Elmar e Mchaela Zadra
Tantra La via dell’estasi sessuale
OSCAR MONDADORI (c) 1997 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Mi...
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Elmar e Mchaela Zadra
Tantra La via dell’estasi sessuale
OSCAR MONDADORI (c) 1997 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano I edizione Comefare ottobre 1997 I edizione Bestsellers Oscar ottobre 1998 ISBN 8804453923 www.librimondadori.it
Questo libro è dedicato a tutte le persone che portando più consapevolezza nella loro sessualità intraprendono questo affascinante viaggio verso se stessi. Ringraziamenti In primo luogo ringraziamo i nostri principali maestri Bali Hellwig Schinko e Prabhato Regina Konig dell’Aruna Institut in Germania, che ci hanno iniziato al cammino tantrico e ci hanno guidato attraverso le giungle e i deserti della ricerca interiore. Li ringraziamo anche per il permesso di usare i protocolli dei loro corsi a filo conduttore di questo libro che senza il loro contributo non sarebbe nato. Ringraziamo tutti gli altri maestri con i quali abbiamo fatto delle esperienze importanti e che sono confluite in questo libro: • Batty Thunder Bear Gold, Rose Thunder Eagle Fink, Ha ley Swift Deer Reagan, Diane Nightbird e la Deer Tribe Meth Medicine Society per i loro insegnamenti del Chuluaqui Quodoushka e per il permesso di pubblicare le ruote dell’or gasmo, i livelli dell’orgasmo, la ruota dei rapporti, le tipologie anatomiche. • Marjorie Rand, Jack Lee Rosenberg e Beverly Kitaen-Morse che hanno sviluppato l’IBP (Integrative Body Psychotherapy), la disciplina psico-corporea occidentale che più di altre si avvicina al paradigma tantrico. I capitoli 3 e 4 riprendono sinteticamente il loro concetto. • Lama Zopa, Lama Yesce e Lama Chokyi Nyima Rinpoche che ci hanno trasmesso delle conoscenze essenziali per ricollegarci con le origini e per demistificare radicalmente la concezione del tantrismo. • Satya Narayan Goenka per averci insegnato con la meditazione vipassana un metodo così chiaro ed efficace per penetrare gli strati più sottili della mente. • L’Istituto di Programmazione Neurolinguistica di Bologna, l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, il Boyesen Institute di Londra, i Rebalancer Ansu e Unmila per gli ottimi corsi di formazione che abbiamo frequentato presso di loro.
• Satya Puja Richardson e Gandharaja per i loro preziosi input sulla «via del nonfare», Osho Rajneesh per i suoi insegnamenti toccanti, Margo Anand per il suo esempio pragmatico nel descrivere il Tantra sessuale. Tutti i colleghi del 4° Training e dell’Aufnautraining dell’Aruna ‘nstitut che hanno condiviso una parte del cammino con noi. Ringraziamo Gianna e Silvia per la battitura e la correzione dei testi. Enrico Bellati e Igor Sibaldi per i preziosi consigli, Muni Antonio Maniscalco per le foto che hanno ispirato le illustrazioni degli esercizi. Grazie a nostra figlia Julia per il suo grande amore, a Sara per aver sbrigato le faccende quotidiane mentre scrivevamo, a Renate per il suo sostegno morale, alle donne del villaggio per la loro collaborazione. Grazie ai nostri genitori Michael e Renate, Siegfried e Gertrud per la loro approvazione della nostra strada.
Come puoi usare questo libro Ti invitiamo, anzi ti imploriamo di non credere nulla di ciò che diciamo in questo libro, ma di provarlo nella tua vita, di fare gli esercizi e valutare dopo. Come dicono tutti i grandi saggi da Buddha fino ai nostri maestri: non credere niente. Niente di ciò che c’è scritto qua, niente di ciò che dicono gli illuminati, i maestri, i testi sacri. Invece prova tutto e fatti le tue esperienze. Quello che sperimenti nel tuo corpo, nella tua mente lo sai e non c’è più bisogno di crederlo, quello che non sperimenti nel tuo corpo e nella tua mente, non lo sai e perciò in questo momento non ha nessuna rilevanza per te, lo puoi dimenticare. È provalo nel tuo ritmo, nel tuo tempo, nel tuo modo. Però prova tutto almeno una volta, per sapere se fa per te o no. È se in tutto questo libro un solo esercizio o una sola frase, ti indicano una strada o ti aprono una porta, e tutti gli altri non ti dicono nulla, conserva quell’uno nella cassetta dove metti gli strumenti utili e butta via tutto il resto. Considerando che il Tantra è l’unico percorso spirituale che considera il rapporto uomo-donna e che anche in questa epoca nella cultura del piacere e dell’eros non si trovano tante mappe o discipline valide, è legittimo usare le pratiche tantriche per tutto ciò che ti fa stare bene e che ti fa crescere. Come puoi usare questo libro senza nuocere né a te stesso né agli altri? Puoi usare queste mappe per la ricerca del piacere e della consapevolezza: 1. per liberarti sessualmente, star bene col tuo partner, sensibilizzarti nel tuo corpo e ritrovare una certa pace ed equilibrio mentale; 2. Arricchire la tua vita sessuale e affettiva, allargare la mappa della conoscenza, collegare sesso e cuore. 3. Entrare in stati estatici, crearti dei momenti dove ti senti un tutt’uno con te stesso e con il tuo partner, sperimentare dei piaceri più fini, indagare negli strati più sottili della mente, staccarti dalle identificazioni ordinarie con il tuo corpo, i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, il tuo piacere e intraprendere un viaggio spirituale che ti conduce oltre i limiti dell’io. Queste tre categorie di obiettivi si riflettono nelle 3 parti del libro. Puoi condividerne uno o due o tutte e tre. Il Tantra non è un sistema chiuso in cui devi prendere tutto o niente, ma contiene una miriade di tecniche che diversi maestri e scuole hanno raccolto nei secoli, fra le quali puoi scegliere quali sono le più adatte per te. • Darci un appuntamento fisso e costante, un appuntamento dedicato alla coppia (per esempio il lunedì sera), ha arricchito molto il nostro
rapporto: a volte era un massaggio, altre volte una esperienza energetica, altre volte abbiamo usato l’appuntamento per dirci tutto ciò che durante la settimana si era ammucchiato tra di noi, altre volte ancora è diventato una festa del piacere o un piccolo rituale che ci siamo creati. • Se in questo momento sei single trovi molti esercizi che puoi fare da solo e molti altri che puoi fare con un’amica o con un amico, perché non richiedono una tale confidenza da esser fatti soltanto col partner della vita. • Questo libro è disegnato per la coppia eterosessuale. Se vivi un rapporto omosessuale, noterai che la maggior parte degli esercizi è facilmente modificabile. • Tutti gli esercizi descritti si prestano per essere fatti a casa. Puoi tranquillamente lasciar da parte timori come: “Ma se poi entro in cose che non riesco più a gestire...”, poiché le difese del nostro carattere (le cosiddette resistenze), quando siamo da soli, di solito non ci permettono di varcare la soglia del sopportabile. • Troverai alcuni esercizi che ti invitano a scrivere o a riflettere: a questo punto un diario può essere molto utile, un libro o un quaderno, al quale hai accesso solo tu, che ti accompagna lungo il percorso. Serve sia a liberare la mente, che a mettere in chiaro le tue emozioni, che a vedere i tuoi cambiamenti che diventano evidenti rileggendolo dopo un certo periodo • Questo libro si rivolge a persone sane e con una certa consapevolezza del proprio corpo e della propria mente. Se soffri di un disturbo organico o psichico rivolgiti al tuo medico o psicoterapeuta prima di fare gli esercizi. Nel dubbio puoi chiedere consiglio agli autori. • Infine sconsigliamo vivamente di praticare il Tantra a chi si immagina una scampagnata erotica, un po’ new age. Riteniamo la sessualità e l’amore argomenti troppo importanti per essere trattati con superficialità. • Già sfogliando l’indice puoi notare: quali sono i capitoli che mi interessano di più? In che direzione va la mia ricerca? Dove c’è qualcosa da scoprire, forse ti aspetta una sorpresa. Come dicono le persone che partecipano ai nostri corsi di Tantra: il miglior modo per saperlo è quello di provarlo. Buona lettura e buon divertimento!
Indice TANTRA .......................................................................................... 1 Ringraziamenti................................................................................................. 1 Come puoi usare questo libro ............................................................................ 2
Indice........................................................................................ 3 Introduzione ............................................................................. 8 Storia ...................................................................................... 10 PARTE PRIMA ................................................................................. 15 I – Dal desiderioalla scoperta.................................................. 15 1° – Scoprire il proprio corpo .................................................... 15 Davanti allo specchio ......................................................................................... 16 Davanti al partner ............................................................................................. 17
Le parti più sconosciute...................................................................................... 17 L’esercizio inizia dall’uomo. ............................................................................. 18 L’esercizio prosegue con la donna .................................................................... 18 Massaggio del corpo e massaggio dell’anima......................................................... 19
2° – Le 4 chiavi del piacere....................................................... 20
L’attenzione ...................................................................................................... 22 Il movimento e il ritmo....................................................................................... 23 La “Danza tribale” .......................................................................................... 24 La voce e il suono.............................................................................................. 25 l’esercizio chiamato “Gibberish”. ...................................................................... 26 Il respiro .......................................................................................................... 27 Un esercizio dal “rebirthing” ............................................................................ 27 Più sensibilità nel bacino..................................................................................... 29 L’esercizio “Medusa” ....................................................................................... 29 L’esercizio “Medusa” – La preparazione ............................................................. 29 L’esercizio “Medusa” – Prima fase..................................................................... 30 L’esercizio “Medusa” –Seconda fase.................................................................. 30 L’esercizio “Medusa” – Terza fase..................................................................... 31 L’esercizio “Medusa” – quarta fase ................................................................... 31 Le 4 chiavi e il sesso .......................................................................................... 33 L’attenzione................................................................................................... 33 Il movimento e il ritmo ................................................................................... 33 Il respiro ....................................................................................................... 34 I suoni e la voce ............................................................................................ 34
3° – Gli – strati dell’io ............................................................. 34
I mostri addormentati dietro la facciata................................................................ 35 a – L’agency.................................................................................................. 36 b – Il carattere .............................................................................................. 39 b – Il carattere – 1 – l’abbandonato.................................................................. 39 b – Il carattere – 2 – l’invaso.......................................................................... 39 b – Il carattere – 3 – il come se ...................................................................... 40 c – le emozioni represse.................................................................................. 41 d – il nucleo .................................................................................................. 41 L’amore per se stessi ......................................................................................... 41
4° – Crescere in coppia ............................................................ 42
La ruota dei rapporti .......................................................................................... 42 L’esercizio della ruota sciamanica..................................................................... 43 L’esercizio della ruota sciamanica – SUD:......................................................... 43 L’esercizio della ruota sciamanica – NORD:....................................................... 44 L’esercizio della ruota sciamanica – OVEST: ..................................................... 44 L’esercizio della ruota sciamanica – EST:........................................................... 44 Qual è il mio modo di sabotare i rapporti?............................................................. 46 I pregiudizi contro l’altro sesso ........................................................................ 48 I pregiudizi contro il proprio sesso.................................................................... 48 L’amante fantasma......................................................................................... 48 Il potere della vittima ..................................................................................... 49 I bambini come collante per il rapporto ............................................................. 49 Ritrovare i desideri ............................................................................................ 49 Il gioco “la regina e il servo”............................................................................ 50 Il modo di dirsi ciò che c’è da dire........................................................................ 51 Un esercizio per migliorare la comunicazione ..................................................... 52 I tre modi comuni di abbracciarsi ..................................................................... 54 Il bonding ..................................................................................................... 54 La distanza giusta tra me e te ............................................................................. 55 L’esercizio dei due cerchi................................................................................. 55 Se convivi con un abbandonato: ...................................................................... 56 Se convivi con un invaso:................................................................................ 56 Se convivi con un come se: ............................................................................. 56
PARTE SECONDA ............................................................................. 57 II – La via del piacere ............................................................. 57 5° – Star bene nel sesso .......................................................... 57 Cosa me lo impedisce? ....................................................................................... 58 Il top dog ...................................................................................................... 59 L’under dog ................................................................................................... 59 L’esercizio dei “dogs”...................................................................................... 59 I quattro modelli comuni di coppia.................................................................... 61 I quattro modelli comuni di coppia – 1 – La coppia spenta:................................. 61 I quattro modelli comuni di coppia – 2 – La coppia drammatica: ......................... 61 I quattro modelli comuni di coppia – 3 – La coppia cerebrale: ............................. 62 I quattro modelli comuni di coppia – 4 – La coppia radiante: .............................. 62 Star bene al femminile ....................................................................................... 62 Il ciclo femminile............................................................................................ 63 Star bene al maschile......................................................................................... 65 Da maschio a maschio .................................................................................... 66 L’esercizio della danza maschile ....................................................................... 66 Sesso al maschile........................................................................................... 68 Il piacere da solo............................................................................................... 70 Testimonianze di donne: ................................................................................. 71 Amarsi al maschile ......................................................................................... 72 Testimonianze di uomini: ................................................................................ 72 L’esercizio dell’amarsi da sé............................................................................. 73
6° – Allargare la mappa dell’eross ............................................. 74
Insegnare al partner .......................................................................................... 75 L’esercizio maestro-allievo............................................................................... 75 La tipologia anatomica del Quodoushka................................................................ 77 La tipologia anatomica femminile ..................................................................... 77 Donna danzante. Al centro. ............................................................................. 77 Donna cerva. All’est........................................................................................ 78 Donna pecora. Al sud...................................................................................... 79 Donna bufala. All’ovest. .................................................................................. 79 Donna lupa. Al nord........................................................................................ 80 La tipologia anatomica maschile .......................................................................... 80 Uomo danzante. Al centro. .............................................................................. 80 Uomo cervo. All’est. ....................................................................................... 81 Uomo coyote. Al sud....................................................................................... 81 Uomo orso. All’ovest....................................................................................... 81 Uomo cavallo. Al nord..................................................................................... 81 I ggiochi erotici e le soglie del coraggio ................................................................ 82 L’esercizio del ragazzino timido e dell’eroe ........................................................ 84 L’essenziale dal Kamasutra ................................................................................. 85
7° – La sessualità consapevole................................................ 86
Rilassarsi nell’ardore .......................................................................................... 87 Ruotare il bacino ............................................................................................ 89 Sincronizzare il sesso...................................................................................... 90 Il massaggio che non hai mai avuto ..................................................................... 91 Massaggio per lui ........................................................................................... 91 Un massaggio per lei ...................................................................................... 93 Controllare l’eiaculazione: un mito ....................................................................... 95 Il circuito tra cuore e sesso................................................................................. 98 La curva orgasmica...........................................................................................101 L’esercizio dei 5 ritmi.....................................................................................103 Traccia la tua curva .......................................................................................104
8° – Estendere l’orgasmo – La sessualità sacra ..........................106
L’orgasmo è più grande della fantasia .................................................................106 Le forme dell’orgasmo.......................................................................................107
La ruota dell’orgasmo maschile .......................................................................110 La ruota dell’orgasmo femminile .....................................................................111 Svelare il punto G.............................................................................................112 Come si trova il proprio punto G .....................................................................114 Scoprire il punto P ............................................................................................118 Come fare?...................................................................................................119 Un orgasmo di 20 minuti ...................................................................................121 PARTE TERZA – TRA ORGASMO ED ESTASI ....................................... 123
9° – Scoprire i chakra............................................................ 123
Il 4° chakra: il trasformatore .............................................................................124 Il 1° chakra: la fonte ........................................................................................125 Il 2° chackra: il centro dei sentimenti .................................................................126 Il potere del 3° chakra ......................................................................................127 Il 5° chakra .....................................................................................................129 Il 6° chakra .....................................................................................................129 Il 7° chakra .....................................................................................................130 Scoprire i 7 chakra ...........................................................................................130 L’esercizio per scoprire la carica dei chakra ......................................................130 Il chakra-breathing........................................................................................131 Il chakra-reading..............................................................................................133 L’onda che attraversa i chakra ...........................................................................134
10° – Amarsi all’estasi ............................................................136
Amarsi nella pelle dell’altro ................................................................................136 L’esercizio alla “scoperta” dell’animus e dell’anima ............................................137 Animus – Anima ...............................................................................................138 Prepararsi all’estasi...........................................................................................139 Lo streaming ................................................................................................140 Salire insieme la scala dei chakra .......................................................................142 Il primo matrimonio.......................................................................................143 Il secondo matrimonio ...................................................................................143 Il terzo matrimonio .......................................................................................144 Come far pratica con la scala dei chakra ..........................................................146
11° – Meditazione – Oltre la mente e il corpo .............................149
L’essenza della meditazione ...............................................................................149 Un test sull’immagine di sé.............................................................................152 Staccarsi dalle etichette .................................................................................152 Trova la tua strada e mettila in pratica................................................................154 Meditazione statica e dinamica........................................................................155 La meditazione dinamica................................................................................156 La meditazione vipassana...............................................................................157 Accorgimenti utili ..........................................................................................158 La coppia spirituale...........................................................................................160 Nell’occhio del ciclone .......................................................................................163
12° – Le porte del piacere supremo ..........................................164
Fare l’amore per ore .........................................................................................165 Il problema non è più “posso o non posso?” ma “voglio o non voglio?”.................166 I livelli dell’orgasmo e dell’estasi ........................................................................170 Primo livello .................................................................................................172 Secondo livello..............................................................................................172 Terzo livello..................................................................................................173 Quarto livello ................................................................................................174 La prima reazione… .......................................................................................176 Maithuna. Cavalcare la tigre...............................................................................177 Il fuoco interiore ...........................................................................................178 Il matrimonio dei chakra ................................................................................179 L’onda della beatitudine ....................................................................................181 Il samsara .......................................................................................................184
Corsi di Tantra .................................................................................................185
Introduzione Il percorso tantrico è come un viaggio interiore che ti conduce nei paesaggi del tuo inconscio, un immergersi in un paese sconosciuto e assai interessante. E in queste zone, così vicine e al contempo così lontane, ti attendono avventure nelle giungle, negli oceani e nei deserti della tua psiche. In questi anni il Tantra ha incuriosito i mass media non tanto come tecnica estatica, ma piuttosto come arte amatoria con la quale ottenere prestazioni da primato. Noi vi possiamo confermare che fare l’amore per ore non è una fantasia, ma una vera e propria arte che ognuno può apprendere, così come s’impara a sciare o a parlare inglese. Ma non è questo il punto focale del Tantra: non è né un’atletica del sesso, né si tratta di assumere posizioni strane, bensì di portare maggior consapevolezza e rilassamento nell’atto amoroso, per accedere agli stati della coscienza sublime. In più, il Tantra non mira ai record, ma è un modo estremamente femminile di amare, proprio perché ha origine da una cultura matriarcale. Non è un caso che anche in Italia sempre più donne frequentino dei corsi di Tantra, riappropriandosi della loro predisposizione a esplorare il proprio corpo e la propria anima. Molti – forse anche tu che stai leggendo queste righe – hanno avuto qualche piacevole esperienza di “picco”: durante un bell’atto amoroso o in altre situazioni, un qualche momento nella loro vita che è stato cioè molto più intenso, più chiaro, più carico, più forte, più piacevole. C’è chi lo descrive così: Ho l’impressione che in quel momento la Dea Fortuna mi avesse toccato, perché mai prima avevo vissuto momenti così intensi. Anche in situazioni simili, un momento così non è mai più tornato. Difficile parlarne, non so come spiegarmi; alle volte mi succede con mio marito di sentirmi leggera, tutta piena di vita e potrei volare; una volta l’ho provato anche con un amante. Percepisco una grande carica dentro di me e mi sento vuoto e pieno allo stesso momento. Sono preso da una forza che spazza via tutti i pensieri. Vivo ogni momento, ogni secondo con una grande intensità, immersa in una luce che pervade tutto il mio corpo, poi cado in un silenzio profondo dal quale esco come rinata e ogni movimento che faccio, ogni pensiero, ogni parola ha una freschezza che riempie tutto lo spazio del mio essere. L’orgasmo è molto più alto del solito, ogni cellula del mio corpo inizia a vibrare e mi sento riempita di tante piccole scintille. Poi queste sensazioni continuano a riecheggiarmi ancora per giorni nel cuore e nel ventre e tutto quello che vedo, la strada, i fiori, i libri, l’arredamento, è più colorato e più vivo del solito. In questi momenti capisco perché sono così come sono. Mi fondevo con mia moglie in un lento sciogliermi che mi faceva sentire tutt’uno con lei, eppure avevo una sensazione chiarissima di me stesso, senza quella paura di perdermi che ho conosciuto in altre situazioni. Abbiamo continuato a fare l’amore così e ad un tratto qualcosa ci ha letteralmente folgorato a letto e il cielo si è aperto sopra le nostre teste. Ora so cos’è l’estasi. È che quello che chiamavamo “fare l’amore” era solo l’inizio. Una lucidità mentale straordinaria, in cui capisco me stesso e mi accetto in ogni mio gesto, in ogni mia parola, in ogni mio pensiero. Un’esperienza in cui tutto ha senso,
in cui inizio a comprendere il perché della vita. Se in questo stato guardo un’altra persona, la capisco al volo, come se leggessi in un libro aperto. La prima volta è successo durante un corso di Tantra che frequentavo col mio partner, e ha cambiato molto nel nostro rapporto: tutto quel tempo che prima usavamo per litigare, ora lo usiamo per fare l’amore: lo facciamo in modo più lento, più giocoso e con più comprensione reciproca. Eravamo al mare e dopo aver fatto l’amore tenevo la mia ragazza fra le braccia, guardavamo il mare come fanno gli innamorati, avevamo dimenticato talmente il tempo, che a un certo punto mi è sembrato di fondermi con il mare, mi sentivo un tutt’uno con me stesso, e tutto ciò che mi circondava risplendeva in una luce più brillante. Le onde del mare sembravano seguire il mio respiro; e anche il più piccolo movimento, come alzare un braccio, diventava una danza.
Da tutte queste testimonianze si può cogliere come tali esperienze vadano oltre il piacere ordinario, possono avvenire di rado, o possono ricorrere più volte. Conosciamo persone che hanno avuto esperienze estatiche spontanee nella loro vita e che non osano raccontarlo, nel timore che gli altri li prendano per matti o comunque per delle persone esagerate. Alle volte capita che un grande orgasmo o un’estasi arrivino improvvisamente e non sappiamo cosa fare, non sappiamo nemmeno come definirli, ci domandiamo se era vero o se è stato soltanto un sogno, e qualcosa ci dice che sì, era vero. Qualcuno pensa che questi momenti possano accadere soltanto per grazia del destino, altri tentano di ricreare la situazione e rimangono delusi se l’esperienza non si ripete. La buona notizia è che queste esperienze di solito hanno una struttura ben definita, si possono imparare e ripetere, e ci sono fattori ben precisi che contribuiscono a raggiungerle e altri fattori che le inibiscono. E questo libro può guidarti verso esperienze in cui sesso e amore si fondono in un qualcosa di più grande, che avvolge completamente te e il tuo partner, e vi dischiude l’accesso alla dimensione estatica. La brutta notizia è che questo percorso spesso non è lineare. Se da A passo a B, non è detto che arriverò a C automaticamente. Talvolta si giunge in luoghi interiori in cui dobbiamo (o possiamo) rivedere tutto il nostro rapporto con l’altro sesso, o confrontarci con degli aspetti della psiche – i cosiddetti “mostri” – che preferiremmo non incontrare. Una cosa però è certa: anche se quelle bellissime esperienze non si verificano subito, nel frattempo si imparano un sacco di cose su se stessi, sui nostri partner e sui nostri rapporti di coppia. E tuttavia ricordate: le esperienze estatiche non sono riservate ai santi o ai vincitori d’una qualche lotteria cosmica, ma sono accessibili a “tutti”, è sufficiente iniziare a confrontarsi con se stessi e a usare le antiche tecniche, collaudate da millenni. Si possono imparare, così come si impara ad andare in bicicletta. I fattori che ti possono aiutare molto lungo questo percorso di ricerca interiore sono: – la curiosità: l’atteggiamento del bambino che libero da ogni preconcetto va alla scoperta del mondo, sia del mondo esterno che di quello interiore; – lo slancio: occorre ritrovarlo, anche se una lunga routine e anni di convivenza hanno colorato di grigio il nostro rapporto. Molte persone fanno
delle esperienze amorose, nel periodo dell’innamoramento, e a volte si avvicinano agli stati estatici: ma pensano che una sensazione così forte ci sia concessa solo per un breve periodo della vita. È una credenza assai diffusa, ma non corrisponde affatto alla verità; – un po’ di coraggio: quando cominciamo a muoverci in zone poco conosciute, o addirittura sconosciute della nostra psiche, non sappiamo mai in anticipo che cosa incontreremo; è utile perciò esser pronti a tutte le possibili esperienze interiori, non soltanto a quelle che si desiderano; – un po’ di elasticità intellettuale: le mappe e gli strumenti che ci vengono dati dal Tantra, dallo yoga, dal buddhismo, dalla psicoterapia evolutiva o da altri modelli di ricerca interiore, vanno seguiti senza attaccarcisi più di tanto. Sono infatti mappe che rappresentano in forma semplificata il territorio della tua psiche, ma non sono il territorio. Noi, – gli autori di questo libro, – vivevamo in un buon clima familiare, con una figlia, un bell’appartamento, un’azienda prospera, giravamo il mondo, avevamo un gruppo di amici con i quali ci trovavamo bene, facevamo l’amore mediamente tre volte la settimana, la nostra vita di coppia era caratterizzata da affetto e intesa, insomma eravamo arrivati a una forma di vita serena e benestante in tutti i sensi. Ed è proprio a questo punto della nostra vita che la domanda “è tutto qua?” si è fatta sempre più pressante. E questa domanda era accompagnata da diversi momenti che lasciavano intendere che il nostro matrimonio non terminava con “e vissero felici e contenti per il resto della loro vita”, ma che altre avventure ci aspettavano, avventure non così definibili, esperienze più interiori rispetto alle quali spesso ci mancavano le parole. E anche il nostro rapporto iniziò a cambiare: da periodi di grande amore cadevamo in crisi profonde, ai momenti di passione si alternavano giorni di una gran noia dove stavamo sdraiati sul letto senza guardarci, fingendo di provare ancora qualche desiderio l’uno per l’altra. A un certo punto Michaela disse: “Vorrei fare qualcosa per la nostra coppia”. Una settimana dopo ci trovavamo all’estero per un corso di Tantra e da lì è iniziato un viaggio che non avremmo mai immaginato...
Storia Tantra, in sanscrito, significa “tecnica per ampliare la coscienza”. Il Tantra «non è né una religione nel senso tradizionale del termine, né una filosofia, né una via mistica basata su concetti metafisici, bensì uno strumento empirico per chi è alla ricerca di qualcosa; è una tecnica che si basa sull’esperienza, nell’ambito della vita concreta. L’ampliamento della consapevolezza inteso in questo modo, include tutti gli aspetti della nostra vita, e appunto in quest’ambito il Tantra è l’unica disciplina nella quale si operi una sintesi tra le dimensioni, apparentemente opposte, del diletto e della liberazione. Proprio i nostri desideri edonistici, basati sul principio della semplice e immediata soddisfazione, formano nel Tantra la dinamica nella quale si allarga la consapevolezza, fino a giungere all’esperienza mistica – ed è così che le pratiche sessuali diventano un veicolo per il progresso spirituale. Come si legge nel Guhyasamaja Tantra: “Nessuno riesce a ottenere la
liberazione se si impegna in pratiche difficili e tormentose; la liberazione può essere raggiunta soltanto attraverso l’appagamento consapevole di tutti i desideri”.» [1] Oltre a creare un ponte tra sessualità e spirito, il Tantra congiunge due direzioni della ricerca spirituale che in altre scuole vengono tenute distinte: controllo ed estasi. Nello yoga, per esempio, viene accentuato maggiormente il controllo di sé, l’autodisciplina, il rinsaldarsi dell’io, il meditar se stessi dinanzi al divino; fra i mistici cristiani, al contrario, conta di più l’abbandono al divino, l’attesa paziente della sua grazia e l’annientamento dell’io. Nel Tantra, il divino e l’io rimangono ciascuno al suo posto, e l’oggetto della ricerca è principalmente quella vibrazione della coscienza che fa incontrare questi poli opposti dell’esperienza soggettiva, lungo due strade, quella attiva e quella ricettiva, che vengono praticate entrambe dai tantristi. Dedichiamo qualche parola alla storia del Tantra, alle sue origini e al suo sviluppo. Tratteremo molto brevemente questo argomento, sia perché non siamo degli storici, e sia perché esistono già tanti buoni libri sulla storia, la simbologia, e le diverse forme e correnti che il tantrismo ha prodotto nei suoi due grandi rami, quello indiano e quello tibetano – libri che contengono traduzioni di testi originali, che interpretano i testi tantrici dal punto di vista etnologico, storico, culturale, religioso, metafisico ecc. «Le origini del Tantra risalgono al 2000 a.C. circa, quando gli Harappei popolarono la valle degli Indù. Questa popolazione godeva d’un notevole benessere, e mostrava uno spiccato amore per le arti. La società degli Harappei era di tipo matriarcale. La principale preoccupazione degli Harappei era di vivere nel benessere, e ogni loro abitazione era dotata di almeno un bagno. A questo proposito, è utile ricordare che anche nella piazza della capitale, Mohenjo-Daro, l’edificio dominante non era una torre o un tempio, bensì una grande piscina – un vero monumento al benessere. Nelle culture matriarcali la donna occupa un posto d’onore, tanto nella vita profana come nella religione – che è incentrata sulla Dea madre. La figura femminile domina i santuari. Braccia aperte, gambe divaricate, ella si offre all’adorazione.» [2] È da segnalare anche l’uso degli Harappei, di porre un grande letto nella stanza principale delle case. Era il letto della padrona di casa, e li – nella stanza principale, nel salotto – si celebrava l’atto amoroso. Nelle società matriarcali anche la religione era un’esperienza viva, in cui l’incontro con il divino non era legato a un sistema di dogmi e credenze, ma veniva sperimentato personalmente. Perciò la religione degli Harappei è strettamente connessa col corpo, con il piacere e la sessualità. Nelle religioni delle società patriarcali il divino è lontano, e diventa quasi irraggiungibile dall’essere umano: il divino non è vissuto all’interno della coscienza individuale e perciò nasce l’esigenza di riempire questo spazio incolmabile tra l’uomo e il divino con credenze, rituali e intermediari (i sacerdoti) che fanno da ponte tra la terra e il cielo. Dunque il passaggio da un’organizzazione matriarcale della società a una patriarcale, che avvenne sia in India che in Europa, cambiò 1 - Ajit Mookerjee - Madhu Khanna, The Tantric Way, London 1977, pp. 1326. 2 - André Van Lysebeth, Tantra-L’altro sguardo sulla vita e sul sesso, Milano 1992, p. 17. (Orig. Tantra Le Culte de la Féminité. L’autre regard sur la vie e le sexe, Fribourg 1988.)
notevolmente le concezioni religiose: «Mentre il Tantra conosce una vasta gamma di rappresentazione del femminile, nella cultura cristiana il femminile è spezzato: la donna appare o come puttana, o come madonna in adorazione passiva del suo frutto maschile. Nel Tantra, le rappresentazioni del femminile sono sessuali e spirituali, estatiche e intelligenti, feroci e pacificanti. Quale liberazione poter essere spirituali, senza dovere stare in ginocchio con gli occhi abbassati, pii e casti. La donna può mostrare acutezza, lucidità o rabbia e può celebrare il suo essere femmina.» [3] Il Tantra ebbe il suo periodo di maggior fioritura tra il X e il XII secolo dopo Cristo, nel Nord dell’India, e fu in seguito soppresso, con il prevalere della religione islamica. Sopravvisse tuttavia in scuole segrete, specie nel Bengala e nell’Assam, e qui stabilì rapporti fruttuosi con la Cina, dove si era formata la seconda grande scuola della sessualità consapevole, quella taoista. In Tibet, invece, al riparo dagli influssi di altri popoli, il Tantra poté esprimersi alla luce del sole, sposandosi con il buddhismo e il Bon, l’antica religione sciamanica: «Il Guru Padmasambhava, un famoso tantrico indiano, viaggiò nel Tibet nell’VIII secolo dopo Cristo, e insegnò il Vajrayana (la via del diamante) ai primi discepoli, fondando la scuola Nyigmapa del buddhismo tibetano. Nell’undicesimo secolo il traduttore tibetano Marpa viaggiò in India per studiare il Tantra da Naropa, discepolo di Tilopa. Tornato in Tibet tradusse e insegnò i principi tantrici al suo celeberrimo discepolo Milarepa. Da questo periodo cominciò la larga divulgazione del Tantra in Tibet. I suoi insegnamenti furono la base della scuola Kagyupa del tantrismo tibetano.» [4]. Ed è proprio in Tibet che accanto a lama di sesso maschile troviamo donne sapienti e venerate. Col passare dei secoli, anche in Tibet alcune scuole – come la Gelugpa – iniziarono a prender le distanze dalle pratiche sessuali del cosiddetto “Tantra rosso” (o Tantra della mano sinistra) e si limitarono a studiare l’unione tra il maschile e il femminile sul piano energetico, senza badare più al contatto fisico: questa versione più metafisica fu il cosiddetto “Tantra bianco” (o Tantra della mano destra). Così, “il noto mantra buddista “Om mani padme hum” viene tradotto in modo gentile come “il gioiello nel loto”, il che, però, non vuole dire proprio niente. Il pudore si affanna a trovare qui una spiegazione artificiosa, negando l’origine tantrica del mantra. Qual è dunque il significato vero di questo antico mantra? Mani, il gioiello, è l’equivalente tibetano del termine sanscrito vajra (diamante) che è l’organo maschile; padme è il fiore di loto che simboleggia la yoni, la vagina; perciò “il gioiello nel loto” non significa nient’altro che l’unione sessuale, il maithuna, in cui il principio maschile e quello femminile si uniscono sia in senso carnale, sia in senso mistico.» [5] I secoli successivi furono secoli di decadenza per il Tantra in India, e soltanto dopo la rivoluzione sessuale negli anni Settanta e l’emancipazione della donna in Occidente, si preparò il terreno per la riscoperta dell’unione del 3 - Tsiiltrim Al Hone, Tibets weise Frauen, Munchen 1987, p.56. (Orig: Women of Wisdom, Henley on Thimes 1984.) 4 - TenzinGyatso14°Dalai Lama, DieWeisheitdesHerzens,Miinchen 1987, p. 90. (Orig. Universal responsability and the Good Heart, Dharamsala India 1980.) 5 - André Van Lysebeth, Tantra - L’altro sguardo sulla vita e sul sesso, Milano 1992, p. 182. (Orig. Tantra Le Culte de la Féminité. L’autre regard sur la vie e le sexe, Fribourg 1988.)
piacere con la spiritualità. Negli ultimi decenni i lama tibetani hanno portato gli insegnamenti del Tantra bianco in Europa e America, e alcuni di loro – come Lama Yesce, Lama Zopa o Chiigyam Trungpa Rinpoche – hanno fatto molto per adattare le meditazioni tibetane alla mentalità occidentale. In India molti ashram si sono aperti agli occidentali, e maestri come Osho Rajneesh, Paramahansa Satyanand a o Yogi Bhajan hanno dato chi a vi di lettura più aggiornate e comprensibili per gli antichi testi tantrici. Ma le vecchie tecniche e il nuovo pubblico non si incontrano facilmente. Molti discepoli del Tantra vengono a trovarsi in una situazione come quella descritta da Margo Anand, una delle pioniere del nuovo Tantra rosso: «Il primo rituale – i canti dei mantra – ci aiuta a concentrarci. Ci guardiamo negli occhi: non mostrare la mia paura, non ignorare la sua! Qual è il prossimo passo? Dannazione, devo sempre interrompere per leggere le istruzioni. Ciò spezza l’energia. Ah sì, respirare! Inspirare per sei secondi, trattenere per dodici secondi, espirare per sei secondi in sincronia con l’altro. Ma lui inspira, mentre io espiro; sbagliamo tutto. In più questa maledetta posizione del loto: le braccia incrociate dietro la schiena, con l’alluce tra il pollice e l’indice, visualizzando una luce verde tra l’ano e i genitali, che sale pian piano. Non riesco a vedere nulla. – “Che razza di rilassamento!” esclama il maschio, il cui scettro tantrico non è disposto ad alzarsi. Finalmente riusciamo a svegliare l’energia con un respiro profondo, con qualche trucco e qualche carezza fuori luogo. Passano venti minuti ma nessun’estasi si fa vedere. Il massimo è qualche brivido sulla schiena. L’esercizio è esotico ma non è proprio una rivelazione.» [6] Oggi la sessualità si è liberata e la donna, grazie all’emancipazione, ha ritrovato il suo spazio; la situazione sociale non è più quella di duemila anni fa; ma si presuppone ancora che il sesso appartenga più al maschio e che soddisfi più il desiderio maschile che quello femminile. Questo preconcetto è il retaggio di secoli di repressione patriarcale esercitata sia sulla sessualità sia sul femminile, e impedisce a molte donne di pensare che il buon sesso sia un veicolo per la crescita spirituale, com’era considerato in una cultura concepita al femminile. Viviamo in un’epoca in cui l’approccio alla sessualità pone problemi nuovi: se fino a pochi anni fa il sesso sembrava proibito, oggi sembra che farlo sia diventato un dovere. Alla repressione, ancora mal digerita, si è aggiunto il boccone amaro della prestazione a ogni costo... Il Tantra non hanulla a che fare con tutto ciò. In primo luogo, il Tantra, ricordiamolo, è uno strumento per allargare la coscienza. Anche se in pratica ci aiuta a diventare amanti migliori, ciò non è che un piacevole effetto collaterale. «Ed eccoci al punto chiave della pratica tantrica, che oggi desta tanta attenzione in Occidente: l’impiego del sesso, e cioè delle energie sessuali individuali, al fine di raggiungere l’illuminazione, l’estasi, la beatitudine dell’assoluto: after enjoyment, enlightenment.» [7]. Anche se il Tantra non è tutto così: “Soltanto il 7% dell’intera massa dei testi tantrici contiene dei brani centrati
6 - Margo Anand Naslednikov, Tantra, Weg der Ekstase, Berlin 1987, p. 33. (Orig. The Art of Sexual Ecstasy. The Path of Sacred Sexuality for Western Lovers, Los Angeles 1989.) 7 - Giorgio Milanetti, Alle origini del Tantra, in "AAM Terranuova", 10/1995, p. 66.
sull’erotismo, il rimanente 93% descrive l’uso dei mantra, dei mandala, delle meditazioni sui diversi aspetti del divino...» [8]. Sembra che oggi in Occidente il Tantra soddisfi due grandi bisogni: il primo è quello di tracciare una mappa spirituale che ci ricolleghi con le dimensioni più ampie dell’io in un senso molto pratico ed esperienziale; il secondo è quello di creare una cultura dell’eros – così come esiste una cultura del benessere, dello sport, del cibo... In materia di sesso, infatti, siamo tutti autodidatti. Nel mondo dell’eros, le tradizioni sono ben scarse, le esperienze ognuno se le fa da sé e se le tiene per sé, lo scambio di informazioni è sporadico, le scuole sono quasi inesistenti e la qualità dei punti d’incontro (cinema a luci rosse o club privati) è per lo più deprimente. Siamo bombardati da messaggi sessuali d’ogni tipo (parole, immagini ecc.) e sembra che tutto sia permesso, ma in realtà questi nuovi messaggi non sono ancora arrivati nella nostra camera da letto e nel nostro sistema corporeo ed energetico. Tutto ciò sembra piuttosto sospeso e arenato nel mondo della fantasia. Viceversa, nelle meditazioni tantriche si creano da sempre delle situazioni concrete di alta carica erotica, che va però ben interpretata da una mente estremamente rilassata e aperta. Il rituale che coinvolge il sesso – citato in quasi tutti i saggi sul Tantra – è il cosiddetto pancha-makara, ovvero “le cinque M”: «Gli adepti del Tantra della mano sinistra (o Tantra rosso) bevono vino (madya), mangiano carne (mamsa), pesce (matsya) e un cereale afrodisiaco (mudra) e si uniscono sessualmente (maithuna).» [9]. Le “5 M” in una società vegetariana, dove mangiare pesce e carne o bere vino era proibito, erano appunto trasgressioni da compiersi in modo consapevole, con la mente lucida, senza indulgere nel piacere, e badando invece a percepire le sensazioni piacevoli e cogliere la loro energia senza attaccarvisi. Ripetere lo stesso rituale oggi, in una cultura dove mangiare carne e pesce o bere vino fa parte della prassi di tutti i giorni, non ha proprio alcun senso. Oggi le vere sfide – cioè quelle situazioni che provocano stati di alta intensità psicologica e che impongono al contempo una mente chiara e attenta – sono tutt’altre: l’espressione delle emozioni, dell’affetto, dell’amore e delle varie forme della sessualità. Qui è contenuto oggi il potenziale della nostra energia bloccata, che possiamo usare per intensificare il nostro corpo e la nostra mente rimanendo perfettamente coscienti, provocando ciò che nel Tantra si fa da 4000 anni: il congiungimento dell’energia di Shakti con la consapevolezza di Shiva. In questo senso le scuole tantriche negli ultimi anni hanno sintetizzato i principi di base degli antichi riti, ne hanno sviluppato i temi principali creando dei rituali nuovi e più adatti. Buoni esempi di rituali classici e riadattati sono le tecniche dell’unione del femminile con il maschile (capitoli 7, 8 e 12). In queste situazioni, sessualmente intense, l’energia del cuore raggiunge una profonda commozione sia nell’uomo che nella donna. Ed è proprio questo che distingue un rituale tantrico da una volgare orgia: l’atmosfera rispettosa, nata dalla fusione di un’alta energia e della consapevolezza, nella radiazione dell’amore.
8 - Agehananda Bharati, La tradizione tantrica, Roma 1977, p. 236. (Orig. The Tantric Tradition, London 1965.) 9 - Ajit Mookerjee e Madhu Khanna, The Tantric Way, London 1977, p.29.
Parte prima I – Dal desiderioalla scoperta 1° – Scoprire il proprio corpo La maggior parte di noi conosce poco il proprio corpo. Anche chi pratica gli sport, va in palestra o si gode un buon massaggio ogni tanto, è portato a trattare il suo corpo come uno strumento o un oggetto che deve semplicemente funzionare, rimanere snello, sano, bello. E questo avviene perché la nostra cultura ci educa a considerare il corpo come qualcosa che abbiamo e non come qualcosa che siamo. Molti di noi, inoltre, non sono contenti di com’è il loro corpo, e vorrebbero cambiarlo in vario modo. Invece dobbiamo renderci conto di un fatto: il corpo che abbiamo è il nostro hardware e non possiamo modificarlo più di tanto. Possiamo tingere i capelli, abbronzarci, tenerci in forma con esercizi, sport e yoga, ma la struttura ossea, la costituzione di base, l’altezza e le proporzioni, a dispetto delle diete dimagranti o di altri drastici interventi, rimarranno sempre quello che sono. E a questo punto la reazione può essere: “Va bene, visto che non lo posso cambiare, questo corpo lo devo accettare così com’è”. Ma questa è una trappola: questo è un rassegnarsi e un non accettarsi. L’accettazione non si fonda sui “devo”, ma nasce da una profonda conoscenza di se stessi e del proprio corpo. Accettare il proprio corpo significa apprezzarlo proprio così com’è, non come lo vorremmo nell’immagine ideale che abbiamo di noi stessi. È ciò significa conoscerlo, conoscerlo dentro, e non tanto da come lo vediamo nello specchio. Infatti, poiché non esiste una mente o una psiche senza un corpo, ogni nostro pensiero, ogni emozione, ogni aspetto del nostro carattere sono rappresentati nel nostro corpo, e dunque noi siamo il nostro corpo, e accettare il proprio corpo non significa dire sì alla nostra “carrozzeria”, ma dire sì a noi stessi. Di primo acchito questa prospettiva potrà magari sembrarci esagerata, ma appena avremo acquisito una minima familiarità con le tecniche della meditazione, ci accorgeremo con sorpresa che ogni nostro pensiero, ogni nostra idea si connette a una sottile sensazione corporea, così come ogni sensazione che percepiamo nel corpo e ogni sentimento si connettono a un pensiero. Quindi accettare il proprio corpo equivale davvero ad accettare se stessi, scoprire il proprio corpo significa scoprire se stessi, e sperimentare nuove sensazioni nel corpo vuol dire trovare nuovi elementi nel proprio inconscio. Possiamo iniziare dalla mente a capire il nostro corpo, o viceversa. Non importa da dove iniziamo, ciò che importa è incominciare. Seguendo gli esercizi proposti in questo libro, apprenderemo il modo di scoprire altre sensazioni che non conoscevamo, e quante più cose scopriremo di noi stessi, tanto più semplice diventerà accettarci come siamo e per quello che siamo.
Ecco un primo esercizio che ci aiuta a capire cosa significa accettarsi, prendendo come punto di partenza il nostro “esterno”. Davanti allo specchio Ci rendiamo conto “per forza” di avere un corpo, quando avvertiamo i nostri bisogni primari, quando abbiamo fame, quando è ora di andare in bagno, o quando abbiamo un disturbo, una malattia. Ma siamo in genere ben lontani dal saper apprezzare i piaceri e la gioia che possono nascere dal nostro corpo in conseguenza dell’accettarci così come siamo. Nella via tantrica, invece, il corpo viene considerato come un tempio sacro nel quale ognuno può festeggiare la propria vita e la propria sessualità. Con questo esercizio dedicheremo più tempo del solito al nostro corpo – almeno mezz’ora – per entrare maggiormente in contatto con esso. Poniamoci davanti a un grande specchio, che rifletta la nostra immagine dalla testa ai piedi. Assicuriamoci che niente e nessuno ci disturbi. Per entrare più intimamente in contatto con noi stessi, assumiamo una posizione eretta ma comoda, facciamo alcuni respiri profondi e rilassanti, e iniziamo a osservarci senza ansietà. a) Iniziamo dai nostri abiti: come siamo vestiti? ci piacciono i vestiti che indossiamo e il nostro modo di mostrarci? cosa vogliamo far vedere di noi col nostro modo di vestirci? cosa vogliamo sembrare? siamo contenti di essere così come siamo? oppure vorremmo essere diversi e cambiare look? b) Poi esaminiamo il nostro viso, e proviamo a guardarci in modo “dissociato”, come se vedessimo questo viso per la prima volta e non per verificare che un qualche foruncolo non ci sia sfuggito. Manteniamoci per qualche minuto a una distanza di circa mezzo metro dallo specchio. Poi allontaniamoci un poco. Senza smettere di osservarci, spogliamoci e di nuovo riavviciniamoci allo specchio continuando a respirare in modo profondo e rilassato: cosa ci dice il modo in cui ci poniamo di fronte al mondo? siamo fieri o umili? magri ed essenziali o abbondanti e prosperi? Quali sono le parti del nostro corpo che ci piacciono di più e quali quelle che ci piacciono meno? Osserviamo dettagliatamente le dita, le mani, il collo, il petto, lo stomaco, le anche e i fianchi, le ginocchia, i piedi. Immaginiamo di leggere il nostro corpo come se fosse un libro che racconta la sua storia, con tutte le cicatrici e gli altri segni che la vita vi ha lasciato. Possiamo raccontarcelo ad alta voce (oppure, se preferiamo, possiamo raccontarlo per iscritto più tardi nel nostro diario). Osserviamolo con calma in ogni dettaglio, diciamoci come usiamo le sue varie parti, e quanto tempo dedichiamo a esse ogni giorno. Questo esercizio può farci capire che più tempo dedichiamo al nostro “tempio”, più intenso e più radicato sarà il nostro rapporto con lui. Può farci capire quanti pregiudizi abbiamo sul nostro corpo – (questo è bello, questo è brutto...), – forse può farci vedere una parte del corpo con occhi diversi da
come la vedevamo prima, o può rivelarci un collegamento tra l’aspetto del nostro corpo tutt’intero e il nostro stato d’animo. Davanti al partner È molto piacevole accettarsi e provare curiosità nello scoprire nuovi lati di sé. Ma è altrettanto importante condividere queste esperienze con il proprio partner, e sentirsi accettati (e visti) anche da lui o da lei. Infatti denudare ogni angoletto del proprio corpo e della propria psiche, non con la mentalità analitica di uno scienziato, ma con la curiosità di un bambino, è forse il modo migliore per rivitalizzare non solo noi stessi ma anche un rapporto diventato ripetitivo – e in più può esserci di grande aiuto nell’acquisire fiducia nei segnali del nostro corpo, nell’accettarci così come siamo. L’esercizio consiste nel fare in presenza del partner ciò che abbiamo già fatto da soli davanti allo specchio: spogliarsi, mostrarsi, parlare di sé, delle parti del proprio corpo che ci piacciono e che non ci piacciono. Questa volta bisogna cercare di essere più precisi, di raccontare in che modo qualcosa ci piace, e cosa proviamo. Forse raccontare ad alta voce cose che abbiamo magari pensato tante volte e mai confessato neanche alla persona più amata, potrà metterci in imbarazzo. Ma mentre uno parla di sé e del proprio corpo, sente che il suo partner lo ascolta in modo ricettivo, sente che è aperto alle sue parole e non interferisce, non giudica, non critica, lascia entrare dentro di sé quelle parole, si lascia toccare da esse e da tutto quello che c’è sotto quelle parole. A tratti può sembrare difficile, si può addirittura provare disgusto a raccontare certe cose. Qualche volta può esserci d’aiuto mettere una mano sulla parte del corpo della quale stiamo raccontando. Ma per quanto possa diventare difficile, vale la pena tentare: alla fine confessare le nostre intimità ci darà un grande senso di liberazione. L’esercizio continua con lo scambio dei ruoli: ora tocca a noi ascoltare cosa dice il nostro partner del suo corpo, ed è davvero il caso di prepararsi a essere tutt’orecchi per conoscere cose che non avremmo mai immaginato. La conclusione dell’esercizio consiste nel sedersi l’uno di fronte all’altro per scambiarsi le proprie impressioni, spiegando come ci si è sentiti sia mentre parlavamo del nostro corpo, sia mentre ascoltavamo il nostro partner parlare del suo. È un esercizio molto efficace per guarire dalle vecchie insicurezze. Lo dimostra, un caso fra moltissimi, la confessione meravigliata di Anna, che racconta: Ho sempre pensato che le mie cosce non piacessero a mio marito perché sono un po’ massicce e con qualche segno di cellulite. Da quando lui ha dichiarato che invece gli piacciono tanto, mi metto più volentieri gonne che le mettano in risalto.
Le parti più sconosciute Le parti più intime sono quelle più sconosciute, a dispetto di tutti i piaceri che ci procurano e di tutte le fantasie che ruotano intorno a esse. Per arrivare
a fare davvero l’amore con naturalezza, dobbiamo innanzitutto cominciare a nominare senza falsi pudori tutte le parti, anche le più intime, dei nostri genitali. L’esercizio inizia dall’uomo. L’uomo si mette in piedi, nudo, di fronte alla propria partner, e prende il suo pene in mano in modo da sentirlo ben appoggiato sul palmo. Non importa che sia in erezione o no, in questa fase non c’è nulla da (“dimostrare”: si tratta piuttosto di sentirlo dall’interno, di entrare in lui, di capire cos’è, quali sono i suoi bisogni. A questo punto l’uomo inizia a parlare dando voce al proprio pene, che racconta la propria esistenza: → come sta in questo momento, cosa prova, come viene trattato; cosa gli fa piacere, cosa no; → come ricorda il primo orgasmo, le prime masturbazioni, la prima volta che ha fatto l’amore; → cosa desidera, di cosa ha bisogno per stare bene. L’esercizio prosegue con la donna Seduta comodamente con la schiena contro una parete, fra cuscini disposti come il trono di una regina, la donna nuda apre le cosce in modo che il suo partner possa vedere la vulva. Per sentirsi più comoda, può sostenere le gambe con dei cuscini. Con gli occhi socchiusi, respirando profondamente, porta tutta la sua attenzione ai suoi genitali, che forse non ha mai mostrato in maniera così esplicita al proprio partner. Se ha difficoltà a sentire dall’interno i suoi genitali, la donna può portare una mano sulla vulva e toccarla fino a quando avverte tutte le sensazioni e i sentimenti che suscita in lei questa esperienza: entrare in contatto con i propri genitali sotto lo sguardo del proprio partner è già un atto molto intimo. A questo punto la donna immagina di essere la propria vulva, che inizia a raccontarsi in prima persona, oppure può immaginare di giocare con lei a botta e risposta: → che aspetto ha? come sono le sue labbra, che dimensioni hanno, che colore hanno? E la pelle intorno? → che cosa prova quando fa il bagno, quando il partner la tocca, quando fa l’amore? → come ha scoperto che toccarsi procura piacere? e la prima mestruazione? e la prima volta che ha fatto l’amore? → cosa le piace oggi, come desidera essere toccata e che cosa detesta? Qualcuna potrà notare che la propria vulva ha un carattere tutto suo, che fino a ora non ha mai notato così chiaramente: è timida, o estroversa, oppure vergognosa, forse sente meno di quanto ami le fantasie, forse ama nascondersi ed è molto silenziosa, o forse le piace esibirsi e si eccita, insomma spesso ha un modo di esprimersi che si conosce soltanto in momenti molto rari. Terminate le due fasi dell’esercizio, concediamoci alcuni minuti per scambiare impressioni e sensazioni su ciò che si è vissuto, sia nel ruolo
dell’attore che si è messo in mostra, sia nel ruolo ricettivo dello spettatore/ascoltatore. Chi tiene un diario personale, può annotarvi le proprie considerazioni. Massaggio del corpo e massaggio dell’anima Dopo esserci guardati, mostrati e anzi esposti, ora con lo stesso desiderio di consapevolezza impariamo a toccarci – e questa volta non si tratta di un massaggio erotico, ma di un massaggio che ci metta in contatto con il nostro centro, con l’anima. Chi ha un partner lo può fare benissimo dopo l’ultimo esercizio, e può essere la conclusione di una bella serata in due. Chi in questo periodo non ha un partner, può “scambiare” questo massaggio con un’amica o un amico, e si accorgerà che si tratta di condividere qualcosa di diverso e più soddisfacente che quattro chiacchiere e una tazza di caffè. Si tratta infatti di un massaggio che rilassa in profondità, partendo dai punti periferici del corpo (la testa, le mani e i piedi), per concludersi nel suo baricentro, l’haraa. In questo modo si possono sperimentare i flussi energetici nel corpo e sentirsi nello stesso tempo “centrati”, cioè equilibrati in un punto fermo, e “presenti a se stessi” cioè aperti e vivi. Programmiamo circa un’ora e mezza di tempo (chi massaggia controlla il tempo, così il massaggiato potrà rilassarsi più agevolmente), e sistemiamoci in una stanza tranquilla e confortevole. Consigliamo un materassino duro, un futon oppure una coperta doppia (ma non un materasso morbido), evitando i cuscini sotto il capo, perché interrompono il flusso energetico alla nuca. Il massaggio, che inizia dal capo, prenderà circa 15 minuti perla testa, 10 minuti per le mani e infine 10 minuti per i piedi, ma i tempi possono essere dilatati a piacere. Non c’è una tecnica precisa per questo tipo di massaggio: lo scopo è capire quale tipo di contatto piace di più al massaggiato. Chi massaggia potrà provare diversi tipi di contatto: un contatto deciso e sicuro, una carezza leggera, oppure lievi sfioramenti, o un tocco in pressione sui muscoli. Più della tecnica, conta il tempo che dedichi al partner e il fatto di toccarlo con attenzione. È attenzione non significa necessariamente delicatezza: è ammesso qualsiasi tipo di contatto che porti piacere e consapevolezza nelle parti del corpo che vengono massaggiate. 1. Si incomincia dalla testa, in particolare dalla nuca e dai muscoli lungo il collo, si stimola il cuoio capelluto disegnando piccoli cerchi con la punta delle dita, si stira la fronte dal centro verso i lati e verso l’alto con i palmi delle mani, alla fine si tiene la testa appena rialzata dal materasso per alcuni minuti fin quando si sente che le tensioni si allentano e spariscono. Infine si ritirano lentamente le mani: millimetro per millimetro. 2. Poi si passa a una mano, cominciando a comprimerne ogni millimetro con un “tocco personale”. Per esempio, si può liberare in noi il nostro
bambino interiore, quella parte di noi che è curiosa e tocca in modo giocoso e innocente la mano di chi stiamo massaggiando. 3. Si passa poi all’altra mano, e poi a un piede e infine all’altro piede. 4. Terminato il massaggio ai piedi, e dopo aver lasciato al partner il tempo di assorbire le sensazioni piacevoli nelle mani e nei piedi, chi massaggia avvicina la sua mano all’hara del massaggiato, un’area del diametro di una moneta situata due/tre dita sotto l’ombelico. Chi massaggia, può lasciare la mano appoggiata con leggerezza su quella zona, e chiedere al partner se percepisce questo contatto come un tocco che lo aiuta a sentirsi “centrato”, se avverte “qualcosa” nel punto di contatto (calore, formicolio, altre sensazioni). Chi viene massaggiato, può immaginare di respirare in quest’area focalizzando l’attenzione dall’interno sul punto di contatto, tenendo però sempre presenti anche le parti periferiche del corpo (mani, piedi e testa). 5. Dopo circa 10 minuti chi massaggia toglie dolcemente la sua mano, lasciando il partner immerso nell’esperienza degli spazi silenziosi aperti da questo massaggio. Concedersi l’esperienza di un massaggio che non tenda a focalizzare subito un contesto sessuale, è un buon punto di partenza per un contatto intimo. Ha l’effetto rilassante e riequilibrante di portare l’attenzione ai punti periferici del corpo, per allargare la percezione del proprio essere e per espandere l’energia prima di riconvogliarla verso il suo centro. Conoscere meglio il proprio corpo non è però soltanto un presupposto per il benessere psicofisico e per la buona salute: è il punto di partenza per qualsiasi ricerca interiore. Infatti, come insegnano molte discipline spirituali, prima di viaggiare nelle sfere più sottili della propria psiche, prima di scendere nelle tenebre dell’inconscio o di salire negli strati celesti delle esperienze estatiche, bisogna radicarsi bene nel corpo materiale e liberare le sue energie bloccate. Altrimenti, il cammino spirituale rischia di sperdersi nell’ipocrisia o in quel conflitto tra corpo e mente di cui quasi tutti soffriamo perché fa parte del nostro retaggio culturale collettivo. E radicarsi nel corpo e superare questo conflitto è appunto uno degli scopi, e forse il più importante, di questo libro. 2° – Le 4 chiavi del piacere A un primo sguardo, il piacere è la cosa che tutti desiderano di più nella vita, e la vita di coppia a volte diventa una vera e propria riserva di caccia del piacere. Ma, curiosamente, mentre tutti aspiriamo a raggiungere il piacere, sfugge alla nostra attenzione il fatto che, in un certo senso, noi stessi ce lo precludiamo. Infatti, ognuno di noi è abituato a una certa soglia di piacere, ma se il godimento tende ad andare oltre, nel nostro sistema psicofisico suonano
tutti i nostri campanelli d’allarme e, più o meno inconsapevolmente, mettiamo in atto qualcosa che evita il suo accrescimento, confermando un paradossale ma verissimo detto di Goethe: “Niente è più insopportabile che tre giorni di continuo piacere!”. Nei prossimi capitoli esamineremo come varcare i limiti che la nostra struttura mentale pone alla conquista del piacere; in questo capitolo, invece, ci concentriamo sull’analisi delle reazioni che si manifestano nel nostro corpo quando arriviamo alla soglia della sopportabilità del piacere, e vedremo cosa possiamo fare per spingerne i confini più in là, cioè per allenarci a sopportare piaceri più intensi, più forti, più interiori. Troppe volte pensiamo che per aumentare la quota di piacere nella nostra vita – specialmente nella nostra vita sessuale – dobbiamo avere il partner giusto, la situazione adatta, una certa atmosfera, una tecnica sperimentata, la buona giornata... Troppe volte insomma tendiamo a cercare i presupposti del nostro piacere “all’esterno”, fuori di noi: nel partner, nel destino, nelle circostanze e così via. Certo, tutto può aiutare. Ma più ci addentriamo nella comprensione della nostra psiche, più ci accorgiamo che possiamo essere noi i registi del nostro piacere, e che i fattori in mano nostra sono molti, e possiamo controllarli e modificarli a seconda dei nostri obiettivi. Margo Anand, che viene chiamata anche la madre del Tantra occidentale, paragona il nostro corpo a «un tamburo che entra in vibrazione quando viene colpito dal battente (che corrisponde alla mano del partner che ci accarezza). Per provare più piacere non servono tanto colpi più forti, ma piuttosto un ampliamento della nostra consapevolezza oltre il tamburo e la scoperta dell’intera orchestra che abbiamo a disposizione e che può entrare in azione.» [10]. E questo ampliamento della coscienza avviene attraverso