TItolo o riginale: lcoll of Evil. Hitk,'s Mufti al1d the Ri5e of R,adicallslam Traduzione dall 'inglese di Federica Gia...
70 downloads
947 Views
48MB Size
Report
This content was uploaded by our users and we assume good faith they have the permission to share this book. If you own the copyright to this book and it is wrongfully on our website, we offer a simple DMCA procedure to remove your content from our site. Start by pressing the button below!
Report copyright / DMCA form
TItolo o riginale: lcoll of Evil. Hitk,'s Mufti al1d the Ri5e of R,adicallslam Traduzione dall 'inglese di Federica Giardini Copertina di Dada Effe · To rino Foto in ropertina: f::Iag 'Amm al·f::IusaynT e Adolf Hitle r, 28 novembre 1941 Cl Ullslein / Archivi Alinari Cl 2008 by David G. Dalin and John F. Ro thmann This transla ti on published by a rrangement wi th Random House, an imprint of the Random House Publis hing Group, a division of Random House, (nc. CI 2009 Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37· 101 28 Torino l'rima edizione: gennaio 2009 ISBN 978-88-7180-784-3
David G. Dalin
John F. Rothmann
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA I segreti dell'alleanza
fra il nazismo e /'Islam radicale
A mia madre, Bella Dal;'l, a mio fratello e a mia cognata, Rnlph e Hedy Dalin, CO/l affetto e riconoscenza per il loro contilll/o sostegno e illcoraggiamento. David G. Oalin A Ellen TI/cli/llan Rotllmanll, la mia meravi-
gliosa moglie, COli tl/tta la mia gratitl/dine e il mio amore, e ;'1 segno di apprezzamento per il SI/O impegno ql/otidiano ilei rendere complete le /lostre vite. 10hn F. Rothmann
Ringraziamenti
Negli anni la genesi di questo libro è sta ta sostenuta dai consigli, dall'incoraggiamento e dalla collaborazione di svariate persone. Siamo particolarmente debitori al compianto Eliahu Elath, ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti e presidente dell'Università ebraica di Gerusa lemme, che per primo ci ha incoraggiati a scrivere un'opera sulla vita e l'eredità del muftr, sul suo ruolo nell'Olocausto e nell'ascesa dell'lsla.m radicale. Nel 1937, in un momento critico della storia mediorientale, mentre la vorava come funzi onario presso il dipartimento politico dell' Agenzia Ebraica a Gerusalemme, Elath aveva preparato un manoscritto a uso interno sul muftr e sul suo ruolo nella lotta per la Palestina. Nel 1968 quel lavoro fu pubblica to in ebraico dall 'ufficio del Primo Ministro israeliano e, molti anni dopo, il dottor Elath ci ha autorizzati a farlo tradurre in inglese. In una lettera dell'8 agosto 1988 scriveva: «Mi congra tulo con voi per aver avuto l' idea di pubblicare un libro simile: mancava un lavoro di ricerca e approfondimento storico che investigasse appieno il ruolo del muftI nella Shoah. Purtroppo oggi numerosi suoi seguaci sono ancora in circolazione». In comunicazioni successive, Elath ha continuato a incoraggiarci a documentare l'eredità scellerata del muftr come padre fondatore del terro-
8
LA M fZZA.LUNA f LA SVA S1'/CA
rismo e dell'antisemitismo islamico, un lascito che si avver· te tragicamente ancora oggi. Abbiamo quindi tentato di raccontare la storia di questa eredità duratura e malvagia, che
Eliahu Elath riteneva dovesse essere compresa meglio e divulgata in maniera diffusa. li nostro unico rimpianto è che sia morto prima di leggere il libro, di cui è stato uno degli ispiratori.
Desideriamo esprimere la nostra profonda riconoscenza a sir Martin Gi lbert per il suo straordinario sostegno e i consigli durante la fase di completamento del libro. Biografo ufficiale di Winston Churchill, egli ci ha offerto numerosi suggerimenti costruttivi e messo a nostra disposizione le fonti del suo archivio e dei s uoi fascicoli privati.
Anche se spesso ne abbiamo adottato i suggerimenti, sappiamo che le nostre conclusioni e interpretazioni potrebbero non essere in completo accordo con il suo punto di vista. Egli non va ritenuto responsabile di eventuali errori di fatto o di interpretazione storica: tutte le conclusioni e le interpretazioni contenute nel presente libro sono esclusivamente frutto della nostra riflessione. Il nostro apprezzamento va anche a tre cari amici, il professor Jonathan D. Sama, il dottor Joseph R. Goldyne e David Apfelbaum, che nonostante gli impegni hanno trovato il tempo di leggere e commentare parti del libro. Siamo particolarmente riconoscenti per i loro preziosi commenti sui capitoli che hanno letto. David Dalin desidera ringraziare anche l'amico e collega dell'Hoover lnstitution, Douglas J. Feith, per l'incoraggiamento e i frequenti consigli su questo progetto. La pubb licazione del libro ci offre la gradita opportunità di ringraziare numerosi altri amici e colleghi che hanno discusso con noi gli argomenti trattati. Vorremmo esprimere il
RINGRAZIAM ENrI
9
nostro profondo riconoscimento a ciascuna delle seguenti persone, che hanno contribuito a migliorare il testo condividendo con noi i loro pensieri e, in generale, incoraggiandoci: il professor Robert P. George, Sarah e Wi1liam Stern, il professor Bernard Lewis, William Kristol, Dov Zakheim, Michael Novak, Tevi Troy, Andrew e Deborah Leeds, Brian e Rosalind Henning, Irvin Ungar, Joseph Bottum, William Doino Jr., David Wormser, Luis Fleischman, Reed Rubinstein, Dick Seeley, Charles Liebling, Leslie Kane, Michael Jankelowitz, Zvi Jankelowitz, Oded Yinon e il rabbino Leonid Feldrnan. Trent'anni fa Trish Bransten incoraggiò gli autori a scrivere quest'opera. Siamo lieti di ringraziarla e riconoscerIa come fonte di ispirazione. Un grazie anche al professor David Engel, che molti anni fa tradusse per noi il manoscritto di Eliahu Elath sul mufti e un libro tedesco, poco conosciuto e da lungo tempo fuori catalogo, scritto da Kurt Fischer-Weth a proposito del mufti e pubblicato in Germania nel 1943. Antonia Clark e Monika Hunt sono sta te di grande aiuto con le loro traduzioni. Per l'assistenza tecnica, ci siamo rivolti a Robyn Lipsky, 10hn Moses Lewandowski, Diane Spagnoli e Richard Lerner. Durante la preparazione del manoscritto per la pubblicazione, Frances Stark, produttrice del 101m Rotl!mann Program su KG0-81 OAM, è stata sempre una straordinaria fonte di aiuto e incoraggiamento. Desideriamo estendere la nostra gratitudine a Judith Cohen e Caroline Waddell dell'Archivio fotografico presso lo United States Holocaust Memorial Museum: con grande gentilezza ci hanno aiutato a individuare e procurarci le fotografie riprodotte nel volume. Vorremmo inoltre esprimere il nostro ringraziamento e apprezzamento al nostro agente, Alexander Hoyt, che sin
lO
LA MEZZA LUNA E LA SVASTICA
dall'inizio ha avuto fede nel progetto e ci ha continuamente incoraggiati durante il lavoro di ricerca e la fase di scrittura. Siamo specialmente debito ri a WiU Murphy, il nostro editor alla Random House, per l'attenta lettura ed elaborazione redazionale del manoscritto e i tanti eccellenti suggerimenti per migliorarlo. I suoi buoni consigli e l'incoraggiamento continuo sono stati preziosi. Siam o profondamente riconoscenti aLea Beresford, assistente editoriale di Will Murphy, per l'inesa uribBe pazienza e buon umore con cui ha risposto alle nostre molte domande durante il lavoro di edititlg. Dennis Ambrosc, associate copy-cllic! alla Random House, si è sempre dimostrato disponibile e competente durante la lettura delle bozze e l'editing. Grazie anche a l nostro redattore editoriale Sona Vogel, al nostro addetto stampa London King, alla sua assistente Maria Braeckel, e a Courtney Turco. Questo libro è in pa rte un'elaborazione dell'articolo Hitler's Mllfti di Da vid Dalin, pubblicato sulla rivista «First ThingS». Dalin desidera ringraziare Joseph Bo tturn e Richard John Neuhaus, l'editore e il direttore di «First Things», per aver pubblica to quel suo vecchio articolo e per l' incoraggiamento costante. In quanto autori e genitori, abbiamo un immenso debito di gratitudine con i nostri fi gli. David Dalin desidera esprimere il suo profond o ringraziamento e apprezzamento alla figli a, Simona Dalin, e al figlio, Barry Dalin, il cui affetto e sostegno continuano a essere· una fonte di incoraggiamento e ispirazione per ogni sua impresa. John Rothmann ringrazia di cuore il figlio Joel, che gli ha permesso di usare (ma non prendere in prestito) il suo laptop. Nei momenti critici, Samuel Rothmann si è sempre dimostrato disponibile ad aiuta re il padre tecnologicamente disabile. L'a ffetto e il sostegno continuo dei nostri figli sono una benedizione per entrambi.
Prefazione
È da quarant'anni che pensiamo d i scrivere questo libro.
La genesi del volume risale a un'esperienza che abbiamo condiviso in Israele: la visita a Yad Vashem, il museo e me· moriale dell'Olocausto di Gerusalemme, il 14 agosto 1968. Eravamo ancora studenti e quell'estate partecipammo a un programma di shtd i presso l'Università ebra ica di Gerusalemme diretto dal professor Yonah Alexander. Attraversando le austere sale di Yad Vashem, ci imbattemmo nell 'in· grandimento di due uomini: Adolf Hitler e I:-Iag 'AmIn all:IusaynI, il gran muftI di Gerusalemme. Fummo immediatamente colpiti dalla stessa domanda: quale storia si nascondeva dietro quella fotografia? Da quel giorno di agosto a Gerusalemme, quarant'anni fa, abbiamo inseguito la storia del muftr con inesorabile determinazione, dedicando innumerevoli ore alle ricerche sulla sua vita. Su un piano strettamente personale, siamo lieti di poter affermare che il libro è stato completato senza un istante di dissenso o discordia. Lavorare insieme a questo progetto ha reso più profonda la nostra qua rantennale amicizia.
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
Ca pitolo l Appuntamento con il destino ·
Il 28 novembre 1941, appena nove giorni prima dell'attacco giapponese contro Pearl Harbor, il gran muftI di Gerusalemme I:fag 'Amln al-J:lusaynI lasciò la sua lussuosa dimora nella KlopstockstraBe di Berlino poco dopo mezzogiorno e fu condotto nella WilhelmstraBe, la storica via che ospitava gran parte dei ministeri del governo tedesco. Il muftr e il Fiihrer dovevano incontrarsi nell 'ufficio privato di Adolf Hitler presso la Cancelleria del Reich. L'incontro era in programma nel pomeriggio, in modo da conciliarsi con la ben nota p ropensione di Hitler a lavorare d i notte e dormire fin o a mattina inoltrata. Dopo un breve tragitto lungo l'elegante WilhelmstraBe, vecchio centro di potere l della Berlino imperiale, la grossa Mercedes governativa arrivò aH'angolo con la VoB Stra Be, davanti alla Cancelleria del Reich, la sede sfarzosa del governo d i Hitler. Mentre girava verso sud dal viale Unter den Linden, una delle zone di Berlino in cui si erano maggiormente concentrati i negozi di proprieta ri ebrei, l'autista informò forse alJ:lusaynI, giunto d i recente in visita nella capitale tedesca, che prima dell'ascesa al potere di Hitler, nel 1933, il terreno su cui sorgeva la nuova Cancelleria del Reich era appartenuto a Georg Wertheim, il magnate ebreo dei grandi magaz-
!6
LA MEZZALUNA f LA SVASTICA.
zini, il quale era stato costretto a donare la sua proprietà al nuovo regime nazista. Mentre lo scortavano attraverso un lungo corridoio con pavimento di marmo, al-f:lu saynI rimase colpito dalla grandiosità monumentale di una d elle meraviglie architettoniche del Terzo Reich, forse l'impresa maggiore dell'architetto preferito di Hitler, Albert Speer. Nel commissionargli la progettazione e la costruzione d ella nuova Can celleria d el Reich nel 1938, il FUhrer aveva commentato che il vecchio edificio, risalente al mandato di Bismarck (1871-1890), poteva «andar bene per una fabbrica di sapone» 2 ma non si addiceva come quartier generale del Reich tedesco. Speer doveva creare un edificio di «imperiale grandiosità» l , una costruzione imponente con ampi saloni e corridoi. AI-J:lusaynI attraversò in auto il cortile d 'onore, l'ingresso principale dell'edificio, salì uno sca lone esterno e si diresse verso ~a stanza ricca di decorazioni elabora te dove erano ricevuti i visitatori, accanto all 'ufficio personale di Hitler. Per raggiungerla dovette prima attraversare una sala circolare con soffitto a cupola e una galleria lunga 146 metri, ricoperta di specchi e magnificamente arredata, che Hitler aveva lodato dicendo che superava la famosa Galleria degli Specchi della reggia di Versailles. La sala degli ospiti, invece, era lunga quasi 365 metri, aveva pavimento e pareti rivestiti di marmo rosso scuro ed era adiacente· allo studio e ufficio privato di Hitler, un locale immensamente spazioso di quasi 418 metri quadrati. Giunto a Berlino tre settimane prima, il muftI era sta to accolto da folle enrusiastiche che lo avevano sa lutato come il fijl/rer del mondo arabo. La settimana prima dell' incontro con Hitler, in suo ono re si era celebrato un ricevimento organizzato dall' lslamische Zen tralinstitut 5, un istituto islami-
APPUNTAMENTO CON IL DESTINO
17
tedesco appena fondato a Berlino. Mentre al-J:lusaynrpercorreva la WilhelmstraBe, una folla di espa triati a rabi palestinesi si radunava in adorazione, ai lati delle strade, per applaudire e rendere omaggio a l suo riverito leader, il GrosCO
smllfti von jerusalem. Hitler considerava il mufH con deferenza e rispetto. Escludendo forse re 'Ibn Sa'Od dell' Arabia Saudita, alJ:lusaynr era il leader islamico più illustre e influente del Medio Oriente ma, a differenza del monarca saudita, era un sostenitore fidato della Germania di Hitler, un uomo sul quale i nazisti potevano sempre contare. li muftr esordì ringraziando il Fiilirer del grande onore che gli aveva concesso nel riceverlo. Nel tentativo di lusingarlo e ottenere protezione e sostegno, disse che desiderava cogliere l'opportunità di trasmettere al FUhrer del Reich della Grande Germania, ammirato dall 'intero mondo arabo, il suo ringraziamento per la simpatia che aveva sempre dimostrato per la causa araba e in particolare per quella palestinese. I... ]1 paesi arabi erano fermamente convinti che la Germania avrebbe vinto la guerra e che la causa araba avrebbe quindi prosperato.
Assicurò quindi al suo ospite che gli arabi erano gli amici naturali della Germania poiché avevano gli stessi suoi nemici, e cioè gli inglesi, gli ebrei e i comunisti. Pertanto, erano disposti a collaborare pienamente con il Reich tedesco ed erano pronti a partecipare alla guerra, non solo indirettamente a ttraverso atti di sabotaggio e !'istigazione di rivolte ma anche direttamente attraverso la formazione di una legione araba. Come alleati gli arabi potevano essere più utili alla Germa-
18
LA. M EZZALUNA f LA SVASTICA
nia di quanto non apparisse a p rima vista, sia per ragioni geografiche che per le sofferenze a loro inflitte da inglesi ed ebrei. 6
Gli obiettivi d el muftI erano di vasta po rtata. Egli voleva mettere fine all'immig razione ebra ica in Pa lestina, ma sperava anche di promuovere una guerra santa dell' Islam in collaborazione con la Germania, una giJII1d che avrebbe po rtato allo sterminio d egli ebrei 7 . A questo proposito al-tIusaynr scrisse nelle sue memorie: Il requisito fondamentale della nostra collaborazione con la Germania era avere mano libera per poter sradicare fino all'ultim o ebreo d alla Palestin a e dal mondo arabo. Chiesi a Hitler la promessa esplicita d i autorizzarci a risolvere il problema ebrai-
co in modo consono alle nostre aspirazioni di nazione e di razza e in accordo con i nuovi metodi scientifici introdotti dalla Germania nella gestione dei suoi ebrei. La risposta che ottenni fu: "Gli ebrei sono vostri». I Con grande soddisfazione d el muftr, il Fiihrer replicò riafferm ando in modo forte e inequ ivocabile la sua posizione antiebraica e il suo sostegno della causa araba radicale: gli assicurÒ infatti che era assolutamente d eciso a condurre una guerra di s terminio contro gli ebrei e a contrastare attivamente la creazione di un focolare nazionale ebraico in Palestina. Come rife rì in seguito al-J:fusaynr d opo il loro incontro, Hitler aveva garantito che «la Germania intendeva chied ere g radualmente a ciascuna nazione europea di risolvere il proprio problema ebraico e, al momento gius to, avrebbe rivolto un simile appello an che alle nazioni non eu ropee. A quel punto la Germania si sarebbe concentrata unicamente sulla distruzione della comunità ebraica residente nella sfera araba
AI'PUNTAM E.NTOCON IL D ESTINO
IO
sotto la protezione della Gran Bretagna [in Palestina]n 9. A partire da quel giorno, lo rassicurò il Fuhrer, il muftf sarebbe diventato il leader più potente del mondo a rabo. Per l'allora quarantaseienne muftf, l'incontro con il Filhrer fu il suo appuntamento con il destino. Gran parte della sua vita adulta I:-Iag 'Amln al-I:-Iusaynl l'aveva consacrata a prepararsi per quel momento. Si era reca to nella Cancelleria del Reich per convincere Adolf Hitler della sua totale devozione all'obiettivo nazista di sterminare gli ebrei. Il Fi.ihrer lo aveva subito abbracciato, vedendo in lui un alleato e un collaboratore. Al termine dei novantacinque minuti di colloquio, il muftI poté ripensare con grande soddisfa zione a quanto aveva ottenuto: appena tre settimane dopo il suo arrivo a Berlino, il7 novembre, il suo sogno di un'alleanza ufficiale tra 1'1sla.m radicale e la Germania di Hitler era divenuto realtà. Al momento del congedo, il muftI e il Fuhrer si abbracciarono e si diedero la mano. Nella convinzione di entrambi quella stretta di mano avrebbe cambiato il mondo.
\ 1..0 studio definitivo su lla d iplomazia e la politica estera nazis ta nella WilhelmstraBe, dove avevano sede il Minislero deg li Esleri e la Cancelleria del Reich di H itler, si tro va in Paul Seabury, The Willwlmst,a.fle: A Stlldy D J GeminI! Diplomats U7Ider tlre Nazi Regime, University of California Press, Berkeley 1954. ' Alberi Speer, Inside the Third Reich, Macmillan, New York 1970, p. 102 (ed. il. Memorie dal Terzo Reiclr, Mondadori, Milano 1995).
l lvi. Joachim Fesi, Speer: Tlle Fil/al Ve,dicI, Harcourt, O rlando (FL) 1999, p . 103. ' Chuck Morse, The Nazi COIII/octiolr /0 Islamic Terrorism: AdolJ Hitler a7ld Haj Amill al-Hu sseil/i, iUniverse, Lincoln (NE) 2003, p. 57. ' «Verbale della conversazione Ira il Fuhrer e il gran muftT di GerusalemI
20
LA MEZZALUNA. E LA. S VASTICA.
me, avvenuta a Berlino il 28 novembre 1941, alla presenza del Ministro degli Esteri del Reich e del ministro Grobba». Docllmen/s DII Germall FOTeign Policy, 1918-1945, serie D, voL xm, Londan 1964; citalo in Kenneth R. limmerman, Preac/lers 01 Hale: Is/a m alld tlle War 011 America, Three Rivers Press, New York 2003, p. 108. ' Bernard Lewis, Semites (md Anti-Semites, W. W. Norton & Co., New York 1999, p. 147 (ed. il. Semiti e antisemiti, Rizzali, Milano 2003). ' Citato in Alan M. Dershowitz, The CnseJor lsrael, JoOO Wiley & Sons, Hoboke n (Nn 2003, p. 55. ' Citato in ivi, pp. 55-56.
Capitolo 2 La genesi della gihifd moderna : l:iag 'AmIn al-t(usaynr,
il nazionalismo palestinese e la nascita dell' IsIam radicale
,AmIn al-l:iusaynI nacque nell'ultimo decennio del XIX secolo. Fonti diverse indicano l'anno della sua nascita come il 1893, il 1895 e il 1897, ma generalmente si concorda che sia nato nel 1895. Studiò prima a Gerusalemm e, dove frequentò una scuola pubblica turca, e poi al Cairo, presso la scuola di Sayb Ra~rd Riga. Qui il giovane al-t(usaynr ricevette un'istruzione intrisa di un rabbioso antisemitismo. Durante l'adolescenza apprese per la prima volta della storica antipatia di Maometto verso gli ebrei di Medina, che avevano osteggiato attivamente il Profeta e respinto il suo messaggio. In quanto discendenti di coloro che avevano rifiutato di accettare l'Islam, gli ebrei - così fu insegnato ad al-l:iusaynI - sarebbero sempre stati condannati dai musulmani come infedeli che negano la verità del messaggio di Maometto. Durante gli studi al Cairo l'influenzabile al-t(usaynr impa rò bene questa lezione, senza mai dimenticarla e lasciando che condizionasse per tutta la vita il suo atteggiamento nei confronti degli ebrei. Nel 1913, dopo aver brevemente frequ entato l'Universi tà al-' Azhar in Egitto, assolse l'obbligo religioso islamico di recarsi in pellegrinaggio alla Mecca e poté quindi aggiungere il titolo «t(ag)' al suo nome. Da allora fu conosciuto come t(ag ,AmIn al-t(usaynr.
Z2
LA MEZZALUNA E lA SVASTICA
AI-l:IusaynJ nOn completò gli studi presso l'Università al'Azhar, un fatto che negli anni rimase fonte di polemiche tra i suoi critici musulmani. Poiché si era ritirato senza conseguire la laurea n é completare il corso di studi necessario per l'investitura come funzionario religioso ed esperto di legge musulmano, i s uoi avversari all'interno deU'Isla.m potevano sminuirne le credenziali accademiche e sostenere che non avesse titoli sufficienti per detenere la posizione di muftI e guida spirituale nell a comunità religiosa islamica. Nel corso di tutta la sua carriera pubblica al-f:fusaynI ebbe la tendenza a reinventare la propria autobiografia, dichiarando di avere le credenziali e un esperienza professionale che in realtà non possedeva. Così, ad esempio, lasciò intendere da subito che, durante la permanenza ad al-' Azhar, aveva completato gli studi di sarr'a (la legge religiosa musulmana) necessari per la qualifica di funzionario d ell 'Islam . Se lo avesse fatto davvero, sarebbe stato conosciuto come Sayl:t Amlo al-I:fusaynr, e cioè con il tito lo di sceicco a cui hanno diritto i ministri ufficiali del culto 1. Allo scoppio della prima guerra mondiale al-l:fusaynI si arruolò nell 'esercito turco e divenne ufficiale. L'Impero ottomano, nel cui esercito egli combatteva, si era alleato con la Germania, unend osi agli Imperi Centrali nel conflitto perso in partenza contro Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. La storia ha dimostrato che questa fu una decisione tragicamente fatale e sciocca: come osservò all'epoca il primo ministro inglese Herbert Asquith, l' Impero ottornano, un tempo temi bile, «con questa decisione di fatto si s uicidava e d ecretava la propria rov ina ~) 2 . Nel 1918, d opo la sconfitta di Germania e Turchia, a l-I:fusaynr tornò a Gerusa lemme, la sua città natale, dove lavorò prima come impiega to presso l'ufficio del consig liere arabo del governatore militare britannico I
I..A GENESI DEUA GI/-IA:D M ODERNA
23
e poi come insegnante. Quando iniziò a emergere tra i lead er della vita pubblica arabo-palestinese dopo la prima g uerra mondiale, egli diede prova, nonostante la sua età, di una notevole abilità p olitica. In poco tempo attirò l'a ttenzione dei giovani nazionalisti arabo-palestinesi di Gerusalemme, i quali cominciarono a rivolgersi a lui come guida e consigliere. Il giovan e al-l:Iusaynr fu ben felice di accontentarli, sperando così di intraprendere una carriera politica. A Gerusalemme egli died e vi ta a un 'organizzazione politica popolare, mobilitando una congrega di seguaci e sostenitori che condivid evano il suo od io velenoso per gli inglesi e gli ebrei. Ora tore carismatico e affascinante, incantava la gente ammassa ta ag li angoli delle s trade e fu ori dalle moschee della sua città na tale, e presto ottenne un signi fica tivo segu ito, esp andendo e consolidando una leale base politica ch e lo avrebbe sostenuto negli anni s uccessivi. A partire dal 1918 divenne un assiduo collabo ratore dei gio rnali nazionalisti arabi, scrivendo violenti articoli antiebraici l , in cui non faceva mis tero di un od io feroce contro ing lesi ed ebrei o d ella sua opposizione fanatica alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina. Alcuni nazionalis ti arabi più moderati erano disposti a consid erare la possibilità di collabo rare con gli ebrei di Palestina e di accettare l'idea di uno Stato ebraico, mentre l:Iag ,AmIn al-l:Iusaynf fu inflessibile nel rifiutare questo approccio misurato e conciliante. Per lui qualsiasi collaborazione con gli ebrei era fu ori questione. Le radici d ell'odio di al-l:Iusaynf contro gli ebrei erano chi are e inequivocabili. Gli eb rei erano il nemico. Non erano mus ulmani e questo il giovane 'A mfn lo sapeva fin dall 'età della ragione. Sapeva che g li ebrei erano d ecisi a impossessarsi della sua patria e li credeva complici di una grande cos pirazione che alla fine av rebbe distrutto la civiltà islamica.
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
Leggere I protocolli dei savi di Sioll per la prima volta fu una rivelazione per il muftr: questo libro spiegava il su o mondo e d escriveva proprio g li eventi che si sta van o verificando nel1a s ua am ata Pa lestina sotto l'occupazione britannica. Secondo al-I:fusaynr, del complotto facevano chiaramente parte anche g li inglesi che, appena arrivati a Gerusalemme dall'Europa, leggevano e si scambiavan o i Protocolli, e li distribuivan o anche alla popolazione araba. Se si voleva impedire agli ebrei di realizzare la nefanda cospirazione d escritta n el d ocumento, qualcuno d oveva innalza re il vessillo dell'lslam e ingaggiare la giJurd contro questo nemico mortale. AI-I:fusaynr si considerava destinato a quel ruolo eroico. Era nato da una d elle famiglie più nobili d ella Palestina araba, una famiglia che poteva far risalire il proprio lignaggio direttamente al profeta Maometto. Negli ultimi d ecenni del XIX secolo, g li Husaynr avevano fatto parte dell'élite politica d el1a Palestina . Tra i membri della famiglia vi erano stati deputati del Parlamento turco, governatori regionali, sindaci e guide religiose. Cresciuto nella Gerusalemme a cavallo tra XIX e XX secolo, allora ancora sotto il dominio turco-ottornano, il giovan e al-HusaynI era l'erede di una dinastia politica che aveva governato la Gerusalemme araba dal 18BO. Suo padre, ~ay1:t Ti'!.hir al-Husaynf, e prima di lui il n onno, MU$tafa al-l:fusaynI, erano stati muftr di Gerusalemme. Alla morte del padre nel 190B, gli s u ccesse~ il fratello maggiore di 'Amrn, Carnai al-Husaynr, continuando la tradizione di famiglia ch e lo stesso al-l:fusaynI avrebbe in seguito proseguito. Nel 191B, s ubito dopo la prima guerra mondiale, suo cugino MQsi'!. Qasim BMa al-Husaynf divenne sindaco di Gerusalemm e. Uomo poli tico accorto e di s uccesso, Masa Qasim Ba~a amminis trò la Ci ttà Santa come un fe udo privato della sua famiglia e inizialmente operò con il pieno sostegno d el
lJ\ GENESI DELlA é /H AD MODERNA
governo mandatario britannico, che dopo la prima guerra mondiale aveva sostituito il dominio turco-ottomano in Pa· lestina. In qualità di ca po di una delle più importanti fami· glie musulmane della ci ttà, egli si distinse come il principale oppositore islamico radica le del Mandato britannico e del· l'impegno assunto dalla Gran Bretagna, nella Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917, di creare un focolare naziona· le ebraico in Palestina. L'idea di un mandato britannico in Palestina inizialmente era nata dall'accordo Sykes-Picot, un negoziato segreto del 1916 tra Gran Bretagna e Francia per la spartizione dell'Impero ottomano che comprendeva l'attuale Turchia, il Libano, la Siria, Israele, l'Arabia Saudita, lo Yemen, il Kuwait, la Giordania, l'Iraq, il Bahrain e gli Emirati Arabi Uniti. I turchi ottomani avevano governa to su gran parte di questi territori per secoli. Nella spartizione decisa con l'accordo Sykes·Picot, l'Inghilterra rafforzò la sua presa sull'Egitto (già sotto il dominio britannico) e inoltre assunse il controllo di Palestina, Iraq, diversi stati del Golfo e Transgiordania (l'odierno Regno hascemita di Giordania). Alla Conferenza di pace di Parigi al termine della prima guerra mondiale, gli Alleati vittoriosi ratificarono le disposizioni dell'accordo Sykes·Picot, stabilendo che la Palestina sarebbe stata governata dagli inglesi con un sistema mand atario. in base al mandato, la Gran Bretagna era responsabile di tutte le funzioni governative e amministrative e anche della sicurezza nel territorio della Palestina. Queste disposizioni non mantenevano le promes· se di indipendenza postbellica che erano state fatte a diversi leader arabi dall'audace e brillante rappresentante britanni· co nella regione, Thomas Edward alias La wrence d 'Arabia. Spartendosi le spoglie dell' Impero turco-ottomano e sta bi·
LA. M EZZA LUNII f LA. SVASTICA
26
tendo un'amministrazione coloniale ing lese in Palestina e nel Medio Oriente arabo, gli Alleati avevano scosso le fondamenta di quello che era s tato l'ordine politico costituito
del mondo arabo. La Dichiarazione Balfour, in origine una lettera del ministro degli esteri inglese Arthur James Balfour a lorcl Walter
Rothschild, capo del ramo londinese della famosa famiglia di banchieri ebrei, fu resa pubblica poco prima d el ritorno di al-f:lusaynr a Gerusalemme. Per gli arabi palestinesi fu un
evento disastroso che scosse ulteriormente le fondamenta d el lo ro ordine politico. Agli occhi d el giovane islamista radicale al-l:iusaynf fu un a tto di tradimento politico che non
avrebbe mai accettato né perdonato. La Dichiarazione Ba lfour fu anche il catalizza tore che lo fece emergere come leader dell'opposizione musulmana radicale al Mandato britannico in Palestina e che acuì il suo odio, già micidiale, nei confronti degli inglesi e degli ebrei. I termini della Dichiarazione sono inequivocabili: Il governo di sua Maestà vede con favore la creazione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebra ico, e si adopererà al meglio delle proprie possibilità per facilitare il raggiungimento di questo obiettivo, con la chiara intesa che nuUa sarà fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non-ebraiche già esistenti in Pa lestina, né i diritti o lo statll s politico di cui godono gli ebrei in qualunque altro paese.
Per gli arabi palestinesi fu una notizia esplosiva. Dopo tutto - essi si chiedevano - con quale diritto gli inglesi, che non hanno una posizione giuridica in Palestina, concedono ciò che no n possiedono a un popolo che rappresenta una minoranza della popolazione locale? E poi, poco più di cinque
LA GENESI DELU. C/H AD MODERN~
27
settimane dopo, avvenne l'impensabile. Le fo rze dell'esercito britannico sotto il comando del generale sir Ed mund AIlenby entrarono in Gerusalemme 1'11 dicembre 1917, assicurandosi una rapida vittoria sulle forze turco-ottomane che difendevano la città. La resa di Gerusalemme agli inglesi mise la Città Santa sotto il controllo di autorità non musulmane per la prima volta dai tempi delle Crocia te. Questo evento esaltò gli Alleati. I cattolici, in particolare, videro tornare sotto il dominio occidentale e cristiano i luoghi sacri che erano stati persi più di ottocento anni prima con la conquista di Gerusalemme da parte di Saladino. li generale AlIenby era esultante per la vittoria, così come gli ebrei della città. Di lì a due anni. la politica emergente del Mandato britannico in Palestina avrebbe radicalizzato il mondo arabo-palestinese di cui al-l:Iusaynf aspirava a essere il leader. L'8 gennaio 1918 il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson si rivolse al Congresso in seduta congi unta, illustrando i suoi famosi . Altre immagini contraffatte ritraevano la Cupola della Roccia in rov ina, do po che - come spiegava la did ascali a sottostante - era sta ta distrutta dagli infedeli ebrei, impegna ti ora a ricostruire il loro antico Tempio proprio su quel sit0 5? Le discussioni sullo status del Muro del Pianto erano continuate per tu tto il 1928 e fino a11929, un periodo in cui Gem sa lemme fu spesso teatro di scontri. La si tuazione era tesa, potenzialmente esplosiva. Il 15 agosto 1929 un gru ppo d i giovani ebrei sfilò attraverso il quartiere musuJmano della Città Vecchja fino a l Muro del Pian to, portando con sé la ban d iera sionista 511 e intonando HaTikvall, l'inno nazionale ebraico. Essi chiedevano il ri pristino dei diritti d egli ebrei sul Muro del pjanto. Q uella stessa sera un gru ppo costituito da-
LA GENESI OEllA CIHAD MODERNA
49
gli islamisti più radicali della città, che si era dato il nome di Associazione per la tutela della Moschea di al·'Aqsa, di· chiarò quanto segue sulla stampa araba: «Oggi alle 15.30, da· vanti al Muro del Pianto, gli ebrei hanno manifestato violen· temente con tro i musulmani. Il risentimento è grande e generale. Fate ciò che va fatto per esprimere la vostra p rotesta e condanna n 59 • Per rappresaglia, il giorno successivo il muftr ordinò una contro·dimostrazione davanti allo stesso Muro del Pianto. Nelle moschee di tutta Gerusalemme i religiosi pronunciarono sermoni incendiari, in cui invitarono la folla araba a marciare fino al Muro e a continuare la guerra santa del mufU contro gli infedeli ebrei. I predicatori di al· f:{usaynr arrivarono a dire che «colui che uccide un ebreo ha il posto assicurato nell 'aldilà}} 60 . I pochi ebrei presenti furo· no costretti a fuggire per mettersi in salvo, mentre i loro simboli religiosi furono profanati e i libri di preghiera strap· pati e bruciati 61 • Il giorno dopo, il 17 agosto, un ragazzo ebreo di nome Abraham Mizrachi fece involontariamente vola re un pallo· ne nel cortile di un arabo e, nel tentativo di recuperarlo, fu assa lito e accoltella to. Morì in ospedale tre giorni dopo. Nei giorni successivi all'omicidio, la tensione sa lì in tutta Geru· salemme. Si verificarono numerosi incidenti, culminati negli scontri che iniziarono venerdì 23 agosto e si conclusero giovedì 29 agosto. La reazione ebraica all 'aggressione fu subito stronca ta . La polizia ing lese, in fatti, im pedì agli ebrei di entrare nella Città Vecchia, e 24 giovani manifestanti israeliti rimasero feriti. Quello stesso giorno, a l termine delle ceri· monie nelle moschee della Ci ttà Vecchia, centi naia di islamisti radica li a rmati attaccarono il quartiere ebra ico istigati da al·tIusaynf. Il bilancio per gli ebrei fu di 133 morti e 339 feriti.
lJ\ M EZZALUNA. E lJ\ SVASTICA
L'esplosione di una nuova 'illtiftrq.all a Gerusa lemme, la seconda in meno di dieci anni, segnava !'inasprirsi della violenza contro gli ebrei. L'intera comunità ebraica di Hebron fu costretta a fu ggire dopo che 67 dei suoi membri erano rimasti uccisi e altri 60 feriti, mentre le perdite arabe (in gran parte dovute ai tentativi inglesi di contenere la violenza) ammontarono a 116 morti . Oltre cinquant'anni dopo Chaim Herzog, il futuro presidente di Israele, non era ancora riuscito a cancellare l'orribile ricordo dei disordini a cui aveva assistito da bambino. Con grande commozione egli ricordò la spieta ta aggressione degli arabi contro la nonna ottantenne, che fu «uccisa con un pugnale>,62 a Hebron mentre assisteva inerme aUa carneficina voluta dal muItr. Nel corso della stessa settimana la tragedia di Hebron si ripeté a Safed, dove 45 ebrei 63 furon o uccisi su ordine di al-f:lusaynI. I disordini del 1929 fecero scalpore in tutto il mond o 6-l. Il governo di Londra volle appurare le ca use del malcontento arabo che aveva innescato la violenza ~ e, a tal fine, nominò la Commissione Shaw. Nonostante le conclusioni politiche di quest' ultima, è impossibile negare la responsabilità del muftr in ordine alle uccisioni e agli altri crimini che erano stati commessi contro gli ebrei. Solo lui era colpevole di aver fatto precipitare la disputa sul Muro del Pianto. Testimoniando davanti alla Commissione Sha w, il muftf dichiarò che, con il suo appoggio, le traduzioni arabe dei Protocolli dei savi di Sio" - il famigerato fa lso zarista - erano state distribuite in tutta la Palestina. Disse anche che i Protocolli dimostravano l'esistenza di una cospirazione ebraica per «impadronirsi del [Muro del] Buraq') e di a ltri luoghi sacri musulmani e «quindi ricostruire il Tempio,) 66 . La Commissione Shaw respinse la teoria del complotto; nondimeno, esonerò il muftr da qualsiasi responsabilità per i massacri del 1929,
LA GENESI DELlA GIHAD MODERNA
51
attribuendola invece a una generica opposizione araba all'aumento dell'immigrazione e dell'acquisto di terre da parte dei sionisti 67. La fonte immedia ta dei disordini, cioè l'incendiaria dialettica antiebraica del muftr e la violenza di gruppo perpetrata dai suoi seguaci compiacenti, non fu menzionata nel rapporto fin ale della Commissione, che sembrò accettare senza critiche la spiegazione parziale di all:fusaynI. Per fa vorire gli interessi degli a rabi radicali e, in futuro, mitigare l'opposizione araba all'immigrazione ebraica in Palestina, la Commissione Shaw raccomandò una maggiore regolamentazione e limitazione di tale immigrazione e anche della vendita di terra agli ebrei 68, una politica subito adottata dal Ministero degli Esteri britannico. Di lì a poco il governo di Sua Maestà adottò anche il Libro Bianco Passfield, che sollecitava la sospensione i1l toto dell 'immigrazione e della colonizzazione ebraiche in Palestina; ciò allo scopo di calmare i crescenti timori arabi sull 'argomento come pure sulla promessa di un focolare nazionale ebraico contenuta nella Dichiarazione BaIfour.
Il nwftr, la Grallde Rivolta Araba del 1936-1939 e gli ebrei di Palestina Nel 1936 1::1ag 'Amln aI-l:IusaynI incitò gli arabi a un altro massacro di coloni ebrei in Palestina, passato poi agli annali come la «Grande Rivolta Araba" o «terza 'illt ifMa}/». Tra il 1933 e il 1936 la popolazione ebraica della Palestina era passa ta da 234.967 a 384.078 abitanti, ovvero da poco più del 20% a poco meno del 30% della popolazione complessiva lo9• li 15 aprile 1936, in segno di protesta contro ogni u!te-
52
LA M EZZA LUNA E I.J\ SVASTICA
riore immigrazione ebraica, i leader arabi palestinesi, istigati dai discorsi del mufU, esortarono le imprese e i lavoratori arabi a non pagare le tasse e ad aderire a uno sciopero nazionale. Secondo quanto dichiarato dallo stesso mufU, lo sciopero sarebbe continua to fino alla totale cessazione dell'immigrazione ebraica in Palestina. Alcuni giorni dopo egli persuase i leader islamici locali a creare il Supremo Comitato Arabo, destinato a diventare la voce politica degli arabi di Palestina e ad avere al-l:Iusaynr come presidente 7\) fino a lla sua morte nel 1974. L'invito del muftI a uno sciopero generale scatenò la violenza. Quello stesso giorno alcuni rivoltosi arabi assalirono un autobus, uccidendo due passeggeri ebrei. La notte successiva a morire furono due arabi, uccisi in un atto di rappresaglia. Nel giro di quarantott'ore Giaffa e Tel Aviv furono percorse, in lungo e in largo, da bande arabe che attaccavano gli israeliti e ne incendiavano i negozi. Nei giorni successivi vi fu un'escalation della violenza che si trasformò in furia omicida. A metà dell'estate 1936 i combattimenti si inasprirono quando rivottosi e terroristi arabi iniziarono ad attaccare case, fattorie e villaggi ebraici in tutta la Palestina. La maggioranza dei terroristi arabi erano palestinesi del luogo, assoldati dal muftr e dai suoi agenti. In breve tempo, tuttavia, cominciarono ad arrivare volontari siriani e iracheni in gruppi di duecento o trecento a l mese 11 . II loro leader, FawzI alKawukgr, che sarebbe diventato amico e alleato politico del muftr, ebbe un ruolo importante nella Grande Rivolta Araba. Come al-F:lusaynf, al-Kawukgf aveva servito nell 'esercito turco-ottomano durante la prima guerra mondiale; al termine del conflitto aveva accettato la nomina a ufficia le nell'esercito iracheno e, nel 1936, rinunciò al suo comando in Iraq
lJ\ GENESI DELlJ\ G/HAD MODERNA.
53
per aiutare al-l:iusaynI a organizzare e realizzare l' insurrezione arabo-palestinese. II primo anno della Grande Rivolta Araba rappresentò un vero e proprio regno del terrore per gli ebrei di Palestina , vittime di omicidi, lanci di bombe, saccheggi, torture, attacchi notturni a case e fattorie, nonché distruzione di raccolti e bestiame. Durante l'esta te 1936, con atti di vandalismo premeditato, gli arabi distrussero migliaia di acri coltiva ti e abbatterono gli a lberi dei frutteti. Il governo del Mandato britannico cercava inutilmente di ripristinare la pace ma, nonostante la sua condanna della violenza, gli ebrei continuarono a essere uccisi, tanto che il bilancio dei morli in ottobre salì a 80. Negli scontri armati fra truppe britanniche e bande arabe morirono rispettivamente 33 soldati e 140 rivoltosi n. Urgeva una soluzione. Il 18 maggio 1936 la Camera dei Comuni britannica annunciò che avrebbe formato una commissione per indagare sulle cause della sommossa, presieduta da lord Robert Pee!, che era stato ministro per l'India, e dal suo vice sir Horace Rumbold , ex ambasciatore a Berlino. Quando giunse in Pa lestina 1' 11 novembre 1936, esattamente diciotto anni dopo la fine della prima guerra mondiale, la Commissione Peel trovò il paese in uno stato di grave disordine. Convocato come testimone principale della comunità araba palestinese, il 12 gennaio 1937, l:iag 'Amln aI-l:iusayni reiterò da vanti alla Commissione Peella sua antica richiesta di una sospensione totale dell'immigrazione ebraica in Palestina, e chiese l'espulsione deU'80% degli ebrei già presenti nel paese (400.000), in modo da riportare il loro numero complessivo a i livelli anteriori alla prima g uerra mondiale (80.000) 73. Egli pretese inoltre il di vieto immediato e assoluto di vendere terreni d i proprietà araba agli ebrei. La Commissione scrisse quindi un rapporto in cui raccomandava di
t.A M EZZAL UNA E t.A SVAS'/'/CA
dividere la Palestina in due Stati indipendenti, uno arabo e uno ebraico, proposta che il muftr e il suo Supremo Comitato Arabo respinsero ca tegoricam ente, invocando invece la fine del Mandato britannico e, al suo posto, la creazione di un unico Stato arabo indipendente. Durante l'estate 1937, dopo che il Supremo Comitato Arabo aveva rifiutato il rapporto della Commissione Peel, la Palestina sperimentò un'esplosione di violenza su vasta scala a opera di bande di terroristi arabi, i quali uccisero anche Lewis Andrews, il commissa rio distrettuale britannico per la Ga lilea. In seguito a questo episodio gli inglesi si decisero finalmente a intervenire con mano fe rma . Il 30 settembre misero fuori legge il Supremo Comitato Arabo, dichiarando che i suoi ob ietti vi erano in contrapposizione con quelli del Mandato britannico. Il muftI e numerosi altri leader del Comitato furono così banditi dalla Palestina. Tra vestito da donna, il15 ottobre 1937 al-J:lusaynr fuggì in barca verso il Libano, raggiungendo Beirut. Dopo essersi fatto la barba, indossò l'abito semplice, nero e non aderente, delle musulmane osservanti: un abbigliamento femminile dimesso e adatto alla situazione che avvolgeva il suo corpo dalla testa ai piedi . Coprì quindi il volto con il lliql1b (il velo che lascia scoperta solo una sottile fessura per gli occhi), imposto alle donne dalla tradiz ione religiosa islamica. Mentre in piena no tte fuggiva in ba rca verso Beirut, nessuno sospettò la sua rea le identità. Il governo mandatario proibì al muftr di tornare in Pa lestina. Dopo un breve soggiorno a Beirut, questi si spostò in Siria, a Da masco. Nei successiv i due anni del suo esili o politico siriano, al-J:lusaynr coordinò la violenza e l'attività terroristica della Grande Rivolta Araba in Palestina, che continuò fino al maggio 1939. Tra le altre cose, ordinò anche l'eli-
~ GENESI DELL.A CIHA D M ODERNA
55
mmazione della maggior parte dei leader arabi palestinesi più moderati che si erano opposti a lla sua politica. ln seguito lo strumento dell'assassinio politico impiegato dal mufti sarebbe diventato una piaga nella vita comunitaria del Medio Oriente islamico.
1/ muftT, la fondazione dei Fratelli mllsillmalli e l'avven to
dell'Isltfm radicale Gli eventi del 1929 avevano accresci uto la fama di J:lag 'Amln al-J:lusaynI in tutto il mondo islamico. Ormai non era più solo il leader dei musulmani di Palestina ; era anche il difensore di Gerusalemme, la terza città santa dell'lslam. AIl:iusaynI era diventato il campione più venerato dell 'onore musulmano nel mondo. II suo appello a creare un nuovo ordine mondiale basa to sull' lslam e a ingaggiare una campagna di gilu1d contro gli inglesi, gli ebrei e l'Occidente otteneva consensi sempre maggiori. [J 7 dicembre 1931 al-Husaynr aveva riunito a Gerusa lemme il Congresso lslamico Mondiale, a cui parteciparono 122 delegati provenienti da tutti i paesi del mondo musulmano tranne la Turchia, riunitisi per formulare le rimostranze comuni di un lslam unito contro l'Occidente. Il Congresso espresse una cond anna particolarmente violenta del sionismo e dell'amministrazione coloniale britannica in tutto il mondo musulmano, dall'Egitto a ll 'lndia e a lla Palestina. Per la prima volta , con voce unita, il mondo musulmano dichiara va all'unisono la sua opposizione radica le all a civiltà occidentale, tanto a lla cultura che alla politica di ciò che l'lslam considerava l'Occidente laico. I suoi nemici erano l'imperialismo e il colonialismo occi dentali, così come si manifestava-
56
U\ MEZZALUNA E l.A SVASTICA
no neU'amministrazione coloniale britannica dell'India rnusulmana e di tutto il Medio Oriente islamico. Convoca to re e presid ente del Congresso Islamico Mondiale, l:Iag 'Amlo all:fusaynr era ormai riconosciuto, in misura sempre maggiore, come la voce principale dell'Islam radicale e come una forza nuova e potente sulla scena politica mondiale. La levatura di al-t1usaynI aumentò ulteriormente grazie alla sua leadership emergente nei Fratelli musulmani, un'organizzazione religiosa islam ica rad ica le fondata in Egitto nel 1928. L'obiettivo dei Fratelli era promuovere un nuovo ordine mondiale basato sull'Isla.m, una finalità che perseguono ancora oggi. Molti futuri leader dell'l slam radicale, come i presidenti egiziani Gamal 'Abdel al-Nasir e 'Anwar al-Sadat, all'inizio della loro carriera politica, durante gli anni '30, erano stati giovani attivisti dei Fratelli musulmani . Yasif Nada, presiden te di al-Taqwah Bank, entrò nei Fratelli musulmani durante la seconda guerra mondiale quando, sotto la supervisione del mufU, fu reclutato insieme ad altri da agenti dell' intelligence militare tedesca affinché svolgesse attività di spionaggio contro l'a mministrazione colonia le britannica in Egitto 74 . Yasir 'Arafa t, invece, intra prese la sua attività nei Fratelli musulmani all' inizio degli anni '50. I Fratelli musulmani erano stati fondati al Cairo da l:Iasan al-Bannah, un giovane insegnante e organizzatore politico egiziano che condivideva l'odio acerrim o di aJ-l:Iusaynf per gli inglesi e per gli ebrei, e che rappresentava la sua anima gemella sul piano ideologico. Nato nel 1906 da una famiglia egiziana impoverita, ancora tredicenne al-Bannah aveva già partecipato a una dimostrazione di protesta contro gli inglesi. Durante gli studi universitari al Cairo, fu profond amente turbato dagli effetti dell 'occidenta lizzazio ne di cui era testimone, soprattutto l'avanzare dellaidsmo e la disgregazione
LA GENESI DELLA. C/HAD MODERNA
57
dei valori morali tradi ziona li , che egli finì per attribuire al dominio coloniale britann ico nella sua patria. A ventidue anni fond ò i Fratelli musulmani, il prim o movimento di massa apertamente politico che si opponeva all' influenza di idee e valori laici e occidentali, nonché al dominio coloniale britannico in Medio Oriente. Alla fine degli anni '30 l'organizzazione aveva filiali in ogni provincia egiziana. Dieci anni dopo contava 500.000 membri attivi nel solo Egitto e un'ampia e fedele rete di sostenitori politici in Palestina e in tutto il Medio Oriente arabo. Precursori di l:Iamas, t;lizbollah e al-Qa' idah, i Fratelli musulmani nacquero come movimento panislamico che propugnava il valore di un' utopia islam ica mondiale e l'uso del terrorismo, ove necessario, per raggiungere il proprio obiettivo. Sin dai suoi esordi, la gO//ld (guerra santa) fu tra i suoi dogmi principali. I membri dei Fra telli esaltavano l'onore e la riverenza riservati a coloro che sacrifica no la vita come martiri della gil//Id in nome dell' Islam, e proclamavano: «Allah è il nostro fi ne. [J Profeta è la nostra gu ida. Il Corano è la nostra legge. La gilllrd è la nostra via. Morire nel nome di Allah è la nostra più grande speranza »7S. L' insigne giurista egiziano ed ex primo gi udice dell'Alta corte penale d 'Egitto, Mul),amm ad Sa'rd al-'Asmawr, ha fo rnito una descrizione perfetta dei Fratelli musulmani quand o ha defin ito la loro ideologia una «perversione deIl'Islam ». Egli ha inoltre sottolinea to )' «ideologia fascista» che pervade la loro visione del mondo, «il loro stile di vita totale (se non tota litario) ... [e] la loro lettura irrea le del Corano» 76. Questa descrizione defini sce in modo approp riato anche l'ideologia del mu ftf. La filosofia dei Fratelli m usulmani si fo ndava sulla dottrina second o cui un risveglio islam ico universale avrebbe portato alla creazione di uno Stato islamico tmificato in tut-
LI\ M EZZA LUNA (!..II SVASTICA
58
to il mondo musulmano. Questo risveglio mirava a ripristinare un'au torità e un potere di carattere politico a livello panislam ico, rappresentati dal governo di un califfo - il tito l? conferito ai successori del profeta Maometto 77 • AI-I:-IusaynIe
al-Bannah auspicavano entrambi il ripristino del califfato, che era stato abolito dal governo turco nel 1924. Na turalmente ciascun leader islamico radicale riteneva di dover essere il nuovo ca liffo. «Vogliamo gli Sta ti Uniti d' Arabia, capeggiati d a un Califfo e in cui ogni Stato arabo sottoscriva senza riserve le leggi d el Corano », dichiarò al-Bannah. «Dobbiamo tornare al Corano. [ ... ] Le [sue] leggi [ ... ] vanno bene per tutti gli uomini, in ogni epoca, fin o all a fine del mondo» 711.
Le teorie di aI-Bannah furono espresse in modo inequivocabile sul giornale dei Fra telli musulmani, «al-'Lbwan al-Muslimon »: Non vi sarà giustizia né pace in terra fino a quando non saranno istituiti il dominio del Corano e il blocco dell'Islam. Occorre costruire l'unità musulmana. Indonesia, Pakistan, Afghanistan, Iran, Iraq, Turchia, Siria, Libano, Transgiordania, Palestina, Arabia Saudita, Yemen, Egitto, Sudan, Tripoli, Tunisia, Algeria e Marocco formano tutti un unico blocco, il blocco musulmano, a cui Dio ha promesso la vittoria dicendo: "Concederemo la vittoria ai fedeli». Ma questa è impossibile da raggiungere se non attraverso la via dell'lslam. 10
Aderendo alla dottrina secondo cui solo i credenti musulmani possono governare le terre islamiche, aI-Bannah e i suoi Fratelli musulmani rifiutavano ca tegorica mente l'influ enza dell'Occidente democratico e laico e la legittimità dei regim i la ici in tutto il Med io Oriente.
LA GENESI DELLA C/Htl:D MODERNA
59
L'avvento dell'lslam radicale, e l'evoluzione della sua visione politica e religiosa del mondo, trasse ulteriore ispirazione dagli scritti del teorico più influente dei Fratelli musulmani, Sayyid Qutb, un contemporaneo d i al-Bannah e all:iusaynf. Nato in un villa ggio dell ' Alto Egitto nel 1906, Qutb studiò al Cairo e lavorò alcuni anni come insegnante e poi come fun zionario presso il Ministero della Pubblica Istruzione egiziano 110. In seguito intraprese la carriera di scrittore e critico. Gli scritti di Qutb ebbero un profond o impatto ideologico sull'allora emergente movimento islamico radicale, compresi i suoi principali leader (da al-l:iusaynf e al-Bannah, negli anni '30, all'ayatollah Khomeini, Yasir 'Arafat e 'Usamah Bin Ladin negli ultimi decenni), nonché sulle sue principali organizzazioni terroristiche - l:iamas, J:i.izbollah, Gihad lslamica e al-Qa' idah 81. Insieme, al-J:i.usaynr, al-Bannah e Qutb furono i padri fondatori dell'lslam radicale cosi come lo conosciam o oggi. Nel suo saggio forse più importante e più citato, LA nostra lotta cOlltro gli ebrei, Qutb sostiene che (da malvagità, i complotti e gli inganni» degli ebrei sono ciò che mantiene il mondo musulmano in uno stato di ignoranza circa gli insegnamenti coranici, pri vandolo delle vere fo nti di forza e conoscenza. li loro obietti vo primario è distruggere l' lslam. Non esiste altro g ruppo umano la cui sto ria ri veH una simile spietatezza, ingratitudine e lassismo (morale) rispetto alla Guida Divina. (... ] Gli ebrei hanno perpetra to la peggiore fo rma di disobbedienza (nei confronti di Allah], comportandosi nella maniera pi ù d isgustosamente agg ressiva, peccando nel modo peggio re. Ovunque siano stati, hanno commesso abomini mai visti. Da creature simili, che uccidono, massacrano e diffamano i profeti, ci si può aspettare so-
LA MEZZALUNA [ LA SVASTICA
lo che versino sangue umano o escogitino altri luridi mezzi per compiere le loro nefandezze e macchinazioni. &I
' Eliyahu Elath, Haj Mll/lllmmad Ami" ai-Husseilli: Tlre Former Mufii of JCrl/sa/cm - His PersO/llliity alld Siages 01 His Rise lo Power, Office of the Prime Minister, Bureau of the Adv isor of Arab Affairs, Jerusalem 1968, p. Il. ' Sernard Lewis, «The 8ritish Mandate for Palestine in Historical Perspecti ve», in From &be/ lo Dragomalls: fllterpretillg lire Middle Easl, O:xford University Press, New York 2004, p . 152. J Elias Cooper, Forgotten Pa/estinian: The Nazi Mufti, «American Zionist», n. 4, marzo-ap rile 1978, p. 6. 'Elath, Haj Muhammad Amill al-Husseil/i cit., p. 11 . ' Tlre Messages al/d Papers of Woodrow Wifsoll, voI. I, Review of Reviews Corporation, New York 1924, pp. 418-419. · Marti n Gilbert, lerl/sa/em iII tlre Twelllielll Cel/t llry, John Wiley & Sons, New York 1996, p. 83. ' Ci tato in ivi, p. 84. ' II racconto è riportato in Michael Ba r-Zoha r e Eitan Haber, Tlle Quesl for tlle Red Prillce, William Morrow & Co., New Yo rk 1983, pp. 34-35. • Semard Wasserstein, Herbert SllIIlIIeI: A Political Life, Clarendon Press, Oxford 1992, p. 1, e il capitolo s u Herbert Sa muel in Chai m Sermant, Tlle COIIsil/hood: Tlre AlIg/o-Jf~wish GClltry, Eyre & Spottiswoode, Umdon 1971, pp. 329-355. IIITom Segcv, alle Palestille Complete: fetvs a/ld Arabs UI/der tlle Britisll Mai/ date, Henry Holt & Co., New Yo rk 2000, p. 148.
" lvi. " Vivian D. Lipman, " Herbert 5.1 muel», Ellcyciopedia jlldaica, voI. XIV, Keter Publishing House, Jerusalem 1971 , p. 799. n Sermant, The CO IIsil/lrood cit., p. 344.
" Ivi. 's Martin Gilbert, Exilc mld Rrturn: Tlle Strl/ggle for
Jewish Home/m/d, J. B. Lippincott, Philadelphia 1978, p. 83; Gilberl, Jerusalem iII Ihe TIWI/ tieth Cel/IlIry dt., p. 43. '· Sermanl, TIIe Corlsil/Isood ciI., p. 343. Il
" Doug1as J. Feilh, «Ch urchill, Palestine and Zionis m, 1904-1922», in James W. Muller (a cura di), Churchill IIS Peacemaker, Woodrow Wilson Cenler
LA GENESI DElU CIHAD M ODERNA
6l
Press and Camb ridge University Press, Washington, D.C. 1997, pp. 217218. " Gilbert, Exile and Re/urli ciI., p. 99. " Lettera di Edwin Montagu a Uoyd George, 4 ottobre 1917, citata in Leonard Stein, Tlze Balfour Dee/aralioll, Simon & Schus te r, New York 1961, p . 500; e in Feith, "Churchill, Palestine and Zionis m, 1904-1922 .. ciI., p . 222. 'lI Feith, "Churchill, Palcstine and Zionis m, 1904-1922.. ciI., pp. 223-224. " Stein, T/le &/four Dee/ara/ioll ciI., p. 543. II Gilbert, lerl/sa/em iII Ihe Twelzlie/h Cenl z/ry ciI., p. 96. DBermant, The Cousinhood cit., p. 345. l< Ras hid Kha lidi, Tlw IrOIl Cage: Tlze Slory 01 the Pales/;,z imz Struggle far Slalehood, Beacon Press, Boston 2006, p . 63.
,. Ivi. " Elie Kedourie, «Sir Herbert Samuel and the Govern ment of Palestine», in Tlw CI/all/am HOI/se Vasiol/ al/d Ollter Middle fasle", Sludies, Ivan R. Dee, Chicago 1984, p p. 62-63. 17 Philip Matter, Tltl! Multi ollerusalem: Hajj-Amill al Husay/lj mzd Ihe Palesli"ial/ Nn /iollal MovemclIl, Columbia University Press, New York 1988, p. 25. li Kedou rie, «Sir Herbert Samue1 and the Governmen t o f Palestine .. ciI., pp. 64-66. " William B. Ziff, TIII! Rape 01 Palesthze, Longmans, Green & Co., New York 1938, p. 103. Jl Kedou rie, "Sir Herbert Samuel and the Government of Palestine» cii., p . 65. " I· VI, p. 63 . );2 Ronald Storrs, Oriel/tatiol/s, Ivo r N icholson and Watson, London 1937, pp. 23-24. ]3 Kedourie, «Sir Herbert Samuel and the Govern ment of Palestine» ciI., p. 63. :M Conor Cruise O'Brien, The Siege, Simon & Schuster, New York 1986, p .
160. lS Martin Sieff, TI/e Poli/ical/y IlIcorrecl Guide lo tlze Middle fas t, Regnery Publishing, Washington, D.C. 2008. lO Richard Meinertzhagen, Middle fa st Diary, 1917-1956, eressel Press, London 1959, pp. 97-98 (anno tazione d el 27 ap rile 1921); citato anche in Feith, «Churchill, Palestine and Zionism, 1904· 1922 .. ciI., pp. 245-246. " Feith, «Churchill, Pa lesline and Zionis m, 1904· 1922» ciI., pp. 244-245. '"Come ha osservato Douglas Feith: «Questi intrepidi funzionari asserivano incoerentemente che la comunità araba dopo tutto avrebbe potuto es-
lA M EZZAL UNA
62
r
LA. SVA STICA
sere pacificata se la Gran Bretagna avesse contenuto ['a tti vità sionis ta, ad esempio limitando l'immigrazione e gli insediamenti ebra ici in Palestina, e se avesse is tituzionalizzato il potere politico arabo .. attraverso la nomina di leader arabo-pa leslinesi radicali come al-l:IusaynT a posizioni di autorità politica, ivi, p. 245. lO Ivi, p. 235. " Wasserstein, Herrerl $a ml/el: A Political Life dI., p. 249. " Come ha evid enziato il biografo di S.lffiuel, Bemard Wasserstein, quando il governo di Sua Maestà sostituì il governo militare in Palestina con un'amministrazione civile guidata da Samuel, «anche se il capo era cambialo, la forma melltis collettiva d ell'amministrazione - la sua sostanziale mancanza di sintonia con la Dichiarazione Balfour e la politica filo-sionista del governo Lloyd George - rimase intatta », ;u;. .;, Come ha scritto Douglas Feith nella sua brillante descrizione del rapporto tra Samuel e i suoi subalterni antisionisti, civili e militari, come ad esempio Ernest Richmond, d i cui Samuel subiva l' infl uenza: «[Samuel[ supervisionava, ma a guidare erano loro». Feith, "Churchill, Palestine and Zionism, 19Q4.1 922» cit., p. 235. 108, al-l:IusaynI fu informato dal governo francese che era ora di lasciare il paese. A quel punto fuggì da Parigi raggiungendo in aereo Il Cairo, dove ricevette asilo politico e fu accolto come un eroe dal suo amico e alleato, re Fanlq d ' Egitto.
Bernard Lewis, TI/e Crisis ollslam: Holy War alld Unho/y Terror, Random House, New Yo rk 2004, pp. 59-60 (ed. it. La crisi dell'fs/am. t...c radici dell'odio verso l'Occidente, Mondadori, Milano 20(4). ' ...The Ne\\' York lìmes», 30 gennaio 1937; la citazione è riportata anche in Joseph B. Schechtman, T//C MI/fti alld II/e FIII/rer: Thc Rise alld Full 01 HajAmi" eI- HlIsseini, Thomas Yoseloff, Ne\\' York 1965, pp. 76-77. l
98
LA M EZZA LUNA E LA SVA STICA
' Bemard Lewis, Scmi/es alld Aliti-Semi/es, W. W. Norton & Co., New York 1999, pp. 148-149 (ed. it. Scmili e Qlltisemiti, Ri zzoli, Milano 2003). '[vi, pp. 147-148. ' Nella sua risposta il Fuhrer "prese atto con grande interesse delle dichiarazioni che gli erano giunte in nome del re », ri ngraziò F1I.rOq «d elle rivelazioni confidenziali trasmesse dall'ambasciatore» e disse che pregustava «con gioia una più stretta collaborazione con lui », Freda Kirchwey et al., T/le Record of CollaboratiOI! oj Killg Fa rollk of Egypt with II/c Nazis al/d Their AI/y, 'he MlIfti: ritI! Official Nnz; Rf!Cords of Ihe Killg's AI/ial/ce alld of Ille Multi's P/m/s for Bombil/g Jerusalem alld Tel Aviv - McmoMl/dum SubII/iI/ed fa the UI/i/ed Nn/iolls, Nation Associates, New York 1948, p. 3. Qualche tempo d opo FarOq " promise di unirsi davvero alle potenze dell' Asse e acconsentì a ri velare le disposizioni mili tari britanniche a lle forze tedesche impegnate nella Battaglia d'Egitto», Elias Cooper, Forgottell Paleslilliall: Tlle Nazi MI/fii, «American Zionist», n. 4, marzo-aprile 1978, p. 17. " Kirchwey et al., The Record o/Colla boratioll cit., p.s. ' Ivi, pp. 5-6. ' Cooper, Forgottt'1I Paleslillian ciI., p. 15; David Storobin, Nazi Roots o/ Pa/estinian Nationa/ism, «Think Is rael», gennaio-febbraio 2005, p. 2, www.thinkisrael.org/ storobin.nazis.html. ' Jon Meacham, Frallk/il1 alld Wù,stOI1, Random House, New York 2003, p.
60. IOGeorge Michael, T/w Enemy o/ My Ellemy: TI/e Alarming COllvergence o/ Milita/II Is/am a/ld tlle Extreme Righi, University Press of Kansas, Lawrence
2006, p. 114. " John Gu nlhe r, lllside Asia, Harper & Brolhers, New York 1939, p. 552; ci-
tato anche in ·Schechtman, The MI/fii mIri the FW"er ciI., p. 84. Lukasz Hi rszowicz, Tlre Third Reicl/ a/ld the Arab East, University of Taron to Press, To ronto 1966, p . 109. 1) Ivi. " C huck Morse, The Nazi COlIIlCctioll to Islamic Terrorism: Adolf Hitler a/ld Haj Amin al-HI/sseilli, iUniverse, Uncoln (NE) 2003, p. sI. " Saul S. Friedman, A History o/ /he Holocal/st, Valentine Mitchell, London 2004, p. 337. '" Kenneth R. Timmerma n, The Dea/h w bby: How tlle West Armed Iraq, Houghto n Mifflin , Boston 1991 , p. 1. " Morse, Tlle Nazi CDllllectioll lo Is/all1ic Terrorism cit., p. 54. II Martin Gilber!, T/le CllI/rel,ill War Papers, voI. III (1941: Tlre Ever-Widellil/g War), William Heinemann, London 2000, p. 11 53. 11
COMPLICI DI GENOCIDIO
99
" Ivi, p. 1263. "' Kenneth R. Timmerman, Prl!achers of Hall!: fs/am alld ti/e War Oli Ali/erica, Three Ri vers Press, New York 2003, p. 106. " Michae1 Bar· Zohar, Eitan Haber, T/I(! Quest for the Red Prillce, William Morrow & Co., New York 1983, p. 49. l ui. :ti Daniel Carpi, Tlfe Axis of AII/i·Semitism, Dawn Publishing Company, Québec 1985, p. 9. "Philip Matter, TirI! Muf/i of }erusaiem: HakAmill u/-Hu say"i (md tlre PalestilIial/ Natiollai Movemellt, Columbia University Press, New York 1988; Carpi, The Axis of Allti-Semi/ism cit., p. 9 . a Carpi, The Axis af Allti-Semitism cit., p. 9. lO Bar.Zohar, Haber, The Quest for tlre Red Prillce cit., pp. 48-49. "'Cooper, Fargottell Palestilliall cit., p. 18. " Lewis, Semites alld Allli-Semites ciI., p. 147. ,. Ronald J. Rychla k, Hit/er's Mufli alld Ihe Dark Legacy of Haj Amill al-Husseilli, "Crisis», novembre 2005, p. 15. 30 Timmerman, Preachers of Hate ciI., p. 107; Michael, T/re Ellemy af My Enemy ciI., p. 11 6; Norman Cameron, Hit/er's Tuble Ta/k, 1941 · 1944, Enigma Books, New York 2000, p. 547. " Adolf Hitler, Secrel COl/versatiOl/S, 1941 -1944, pp. 443 444. Citato in Cooper, Forgol/et! Palestilliall cit., p. 17. :R Rychlak, Hitler's M/ifti cit., p. 15. J.l Michael, Tlre Ellemy of My Ellemy ciI., p. 330. 31 Cooper, Forgoll/m Pa/estilliall ciI., pp. 17· 18. l5 Rychlak, Hitler's Mrifli cit., p. 15. "" Michael Bloch, Ribbentrop, Crown, New York 1992, p. 204. " Discorsi di Sua Eminenza il gran muftr alla manifestazione di protesta del 2 novembre 1943 contro la Dichiarazione Ba lfour, Islamische Zentra· linstitut, Berlino, in Cooper, Fargottell Pales /illiall cit., p. 23. l& Freda Kirchwey et al., Tlte Arab Higlter COII!mitlee, Its Origins, Persmme/, al/d P/l rposes: The Docllmelltary Record SubII/iI /ed lo tlre Ulli/ed NatiOl/S, Na· tion Associates, New York 1947. "' Bloch, Ribbclltrop cit., pp. 401 -402. OCitato in Lepre, Himmler 's BOSllimr Divisioll cit., pp. 31-32. 11 CarI K. Savich, fslam UI/der tlle Swostiki1: Tlre Gra/!d Mrifti alld Ille Nozi Protectorate of Bosnia-Herccgovilla, 1941-1944, a rticolo online, 2001, p. 9. T.! Cooper, Forgotte" Palestilliall cito n Kermit Roosevelt, TI/e PrlZzle of ferl/salem 's Mlifti, "Satu rd ay Evening Posi», 28 agosto 1948, p. 27. "'Ivi, p. 27, 165. 7! Michae l, Tlle Enemy of My Enemy cit., p. 117. 101ìmmerman, Preudrers of Hate cit., p . 110. " Ivi. 1'I lvi, p. 111. "'Citato in Bonney, Iii/ad: From Qllr'all to bili Laden ci I., pp. 275-276. IO Edgar Ansel Mo wre r, Official Documell/s COllvicl Mufti of Complicity iII 6,000,000 Murders, " New Yo rk Post», 13 giugno 1946, p. 2. Citato in Medoff, TI/e Mlifti Nozi Years Re-examiIlM, p. 329. Il Medoff, Tlre MI/fii Nazi Years Re-examil/ed cit., p. 329. Lo s tesso Eichmann, testimoniando al suo processo ne l 1961 , confe rmò che i nazis ti «a vevano un accordo con il g ran muftI» per impedire l'emig razione in Palestina. Verbale del processo Eichmann, Gerusalemme, 1962, sessione n. 58, p. 1053, citato in Medoff, T/le M/ift i Nazi Yea rs Re-examilled cit. li Raul Hilberg. T/re Des /rl/ ctiol! of Ille Ellropeall Jews, Ho lmes & Meier, New York 1985, pp. 504-505 (ed. it. La distrl/ziolle degli ebrei d'El/ropa, Einaud i, Torino 1999); citato anche in Medo ff, The MI/fti Nazi Years Re-examilled cito fl Lewis, Semites alld Aliti-Semi/es cit., p. 156.
" /vi. ., Daniel Carp i, The Diplomatic Negotiatiolls uver lite Tral/8fer of Jewisll Chi/dren from (rotI /ia lo Turkey alld PolestÌlre iII 1943, «Yad Vashem Studies», n. 12, 1977, pp. 109-111 ; citato anche in Medoff, Tlre M/ifti Nozi Years Re-exo//Iilled cit., p. 330. " Cooper, Forgot /ell Palestilliall cit., p. 28.
102
lA M EZZALUNA f.1.A SVASTICA
" Thomas Krumensackeer, Nazis PIa/mcd Ho/acul/st fo r Pa/es /ine, «Washington Post»-Re uters, 7 aprile 2006 . .. Kirchwey et al., rhe Record oj Collaboratiol! oJ Killg Farol/k 0/ Egypt cit., p. 8. " Ivi. "" Ivi . •, lvi. ~ Archivio di sir Martin Gilbert (Londra). Desideriamo ringraziare sif Martin Gilbert per averci messo a disposizione i documenti di guerra di Churchill provenienti dal s uo archivio personale. 9l 1vi. "Schechtman, T/le Mufii alld file Ful/rer ciI., p. 159. '" Ivi, pp. 159-160. " lvi, p. 160. "'1immerman, Prruchers oJ Ha/e cit., p. 11 2. " Schechtman, The Mufii al1d tlle Fii/rrer cit., p. 152. " ln tempi più recenti lo storico israeliano Zvi Elpeleg ha concluso che «è
impossibile ca lcolare la vastità delle conseguenze degli sforzi di f:iag 'Arnrn per prevenire l' uscita degli ebrei dai paesi sotto l'occupazione nazista, né il numero di coloro il cui sa lvataggio fu impedito e che conseguen temente perirono nell'Olocausto», Elpeleg, T/w Grmrd Mufii cit., p. 72. "" Bartley C. Crum, Belrilld lire Sillrell CI/rtain, Simon & Schus ter, New York 1947, p. 109. ,o' /vi, pp. 109-110. ~ Schech tman, Tlre Mr/fti mrd tlre Fullrer ciI., pp. 170-172; Cooper, Forgotten Palestùriall cit., p. 30. ,'" Dichiarazione di Hector McNeil, viceministro degli esteri nel governo Attlee, citato in Schechtman, Tlle Mufii alld flre Fulrrer cit., p. 172 e in Cooper, Forgottell Paleslilliall ciI. ,(No Schechtman, Tlle Mufii mrd lire Fulrrer ciI.; Cooper, Forgotte,r Pa/estilliall ciI. ,(e Palestine (editoriale), «The Na tion», n. 16, 18 ottobre 1947, p. 399. '(No Il termine «Houdini di Hitler» è stato coniato da sir Martin Gilbert duran te una conversazione con gli autori, a Was hington, D.C., il 22 marzo 2007. , lan Kershaw, Makill8 Fricllds witli Hitler: Lord Lcmdollderry, fhe Nazis {md Ille Road fa War, Penguin 8ooks, New York 2005, p. XVII (ed. il. Gli amici di Hitler. Lord Lolldonderry, lo Grall Bre/agllo e lo via della gl/erra, Bompiani, Milano 2005). " Shirer, if Hitler Had WOII World War li ciI., p. 29. " Questa conside raz ione viene fatta da William L. Shirer nel suo artico lo If Hitler Had WOI' World War Il ciI., p. 28. li /vi. ,. Si veda, ad esempio, il recente libro della giornalista inglese Melanie Phillips, u mdollistml , Encou nter Books, Ne w York 2006. ~ In effetti, la previsione del muftT si è avvera la. Come ha recentemente 0sservato i l direttore editoriale e rubricis ta Daniel Jo hnson: «Con o ltre 1000 moschee Londra» era "g ià la capitale mU$ulmana non ufficiale d ' Europa .. nel 2006 (Da niel Johnson, Allah's England? , «Commenlary», n. 4, novembre 2006, p. 46).
Capitolo 5 Il ritorno del muftr in Medio Oriente
LA fl/ga del muft! Il 28 maggio 1946, poco prima di mezzanotte, l:fag 'AmIn al·l:fusaynr si imbarcò sull 'aereo dell'americana TWA in par· tenza dall'aeroporto di Orly per Il Cairo, sotto travestimento e con il nome falso e il passaporto di Ma'mf aI·DawaIIbr, un dipendente dell'ambasciata siriana di Parigi 1. Dopo un volo tranquillo, con scalo a Roma e Atene, il giorno successivo ar· rivò al Cairo. Durante l'avvicinamento all'aeroporto cairota, a lI:Iusaynr non poté fare a meno di riflettere sulla sua buona stella: certo qualcuno O qualcosa aveva vegliato su di lui. Né il governo della Gran Bretagna, prima con Churchill e poi con Attlee, né quello del maresciallo 'TIto in Iugoslavia erano riusciti a ottenere la sua estradizione dalla Francia per pro· cessarlo per crimini di guerra. Come lo stesso al·l:fusayru avrebbe in seguito osservato nelle sue memorie, a partire dal suo arrivo a Parigi il 19 maggio 1945, il governo francese aveva fatto di tutto per proteggerlo, respingendo le ripetute richieste di estradizione dei comandi britannico e aUea to 2• Sfuggito miracolosamente all'imputazione, ora rientrava a casa nel suo amato Medio Oriente, dove avrebbe assunto il
122
LA MEZZALUNA. f LA SVASTICA
posto che gli competeva tra i lead er d ell'Islarn e ripreso la missione d ella sua vita, la gillnd contro i su oi odiati nemici: gli inglesi e gli ebrei. La sua buona sorte era ancora più strao rdinaria, rifletteva al-l:fusaynr, considerando il destino di mo lti suoi amici ed ex compagni della Germania nazista. La maggio r parte di questi - tra cui Himmler, Goebbels e Goring - era g ià morta o in a ttesa di essere g iustizia ta d agli Allea ti. Albert Speer, il bril-
lante architetto di Hitler e ministro degli Armamenti, languiva nella prigione di Spandau, d ove sarebbe rimasto p er vent'anni. Di rutti i gerarchi nazisti con cui aveva lavorato in stretta collaborazione durante gli anni della guerra, solo il su o amico Ado lf Eichmann era riusci to a fu ggire. All:Iusaynr sep pe che aveva trovato un rifugio temporaneo in Argentina, paese destinato a diventare presto un approdo sicuro per altri nazisti in fu ga d alla Germania d el d opoguerra, e che lì viveva in incognito. Un g iorno, pensò il muftI, si sarebbero incontrati di nuovo, al Cairo o forse a Buenos Aires. La fu ga ben pianifica ta di al-l:fusaynr d a Parigi era perfettamente riuscita. A Londra, Winston Churchill chiese in Parlamento che fosse ar restato in Egitto. li primo ministro Clement Attlee rispose che avrebbe valutato attentam ente la questione e che si sarebbe consultato con il console britannico in Egitto per facilitare l'estradizione d el muftI. Abbandonando Parigi in piena notte, questi aveva sorpreso tutti 3. Re Fariiq d 'Egitto gli aveva promesso un rifugio sicuro e mantenne la parola. Al Cairo, d ove ricevette asilo politico e poté usufruire d ella protezione e d ell 'ospitalità di un governo egiziano rabbiosamente antibritannico, al-l:fusaynr era fu ori pericolo e al sicuro. Mentre Hitler si era suicidato nel bunker di Berlino, il muftI continuò a vivere per realizzare i suoi sogni e quelli d el Fi.ihrer. Eg li sperava ardentemente che l'arri-
IL RITORNO DEL MUFTIIN MEDIO ORIENTE
123
vo al Cairo avrebbe inaugura to un nuovo capitolo della sua vita e d ella sto ria d ell'lslam. Nei successivi ventotto anni, queste speranze si sarebbero realizzate al d i là di ogni sua aspettativa. Al Cairo aI-J:iusaynr ricevette l'accoglienza di un eroe. Aveva cinquantun anni. Era visibilmente invecchiato d a quando dirigeva attivamente il Movimento Nazionale Palestinese negli anni '20 e '30. La sua barba, in origine di un colore marrone-rossiccio, stava lentamente ingrigendo ed era diventata bianca in punta ·. Il volto, tuttavia, rimaneva giovanile e senza rughe. Ancora bello, di aspetto sereno ed elegante, sembrava più g iovane d ei s uoi anni. Come il buon vino che amava bere, sentiva di essere mig liorato con l'età. Era in pace con se stesso, di nuovo a casa fin almente. Dopo anni di esilio, volontario o imposto, era tornato nel suo am ato Medio O riente. AI-J:iusaynI fu accolto con grande calore d a re FarOq, suo amico e alleato in tempo di guerra. Q uest' ultimo, ricambiand o forse l'offerta di un sicuro rifugio politico nella Berlino di Hitler che al-J:iusaynr g li aveva fatto in passato, mantenne s ubito la sua promessa di ospitarlo. II muftr soggiornò brevemente al Metropolitan Hotel nel centro del Cairo. Partì poi per Eliopoli, d ove incontrò vecchi amici e membri d ella famiglia reale. Il 19 giugno, d opo essere sta to ricevuto cordialmente a palazzo Abdin dal responsabile di corte, al-J:iusaynr ottenne un'udienza p riva ta con Fanl q, il quale fu lieto di ritrovare il suo vecchio am ico. AI termine d ell'incontro, alJ:iusaynr fu invitato ad alloggiare nel palazzo d i Insas 5• Dopo aver trascorso q uasi tre settimane ospite del re, fu trasferito nella residenza estiva della famig lia reale ad al-Ma'amurah, d ove la settimana s uccessiva ricevette la visita d i Fa.rOq. In questo second o incontro, essi discussero il futu ro della Pa-
124
LA M EZZA LUNA IO LA SVASTICA
lestina e l'esigenza di proteggere la Moschea di al-' Aq$é'1 e la Cupola della Roccia dagli ebrei. Stabilirono che l'unità araba e musulmana era fond amentale 6, e Faroq concluse la conversazione con queste parole: «Sono lieto che tu sia qui e spe ro di trarre vantaggio dalla tua espe rienza » ' . Nei successivi sei anni di regno, prima del golpe militare che lo avrebbe deposto nel 1952, re Faraq rimase amico e protettore del muft'f, e spesso lo ospitò nel palazzo estivo di al-Ma'amurah o nell'ancor più lussuoso Koubbeh Palace al Cairo, dove insieme avrebbero trascorso molte ore tranquille impegnati in passeggiate e conversazioni negli splendidi giardini del palazzo.
Il muftr e i sI/ai protetti Poche settimane dopo il suo arrivo in Egitto, al-l:fusaynJ incontrò a lcuni vecchi amici e a lleati politici, tra cui l:Iasan al-Bannah, il fondatore dei Fratelli musulmani, e il teorico sempre più influente di q uesti ultimi, Sayyid Qutb. Nel contempo egli allacciò nuove conoscenze e alleanze politiche, sia a Eliopoli che al Ca iro. Una di queste fu Yasir 'Arafat, uno studente diciassettenne e agitatore politico assai ambizioso che era nato e cresciuto al Cairo. ln realtà, i due erano lontani parenti essendo la madre di 'Arafat figlia di un primo cugino del muftI. Due anni prima della sua nasci ta, il 24 agosto 1929, i genito ri di 'Arafat si erano trasferiti al Cairo, nel quartiere borghese di al-Sakakrnr 8, dove egli trascorse l'adolescenza e dove al-l:IusaynI lo incontrò per la prima volta, in una riunione di famiglia, durante l'estate del 1946. Presto il muftr assunse il ruolo di g uida del cugino, nel quale instillò il desiderio ardente di condurre una guerra terroristica contro gli ebrei. Durante le loro lunghe passeggiate nel centro
IL RJTORNO DELMUFTI/N M EDIO OR/ENTE
125
del Cairo e le innumerevoli discussioni politiche che spesso duravano fino a tarda notte, al-t(usaynr intratteneva il giovane e influenzabile ' Arafat con racconti sulla Germania nazista e sul Fiihrer, e cond ivideva con lui i suoi piani per sconfiggere il sionismo e islamizzare Gerusalemme, la sua visione di una Palestina Judcllreil1 e le speranze di impedire la creazione di un nuovo Stato d'Israele. In compagnia del cugino adolescente, il muftr vedeva un futuro carico di promesse e pensava con soddisfazione che 'Arafat imparava bene le lezioni che egli cercava di impartire alla nuova generazione. Resosi conto che la sua credibilità era stata compromessa da anni di intrighi politici e affrontata la crudele realtà della vecchia ia incombente, al-t(usaynr ritenne di poter realizzare i suoi sogni tramite il giovane cugino. Dando la sua approvazione ad Arafat, avrebbe garantito il futuro della sua visione. Con' Arafat il muftI condivideva anche i piani per riavere la presidenza del Supremo Comitato Arabo per la Palestina, e quindi il suo ruolo di capo indiscusso degli arabi palestinesi, oltre al sogno di diventare il leader riconosciuto dell'Islam radicale in tutto il Medio Oriente. Fondato nel 1936, il Supremo Comitato Arabo era stato sciolto dal governo del Mandato britannico che aveva ritenuto il muftI e altri suoi membri responsabili delle sommosse arabe avvenute quello stesso anno e costate la vita a centinaia di inglesi ed ebrei di Palestina 9. l piani del muftI per ristabilire la sua leadership furono facil itati dal cugino e stretto collaboratore Carnai alt(usaynf, il quale poco dopo la guerra era stato autorizzato a rientrare in Palestina dagli inglesi l O. Poche settimane dopo l'arrivo di t(ag 'Amin al-HusaynI al Cairo, il cugino Carnai aveva annuncia to la ricostituzione del Supremo Comitato Arabo come organo rappresentativo ufficiale degli arabi di J
126
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
Palestina e, insieme a I:fasan al-Bannah, aveva sollecitato pubblicamente la reintegrazione di tl a~ 'ArnIn alla sua presidenza. Non c'era alcun dubbio su chi sarebbe stato il lead er d el comitato. Testimoniando davanti alla speciale commissione d ' inchiesta istituita da USA e G ran Bretagna con l'incarico di formulare raccomandazioni politiche sul futuro governo e sulla leadership politica della Palestina, Garnal alI:fusaynr ripeté più volte che solo il muftr poteva parlare in nome d egli arabi pa lestinesi: essi, dichiarò con enfasi, «si ritrovano privati del loro principale leader, il gran muftr, per il quale non possono accettare sostituti» 11 , Durante quelle udienze emerse anche la questione d ella collabo razione di l:fag Amln al-i:lusaynr con la Germania nazista; tuttavia, nonostante le prove schiaccianti contro di lui, prevalse la realpolitik e la Commissione d'inchiesta anglo-americana approvò la sua reintegrazione alla presidenza del Supremo Comitato Arabo. J
Il «Governo per /'intera Palestina» del ml/ftr Dopo la creazione dello Stato d 'Israele, nel maggio 1948, il tempo e le energie del muftr furono dedicate in gran parte alla fondazione di un nuovo Governo arabo per l'intera Palestina (I:fukumat 'Umam Fala:?tIn). Il 15 maggio 1948, il giorno dopo la dichiarazione d'indipendenza israeliana, il Supremo Comitato Arabo annunciò che intendeva creare un governo provvisorio sotto la presidenza di aI-l:fusaynr con Gerusalemme capitale (o in alterna tiva Nablus) Il. Dopo dodici anni di esilio, al-I:fusaynr desiderava ardentemente tornare nella città di cui era muftr, almeno nominalmente, e assumere la presidenza di uno Stato palestinese.
IL RITORNO DEL M Um IN M EDIO ORIENTE
127
Al Cairo, il5 gennaio 1948, per la prima volta il Supremo Comitato aveva annunciato pubblicamente l'intenzione di creare un nuovo governo arabo-palestinese subito dopo la partenza degli inglesi dalla Palestina e la prevista dichiarazione della nascita di uno Stato ebraico. Riconoscendo che gli eventi evolvevano in fretta - la cessazione del Mandato britannico doveva decorrere dal 15 maggio - al-l:iusaynI agì con risolutezza . li 30 marzo 1948 presentò a lle Nazioni Unite una carta costituzionale araba per la Palestina: sebbene non fosse in alcun modo vincolante, questa rivendicava il diritto degli arabi, rappresentati dal Supremo Comitato Arabo del mufu, alla sovranità su tutta la Palestina . Riunitosi a Gaza il 27 settembre 1948, il Supremo Comitato Arabo annunciò la formazione di un governo per l'intera Palestina e, il giorno dopo, fu raggiunto da al-l:iusaynL Fu un momento di grande rilievo oltre che di gioia: infatti, per la prima volta dalla sua partenza nel 1937, il mufti tornava a calpestare il suolo palestinese. La decisione di creare l:iukumat 'Umam Fala ~,trn fu il primo passo di un processo che, nel suo pensiero, avrebbe portato alla liberazione di tutta la Palestina. Con grande ostentazione, il 30 settembre i delegati lo elessero presidente all' unanimità. Riuniti intorno ad all:iusaynI c'erano numerosi suoi compagni d 'armi dei tempi dell 'illlift1tfah nel 1936. Seguì un servizio fotografico, in cui il muftI e i suoi sostenitori proclamarono con gioia la creazione di uno Stato arabo libero e democratico in tutta la Palestina . L'annuncio fu accompagnato da una dichiarazione ufficiale d'indipendenza da parte del nuovo governo: Poiché il popolo pa lestinese arabo ha il diritto naturale e inviolabile alla libertà e all'indipendenza così a lungo represso dal
128
LA M EZZALUNA f LA SVASTICA
colonialismo britannico e dal sionismo, noi membri dell'assemblea nazionale riunita a Gaza, in data} Oottobre 1948, dichiariamo la piena indipendenza di tutta la Palestina e la creazione di
uno Stato libero e democratico in cui libertà e uguaglianza dei diritti sono garantiti a tutti i cittadini; e in linea con gli Stati fratelli arabi, dichiariamo di proseguire l'opera per garantire la gloria e la cultura arabe. 1)
In qualità di presidente del nuovo governo, al-l:IusaynJ scelse come primo ministro il suo amico e alleato' Al;unad l:Iilml 'Abd al-Baql. n 12 ottobre Egitto, Siria e Libano riconobbero il Governo per l'intera Palestina. La Giordania, tuttavia, non acconsentì
a dare il proprio riconoscimento. Re 'Abdullah, che nutriva una diffidenza patologica (anzi un vero e proprio odio) nei confronti di al-l:Iusaynf, chiarì subito alle altre nazioni della Lega Araba la sua intenzione di opporsi con forza alla creazione di un governo palestinese indipendente presieduto dal muftr 14, che avrebbe ostacolato l'egemonia giordana in Palestina. Agendo rapidamente, 'Abdullah riunì il Congresso Arabo-Palestinese ad Amman, denunciò il nuovo governo del muftf e auspicò un ruolo attivo della Giordania nel futuro della regione. Nel frattempo gli Stati Uniti chiarirono la loro posizione. Il 14 ottobre il Segretario di Stato ad interim Robert A. Lovett annunciò che gli USA non avrebbero concesso il riconoscimento, adducendo quattro motivi: 1) gli Stati Uniti avevano concesso il riconoscimento de facto a Israele, il 14 maggio, e non avrebbero ammesso un governo che rivendicava la terra già sotto l'autorità di un governo costituito e riconosciuto, 2) a giudizio degli Stati Uniti il Governo per l'intera Palestina non presentava le normali caratteristiche di un esecutivo
Hag 'AII/TII al-HusaY/lT iII attesa del suo primo il/col/tro COl I Adol! Hiller I/dla Cal/celleria dci Reich, Berli/IO, 28 novembre 1941 (© Bayerische $taatsbi/!/iothek M iillchell).
A/-H l15ayl11 l' H itlcr, 28 IhlV('l1Ilm' 1941 (ID W/sl!'i" / A rcilivi AIilmri).
SIrettll di /1111110 1m 1I1-(llIsayl/f c II/I ufficiale IIlIzisla /w/ / idel/lificalo dl/ral/Ie 1111 riC/.'vi/llelllo Il Bl'r/ilw, 194 / -1943 ca. (@ USHMM,pagt'I/Iilecollci'Ssiollt'diCelllral Ziollisl Archi1I(.'S).
IIfficilll i I/II: isl i ti u filI/Il' 11// rin·pi11/1'// lo Il Bl'rl il/o, 1941- 1943 (© USHMM, pa smlile collcessio/le di Gl'Orge Bir/llm/J.
AI-H 11&/.111/1 iII pOStI CII.
C[)II
il grmlllluftr tllIg 'AIIITIIIII-/:lusaYIIT (II sillis/ra) COli /'illdipl'lldl'lllistil illdillllO C//ilI/dra Bosc (al cm I ro) t' /' ex prill/o miIl isl ro imcJu'IIO RII~Td .AlT III-é/lyIr7I1T (a destra) dumille 111/11 visi/a ufficiale a BerlillO per disculere la situaziol1e polilica CO/I i verlici lIazisti, 23 gelll/a;o 1943 (© USHMM, per getllile cOI/cessione di Vivo II/slilli/e).
AI-til/sayIlT il/colllm HI'Ì/lrich Himmlcr dumlllt~ IlI/IIlIisitaufficiale iiI Gerll/al/ia, 4 luglio 1943. Ui folografia m:a/a firll/a e 11//11 dt'tiim di Himmler: ~A Stia Emil/el/ZII, il grall IlIIiflr. III ricordo» (© USHMM, {lCr gl'III ile COIICt'Ssiol/c di Yad Vashcm Ph% Archivcs).
,
•
..
AI-HuSfI.'I1rf COli Hillllllier (© USHMM, per 8('1/ l ill' cOI/cessioni' di Yad
VIISi1('1II
Piloto
ArclriVt.'S).
AI-I:{lIsayIlT ispezio!J1I il filcill' di lil la reclutn IIIl1stl/mnthl-OOSll incn delle Wllffell -SS, Bosllia -Erzegovina, II/Slio 1943 (© Blllldr'sarclliv).
tllI/llftr possa iII ra5S. 19, Nella sua visione del mondo, come in quella di J::Iayrallah Talfah e di l:iag 'Amfn al-l:i usaynf, gli ebrei erano per definiz ione «estranei», «a lieni.) e nem ici della nazione araba . A partire dal 1947, Sadda.m l:iusayn visse a Tikrit, una cittadina a circa 160 chilometri da Baghdad, nella casa dello zio
134
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
Khairallah appena u scito di prigione, e lì iniziò a frequentare la scuola. Ijayrallah Talfah, come l'amico al-l:Iusaynr, rimase fedele all'idea di un lsl:l rn radicale, una fede politica che instillò nel nipote. Il giovane Saddam, possiamo immag inare, sed eva ipnotizza to mentre l'am ato zio lo intratteneva con i racconti del golpe al-Gayla.ni e di come lui, il muftr e i lo ro vecchi compagni sognavano di liberare l'Iraq e la Palestina d agli infedeli sionis ti, e di condurre una gilll'1d contro gli inglesi nemici dell 'Isla.m, i loro aUeati ebrei e l'intero Occidente corrotto e filo-sionista . Soprattutto Talfah inoculò nel nipote il d esiderio ardente di a ffranca re la su a terra dal controllo britannico e occidentale, e di guidare un altro golpe militare che desse ai nazionalisti arabi iracheni come loro la libertà e il potere che il fallito golpe al-Cayla.ni non aveva ottenuto. Senza dubbio, sotto la tutela di ljayraUah Talfah, il giovane Sadda.m l:iusayn fini per condi videre la violenta ideologia antisemita e antioccidenta le del mufti. Sadda.m frequentò una scuola superiore nazionalista a Baghdad e in seguito studiò legge per tre anni prima di ritirarsi. Nel 1957, all 'età di vent'anni, aderì al neonato partito Ba'aL il cui obiettivo era libera re l'Iraq dal controllo britannico. Nel 1964 Sadda.m fu messo a capo dell 'organizzazione militare del partito .JO. Nel 1968 ottenne la nomina alla seconda carica più importante del governo ba'athista, diventando il braccio destro del presidente iracheno 'Abmad l:iasan alBakr J 1• Fu un inca rico di po tere che avrebbe conservato per un decennio, fino ad assumere in prima persona la presidenza dell'Iraq. Durante la sua sca lata ai vertici del Ba'aL lo zio Khaira llah rimase il suo più stretto consigliere e confidente politico. Dopo il ritorno in Medio Oriente nel 1946, al-l:iusayru andò spesso a Baghdad. Nel 1959 trasferì la sua residenza e
Il. RITORNO OEl. MUFfllN MEDIO ORI ENrE
Il>
la sede del Supremo ComHato Arabo a Beirut, in Libano, da dove spesso si recava in visita nella capitale irachena Jl • Nel maggio 1962 si tra ttenne in questa città diverse settimane per partecipare a un Congresso lslamico Mond ia le, nella cui convocazione aveva gioca to un ruolo fondamentaIe lJ • Possiamo ipotizzare che in una o pi ù d i queste visite a Baghdad il muftr abbia incontrato e parlato con Saddam t;l usayn e con suo zio Khairallah (rimasto uno dei sostenitori e degli amici più fedeli d i al-t;lusaynI nella capita le irachena).
Hag 'A mfll al-Hll sayIlT, la creaziolle dello Stato d'Israele e il Mov ime"to Naziona le Palestiflese
Una costante della dedizione che al-Husaynr consacrò per tutta la vita all'lslam radicale fu un odio di vorante nei confronti degli ebrei e, soprattutto, degli infedeli sionisti che avevano colonizzato la sua ama ta Palestina e usurpato la sua città natale, Gerusalemme, i cui luoghi santi erano venerati da tutto il mondo islamico. Gran parte della sua attivi tà politica e terroristica come capo del Supremo Comitato Arabo fu diretta a cercare di prevenire o bloccare la creazione di uno Sta to ebraico in quella regione. Il 29 novembre 1947, qualche mese prima dell'effettiva nascita di Israele e della fine del dominio britannico nel maggio seguente, l'Assemblea Generale della Nazioni Unite aveva approva to la creazione di due Stati in Palestina, uno a rabo e l'altro ebraico. Nella maggior parte del mondo arabo l'opposizione al piano di partizione ONU sfociò presto nella violenza. li Supremo Comita to Arabo d i al-HusaynT condannò immediatamente la risoluzione delle Nazioni Uni te e proclamò uno sciopero generale di tre giorni in segno di protesta }l, mentre band e d i
' 36
LA MEZZA LUNA E. /.J\ SVA STICA
arabi iniziarono a insorgere a Gerusalemme e altrove in tutta la Palestina. In Egitto, sotto la guida di a l-l:IusaynI, al-Na.sir, Qutb, 'Ara fat e al-Sadat. i politici e gli intellettuali arabi rad icali si op posero con vio lenza alla di visione così come, sei mesi d opo, si sarebbero opposti all 'effettiva nascita d i uno Stato ebraico in Palestina. Quando, il 14 maggio 1948, David Ben-Gurion proclamò l'indipendenza di uno Stato ebraico sovran o a cui fu d ato il nome di Israele, la loro risposta fu immediata ed energica. Mentre gli eserciti arabi marciavano verso quella che pensavano sarebbe stata una vittoria rapida e d ecisiva contro gli ebrei, al-l:IusaynI attendeva con ansia la distruzione di Israele. L'Egitto aveva infatti accolto la ridtiesta d ell 'estnblisllmefl t islamico-radicale di avv iare immedia tamente una guerra di aggressione, insieme con i suoi allea ti arabi, contro il nuovo Stato ebraico: nel giro di poche ore dalla dichiarazione d 'indipendenza israeliana, la Lega Araba, che era stata fondata nel marzo 1945 dagli Stati arabi sovrani del Medio OrienteEgitto, Iraq, Siria, Libano, Arabia Saudita, Yemen, Libia e Transgiordania (in seguito Regno hascemita di Giordania) dichiararono guerra a l neonato Stato d' Israele. U giorno successivo l'Egitto aveva già mobilitato un esercito d i circa duecentomila uomini. Il primo assalto venne dall'aria, q uando un aereo egiziano bomba rdò la città più grande di Israele, Tel Aviv lS, dove attaccò e distrusse numerose abitazioni civili Man mano che continuavano le incursioni degli aerei egiziani, molti israeliani rimasero uccisi. Bersaglio d i questi attacchi crim inali fu anche la stazione centrale degli autobus di Tel Aviv. Nel corso del primo gio rno di ostilità, il 15 maggio 1948, il Ministro degli Esteri egiziano info rmò ufficialmente il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite che, con la fine
IL RITORNO DEL MUm IN MEDIO ORIENTE
137
del Mandato britannico e la d ichiarazione d 'ind ipendenza israeliana, ( ma «deve essere placato con sacrifici umanh). Di qui, scrisse l'au tore, «l'usanza ebraica di uccidere i bambini e usam e il san gue per mescolarlo con le matzòt durante la Pasqua» lO. Nel suo Illllmillatiolis 011 Zi01l;5111, pubblicato al Cairo nel 1969, Mu ~ tafa: al-Sa'danI, uno degli autori preferiti del muftr, dedica oltre trenta pagine alla calunnia del sangue 36, accettando come un fatto storico le accuse di omicidio rituale. Analogamente, nel suo Tlle Euemies oJ Mallkilld pubblicato al Cairo nel 1968, l'egiziana 'AyM 'Abd al-RaQman definisce come «un rito ebraico riconosciuton il dissanguam ento d i bambini nel periodo pasquale, e usa epiteti come «male», «piaga» e «germi dannosi»J:7 per riferirsi agli ebrei. In decenni più recenti, l'accusa del sangue ha continuato ad apparire sui med ia arabi. l giorna li di Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Kuwait, Bahrain e Giordania hanno ristampato affermazioni simili sugli ebrei e gli israeliani J8 • «Al-' Ahram », uno dei principali gio rnali egiziani finanziati dal governo, ha descritto dettagliatamente in una speciale serie di articoli come gli ebrei userebbero il sangue dei gentili per cuocere le loro azzime pasquali. Nel marzo 2001 un intellettuale egiziano allo stesso modo ha spiegato su «al-' Abbar» che il Talmud (da lui definito il testo più sacro degli ebrei) prescrive l' uso del sangue di non eb rei nella preparazione delle tradizionali azzime che si mangiano d urante la Pasqua ebraica J9. ln riferimento all'accusa del sang ue, ilI Ogennaio 2001 un settimanale arabo di Damasco ha dichiarato che le azzime di Israele «sono imbevute del sangue degli iracheni, discenJ
UN MANDATO PER. L'ODIO
169
denti dei babilonesi, in quello dei libanesi, discendenti dei sidoniani, e in quello dei palestinesi, discendenti dei cananei. Queste azzime sono impastate con le armi americane e con i missili dell'od io puntati contro i musulmani e gli arabi cris tiani »~. Nel marzo 2002 il dottor 'Umaymah 'AJ:unad alGa lahma dichiarò sul quotidiano del governo saudita «alRiy:i} e agli ebrei L. Ap· pena due settimane dopo 1'11 settembre, un editorialista del giorna le egiziano «aI· Wafd » scrisse che i sionisti avevano sa· puto in anticipo che gli attacchi erano imminenti ma si erano rifiutati di condi videre queste informazioni con gli Stati Uniti «per seminare guai e disaccordo» in tutto il mondo.
''''
lJ\ M EZZA LUNA f lJ\ SVASTICA
«La prova di questo - aggiunse - si trova nei Protocolli dei savi di S iOI1>} 2.
In Medio Oriente molti hanno accolto con fa vore gli a ttacchi terroristici dell'H settembre contro gli Sta ti Uniti. Il gran muftr di Gerusalemme, ~ay.l:t 'Ikrlrn SabrI, durante il sermone del venerdì nella Moschea di al-' Aq$a ha invocato apertamente la distruzione di Israele, Gran Bretagna e Stati Uniti: «Allah, distruggi l'America poiché essa è dominata dagli ebrei sionisti. [ ... ] Allah dipingerà di nero la Casa Bianca!" J, Lo sceicco non era nuovo a simili «preghiere)), in cui auspicava una giJufd globale. Aveva esortato la distruzione dell' America ben prima della tragedia dell 'Il settembre, ad esempio l' Bluglio 1997, durante il suo sermone settimanale presso la Moschea di al-' Aq$a, quando - in qualità di massimo leader religioso dell ' Autorità Nazionale Palestinese aveva pronunciato queste parole: «Allah, distruggi l'America poiché essa è controllata dagli ebrei sionisti», E, di nuovo, due mesi dopo: «Getta [gli americani] nelle loro stesse trappole e ricopri di nero la Casa Bianca! », Questa stessa preghiera l'avrebbe ripetuta appena due settimane prima degli attentati dell'H settembre 4, Il giornale dei Fratelli musulmani, che ha sede in Egitto e per il quale l:fag 'AmIn al-Husaynr aveva scritto alcune invettive antisemite e antioccidentali, sa lutò 'Usamah Bin Ladin «come un eroe nel pieno senso del termine» e pregò affinché i suoi seguaci un giorno riuscissero a «eliminare l'America»5, Secondo la criminale ideologia dei Fratelli, a cui alJ:lusaynr aveva aderito con fervore, gli attentati dell'11 settembre non sono stati altro che una «punizione divina », anche perché gli americani «preferivano le scimmie [cioè gli ebrei] agli esseri umani, trattando come inferiori i non americani, sostenendo gli o mosessua li e l'usura}) 6 , Forse la rea-
L'EREDITÀ DEL MUFTI
191
zione più clamorosa ed esplicita è venuta dal settimanale "al-Risalah», pubblicato da Hamas a Gaza, nel numero del 13 settembre 2001: «Allah ha accolto le nostre preghiere» ~ , Quasi subito dopo 1'11 settembre 2001. in tutto il mondo islamico la colpa degli attacchi terroristici è sta ta attribuita ai sionisti, a Israele e agli ebrei. L'ambascia tore siriano a Teheran ha dichiarato che «gli israeliani erano coinvolti e [che] quel giorno nessun dipendente ebreo era presente nell'edificio della World Trade Organization». li giornale giordano «al-DustOr» del 13 settembre 2001 ha pubblica to un articolo in cui, in linea con la tradizione della congiura descritta nei Protocolli dei savi di Sia", sosteneva che il massacro delle Torri Gemelle era in realtà «opera della grande mente sionista che controlla l'economia, i media e la politica mondiali», e che il diabolico complotto sionista «stava rapidamente conducendo il mondo verso il disastro globale»8, Anche lo sceicco egiziano Mul:tammad al-Gameia, ex imam del Centro Culturale lslamico e della moschea di New York, che aveva onorato tlag 'Amin al-Husayni come un eroe e una guida spirituale, non aveva dubbi che dietro gli attentati dell 'n settembre ci fossero gli eb rei. (, La componente ebraica è come l'ha descritta Allah», ha dichiarato. "Sappiamo che hanno sempre violato gli accordi, ucciso ingiustamente i profeti e tradito la fede» 9. Spiegando che «solo gli ebrei» erano in grado di distruggere il World Trade Center, lo sceicco ha poi aggiunto: «Se mai il popolo americano se ne renderà conto, si comporterà con gli eb rei come fece Hitler» l0 , In Kuwait circolava no voci secondo cui i rabbini di New York «avevano invitato i loro fedeli a ritirare i propri soldi dal merca to azionario prima dell 'n settembre» H . In Egitto e in altri paesi musul mani, la responsabilità dell'attacco è stata a ttribuita al Mossad, il servizio di intelligence israeliano,
/9,
LA M EZZA LUNA E /.J\ SVASTICA
Questa teoria cospiratoria ha trovato ampio credi to in tutto il mondo islamico e soprattutto in Pakistan, dove il «Gihad TImes» e altri med ia hanno riportato come un dato di fatto che quattromila persone di origine ebraica o israelian a, impiegate al World Trade Center, avevano ricevu to dal Mossad l'ordine di non presentarsi al lavoro )' 11 settembre. Gli attentati, si diceva, erano sta ti ordinati dai «savi di Sien» in risposta alle critiche mosse a Israele e al sionismo durante la terza Conferenza mondiale d ell'ONU contro il razzismo svoltasi a Durban, in Sud Africa, nelle settimane precedenti 12 ,
Fatwal, e guerra salita: l'eredità di al-f:lusuynT come pioniere della
gilu1d moderna Negli anni '20 e'3D, al-l:Iusaynr fu tra i primi leader dell'Islam radicale a emettere responsi religiosi lfahuah) in cui invocava la guerra santa (giht1d) contro la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, gli ebrei e l'Occidente. Dopo la prima guerra mondiale, in cui al-J:lusaynr aveva prestato servizio come ufficiale nell'esercito turco-ottomano, la fatlOall è diventata uno strumento importante attraverso il quale i capi religiosi islamici incitano i loro fedeli a intraprendere azioni di giJu'fd, che regolarmente comportano atti di violenza e terrorismo. Nel XX secolo il primo a pronunciare una fatlOall, per dichiarare una guerra santa islamica contro gli inglesi e i loro alleati occidentali, è stato il sultano ottomano Sayl:t al-'lslam, che in questo modo aveva voluto sostenere lo sforzo bellico di Turchia e Germania, sotto la guida del Kaiser Guglielmo II, durante la prima guerra mondiale. Probabilmente alJ:lusaynr condivideva con ardore l'idea del sultano turco che
t'E REDITA DEL M UFTI
193
la Grande Guerra fosse una guerra santa contro gli inglesi, e la immaginava anche come una gil/tld contro i sostenitori ebrei di lord Balfour e del suo governo fi lo-sioni sta. Subito tradotta in arabo, persiano, urdu e tartaro, la fatwah di ~a y b al -' Islam fu un in vito globa le alla gihtld, rivolto ai circa 120 milioni di musulmani che all 'epoca vivevano sotto il dominio inglese, fran cese o russo lJ . Essa fu la prima di tante proclam az ioni simili destinate a susseguirsi, durante il XX e il XX I secolo, nella nascente lotta tra Islam radicale e Occidente. Poco dopo la nomina a gran muftr nel 1921, al-l:IusaynJ proclamò in una fa twa// la gi//M contro gli inglesi e gli ebrei in risposta alla decisione della Gran Bretagna di confermare il suo sostegno aUa creazione di una patria ebraica in Palestina. In seguito allo scoppio della Grande Rivolta Araba, nell'a prile del 1936, e alla dichiarazione dello stato di emergenza da pa rte dell'amministrazione britannica, il neonato Supremo Comitato Arabo per la Palestina, presieduto da alMusayni, proclamò uno sciopero generale contro gli inglesi, sollecitando altri leader arabi a unirsi in una gi/IIM watani (lotta patriottica) e ad «adoperarsi per libera re il paese dall'imperialismo rbritannico) e dalla colonizzazione ebraica )) 14. Dopo la sua espulsione dalla Palestina per ordine degli inglesi, nel settembre 1937, a l-l:Iusayni contribuì alla nascita del Comita to centrale della Gihad (chiamato anche Comando generale della rivolta ara ba), che sotto la sua direzione emise la seguente fatwall contro la Gran Bretagna: [ combattenti [... ] si sono offerti ad Allah e sono partiti in (ossequio] a Lui, solo per lottare al fine di raggiungere il Suo obiettivo, per condurre la giluTd secondo la Sua via. I... ] Cercano di precedersi l'un l'altro [mentre si affrettano] verso il campo di
'94
LA MEZZALUNA E LA SVAS1"/CA
battaglia della gOl/Id e del martirio, per sostenere ciò che è giu* sto, per s tabilire la gius tizia e difendere la nobile comunità e il loro santo paese. [ .. . ) Esortiamo ogni mus ulmano lo ) arabo a intraprendere la g ilufd secondo la via di Allah e ad aiutare i
combattenti a d ifendere la terra santa . I)
Nel maggio 1941, in Iraq, subito d opo il fallito golpe filo-
tedesco in cui aveva avuto un ruolo significa tivo, il muftr proclamò la sua fatwah forse più nota, invocando la guerra santa contro la Gran Bretagna e invitando i fratelli rnusulmani di tutto il mondo a partecipare alla guerra santa per Dio, per la difesa dell'lsl3m e delle sue terre contro il nemico (gli inglesi). [ ... ) In Pa lestina g li inglesi hanno commesso barbarie inaudite. [ ... 1lo vi esorto, fratelli, a lUlirvi alla guerra di Dio per preservare l'lslam, la vostra indipendenza e le vostre terre dal1'aggressione inglese. I.
Nei quattro anni successivi, durante i quali i suoi interventi radiofonici da Berlino furon o trasmessi in tutto il mondo islamico, il muftr ripeté più volte l'invito alla gj}urd contro gli inglesi, i loro alleati occidentali e gli ebrei, citando spesso il Corano 17. ln quelle occasioni egli aggiungeva particolari alla denigrazione degli ebrei contenuta nel Corano e oggi così familiare, e in questo sarebbe sta to imitato dalle successive generazioni di leader del terrorismo islamico radicale. Il 2 novembre 1943, ad esempio, invitando i fratelli arabi a «insorgere e comba ttere» una guerra santa contro gli inglesi e gli ebrei, dichiarò che questi ultimi «non possono mescolarsi a nessun 'a ltra nazione, ma vivono come parassiti tra le nazioni, ne succhiano il sangue, si appropriano indebitamente dei loro beni, ne corrompono la mora le» e aggiunse che ffZEl Matthias, Djihad Ulzd ludenhass - aber de" nezten antijiidisclzen Krieg, ça ira, Freiburg 2002. KONTZEl Matthias, lran 's Obsession willz Ihe Jews: De,zying tI,e Holocausl, Desiring Anoiller One, ..The Weekly Standard", n. 22, 19 febbraio 2007, pp. 1822. KURLANTZJCK Joshua, TizI' /..eft and tlze Islamists, «Commentary», n. S, dicembre 2004, pp. 34-37. LANNING Michael Lee, Tlle Battle 100: The Stories Bel,ind Hislory's Mosi fn f/lIen tiaI Battles, Sourcebooks, Naperville (IL) 2003 (ed. il. Le 100 grandi 001laglie, Hobby & Work, Bresso 2005). LAQUEUR Walter, BARRY Rubin (a cura di), TI/e Arab-lsraeli Reader, Penguin, New York 2001. LAQUEUR Walter, TI,e Changing Face oj AIlIi-5emitism: Fram Ande,,1 Times lo ti/e Present Day, Oxford University Press, New York 2006. LAWRENCE Bruce (a cura di), Messages lo 1111' World: The Slatements oj Osarml bin Lade,/, Verso, London 2005. LEPRE George, Himmler's Bosnum Divisioll: Tlle Waffen-SS Handscllar Divisia" , 1943-1945, Schiffer Military History, Atglen (PA) 1997. LESCH Ann Mosely, Arab Po/itics in Palestine, 191 7-1939, Comell University Press, Hhaca-London 1979. LEVIlT Matthew, Hamas: Politics, CIzarity, alld Terrorism in tizI' Seroice oj li/rad, Vale University Press, New Haven (CT) 2006. LEWI$ Bemard, Tlle Jews oj Is/am, Princeton University Press, Princeton (Nn 1984 (ed. il. Gli ebrei ilei mOlldo islamico, Sansoni, Firenze 1991). LEWIS Bemard, TIze Politica/ Language oj ls/am, University of Chicago Press, Chicago 1991 (ed. il. Il lingl/aggio poli/ico deWistam , Laterza, Roma-Bari 2005). LEWIS 8emard, TizI' Middle tasl: A Britf History oj IIze Last 2,000 Ytars, Scribner, New York 1995 (ed. il. Il Medio Oriellte: duemila anni di storia, Mondadori, Milano 1999). LEW1S Bemard, Ucellce lo KiI/: Usama beli Laden's Dee/aralion oj IiI/ad, «Foreign Affairs", novembre-dicembre 1998, pp. 14-19. LEWIS Bemard, Semi/es and Anfi-Semites, W. W. Norton & Co., New York 1999 (ed. il. Semiti e alltisemiti, Rizzoli, Milano 2003). LEWIS Bemard, ..The British Mandate for Palestine in Historical Perspective», in From &be/ lo Dragomalls: fnterpreting file Midd/e East, Oxford University Press, New York 2004. LEWIS Bemard, Fra", &beI to Dragomalls: fn terpreting tlze Midd/e tast, Oxford University Press, New York 2004.
256
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
LEW\s Bemard, Tlie Crisis of 151alf/: Ho/y War and Ulllio/y Terror, Rand o m House, New York 2004 (ed. it. lA crisi dell'fs/a m: le radici dell'odio verso l'Occidente, Mondadori, Milano 2005). LIPMAN Vivian D., «Herbert $amuel», Ellcyclopedia J/ldaica, voI. XIV, Keler Publishing House, Jerusalem 1971. LIPSTADT Deborah, Dellyillg tlle Holocallsl, Piume, New York 1993. LoNGGREAR Paul, M c NEMAR Ra ymond, T/le ArabfMJ/slim Nnz; Com /ecfian,
"Canadian Friends», Intemational Christian Embassy, Jerusalem 2003. MAKQVSKY David, Making Peace with tlle PLO: The Rabin's Govemme"t Road lo Osio, Westview Press, Boulder (CO) 1996. MAKOVSKY Michael, CllUrciril/'s Promised ullld: Ziollism mrd Slatecrajt, Vale University Press, New Haven (Cf) 2007. M AL KIN Peter Z., STEIN Harry, EicllmuIIII iII My Hands, Warner Books, New York 1990 (ed . il. Nelle mie mani, Sperling & Kupfer, Milano 1991). MANOEl Oaniel, H. V. Evaft a/Id the Establishment oj fsrae/, Frank Cass & Co.,
London 2004. MARCUS ltamar, III Their OWIIS Words: Anti-Semitism mld Racism as Policy iII the Palestinian Allthority, Snieder Action Inslilule, Simon Wiesenthal Cenler, Los Angeles 2001. MARCUS Itama r, Nazi AI/y, Hajj Amin al-HI/sseini, Is Arajat's Hero, «lsrael Report», agosto 2002. MAITER Philip, The Role oj the MI/fii oj lerusalcm i/l ti/e Political Struggle Over tlte Westem Wall, 1928-1929, «Middle Eastern Studies», n .. 1, gennaio 1983, pp. 104-118. MAITER Philip, Amin al-HI/sayni and fraq's Qllest for fudepel/det/ce, 1939194 1, «Arab Studies Quarterly», n. 4, autunno 1984, pp. 267-281. MATIER Philip, Tlle Mujti oj lerusa/cm: Hajj-Amil/ al Husaylli alld tlle Palesti/lia/l National Movemcnt, Columbia Universily Press, New York 1988. MEACHAM Jon, Fral/k/ill al/d WiIlStOIl, Random House, New York 2003. MEOOFf Rafael, Tlle Mllfti's Nazi Years Re-cxamincd, «The Joumal of lsraeli Hjslory», n. 3,1996, pp. 3 17-333. MEOOFF Rafael, Palestinians May Get a Holoca/lst Denier as First Prime Mi//ister, «Jewish Bullelin of Norlhem California », 21 febbraio 2003, p. 19. MEINEIITZHAGEN Richard, Middle East Diary, 1917-1956, O·essel Press, Lond on 1959. MELMAN Yossi, RAVIV Dan, Behind file Uprising: lsraelis, lordallial/s alld Palestillialls, Greenwood Press, Westport (eT) 1989. MICHAEl George, The Ellemy oj My Encmy: TI/e Alanllillg COI/vergel/ce oj Militallt /sili/I/ al/d the Ex/remc Right, University Press of Kansas, Llwrence 2006.
BIBUOGRAFIA
257
MIC05IA Francis R., Tlle Thi,d Reicll a/ld II/e Palestine Qllestion, Universi ty of Texas Press, Austin 1985. MORRls Benny, ] 948 alld Afte,: Israel and ti/e Pa/esUlliallS, Oxford University Press, Oxford 1994 (ed. il. ]948, Rizzoli, Milano 2004). MORRIS Benny, Rigltteolls VieUms, Vintage Books, New York 2001 (ed. il. Vittime, BUR, Milano 2005). MORSE Chuek, The Nnzi Comwctioll lo /slamic Terro,ism: Adolf Hitler a/Id Hai Amill a/-HlIsseini, iUniverse, Lineoln (NE) 2003. Mo wRER Edgar Ansel, Official Documenls Convict Mlifti 01 Complicity in 6,000,000 Murders, «The New York Post », 13 giugno 1946, p. 2. MULLER James W. (a cura di), Cll1Irellil1 as Peaeema/re" Woodrow Wilson Center Press and Cambridge University Press, Washington, D.C. 1997. NAIjl..EH 'Isa, A Memorandum Submitted lo lite SI/mmi! Meeting at Camp Da-
vid by Issa Nak/1/eh, Cllairman 01 II/e Palesline Arab Delegalioll alld Permalle/lt Represelltalive oi Ille Arab Higher Committee far Palestille, Palestme Arab Delegation, New York 1978. NAIjl..EH 'Isa, Memorandum lo tlle President, «Joumal of His torical Review », n. 3, autunno 1982. NAIjl..EH 'lsa, Ellcyclopedia ai Ihe Palestille Problem, voI. Il, Intercontinental Books, New York 1991. NETANYAH U Benjamin, «Ending the Legacy of Hate», discorso pronunciato durante la sessione «The Question of Palestine» in occasione della quarantesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 4 dicembre 1985. O'BRIEN Conor C mise, Tlle Siege, Simon & Schuster, New York 1986. Paleslille: A SllIdy 01 Jewish, Arab alld British Policies, Yale University Press, New Haven (CT) 1947. PERLMAN Moshe, MI/fii oi ferl/sa/elll: Tlle Story oi Haj Ali/in El HlIsseini, Vietor Gollancz, London 1947.
PETERS loon, Frolli TimI' III/memoria/: The Origil/s ai Ihe Arab-Israeli COl/flicl aver Palesline, Harper & Row, New York 1984. PHILLlt'S Melanie, Lo11d011isla" , Encounter Books, New York 2006. PII'ES Daniel, The MI/stim C/aim lo Jerusalem, «Middle East Quarterly", settembre 2001. PJI'ES Daniel, Milita,,' Islam Reaches America, W. W. Norton & Co., New York 2003. PJPES Daniel, Miniatures: VietllS 01 Islamie and Middle Easle", Polities, Transaction Publishers, New Brunswick (Nn 2004. POOHORETZ Norman, WorId War IV: rlte Long Str1lggle Agaillsl Islamoiascism, Doubleday, New York 2007.
2S8
lJ\ M EZZALUNA E lA SVASTICA
PoRAlli Yehoshua, The Emergerlce of the Palestinian-Arab NatialiaI Mavement, 1918-1929, Frank Cass, Londan 1974. POSNER Gerald, Secrets of fhe Kingdom: The InsidI! Story of Ihe ${Judi-U.S. Con-
"« tio,,, Random House, New York 2005. PRACER Dennis, TEl USHKIN Joseph, Why fhe lews? TI/e Reasol1 [or Arl/i-Semi-
tism, Simo n & Schus ter, New York 1983. PRYCE-JONES David, n,e ls/amization of Europt'?, «Commentary», n. 5, dicembre 2004, pp. 29-33. l'RVCE-JONES David, Betraya/: France, Ihe Arabs und Ihe Jews, Encounter Books, New York 2006. QuANOT William 8., FUAO Jabber, LEscH Ann Mosley, The Politics of Pa/estinum Notional;sm, University of California Press, Berkeley 1974. QuTB Sayyid, Our Struggle wilh Ihe Jews, 1970.
ROOSEVELT Kermit, The Puzzle of Jerusalem's Mufti, «Saturday Evening Post», 28 agosto 1948, pp. 26-27, 165-166. ROOSEVELT Kermit, Arabs, Dii and History, Harper & Brothers, New York 1949.
ROSEN Jonathan, Thc Uncom[ortable Qllcstion 01 Anti-$emitism, in Ren Rosenbaum (a cura di), Those Who Forget tlre Past: Tlre Question of Anti-Semitism, Random Heuse, New York 2004. ROSEN8AUM Ron (a cura di), Those Who Forget the Past: The Question of Anti-Semitism, Random House, New York 2004. RosENFEW Alvin H., "Progressive» Jewislr Thought and the New Anti-Semi/ism, American Jewish Committee, New York 2006. Ross Dennis, The Missing Peaa: The Inside SIOry of tlre Figlrt [or Middle fast Peaee, Farrar, Strauss & Giroux, New York 2004. RUBIN Barry, Revolution Until Vietory? The Potities and History of the PLO, Harvard University Press, Cambridge (MA) 1994. RU81N Barry, RUBIN Judilh Colp, Yasir Arafal: A Political Biography, Oxford University Press, New York 2003 (ed. il. Arafat: l'uomo che non volle la pace, Mondadori, Milano 2005). SACHAR Howard M., A Hislory of lsrue/: from tlre Rise of Zionism lo Our Time, Alfred A. Knopf, New York 1976. SAMUE1. Maurice, Wlznt Hllppened iII Palestine, Stratford Company, Boston 1929. SAnoFF Robert, Among the Rightrous: Lost Stories frolli tlre Holocaust's Limg Reaeh inlo Arab LAnds, Public Affairs, New York 2006 (ed. il. Tra i giusti: storie perdute dell'Olocausto nei paesi arabi, Marsilio, Venezia 2008). ScHEOITMAN Joseph B., The Mufii and the Fiihrer: Tlre Rise and Full of HajAmin el-Husseini, Thomas Yoseloff, New York 1965.
BIBLIOGRAfIA
'"
5cHOENFELD Gabriel, The Return 01 Anti-Semitism, Encounter Books, San Francisco 2004 (ed. il. Il ritorno dell'antisemitismo, Lindau, Torino 2005). SEABURY Pau!, The Wilhelmstraj1e: A StudyolGerman Diplomats Under tlre Nazi Regime, University of California Press, Berkeley 1954. SECEV Tom, 1948: The First lsraelis, Free Press, New York 1986. SECEV Tom, Olle Palestille Complete: Jews and Arabs Under the British Mandate, Henry Holt &: Co., New York 2000. SHAW Albert (a cura di), The Messages and Papers 01 Woodrow Wi/son, voI. 1, Review of Reviews Corporation, New York 1924. SHlRER Wil1iam L., if Hitler Had Won World War II, «Look», 19 dicembre 1%1. SHlRER Wil1iam L., «This is Berli,,_: Reporting/rom Nazi Germany, 1938-1940: A Narrative History, Arrow Books, Random House Group, London 2000 (ed. il. Qui Berlino, Net, Milano 2005). SHLA1M Avi, Col/usioll Across tlle lordan: King Abdullah, tlre Zionist Movement alld the Parlilio" 01 Palesti"e, Clarendon Press, Oxford 1988. SHLAIM Avi, The lrall Wall: /srael and the Arab World, W. W. Norton &: Co., New York 2001. SIEFF Martin, The Po/itical/y /ncorrect Guide to lire Midd/e fAst, Regnery Publishing.. Washington, D.C. 2008. SPEER Albert, Memorie da/ TenD Reich, Mondadori, Milano 1995. SPEER Albert, Diari segreti di Spalldau, Club degli Editori, Milano 1986. STElN Leonard, The Balfour Dee/aration, Simon &: Schuster, New York 1%1. STILLMAN Norman A., Allti-Semitism in the Contenlporary Arab World, in Michael Curtis (a cura di), Anli-Semitism in the Contemporary World, Westview Press, Boulder (CO) 1986. STOROBIN David, Nazi Roots 01 Pa/estinian Naliona/ism, «Think Israel», gennaio-febbraio 2005, www.think-israel.org/storobin.nazis.html. STORRS Ronald, Orientations, Ivor Nicholson and Watson, Limited, London 1937. TAlElOlT Strobe, CHANDA Nayan (a cura di), The Age 01 Terror: America and the World After September 11 , Basic Books, New York 2001. TANNOUS Izzat, The Palestinians, I. G. T. Company, New York 1988. TEVETH Shabtai, David Berl-Curio" and the Pa/estinian Arabs, Oxford University Press, New York 1985. TIMMERMAN Kenneth R., Preaclters 01 Hate: lslam alld the War 071 America, Three Rivers Press, New York 2003. TSOURAS Peter G., Operation ORIENT Joint Axis Strategy, in Kenneth Macksey (a cura di), The Hitler Optiolls: Alternate Decisions of World War ll, Wren's Park Publishing.. London 2000.
'60
~
MEZZALUNA E lA SVA STICA
WALLACH jane! and John, Araial, Carol Publis hing Group, Secaucu5 (Nn
1997. WARNER Geoffrey, Iraq alld Syria, 1941, University of Delaware Press, Newark 1974.
WASSERSTEIN Bemard, Herberl Samuel: A Political Li/e, Clarendon Press, Oxford 1992.
WASSERSTELN Bemard, Divided lerusa/em: Tlle Struggle for Ille Holy City, Yale University Press, New Haven (CT) 2002. WIESEl Elie, Interl/aliollal Communily MusI 51ml Out Ahmadillejad, " Palm Beach Jewish Jouma!>., 12 dicembre 2006. WILKIE Wendell L., Dlle Wor/d, Simon & Schus le r, New York 1943. WI5TRICH Robert S., Anti-$emitism: The wl/gesl Hatred, Pantheon Books, New York 1991.
WISTRICH Robert S., The O/d-Nero Al1ti-5emitism, in Ron Rosenbaum (a cu· ra dO, T/105e W/lo Forget flie Pasl: The Queslioll of Allti-Semitism, Random House, New York 2004. WISTRJCH Robert S., Isla7llic }udeopllobia: An Exislerrlial TIIrf?tlI, in David Bukay (a cura d i), MulU/7II711ad's M OIIslers: A ComprehL'11sive Glfide lo Radiali IsIamfor Weslern Alldit'nces, BalEour Books, Green Forest (AZ) 2004. ZAKHEIM Dov S., The British ReactiOll lo Z iOll ism: 1895 lo Ihe 19905, «The Round Table: The Commonwealth Joumal oE lntemational Affairs», n. 350, aprile 1999, pp. 321-332. ZIFF WiIliam B., The Rape of Paleslillt', Longmans, Green & Co., New York 1938.
lndice dei nomi
' Abbas, Mal;tmad (' Aba Mazin), 171-174, 177,200, 204 ' Abdallah, l 68 ' Abdullah, re di G io rd ania, 69, 128129, 140-142, 145-146,148 ' Al:tmadinegad, Mal:tmad, 145, 178, 1 ~ 1 81 , 1 ~ 1 84,206
a l-' Aga, I;fasan, 176 al-' A~mawr, Mul;tammad Sa'rd , 57 a l-Bakr, 'Al.unad I;fasan, 134 al-Bannah, I;fasan, 56, 58-59, 124,
126 al-Baqr, 'Al;tmad f:l ilmr 'Abd, 128, 147 al-Dawallbr, Ma' mf, 121 a l-Drn Carallah, Sayl;t I;fusayn, 35 al-Fiqar, Qa, Basa, 67 a l-Calahma, 'Uma ymah 'Al;tmad, 169 al-Gameia, Mul;tammad, 191 al-Carwan, Sayf' Alr, 175 al-Gaylanr, Ra~Td ' AlT, 70, 74, 78, 82, 132, 134, 137 al-I;fag (Louis Heid en), 166 al- I;fasan, Hant 197 a l-I;fusaynr, Carnai, 24, 33, 125-126 a l-tlusaynr, M ul;t yeddrn, 151
al-I;fusa ynr, Masi'! 'Abdullah, 141 al-l;fusaynJ, Masi'! Qasirn, Basa, 24,
34, 163 al-I;fusaynr, Mu ~tafa, 24 al-I;fusaynr, Sayl:t Tahir, 24 al-' Islarn, Sayl:t, 192-193, 195 al-Karfm Qas im, 'Abd, 147 a l-Kawukgr, FawzT, 52, 137 Alessandro Magno, 104 Allenby, Edmund, 27 a l-Nahayan, Zayd Bin Sultan, 180 al-Nasa~lbr, ~gib Bay, 34 a l-Nasir, Carnai ' Abdel, 56, 66, 130, 136,139, 144, 146-150,164,167,172, 197 a l-Nasir, SawqJ ' Abd, 164 al-Ral;tma n, 'Ay~ ' Abd, 168 al-Ral;tman, 'Ornar ' Abd, 196,205-
206 al -Ra ~rd,
HarOn, 162 al-Sa'danT, Mu ~tafa, 168 a l-Sad:lt, 'Anwar, 56, 66, 130-131, 136, 139, 142, 174, 196 a l-5.1id, Nuri, S.,!}a, 70 a l-$ull;t, Ri yal;i Bay Altem, Erich, 197 Andrews, Lewis, 54
262
an-NukrMI, Ma~ad, Ba~, 142 'Arafat, Fatl;lI, 171 'Arafat, Yasir, 56, 59, 124-125, 130131, 136,139,150-153, 159,166,169, 171·1 72,174-176, 197·202,205 Asquith, Herbert, 22, 31 'Ara, Mul,lammad, 205 Ataturk, Mu ~tafa Kamal, 153 Attlee, Clement, 93, 121-122 ' AzzAm, 'Abdul RaJ:unlln I:fasan,
BMa, 138 Balfour, Arthur ]ames, 26, 116, 193 Baruch, Bernard, 11&11 7 Begin, Menachem, 174 Ben-Gurion, David, 33, 136, 138 Bemer, Willy, 197 Bidault, Georges, 97 Bin Udin, 'Usamah, 59, 144-145,
159,190, 196,20S.206 Bismarck, Otto von, 16 Bonaparte, Napoleone, 73, 104 Bullard, Reader, 71
Carter, Jimmy, 174 Ceausescu, N icolae, 197
Chamberlain, NeviUe, 44, 65 Choll En-Iai, 146 Churchill, Wmston, 28, 39, 68, 71·72, 103, 106-107, 113-115,117, 121-122 Clark, Veronica, 182
Crum, Bartley, 93 De Ga ulle, Charles, 97 Duca di Wmdsor, vedi Edoardo VIlI Duke, David, 182
Eden, Anthony, 72 Edoardo VIn, 113-114
U M EZZALUNA E U SVASTICA
Eichmann, Adolf, 76, 79-SO, 85, 88, 90, 92, 110-113, 11 5, 117-118, 122, 146-147, 206 Faris, f:labJb, 167 Faroq, re d 'Egitto, 67, 97, 122-124, 129, 138-139, 144 Faurisson, Robert, 173, 182 FaY$aI, re dell'Arabia Saudila, ISO, 165, 169 Ford, Gerald, 131 Frangiyyeh, Sulayrnan, 152 Frankfurter, Felix, 11 6-117 Frohlich, Wolfgang. 178, 182 Garaudy, Roger, 178-179 Giorgio V, re, 30 Giorgio VI, re, 113 Giovanni Paolo II. 177, 198 Goebbels, Joseph, 81, 122 Goring. Hermann, 91, 107, 122 Grirnstad, William, 172 Guglielmo Il, Kaiser, 192 Gunther, John, 69 lja.lid, l:fasan, 170 Hertz, Joseph, 116 Herzl. Theodor, 31 Herzog. Chaim, SO l:figazT, Mui)ammad, 182 Hilberg. Raul, 89 Himmler, Heinrich, 76, 78-80, 85, 87-90,92, 11 2-113,122,206 Hitler, AdolE. 15-19, 44, 65, 67-70, 72, 75-77, SO, 83-85, 89, 92-94, 96, 103-107,110, 112-116, 118, 122-1 23, 130, 132,137-138, 152-153, 159,163164, 166, 176-177, 179-1SO, 183, 191, 1%,204-207
INDICE DEI NOMI
I:lusay, re di Giordania, 141 , 148149, 152 I:lusayn, Saddam, 70-72, 131-135 'Ibn Sa'od, re, 17, 69, 137 Kastner, Rudol!, 92 Khomeini, Rul;loIlah, 59, 143-145, 165, 179, 196 Kissinger, Henry, 165 Klinghoffer, Leon, 198 Lawrence, Thomas Edward, 25 Uoyd Grorge, David, 29-32, 42 Lovett, Roberl A., 128 Maometto, profeta , 21 , 24, 45, 58, 84, 131, 160-162,203 Ma!!'a!, f::I3lid , 181, 203 Meinertzhagen, Richard, 39, 42 Mizrachi, Abraham, 49 Montagu, Edwin, 32 Montgomery, Bemard L., 106 Moore, George Curtis, 198 Mosley, Oswald, 113-114, 117 Mowrer, Edgar Ansel, 88, 97, 153 Mul;lammad, ljalid Kasab, 183 Mussolini, Benito, 68, 72-73 Nableh, 'Isa, 146, 153, 174 Nada, Yosif, 56 Nehru, Jawaharlal, 146, 153 Nkrumah, Kwame, 146 Noel, Cleo A., 198 Pahlavi, Reza, 71 Paolo 11, papa, 72 Pearl, Daniel, 159-160, 206 reel, Roberl, 53-54
263
Perlman, Moshe, 84 Qutb, Mul:.ammad, 145 Qutb, Sayyid, 59, 124, 136, 139, 142145 Rabin, Yìtzhak, 141 RafsanganT, 'AlT 'Akbar HMim', 179
Rauff, Walther, 90, 110-111 Ribbentrop, Joaerum von, 74, 76-78, 92,107 Richmond, Emest, 38-39, 41 Riçla, Sayl;l Ra!l:rd, 21 Rommel, Erwin, 68, 90, 104-110, 112-11 3 Roosevelt, Elea nor, 116-117 Roosevelt, Franklin Delano, 116117 Roosevelt, Kermit, 86 Roosevelt, Theodore, 86 Rothschild, Anthony Gustav de, 115 Rothschild, James Armand de, 11 5, 117 Rothschild, Nathaniel Mayer Vietor, 11 6 Rothschild, Walter, 26 Rumbold, Horace, 53 Rushdie, Salman, 1% Sa'adah, 'Anton, 66 Sabrf, Sayl;l 'lkrfm, 176-177, 190 Sa'd SaylJ. 'Al;Imad 'Ornar, 159, 205 $amuel, Herbert, 30-33, 35-36, 3843, 115 Schuller, Johann, 197 Sharon, Ariel, 177 Shaw, George Bemard, 30
264 Smith, Bradley R., 182 Speer, Alberi, 16, 122, 205 Storrs, Ronald, 38-39 Sukrf 'Àllo, Mu~laf3., 141 ~uqayrf, 'Ai:lmad, 138, 147-148, ISO
Talfah, ljayrallah. 70, 131-134, 152 lireault, Jean, 197 Tito, maresciallo, 95, 121 , 146 TI~, Mu~tafa , 169-170 Truman, Harry. 138
LA M EZZA LUNA E LA SVASTICA
Van der Put, Karl, 197
Vane-Tempest-Stewart, Charles Stewart Henry, 114
Weizmann, Chaim, 42,116,163 Wertheim; Georg. 15 Wilson, Woodrow, 27 Wis licen y, Die ter, 79-80, 88, 92 Wolff, He inrich, 65
YasTn, Sayl,l 'Al,lmad, 203, 205 YOsif, RamzT, 205
Indice
7 11
Ringraziamenti Prefazione LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
15
1. Appuntamento con il destino
21
2. La genesi della gihnd moderna: l:fag 'Amrn al-l:fusaynr, il nazionalismo palestinese e la nascita dell'Islam radicale Ùlllomilia di a/-Hl/soynT a gran mufir, 29 Il nuovo lIIufir: 1m piccolo demagogo, 36 Il ml/fir e Emest Ric!mlOnd: 11/1 rapporto speciale che cambiò la storia, 38 Una politica di «appeasement», 41 Il muftr, il Muro del Pianto e i disordini del 1928-1929: la «seconda 'illtijn{jall», 45 limi/fil, la Gra11de Rivolta Araba del 1936-1939 e gli ebrei di Palestina, 51 Il //IufH, la fo ndazione dei Fratelli mI/su/mani e l'avvellto dell'fslnm radicale, 55
65
3. Complici di genocidio Sul/a strada verso Berlino, aprile-novembre 1941. 70 Hitler e il mllftr, 74 l rapporti del mufir con j gerarclli tedesclli, 76 Le trasmissioni radiofoniclle naziste il! Medio Orietlte: Hitler parla agli arabi con la voce del mufir, 81 l:lag 'Amr" al-l:lusaynr, Heinrich Himmler e le Waffen-SS ltIusl/lmmle, 85 Il progetto per lo sterminio degli ebrei di Palestina, 90 Il mancato processo a Norimberga, 92 LA fuga del mI/fil dal/a Germania dopo la seconda guerra mondiale, 96
103
4. Il muftf sogna a occhi aperti: e se le Germania avesse conquistato la Palestina e la Gran Bretagna?
121
5. II ritorno del muftf in Medio Oriente LA fuga del mI/fil, 121 Il mufil e i slloi protetti, 124 Il llGovemo per /'intera Palestina» del mufil, 126 Lo zio e il mufil, 132 l:lag 'Amln al-l:lusaynr, la creazione dello Stato d'Israele e il Movimento Nazionale Palestinese, 135 AI-l:lusaynl e l'assassi,,io di re 'Abdul/all, 140 L'ideologia vio/mta di Sayyid Qu/b, 142 Gli ultimi amli del /III/ftl: gli a,mi '50 e '60 al Cairo ea Beirut, 145
159
6. Un mandato per "odio: J:lag 'AmIn al-J:lusaynr e l'islamizzazione dell'antisemitismo III protocolli dei savi di Sioll», il IIMei" K.f1mpf» e /a letteratura antisemita islamica, 163
L'accusa del sallgue nel Medio Oriente islamico, 167 Ma~mlfld 'Abbifs, l'Autorità Nazionale Pa/estinese e la negazione dell'Olocausto iII Medio Oriente, 171 Sviluppi del negazionismo is/amico, 180 189
7. L'eredità del muftI: l'odio antiebraico, la gilli1d e il terrore L'antisemitismo islamico iII 11/111 nuova era del terrore: incolpare gli ebrei dell'l1 settembre, 189 Fatwall e guerra salIta: l'eredità di al-I:IusaynT come piolliere della gihi1d moderna, 192 Il mllftre 'Arafm: i padri del terrorismo isla",ico ",oderno, 197 l:Iag 'AmTn al-l:lllsaynT e i terroristi di l:Ia"'4s, 202 Hitler, al-I:IusayllT e j terroristi dell'11 settembre, 205
211
Cronologia della vita del muftJ ApPENDICE. CORRISPONDENZA E DOCUMENTI
219 22S 227 233 237 239 241 243
Lettera del muftr a Hitler, 20 gennaio 1941 Risposta di Hitler al mufU, 8 aprile 1941, da Freiherr von Weizsacker Memorandum di un funzionario presso il Segretariato del Ministro degli Esteri Il diario del muftI sull'incontro con Hitler Ribbentrop promette al muftI di distruggere il focolare nazionale ebraico Testo dei telegrammi inviati da Himmler e Ribbentrop al mufu i12 novembre 1943 Il muftI chiede di vietare l'immigrazione ebraica come gesto di favore nei confronti degli arabi Il muftI propone una legione araba a Himmler
245 247
Affidavit del dottor Rudolf Kastner a Norimberga Dossier sulla collaborazione di re Faraq d'Egitto con i nazisti e con il muftr loro alleato
249 261
Bibliografia Indice dei nomi