madre e l'analisi fu ripresa sei mesi più tardi. Soltanto parecchio tempo dopo la ripresa dell'analisi mi parlò del viaggio c di cose che le erano accadute nel periodo dell'interruzione, ma solo in quanto gliene fornì l'occasione il racconto di un sogno che aveva fatto, Aveva sognato di trovarsi di nuovo in Italia con sua madre, in un ristonnte in cui andavano di solito, c la cameriera non le aveva dato il consueto succo di lampone perché non ce n'era più. L'interpretazione del sogno miSe in luce, tra l'altro, che la bambina soffriva ancora della privazione del seno materno subìta con lo svezzamento, e rivelò che ella invidiava la sorellina più piccola. Di solito Trude mi parlava di ogni 1 [Nota aggiunta nel 1947·1 Qucsco scritto costituisce la base sulla quale luppato il primo capitolo del mio libro lA psico~n~lisi dti b~rmbini (1931).
~stato
svi-
sorta di cose chiaramente irrilevanti, riferiva molto spesso particolari della seduta analitica iniziale avvenuta oltre sei mesi prima, ma a farle venire in meote i suoi viaggi, che altrimenti non avevano per lei il minimo interesse, era stato esclusivamente il nesso con l'esperienza della privazione. l bambini imparano a conoscere la realtà attraverso le privazioni che essa impone loro quando sono molto piccoli. Per proteggersene la rifiutano, mentre è fondamentale, perché diventa poi la base di ogni loro futura capacità di adattarsi alla realtà, che essi riescano in una certa misura a tollerare le privazioni derivanti dalla situazione edipica. Un rifiuto esagerato della realtà (spesso mascherato sotto un'apparenza di "adattabilità" e di "docilità~) è quindi, anche nei bambini piccoli, segno di nevrosi, e si differenzia dalla fuga dalla realtà dei nevrotici adulti solo per il modo in cui si manifesta, Perciò, anche nell'analisi dei bambini piccoli, il risultato finale da conseguire è il valido adattamento alla realtà. IL conseguimento di questo risultato si rileva, tra l'altro, dal fatto che le difficoltà che si incontrano nell'educarli sono diverse, attenuate; in altri termini, i bambini si dimostrano capaci di tollerare le privazioni causate dalla realtà. Noi possiamo osservare chiaramente che i bambini mostrano spesso, già al principio del loro secondo anno di vita, una spiccata preferenza per il genitore di sesso opposto c altri segni delle tendenze edipiche allo stadio iniziale. Quando, invece, comincino i conseguenti conflitti, c cioè in qllllle momento il bambino soggiaccia effettivamente al complesso edipico, non si osserva altrettanto chiaramente; la presenza del complesso la deduciamo infatti soltanto da taluni cambiamenti che notiamo nel bambino. Le analisi di un bambino di due anni e nove mesi, di un altro di tre anni e tre mesi, e di parecchi altri di circa quattro anni, mi hanno portata a concludere che in essi il complesso edipico esercitava una potente influenza già quando avevano due anni.Z A illustrazione riferirò il caso di 1 A questa conclusione ne è inti!mmente legata una seconda, di cui mi limiterò a dare brevi cenni. In numerose ~nalisi di bambini ho risc:ontnto c:he nelle femmine la scelta del padre come oggetto d'amore consegue allo !;Veua.mento. Questa privazione, seguita dall'cducn.ione al controllo degli sfinteri (un processo c:he rappresenta per b bimba una nuova e dolorosa sottr:azione d'amore), allenta il legame con la madre e attiva l'attrazione etcroscssu~lc, c:he viene intensifi~ta dalle affettuose ~reue paterne on percepite come seduzione. Quale oggetto d'amore, inoltre, il padre ~ssolve in primo luogo a fini di sod-
~~[~~itf::~~~J:~:~~!ti~~t~*~~~~ic:a~~?=b~~ :~~~~o~~:l~a~~~i~j Nei
ma~chi,
credo c:hc l'azione di queste privazioni sullo svilup
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suoatteggQmento tr.tumatichc, di cui è bstric~ta la stnda che pona ~1 c:omple:sso di evirazione, derivino dal nppono con la madre spiega anche perc:hi!, a quanto ho potuto rilev~re, negli strati più profondi
C:.pltolo ....tnto
uni piccola paziente, Rìta. Fino all'inizio del secondo anno di età ella moStrò una spiccata preferenza per la madre; dopo manifestò invece una straordinaria preferenza per suo padre. A quindici mesi, per esempio, pretendeva spesso di restare nella stanza sola con il padre c di sedere sulle sue ginocchia a guardare insieme dei libri. A diciotto mesi però il suo atteggiamento cambiò di nuovo e tornò a preferire la madre. Comemporaneamente cominciò a soffrire di p1111or nocturnus e di pàura degli animali. Si produsse in lei una fissazione esagerata alla madre e al tempo stesso una spiccatissima identificazione con il padre. Poco dopo il compimento dei due anni mostrò un'ambivalenza sempre più forte e divenne tanto difficile da allevare ed educare che a due anni e nove mesi mi fu condona per un trattamento analitico. A quest'epoca aveva già manifestato da alcuni mesi fortissima inibizione nei riguardi del gioco, incapacità a sopportare privazioni, enonne sensibilità al dolore e una tristeua molto accentuata. A tutt.o questo dovevano aver contribuito i seguenti fatti. Fino ai due anni circa, Rita aveva donnito nella camera dei genitori e l'incidenza della scena primaria appariva chiaramente nella sua analisi. La sua nevrosi era però esplosa in occasione della nascita di un fratellino. Subito dopo si manifestarono disturbi ancora più gravi, che aumentarono rapidamente. Non può mettersi in dubbio che esista uno stretto legame tra la nevrosi e l'azione profonda del complesso edipico provata in cosi tenera età. Io non sono in grado di stabilire se l'operare precoce del conflitto edipico incide cosl profondamente perché i bambini sono già nevrotici o se essi diventano nevrotici perché il complesso si instaura troppo presto.~ certo, comunque, che esperienze del genere da me riferite rendono il conflitto più grave e perciò o aumentano la nevrosi o ne causano l'erompere. Gli aspetti peculiari che emergono dal C2SO di Rita sono gli stessi che l'analisi di bambini di età diversa mi ha insegnato a ritenere tipici. Essi si osservano più immediatamente nell'analisi di bambini piccoli. In numerosi casi nei quali .ho analizzato attacchi di angoscia in bambini molto piccoli, gli attacchi si sono dimostrati ripetizioni di pll'llor nocturnus occorso nella seconda metà del secondo anno di età o all'inizio del terzo. Queste angosce sono al tempo stesso azioni ed elaborazioni ncvrotiche del complesso edipico. Le elaborazioni, o sviluppi, di questo genere sono numerosissime e ci conducono a talune conclusioni precise circa l'agire del complesso_ edipico. 3 dell'in.eonsc:io dci bambini di enm.mbi i sessi la madre sia p:articolannente temuta come eviratriee. D'altro c;anto, ruttavia.le privazioni d'amore a livello orale e anale 11g~olmo lo sviluppo della situazione edipica nei maschi, percM li spingono a mutare la colloazione della loro libido e a desiderare la madre come 08'Betto d'amore genitale. 'In ~Analisi infantile~, dove ho m.ttato del rappono tra angosda e inibizione, ho sii dimostrato lo stretto legame m. tali elaborazioni e l'angosda.
Prlnclpl polcologld ftll'anallollnf•"'ll•
Tra questi sviluppi, il cui legame con la situazione edipica è del tutto evidente, sono da enumerare il frequente cadere e farsi male dei bambini, l, la loro esagerata sensibilità, l'incapacità a tollerare privazioni, le inibizioni~ nei confronti del gioco, l'atteggiamento fonemente ambivaJente verso festeggiamenti e regali, e infine complicazioni varie connesse all'allevamento e all'educazione che si manifestano perlopiù in età straordinariamente precoce. Ho tuttavia scopeno che la causa di questi fenomeni molto comuni risiede in- un senso di colpa particolarmente forte, la cui espressione prenderò ora in esame più dettagliatamente. Dall'esempio seguente si rileva come il senso di colpa agisca intensamente anche nel pavor noctuT11Us. Trude, quando aveva quattro anni e tre mesi, giocava spesso nell'ora di analisi a fingere che era diventato notte e che dovevamo andare a dormire. Dopo usciva da un angolo della stanza che chiamava la sua camera da letto, mi si avvicinava furtivamente e mi rivolgeva ogni sorta di minacce. Voleva trafiggermi la gola, buttarmi dalla finestn, danni fuoco e consegnarmi alla polizia. Immaginava di legarmi mani e piedi e, sollevando la copertura del divano, diceva di star facendo upo-kacki-kucki",• il che voleva dire che stava cercando di vedere le kacki, che per lei rappresentavano i bambini, fra le natiche della madre. Oppure, in altri casi, desiderava colpirmi al ventre e proclamava che così mi faceva uscire fuori le "a-a" (altro modo di indicare le feci) e mi riduceva in poverù. Dopo aver fatto queste varie cose, prendeva i cuscini, che spesso chiamava ubambini", e coprendosi con essi si rannicchiava in un angolo del divano dando segni di paura fonissima; là si nascondeva, si succhiava il pollice e si faceva la pipì addosso. Questa situazione seguiva sempre le aggressioni nei miei riguardi, ma corrispondeva al suo modo di comportarsi nel lettino quando, non avendo ancora due anni, aveva cominciato a soffrire di intenso ptwor noctumur. A quell'epoca per di più soleva spesso correre in piena notte nella camera dci genitori senza sapere neppure dire che cosa volesse. Era stato appunto quando aveva due anni che era nata una sorellina, e l'analisi riuscì a mettere in luce quali fossero stati i suoi pensieri a quel tempo nonché quali fossero le cause della sua angoscia e del bagnare e sporcare il letto. Con ciò l'analisi riuscì anzi a eliminare i sintomi. A quell'eli la bambina aveva desiderato depredare la madre, che era incinta, dei suoi bambini, ucdderla e prendere il suo posto nel rapporto sessuale con il padre. Questi impulsi di odio e di aggressività (che si erano fatti panicolarmente intensi all'eli di due anni) erano la fonte sia della fissazione alla madre sia del senso di angoscia e di quello di colpa. Nel periodo in cui, nel corso • Po stava ~r "popo~, natiche, sedere; k11cki per feci; kucki era una contruione di kucken che nel suo linguaggio penonale voleva dire guardare, vedere, scoprire.
Capitoloqlllnto
dell'analisi, questi fenomeni apparivano più cospicui, Trude, prima di venire alia seduta, riusciva quasi sempre a farsi male, Trovai che gli oggetti contro i quali urtava e si faceva male (tavoli, credenze, stufe) simboleggiavano per lei la madre (confonnemente alle prime identificazioni infantili) o, talvolta, il padre che la punivano, Ho comunque costatato come un fatto comune e generale, soprattutto nei bambini molto piccoli, .·!che il continuo "conciarsi male", il cadere e danneggiarsi è in stretto / rapporto con il complesso di evirazione e con il senso di colpa. I giochi dei bambini ci consentono di farci alcune idee precise in merito al senso di colpa in tenerissima età. Per tornare a Rita, già nel suo secondo anno di età le persone che erano in rapporto con lei restavano impressionate dai suoi rimorsi per ogni anche minima malefatta e dalla sua ipersensibilità per ogni fonna di rimprovero. Bastava per esempio che suo padre minacciasse per scherzo un orso riprodotto in un libro illu~ strato perché lei scoppiasse in lacrime. In questo caso ciò che detenni~ nava la sua identificazione con l'orso era la paura ài essere rimproverata veramente àal paàre. La sua inibizione nel gioco derivava anch'essa àal senso ài colpa. Quanào aveva ancora due anni e tre mesi àiceva spesso, mente giocava con la bambola (un gioco che non la diveniva molto), che lei non era la madre clelia bambola. L'an:disi chiarl che ella non osava giocare a fare la mamma perché per lei la bambola rappresentava tra l'altro il fratellino che aveva desiderato portare via a sua madre. aààirit~ tura quando ne era incinta. In questo easo il àivieto del desiderio infantile non proveniva più àalla maàre reale ma da una maàre introicttata il cui ruolo mi rappresentò in molti modi e che esercitava su di lei un'influenza più dura e più cruàele di quanto non avesse mai fatto la maàrc vera. Un altro sintomo, ossessivo, che si era manifestato in Rita allorché aveva àue anni, era costituito da un lungo rituale al momento di andare a letto. L'elemento essenziale stava nel voler essere strettamente avvolta nelle coltri per paura che uun topo o un 'Butun' 5 entrati dalla finestra potes~ sero strapparle con un morso il suo proprio 'Butun' (il gcnitale)".6 I suoi giochi rivelavano anche altre determinanti. La bambola doveva sempre essere avvolta come lei e una volta le mise accanto al letto un elefante. Nella sua mente l'elefante doveva impedire alla bambola di alzarsi; altrimenti la bambola si sarebbe introdotta furtivamente nella ca~ mera da letto àci genitori e avrebbe fatto loro àel male o avrebbe portato loro via quaU::osa. L'elefante (un'imago del padre) era visto nella funzione • [BuiZNJ signifie11, tra l'altro, nanerottolo, spauracchio.] 'Il complesso di evirazione di Rita si manifestava in una quantid di sintomi nevro-tici nonché nello sviluppo di ceni tratti dd cua~:~:ere. l suoi giochi, inoltre, mostnvano nettamente una fonis:sima identificazione con il padre e la paura di non riuscire nel ruolo mascolino, un'~ng0$Cia, quena, dcriv~nte appunto dal complesso di evirazione.
Prhtclpl p1lcologkl chll'•n•ll•l lnfwltlle
di colui che impedisce; e per lei era questa la funzione che il padre inuoiettato aveva svolto nel periodo in cui, fca i quindici mesi e i due anni, ella aveva desiderato usurpare il posto della madre nel rappono con il padre, di depredare la madre del bambino di cui era incinta e di fare del male a entrambi i genitori ed evirarli. Le reazioni di rabbia e di angoscia che facevano seguito alle punizioni, che nel corso dei suoi giochi infliggeva al"bambino", mostravano inoltre che Rita, dentro di sé, recitava due parti: quella delle autorità che giudicano e condannano e quella del bambino che viene punito. Uno dei meccanismi di base sempre presente nel gioco di recitare delle parti assolve al compito di distinguere e isolare le idenòficazioni diverse, ma tendenò a formare un tutto unico, operanti nel bambino. Con la separazione delle pani egli riesce a espellere le figure del padre e della madre assorbite nel Sé nel corso dello sviluppo del complesso edipico e che ora lo tormentano dal di dentro con la loro severità. Il risultato di questa espulsione è una sensazione di liberazione che contribuisce in larga misura al piacere tratto dal gioco. Il gioco di recitare una parte appare perlopiù assolutamente naturale e sembra non essere aluo che la rappresentazione di identificazioni primarie, ma questa è soltanto la facciata. Andare al di là della facciata è di grande imponanza nell'analisi infantile. L'effetto terapeutico può essere conseguito appieno solo se l'indagine pona alla luce tutte le cause e le identificazioni sottostanti e, soprattutto, se riesce a pervenire al modo di operare del senso di colpa. Nei casi da me analizzaò l'azione inibitoria del senso di colpa appariva chiaramente già in tenerissima età. In questa età si incontra già ciò che corrisponde negli adulti a quello che conosciamo come Super-io. Il fatto che tutò riteniamo che il complesso edipico raggiunga il suo culmine attorno al quarto anno di vita e che consideriamo il Super-io come il prodotto finale del complesso non mi sembra contraddire affattO queste osservazioni. Quei fenomeni ben definiti e tipici, che riscontriamo sussistere nella loro forma più nettamente evoluta quando il complesso edipico ha raggiunto il suo culmine, e che ne precedono il tramonto, non sono altro che la conclusione di uno sviluppo che dura ttmli. L'analisi dei bambini molto piccoli dimostra che essi cominciano a elaborare il complesso edipico non appena esso insorge e con ciò a sviluppare il Super-io. L'azione di questo Super-io infantile nel bambino è analoga a quella del Super-io negli adulti, salvo il fatto che sul più debole lo infantile essa pesa molto di più. Come ci insegna l'analisi dei bambini, quando con.( il trattamento analitico freniamo le pretese eccessive del Super-io raffor-J ziamo l'Io. ~ indubbio che l'Io dei bambini piccoli è diverso da quello' dei bambini più cresciuti o degli adulti. Quando però si è riusciti a libe-
rare l'Io del bambino piccolo dalla nevrosi esso si dimostra perfettamente eguale, quanto a capacità di far fronte alle esigenze della realtà, a quello dei grandi, tenendo conto ovviamente che queste sono meno gravi di quelle imposte agli adulti? Proprio come la psiche dei bambini più piccoli differisce da quella dei più cresciuti, cosl il modo di reagire al trattamento psicoanalitico è diverso nella prima infanzia da quello che si dà più tardi. È davvero sorprendente la facilità con cui in taluni casi i bambini accolgono le nostre interpretazioni, talvolta manifestando addirittura notevole piacere. Il motivo per cui questo pra
Durante l'analisi venimmo a scoprire che uno degli oggetti angosciosi era un animale, che aveva solo cene manifestazioni animalesche, ma che in reahà era un uomo. Questo animale, che faceva un gran rumore, era il padre, e il rumore proveniva dall'attigua camera da letto. Gerald desiderava introdurvisi per accecare, castrare e uccidere il padre, ma questo desiderio suscitava in lui la paura di essere trattato allo stesso modo dall'animale. Ceni suoi gesti fugaci, come un movimento delle braccia che l'analisi dimostrò rappresentare il tentativo di respingere l'animale, erano appunto determinati da questa paura. Gerald possedeva un giocattolo, una piccola tigre, a cui era molto affezionato; la sua affezione per la tigre era in pane dovuta alla speranza che essa l'avrebbe protetto dall'animale, Certe volte, però, la tigre non era immaginata come difensore ma come aggressore. Gerald pensava allora di mandarla nella camera attigua perché realizzasse i suoi desideri aggressivi contro il padre. Nell'occasione avrebbe anch'e dovuto strappargli con un morso il pene, che sarebbe poi stato cucinato c mangiato. Questi desideri erano determinati per una parte dalle fissazioni orali e per un'altra costituivano la rappresentazione di un modo di combattere il nemico; il bambino in genere, infatti, non disponendo di altre armi che dei denti, usa come arma questi mezzi primitivi. La componente selvaggia, primitiva, della personalità e": in questo caso rappresentata dalla tigre, con la quale, come poi si accertò, Gerald si immedesimava; al tempo stesso, però, Gerald avrebbe voluto che questa sua componente non si realizzasse. Cionondimeno egli fantasticava di fare a pezzi sua madre oltre che suo Padre, e queste fantasie erano connesse l ad auività an:1.li come l'insozzare con le feci i genitori. A seguito di fan- ' tasie del genere organizzava pranzetti nei quali comparivano lui e sua madre che mangiavano il padre. È difficile descrivere quali sofferenze patiscano i bambini molto affettuosi - c Gerald era uno di questi - a causa di queste fantasie, che la componente civilizzata della loro personalità condanna severamente. L'amore e la tenerezza che per controbilanciare tutto ciò Gerald manifestava a suo padre non erano quindi mai abbastanza. Possiamo vedere qui in azione uno dei motivi più forti della rimozione dell'amore per la madre, che è in una certa misura la causa , delle fantasie, e del rimanere legato al padre con una fissazione di intensità raddoppiata, che può costiruire la base di una furura permanente disposizione omosessuale. Accennerò al caso analogo di una bambina. La rivalità con la madre e il desiderio di prenderne il posto nell'amore del padre generavano anche in questo caso fantasie sadiche di ogni tipo. E anche nella bambina il desiderio di distruggere la bellezza della madre, di deturparle il viso e il corpo, di appropriarsi del corpo materno - espresso nelle tipiche fantasie primitive di mordere, di fare a pezzi e via di seguito - era connesso
a un forte senso di colpa, che finiva col rafforzare la fissazione alla madre. Non è raro, insomma, osservare bambini piccoli, fra i due e i cinque anni, che, se femminucce per esempio, sono straordinariamente affezionate alla madre, '!la con un atfeuo basato in gran pane sull'angOscia e sul senso di colpa sicché ne consegue un allontanamento dal padre. Questa complessa situazione psichica diventa quindi ancora più complessa perché, per dife.ndersi dalle tendenze riprovare dal Super-io, il bambino fa appello alle proprie tendenze omosessuali, le rafforza, e sviluppa quello che chiamiamo complesso edipico unegativo". Questo si manifesta nella bambina con una fortissima fissazione alla madre c nel bambino con una fonissima fissazione al padre. Ancora un passo e si perviene allo stadio in cui il bambino non riesce neppure a conservare questo tipo di rapporto e si distacca da entrambi i genitori. Questa è sicuramente la situazione di base della formazione di una personalità asociale, perché il rappono con il padre c con la madre è determinante per tutti i successivi :rapporti della vita. Ma c'è anche un altro rapporto che ha una funzione fondamentale: quello con i fratelli e le sorelle. L'analisi dimostra che nessun bambino manca di avvertire un sentimento di forte gelosia ·nei confronti dei fratelli c delle sOrelle, dei più grandi come dei più piccoli. Anche il bambino molto piccolo, che apparentemente ignora tutto della nascita, ha una cognizione inconscia nettissima del fatto che i bambini crescono nel grembo materno. La gelosia suscita un odio violento centro il bimbo ancora nel grembo materno e ciò porta al desideiio - che riscontriamo come un desiderio tipico nelle fantasie dei bambini che hanno la madre in stato interessante - di squarciare il grembo gravido della madre e di sfregiare e mutil:ue il bimbo mordendolo e facendolo a pezzi. l desideri sadici che hanno come oggetto il nasciruro saranno poi diretti contro il neonato, ma hanno anche come oggetto i fratelli e le sorelle più grandi, perché in confronto a loro j] bambino si sente trascurato, anche quando ciò non corrisponde alla veritt Sta comunque di fatto che questi sentimenti di odio e di gelosia producono nel bambino un forte senso di colpa, che può influenzare per sempre i suoi rapporti con i fratelli. Il piccolo Gerald, per esempio, possedeva un bambolotto che curava çon grande tenerezza e che spesso fasciava e ninnava. Il bambolotto rappresentava il fratellino minore che il suo severo Super-io gli imponeva di trattare cosi perché, mcritre" era ancora nel ventre materno, egli l'aveva mutilato ed evirato. In tutti questi rapporti in cui prevalgono i sentimenti negativi dell'affettività il bambino reagisce con l'odio potente e intenso tipico delle prime fasi s:~diche dello sviluppo. Poiché gli oggetti odiati sono però al tempo stesso gli oggetti d'amore del bambino nasce un conflitto clic ben presto diventa intollerabilmente pesante per il suo debole Io; l'unico
scampo è la fuga attraverso la rimozione, sicché l'intera situazione conflittuale, che non viene mai chiarita, permane operante nell'inconscio.Ad onta di quella psicologia e pedagogia che continuano sempre a conservare la convinzione che il bambino sia un essere felice e senza conflitti e a presumere che le sofferenze dell'adulto siano prodotte dal peso e dalle asprezze della realtà, occorre proclamare che è vero erattamente il contrario. Ciò che mediante la psicoanalisi apprendiamo sul bambino e sull'adulto è che tutte le sofferenze della vita sono per la maggior parte ripetizioni di quelle della prima infaf!Zia e che in quest'età ogni bambino passa attraverso sofferenze smisurate, Per il momento non negherò che le apparenze sembrano contraddire queste affermazioni. A un'osservazione attenta in effetti non sfuggono i segni di tali difficoltà, ma l'impressione è che il bam~ino le superi più o meno facilmente, La domanda di come si spieghi il contrasto fra le apparenze e la situazione psichica reale avrà una risposta più avanti, allorché tratteremo delle vie e dei mezzi diversi di cui si serve il bambino per superare le sue difficoltà, Riprendiamo ora l'argomento dei sentimenti negativi del bambino, Essi sono indirizzati contro il genitore dello stesso sesso c contro i fratelli senza distinzione di sesso. Ma, come ho àccennato, la' situazione diventa poi più complessa per il fatto che i sentimenti negativi sono successivamente diretti anche contro il genitore di sessO opposto, in parte a causa delle frustrazioni che anche· questo genitore impone, in parte perché nello sforzo di sfuggire al conAitto il bambino si distacca dal suo oggetto d'amore e trasforma l'amore in ostilità. In realtà la situazione è ancora più complessa, perché le tendenze amorevoli, i sentimenti positivi, sono permeati, al modo stesso in cui lo sono i sentimenti negativi, dalle teorie e fantasie sessuali tipiche degli stadi ·pregenitaiL.L'analisi degli adulti ci ha rivelato molto sulle teorie sessuali dei bambini, ma l'analista che si occupa direttamente dei bambini scopre una quantità stupefacente di teorie sessuali, Mi intratterrò ora brevemente sul modo, sulla tecnica con cui si ottiene dal bambino tutto il materiale di cui ho parlato, Se guardiamo da una posizione psicoanalitica al bambino che gioca e attuiamo determinati provvedimenti tecnici che riducono le sue inibizioni, possiamo veder emergere tutte le sue fantasie e teorie, scoprire quali esperienze ha provato e osservare l'azione delle sue pulsioni e la reazione delle sue istanze critiche. Operare con questa tecnica non è facile: essa richiede: una grande capacità di identificarsi con le fantasie del bambino e un atteggiamento e compor-tamento particolari nei suoi riguardi; ma è straordinariamente remunerativa, Essa ci fa arrivare a livelli così profondi dell'inconscio da lasciare stupiti gli analisti di adulti, Interpretando al bambino. il significato dei suoi giochi, dei disegni, di tutto il suo comportamento,
l'analista infantile perviene a poco a poco a dissolvere le rimozioni operanti conno le fanusie che sottendono il gioco e permette a tali fantasie di avere libero sfogo. Con giocattoli come bambolotti che rappresentano persone di età e sesso diversi, con animali, veicoli, neninì e così via, il bambino rappresenta vari personaggi - la madre, il padre, fratelli, sorelle -e attraverso i giocattoli vive e mette in scena il materiale inconscio più profondamente rimosso. Dato l'ambito di questo scritto non mi è possibile addentrarmi a fondo nei dettagli della mia tecnica, Devo !imitarmi a dire che ho ottenuto tale materiale in tante rappresentazioni diverse e con espressioni così varie da escludere ogni possibilità di errore circa il suo significato, comprovato, d'altronde, dal risultato risolutivo e liberatorio determinato dalle interpretazioni. Nelle fantasie ludiche compaiono chiaramente le tendenze primitive e le reazioni delle istanze che le riprovano. Per quanto riguarda le prime, per esempio, in un gioco nel quale il bambino ha mostrato che un ornino, combattendo un uomo grande e grosso, è riuscito a vincerlo, accade spesso che l'uomo grande e grosso muore, viene messo in un carro e portato dal macellaio perché lo squarti e lo faccia cucinare. Poi l'uomo piccolo ne mangia con piacere le carni, e addirittura invita al festino una sig:nora che certe volte rappresenta la madre (la madre che al posto del padre ha accolto il piccolo omicida). La situazione, naturalmente, può anche essere opposta. Se è in primo piano la fissazione omosessuale, possiamo assistere a uno spettacolo nel quale è la madre che viene cucinata e mangiata, c sono due fratelli a condividere il pasto, Come ho già detto, le forme in cui si manifestano queste fantasie sono innumerevoli, e possono addirittura variare, in uno stesso bambino, a seconda del diverso stadio della sua analisi. La manifestazione di queste tendenze primitive è però sempre seguita da angoscia e da comportamenti che mostrano come il bambino cerchi ora di hrc il bravo e di riparare a ciò che ha fatto. Talvolta tenta di aggiustare il pupazzo, il trenino o comunque ciò che ha appena rotto; talvolta esprime queste stesse tendenze di natura reattiva nel disegno, nel gioco delle costruzioni ccc. Sia ben chiaro che i giochi di cui sto parlando, tramite i quali il bambino fornisce il materiale in questione, differiscono in misura considerevole da quelli che di solito si vedono fare ai bambini. Per poter ottenere tale materiale, infatti, l'analista segue delle vie ben precise. Il suo :mcggiamento versO le associazioni e i giochi àel bambino si dimostra totalmente aperto, non si presenta mai critico o moralistic:o. Questo è uno dci modi con cui si può stabilire la traslazione c la situazione analitica, grazie alle quali il bambino manifesta all'analista ciò che non rivelerebbe mai a una madre o a una governante: egli sa perfettamente infatti che queste rimarrebbero enonnemente scosse dal notare in lui l'aggressività e
gli impulsi antisociali contro i quali si è diretta tutta la loro azione educ:~riva. L'analisi, inoltre, dissolve le rimozioni, e ciò fa sì che emergano le manifestazioni dell'inconscio. Naturalmente a questo si arriva lentamente, passo dopo passo; alcuni dei giochi da me riferiti hanno avuto luogo non all'inizio ma nel prosieguo dell'analisi. Occorre tuttavia dire che tutti i giochi dei bambini, anche quelli estranei alla situazione analitica, sono oltremodo istruttivi e dimostrano la maggior parte degli impulsi qui esposti. Ma per discernerli bisogna essere degli osservatori particolarmente esperti e possedere una certa conoscenza del simbolismo e dei metodi psicoanalitici. Le teorie sessuali costituiscono la base di una quantità di fissazioni estremamente primitive e sadiche, Da Freud sappiamo che il bambino possiede, si direbbe per filogenesi, un certo sapere inconscio. In questo rientrano idee, piuttosto vaghe e confuse, sul rapporto sessuale dci genitori, sulla nascita dei bambini ecc. Quando il bambino attraversa la fase sadico-orale e sadico-anale il rapporto sessuale significa per lui un atto nel quale entrano principalmente il mangiare, il cucinare, lo scambio di feci e ogni sorta di azioni sadiche (picchiare, fare a prezzi e così via). Vorrei si tenesse ben presente che il nesso fra queste fmtarie e la sesrualità è destinato ad avere effetti importanti nel corso ulteriore della vita. Anche quando tutte queste fantasie saranno palesemente scomparse, esse avranno un effetto inconscio di notevolissimo peso per esempio nella frigidità, nell'impotenza o in altri clisnubi sessuali. Il nesso tra fantasie e sessualità lo possiamo osservare chiarissimamente nell'nnalisi di bambini piccoli. Il maschìetto che esprime con fantasie estremamente sadiche i suoi desideri nei riguardi della madre cerca scampo eleggendo al posto dell'oggetto materno l'imngo paterna; se le sue fantasie sadico-orali appaiono poi connesse a questo oggetto il bambino si distaccherà anche da esso. Troviamo in questo nesso il fondamento di tutte le perversioni, che, come Freud ha scoperto, hanno la loro origine nel primo sviluppo del bambino. Alcuni esempi della concezione infantile del rappono sessuale sono l'immaginare il padre, o sé stesso, che sventra la madre, la percuote, la squarcia con le unghie, la taglia a pezzi, Per inciso dirò che sono proprio fantasie di questo genere quelle che vengono tradotte in atto da certi criminali, del tipo, tanto per dirne uno, di Jack lo SquartaCore. Nel rapporto omosessuale queste fantasie si trasformano nell'evirazione del padre, nel cagliargli il pene o nello strapparglielo a morsi, e in ogni sona di altre violenze. Anche la nascita è molto frequentemente connessa con fantasie nelle quali si taglia questa o quella parte del corpo materno e si estrae il bambino. Questi sono solo alcuni esempi della grande varietà di fantasie sessuali che si rinvengono in ogni b~~mbino, anche normale; un punto, questo, che desidero souolineare in modo par-
ticolare e che posso sostenere con certezza perché ho avuto la fortuna di avere in analisi, a fini puramente profilanici, numerosi bambini nor· mali. Quanto più diventiamo familiari con la psiche profonda clel bambino, tuttavia, questo aspetto repellente clelia sua vita cli fantasia ci appare sotto rutta un'altra luce. Vediamo certo che il bambino è totalmente dominato dalle sue pulsiOni, ma che queste sono anche alla base dì rutti i suoi slanci creativi, delle sue tendenze ad amare cd essere amato, dei suoi impulsi alla socialicl. Devo dire che il modo in cui perfino il bambino più piccolo lotta contro le proprie tendenze antisociali lascia in me un'impressione veram'ente commovente ·e incancellabile. Lo vediamo far mostra di una grandissima Capacit~ di amare, e del desiderio di compiere qualunque sacrificio pur di essere amato, un mOmento dopo aver manifestato i suoi impulsi più ~dici. A questi impulsi non P?ssiamo applicare alcun metro di valutazione etica; dobbiamo dare per scontato che essi esistono e senza ergerci a critici aiutare il bambino ad affrontarli; così facendo diminuiamo le sue sofferenze, rafforziamO le sue capacità, ma al tempo stesso il risultato finale sarà di aver compiuto un lavoro sociale di importanza considerevole. ~ impressionante vedere in analisi come queste tendenze distruttive, allorché risolviamo le fissazioni, possano essere sublimare e le fa_ntasie possano trovare libero sfogo in attività artistiche e costruttive. Ma l'analisi provoca questi risultati solo in forza di provvedimenti rigorosamente analitici e mai consigliando, ammonendo o stimolando il bambino. L'esperienza mi ha insegmto che questo secondo modo di operare, che è quello pedagogico, non può essere realizzato dall'analista combinatamente con l'attività analitica; l'analisi, però, spiana il terreno per un lavoro pedagogico altamente proficuo. Alcuni anni or sono, in una comunicazione alla Società psico:malitica di Berlino, misi in rilievo l'analogia tra certi orrendi delitti avvenuti non molto tempo prima· e talune fantasie che avevo rilevate in analisi di bambini abbastanza piccoli. Uno dci delitti costituiva una vera c propria combinazione di perversione e di criminalid.. Comportandosi con estrema abilid, tanto da non essere scoperto per parecchio tempo, il criminale, che si chiamava Harmann, aveva compiuto le sue nefandezze nei confronti di numerosissime persone agendo in questo modo: entrava in _amicizia intima con dei giovani e, dopo essersene servito per soddisfare le sue tendenze omo~cssuali, li decapitava bruciandone poi il corpo o eliminandone le parti in qualche altro modo;. dopodiché addirittura vendeva i loro indumenti. yn altro caso veramente raccapricciante era stato quello di un uomo che aveva assassinato diverse persone e si era servito di parti dei cadaveri per. farne salsicce, Le fantasie infantili di cui dicevo prima trovano una corrispondenza puntuale nei partico.lari .che caratteriZzano questi crimini. Per cse_mpio, in una fantasia di un bambino fra i qu~ttro
e i cinque anni, le stesse cose venivano commesse sulle persone del padre e del fratello, ai quali egli era legato da una fortissima fissazione sessuale. Dopo aver dato, utilizzando un bambolotto, la rappresentazione simbolica di masturbazione reciproca e di altre azioni sessuali da lui desiderate, decapitava il bambolotto e ne vendeva il corpo a un macellaio immaginario perché questi ne rivendesse a sua volta i pezzi come carne da mangiare. Per sé teneva la testa che voleva mangiare egli stesso perché uovava che era la parte più appetitosa. Come il criminale del primo caso, anche lui si appropriava di tutto quanto apparteneva alla vittima. Poiché credo che chiarisca meglio le cose fornire maggiori particolari su un solo caso che non dare una serie di esempi, illusuerò più a fondo questo caso particolare. Quando mi fu condotto in analisi, questo maschietto, Peter, era un bambino oltremodo inibito, straordinariamente timoroso, molto difficile da educare e totalmente incapace di giocare; con i suoi giocattoli non riusciva a fare altro che romperli. La sua inibizione nei riguardi del gioco, come la sua angoscia, le sue paure, erano strettamente connesse a fissazioni sadico-orali e sadico-anali. Non riusciva a giocare perché le sue fantasie - quelle fantasie che sono il vero motore del gioco- erano crudeli e dovevano restare rimosse. Avendo paura delle cose che inconsciamente provava il desiderio di fare agli altri si aspettava sempre che quelle stesse cose fossero fatte a lui. Gli impUlsi sadici collegati alla brama della madre l'avevano portato ad allontanarsi da lei e ad avere comunque con lei rapporti abbastanza cattivi. La libido era quindi stata diretta sul padre ma, poiché egli era anche molto intimorito dal padre, l'unico vero rapporto che riusciva a mantenere era quello con il fratello minore. Beninteso, anche questo npporto era molto ambivalente. Come si manifestasse il continuo timore del bambino di essere punito può essere illustrato nel modo migliore con l'esempio che segue. Una volta si mise a giocare con due pupazzetti che rappresentavano lui e suo fratello in attesa di essere puniti dalla madre perché si erano comportati male. La madre arriva, trova che si sono insudiciati, li punisce e se ne va via. l bambini tornano a sporcarsi, sono di nuovo puniti e la faccenda continua a ripetersi. Alla fine la paura della punizione diventa cosi forte che i due bambini decidono di ammazzare la mamma; cosa che Peter fa uccidendo una bambola, il cui corpo viene poi fatto a pezzi e mangiato. Ma ecco comparire il padre, venuto in soccorso della madre, e anche lui viene ucciso atrocemente, fatto a pezzi e mangiato. Adesso i due bambini appaiono felici: possono fare quello che vogliono. Ma poco dopo insorge una grande angoscia, perché pare che i genitori uccisi siano resuscitati e stiano ritornando. Appena insorge l'angoscia il bambino nasconde i due pupazzcui sotto il divano affinché i genitori non possano trovarli e non possa quindi aver luogo ciò che il bambino chiama "essere educati". Ma
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i genitori trovano i due pupazzi e mentre il padre taglia la testa a lui la madre la taglia al fratello; dopodiché anche i fratelli vengono cucinati e mangiati. È caratteristico, e ci tengo a sottolinearlo, che dopo poco tempo i mi~ sfatti tornino a essere ripetuti, anche se per così dire, in sceneggiature diverse; ogni volta c'è l'aggressività contro i genitori e ogni volta segue ' la punizione dei bambini. Dd meccanismo che si esprime in questa circo~ larità ci occuperemo più avanti. E ora qualche parola sull'esito di questo caso. Benché il bambino avesse dovuto attraversare alcune esperienze penose mentre era ancora in analisi, in quanto i genitori divorziarono e tutti c due, vcnutisi a trovare in condi~ zioni economiche precarie, si risposarono, la sua nevrosi si risolse completamente. Egli non soffrì più di angoscia e di inibizione nei confronti del gioco, divenne un bravo scolaro, un bambino socialmente ben adattato e di animo lieto. A questo punto potrebbe porsi la domanda del perché io mi sia così minuziosamente addentrata nell'esposizione del caso di un bambino chia~ ramente affetto da nevrosi ossessiva mentre il titolo di questo scritto fa riferimento ai bambini nonnali. Come ho già detto parecchie volte, l'ideo~ tico materiale si riscontra in tutti i bambini, anche in quelli nonnali, solo che il nevrotico presenta con uno spicco maggiore quanto si rileva del pari operante nel bambino nonnale, ma con nlinore intensità. È questa intensità l'elemento di imponanza primaria nella spiegazione del problema di come lo stesso psichismo di base possa portare a risultati tanto diversi. Nel C:\50 del piccolo Peter l'intensità delle fissazioni sadico-orali e sadico· anali era così alta che tutto il suo sviluppo ne era dominato, Talune esperienze costituirono inoltre un fattore detenninante del prodursi della sua nevrosi ossessiva. Quando aveva circa due anni il bambino subì un cambiamento straordinario. I genitori me lo descrissero dicendo che non sapevano come spiegarlo. Il bambino era ricaduto nell'abitudine di sporcarsi, aveva smesso completamente di giocare, aveva cominciato a rompere i giocattoli cd era diventato molto difficile da allevare. L'analisi mise in luce che, nel corso dell'estate in cui era avvenuto il cambiamento, il bambino aveva condiviso la camera da letto dei genitori ed era stato presente mentre essi avevano un rapporto sessuale. L'impressione che ne aveva ricevuto era che si trattasse di un atto orale estremamente sadicO, cosa che aveva rafforzato le sue fissazioni. Egli aveva allora già raggiunto parzialmente lo stadio genitale ma per effetto dell'impres~ sione ricevuta era regrcdito agli stadi pregenitali. Così il suo intero sviluppo sessuale era rimasto dominato da questi stadi. Sei mesi più tardi la nascita del fratellino aveva accresciuto ancor più i suoi conflitti e la sua nevrosi. Ma un altro fattore ancora, di somma importanza nello sviluppo
della nevrosi ossessiva in genere, operava in modo particolare nel caso di Peter: il senso di colpa ingenerato dal Super-io. In Peter, un Super-io non meno sadico delle sue tendenze era attivo già in teneressima età. L'intensità del conflitto con il Super-io, insopportabile per un Io debole, aveva portato a una rimozione fortissima. Un altro elemento di rilievo è che vi sono bambini che riescono a tollerare misure molto modeste di angoscia c di senso di colpa. Pcter ne poteva sopportare molto poco; il conflitto fra le sue pu\sioni sadiche c il suo sadico Supcr-io, il quale minacciava di punirlo con azioni sadiche dello stesso tipo, era per lui un peso spaventoso. Nell'inconscio la massima biblica "occhio per occhio" funziona! E ciò spiega perché troviamo nei bambini quelle loro fantastiche rappresentazioni di ciò che i genitori possono {liTe loro: ucciderli, cucinarli, e\•irarli e via di seguito. Come è noto, i genitori sono la fonte del Super-io, in quanto i loro ordini, i loro divieti e così via vengono assimilati dal bambino. Ma il Super-io non coincide con i genitori; in parte è costituito dalle fantasie sadiche peculiari del bambino. Le forti rimozioni non fanno altro che rendere stabile il conflitto, senza però farlo mai cessare. In più, bloccando l'attività fantastica, rendono impossibile al bambino di abreagire tali fantasie attraverso il gioco o di portarle in qualche altro modo a sublimarsi, sicché le fissazioni restano con tutto il loro peso nella circolarità di un processo che non ha mai fine. Il senso di colpa, anch'esso rimosso, non è meno gravoso; perciò il bambino continua a ripetere una quantità di azioni che esprimono sia i suoi moti pulsionali sia il suo desiderio di essere punito. Il desiderio dì punizione, che nel bambino è una causa determinante del suo ripetere continuamente azioni riprovevoli, si ritrova più o meno eguale nel criminale che continua a delinquere, come chiarirò meglio più avanti. Ricorderete il gioco del piccolo Petcr con i due pupazzetti che rappresentavano lui stesso e suo fratello, i quali si comportavano male e venivano puniti, uccidevano i genitori cd ernno quindi uccisi da loro, dopodiché tutto ricominciava da capo. In ciò vi era una coazione a ripetere che dipendeva da cause diverse ma sulla quale influiva moltissimo il senso di colpa che esige la unizione. In tutto questo a 1amo g1a potuto rilevare alcune delle cause più importanti della differenza tra bambino normale e bambino nevrotico: l'intensità delle fissazioni, il modo e il tempo in cui si ha la connessione delle fissazioni con talune esperienze, il grado di severità del Super-io e il modo in cui questo si costituisce - che dipendono contemporaneamente da fattori interni c da fattori esterni -e, inoltre, la capacità del bambino di tollerare l'angoscia c il conflitto. Quanto alla rimozione, essa è utilizzata sia dal bambino normale che da quello anormale per far fronte ai conflitti; poiché però nel bambino
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normale i conflitti sono meno intensi l'intero processo circolare descritto in precedenza opererà meno energicamente, Ma vi sono anche altri meccanismi di cui si avvale tanto il bambino normale quanto il bambino nevrotico, e ancora una volta a determinare il risultato finale sarà il grado di intensità del loro funzionamento: uno di essi è la fuga dalla realtà. Il bambino risente della sgradevolezza della realtà molto più di quanto appaia superficialmente, e cerca di co7Tfomurre la realtà alle sue f111ttasie invece che le fantarie alla realtà. Troviamo qui la spiegazione di una questione che ho lasciata in sospeso, e cioè del perché un bambino può non dare vistose manifestazioni esterne delle sue sofferenze interne, Ci capita infatti molto spesso di vedere un bambino rasserenarsi, e talvolta r:allegrarsi per un nonnulla, subito dopo aver pianto disperatamente, e di trame quindi la conclusione che è un bambino felice. Il bambino ha queste possibilità perché dispone di una via di scampo che è più o meno preclusa all'adulto: la fuga dalla realtà. Chi ha familiarità con la vita Iudica dei bambini S:l che essa è totalmente occupata dalla vita pulsionale e d:1i desideri infantili, che trovano espressione e appagamento attraverso la fantasia, Dalla realtà, alla quale può anche essere più o meno ben adattato, il bambino prende solo quanto gli è assolutamente indispensabile. Proprio per questo noi ci accorgiamo dell'insorgere di una serie di disturbi in quei momenti della vita del bambino nei quali le esigenze della realtà si fanno più pressanti, come per esempio quando il bambino comincia ad andare a scuola. Ho già detto che il meccanismo della fuga dalla reald. è operante in ogni forma di sviluppo, in quello normale come in quello anormale, e che nei due casi è diversa solo la misura della sua attività. Dove sono in funzione, aec:mto ad altri fattori particolari, alcuni di quelli che ho indicati come fattori determinanti della nevrosi ossessiva, possiamo veder operare la fuga dalla realtà in misura talmente alta da dare l'idea che si stiano ponendo le basi di una psicosi. Talvolta invece possiamo avvertirla in bambini che apparentemente danno l'impressione di essere abbastanza normali e che non manifestano nulla di più che una propensione al gioco e una vita di fantasia molto intense. Il meccanismo dell'evasione dalla realtà e del rifugio nella fantasia è collegato qui a un modo di reagire molto consueto nel bambino, e cioè al consolarsi continuamente della frustrazione dei propri desideri dimostrando a sé stesso, nella reiterazione dei giochi e delle fantasie, che tutto va bene e tutto finirà bene. E questo comportamento riesce perfettamente a dare agli adulti l'impressione che il bambino sia molto felice mentre in realtà non lo è. Ora, sotto questo aspetto, e con riferimento all'analisi, rifacciamoci al caso del piccolo Gerald. La sua allegria e la sua vivacità servivano in parte a nascondere a sé stesso e agli altri l'angoscia e l'infelicid., L'analisi mutò
radicalmente questa situazione, in quanto aiutò il bambino a liberarsi dall'angoscia e a sostituire la sua contentezza artificiosa con uno stato di soddisfacimento ben più valido c sicuro. È in quest'ambito che l'analisi dci bambini normali trova la sua massima occasione di rendimento. Non esiste nemm bambino che non soffra di qualche disturbo, di paure, di senso di colpa, e :~nche quando questi sembrano avere scarso rilievo possono in realtà causare sofferenze molto più grandi di quanto non sembri ed essere per di più i primi segni di assai più gravi disturbi futuri. Quando ho parlato del caso di Petcr ho precisato che il senso di colpa ha una funzione di primo piano nella coazione a ripetere continuamente azioni proibite anche se, come ho detto, in scencggiature diverse. Che in ogni bambino cosiddetto "cattivo" sia in funzione anche il desiderio di essere punito sì può considerare una vera e propria nonna. Vi è qui la rappresentazione, per citare Nietzsche, di quello che egli chiamava il "pallido delinquente"; a Nicnschc era già ben nota la figura del delinquente mosso dal senso di colpa.1 A questo punto siamo arrivati alla p:lttc più ardua dd mio tema: al problema di quale sviluppo debbano subire ]c fissazioni perché si abbia come risultato il criminale. La questione è di difficile soluzione perché la psicoanalisi non si è ancora occupata molto di questo problema. Purtroppo in questo campo oh.remodo stimolante e impanante neppure io posseggo un'esperienza dì lavoro sufficienteniente grande da potervi fare riferimento. Tuttavia taluni casi,· che si approssimavano abb:l.Stanza a casi di soggetti criminali, mi hanno consentito di fanni qualche idea sul modo in cui si produce tale sviluppo. Esporrò un caso dal quale mi pare si possano trarre molti insegnamenti. Si trattava di un ragazzino di dodici anni che doveva essere inviato in riformatorio e che intanto mi fu affidato in analisi. Le manifestazioni della sua condotta traviata consistevano nel forzare gli armadi della scuola, in una tendenza a rubare in genere ma in ispec:ic a scassinare, e nell'aggredire sessualmcnte le ragazzine. Non aveva rapporti se non a fine aggressivo e distruttivo; anche le sue relazioni con altri ragazzi avevano principalmente questo scopo. Non aveva interessi particolari c sembrava addirittura indifferente sia alle punizioni che ai premi. La sua intelligenza era molto al disotto della norma; questo però non si dimostrò un ostacolo per l'analisi, che si avviò molto bene c sembrò promettere buoni risultati. Solo poche settimane dopo l'inizio mi fu riferito che il ragazzo cominciava a cambiari: positivamente. Purtroppo, due mesi dopo avere iniziato l'analisi dovetti intcrromperla a lungo per assolvere a certe mie esigenze private. Nei due mesi il ragazzino avrebbe dovuto venire da me ~[La citazione~
p. 651.]
ripresa da Freud (1916l: S 3
~r
delinquenti per stnso di
colpa~,
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tre volte alla settimana ma io lo vidi quattordici volte in tutto perché la vicemadre alla quale era affidato fece del suo meglio per impedirgli di venire alle sedute. Nel periodo dell'analisi, pur cosl poco favorita, il ragazzino non commise nessun misfatto, ma ricominciò a commetterli quando l'analisi fu interrotta; dopodiché fu subito messo in riformatorio e tutti i tentativi che feci al mio ritorno per riaverlo in analisi furono vani. L'esame della situazione, nel suo complesso, non lascia in me alcun dubbio che il fanciullo aveva percorso il primissimo tratto della strada della criminalità. Farò ora una bre~e esposizione delle cause di questo sviluppo, almeno nella misura in cui ho potuto coglierle durante l'analisi. Da bambino era cresciuto in condizioni rovinose. La sorella maggiore aveva costretto lui e il fratello più piccolo a compiere atti sessuali con lei già in tenera età. Il padre era mono durame la guerra, la madre si era ammalara, la sorella spadroneggiava su rutta la famiglia; nel complesso era una situazione desolante. Quando la madre morì egli fu affidato a varie vicemadri e il suo sviluppo andò di male in peggio. II fattore principale di rutto il suo sviluppo pareva essere l'insieme di paura e di odio per sua sorella. Egli odiava la sorella, che per lui incarnava il principio del male, non solo a causa delle violenze sessuali di cui ho parlato, ma anche perché lo aveva maltrattato, non si era data pena per la madre morente e cosl via. Al tempo stesso egli era legato a sua sorella da una fissazione potente, che non poteva evidentemente fondarsi su altro che sull'odio e l'angoscia. Ma in realtà c'erano altre origini,·di gran lunga più profonde, del suo traviamento. Per tutta l'infanzia aveva condiviso la camera da letto dei genitori, e i loro rapporti sessuali avevano prodotto in lui un'impressione di grande sadismo. Come ho già detto altre volte, esperienze di questo genere aumentano il sadismo peculiare del bambino. Nel caso di cui stiamo trattando, la brama del rapporto sessuale con il padre e con la madre rimase dominata dalle fissazioni sadiche e si collegò a una intensa angoscia. In queste condizioni la sorella violentatrice prese nell'inconscio del bambino il posto del padre violento e, alternativamente, della madre. In ogni caso egli doveva attendersi di essere evirato e punito e, anche qui, le punizioni minacciate dal suo Super-io primitivo coincidevano esattamente con quelle configurate dalle sue fissazioni estremamente sadiche. Era peraltro chiaro che le sue aggressioni alle bambine erano una replica di quanto egli stesso av~va subìto con la differenza però che adesso era lui l'aggressore. Il suo forzare gli annadi, il rubare e le altre tendenze distruttive avevano la stessa origine inconscia e lo stesso significato delle sue aggressioni sessuali. Il ragazzino, sentendosi sopraffatto ed evirato, doveva cambiare la situazione dimostrando a sé stesso di poter essere l'aggressore. Un movente importante delle sue attività distruttive era di provare con-
tinuamente a sé stesso di essere mco-ra un maschio oltre che di abreagire l'odio per la sorella e altri oggetti delle sue relazioni. Tuttavia era pur sempre il senso di colpa ciò che lo spingeva a ripetere continuamente atti che dovevano essere puniti da un padre o da una madre crudeli o da tutti e due insieme. La sua apparente indifferenza alle punizioni e la sua apparente mancanza di paura erano del tutto ingannevoli. Il fanciullo era in realtà sopraffatto dalla paura c dal senso di colpa. A questo punto si pone il problema del perché si fosse data e in che cosa consistesse la diversità del suo sviluppo rispetto a quello del bambino nevrotico di cui ho trattato in precedenza. In proposito non posso fare che delle ipotesi. Può darsi che, per via delle esperienze con la sorella, il suo Super-io crudele e primitivo fosse per un verso rimasto fissato allo stadio che aveva allora raggiunto c per un altro continuasse a essere legato a tali esperienze c fosse sempre impegnato a farvi fronte. Era quindi inevitabile che questo fanciullo fosse più oppresso dall'angoscia che il piccolo Peter. In relazione a tutto ciò una rimozione ancora più forte bloccava ogni sbocco alla fantasia c alla sublimazione sicché non rimaneva altro che ripetere continuamente il desiderio e la paura in trzùmi dello rtesso tipo. Inoltre il Super-io opprimente derivava nel nostro caso da un'esperienza reale, mentre nel caso del bambino nevrotico derivava esclusivamente da fonti interne. Lo stesso si può dire per l'odio che, nel nostro caso, si manifestava con azioni distruttive la cui fonte originaria era un'esperienza reale. Ho già accennato al fatto che, come probabilmente avviene in altri casi dello stesso tipo, la fortissima e precoce rimozione, bloccando la fantasia, aveva privato il fanciullo della possibilità di rielaborare le fissazioni e quindi di sublimarle. Non c'è tipo di sublimazionc in cui non scopriamo anche fissazioni aggressive e sadiche. Tra i vari moài di rielaborare notevoli quantità di aggressività e di sadismo desidero indicarne uno capace di farlo addirittura fisicamente, lo sport. Nello sport le aggressioni all'oggetto odiato possono essere compiute in una forma che è socialmente consentita; al tempo stesso lo sport serve da sovracompensazione dell'angoscia, in quanto prova all'individuo che non è destinato a cedere all'aggressore. Nel caso del piccolo delinquente era molto interessante vedere quale tipo di sublimazione si profilava a mano a mano che l'analisi riduceva la forza della rimozione. Il ragazzo, che non aveva avuto altro interesse se non quello distruttivo di rompere e rovinare gli oggetti, manifestò un interesse assolutamente nuovo per la costruzione di congegni di sollevamento e per ogni tipo di lavoro da fabbro. Si può pensare che questa avrebbe potuto essere la via giusta per arrivare a sublimare le sue tendenze aggressive e che, con l'analisi, il ragazzo avrebbe potuto un giorno
diventare un buon fabbro anziché il criminale che ormai ci si deve attendere. Per tornare alla diversità tra lo sviluppo di questo ragazzino e quello del bambino nevrotico, a me pare che una delle cause più importanti risieda nella maggiore angoscia, determinata dall'esperienza traumatica con la sorella. Questa maggiore angoscia aveva operato e operava, a mio modo di vedere, in diverse direzioni. La maggiore paura aveva provocato um rimozione maggiore, e ciò in uno stadio in cui non em ancora aperta alcuna via alla sublimazione, sicché era rimasta priva di ogni altra possibilità di sfogo o di rielaborazione. La maggiore paura accresceva poi la crudeltà del Super-io, rimasto fissato allo stadio raggiunto al momento dell'esperienza. Vorrei trattare anche di un'altra direzione dell'operare di questa maggiore angoscia, ma per chiarirla sono costretta a fare una breve digressione. Parlando dei diversi esiti dello sviluppo, che tuttavia si fonda SÌl un terreno comune a tutti, ho fatto riferimento al normale, al nevrotico ossessivo, allo psicotico c, nel mio sforzo di accostarmici, al criminale. Non ho però parlato del perverso sessuale. Come è noto, Freud scrisse che "la nevrosi è per così dire la negativa della perversionen (1905o p. 477). Un'aggiunta importante alla psicologia della perversione è stata fatta da Sachs (19Z3) con la sua conclusione che non è per carenza di coscienza morale che il perverso consente a sé stesso ciò che il nevrotico reprime per effetto delle inibizioni. Egli ha riscontrato che nel perverso esiste una coscienza morale non meno rigida; solo che opera in modo diverso. Essa ammette una parte delle tendenze proibite per escludere altre pani che al Super-io appaiono ancora più riprovevoli. ,
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ma funziona semplicemente in modo diverso. . Io sono arrivata a una conclusione dello stesso genere riguardo al criminale alcuni anni or sono, come si può rilevare dalla mia comunicazione alla Società psicoanalitica di Berlino citata in precedenza c nella quale esponevo partico\areggiatamente l'analogia fra certe azioni criminali e certe fantasie infantili. . Nel caso del ragazzino appena riferito, e in altri casi non così chiaramente carauei'izzati ma tuttavia abbastanza dimostrativi, ho trovato che la disposizione criminale non dipendeva da un Super-io meno severo ma da un Super-io operante in un senso diverso. Sono pur sempre l'angoscia e il senso di colpa che spingono il criminale a commettere i suoi misfatti, ma nel compierli egli cerca anche di sfuggire alla propria situazione edipica. Nel caso del mio piccolo criminale forzare gli armadi e aggredire
le ragazzine erano sfoghi sostitutivi del suo desiderio di violentare la madre. Questo modo di vedere richiede ovviamenre di essere ulteriormente esaminato ed elaboraw, ma secondo me tutto induce a concludere che il fattore principale della criminalità non è una carenza del Super-io bensì un suo diverso sviluppo, probabilmente la sua liSS3zione a uno stadio molto precoce. Nel caso questa ipotesi sia valida, si aprono prospettive pratiche di grande importanza. Se la causa dello sviluppo criminale non è una carenza del Super-io e della coscienza morale ma una loro diversa evoluzione, l'analisi dovrebbe essere in grado di modificare lo sviluppo criminale così come è in grado di eliminare la nevrosi. Certo, come per i casi di perversione e di psicosi, può rivelarsi impossibile instaurare il rapporto analitico con i criminali adulti, ma quando si tratta di bambini la situazione è diversa. Infatti non occorre che il bambino sia particolannente motivato perché l'analisi possa aver luogo; stabilire la traslazione e far procedere l'analisi è solo questione di provvedimenti tecnici. lo non credo che esi-\ stano bambini dai quali non si possa ottenere la traslazione e nei quali non si possa mobilitQTe la capacità di (F11ZQTe. Il mio piccolo criminale appariva totalmente privo di capacità d'amare ma l'analisi dimostrò che ciò non era affatto vero. Egli sviluppò nei miei riguardi una buona traslazione, sufficientemente salda da consentire l'analisi, e ciò nonostante ch.e non vi fo.•;se affatto motivato, dato che non mostrava neppure alcuna particolare avversione a essere inviato in riformatorio. L'analisi mise inoltre in luce che questo fanciullo insensibile aveva avuto per sua madre un amore profondo e genuino. La madre era morta di cancro in circost:mzc tremende; l'ultimo stadio del male l'aveva ridotta in uno stato di totale sfacelo. La sorella non le si era voluta neanche avvicinare, ed era stato lui ad assisterla. Allorché morì, nessuno della famiglia rimase accanto al suo cadavere. Quando cercarono il ragazzo per un po' non riuscirono a trovarlo: si era chiuso nella camera della madre morta. Un'obiezione che si potrebbe sollevare è che nell'infanzia le tendenze non sono ancora precisate con chiarezza, sicché spesso non siamo in grado di riconoscere quando un bambino ha imboccato la strada della criminalità. Ciò è verissimo, ma proprio questo fatto mi induce alle mie osservazioni conclusive. Indubbiamente non è facile sapere a quali risultati porteranno le tendenze di un bambino: se produrranno un individuo normale o un nevrotico, uno psicotico, un perverso sessuale o un criminale. Ma appunto perché non lo sappiamo dobbiamo cercare di saperlo. La psicoanalisi ce ne dà i mezzi. Fa anzi ancora di più: non solo ci consente di farci un'idea del probabile sviluppo futuro di un bambino, ma ci consente anche di mutarlo e di indirizzarlo su strade migliori.
Capitolo 8 l primi stadi del conflitto edipico
Nel corso delle mie analisi infantili, specie di bambini fra i tre e i sei anni, sono arrivata a una serie di conclusioni di cui darò qui un'esposizione riassuntiva. In precedenti lavori ho accennato spesso alla mia idea che il complesso edipico entra in attività molto prima di quanto solitamente si presume. Nei "Princìpi psicologici dell'analisi infantile~• ho trattato questo tema dettagliatamente, arrivando a concludere che le tendenze edipiche insor) gono a seguito delle frustrazioni orali provate dal bambino per effetto 'dello svezzamcnto -sicché compaiono tra la fine del primo anno di età c l'inizio del secondo - e sono successivamente rafforzate dalle frustrazioni anali che il bambino subisce nel periodo dell'avvezzamento alla pulizia. Ciò che poi incide in modo decisivo sui processi psichici relativi è la differenza fra i sessi. Il bambino, allorché è costretto dallo sviluppo ad abbandonare la posizione~ orale e anale per quella genitale, assume a nuova meta pulsionale la penetrazione, e ciò per il fatto di possedere il pene. Perciò egli non cambia soltanto la posizione libidica ma anche la relativa meta, cosa che gli consente di non mutare l'oggetto d'amore originario. Nel passaggio dalla posizione orale a quella genitale la bambina invece conserva la meta pulsionale del ricevere; nella bambina quindi cambia la posizione libidica ma non la meta, il cui cessato conseguimento ha peraltro ormai fatto del rappono con !a madre un rappono deludente. In tal modo si produce nella bambina una disposizione a ricevere (receptivity) il pene, cd ella si rivolge al padre quale oggetto d'amore. 1Vedipp.15o-61. l(Appare qui prderito per la prima volta l'impiego del termine "p~izione" al postO di "fase~ o di "stadio". Di quesn preferenza si troverà una significativa spicgnione nell'ultimo capoverso della nota IV (pp. 491 sg.) nello scritto ~Alcune conclusioni teorie l'le sulla viu emotiva del bambino nella prima infanzia a.]
PrlmlatMII'cleleontllttoHiplto
Si ha a questo punto il vero e proprio esordio dei desideri edipici, ma, / associati ad essi, compaiono anche i primi sensi di colpa e la prima ango-j scia di evirazione,
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nh::: senso di colpa. Inizialmente si è supposto che il senso di colpa non fosse associato a tali tendenze sin dall'origine, ma che avesse una formazione più tarda e fosse quindi spostato secondariamente su di esse, Già Ferenczi (1925), però, pensa che esista, legato alle pulsioni anali e uretralì, .. una sona di precursore fisiologico del Super-io~, che egli definisce "moralità sfinterica", Per pane sua, Abraham (19143, p. 350) arriva alla conclusione c~a!)gQ!Cia.compuct_a.~~:~njb_!l_~s_co de~~-~~~':IP~O e il senso dii colpa insorge nel successivo prim1ssimo stadio sadico-anale. Le mie osservazioni portano un po' più in là. Esse dimostrano che il senso di colpa associato a fissazioni pregenitali deriva direttamente dal- ~ l'instaurarsi del complesso edipico. Ciò pare peraltro spiegame soddisfacentemente la genesi; ci ~ noto infatti che il senso di colpa è un risultato dell'introiezione (già compiuta o, aggiungerei, in corso di compimento) degli oggetti d'amore edipici, il che vuoi dire, in altre parole, che è un prodotto della formazione del Super-io. L'analisi dci bambini piccoli rivela che la struttura del Super-io è costituita da identificazioni che risalgono a periodi e stratificazioni della vita psichica molto diversi. Vi sono quindi nel bambino identificazioni straordinariamente antitetiche, per cui accanto a un'estrema bontà coesiste in lui un'estrema violenza. In queste identificazioni troviamo anche una spiegazione del violento rigore del Super-io, che si manifesta particolarmente vistoso nel bambino molto piccolo, Perché un bambino di IJUattro anni, diciamo, si costruisca l'immagine falsa e distorta di genitori che divorano, mordono e fanno a pezzi, non appare subito evidente, Perché invece in un bambino di circa un anno l'angoscia, determinata dall'esordio del complesso edipico, assuma la forma della paura dì essere divorato e distrutto è palese. Questo bambino desidera ardentemente distruggere l'oggetto libidico mordendolo, divorandolo, facendolo a pezzi. Ma, poiché al destarsi delle tendenze edipiche consegue l'introiezione dell'oggetto, che diventa quindi colui dal quale ci si deve attendere una punizione, si ha l'insorgere dell'angoscia. Il bambino teme allora una punizione che corrisponde al proprio modo di fare del male, e il Super-io diventa qualcosa che morde, divora e fa a pezzi. La relazione diretta fra la formazione del Super-io e le fasi pregenitali dello sviluppo è molto importante per due riguardi: perché il senso di colpa viene a essere fissato alle fasi sadico·orale e sadico-anale sotto il cui primato si trova intanto lo sviluppo, e perché il Super-io comincia a
C•pllolo-.o
costituirsi mentre queste fasi sono in ascesa, cosa che dà ragione del suo rigore sadico. Queste considerazioni schiudono un orizzonte nuovo. Contro un Super-io tanto minaccioso l'Io ancora molto debole non può difendersi con un'energica rimozione. Dato poi che le tendenze edipiche si producono all'inizio soprattutto in forma di impulsi orali c anali, a decidere quali delle relative fissazioni prevarrà nello sviluppo edipico sarà principalmente la forza con cui la rimozione si attua in questo stadio così precoce. La relazione diretta fra fasi pregenitali dello sviluppo c senso di colpa è importante anche per un'altra ragione, e cioè per il fatto che le frustrazioni orali c anali - che sono i prototipi di tutte le future frustrazioni dell'esistenza - assumono contemporaneamente il significato di punizioni e d~~. q~!~~i__2!~iigOséii:-'Tutto ciò fa Slche lafrustrazLonc si:!sentita in misura più\iCUi:i,è-qliesto genera un rancore che si assomma in gran pane alla pena di ogni frustrazione successiva, La circostanza che l'Io sia poco sviluppato quando viene colpito dall'insorgere delle tendenze edipiche e dalla curiosità sessuale che le accompagna comporta delle conseguenze rilevanti. 11 bambino, ancora molto piccolo, si trova esposto a un'ondata di problemi e di interrogativi. Uno dei risentimenti più amari che incontriamo nell'inconscio è determinato dal ~atto che questo grande numero di interrogativi opprimenti - che evidentemente solo in parte sono consci ma che anche per questa pane non possono ancora essere espressi verbalmente dal bambino - resta senza risposta. Un altro amaro risentimento, che fa da complemento al primo, deriva dalla incapacità del bambino di comprendere le parole e il linguaggio, I suoi primi interrogativi sono dunque anteriori all'inizio della comprensione del linguaggio. In analisi troviamo che questi due risentimenti sono all'origine di una straordinaria quantità di sentimenti ostili. Singolarmente o insieme, essi sono la fonte di numerose inibizioni della pulsione a conoscere, o epistemofilica; per esempio dell'incapacità ad apprendere lingue straniere c, inoltre, dell'ostilità verso coloiO che parlano una lmgua dtversa, Ad ~ssi è anche da attribuirsi la responsabilità diretta di disturbi della parola ecc. rLa curiosità che si manifesta spiccatamente più tardi, soprattutto nel quarto e quinto anno di età, non è che il culmine e la conclusione di questa fase iniZiale dello sviluppo, così come ho rilevato essere del pari vero che ~ssa indica non l'inizio ma la fine del conflitto edipico in generale. La sensazione iniziale di non sapere ha numerose implicazioni, Essa si combina con la sensazione - uno dei primissimi prodotti della situazione edipica- di essere incapace, impotent~, Il bambino avverte inoltre ancora
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più acutamente questo stato di frustrazione perché non sa 11Ulla di preciso sui processi sessuali. La sensazione di ignoranza accentua quindi, in entrambi i sessi, il complesso di evirazione. Il rappono iniziale fra pulsione epistemofilica c sadismo ha una grande importanza per l'intero sviluppo psichico. La pulsione epistemofilica, stimolata dalla comparsa delle tendenze edipiche, si rivolge dapprima principalmente al corpo materno, assunto a teatro di tutti i processi e ]e manifestazioni sessuali. Ora, mentre la posizione libidica sadico-anale che tuttora predomina nel bambino lo spinge a desiderare di appropriarsi di ciò che è contenuto nel corpo materno, la pulsione epistemofilica induce in lui la curiosità di sapere che cosa vi è dentro, come è fatto ecc. In tal modo la pulsione epistemofilica e il desiderio di possesso si collegano intimamente tra loro c al tempo stesso con il senso di colpa originato dall'incipiente conflitto edipico. Questa importante connessione inaugura in cnti:lmbi i sessi una fase di sviluppo che ha un rilievo essenziale, finora non abbastanza riconos~iuto: la fase della primissima identificazione con la madre. Il corso seguito da questa "fase di fcmminilità"l nei bambini c nelle bambine dev'essere preso in esame scpal"lltamente, ma prima voglio mostrarne i nessi con la fase precedente. Nel primo stadio sadico-anale il bambino subisce il suo secondo trauma grave, che rafforz.a la tendenza ad allontanarsi dalla madre. Costei ha già frustrato i suoi desideri orali c ora si oppone al soddisfadmento dei suoi piaceri anali. Sembra che a questo punto le privazioni anali facciano sì che le pu\sioni anali si amalgamino con quelle sadiche. li bambino desidera impossessarsi delle feci materne penetrando nel suo corpo, facendolo a pezzi, divorandolo e distruggendolo. D'altro canto, spinto dalle pulsioni genitali, il bambino comincia a rivolgersi alla madre in quanto oggetto d'amore. Ma le sue pulsioni sadiche sono in piena attività, c l'odio originato dalle frustrazioni anteriori contrasta potentemente il suo amore oggcttuale a livello genitale. Un ostacolo ancora maggiore al suo amore deriva dalla paura, che nasce con gli impulsi edipici, di essere evirato dal padre. La misura in cui riuscirà a conseguire la posizione genitale dipende in parte dalla capacità di sopportare questa angoscia. A tale riguardo l'intensità delle fissazioni sadico-orali e sadico-anali costituisce un fattore importante. Essa infatti influenza il livello di odio che il bambino prova per la madre c che gli impedisce in misura minore o maggiore di conseguire un rappono positivo con lei. Le fissazioni S'adiche esercitano inoltre un'influenza decisiva sulla formazione del Super-io, che • [In alui punti del testo, e in altri ruoi libri, l'autrice usa per questo stesso concetto espressioni come "bse femminile~, up~bione femminile~, "identificazione femminile~.}
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comincia a prodursi mentre le fasi sadiche sono in ascesa. Più il Super-io sarà crudele, più terrorizzante apparirà il padre eviratore, e più il bambino, per sfuggire alle pulsioni genitali, si aggrapperà tenacemente ai livelli sadici, dai quali quindi vengono in primo luogo a essere caratterizzate le sue tendenze edipiche. In questi primi stadi tutte le posizioni dello sviluppo edipico vengono investite di libido consecutivamente e rapidamente, sebbene ciò non si noti perché il quadro è dominato dalle pulsioni pregenitali. D'altronde non è neppure possibile tracciare una netta linea di demarcazione fra l'atteggiamento eterosessuale attivo che si manifesta a livello anale e il sopravvenire dello stadio di identificazione con la madre, A questo punto siamo comunque pervenuti a quella fase di sviluppo :che ho denominata più sopra "fase di femminilità Essa poggia pur sempre sul livello sadico-anale ma gli conferisce un contenuto nuovo; le feci sono ora assimilate a un bambino che si desidera ardentemente, e il desiderio di depredare la madre riguarda tanto questo bambino quanto le feci. Qui possiamo discernere due scopi che si fondono tra loro. Il primo, quello di appropriarsi dei bambini, deriva dal desiderio di averne, mentre il secondo, che consiste nel volcrli distruggere già nel corpo materno, ·deriva dalla gelosia nei confronti dei futuri fratelli e sorelle di cui si prevede la comparsa. (Un teno oggetto delle tendenze sadico-orali del bambino, dirette all'interno del corpo della madre, è costituito dal pene paterno.) Al fondo del complesso di femminilità del bambino, come del complesso di evirazione della bambina, vi è il desiderio inappagato di possedere un qualche organo particolue. Le tendenze a depredare e distruggere riguardano gli organi del concepimento, della gestazione e del parto, che il bambino ritiene siano presenti nella madre, nonché la vagina e i seni che sono bramati come organi di riccttività e di generosità sin dal tempo della posizione libidica esclusivamente e puramente orale. Il bambino teme di essere punito per la distruzione del corpo materno, ma la sua paura ha anche un carattere più generale, e qui troviamo un'analogia con l'angoscia connessa ai desideri di evirazione della bambina. Egli teme che il suo corpo sia mutilato e smembrato, e poiché ciò significa anche essere evirato, la sua paura contribuisce direttamente al complesso di evirazione . .In questo primo periodo di sviluppo la madre che porta via le feci del bambino rappresenta anche la madre che smembra ed evira. Mediante le frustrazioni anali che infligge essa non è solo colei che apre la via al complesso di evirazione; in termini di realtà psichica è già per-
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sona che evira. Questa paura della madre è oltremodo opprimente perché si combina con un'intensa paura di essere evirato dal padre. Le tendenze distruttive,
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il cui oggetto è il grembo materno, sono inoltre dirette con tutta la loro intensità sadico·orale e sadico·anale contro il pene paterno che il bambino immagina si trovi in esso. In questa fase la paura di essere evirato dal padre si incentra sulla distruttività diretta contro questo pene. La fase di femminilità è caratterizzata perciò da angoscia connessa al grembo e al pene, e quest'angoscia fa sì che il bambino soggiaccia alla tirannia di un Super-io che divora, smembra ed evira, e che è costituito in pari misura dall'immagine del padre e della madre. Le posizioni genitali sono quindi fin dal principio incrociate e commiste con varie tendenze pregenitali, Quanto più preponderanti sono le fissazioni sadiche tanto più l'identificazione dci maschictto con la madre rispccchia un atteggiamento di rivalità, misto di invidia e di odio, nei riguardi della donna; dato il suo desiderio di avere un bambino, infatti, egli si sente in posizione di svantaggio e d'inferiorità rispetto a sua madre. Cerchiamo ora di capire perché il complesso di femminilità del maschio, pur avendo una rilevanza eguale al complesso di evirazione della femmina, sembra essere tanto più oscuro di questo. L'amalgamarsi del desiderio di avere un bambino con la pulsione epistemofilica consente al maschietto di operare uno spostamento sul piano intellettuale; il suo sentirsi in posizione di svantaggio viene allora celato e sovracompensato dalla superiorità che egli connette al fatto di possedere un pene, superiorità che peraltro è riconosciuta dalle femminucce. Le enfatiche proclamazioni di mascolinità sono un prodotto di questa gonfiatura, se mi si permette il termine, della condizione maschile. Anche Mary Chadwick (1925) fa risalire 13 sopravvalutazionc: narcisistica del pene da parte dell'uomo, e il suo atteggiamento di superiorità intellettuale nei riguardi della donna, alla frustrazione del suo desiderio di avere bambini e allo spostamento di questo desiderio sul piano intellettuale. La tendenza che si riscontra tanto frequentemente nei maschietti a manifestare un'aggressività esagerata trae origine dal complesso di femminilità. Essa si accompagna a un atteggiamento di disprezzo e di "sapcrne di più" che è estremamente antisociale e sadico e che in parte è determinato dal tentativo di mascherare proprio la paura e l'ignoranza che lo sottendono. La tendenza esprime in una certa misura la protesta del bambino contro il TUolo femminile (protesta che in questo caso deriva dalla paura dell'evirazione), ma affonda le sue radici nella paura della madre che egli intende depredare del pene paterno, dci bambini e degli organi sessuali femminili. Questa aggressività esagerata si combina con il piacere di assalire che procede direttamente dalla genitalità della situazione edipica, la quale però costituisce al tempo stesso quella componente della situazione che è il maggior fattore dell'antisocialità nella formazione del carattere. Ecco perché la rivalità dell'uomo con le donne
sarà molto più antisociale di quella con i suoi simili, anche questa tuttavia in gran parte dettata dalla posizione genitale, Naturalmente, in caso di rivalità, la relazione di un uomo con altri uomini dipenderà anche dall'intensità delle fissazioni sadiche, Se al contrario l'identificazione con la madre è basata su una posizione genitale più solidamente costituita, da un lato il rapporto dell'uomo con le donne avrà un carattere positivo e dall'altro il suo desiderio di avere un bambino e la sua componente femminile, che hanno una pane sostanziale nell'attività lavorativa maschile, troveranno migliori possibilità di sublimazione. In entrambi i sessi le inibizioni all'attività lavorativa hanno una delle loro più importanti radici nell'angoscia e nel senso di colpa connessi alla fase di femminilità, L'esperienza mi ha insegnato che un'analisi profonda ·di questa fa$C, e non solo per il motivo anzidetto, ha un notevole valore terapcutico, e sarebbe anzi di grande aiuto in certi casi di nevrosi ossessiva che sembrano essere arrivati a un punto in cui non si può fare più nulla per risolverli, Nello sviluppo del bambino alla fase di femminilità segue una lunga lotta fra la posizione pregenitale della libido e quella genitale. Quando raggiunge il suo culmine, fra il terzo e il quinto anno di età, questa lotta è chiaramente il conflitto edipico. Nella lotta l'angoscia connessa alla fase di femminilità stimola il bambino a rcidentificarsi con il padre, ma tale stimolo, da solo, non può procurare un solido fondamento alla posizione genitale poiché in sé e per sé porta principalmente a rimuovere e sovracompensare le pulsioni sadico-anali invece che a supcrarlc; d'altro canto la paura dell'evìruìone da parte del padre rafforza la fissazione ai livelli sadico-anali. L'esito favorevole, c cioè il conseguimento del livello genitale, dipende inoltre in misura ragguardevole dal grado di genitalità costituzionale. Spesso l'esito della lotta resta incerto, e ciò dà origine a turbc nevrotichc e a disturbi della potenza sessuale:' Il conseguimento completo della potenza e il raggiungimento della posizione genitale sono perciò parzialmente legati alla conclusione favorevole della fase di femminilità. Prenderò ora in esame lo sviluppo delle bambine. Per effetto dello svezzamento la bambina sì è allontanata dalla madre; le privazioni anali che poi subisce la spingono ad allontanarsi ancora di più. A questo punto le tendenze genitali cominciano a influire nel suo sviluppo psichico. Concordo pienamente con la tesi di Helcne Deutsch (1915a) che lo sviluppo genitale della donna si compie con il riuscito spostamento dell'investimento libidico dalla zona orale a quella genitale. l miei risultati mi portano tuttavia a credere che tale spost:1mento inizia con il primo •Vedi, a questo riguardo, Reich (1917).
Prlml •'-6), scrive: 'Avendo imparato a osservare con maggiore chiarezza siamo portati ad affermue che il manifcstani d'una nevrosi nell'infanzia non rappresenta l'eccezione, ma la regola. Sembra che ciò sia inevitabile nel cono della transizione dalla situazione infantile alla vita sociale dell'adulto.'~ 'l sentimenti, le paure e le difese del bambino sono sempre lcg:ati alle sue fissazioni e ai suoi desideri libidici, per cui l'esito dello sviluppo sessuale inhntile e i processi esposti in questo scritto sono sempre intcrdipcndenti. Credo che lo sviluppo libidico infantile ci appuirebbe sotto una luce nuova se lo prendessimo in esame nel suo rapporto con la posiUone depressiva e con le difese impiegate contro di es5a. L'argomento è però di tale importanu da richiedere di oceuparsene a fondo, cosa che va ben oltre l'ambito di questo scritto. dtlf'~n,/isi
persecutori interni con sistemi violenti oppure subdoli c astuti, Di queste paure c difese ho trattato minuziosamente in altre occasioni. Della seconda categoria di sentimenti che concorrono a formare la posizione depressiva ho parlato prima senza fornirne una definizione particolare. Propongo adesso di avvalerci, per definire questi sentimenti di pena e di preoccupazione per gli oggetti d'amore, le paure di perderli e la brama ·di riavcrli, di un'espressione tratta dal linguaggio quotidiano: "struggersi per l'oggetto amato". La posizione depressiva, insomma, è costituita per un verso dalla persecuzione (da parte degli oggetti "cattivi~) e dalle peculiari difese contro di essa, e per l'altro dallo "struggimento" per l'oggetto d'amore ("buono"), Quando si instaura la posizione depressiva, l'Io è costretto a creare (in aggiunta alle difese primirive) sistemi di difesa diretti specificamente _contro lo "struggimento" per l'oggetto d'amore. Essi sono essenziali per l'intera organizzazione dell'lo. In precedenza ho definito alcuni di tali sistemi avvalendomi di espressioni come difese mtmiacali, o posizione 11lll· niacale, per via della loro connessione con gli stati maniaco-depressivi.6 L'oscillare tra la posizione depressiva e quella maniacale è pane integrante dello sviluppo normale. Mosso d::lile angosce depressive (timore della distruzione dell'oggetto amato e timore della distruzione di sé stesso) l'Io crea immagini fantastiche onnipotenti e violente volte in parte a controllare e dominare gli oggetti "cattivi", pericolosi, e in parte a salvare e restaurare quelli amati. Queste onnipotenti immagini fantastiche - le distruttive al pari delle restauratrici - stimolano e compenetrano tutte le attività, gli interessi e le sublimazioni del bambino. Il carattere estremamente sadico e, sull'altro versante, estremamente costruttivo delle immagini fantastiche del bambino in tcncressima età concorda esattamente con il carattere estremamente spaventoso dei suoi persecutori e, sul versante opposto, con l'estrema perfezione dci suoi oggetti "buoni".7 L'idealizza• Vedi il mio ~Contributo alla psicogene$i degli $[ati m3niaeo-deprusivi". 'Ho messo in risalto parecchie volte (innan~itutto nei "Primi $[adi del conflitto edipico~) che la paura di persecutori fantllsdcamente ~cattivi• e la fiduda in oggetti fantastktmente "buoni" sono strettamente unite. Perciò per la psiche del bambino pi.;eolo, che non è an.;ora in grado di far fronte in qualche altro modo alle sue paure di persecuzione (conseguenza dei suo $tCSSO odio), l'idealiua.zionc costituisce un processo C$Senzia\e. Finché infatti le primissime angos~ non sono adeguatamente mitigate da espericn~e che ao;crescono l'amore e la fiducia, quel pro~sso di somma importanza che comporta l'integrazione c la sinte$Ì delle diverse c contrastanti apparenze degli oggetti (intemo ed esterno, ~buono" e ~cattivo~, amaro e odiato) non può istituirsi, e quindi l'odio non può essere ctfcuivamcnte temperato dall'amore, cosa che implica una diminuzione dell'ambivalenu. Fintanto ehe la separazione di queste ~pparrn-u contrastanti - avvenite nell'inconscio come oggetti contrastanti - resta intensamente attiva, anche i sentimenti di odio e di amore restano tanto isolati, scissi, l'uno dall'aluo che l'amore non può tcmperue l'odio. Nel processo di idealiZZ~~zione al quale il bambino piccolo fa normalmente ricorso nelle sue ango!ice depressive rientra anche quella fuga nell'oggetto ~buono• interiorizzato che Mclitta Schmidcbcrg h9JO) ha riscontrato essere uno dci meccanismi più
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ziones ha una pane di primo piano nella posizione maniacale, nella quale si trova strettamente unita con un'altra componente, il diniego. Senza un diniego parziale e temporaneo della realtà psichica l'Io non potrebbe sopportare la catastrofe dalla quale si sente minacciato quando la posizione depressiva giunge al culmine. Sono l'onnipotenza, il diniego e l'idealizzazione, strettamente uniti all'ambivalenza, a mettere in grado l'ancora debole Io infantile di difendersi almeno fino a un certo punto dai suoi persecutori interni nonché da una dipendenza servile e rischiosa dagli oggetti d'amore, e quindi di progredire nello sviluppo. Al riguardo riporterò un brano del mio scritto a p. 313): " ... nella primissima fase dello sviluppo, nella psiche del bambino gli oggetti persecutori e gli oggetti 'buoni' (seno) sono tenuti ampiamente separati tra loro. Quando, in concomitanza con l'introiezione dell'oggetto reale e totale, essi si avvicinano per ricongiungcrsi e unificarsi, l'Io deve ricorrere continuamente a quel meccanismo di grande importanza per lo sviluppo delle relazioni oggettuali che è la scissione delle imago in amate e odiate o, che è lo stesso, in buone e pericolose. ":t lecito ritenere che sia in realtà a questo punto e in queste circostanze che si instauri l'ambivalenza, la quale in fin dei conti attiene alle relazioni oggettuali, riguarda cioè oggetti totali e reali, L'ambivalenza che si istituisce in unn scissione delle imago mette in grado il bambino in tenera età da un lato di acquistare più fiducia e di credere maggiormente nei suoi oggetti reali e di conseguenza in quelli interiorizzati, nonché di amarli di più e di dar vita in misura sempre crescente a fantasie di restaurazione degli oggetti amati. Dnll'altro essa fa sì che le angosce paranoidi e le difese connesse siano indirizzate agli oggetti 'cattivi'. Il sostegno che l'Io riceve da un oggetto reale 'buono' è quindi incrementato da una sorta di meccanismo di fuga, grazie al quale può oscillare tra i suoi oggetti buoni esterni e quelli interni.~ (Idealizzazione.) "In questo stadio dello sviluppo l'unificazione degli oggetti esterni e interni, amati e odiati, reali e immaginari, pare compiersi in maniera tale per cui ogni passo avanti nell'unificazione induce a una nuova scis~ sione delle imago. Ma, con il crescere dell'ad:mamento al mondo esterno, questa scissione viene compiuta a distanze di ricongiungimento sempre minori e sempre più prossime alla realtà. Questo processo continua finché l'amore per gli oggetti reali e per quelli interiorizzati, e la fiducia in essi, non si stabiliscono saldamente. A questo punto, nello sviluppo normale, impon~nti della schizofunia. Melitta Schmidcbcrg ha inoltre ripctutamente richiamato l'attenzione sulla ulazione fra idealizzazione e diffidenza nei riguardi dell'oggetto. ' [Per la definizione di Freud del processo di idealizzazione vedi Introduzione ~l n~rcitismo (1914:1, p. 464). La concezione di questo processo in funzione difensiva è ulteriormente C5pOSta dall'autrice in Note su alcuni mccc:mismi schizoidi 8 c in a Alcune conclusioni teoriche sulla vita emotiva del bambino nella prima infantia~.] N
l'ambivalenza, che è in parte una protezione contro il proprio odio e contro gli oggetti odiati che incutono spavento, si riduce in misura più o meno grande." Come ho già detto, nelle prime fantasie, sia in quelle distruttive che in quelle restauratrici, l'onnipotenza è predominante, e influisce sulle sublimazioni non meno che sulle relazioni oggetruali. Essa è però cosi intimamente unita nell'inconscio alle pulsioni sadiche, alle quali era inizialmente connessa, da far si che il bambino abbia sempre la sensazione che i suoi tentativi di restaurazione non siano riusciti o non riusciranno. Egli sente che le sue pulsioni sadiche possono avere facilmente il sopravvento. Non potendo quindi confidare a sufficienza nei propri sentimenti costruttivi e riparatori, il bambino piccolo ricorre all'onnipotenza maniacale. Nei primi stadi dello sviluppo, inoltre, e per le medesime ragiorù, l'Io non dispone di mezzi adeguati per far fronte efficacemente al senso di colpa e all'angoscia. Ciò induce nel bambino- ma allo stesso riguardo in qualche misura anche nell'adulto - il bisogno di ripetere ossessivamente detenninati atti (cosa, questa, che dal mio punto di vista rientra nella coazione a ripetere)~ come sistema aggiuntivo e alternativo a quello del ricorso all'onnipotenza e al diniego. Quando infatti falliscono le difese di tipo maniacale (e cioè quelle difese che in forza dcll'onnipotenza negano o minimizzano i pericoli provenienti da fonti diverse) l'lo è spinto a combattere simultaneamente o in tempi alterni le paure di deterioramento c disintegrazione mediante sforzi di riparazione compiuti in modo ossessivo. Ho esposto altrove ' 0 perché a mio giudizio i meccanismi ossessi vi costituiscano sia una difesa contro le angosce paranoidi sia un mezzo per attenuarle; pcnanto mi limiterò qui a esporre in breve esclusivamente il legame intercorrente tra difese maniacali e meccanismi ossessivi collegati alla posizione depressiva nello sviluppo normale. Proprio il fatto che le difese maniacali operino in tale stretto collegamento con quelle ossessive concorre a determinare nell'lo la paura che anche la restaurazione compiuta con mezzi ossessivi non abbia buon esito. Il desiderio di controllare l'oggetto, il soddisfacimento sadico di supcrarlo e di umiliarlo, df avere la meglio e di trionfare su di esso, possono permeare cosl intensamente l'azione restauratrice (eseguita mediante pensieri, attività o sublimazioni) che il circolo "benigno" avviato da questa azione si rompe. Gli oggetti che dovevano essere restaurati si tramutano allora di nuovo in penecutori c tornano a risorgere le paure paranoidi. Queste paure rafforzano tanto i meccanismi di difesa paranoidi (implicanti la distruzione dell'oggetto) quanto i meccanismi maniacali (che ne implicano il controllo o il mantenerlo in animazione sospesa e 'Vedi L4 psicom11/iU dd b11111bini ( ••-prlmlll••
Richard aveva cominciato a fare i disegni dell"' imPero". Nei primissimi disegni si era servito del nero per indicare sé stesso, sebbene ben presto aveSse deciso di designare sé stesso con il rosso e il padre con il nero e avesse continuato a farlo nei disegni successivi. Le associazioni al quinto e sesto disegno illustravano ancora una volta l'anzidetta assimilazione, espressa appunto con lo stesso colore, il nero, che nel quinto disegno stava a indicare il padre cattivo e nel sesto disegno la propria "orribile faccenda grossa" che fuoriusciva dall'uccello mutilato. La paura dì Richard per la propria distruttività era in rapporto alla paura della madre come oggetto pericoloso e vendicativo. L'"uccello orribile" con il becco spalancato stava a indicare una proiezione sulla madre dei propri impulsi sadico-anali. Le reali esperienze dì frustrazione procurategli dalla madre non potevano infatti bastare di per sé stesse a spiegare la terrificante raffigurazione psichica che si era fatta della madre come oggetto interno divoratore. Nel sesto disegno appariva chiarnmenre quanto egli sentisse pericolosa !'"orribile" madre-uccello. In realtà l'uccello senza testa rappresentava lui stesso e la rappresentazione era tanto in rapporto alla sua paura di essere evirato dalla madre pericolosa unita al padre-mostro sentiti come nemici esterni quanto al suo sentirsi minacciato internamente dalla madre intcriorizzata come uccello "orribile" alleata al padre interiorizzato come mostro. La fonte principale delle sue paure ipocondriache c di persecuzione stava essenzialmente in queste situazioni di pericolo interno. Quando, col progredire dell'analisi, Richard fu in grado di far fronte alla realtà psicologica che il suo oggetto d'amore era anche il suo oggetto odiato e che la madre celeste, la regina con la corona, era collegata nella sua psiche all'orribile uccello con il becco spalancato, poté stabilire più saldamente il suo amore per la madre. 1 suoi sentimenti d'amore venivano quindi a essere più strettamente collegati con i sentimenti d'odio, e le sue esperienze felici con la madre non erano più tenute nettamente e ampiamente separate dalle esperienze di frustrazione. Perciò egli non era più spinto inevitabilmente da un lato a idealizzare al massimo la madre buona e dall'altro a raffigurarsi la madre cattiva come un'immagine terrificante. Tutte le volte che riusciva a conciliare i due aspetti della madre il fatto stesso stava a indicare che l'aspetto cattivo era attenu:lto da quello buono. Allora la più sicura madre buona poteva proteggerlo contro il padre cattivo. Ciò significava inoltre che in tali occasioni la madre non era sentita mortalmente lesa dalla sua voracità orale e dal padre cattivo, e questo, a sua volta, voleva dire che egli sentiva meno pericolosi sé stesso e suo padre. La madre buona poteva cominciare a vivere ancora una volta, e perciò la depressione di Richard diminuiva.
L'accresciuta fiducia di poter conservare in vita l'analista e la madre in quanto oggetti interni ed esterni era connessa all'irrobustirsi della posizione genitale e alla maggiore capacità di provare sentimenti genitali. La riproduzione, la creazione di bambini buoni, che egli avveniva inconsciamente come il modo più valido di contrastare la morte e la paura delb. morte, era ora una rappresentazione molto meno interdetta alla sua fantasia. Dato che aveva meno paura di essere travolto dalle pulsioni sadiche, Richard si era convinto di poter procreare bambini buoni: gli aspetti produttivi c creativi del genitale maschile (del padre c suo) si erano pertanto fatti molto più prominenti. Egli confidava di più sia nelle proprie tendenze costruttive c riparatrici sia negli oggetti interni ed esterni. La sua fiducia si era raffonata non solo nei confronti della madre ma anche del padre. Questi non era più quel nemico tanto pericoloso da renderlo incapace di affrontare la lotta con lui come rivale odiato. Richard faceva quindi dei progressi rilevanti nel consolidamento della posizione genitale e nell'acquisizione della capacità di far fronte ai conflitti e alle paure collegati ai desideri genitali.
STRALCI E SINTESI DI UN CASO CUNICO ILLUS1llATIVO DELLO SVILUPPO DEL COMPLESSO EDIPICO NELLA BAMBINA
Dopo aver esposto alcune delle angosce che disrurbano e ostacolano lo sviluppo genitale del bambino, presenterò ora del materiale trattO dal caso clinico di una bambina, un caso che ho già avuto occasione di riferire da vari punti di vista in pubblicazioni precedenti.14 La particolare utilità della riprcscntazione di questo materiale deriva dalla sua semplicità e dalla sua chiarezza. La maggior parte di questo materiale è già stato pubblicato ma lo esporrò qui con l'aggiunta di alcuni particolari inediti e fornendo talune interpretazioni nuove, non fonnulate nelle occasioni precedenti né all'epoca dell'analisi ma che, retrospettivamente, mi sembrano essere sorrette appieno dal materiale stesso. La mia piccola paziente, Rita, che all'inizio dell'analisi aveva due anni e nove mesi, era una bambina molto difficile da allevare. Soffriva di angOsce di vario tipo, di incapacità a tollerare frustrazioni, e cadeva spesso in stati di profonda tristezza. Presentava spiccati tratti osscssivi, che da qualche tempo si erano vieppiù nccenruati, e ripeteva insistentemente elaborati rituali ossessivi. Oscillava tra stati di "bontà" esagerata, accom"Vedi, in questo volume, "l principi psic:ologiei dell'1nalisi inbntile~ e "La pcrsonlfiça:r.ione nel gioco infantile~. Vedi inoi[fe L4 p.ricDIINIIiri dti bll71lbffli (t9Jl) e Wt.:rning (19J6).
Complu•o ..rlploo • •'9"oc• primitive
pagnati da sentimenti di rimorso, e stati di "cattiveria" durante i quali tentava di sopraffare chiunque le fosse vicino. Soffriva inoltre di disturbi nell'alimentazione, era "schizzinosa", c non di rado mancava di appetito. Sebbene fosse una bambina molto intelligente, l'intensità della nevrosi frenava lo sviluppo e l'integrazione della sua personalità. Piangeva spesso senza un motivo apparente e quando la madre le chic· deva perché piangesSe rispondeva: "Perché sono triste." Alla domanda "Perché sci triste?" replicava: "Perché piango." Il suo senso di colpa e la sua infelicità si manifestavano nel chiedere continuamente alla madre "Sono buona?", "Mi vuoi bene?" c cose del genere. Non riusciva a sop· portare il minimo rimprovero c, se ripresa, o scoppiava in lacrime o assu· mcva un atteggiamento di sfida. Il suo senso di insicurezza nei riguardi dei genitori appare vistosamente per esempio in questo episodio. Una volta, quando aveva ancora due anni - cosi mi disse - era scoppiata in lacrime perché suo padre aveva minacciato scherzosamente l'orso di un libro illustrato con il quale Ici si era palesemente identificata. Rita soffriva di gravi inibizioni nel gioco. Con le bambole, per esempio, l'unica cosa che le riuscisse di fare era l:lvarle e cambiarle d'abito incessantemente. Se per caso inseriva involontariamente nel gioco un qualun· que elemento di fanusia, aveva immedi::J.tamente una crisi d'angoscia e smetteva di giocare. Ecco alcuni dati attinenti alla sua anamnesi. Rita era stata allattata al seno per pochi mesi; poi le era stato dato il poppatoio, che inizialmente era stato accettato con molta riluttanza. Passare ad alimentarla con cibi solidi e disavvezzarla dal poppatoio era stato di nuovo un fatto penoso, e all'epoca in cui iniziai la sua analisi soffriva ancora di disturbi nell'alimentazione. A quest'epoca prendeva addirittura ancora una poppata con il biberon durante la notte; e la madre mi disse che aveva dovuto rinunciare a toglierle questa poppata con il biberon perché ogni tentativo aveva pro· vocato nella bambina grande pena e angoscia. Per quanto concerne l'avvezzamento alla pulizia, che fu acquisito all'inizio del secondo anno di età, ho fondate ragioni per credere che la madre se ne fosse preoccupata troppo. La nevrosi ossessiva di Rita si dimostrò strettamente collegata con il suo precoce avvezzamento alla pulizia. Rita aveva dormito nella camera dci genitori fino a circa due anni, e aveva assistito più di una volta ai loro rapporti sessuali. Quando, compiuti i due anni, nacque suo fratello, la nevrosi esplose in tutta la sua forza. Una circostanza aggravante era che anche sua madre era nevrotica e si mostrava manifestamente ambivalente nei confronti di Rita. I genitori mi riferirono che fino all'età di un anno Rita era molto più affezionata alla madre che al padre, ma che subito dopo aveva manifestato una cospicua preferenza per il padre e una spiccata gelosia nei
Capllalo dlclottftimo
riguardi della madre. A quindici mesi, nelle occasioni in cui il padre l'aveva tenuta a sedere sulle proprie ginocchia, aveva espresso ripetutamente e inequivocabilmente il desiderio di restare sola con lui nella stanza, Allora era già capace di farsi capire verbalmente. A circa diciotto mesi era so· pravvenuto un sorprendente cambiamento nel suo atteggiamento verso i genitori; al tempo stesso si erano manifestati vari sintomi, tra i quali pt1'1.1or nocturnur e fobia degli animali (specie dei cani). Sua madre era divenuta di nuovo la prediletta, anche se nel rappono con lei mostrava una forte ambivalenza. Era talmente attaccata alla madre da non tollerare di non averla sott'occhio, ma contemporaneamente tentava di prcdomi· nare su di Ici mostrando spesso apertamente di odiarla. Intanto m:mifesta\'3 un'esplicita antipati:t per il padre. Questi farri erano stati rilevati direttamente dai genitori che poi mc li avevano riferiti. Quando si tratta di bambini più cresciuti, ciò che dicono i genitori sui primi anni di vita è perlopiù inattendibile, perché il passare del tempo falsa sempre di più i fatti di cui sì ricordano. Nel caso di Riu, però, non si trattava di ricordi remoti, e l'analisi conferinò appieno la sostanza di quanto mi avevano riferito. Primi rapporti con i genitori All'inizio del secondo anno di età di Rita erano già chiaramente rile· vabili alcuni elementi importanti della situazione edipica, quali la prefe· rcnza per il padre, la gelosia della madre, e il desiderio di prendere il posto della madre nei riguardi del padre. Nel prendere in considerazione lo sviluppo del complesso edipico di Rìta nel suo secondo anno di età dobbiamo tener conto di alcuni fattori esterni di notevole peso. La bam· bina aveva condiviso la camera da letto dci genitori e aveva avuto fre· qucnti occasioni di assistere ai loro rapporti sessuali; i suoi desideri libidici, la sua gelosia, l'odio e l'angoscia erano stati perciò continuamente stimolati. A quindici mesi, quando la madre era divenuta gravida, la bambina si era resa inconsciamente conto della condizione di sua madre. Ciò aveva rafforzato intensamente i suoi desideri libidici di avere un b:tmbino dal padre e la sua rivalità nei confronti della madre. Di conseguenza la sua aggressività, nonché l'angoscia e il senso di colpa da essa derivanti, erano aumentati a \m punto tale che i desideri edipici non avevano più potuto essere conservati. I disturbi dello sviluppo di Rita non si possono però spiegare solo con questi stimoli esterni. Molti bambini sono soggetti a esperienze del ge· nere, c anche peggiori, senza perciò ammalarsi gravemente. Dobbiamo quindi tener conto anche dci fattori interni che, interagendo con le in·
Compleooo edlpiCG o lllfii"CO prlmltfn
fluenze esterne, produssero la malattia di Rita e disturbarono il suo sviluppo sessuale. Come l'analisi mise in luce, le pulsioni sadico-orali di Rita erano straordinariamente forti, mentre la sua capacità di tollerare tensioni di qualunque tipo era eccezionalmente bassa. Queste peculiarità costituzionali detem1inarono le sue reazioni alle prime frustrazioni patite e incisero fin dal principio nel suo rapporto con la madre. Quando, alla fine del primo anno, emersero i desideri del complesso edipico positi,•o, il nuovo modo di porsi in rapporto con l'uno c con l'altro genitore rafforzarono i sentimenti di frustrazione di Rita, il suo odio c la sua aggressività, e i concomitanti sensi di colpa e angosce. Ma la bambina non era in grado di far fronte a questi conflitti molteplici, e quindi non poté conservare i suoi desideri genitali. Il rapporto di Rita con la madre era dominato da due grandi fonti di angoscia: la paura di persecuzione e la posizione depressiva. Per un ''crso, quindi, la madre. era una figura terrorizzante e vendicativa; per il verso opposto era l'oggetto d'amore buono di cui non poteva fare a meno. Ella sentiva, pertanto, che la propria aggressività costituit•a un pericolo per la madre amata cd era oppressa dalla paura di perderla. La forza di queste prime angosce c sensi di colpa ~vcva determinato in gran parte l'incapacità di Rita a tollerare l'angoscia c il senso di colpa supplementari generati dai sentimenti edipici costituiti dalla rivalità e dall'odio per la madre. Per difesa essa aveva quindi rimosso l'odio sovracompensandolo con un amore esagerato, cosa che aveva comportato necessariamente una regressionc ai primissimi stadi dello sviluppo libidico. Anche il rapporto di Rita con il padre era influenzato sostanzialmente dagli stessi fattori. Un po' del rancore nei confronti della madre era stato deviato sul padre c rafforzato dall'odio per lui, da quell'odio che era stato originato dalla frustrazione dci desideri edipici c che, poco dopo l'inizio del secondo anno di età, aveva sorprendentementc sostituito l'amore. L'insuccesso nello stabilire un rapporto soddisfacitorio con la madre si era ripetuto nel rapporto orale e genitale con il padre. Il prepotente desiderio di evirare il padre (originato in pane dalla frustrazione avvertita nella posizione femminile e in parte dall'invidia del pene avvertita nella posizione maschile) emerse poi chiara.mcntc in analisi. Le fantasie sadiche di Rita erano quindi intimamente connesse al rancore generato dalle frustrazioni subite nelle varie posizioni libidichc c sperimentate sia nella situazione edipica positiva che in quella negativa. Il rapporto sessuale dci genitori aveva una parte rilevante in tali fantasie, e nella psiche della bambina era divenuto un avvenimento pericoloso e terrorizzante nel quale la madre appariva come la vittima del padre oltremodo crudele. Il padre, perciò, era trasformato in una persona pericolosa
non solo per la madre ma, dato che i desideri edipici di Rita permanevano in proporzione alla sua identificazione con la madre, anche per lei stessa. La sua fobia dci cani si riconnetteva alla paura del pene pericoloso del padre che l'avrebbe morsa per ritorsione contro i suoi propri impulsi di evirare il padre. La trasformazione del padre in un "uomo cattivo" disturbava profondamente l'intero rapporto con lui. Egli era odiato soprattutto perché incarnava i desideri sadici di Rita nei riguardi della madre. Un episodio riferitomi dalla madre illustra chiaramente questa situazione. Un giorno Rita, che aveva allora da poco compiuto i due anni, era uscita a passeggio con sua madre; mentre camminavano avevano visto un vctturino frustare crudelmente i cavalli. La madre ne era rimasta tremendamente indignata e anche la bambina, benché così piccola, aveva manifestato una forte indignazione. Più tardi, nel corso della stessa giornata, Rita aveva stupito sua madre domandandole: "Quando usciamo per andare ancora a vedere l'uomo cattivo che picchia i cavalli?" Ciò dimostrava che aveva tratto un piacere sadico da quanto aveva visto e che desiderava ripetere l'esperienza. Nel suo inconscio il vetturino rappresentava il padre e i cavalli rappresentavano la madre; e il vetturillO che picchiava i cavalli era lo stesso padre che realizzava nel rapporto sessuale le fantasie sadiche della bambina che avevano a oggetto la madre. L::t paura del genitale cattivo del padre da un lato, e dall'altro la fantasia della madre lesa e distrutta dal suo odio e dal padre cattivo (il vetturino), ostacolavano pertanto e i suoi desideri edipici positivi e i suoi desideri edipici negativi. Rita non poteva quindi né identificarsi con la madre siffauamente distrutta né assumere b. parte del padre nella posizione omosessuale. In questi primi stadi, dunque, nessuna delle due posizioni poteva stabilirsi soddisfacentemente.
Alcuni esempi probanti fOT1Jiti dal materiale analitico Le angosce provate da Rita nell'assistere alla scena primaria trovano conferma nel materiale che segue. Una volta, durante l'analisi, prese un blocchetto da costruzione di forma triangolare, lo coricò su una delle sue facce e disse: "Questa è una donna piccola." Poi prese un "piccolo martello"- come chiamò un altro blocchetto a fonna di lungo rettangolo - e con esso colplla scatola dei blocchetti da ·costruzione; dopo di che disse: "Quando il martello ha colpito forte, la donna piccola aveva tmta paura." Il blocchetto triangolare rappresentava Ici, il "martello" il pene del padre, la scatola la madre e l'insieme dci particolari la situazione del suo assistere alla scena primaria. È significativo che ella colpl la scatola esattamente in un punto in cui c'era uno strappo sul quale era stata incollata della carta, sicché
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vi fece un buco. Questo fu uno degli esempi probanti forniti dal mate· riale, e con esso Rita mi dimostrò inoltre, simbolicamente, la sua inconscia conoscenza della vagina e la parte che questa aveva nelle sue teorie sessuali. l due esempi che seguono attengono al complesso di evirazione e all'invidia del pene. Il primo è una rappresentazione Iudica. Nel gioco Rita stava viaggiando con il suo orsacchiotto per andare a casa dì una "donna buona" che le avrebbe fatto "una splendida festa". Il viaggio, però, non si svolgeva senza intoppi. Rita toglieva di mezzo il macchinista e prendeva il suo posto. Ma il macchinista tornava continuamente e la minacciava, causandole molta angoscia anche perché le disputava il pos· sesso dell'orsacchiotto, che lei riteneva indispensabile per il buon esito del viaggio. In questo gioco l'orsacchiotto rappresentava il pene del padre. La rivalità di Rita con il padre trovava espressione nella lotta per il possesso del pene, Ella l'aveva sottratto al padre in parte perché mossa dall'invidia, dall'odio e dal sentimento di vendetta, e in parte per prendere il suo posto presso la madre e riparare, per mezzo del potente pene paterno, i danni che le aveva inferto nella fantasia, L'altro esempio è rappresentato dal cerimoniale dell'andare a letto, un cerimoniale che col tempo era diventato sempre più elaborato e ossessivo ed era addirittura ripetuto in quanto applicato anche alla bambola. L'assenza del rituale stava nel fatto che lei - e cosl la bambola - doveva essere strettamente avvolta nelle coltri; e ciò perché - a quanto diceva se un topo o un "Butz~m"n fossero entrati dalla finestra le avrebbero strappato con un morso il suo proprio "Butzen". Il "Butzen" rappresentava sia il genitale del padre che il suo; il pene del padre av_rebbe strappato con un morso il suo genitale, proprio come lei desiderava evirare lui. Secondo il mio attuale modo di vedere, alla sua paura di qualcuno o qualcosa che entrasse dalla finestra contribuiva anche la paura della madre che aggrediva !"'interno" del suo corpo. La stanza rappresentava anche il suo corpo, e la madre l'aggrediva per vendicarsi delle aggressioni subite da pane della figlia. Il bisogno ossessivo di essere avvolta nelle coltri con una cura così meticolosa era appunto una difesa contro tutte queste paure. Sviluppo del Super-io
Le angosce e i sensi di colpa illustrati nei paragrafi precedenti erano in stretto rapporto con lo sviluppo del Super-io di Rita. 11 Super-io che riscontrai in lei era crudele e implacabile non meno di quello che si rileva nelle nevrosi ossessive gravi degli adulti. In analisi riuscii a risalire il "[Vedi P·'54,n.s.]
C•pftoto diciottesimo
corso del suo sviluppo fino all'inizio del secondo anno dì età. Ora, alla luce della mia esperienza successiva, sono portata a situare l'esordio del Supcr-io di Rita nei suoi primi mesi di vita. Nel gioco del viaggio riferito più sopra il macchinista era una rappresentazione del padre reale ma anche del Supcr-io. Il Supcr-io appariva operante, inoltre, nel gioco ossessivo con la bambola e in particolare nell'applicazione del cerimoniale dell'andare a Ietto anche alla bambola, che doveva anche lei essere avvolta accuratamente nelle coltri. Una volta Rita, replicando in analisi il cerimoniale con la bambola, le mise un elefante accanto al leno e spiegò che l'elefante doveva impedire alla "bambina" (la bambola) di alzarsi perché altrimenti la "bambina" si sarebbe inuodotta furtivamente nella camera da letto dei genitori e "avrebbe fatto loro del male o avrebbe portato loro via qualcosa". L'elefante era una rappresentazione del Supcr-io (il padre c la madre), e le aggressioni ai genitori che l'elefante doveva impedire erano un'espressione delle pulsioni sadiche di Rita dirette contro il rapporto sessuale dei genitori e la gravidanza della madre, Il Super-io doveva rendere impossibile alla bambina di depredare la madre del piccolo che era dentro di Ici, di ledere o distruggere il corpo della madre, e di evirare il padre. Un particolare significativo dell'anamnesi di Rita è rappresentato dal fatto che poco dopo il compimento del secondo anno di età, quando giocava con la bambola, ripeteva spesso che lei non era la madre della bambolit. Il contesto dell'analisi rese chiaro che ella non os~va giocare a fare la madre della bambola perché questa rappresentava il bambino che Ici bramava - c temeva - di portare via alla madre. In Ici operava anche ·il senso di colpa connesso alle fantasie aggressive attinenti alla gravidanza della madre. L'inibizione a fare nel gioco la madre della bambola traeva origine, oltre che da questo senso di colpa, dalla paura di una figura materna crudele, enormemente più severa di quanto non fosse mai stata la madre reale. Rita, quindi, non solo vedeva la madre reale in maniera distorta, ma si sentiva costantemente minacciata cla una terrificante figura materna interna. Ho accennato alle fantasie aggressive cli Rita nei confronti del corpo della madre c alla connessa paura sia di essere aggredita e depredata da Ici dei propri bambini immaginari sia di essere aggredita ed evirata dal padre. Vorrei ora spingenni più avanti nelle mie interpretazioni, Le aggressioni immaginarie al suo corpo da parte dei genitori in quanto figure esterne erano in rapporto alla paura di aggressioni interne da parte delle persceutrid figure genitoriali interiorizzate che costituivano la componente crudele del suo Super-io. 16 "Nel "Quadro sintetico teorico che presento più avanti espongo quale parte esabbia il padre inwriorizzato buono nello sviluppo del Super-io delle bambine. Nel caso di Rita questo aspetto della formu.ionc dd Supcr-io non comparve in analisi. H
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L'asprezza del Super-io di Rita appariva spesso nei suoi giochi durante l'analisi. Per esempio soleva infliggere alla bambola punizioni crudeli; dopodiché manifestava crisi di collera e di paura. Ciò perché si identifi- \ cava contemporaneamente con i duri genitori che infliggono gravi punizioni e con il bambi.no punito crudelmente e che cade in preda alla collera. Questo lo si poteva osservare non solo nel gioco ma anche nel suo comportamento in genere. In certi momenti sembrava essere la personificazione di una madre severa e inflessibile, e in altri quella di un lattante incontrollabile, brnmoso e distruttivo. In Ici pareva esserci un Io troppo debole per mediare tra queste due posizioni estreme e attenuare l'intensità del conflitto. Il processo di integrazione graduale del Super-io era disturbato gravemente, sicché ella non poteva conquistare una propria individu::alità,
Angosce depressive e paure di persecuzione che disturb1W111JO lo wiluppo del complesso edipico I sentimenti depressivi costituivano una componente notevole della nevrosi di Rita, I suoi stati di tristezza, il piangere senza motivo, il chic; dere continuamente alla madre se le voleva bene, erano tutte manifestazioni delie sue angosce depressive. Queste angosce trncvano origine dal suo rapporto con il seno materno. Per effetto delle sue fantasie sadiche, nelle quali avev::a aggredito il seno c l'inter::a madre, Rita era dominata da paure che influenz::avano profondamente la sua relazione con la madre. Per un verso ella amava la madre quale oggetto buono, di cui non poteva fare a meno, c si sentiva in colpa per averla esposta al pericolo nelle sue fantasie aggressive; per un altro verso l'odiava e la temeva quale madre cauiva, pcrsccutrice (l'originario seno cattivo). Le paure e i complessi sentimenti relativi alla madre sia come oggetto esterno che imerno costituivano la sua posizione depressiva infantile. Rita era incapace di far fronte a tali angosce acute e non riusciva a superare la posizione depressiva. . Al riguardo è significativo l'episodio che sto per riferire e che fa parte del materiale prodotto all'inizio dell'analisi. 17 Una volta prese un pezzo di carta, ci fece sopra degli scarabocchi e quindi lo annerì completamente con molta energia. Poi lo strappò in piccoli pezzi che buttò in un bicchiere d'acqua e portò il bicchiere alla bocca come per bere. A questo Il migliorato rappono eon il padre, che si nrificò verso la fine dell'analisi. era tuttavia segno di uno sviluppo dd Super-io sotto l'aspetto anzidetto. Secondo il mio attuale modo di vc:derc, l'angoseia e il senso di colpa relativi alla madre avevano talmente dominato la vita affettiva di Rita da ostacolare sia il rappono con il padre esterno sia quello con la figura patema ioteriori~ta. "L'episodio non è mai stato riferito in scritti precedenti.
C.pltolodl~rte dei fenomeni costitutivi di ciò che Freud definisce vincolo della bambina alla madre fallica. I desideri orali della bambina per il pene del padre sono commisti ai suoi primi desideri genitali di riceverlo. In questi desideri è già insito il desiderio di ricevere bambini dal padre, il che è peraltro confennato dall'equivalenza "pene=bambino", Il desiderio femminile di interiorizzare il pene e di ricevere un bambino dal padre precede sempre quello di possedere un proprio pene. ' Pur concordando con Freud sulla preminenza che, t~ le angosce della bambina,' hanno la paura della perdita dell'amore della madre e quella della sua morte, sostengo che ciò che contribuisce sostanzialmente alla sua principale situazion~ di angoscia è la paura che il 5!10 corpo sia aggredito e che i suoi oggetti d'amore interni siano distrutti. NOTE CONCLUSIVE
Con questa mia esposizione del complesso edipico ho cercato di dimostrare l'interdipendenza di alcuni dci più importanti aspetti dello sviluppo. Lo sviluppo sessuale del bambino, dell'uno e dell'altro sesso,· è inestrica·bilmente conriesso coò le sué relazioni oggettuali e con tutti gli affetti che improntano sin dall'inizio il suo atteggiamento ~ei riguardi d~lla madre e del padre. Angoscia, senso di colpa e sentimenti depressivi sono componenti intrinseche della vita affettiva del bambino· e perciò permeano le sue prime relazioni oggettuali, che sono costituite dai suoi rapporti sia con persone reali che con i !Oro rappresentanti nel mondo interiore. Queste figure introiettate - le identificazioni del bambino determinano la fonnazione dei-Super-io, il quale, a sua volta, influenza il rapporto con entrambi i genitori e l'intero sviluppo sessuale. Sviluppo sessuale e affettivo, relazioni oggettuali e fonnazione del Super-io interagiscono, quindi, fin dal principio.
C.pliDio dltloll.Qimo
La vita affettiva del bambino, le prime difese erette sotto la pressione del conflitto tra amore, odio e senso di colpa, e le vicende delle identifi. cazioni del bambino, sono tutti temi che possono occupare validamente la ricerca analitica per ancora lungo tempo. L'ulteriore lavoro in questi campi potrebbe portarci a una più completa conoscenza del complesso edipico e dello sviluppo sessuale nella sua globalità, ossia, in definitiva, a una più completa conoscenza della personalità.
Capitolo 19 Note su alcuni meccanismi schi:roidi 1
....
Questo lavoro trana della rilevanza e "del significato delle angosce e dei meccanismi schizoidi e paranoidi primitivi, Per parecchi_ anni, ancor prima di giungere a una visione chiara dei procèssi depressivi nella primissima infanzia, avevo pensato molto all'argomento, ma, nel corso dell'elaborazione del mio concetto di posizione depressiVa infantile, i problemi della fase che !a precedevano si sono imposti con forza alla mia attenzione. Ora esporrò appunto alcune delle ipotesi a cui sono pervenuta riguardo a tali angosce e meccanismi primitivi,l Le ipotesi che Presenterò, e che sono in rapporto a stadi molto precoci dello sviluppo, sono tratte deduttivamente da materiale prodotto in analisi da bambini e da adulti,· e alcune di esse sembrano trovare piena risponC:enza in osservazioni consuete nell'attività psichi~a; La Convalida delle mie opinioni richiederebbe l'esposizione di una quantità di materiale clinico particolareggiato che però è qui impossibile fare per mancanza di spazio; mi auguro di poter colmare questa lacuna in ulteriori contributi all'argomento. . Per cominciare sari. utile riepiloiare brevementè le conclusioni concementi le primissime fasi dello sviluppo che hÒ già riferito altrove. 3 Nel periodo dell'allattamento . insorgono angosce caratteristicamente
portanti con Paula cimann, iosi tanto sull'elabor:az.ionc quanto di numerosi concetti qui esposti. •Vedi LI pJico4naliri dri bam ini (193d c .~Contributo alla psicogc:ncsi degli stati maniaco-depressivi~.
Cepttolo dlctenno-lmo
psicotiche che spingono l'lo a porre in essere detenninati meccanismi di ~l punti di fissazione di tutti i disturbi psicotici vanno rintracciati , in tale periodo. Questa tesi ha indotto alcune persone a credere che io consideri ogni lattante alla stregua di uno psicotico; ma mi sono già occupata a sufficienza di chiarire questo fraintendimentO in altr~ occasioni, Le angosce psicotiche, i meccanismi e le difese dell'lo dell'epoca dell'allattamento hanno un'influenza profonda su tutti gli aspetti dello sviluppo, incluso lo sviluppo dell'lo, del Super-io e delle relazioni og~ ~ Ho espresso ripetutamente l'opinione che relazioni oggettuali esistono sin dall'inizio della vita e che il primo oggetto è il seno materno, il quale rper il lattante si scinde prestissimo in seno buono (soddisFacitorio) e cattivo (frustrante); questa scissione ha come risultato la disgiunzione e Ila separazione dell'odio e dell'amore. Ho inoltre avanzato la tesi che il rapporto con tale primo oggetto ne implica l'introiezione e la proiezione, e che perciò le relazioni oggetruali sono foggiate sin dal principio dall'azione reciproca fra introiezione e proiezione, fra oggetti e situazioni interni e oggetti e situazioni esterni, Questi processi concorrono alla formazione dell'lo e del Super-io e preparano il terreno all'esordio del 'complesso edipico nella seconda metà del primo anno di vita. Anche la pulsionc disuuuiva è rivolta sin dall'inizio all'oggetto, e si esprime dapprima in fantastiche aggressioni sadico-orali al seno della madre che poi si trasformano ben presto in attacchi sadici di ogni tipo a tutto il suo corpo. Gli impulsi sadico-orali a depredare il corpo materno dci suoi contenuti buoni e gli impulsi sadico-anali a porre dentro di esso i propri escrementi (a cui si aggiunge il desiderio di penetrarvi per controllare la madre dall'interno) fanno insorgere quelle paure di persecuzione che sono potenzialmente di grande imponanza per lo sviluppo
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della..P,!!a.nQb.e~~·
Parlando delle diverse difese tipiche dell'lo primitivo ho fatto riferimento ai meccanismi di scissione dell'oggetto e delle pulsioni, all'idealizzazione, al diniego della realtà interna ed esterna, e alla ~one degli affetti. HoÌ)Olparlato-ancheQel Jlvèrs1 cOntenuti d'angoscia, ~- f"qùali ho iilcluso la paura di essere avvelenaci e divorati. La maggior parte di questi fenomeni predominanti nei primi mesi di vita si riscontra anche nel quadro sintomatico della schizofrenia. Ho sostenUto che questo periodo - inizialmente da me definito "fase persecutorian e più tardi denominato "posizione paranoide"•- è imme• AU'epoca in cui questo scritto fu pubblicato per la prima volta, nel 1946, mi avvalevo deUa mia denominazione ~posizione pannoide• come sinonimia. dell'espressione di Faitbaim "posizione schizoide~. Ritlerundoci meglio ho deciso di combinare le due denominazioni, sie7 a Londra" c critica ·vivaccn{cntc il lavoro di Anna Freud. Esce contemporaneamente in tedesco e in inglese la Pric01111a/isi dei bambini, il suo primo libro. E:.ee una recensione critica del libro, serina da un vecchio seguace delle sue teorie, E. Glovcr.
1934 In primavera muore a ventisette anni, per un incidente in montagrua, il figlio Hans. Pubblicazione del Contributo idio pricognuri d~gli nati -ni.zco-depressivi, serino nel 1934. che costituisce l'abbouo dd Msistema ldeini:mo~. Pubblicazione de n Juno ~ la sua ctnmesrione con gli nati mmriaco-deprtsrivi, serino nelr9J8. Dibattiti critici fra kleiniani e antiklciniani in sedute plenuie della Socicti psicoanalitica britannica. Pubblicazione di una violenta critica di Glover, Ctmridnnioni sul rinm~~~ kfeinùmo di psicologia inf.mtile, in ~Psychoanalytic Study of the Child~, vol. 1. La proposta di Glover di espellere i klciniani dalla Socicti psicoanalitica bri· tanoica ~ rapiota e Glovcr lucia la Società. 19~7 Pubblicazione di lnviditt e gratitudin~. 1959 Morte di Emes1 Jones. 1nill di Lt0111Jrdo d11. Vinci (191oa). - Osserotnioni psico1J1111liticbe su un t/JSO di p111r11noi• (dtmentiiJ p111r.moides) detcritto • rmtobiogr•ficamente. (CQso clinico del presidrote Schreber.) h91ob), - Contributi""" psicolo8'Ì/I del/• t/itQ amorOtiJ (1910-17): J.Su/111. più comune degr~d11· ozione della vit~ Q17111rOI~. - Precistniom sui due principi ddl'lfctQdere psicbico (1911). - Totem e t111bù (1911-13). -Introduzione Q/ '1lllTcisismo (1914a). -Dal/Q stori11 di una nl"'lrosi infantile. (C111so clinico de/fuQ111o dri lupi;) (1914b), ...:.... MttQpsicologiiJ: LA rimoziU11e (I91Ja). - Metlllpsicologilll." L'inc0111ciO (191fb). - M~t~psicologi11: Lutto e mel~nconi~ (191fC). - Trasfol"'nnioni pulsion1111i, p~rticollfrmrnte d~ll'erotismo lf1llllt (1915d). - lmrodr.aione Q/fa psiCQli1JQ/isi (1915·17). -Alcuni tipi di CllTillttere tr111tti d111llworo psicoil/nQ/itico (1916). -Al di /il del principio di pi•cere (19lO). -Due voci·di ent:iclopedi~: "Psico•n~lisi• e ~Teoria del/g libido" (19na). -L'lo e fEt (19nb). - L'org111niwnitme genitQ/e inf11ntile (1913). - Il probiC11111 ecommDco del 7111Jtocbismo (1914a). - Il tTQ111onto del complesso edipico (1914b), in !A vita sttiUIJie (Univenale scientifica Boringhicri, N. sd.
-Alcune
cons~gunne
psicbicbe del/11
di/fertm~~ 1m~tomic11
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]ndl••nolltlco 1~-48, 351, )iklsg., 363, no, 38:, 387 sg., J90i relazione con i, 69. n6sg., 16o, 164, 17!5. 189, 191Sg., 194,181,194, )IO• 13, 381sg., Jil4·87, 393, J96n .. J97i reGdosia, 187,ZOO.ZIBsg,.nJS8',.Zl4.>70. lazione dinurbata con i, 484; relazione 318. 339. 363, 377, J8o. 386; vedi tmche stabile con i, 4P, 481 sg., 488; riparaEmozioni; Invidia; Rivalità . rione o restauro dci, 319 sg~ 341 sg.; Genio, 107 rivalità con i, 41k>; sentimenti neg:uivi Genit~le: femminile, u1, 366n.. 400> 401 per i, u7, 178, tll9sg., 191, 100; rubi(1Jtdi tmche Vagina); materno (rapprcliti all'interno dell'lo, J36, 3,.6, JSJi scntaz..ionc), 89. 99> 117n., IJI, 135, u8, v~di 11neht Coito; Madre; Padre Genitalid, 110, 1J1Sg., 159, 381, 4h; e Giocattoli (baiocchi), 171, 101sg., !Opg., •H, 189, sos, 516-19; vedi 11ncbt Bamimpubi pregçnitali, 478, 48>sg.; 'lltdi bole; Gioco llncbt·Scssualid · Gcnilori,71,JOSi18'B'n:ssividvet!oi, 188, Gioco: analogia col sogno, 156sg.. ur; appaga.menro di desiderio nel, u8-JI, 198Sg., 141, 149. 377, 390, 396; amore IJJn.; ça) seno, 496SS'·i come prova per i, 176, 178, 18o. 191sg., n6sg., 3~; dell'amore della madre, 507 sg; di caangoscia per i, J17Sg., J71·77, 394,479. 481; aspetto "buono~ e ~canivo~ dei, rattere osscssivo, s6sg., 111, 158n., 384 sg., 390; e analisi, 111, 155, 157• 159Sg., Jo8, J41SS'.. 345, 350, JHSS'.. 177, 381 · sg.; autodtiì. dei, 13, 34, 403 sg.; che 168, 170•7J, zoug., J)O, 155, z69sg., esercitano rappresaglia, 19J,J41, n6-78, >86, 189, J91i c angoscia, 59, lfS, 186, 396; come oggetti interni mani, )ol, 361, J8s, 391; c atteggiamento nei « 114-o JBSB.', l38. 14JS8'., 159; t!~di /Jncbe Scuola !nsk:u.l'etta,scnsodi,z4,38s Inrcgnzione, 318, 335, 385, 391, 4n, 414, 417, 4•3, 445""47. 4SS. 459, 465 sg., 4697), 476, 481s:g., 486sg., 49'· 493, soli, $19. 511; t~edi 11ncbe Sintesi lnteussi: creativi, 107,178, 400; e aggressività, zs8sg.; e angoscia, 318n.; eriparazione, ))l; e simbolismo, IOJ, 151; e sublimazione, ID), 146., 154; inibizione deg\i,4i!,91,94. 108,111, n6, 1)0, 356, 38o; m3ncanza di, 40, 113, >09. >51 sg.., IJJ, 159; per o~«i ii'Uinimati, 155, 158; per suoni e tumor~ utsg., n7, Ù9-JI, 141, 147; rimozione di, ID7-G9. 119-JI;Sil base anale, 119-11 Interiorizzazione: cannib:licsca, )1458'-. 313; ilei genitori, 181, 199> )18-lo, )IJ, 3>7, J4Ug., 347, uo, 374. 376-78, -JB•; dell'oggetto parziale, )Oz, 3o6; dell'oggetto totale, 301, 304; del pene paumo, IJ'7, 175sg., 396. 400, 401; di ogge"tti ~mati ~buoni~, 199, )OISg., )07, )IOsg,', JSJSg., 401; di situazioni interne, p8, HO; C angos.;i~, >49, )oli, )19; C COSI111zionc del mondo interiore, 318, 353 sg.; e suti psicotici, 1'}11 sg., JIO; vedi am:be lntroiezionc; Mondo interno; Oggetto interiorizuto lntroiczione: come meccanismo di difeso, 300, 415; come processo fnndamentalc,476; dei genitori, 154,115,130,141, 146Sf.,176,')19.405,446,48o,48z,488; dell'oggetto "buono", 197, 314, 346.. 411, 415,418, 4z9en., 461, ~sg.; dell'ogsetto "catdvo~, 4" sg., 438, 441, ~~. 468; dell'oggetto d'amore "buono~, UJ, 197, >99Sg., )o6, }14, 314, )1958-, )45\ dcll'owttoparzialc,307, )11,314,396, 445, 461; dcll'nggetto perduto, 477; delJ'nggctto totale, 304-oll, )]o, 411, 411, 4-U, 454, 471-74, 476, 480, 491; di imago o ligure, 131, :94, 458; disturbi dell', 1975{1:'., )ÒO, )ZZ, 419Sg., 4l4S{I:'., 476Sg., 500; c angoscia, 314, 3JO; c avidità, z8o sg., 199, 500; c complesso edipico, 410; c crc:nione del mondo intcrinrc:, 474; e fame, 4•9; c formazione del Super-io, 410,46>,471;cidcntificazione,446,~,
47>; e incorpnrazione ol1!1e,
.(6~. ~8;
c: libido on.Je, ~ss, 194; e proiezione, >79. 197, no, 341 sg., 397; c sadismo orale, 149; c scissione, 41$-11, 43~; c senso di colp;, 115, Jzz, 377; c S...pcr-io, 136, ZJ7,z8s, ~94. 346; e sviluppo dell'lo, 410, 411, 418-zo, 466, 470; intensità dell', 401; ncUa depressione, z'}ll, 307, 345 sg.; nella pa111noia, Jo6sg., no; nello sviillppo normale, )OJ; nel lutto normale, )41; 0111lc, 149, 1Bs; proiezione che inleragisce con b, 410, 419. 469 sg.; v~di /Jnche lntcrioriziazione; Oggetto interiorizzato lntrospczione, 457 Investimento libidico: delle attività e degli interessi dell'lo, 77, 90, 95, 119, 111 sg.; delle tendenze dell'lo, 98, 100, 101; distacco o riciro dell', 431, soSn.; e identificazione, JOJ; c inibizione, 101, 119; c proiezione, 469; e ripanz.ionc, 397; c simboli, 95; simbolico sessuale, 100·0),119, IZ) lnterprctazionc(i), n-s6, S~J. 71, 86, 117, IJD, 156sg., IJ9, 169-•1), 178, 188, 195, zo•, znsg., z56sg., 159, 3oB, J141D, J)l-41, JJS-jS, )7Z-76. 416, 4>8-)lj simbolica, 170 sg.; vedi IIJiehe Psìeo:tnalisi Invidia, 63, 150, 119-14, n9sg., J88Sg.., J9l• 4o6; del pene, 113Sg., 339, )88, J9J, 401-o, 314·16, 331; c riconoscimento della realtà psichica, 311; e rimozione, 4JS, 487i eriparazionc,473, 483, 4S6;cscnso di colpa, 3o6, JII, HJ, J71i c situuioni d'angoscia, roo, !41, 148, 301-o5, 311 sg.., 319, 314, JJ), 371; c sublimazionc, 483; e Supcr-io, rss, •6o, t79S8'., us sg., u8sg., 141,177, >79, 281, aB4, aS6, all9sg., )O), )II, )71,40}, 45So 474,48689,491Sg.; c tendenza a riparare, Jossg.., ))I; c tentativi di evitare l'angoscia, 96, uhg., 134, aso, aRpg.; c vita di fantasia, 254, 193, 457; fattori costituzionali che inftuiscono sull', 467n.; fona dcii', 457i funzione di sintesi deU', 44S· 48, 465, 469, 473, 47Si funzioni dell', 178, )o8n., 413, 472; ideale, t81Sg., rBs, U4. 314, 313; impulsi distrunivi contrOllati dall', 47)Sg., 493; infantile, 155, 167, 171,179, •90,!16, 187, z98sg.,)n, 3)1, 389; minacciato, 4SSSi·i non integrato, 411, 461, s>l; nuclei dell', "~di "Nuclei ddl'fo~; oggetti stabiliti all'intemo dcii', 197S8•• )O!Sg., )U-14, J36, 346, 354, 397; organizzazione dell', 198, 301, nr, 346; primo (primitivo), 411-14, 470sg., 519, su; profondità dell', 4J:7i pulsioni dell', 98, 1otsg., 43li raffonato dall'analisi, 155, 16o, assn., a6o, 177, ~90. 457; scissione dd!', 413, 415->J, 419, 431, 411n., 461, 464sg.; soddisf~eimcnto nareisistico dell', 129. 116, 341; v~di ancb~
Sé
Io, sviluppo dell', IJJ, ZJ6, 138, 249-H• 16o; distutbi nello, 251, 156, 176, 181, 394; e fotmazionc dci simboli, nt-1!14; c introiezione, 410, 417•10, 466, 470; c meccanismi ossessivi, 486; c proiezione, 471; e relazione oggeuuale, 41), 445,
471sg., 475, 481, 491, 493; e senso di realtà, 413, 471, 473, 475, 48s; e sviluppo libidico, 481; nella posizione depre$Siva, 471·75i nel secondo anno di età, 48s; progressi neUo, a78-8o, }31 lpcranivit:à, J•J lpercines.i, z61, z66 lpocondria, J07·11, 357,484 hrcquictata, 117, IJOSg., IJ)Sg., 1)8Sg., 143 sg.., 148; vtdi ancbt Mobilitoì. lsaacs Susan, )>m., 537Sg. Isolamento, come difesa, 376 lsreda, 97, •04-08, 411, 484; d'angoscia,
"
Joncs E.., 77n., 101, 150, z8Jn., ziiJn., ~ Jokl R., 76n. Lactìme, 339. J4Isg. Latcnza, periodo di, 456, ,.St, 48'7 Lattante, vedi Bambino piccolo Latte, IJB, 174, 181, ]17, 374, 391, 400; vtdi am:h~ Cibo; Suzionc, stadio della Lavoro dd !urto, 455, 458 Leonardo da Vinci, 41, 10-4-o6 Lcwin B., 31Jn. Libido: anale, 397; di5tacco della, 98n.; c angoscia, 59.96,toosg., to8, J9S.43SS8·i e fissazioni, 481; e impulro disrrunivo, 411, 4Jl, 451, 46osg., 46s, 467, 469. 471S~ .• 488,491, 49), S•9; e pulsione di vita, 443, 4Sli e relazione oggettualc, 434; e rimozione, 486n.; e trani del Cl!· ratte1e, 18tn.; fissata a oggetti, 104, IJO, 105, )16, 341Sg.; genitale, 114, 117-11; 111, I'}Osg., 483, 4S6sg.; impastata con la pul5ione distruttiva, 184, 187, 39Si mobiliti della, 74- 316, 365. 39S sg., 397 sg.; narcisistica, 104. 140sg., 1sosg., >B4; nel narcisismo, 434; orale, uo, 397· 99, 404sg., 416,467,476,478, 491; prcgeniulc, 190; regressionc delb, 1~, 172n.., )87: rimotlonc della, 96sg.., roo, IOJSlJ.; scarica della, 89. 101, 1o8; spo· stamcnto della, 103; stadio prcambiva· lente dclb, 467n.; sviluppo della, >)!, 16osg., 199, J9S· 4S9i urctnle, 397 Linguaggio prcvcrbalc, 494i "tdi ~nch~ Parola; Verbalizzatlonc Lutto: dolore nel, 316, JJ7, 343 sg.; c connessione con gli stati maniaco-depressi- . vi, )I6-19; cd esame della realrà, )16 sg.; c idcalizzatlonc, ))8; e intcriorit:zuione,477S8'.; e oggeui imcriorizzati, .. J4lol46.J4B,JS3S8'.;emelanconia,J45i e perdita ddl' oggetto buono intcmo,
lndl.. an•lltlto
335 sg., 343 sg., l54i e penecuzione, 336, }4li e posizione depressiva, 411, 423, 474, 476-78, 514 sg.; e posizione depressiva infantile, 317, nssg., 341-45, 35) sg.; e primi processi psichici, 326, n6, 344-46, Hl 58'., 455; e rappono col mondo esterno, ns. )41, 345i e riparazione, 474o 476; esame di realtà nel, 4n, 515; c trionfo, 3J4-J7i lavoro del, 4H, 458; norm~lc c anormale, 317, 337, 351-54; odio nel, 338, J4Ji supcr:unento del, 319,344, JH. 47558'., 478; wdi 1mcbc. Melanconi~; Perdita; Scpn:~zionc (o distacco), paura della Mack-Brunswick Ruth, Jlon. Madre: aggrapparsi alla, 47 58'., JSIS, 364, 381, 386, 391; aggi'CSSività nei confronti della, 86,105, 113; u8sg., 143, 14(Ssg.;· 149ol49o364,J67S8'.,}8o,)8),]87,391 sg.; allontanamento dalla, 130, 136, 151 n., ZOO, 10),10J, 21758'., Hl, zpn., ]OJ, 363,404, soS; amata e odiata, 413,456, S•4i amminzione perla, 147, 381; amore pc:t Ja, 31n., p, 70, 1)1, 1)6, IJISg., 186, 199. 11], 217, 1n, z]zn., 147, 301, )IO, 310, 3nsg., }SJSg., 357o 363, 365, 374, J78-9J,J8s, 391, 393; angoscia per b, 318,344.363,383, 392-94; aspetto distruttivo della, 375, 377, 3815g.;,attaccomc:mo alla,48, 70, 168,305, 404o4o6; avvcnita come oggetto totale, 311Sg., )91, 45Si ubuona", 1]1n., 136Sg., 144, 301,341,)45,)61~J74-78,381,)9158'.,
J96ss., 399sg., 403, so5sg., 518,·sn-z4; •cattiva•, IH, 18), uosg., 231n., 136 sg., 144. 301, 336.363-65, J15. 379. J&j, 390SS.,J96,402,505S8'.,J18,51Z-1.4i che contiene il pene del padre, 218 sg., 111, 140, 242, 146, 149o ZS7, 171, 176, 188, )18, 361, 363, 379Sg., }81, )99, 401, 4o6; che esercita la nppresaglia, 3J7,383, 387, )8'9sg., 391, 399, 401; che frustra, 375, 383; che punisce, 105, 146 sg., zn, )]8; coito con la (nella fantasia), 86, 1095g., 115, 119, 131, 18}, 111, 17l-7St }17, )19$8'.• )51, )66, 368·71, 400; come persona ~cale (oggetto totale), 446, 4(Sz, 4(S9, 471sg., 49t; con il pene, 61, ·,, 85, 104, IIJ, 133 sg., IJ6, 404, 407; danneggiata, 309, 3t7, 361 sg., 365-67, )81, 387, 391Sg., 398-400, 4o6; depredata degli organi sessuali, uS-10, 111, 149; depredata del pene del padre, u9, z4(Ssg., z49, z57; desideri gcnit;li nei confronti della, s8sg., 64, 91, 1o6,
I)JSg., )61, )68Sg., 379-h, 398, 404o6; desideri orali nei confronti del-
la, 1JZ5g., 397; desideri sadici nei confronti della, 183, 199Sg., zo3, 105, z48, 339sg., 388; desiderio di mone della, 153, 187, 199. 391; desiderio di vedct nuda l;, 51Sg., 111; dipendenza d~lla, 450, 510; distinta dal nutrimento, 497, 504, 511; divorata nella fantasia, 86, 199,101, 105, utsg., 149, 301, 377Sg., 38zsg., 405; estero;, 154o 159, 1Bo, 13JSS., 14(5, 317Sg., 318, 344 sg., 315, 384, 401; e Supcr-io, 119, 111, 39tsg., 405; evifatrice, 77, So, 136, 151 -n., 1185g., 383; fantasia di ptendere il posto delta {presso il padre), 6osg., Ilo, 1)1, 148', 199, 130, 38ssg., 401; !ed della, 51, u8, 14(5, 149, zs6, 158 sg. (wdi ~ncbc Feci); figura della, 363, 365, 381, 390 (wdi ~ntbc Imago); fissazione alla, n8sg., 151n., Ijzsg., 100. 186, JOI, 38t; "genitale~, 136sg., 363, · 36pg., 381; 9ravidanu della, ISJ-ss, 100, 119Sg., 1)00 170, 1760., 386, 390i idHiizzata, 337, 364, 375, 378, 38o, )6)Sg., 396; idcntific:~zionc con la, 115, 119, 1)958'-t 147Sg., 117-11, 214$8' .• 384, 368, 394, 401-os, 446; int.:~go delb, 61 sg., 70, 114Sg., IJI, 133n.; indiffcrenu nei confronti ddla, sos; in rappono sessuolc con il podte, 6o, 1)0, 18zsg., 38.sg.; intcriorizzata, lf4Sg., 146sg., 301, )00), )1758'-. )18, )ofO, 341, J44Sg., 348sg., 315. 377-79, 383, J<J0-'91, 396, 400-03, 473, so6; lesa e depredata dci suoi figli, tn-ss. 151"·• 119, 121, 130, 143,J46,>49,1700 17J0 177,18I,)I7, 336, )SO, )6o, J<J0,4DI; monc delta, li}, )01, Jl7SS., 346-50, 391,404, 407> odio per la, 186sg., 117, 111, 151, 305, 399> 347sg., n6, 186-88, 3915g., 396, 404; paura della, 1)6sg., I fin., 119, 111, n)sg., ZJ•n., 146, z84n., 375-78, )81-84, 387, J'}OSg., 396, 399, 401; paure suscitate dall'assenza della, 1f!, JOISS'·· 338, 392; perdita hsscnza) della, 146sg., 301, ns. 344sg., nz, 387, 391S9.• 411, 4)5Sg., 44958'., 479, 484, 490, 504-o'7, JIJ-IJ, 514; persccutricc c vendicativa, 417,440, 501, 504-o6, fiO, 518, 514; primo amore per la, 46),483, 49•,496sg., 514; proìc:cione nella, 417, 468; protc:zionc della, 311, 364. 367sg., 37758'·· 383; relazione della {con il bambino), 1s6n., 153, n6-58, 164, J8ssg., 414en., 418, 490, 496, 498, sn, 519sg.; rcla-
,s,,
zione con l:l, 70, IJ8, :oosg., zos, 214, U7S8'~ Zllsg., ZJ9, 189, )IO, ]11·1], 317, Jl9, 345, 351, 363 sg., 315, 378sg~ 381, 387, 391, 393, 404·00; relazione diSturbata con la, 489sg~ 499-501, 504-o7, 510; relazione sicura e stabile con lJ., 446,46J,498sg.,so•,so6sg.,s1•;ripua-zione della, 148, 320,JS2, 368, 389. 393, J<J8, 400; risentimento della, 187, 387, 404i rivalità con la, 187, Hl, J17Sg., 339, J86,J9•,40•,479l•seno•della,J63, 36ssg., J81sg.; semo di colpa nei confronti della, 301n., no, 383, 401; simboleggiata dalla sc:uob, 75sg., 795g., IJ4Sg.; simboli della, IJ7Sg., 143, JH• 61; vedi anc!M Complesso edipico; Genitori; Madre, corpo della . Madre, corpo della: aggressioni al, 217· 19,U!·14,Z4o-44,Z46,z49oZJ6•J8,z64, 171,174-76, 188sg.,194, >97, z43. zp, •s8, z64, 171, zn-79, 317sg., 349sg., J6o-6J, 378, 381, J90i che contiene il pene paterno, 478 sg.; come fonte di ogni bonti, 4oosg.; come luogo pericoloro, ]61, 363, ]81Sg.; contenuti deJ, 100,116, 119,113 0 Z41Sg., 146, 249, zs8,z64.176, 188,197,317, ]61, 363, ]Bo, 381, 390, 399, 40(1; depredare il, 410, 416, 467n., 4158, 478; e mondo esterno, 164, 171, 17B, 188, Jn; interesse al, 88, 117,116, 16.j, 174sg.; leso, 143, 146 sg., 390, 399; pcnctr:~zione nei, 103 sg., 117, 117, 154, n•; relazione sadica con il, 154, z6J sg., 188, J97i ripuazione del, 171, 181, 481; vedi oncbe Carpo; Fantasia aggressiva; Madre Madre, seno dell3: aggressione al, 197, 173 sg., z88sg., 381sg., 391; allattamento o alimentazione al, 441, 461-64, 495· 512, su sg.; ~mato c odiato, 410, 445, 461sg., 46s, 469sg., 471, soJ; ambivalenu vcno il, 465, 47osg.; angoscia per il, ,.tis, 469,473, su; a~~Similato a p31'd del corpo, 478; a~~Similato al pene, 478; "buono" c "cauivo", J~o, 3110., 313, 3)>, 344Sg.,364, 374, J79, 381, 396, J<J8, 400, 410, 414, 441-43, 4fi•sg., 470, 47•,498, so3sg., 511; che avvelena, 461, 510; che npprescnta bonti e sieurezza, 317, 344. 400 sg.; come non degno di fiducia, soo-o1, 504; come oggetto esterno, 441 sg., sos; come oggetto primario, 197, 395 sg~ 470, 483, 495; come
persecutore, 3~0, ]un., 313, 331, 396; desidcdo del, 218, 305, JISJsg., 39Sl distrutto o leso, 414; divor:~to o divoratore, 440sg., 461Sg.; 497, 510; e prima relazione Olf&'ettuale, 470, 495-98; cquiv;~lcntc al corpo materno, z88; cquivàlcntc al pene, 176, 397; e svezzamcnto, 150, JIZ, J91i e Super-io, 405; fantasie dinruuive sul, zso, 3>7; fissazione libidica al, ]u; fuso con il Sé, 491; giocare con il, 496sg.; idealizzazione del, 364, 378sg., ]81, )'}ti, 415, 463Sg.; im· pulsi ndiei verso il,119.149o 187,197, 391, 399. 405; indenne, 414. 467i introiezionc del, 396. 400, 405, •Ù4, 441· 4J,46z,466,469.48J,499,S04,SU,sJI; odiato c amato, 391, 396, 401; perdita /
!~o!:::.g~i2~~~~~~!~~~:r:r~u~~~ st~nte,
441, 461sg., 47JSg., 481, 504, SIOSg.; privazione dc\, 68, ISOSg., JJI, 310, 364, 395; ~pprcsentantc di ogni bontà, ,.61, 499sg., su; relazione col,. JIJ, 391, J9PS·• 398.4o5; ricercato per rutta la vita, 491, su; simboli (sostiroti) del, soo-os, susg., 518, su Malattia: e angoseìa, nBn.; e dep«Mione, 48on.; e perdita del seno, su; e persecuzione interna, 484en. Malattia psichiea, 181, nBsg.; cause di, 17, 41, 247sg., u8, 3117, 476; c atteggiamento VetSO la realtà, 235 sg.; e bisogno di analisi, 167, 177, 191, 194; c introiezione, 1')11; e siruazionì infantili, 476, 5o6, 510, Sl4i11Clla prima infanzia, 356; "'cdi tlnchc Nevrosi; Psicosi 1\hnia, 491; c diniego, JU, 314; e fame d'oggetti, 314; e ideale dell'lo, 314, 3>3; e insuccesso nell'identificazione, 3~4; e lo, 314, }u; e onnipole!IZ:I, JIJ, 333-JSi e rimuginne, 104; e stati depressivi, 198, )1!, 338; genesi delia, )lO, }SJ Masochismo, 439 sg. Masrurbn.ione: e angosei2 di evirazione, 6osg., n7, 147, 188; e complesso cdi-· pico, 18B; c dcsided fallici, 401; e desideri sadici, 188; e giochi, u8, 137 sg.; c narcisismo, 143, 145; c senso di colpa, 188, 153; c tic, n6-~9. 133, IHSg., 143, 146; lotta contro la, 79n., n6-z9, 141, 149, n1; pane:~ della, 141, 145, 148; piacere nella, 68; reciproca, 131, •o4; ripresa per effetto dell'ana\isi,78-8o,IJ1,137iSOStirutin,uB, 137, 141, 149; vedi onchc Fantasie (spccilichcl; Onanismo
llldlce1nalltlal
Mastll.fbazione, fantaSie di: analisi delle, u8, 131, 146; componenti anali nelle, IJISg.; contenuti delle, 131, 13}·35, 137 sg~ 145, 147; e angoscia, 138sg.; e gioco, 158n., ZJS, ZJ7i e interessi, 141, 146; e isteria, 108; elementi sadici nelle, 131 sg.; e osservuione del coito, 116sg., 158n.; e sintomi ncvrotici, 147; c sublimatione, 108-•o, 130, IJ8sg., 146sg., 158::1~ ZJSi e tic:, u6-z9, IJ3Sg., 139, 14Jn., 145•47i rimozione delle, 1)0, 137, 158n~ 1)4sg.; soddisfadmcnto medialite, no; vedi mcbe Onanim~o l\b1emità, 11J, us Mcccanismo(i): depressivo, JOO, 3o8n.i oss~-ssivo, 18osg., z98, )zo, Jl4·39i par.:anoidi, )oo, 49-11 (vedi anche Angoscia pcrsccutoria); psieo1ici, 179sg.; scl!ìzoidi, 409-IJ, 465,476, 4B7, sos, Sl9 Mclanconia: e introiezionc, z98, "34ssg.; c lutto normale, 345, 477, 491 sg.; c ma11ia, Jlli c paranoia, JOO; e perdita degli oggetti d'amore, 1.,&:; e schizofrenia, 417; c Super-io, JOJi genesi della, 1)111., )nn., )IOn., ]17i 11egli adulti, Jlli wdi 11nel~ Depl"CSSione; Lutto Memoria o rieordi, 18 sg., 71, 104, 119, IJSSS'·· 184; nel lattante, 507 Middlcmore M., 497 sg. Mobilità, 89Sg~ 99, IO}, 1o6Sg., 11) 0 n8, 14G-41. 144n., 14758"~ 161; wdi tmche lrrequictczz:z Mondo cnerno: adattamento al, 313, JJ1; angosce e fantasie sul, 197Sg., }Ili assorbito nell'lo, 301; c corpo della madre, 164sg., 171, z76n., z88, )Ili c:ome difesa contro situazioni interne, SIS; c:omc persecutore, 410. 441•13, 468; distacco, ri1iro dal, 410, 4llo sos; distruzione del, 411; e funzioni dell'lo, 471; e mondo interno, 118, 341, J4So 419,413,441,454,471,474, 488; fiducia nel, 194, J74i introiczione del, 419, 474; paura di inrroicttare il, 410; percezione del, 413, SIS; prime relazioni con il, 441, 46o-71, 474, 499i proiezione nel, 419, 411·)4, 441,469.474. 483; proiezione dei pericoli nel, 199> )>4i proiezione di oggetti interni nel, J97i nppotto col, IJI,>S9,16Jn.,l77·8o,188,JCJ.4,3o6, 311, ]u, }36-38, 344, )7J, 401; rifiuto del, n7; sicurezu e fiduc:ia nel, 459, 476, SI$; spostamento del c:onflitto nel, 133 sg., 136; vedi tmcht Reald. Mondo interno, 318, 346; armonia nel, 318, 334, 344. 354, 364; conttollo rna-
.niacale del, 341 sg.; conrutione del, 474; diniego deU'csisterw~. del, 313; distrurione del, 413 sg., 4f6; e imago o figure primarie, 336, 396; e mondo esterno, 419,413, 4Ho441o471o474o488; c n:altà, 179, 318, 341, 344sg.; Jibenà nel, )4>; pericoli per il, 3)6, 344-sg.; rei.nsrallnione e reintegrazione del, 334• ))6, 341, 347, JS4i ritiro nel, 410, so6; ricomuiro nel lutto, 477; sicurezza del, ))j, 341, J44Sg., JS4o )7JSg., 401, 4!'• ,.SJ, .S8; wdi 11ncbe IntcrioriuaMondo oggetruale, JU Money-Kyrle R. E., 449n. Monlid.sfinterica,>ISS8"-o444 Mordcrc, 197, IOJ, 154, 307, 363, 379sg., 399, 40S, 468, 497 SB"-i vedi .11nche Cannib3lismo; Sadismo orale Motte: dell'oggetto d'amore, 309, JIJ sg., 119sg., 311, 338, 346-so, 379, 391, 404; dc:sidcri di (omicidi), JS, 6osg., ISJ, 181 sg.; disconi infantili sulla, JS sg., so; fant3$ie $U]b, 118, 173 sg., )SO; paura della, n8sg., 383, 413, 411n., 438·41, 455, 490; pulsione di, vedi Pulsione di mone; wdi 11nche Perdita Moto (spinta, impulso) puhionale, 44 sg., 6çl, 171, 1841 188, 19JSg., 114, 2}1Sg., 161, 184, 190; wdi tmcbe Pu\sionc(i) Musica, 91, 111, 117·31, 138, 14o-43, H6; wdi 11ncbe Concctto Narcisisrno,n7,140,I4J, 145, IS9 Nascita: affetti alla, \)'Ssg.; domande sulb, 10, 14, z6sg., 45, 65, 118; c angoscia penecutoria, 411, 441, 4S4, 46osg., 495; fantasie sulla, 109. IS9, zoJ, z88i teorie sulla, 6ug., 99, 114n., 117, zoo, zoJ, 288 Nevrosi: d'angoscia, 436; di traslazione, 101, 176 sg.; c addestramento alla pulizia, •s8; e analisi, IfS, 156n., 181,!8890, zo6, 141, 393; e angoscia, 96, 107Sg., 141, 394; e complesso edipico, 151, 188; c fantasie di manurhaz.ione, I)8sg.; e fissazione, 1o8, nz, 114; e formu:ione dei sintomi, 98, n6; e formazione dd carattere, 187n.; e meccanismi di fulfl, ]14sg., )51; e perversione, 101, ll>i e primo sviluppo, 411, 47Jn., 509n.; e regressionc, 47Jn.; e svezz:~mcnto, 509n.; e IÌC, 1)8Sg., 14Ji etiologia, 45sg., 71, 101, 1ossg., 1o8, 114, HOi e Supcr·io, 190sg., 1JOi infantile, 90sg., J19Sg., JlSS8"-.J41,JSlo4>4t4S6,480,464,489, 50911·• 516; negli adulti, 71i nei l»mbini,
India "':'"lhlco 66, 7~. •s•sg., •n. 168, '90-9'· 1o6sg., ~~~. 231n~ 151, 16osg., ~68sg., )191"1., 385, 396. 456; ossessiva, 104. 148, •sB, J84sg., 188, 20758~ Z27, 21'}-)2, l)f, >81, 314, 390, 4''• 4116; pRvcnzionc della, 44 sg.; v~di ~ndM Malattia pi.ichica Nucleo orale dell'lo, 198 ~Nuclei dcii'Ion, 198,411
Obbedienza, 44, 69. 151,151,261, 166sg. Odio: come difesa, 3o6, 349; dell'Es, )Il; diminuzione dell', 349. lUi diretto contro l'oggetto Mcattivo~, JOI, 3o6, )Ili e ambivalenza, }14, 331, 336; e amore, 1oosg., 195, )IO, }Il, )11-1), ))In.,)}), )}5, ))7Sg., 341, )51, )8), 387, )97o4Hi eanlloscia,zll,191,195oJ41,)49iC avvcuamento alla pulizia, 186, 191; e frostnzione, 19ng., 117, 318sg~ )6), )87,41h,475legclruia,u9,111,11)-15i e pc~ecul.ione, ~.sosg., JJ>n., Js>i e senso di eolpa, •86, 191, 100, )o6, )H, HO; e situnione edipica, 191 SII., 19&, J79, 387l c tendenze distruttive, ISJ, 100, 111, 301, J1J, 397; fronteggiamento dell', 110, u1, 304. 363, 386sg~ nella melanconia c nel lutto, 311, l37i per H p3drc, )Bo, )86-So}, 39>, 399; perla madre, 186sg., 117, Ul-1), J17Sg., 348, 386, J91Sg., )Jsg., ))IO., 454sg.; idealizzazione deU', zoo, 305, JJI, nB, J96,4•S.418, 410.463sg., 471, $11; imago dcU', 176, 136, 186, 197; impulsi aggressivi nei confronti dell', 141, 165, 1!4sg., 199, Jlli instc:~Uato neU'Io, z81sg., JOI, JOJ, JU sg., no. 346sg., JSJi interiorizzato (inrroieltato), 18o, 115, 141,17IISg.,J8S,187, 194,197)0B, )I)Sg., 318-24. 317, )19Sg., )J1 0 H4-39· J46sg., Jsz sg., ns. 377, n8n., )84. )91Sg., 396sg., 401,40$-07, 41)Sg., 418,410, 4)4. 438,441, 455• 461sg., 46'}- . 11, 475, 477, 491sg., 4945g. (vedi Q,;cbt fdentificnionc); leso o danneggiato, ns, 363, 198, 401; feso o danncggbto, rappresaglia dell', 447, 461, 510. 519; libido fissata all', 150, 1915g., Jl6, 341; monedell', Jo•, )il, JIJ, )1914, 378 sg.; odbto e amaro, 100, ung., 18$,19$,)o6,)11,)11-14oHin.,)4fSB".; parziale, 19Bsg., )o6sg., jo8n., )zo-n, 314, J98-JOS, )li, )H, 404, 4Q6sg.; e Super-io, 154, zBr, zr8, 317, no, 335-18,340, J41-.1f,"J91, 397, z)o, z69, z88, 40)Sg.; evin.tore, 93, 136 4~SS" .. 47J,477.479.495.S09-11,511i sg., 118, no, 141, 147, )66, 169sg., 379 poppatoio come, s•6; protezione dell', n., 390, 393, 399, 401, 4o6; feci assimilate al, J71sg., 181sg.; tigur.~ del, IS4. 1!)9!lg.,]Q4-o6, )Il, )14SS"·.ll'· 141. )6) sg., 379, 391, 199. 4o6; reinsediato 101, 130 (vtdi ancbt Imago; Super-io); nell'lo, )o6, 346, JSI-SJi rcbzione con fntcllo che rappresenta il, 513; funl', 101, 1.11, 101: riparnione dell', 189. zionç del (nella procrcuione), zo, •s, 3oosg., J04Sg., 111, 310, JlJ, )]l-14, 4SSg., 61, 6, 236, m~chictto col, IJJ, •4osg., 198, 111, 143, 157, zBssg., 188, 190, J6ssg., 369, 364, )68, J71, 314, 389, 399, 4o6; simbo371,379, )81, )14, )94, 400, 40)Sg. lìzzato dall'insegnante, ?S. 93, 117-39; Organiunione libidica, 8], 88, 119, 394, volgersi al, 48o, su; vtdi tmcbt Complesso edipico; Genitori; Oggetto 396,405,417,478,481,483, 487sg., 493 Organo genitale maschile, 'Vedi Pene Pa4i c introiezione, 1')8, )O]; e lutto anormale, 353; e meccanismi di difesa, 198sg., 111; c nevrosi OSSCS!liva, •Br, nn e paura di persecuzione, z66, 171 sg., 199, 3o6-o8; c ccgrcssione libidiea, 163 sg.; c sadismo orale, 198n.; e senso di realtà, 3o6; c stati depressivi, >98, JOO, )u7-n; c vin di fantasia, 136, >71 sg.; genesi della, z&J, 171 sg., 195 sg.,
'"
Par:uimia, 491 Parola (parbre), 77, 90, IO], n9 sg., llJ, IJ7, 170·74. 178,196, u6, lfU!f., IH cn., zs6-59. 169; sviluppo della, 481, 515; vedi ancb~ Lingua(lgio prcvcrbale Passeggiare, IID-IJ, 119, 1H Paun: c:irca la f11nz.ionc genitale, 178, Jj"l, 359-63, 379-11•, 391; degli escrementi, 171, >76; degli estranei, 484, JOI, sos, soli, s•S; dci (leni•ori, 137, •sm., 154, 181, 105, 1t9, 111, 11]Sg., l)ln., 141, 146, 17$", 18]-llj,]J6, ]66, 369sg., )7], 377,379,383, 390, 399; della masturbazione, 141, 14j", >Sii delb monc, 413, 411n., 43~41, 490i dcll'annicnramcnro, 454; della perdiu, 413, 436, 449, 473, 479, s•:; della punizione, 188, zos, 115, u8,149,>S7, n6,3J8,)41SS".,J70;dclla solir11dinc, 412, soo; dell'Es, 313, 361sg.; del pene patemo, 154, 157, :,6, 387-89, 392, 396,399;dcl Super-io, 157,178, z8r, 295; di avvelenamento, 61, 171, 197,
199, i71, 399, 410; di essere divorali, 410, 441, 463, 497; di mutib:ùone, u8 sg~ )76n., 399; di perdira dell'oggetto amato, JO!, 307,330, l)j", 344,371, 3~9. 387, 39>, 397, 404; di persecuzione, u8,J61,171,>8o,z8],197,199,)04,3o6sg;,. ]IO, )14, "JlO, 334, ]41Sg., J7zSg., 177, 379Sg., 390, 391, 396, 399. 401 (wdi ancb~ Angoscia, paunoidc); di nppre$:1glia, 199, 1o6, u1, us, u)sg., 241, 146, •so, 165, 171, z89, 193 sg., 319, H6, 34158., )6), ]8], ]87-90, )91Sg., 396, 399. 401; di tipo fobico, 57-61, 6~, 148, 151, 188, 156, 183, >911, 355, 361, 376n., 37958-i cd esame dì realtà, 199; e odio, 191, 341 sg.; in tempo di guerr:a, 451; manClll"ll!a di, zu, 451; relativamcnre a situaz.ioni in1cmc, 197, HJ, 348sg., 390; wdi 11nr:hc: Angoscia; Fo· bic; Paura di evirazione Paura di evirazione: e analisi, 115, 167, 366; c angoscia infantile, 456, 481; c angosce primitive, 399, 4opg., 481; e angoscia della nascita, 99; c avvcuamento alla p11lizia, 118sg.; c ancggiamcnto verso l'insegnante, 91; c attività. dell'Io, 90, 99; e complc$$o edipico, 99, 117,114,117,111, 379. 399. 405; c difese, 139, J6.t; c genitori uniri, 142, 377, 383, 399; c inibiz.ioni, 89sg., 9>, 95, ull, 138; c interessi, 75, "-fn., 8f, ll9n., 9Qn., 109n., n8, 138; c masturbazione, 117, 147, 188; c padrc,91, IJ7, 139,147, ull10, 14z, ]SI, ]66, 369,390, 39), 399; 401, 406; c pau.n degli csmti, 74; c p~un della monc, 4)9, 441; c npporto sessuale, 411; e rappresaglia, 1o6, ullsg., 399; c rimozione, 115, 119, I)Jsg., 405 sg.; c sadismo, 111, J79SS., J99i c sensazioni genitali, 399, 405 sg.; c Supcr-io, 18•; !rontcg(liamcnto della, 372, 400 sg.; vedi ~i1cb~ Evir:az.ionc; Paura P4Vor noc/urtmr, 59, 151 sg., 386, 484; v~ di anr:bt Angoscia; Incubi nonumi; Sonno Pene: all'interno del corpo mncmo, 118, lS4; assimil~to a bambino, 111, J79SS~ 404, 407; assimilalO a pani del corpo, IJ), 105, 110, IJ)Sg., 276, 397i «bontà~ del, 379Sg., 384. 398, 400; come pcrsccu•orc, 171, 38o; come strummto o organo del sadismo, 158 sg., 161 $!f., 171·7j", 178, )Boss~ 400; de.sidcrio della bambina di ricevere il, 11458"·· 194.400os, 407; e aggrc$$ioni al corpo materno, · >S7o )8Jsg.; e senso dì onnipotcn~,
fncll .. •n•Utlao
, 7a. ucaniveria" del, 361, 364sg., 368, 1, J98, 40Ji distruUone dd, zso, 3 399 , 405 ; fantasie sul, 6), IO), 109Sg., Il)ll•, ua, 1)9Sg., t8), ~99, 171, 400j imlllllginario della bambtna, 389, l9li
RG4
~~~=0::~1:\;:: :::;;,;~~~}~~~:
1o4, 114, 1)1, t)6Sg., 40J•!J7i mancanza del, u1, 124, }U; parificato alle feci, a1, 171 sg~ 400; paterno, vedi Padre, pene del; paura del, 411 (v~di 11nc!Jt Padre, ·pene del); paura per il, 6osg~ 189, 194, 350, )81, 393, )9958"~ 40Jsg.; posso:sso dd (da p~rte del bambino), 114, 119, u1-15, 177sg.; rappresentan· te dell'lo, z7EI; senso di colpa relativo al, 3Jii simboleggiato da ~amboloo;i o pupazzi, 15711., >JISg.; simboleggiato nell'attività scolastica, 75, 79-83; vedi 11nche Complesso di evir.J"tione; Masturbnione; Padre, pene del Pensiero, 17sg.,}7, 39, 41, 48, 6o, 97,911 n., 157, )Bi disturbi sehizoidi del, 411,
..,
Pcrdita,dell'amore,ts9.>ot6,JH,317,404> 407, 4;6, 444, 450, 491, 514; dci genitori, 317, H4i della madre, lJJ, 144• 387; della sicurezza, 316sg., J-14i dell'oggetto ~mato, 141, 14(5, >911· 301, }04Sg., )11 1 )H, }16, ))OSg., ])5· 38, J40, 341·44, 354, 391, 397; del seno, )usg., 344sg., 391; e lutto, 136, 344> 477i c senso di colpa, 317; termine dcll'aoulisi come, 458; paura della, 344. J86sg., 391, 411, 436, 449sg., 471,479, su; supenmento della, pq, 478, JIJ· 15; vedi 1111cbe Lutto; Mone Perfezione, )O}, )os, })1, JJ9Sg.; v~di 1mcht ldcalizzuione Pericolo, situazione di, v~di Angoscia, situazione di Periodo di btcnza, 19, tt9, 149, 174, 18o, 184, 194· 1)1•]4,191 Persecutori: esterni, 197 sg., 310, 371, 379 sg.; interni, 17JSS., 176, 197·JOJ, 307 Sg., ]U, )19Sif~ )14. }9o-8J, 390, 391, 397, 399i oggetto d'amore trasformato in, 3o6, B7, 341 sg.; pari fie ati al pene, 17I·7J, J8oo parificati al seno, JIO, 396; paura dci, 171, 179, 197-99. 301, 307, . }lO, }>4, J~osg., 3J4,J79, J90, 391 (vedi mche Angoscia, paranoide)o proiezione dei, 314
Pe~f:Zi::~r~:~4 :!:.~g~ ::s~~n~ ~~:
l"lllc, 30J; c dipcndcm:a dall'oggetto,
J4JS8".; c idealizzazione, 418, 410, 464. 4710 e lutio, n6, 343, e mcbneonia, ]opg.; c nascita, 441, 4(\1; e odio, 343, J$1; e paranoia, z66, 171 sg., 304; e pericolo per l'lo, 196-304; e protezione de\\'o~ctto, 3o4sg.; e pulsione di monc, 441·44; esterna. 195, 319; bntasic di, ZJS, >7JSg., 195, JlOi frustruione stn· tita come, 4t), 441; interna, ]oosg.,JoJ; inrema ed esterna, 410, oi(SJ, 468, 484; paura della, u8, zn, 166, 279, 183, zw, 199.. Jo6-oS,)Jo-H, nzsg~ J79Sg.,J99, 401; proiettata all'cnemo, 441•4}, 468; r:tfforzata dall'odio, 491; vedi ancbe Angoscia, pannoidJI, 1)6sg. Personalità, nsg., qon., u6, IJ8sg., 146, IBJ, 197,100, JSJ, 385; base della. szo; c analisi, 4IS-17i non sociale, 100; radicata nella prima infam:ia, 489, 496, s•o; sdssione della, 416, 418, 43osg.; tratti orali nella, 49Si vedi llncbe CaPcrsonificazionc, JJD-34• n8-41; v~di an· che Drammatizz3Z.ionc; Rappresentazione Perversione, Jot,-10}-DJ, li) Po:ssimismo, 41, 1l)n. Piacere: anale, 1 nel parlare, nosg.; primario, 9JSg.; sessuale, 95, IOJsg., 149; siruaUonc di, tos, 107; vedi anch~ Soddisfacimento Piccolo Hans, 43, 71, 161 sg., 165 Positione depressiva: angoscia pcrsecutoria nelb, 445 sg., 448, 41S sg~ 4Bo; cambiamenti nel periodo della, 490 sg., so8; e complesso edipko, 478-Bo, fil sg.; e depressione maniacale, 446 e n., 4f4 sg~ 473n., 477 sg., 5•40 c difese, }II, }14,]10,JIJ·lf,JJO•)J,Jl8,JS1,JS5Sg"~
473 sg., 485; e introiczionc dell'oggetto buono, 314. iJo; e lutto normale, )16 sg., )]6, 341-45, Jnsg., 474, 476sg.; e malattia psichica, f14i e melanconia, 477; e nevrosi infantile, no, 353; e paure paranoidi, ]10. no, 331, 341sg.; e posizione paranoide, 307 sg.; e posizione schizoparanoide, 409, 411, 41)-IJ, 469, 473, 476, 49li e rclaUone oggettuale, 307, J14, )lo, ]u, J19"J1, J34, 343, 379. J9t, 397i e relazione con l'og-
getto totale, 4n, 413,445-47, 469, 4?Z· 74,476, 48o, 4930 c senso di colpa, 307, 311, 336sg.o e situazione edipica, 317, 391, 393, 3970 e stati depressivi, JIOSg .•. 3•Jsg., J17,J5J,4540 esvezz.1mento, }U, 327, 391, 5oS-n, suo e sviluppo libidieo, JJOn., 355, 395, 397i imponan· za ddla,4t1,47)R.,480;inizio della,447, 465, 469-71, 490, 491; integrazione nel13, 413, 445sg., 465,469,471,493. su; mancato superamento della, 315, 4•3· •s, 446, 457, 47Jn., 484, 5140 nello sviluppo normde, )n, 314, JZO, )H, 315, no, 333, ])6; rielaborazione della, 457, soperamcnto della, JIJ-IS, 319, 33458-. 351-54. 413, 474. 476, 4l!osg., 488, 493, 511-16,p) Posizione fenuninile: nel bambino, 105 sg., 1)3, 139, U7•Jo, 114, 179, 398sg.; nella bambina, u8, n), z8pg., 39JSg., 401 Posizione libidiea, U4, u6, 118-zo, J71, 394-99.404 Posizione maniacale, Jl4o )IO-l), 315, )li sg., JJ4, 337,340 Posizione mascolina, 154n., n9, )88, 393, 399.401 Posizione oma5essuale, 388 Posizione paranoidc, 307 sg., 314, )19 sg.,
'"
Posizioni psicotichc, Jlln., 314sg., }IO Posizione schi7.0-pannoide: angoscia depressiva nella, 444, 446, 465, 469, 471, angoscia pcrseeutoria nella, 454, 46o-61; 47li carartedsriche delta, 470 sg.; desideri di riparazione nelb, 465; difese ndla, 410, 431, 463-66, 470, 48so e disintegrazione, 46s; e posidonc depress.iva,40Q,411,411-IS,469,47l.476,493i ineapaciti di superare la, 411,413, soo, 513; nello sviluppo nonnale, 411, 513; predominio della, 46o-6z, 470; regl'C$sione alla, 414, 473, 476, 514; scissione Mlla,410,418,445,46J-65, 485,4870 sensn di colpa nella, 444, 465,469 Potenza sessuale, 91, no, 163, 173, 178, 366-68, 4oosg., 417, 457; v~di mch~ Impotenza Predisposizione alla depressione, punti di fissaz.ione per b. 311 Prcdisposizionc ncvrotica, 45 sg. Prepubcrtà (periodo), n6, 173, 181 Primato genitale, 1o6, 119, 145,131, 138, 190, 40)-05, 4S6 Principio di piacere, JG-J4. 41, 103, 159.
'"
Principio di realti, 17 sg., )o, )) sg., 41,
'"
Privnione, 461, su Processi creativi, 343• 349 Pra74sg., 178; c sublimazioni, 44. 89; renitdi, us, uo, •Bsn., 186, 88, 471, 478, 481-83; impasto delle, z84, z87, 395. 436, 438, 441, 447, 45158-. 461, ~567, 489sg., 5•9; inibizione delle, 4)7, 469, 47ZS8"-· 486; orali, •7, 363, 366-68, 377-8z, 387, 194> )99, 47rsg., 478, 488; prerenitali, 114. u8, ZJ>Sg., 149, :88; proiezione di, J8ZSf.; rimozione delle, 161, 185, 187, uoSf., >JO; sadiche, 144, 179sg., 188, 1975g., ZOO, 104-D7, 115, Z17, l~48, 154sg., nzsr., z76, z8s·88, 197,301, nl, 35o, 161, 366-68, ns. J77-8t, JBJ sg., 387, 390, J94, 399, 438, 451, 49); sadico-anali, 185-87, 1, 34, 333.335, 400;tcndenu alb, >89, >9-J, JJ5, 348, J8)Sg.;vedi ancbe Resuuro Risentimento, H6, u1, 363, 388; vedi 11n· che Frustrazione Ritiro o distacco: dai genitori, >OO; dalla ~c:dtà, J)Oen., >H, 261, 166; dalla rcbl.ione oggcttualc, 4>3, 431, 504 sg., 514; dall'oggetto d'amore, 201; d.al mondo ~temo, 4~0. 431, so6; dell'attcnz.ione, )9, ~58 sg.; nella prima infanzia, 504, so6, so8n., f>)sg.; st:lti di,
'"
Ritorsione, vedi Rappresaglia Rituale, wdi ~rimoniale Rivalità, ll)Sg~ 187, 19B, li9Sg., 1HSg., )>6, 36pg., 368, )7osg., 377, 384, 387, 389, 39•, 399. 406; wdi 11ncbe Gelosia Riviere Joan, >8Jn., 543 ROhcim G., 54n. Rohr, 8>n. Roscnfcld H., 419n., 4>0n., 547 Rovesciamento, 274 sg., 369-71 Sachs !1., IO)n., u1 Sadger J., 74, 76n., 88n. Sadismo: an~lc, 241, 249sg., z63, ]oo; del lattante, 4311-41,451, .;61, 467, 493; dell'Es, 119, 171; del pene, >s8, >6), ~71, 174, >7B;diminuzionedci,14J,186,}14i c angoscia, u9, >49Sg., 174, 178, 185, >94SIJ., 30458'-, 3•4: c avidità, Jlo; · eccesso di, 150, 301; c difese, 150, 154, >6Jsg., >66, >86; c frustrazione, 144; c impano delle pulsioni, >114; elaborato nel gioco, 111; c dio, J>Ji c osservazione del coiro, uo; cspr)li c Supcr-io, 107, H9, 177,181, z6ssg., >90, z9(5; e tendenze edipiche, u8, 14z, 149, >6); fa~c di lfUis:simo, 217, Z41Sg., 249, 251, Z6), 271, 197, JOJi miiSCOiare, 1JO, 16), 265; orale, zso, 263,165, 27zn., z8s,z98, 300; pregcnitalc, 290,444,461, 467; primario, 119, 141; proiezione del, ~s6sg.;
rivolto contro l'Es, H'}-JI, Ju; urctrale, 141, 149, 263, z6s, 171, i87, 300,' 379sg., 416, 46z; vtdi 11nt:bt Pulsionc Sadismo orale, >49. z6J, >7zn.; e dentizione, 414, 4670 c disturbi di alimenta-· zionc, 509; e frustraz.ionc, >6J$g.; t innoiezionc, 467sg.; e paranoia, 198n.; c proio:zionc, 414; c schizofrenia, zOjJIIn.; c suz.ionc, 467; vedi 1mcbe Mordere Scariche motoric, 138, 141•44, 147sg. Scelta oggcttuale, IJD-JJ, 136, 145, 14;, 403; cterosomualc, 136, 145; omoscssualc,76n.,I)0,14J Scena primatia, 109, 111,134, t)7sg., 144, 1p, 1s8n., 161, 188, 1o6, ~4• sg., 388 sg.; wdi 11nche Coito, ow:rvuionc del, da pane del bambino; Genitori, rappono ses:sualc dci; Rappono sessuale Sc:cnicismo, 69 Sc:hizofrcnia, 194. 117, 137, z6z, z66sg .. 19B, )o8n., 314, 331n.; angoscia brente nella, 418-)o; angoscia pcrscculoria nel~ · la, 44,Jllll. Scibala, come persecutore, J71Sg, Sc:issione: dellafiguralfUitcma,61,zJm., J6z sg., 365 sg.; della pcrsoll:l.lit:ì, 416, 418; dell'lo, 414-13, 419, 4JI·lJ, 459. 461,464. 466; del Supcr-io, 13Ji di emozioni, 410, 418, 445, 464; di imago o figurc,J1J,))z; cambivalcnu,nz,]6z sg.; c angoscia pcrsccutoria, 411, 464, 466 sg.; c dcpcrsonaliu.azionc, 419; c disintegrazione, 419. 411, 465, 467; c dissociazione, 419; c disturbi del pensiero, 413; e introiez.ionc, 415·18, 431; e paun der<listacco, 4n; c proiezione, >J), J}6sg., 415-18, 411, 413; c relazioni oggcttllali, 3>3 sg.; c rimozione, 465, 487; in oggetto ~buono~ c "cattivo~, )04n., 363, J74-76, 410, 414-17, . 419. >(61, 465, 491, sos, 518, 513; nella posizione depressiva, 473, 445 sg.; nella
lndlce•MIItlco posizione schizoparanoide, 410, 431, 445• 461-65, 485, 487; nella schizofre-. nia, 414,410,418 Scopofilia, 131, rnsg., 141, 147 Scott C., ;o8n., 415n., 417n. Scuola, 51, 59. 74-79, 91sg., 95. Il), 116
Sessualità, r8, 91, 93, u6sg., r;Bsg., zo;, lJI, z;B, 190, 437; inbntile, 437; wdi ~nche Geniralirà Sfiduda, zBo, 310, H-l• ;;6; e perdita del SCIIO, 424, jOO, jOI, 504 Sharpe E., 1B9n. Sicurczza,.J17-19, 354, 178, 396; wdi ;.~, ;ozn., 317, 348, 361, 363,
con la realtà, zsr; c sublimazionc, n;, 1SOS(I., 483, 488; genitale, n;; nel comportamenro infamilc, zss sg.; nelle fantasic infanrili, 438sg.; nel gioco, rs6sg., 17osg., 174sg., zo:sg., 439; onìrico, 156, 314-18, H9-4J, 347-51; sviluppo del, 1oug., 113; sessuale, 75, 8rsg., 89sg., 95, 99sg., 103 sg., ;6osg., 367; vedi .:mcbt Rappresmtuione
~~\~~:~·~~~ :na;::!~~. 1::3~~·6;~;: Si:::i,4~~~~'4.:,'~7::~~~~77,f~~~·. "::;
171, 199, zo8, 111, uo, ••J, 133, JO>n.; c attività sessuali, us, 153; e avveiumento alla pulizia, 15Bn., 1915g.; cccesso di, )65,37•• 385, ;>;.~;e complesso edipico, 188, 191sg., us, 118, Hl, 126, ;87. 39-t, 401, 404sg.; e cordoglio, )o6, 317, ns. 3J9Sg., JSli e crimine, uo, 11); c fant:~sie sadiche, 199. 363, l77• 179, ;Blsg., 397, 405, 450; c fissazioni, 186, rBB, 199, 11.5, ;Br; e gioco, 1.54, 171, 1)4; c idcntilica:cioni, rss, ;os; e inuoiezione, 115, ;n, 377 sg.; c odio, 186, 191sg., zoo, Jo6, J49i c oggetto intcriorizzato, ;u, JSI, )')Osg.; e p~vor nocturnus,ISJ; c posi~ionc "deprcssiva, Jo6, ;n, n6sg.; e pu15ioni (o impuhi) prcgcnif3li, 114, u6; c punizione, 154, 107, 111, 111; e relazioni oggcttuali, 310, ;n; e rimo:cione, 175Sg~ 107, 1)6, 4o6; .e ripara:cione, 189, 194> ns. 197 sg.; c stadio sadico-orale, us; c sublimazioni, J)Sn., 189, 194; c Supcr-io, 155, rs8n., rB], 107, Jlf, 186, 189, 191, 196, 389, 403 sg.; c wiluppo libidico, u6, J9?i e trionfo, H4. B7, B9-4Ji frontcggiamcnro del, 171sg., 1oeisg., H3, Jn, 364, 371, 398; inconscio, 97, 19.5, )]9; nei confronti della madre, 91sg., ;om., J49Sg., 383, 390-94. 4o6 Scmo di supcrioricl, Jl9 Senso sociale, 186, 189sg., 1g6 Separazione (o distacco), paura della, 411; 'Vedi 1111cht Lutto; Perdita
sg., 491, 493, so8, 521sg.; wdi anche Inrcgra:cionc Sintomo(i): depressivi, 473, ,.SO; di conversione, 145, n;sg., 483; di dementi~ prlltco:;c, 161, 16)Sg.; di isteria, 104SQ"., 107sg., 484; c analisi, .59, 64, 109, 146, 148, 153, 176sg.; e angoscia, 94-100; e personalità, n6; e sublimnione, IOJ-G?i fonn3:cione del, 96-roz, 105, un, u6; motorio, 141sg., 146sg.; narcisistico, 143, 14pg.; negli stati maniaco-dcpressivi, 41.5; nella nevrosi infantile, 483-86; ncvrotici, u6, 147, 1541\., a69, zBo, 485; ossessivo, 154, r8s, a)ln., 1J5, zB1, JB, 379, 384; paranoidi, 117, 410; ralfreddore come, 356,37); tcmpornnco, 96, IJJ, 149 Sirua~ione edipica: c analisi, r68sg., 188 sg.; e crimine, 111Sg.; e posizione deprcssiva, 317, )36; e privazione, IJI, 191; e rivalità con la madre, 391; e scnso di ignoranza, u6 sg.; ncpriV~~, 127, rsm., 379. )87i posidva, uo, 370, 379, )81, ;8?; primitiva, 379, 386 Soddisfacimcmo: allucinatorio, 415, 464, 470; anale, 186; autocratico, .504; bisogno pcnnancnte di, 463, soo; da cibo, soo; desiderio del lattante di illimitato, 395; c madre, 184n., 399; e riparazione, 398; c sublimazione, 34, zu; 8"'1nitalc, n); in analisi, 71, 176; libidico, r8pg., 1)1, 149, 187, 191, l9f, 398; mediante masrurba~ionc, 68, nr; narcisistico dd-
l'Io, JIJ, 187, 114,
u9, 116, 341; orale, 1pn., J)>, 395sg.; pulsionale, to6, •8ssg., I) l, 191, 371Sg., 395, 398; ricerca del, u1, 395; sadico, n8, Hll vedi ~mtht Piacere So!fllo(i): a occhi apeni, 1o8, 170, 195; analogia col gioco, 156sg., n7; associazioni col, 157, 173, 171, JIJ-17, 33840, 346-48; e angoscia, 59sg., 6pg., 98 n., 170; e osservazione dd coito, 1:6; infantili (esempi), so, 54, 75, 15osg., 173, 187sg., 170; interpretazione dci, f4Sg., 59, IJO, 156, 170, 174. 195, )o8, Jl4·>o, H9-41, 346·49. 416, 419; in rappono a storie, favole, 49 sg., 54; vedi tmcbe Incubi notturni Sonno, 59, 64, 118, 185; disturbi del, SOJ, 507,$13 Solitudine, 412, soo Sorella: aggressività nei confronti della, 188sg., 194, 317; effetto della nascita dclb, •n; fissazione alla, uo sg.; gelosia della, 150, 187, 100, 118; interiorì=ta, )to; rç\azionc con la, 189, >oo. 189; senso di colpa verso b, 100, )Io; sentimenti nelf:ltivi verso la, 187, 191, IOOSg., 110,118, )17, 334 Sospetto, ;o6o09, ns. 141 sg., ;6>, n1 Sopravvalutazionc narcisisrica del pene,
"'
Speranza (o fiducia), J19, J4>·44· 348 sg., )67, 377"79. )84, 401 Spcrbcr H., IOISJ.. Spielrein Sabino, non. Sovracompensazione, 119, 1)7, 139, 171, J!ISg., H9-U Spostamento, 45sg., 104, 119. IJS, 145, 110, u8sg., 1)4, >J6sg., >74sg., 185 Stabiliri, )Ili\., 159, )66, n>, ;9t Stadio: anale, 89, 118, >OJ, 115, 141, 149 sg., 16)sg., 171, ;oo; cannibalesco, 115, 187; fallico, IH, )tHg., 166n., 401-os; genitale, 483; narcisiSiico, 101 sg., 143 sg., z64; prcgenitale, 83, 1o6, 116, 110 sg., 114, z:6, 1)>, 187, 190, J6ssg.; sadico, zoo, 117, 141·41, 187, 194; sadicoanale, 117, 145• 103, llf·>o, us. 187; sadico-orale, lO), 115, 185n., ;89 St:irckc A., 61:1; 99,171 Stato(i): confusionali, 419; ipomaniacali, 198, 3J4Sg., 374; schizoidi, 418sg.; puanoidi, )IJSg. Stckel \V.,74 Srcreo1ipb, 148sg., 161,167 Straehcy J,,175o457n. Strofinarsi gli occhi, 117, IJI, 134-)7
Sublimazionc: base della, ,.SJ; capaci1à di, 90, 98sg., 101, 105, 113, >.JSn.; del·l'erotismo anale, 191\.; di pulsioni par.·· z.iali,B'), 104; di tendcnze~ggrcssive,104, ZII; e analisi,69sg., 109, IJ9.>J5n., 190; e angoscia, w. n8, 137·39,419n.; e attività anistichc, 88sg., 91, >89; e attività scolastiche, 74, 88, 91-; c lanusie onanistiehc, t]8sg., 146sg., 158n., >JSSg.; e fissazione, •os-o8,no, IH·1S,I04;eforma-· zionc del sin1omo, 104, 1o6sg.; e lutto, 343 sg:., 35Ji e ricerca ddl'o1f8eUo ideale, 485; e rimoUone, 36, 48, 104, 1o6, 117, u4sg., t;8,107 1 ln;criparaz.ionc,>89,· )OJSg., JIO, JJI, lJ), 41), 474, 48~; e senso di colpa, 135n., JSJ; e simbolismo. llJ, 15osg., IHi e soddisfaeimento, 113; e sviluppo dell'lo, 91, 98 sg., 101j e talenti, 105, 1~6, lfOj genitale, ' 481; inibizione delle, 107 sg., uo; insuccesso nella, 48~ sg.; nel parlare, 90. uo, n); primt~ria, 90, llJ; primissima, 483; riuscita, •os-09, u8sg., llJ, 146; sviluppo della, JO>Sg., 1o8sg., 1>458'· Supcr-io: 31lo stadio geniule, 486; aspetti vari del, 458; ~peno Hbuono- del, IJO, 390n., 405, 45Si cannibalesco, 181; come persecutore, 1JO, 157, 185, 390; crudc\ti c severità del, 179Sg., 190,107, >11-1),115,116,114,1)1,1)6-]8,181 1 18],184n., 185sg., 188,190, 29),195, JOJ sg., ;89-91, 393; culmine nc\la formazione del, n6; degli adulti, 155, 179-81, 183, 183, 389; diminuzione del potere del, 178, 181; e aggrcssivitiì, 100, 184, 405; e analisi, uSo, 189sg., I9JSg., IJI, 117sg., 171, 190, 190sg., 193; e angoscia, Ilio, I8J, 111, H9, 119, 1)7S!J., 178, 18ssg., 19SSB'·· 389, J9t; e complesso edipico, IJS, 18o, 181·84, 198, 113, n6, 111,141, >8:, z8sn., 397,4035g.; c coscicnzamoralc,11J,I81,I86,191,19Ji cd etfcuo sulle n:la~ioni Ol.lllCttUali, 186, >90.40S; cd Es,u8-;t, 171, J7>; e difese, 100.150, 186; c fasi pregcnitali, 115, 1Jl,1J6,>90,40S;cti.ssazioni,lii·IJ, 117sg., u6, 1J1Sg.; e 1r0nitori, 179-81, 107, 181sg., 194,397,401, 405; c identificazioni, 1llo, J8J, 115, us, IJl, 136, 197, 40)Sg.; c introic:zionc, 77, •J6, 138, 185, JOt, 346. 401-os; e lo,
155, 16o, 179, z16, u8sg., ~41, 177,179, 184, 186, z89sg., 304~~ ]H, 391, 40J,
!~;e~:7i::~~:::xi~:~~~~~f.~~:~ 466. 470>71; e padre, 18o,
~24sg.,
390,
:O~~f~i=i~~n~~~:::nf~c~~~:;~: i:~:
30: 397, 4os; e psieosi, zJG-]8, JOJ; e
~~~~~~es:.~ ~o~04J~~:. ~~~.a~~7~a~~
..S7 sg.; e riparuione, 449; c sadismo, 107, 119, 141Sg.,·z81, 18ssg., 190, 196; e sen~o di colpa,. 115, 158n., 107, IIS sg., z86, z91, z96, 389, 40]sg., 417n., 444en.,449; c sell$0 crio;o, 1QO; esigenze (pretese) 'del, r6o, 1Josg., 179, z81sg., .z86, 304; intesrazione del, 133.391,487 sg.; miil~ccioso, IJISg., 117, 18ug., ~ss sg., 194; nei b:lmbini, u4, 403-os; nel !altante, 155, 157sg., 176, 179"85, •8Qsg., 193, 197sg~ 107, u8·Jo, 149. 18'::-QJ, 390; nelle b:Jmbine, H4Sg., J&g.9'• 40H1s; paterno c materno, u8sg., uug., u4sg., nosg., 390, 405; primi . smdi del, 448, 466; s3dico c primi1ivo (selvaggio), t8>, 111, upg., 119, 171, 405, 4-40. +Wo 448; scissione del, 1lli severo c che proibisce, 4J7, 486n.; Sln.JttUta del, 176, 181Sg., 1lfSg., JpSg., 1]7, JO], J465g., )97 Svpcr-io, sviluppo del: c comp\mo cdipico, 487: c introiezionc c proiezione, 410, .461, 47osg., 474, 487sg.; fondamcntidcllo,44J,470Sg. Suzionc, 496-98, j'_lli disturbi dclla, IH (vtdi am:bt Alimentazione, disrurbi di); stadio ddla, 1Bsn., ]u, )l6, 356, 379i wdi ancbt Latte Svalutazione, 314 Svezzamento: angoscia depressiva nello, 469, 473, 48o, so8-Io, susif.; angO'lcia pcrsccvtoria nello, 480, flosg.; come punizione,· 391, 4H: dall'ultima poppata con poppatoio, 385, 391; diflicold. c disturbi di, J8s; c complesso edipico, Ipn., 18o, UJsg., uo; e fantasie di avvelenamento, sto; c malania psichica, 414 sg., 5oS c n.; c perdita dell'oggetto "buono~, 301; e perdita dc\l'oggcuo d'amore, 473, so8-11, Jl!SIJ.; e perdita del seno, 150, 311 sg., 391; c posizione depressiva, )IJ, 317, 391,480 ~g., 508-11, sn; c privazione anale, 110; metodi di, su; reaz.ioni allo, 414. 454. soS-tt; vedi 111/Cbe Allattamento
Sviluppo: affettivo, 457; crimin:~le c analisi, 113; emotivo, JJS,l94""9S.404i eterosessuale, 381; genitale, 158n., a1, 131, 357•59.l71,)81,]8},)94.481·8];intc\\ettivo, 18, 14Sg., 40, 46sg~ 66, ZC<J, 151, JJS, 411, 419, 471, ,.81 (wdi anche Scuola); sessuale, 117, 146,103, zo6, 115 sg., 141, no, 371, 386sg., 395.410, 471; scssvalc femminile, zzo, )86sg., 4110-01 Sviluppo primo: avanzamento e rcgrcssionc nello 489; condizioni dello, 4119 ss~ 495 sg.; dell'Io, vedi lo, sviluppo dell'; disturbi dello, 411, 47)n., 476, ,.S5,486n.,490, sos, S07.Sili emabnia psichica, 409-11, 463, 473n., 476, 48o, szo, SZ4i e teoria delle pulsioni, 4ll9; nei primi mesi, 46o-71; posizione depressiva nello, 411, 454, 471-81, soS, S'h ppg.; posizione schizopar:anoidc nello, 40911,4S4o46o-71;progressincllo,411,47I· 74• 515sg.; sadismo ncllo,4J8,491; svccesso dello, 493, 513 Svilvppo libidico: e angoscia e senso di colpa, 397sg., 481; c fissazioni, 481; c posizione depressiva, J)on., 355i c regrcssione, 48!; e ripar:az.ionc, 398; c scuola, 74•77i e stadi prc~nitali, 131; e sviluppo dell'lo, 48!; progrmi nello, 39358SviJuppo normale, 65, 140, z66, 194, J)I sg., 371Sg.,4s6; ambivalenza nello, J14i angoscia nello, 4SI; attenuazione o risohzzionc dcll'angosci3 nello, 465, 489; basi dello, 475, 48o, 489; depressione nello, )Il, lUi difese nello, 351i e inibizione, 17, 97; e siruazioni d'angoscia infantili, 140, >6ssg., 456; c introiczionc, }ozsg., 418sg.; c rimozione, 118; c Supcr-io, 346; introinionc c proiezione nello, 418sg.; meccanismi psicotici nello, )fin~ }Jfi meccanismi sehiwidi nello, 411 sg.; posizione dcprmiva nello, 314. J10,l>S, 327, SI]; posizione maniacale nello, 314, Jzo, Jzs, ))l; posizione puanoidc nello, J14SIJ.; posizione schizo-par:anoidc nello, 411, 513; scissione nello, 418, 431, 475 e n.; tendenze osscssivc ncllo,485 S11icidio, )II, H' Superficialità, 39,66 Talenti, 91, 9-1, 101, 105, 1o7, 1u, ns. 117SIJ., 146, 250 Teatro, 111,140,I41 Tecnica del gioco, vedi Gioco. tecnica dol
Tecnica psic9)Sg.; ·creative, tD6sg., 1u sg., ZDJ, u4, 1)9-41, 178; criminali, 199"ZOt,z8s,z9J-96;dinrunivc,88,z~,
109-:11, 21!1, UJ, 140, 141, 189, 194Sg., JD4n-, J•7sg., 3J4, )47, JS!i o:sil.>U:ionistiche, 8); cteroscssualc,94sg., •n, 137, '4'· •s•n., 117, )8o; gcniuli, ao, z49, 154, J6J, 381, 404; non sociali, 65-67, 197, zo1-o5; omosessuale, 117, IJD, 111 sg., 1]5-)8, 141, 147, 199sg., 104, 398; osscssivc, 411sg., 485; sadico-anali, 16o, 187, 1